Il Santuario di Santa Maria del Giglio a Sambuca

image_pdfimage_print

Un luogo di spiritualità e devozione mariana immerso nel verde dell’Appennino.

Il Santuario e il Convento delle Suore Francescane dell’Immacolata si trovano in mezzo ai boschi della Sambuca; una realtà importante anche se forse poco conosciuta della nostra diocesi. Ci siamo rivolti alle sorelle della Sambuca, e in particolare a Suor Lucia – per conoscere e far conoscere meglio le loro attività e il santuario della Madonna del Giglio.

 

Sorella, quali sono le vostre principali attività?

Oggi il nostro impegno maggiore è quello della casa di riposo dove accogliamo alcune signore anziane, ma qui al Giglio offriamo anche ospitalità durante tutto l’anno a chi desidera sostare in preghiera e fermarsi qualche giorno per una pausa di riposo e riflessione nel proprio cammino umano e spirituale. Abbiamo disponibilità per gruppi giovanili e ragazzi, famiglie e nuclei familiari, sacerdoti, suore, singole persone, per giornate di ritiro e spiritualità, week-end vocazionali e per pellegrinaggi mariani.

Qual è la storia del santuario?

C’è una storia molto toccante che racconta di una bambina che veniva mandata dalla matrigna a far pascolare le pecore su un poggio chiamato “Collefiorito”. Ogni giorno la matrigna le dava una quantità di lana da filare mentre restava a guardia del gregge e se a sera il compito non era eseguito erano botte. La giovinetta, sopratutto con l’afa estiva, non riusciva a vincere il sonno e spesso si assopiva all’ombra di un albero, tralasciando così il compito affidatole. Un giorno si accorse che mentre dormiva qualcuno aveva filato per lei tutta la lana e contenta raccontò il fatto alla matrigna, la quale credendo di essere presa in giro la picchiò e le ordinò di non narrare ad altri questa fandonia. La cosa però, si ripetè per diversi giorni e la voce si sparse per tutta la montagna. Un giorno poi, la pastorella si accorse che a filare la lana era una donna bellissima che finito il lavoro spariva. Giunta a casa disse alla matrigna di aver scoperto chi l’aiutava e questo fu per lei un guaio, perchè fu trattata da pazza. Dopo qualche tempo anche il parroco scorse la bella signora e si stupì; lo stupore però aumentò la mattina successiva, perchè trovò dipinta sulla nuda pietra l’immagine della Vergine col Figlio. Si gridò subito al miracolo e il luogo divenne mèta di pellegrinaggi.

A quale epoca risale la storia? Come si è sviluppato il santuario?

Non sappiamo a quale secolo si riferisca la storia, ma sembrebbe che già nel 1581 a Collefiorito si venerasse un immagine della Madonna del Giglio. Fonti successive riconducono l’origine del santuario al 1722 collegandola alla figura di Rosalia Ottari, la quale era una giovane donna bolognese che, cieca dalla nascita, volle essere accompagnata a visitare l’immagine della Madonna di Collefiorito. Si diceva infatti, che spesso risanasse dal ‘male degli occhi’. Rosalia arrivò a piedi a Sambuca e quando si trovò a percorrere l’ultimo tratto di mulattiera, la vista cominciò a rischiararsi fino a che la riebbe perfetta. Il miracolo fu scientificamente provato e ottenuta la grazia la giovane donna decise di costruire in quel luogo una piccola chiesa, quindi diede vita ad una comunità religiosa poi associata al Terz’ordine francescano. La chiesa nel tempo è stata resturata e nel 1930 avvenne la fusione tra queste religiose e noi Francescane dell’Immacolata che attualmente custodiamo il Santuario.

Quali indicazioni volete dare per chi intendesse visitare il Santuario?

Il Santuario di Santa Maria del Giglio è aperto tutti i giorni dell’anno. Per informazioni o richieste vi invitiamo a contattarci allo 0573 893726.

Daniela Raspollini