Si apre oggi il sinodo dei vescovi dedicato ai giovani.
Al Sinodo (3-28 ottobre), sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, prenderanno parte 266 padri sinodali. Fra di loro anche 36 giovani tra 18 e 29 anni, scelti in rappresentanza dei diversi continenti e delle diverse categorie interessate (seminari, ordini religiosi, associazioni, pastorale giovanile).
Perché un sinodo sui giovani?
«La Chiesa – si può leggere nel documento preparatorio del Sinodo – ha deciso di interrogarsi su come accompagnare i giovani a riconoscere e accogliere la chiamata all’amore e alla vita in pienezza, e anche di chiedere ai giovani stessi di aiutarla a identificare le modalità oggi più efficaci per annunciare la Buona Notizia. Attraverso i giovani, la Chiesa potrà percepire la voce del Signore che risuona anche oggi».
Perché ascoltare i giovani?
Mons. Tardelli, qualche mese fa, in un’intervista dedicata al sinodo affermava: «I giovani non sono un “problema”: sono una meravigliosa realtà di cui dovremmo esser grati al Signore e che dovremmo amare come una sua consolazione. In realtà il problema siamo noi, abbarbicati al nostro potere, alla presunta saggezza degli anni accumulati sulle spalle. In fondo, abbiamo paura che i giovani ci prendano il posto e per questo non gli diamo fiducia, dimostrando in sostanza che non li vogliamo. È così purtroppo anche per la chiesa: non sempre siamo disposti ad accoglierli e a lasciarli esprimere con il loro desiderio di vivere e di ridere, col loro modo di pensare e di sentire, accettando con buona pace che non rientrino nei nostri schemi ideologici.
Io credo che i giovani ci pongano una domanda imbarazzante: la società ci vuole? Ci amate, ci desiderate, ci rispettate?»
Con quale credibilità i vescovi possono parlare ai giovani oggi?
La chiesa degli scandali e degli abusi non chiede forse di interrogarsi in primo luogo, e con una certa urgenza, sull’identità del sacerdote in un tempo di profonda crisi? Non sarebbe stato meglio rimandare il sinodo sui giovani a tempi migliori? La proposta è arrivata dagli Stati Uniti, formulata in una lettera inviata a Papa Francesco dal vescovo di Philadelphia qualche settimana fa.
Il dubbio è legittimo, ma francamente lascia anche un po’ perplessi. Non soltanto perché il sinodo era ormai alle porte, ma anche perché al sinodo dei giovani la Chiesa arriva dopo una lunga preparazione e un coinvolgimento così diffuso che non ha molti precedenti. Il lavoro dei vescovi sarà sicuramente centrale, ma a partire da quanto gli stessi giovani hanno potuto esprimere. Nè saranno soli a comporre una sintesi e una riflessione.
Il sinodo, infatti, è la grande occasione in cui la voce dei giovani risuona con forza nella chiesa. Una voce che arriva dai giovani cattolici, ma non solo, perché – come papa Francesco ha spesso ripetuto – il sinodo è il sinodo di tutti i giovani. Che cosa hanno da dire i giovani alla Chiesa? Non sono forse, prima ancora di esserne il futuro, Chiesa anche loro?
Recentemente, al convegno regionale vocazionale toscano, don Michele Gianola, direttore dell’Ufficio per le vocazioni della Chiesa Cattolica ha ricordato ai presenti l’intervento che una giovane studentessa, Martina di 24 anni, ha rivolto a Papa Francesco in occasione della Giornata dei giovani italiani. Vale forse la pena ripercorrerlo.
«Abbiamo bisogno di punti di riferimento, appassionati e solidali. Non pensa che all’orizzonte siano rare le figure di adulti davvero stimolanti? Perché gli adulti stanno perdendo il senso della società, dell’aiuto reciproco, dell’impegno per il mondo e nelle relazioni? Perché questo tocca qualche volta anche i preti e gli educatori? Io credo che valga sempre la pena di essere madri, padri, amici, fratelli…per la vita! E non voglio smettere di crederci!».
Viene da pensare che il Sinodo sia propria l’opportunità per lasciarsi scomodare da queste domande. Una chiesa fragile e incidentata, impantanata nelle polemiche e in un pensiero -e forse anche in uno zelo- troppo mondano, ha forse una buona occasione per ritrovare se stessa e le ragioni della sua missione e bellezza.
Tutti possiamo accompagnare il Sinodo con la nostra preghiera. L’ufficio di Pastorale giovanile diocesano ricorda infatti la preghiera preparata per l’occasione.