Venerdì 19 ottobre alle ore 17.30 presso il convento di san Francesco la sua relazione dal titolo: “Cos’è la vita nello Spirito?”
Don Basilio Petrà è prete della diocesi di Prato. È da quasi quarant’anni docente di teologia morale nello Studio Teologico Fiorentino, divenuto poi Facoltà Teologica dell’Italia Centrale: dal 2017 ne è preside. È stato presidente dell’ATISM (Associazione Teologica Italiana per lo Studio della Morale).
Insegna anche a Roma, presso l’Accademia Alfonsiana e presso il Pontificio Istituto Orientale: due istituzioni accademiche collocate sul Palatino, non lontane dalla basilica di Santa Maria Maggiore; istituzioni che anche simbolicamente riuniscono a breve distanza il profilo biografico e intellettuale di Petrà, l’interesse, cioè, per la morale e l’ispirazione orientale del suo pensiero. Petrà, infatti, è presbitero cattolico di rito latino, ma è di origine greca; essendo però nato ad Arezzo e avendo abitato fin da piccolo nel Mugello, a Firenze e poi a Prato.
Coerentemente a questa ispirazione, la sua attenzione si è volta ora al mondo dell’ecumenismo, ora alla teologia orientale sui sacramenti, ora al diritto delle Chiese orientali, ora ad alcuni autori greci e russi. Questa presenza del riferimento all’Oriente cristiano è come una costante sempre presente nel suo pensiero, uno sfondo nei suoi articoli e libri, un punto di vista che lo conduce a leggere la teologia (morale o dogmatica che sia) con altri accenti, altre problematiche, altre domande rispetto a quelle abituali alla teologia occidentale.
Questo punto di vista diverso lo ha ad esempio condotto ad affrontare – con un’attenzione rinnovata e illuminata dagli sviluppi della teologia orientale – ora il ministero ordinato, ora le persone divorziate e risposate; ben prima che nella Chiesa quest’ultimo tema venisse sollevato ai massimi livelli con il Sinodo dei vescovi convocato dal papa a discutere sulla famiglia tra il 2014 e il 2015.
“Cos’è la vita nello Spirito?” è il titolo del suo intervento a “I linguaggi del divino” 2018: già nel titolo risuonano il riferimento all’azione dello Spirito nell’uomo, alla sua trasformazione, alla sua progressiva conformazione a Dio. Un linguaggio che non si ha difficoltà a riconoscere segnato dalla cifra pneumatologica e divinizzante tipica della teologia e della spiritualità orientali.
Don Francesco Vermigli (Facoltà teologica dell’Italia Centrale)