Due giorni insieme per sognare e costruire insieme una chiesa sinodale e missionaria
Si è svolta a villa Rospigliosi la due giorni del clero. Un appuntamento importante per la nostra diocesi, momento di incontro e confronto tra il vescovo Tardelli, i presbiteri e i diaconi della Chiesa di Pistoia.
La due giorni, all’insegna del titolo programmatico «Per una chiesa sinodale e missionaria», ha previsto un ricco programma su molti aspetti della vita diocesana e ha visto una significativa partecipazione.
Dopo un momento di preghiera guidato dal vescovo e accompagnato da una riflessione di don Patrizio Fabbri, vicario episcopale, la giornata di lunedì è iniziata con un diffuso e interessante resoconto del vescovo sulla visita pastorale iniziata al termine del 2017 e ormai prossima a concludersi.
Una prima analisi in cui emergono alcuni temi chiave e un’impressione generale sullo stato della diocesi. Impressione in primo luogo positiva in cui, nonostante alcune criticità, la chiesa pistoiese si manifesta viva e vivace. «Un viaggio – ha affermato il vescovo riferendosi alla visita pastorale – che mi sarebbe piaciuto condividere con tutti voi presbiteri», ma che «avrebbe fatto bene e farebbe bene anche ai nostri cristiani (…) per farci sentire una sola chiesa, riunita dal Signore e chiamata a dare testimonianza di Cristo morto e risorto». Se non altro, ricordava il vescovo, aiuterebbe una maggiore conoscenza reciproca e collaborazione tra parrocchie e realtà diverse, magari anche territorialmente distanti perché «ascoltare e scoprire come vengono affrontati i problemi da una parte all’altra della diocesi, come si cerca di vivere il Vangelo e di realizzare una vita di chiesa è molto istruttivo e arricchente». Molti i temi trattati: dalla consapevolezza di una realtà parrocchiale molto diversificata, alle fatiche, ma anche ai segni di bellezza di una comunità chiamata a diventare sempre più fraterna e missionaria, ai giovani, all’iniziazione cristiana, ai poveri. Alle parole del vescovo è poi seguito un breve confronto con i sacerdoti e i diaconi presenti.
Dopo l’eucaristia e il pranzo monsignor vescovo e don Cristiano d’Angelo hanno sviluppato una riflessione più programmatica legata al futuro indirizzo pastorale della diocesi. Il tema della relazione era sufficientemente chiaro per esprimere il contenuto: «sinodalità e missione, uno stile da maturare, una prassi da costruire. Prospettive per il cammino futuro». È stato soprattutto don Cristiano, vicario per la pastorale, a presentare un’ipotesi di lavoro centrata sui temi della sinodalità e della missione. Sinodalità come parola chiave e ordinaria della vita della Chiesa, in cui «ogni fatica a camminare insieme, ogni indebolimento del senso di comunità, ogni frattura nella capacità di collaborare, ci rende meno fedeli alla nostra vocazione di chiesa immagine della Trinità». «Sinodalità – ha ricordato don Cristiano citando il papa- come dimensione costitutiva della Chiesa … Cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo Millennio». Un tema, quello della missione, che si lega a quello della sinodalità, in quanto la Chiesa è l’insieme di tutti i fedeli chiamati ad essere soggetti attivi della evangelizzazione.
Cosa si prospetta dunque per la nostra diocesi? Il vescovo ha suggerito un percorso sinodale che si riallaccia all’esperienza dell’assemblea sinodale organizzata nell’anno 2015-2016, da cui sono scaturiti gli orientamenti pastorali per il triennio e che potrebbe concludersi con la celebrazione di un sinodo diocesano. Un’opzione che certamente chiede anche molto lavoro in comune, la collaborazione e la valorizzazione dei laici. Sinodalità, ma anche missione dunque, come indirizzo pastorale particolarmente innestato nel magistero di papa Francesco ed espresso con chiarezza nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium, vera e propria chiave di volta del suo pontificato.
La conclusione della prima giornata ha previsto delle comunicazioni importanti per la vita della diocesi: alcune informazioni sulla nuova normativa della privacy, altre sulle nuove linee guida per la prevenzione degli abusi proposte dalla CEI, inoltre una ipotesi per la formazione permanente del clero attenta ad affrontare temi specifici, in forma seminariale o di mini corso. Infine, c’è stato spazio per un ragguaglio sulla situazione del seminario diocesano. Si sono presentati quindi i diaconi che saranno ordinati il prossimo 30 giugno, Alessio Bartolini ed Eusebiu Farcas.
Martedì 4 giugno la giornata si è avviata con la concelebrazione eucaristica. È seguito un momento di condivisione in gruppi su alcuni dei temi affrontati lunedì: cioè sulla visita pastorale e l’ipotesi di un futuro sinodo della chiesa di Pistoia dedicato al tema della missionarietà. Quanto elaborato nei gruppi è stato condiviso in assemblea e commentato dal vescovo, che ha sottolineato l’importanza di una riflessione sinodale sul tema della evangelizzazione, senza dimenticare l’organizzazione della vita parrocchiale.
Dopo il pranzo lo spazio è stato riservato ad altre comunicazioni relative a diversi aspetti della vita diocesana:
- L’accoglienza dei migranti a cura di Francesca Meoni, vicedirettore Caritas;
- la presentazione del bilancio economico della diocesi a cura di Raffaello Pratesi dell’economato;
- Uno sguardo alla situazione economica delle parrocchie a cura di Alessio Venturi;
- Una comunicazione sul pellegrinaggio diocesano che la Chiesa di Pistoia ha in programma per il prossimo anno pastorale e a cui sta già lavorando don Gianni Gasperini, direttore dell’ufficio pellegrinaggi.
- Don Petre Iancu ha invece illustrato a tutti i presenti il pellegrinaggio delle diocesi toscane alla città di Assisi previsto per i prossimi 3 e 4 ottobre 2019. Il pellegrinaggio è stato organizzato per accompagnare la consegna dell’olio per la lampada che indica la tomba di San Francesco. Al patrono d’Italia, infatti, fanno visita a turno le diocesi del nostro paese per l’offerta dell’olio e un omaggio di devozione popolare.
La due giorni del clero si è conclusa con la recita comunitaria dei vespri, in un clima familiare e fraterno, sigillo di un nuovo, piccolo ma importante passo, per far crescere la Chiesa pistoiese come una comunità fraterna e missionaria.
Ugo Feraci