Solennità di Tutti i Santi (lunedì 1 novembre 2021)

Solennità di Tutti i Santi

Lunedì 1 novembre 2021

(messa in diretta Rai1)

 

Oggi splende il sole luminoso della festa di tutti i santi. Questa festa ci dà speranza, ci fa respirare a pieni polmoni aria fresca e pura.
La festa di tutti santi, da quelli più noti a quelli più sconosciuti, da quelli a noi più vicini, come San Giacomo Apostolo, di cui questa Cattedrale custodisce una preziosa reliquia fin dal 1145, donata dall’allora vescovo di Santiago di Compostela, fino a quelli più lontani da noi, ci fa contemplare la bellezza luminosa del Paradiso. Ci mette in contatto con quel mondo di gioia e di beatitudine che è la meta del nostro cammino terreno, oltre la morte.

È vero che abbiamo paura della morte, che il futuro ci mette ansia, che ciò che accadrà dopo la nostra morte ci inquieta nel suo mistero. E ciò che maggiormente inquieta è la prospettiva della solitudine, della perdita degli affetti, del rimaner soli. E’ vero.
Ma la risposta non è nell’esorcizzare la paura con la banalità e lo stordimento del divertimento, oppure col dare libero sfogo al nostro istinto vitale, oppure ancora sforzandosi di non pensarci considerando la morte un fatto naturale semplicemente da accettare. La risposta sta invece proprio nella festa di tutti santi, in quello che essa è e significa: la bellezza di una vita che vince la morte attraverso la potenza del Risorto e la luminosità di una comunione fraterna che supera lo spazio ed il tempo.

La visione dell’apocalisse ci fa comprendere infatti che il Paradiso è un fatto di comunione: di comunione piena con Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo e di comunione piena tra le persone, come ben si mostra nel canto corale che sale all’unisono dalla moltitudine immensa dei salvati. La beatitudine del Paradiso consiste proprio in questo, nella vita d’amore perfetto che relaziona gli uomini con Dio e tra di loro. Ed è beatitudine perchè l’amore è all’origine della creatura e ne è il fine. Raggiungere questo fine è gioia piena per l’uomo, superamento delle sue contraddizioni e paure, vittoria sulla morte. Nel Paradiso, la solitudine a cui il peccato conduce inesorabilmente è vinta perchè il peccato è stato lavato nel sangue di Cristo e l’uomo è finalmente se stesso nell’amore donato e ricevuto che lo lega per sempre a Dio e agli altri.

Ma in un certo senso, non c’è da attendere il Paradiso, perché già ora, proprio come ci insegnano i santi e i beati, si può vivere d’amore vero e quindi passare dalla morte alla vita, pregustando, pur in mezzo a tribolazioni, la gioia del Paradiso.
Lasciamoci allora, carissimi fratelli e sorelle, invadere dalla gioia che promana dalla festa di oggi e godiamo della compagnia di tanti gloriosi amici che, per volere di Dio, non sono solo in comunione tra loro nella gioia del paradiso ma anche in reale e concretissima comunione con noi. È la comunione dei santi quella che oggi in modo speciale sperimentiamo e che ci fa gioire. Tra noi e loro c’è comunione, c’è vicinanza, c’è partecipazione. Essi ci aiutano intercedendo per noi e ci accompagnano nel cammino della vita.
Lungo il sentiero della vita terrena, il cammino di santità è innegabilmente faticoso e crocifiggente. La via tracciata nel vangelo dal Signore Gesù col discorso delle beatitudini è esigente. Non si raggiunge la gloria se non passando attraverso la croce. E i nostri fratelli del Paradiso ce lo ricordano con la franchezza che è tipica di chi è amico per davvero e non di facciata. Essi non ci nascondono le loro ferite sanguinanti, i segni delle percosse ed i lividi delle umiliazioni ricevute, i loro corpi spesso straziati dalla cattiveria degli uomini o dalla fatica di un amore paziente che sa accettare in ogni cosa la volontà di Dio, anche quando risulti difficile da capire. Essi non ci nascondono niente e ci indicano la via dolorosa delle beatitudini.

Ma proprio essi ci dicono pure di non perderci d’animo, di non smarrirci nella prova, di non scoraggiarci. Essi ci invitano a non aver paura del dolore o di andare contro corrente. Ci invitano a non vergognarci di Cristo ma ad offrire con coraggio e mitezza la buona testimonianza di una vita vissuta secondo la legge di Dio. Ci spronano ad andare avanti nella fedeltà al Signore, nell’amore assoluto verso di Lui e nel servizio generoso al nostro prossimo. E di questo incoraggiamento, carissimi fratelli e sorelle, noi ne abbiamo davvero bisogno. Sentiamo che ci fa bene. E quindi diciamo grazie con tutto il cuore a Dio per il dono della compagnia dei santi, ma diciamo grazie anche a loro, ai santi, nostri confidenti ed amici: per la testimonianza che hanno dato mentre erano su questa terra e per gli insegnamenti e l’aiuto che continuano a darci dal cielo.