Ordinazione Diaconale (13 marzo 2022)

Ordinazione diaconale dei seminaristi Alessio Biagioni e Maximilien Baldi

Pistoia, Cattedrale di San Zeno, 13 marzo 2022

 

Il Signore prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo. Li prese con sé e li portò sul monte, dove manifestò loro la sua gloria, il suo splendore di Unigenito del Padre, di figlio eletto, compimento della legge e dei profeti, da ascoltare e da seguire.
Allo stesso modo, carissimi Alessio e Maximilien, il Signore ha preso anche voi e vi ha portato sul monte per manifestarvi la sua gloria. E’ la storia della vostra vocazione: il Signore a un certo punto si è fatto sentire; è entrato nel vostro cuore, vi ha chiamato per nome – cosa di cui oggi avete la certezza attraverso il riconoscimento della chiesa da parte del vescovo. Ma non vi ha soltanto chiamato – vi ha preso con sé e vi ha portato a salire il monte della sua conoscenza: sono stati gli anni del seminario, degli studi, dell’approfondimento spirituale, del cammino interiore. Vi ha condotti così sul monte e si è rivelato a voi.
E’ evidente che si sia fatto conoscere a voi, altrimenti non sareste qui stasera. Voi lo avete visto, lo avete sentito e lo portate nel cuore. Se non lo aveste incontrato, se Lui non si fosse rivelato a voi, se voi non aveste visto la sua gloria di Unigenito del Padre, che merita di essere ascoltato e seguito, davvero qui stasera non ci sareste.

Allora vi dico innanzitutto questo: sentitevi sempre persone che il Signore ha preso con sé, chiamati a seguirlo, chiamati con amore a sperimentare la sua bellezza, la sua grandezza, la sua umile misericordiosa potenza. Custodite questo rapporto vivo con il Signore Gesù. Non dimenticate mai questo incontro decisivo con Lui: rinnovatelo ogni giorno, perché ogni giorno avvenga il miracolo della “trasfigurazione”. Con gli occhi della fede, contemplate ogni giorno la luce del risorto trasfigurato nella gloria e fatelo anche e soprattutto nei momenti bui e difficili della vita e del mondo come quelli che ci è dato oggi di sperimentare.

Questo contatto vivo col Signore risorto, questo “stare nel mondo col Signore” contemplando la sua gloria, è fondamentale per ogni cristiano, e particolarmente per i ministri del Signore. E’ fondamentale per tutta la Chiesa, proprio oggi direi, quando dense nubi di distruzione e di morte si addensano sul mondo. Oggi, quando la speranza sembra davvero impossibile; quando tutto parla di morte e davanti agli occhi si presentano orizzonti vuoti di speranza, proprio oggi, quello sguardo di fede che ci fa vedere il Signore ammantato di gloria e ce lo fa sperimentare risorto e vittorioso sulla morte, diventa essenziale per sperare contro ogni speranza. Non per una facile e mistificatoria consolazione ma perché quella è la verità del Regno di Dio che – aldilà di ogni apparenza – avanza e cresce nella storia del mondo.

Il racconto evangelico della trasfigurazione però ci insegna un’altra cosa: che non ci si può fermare, anche se sarebbe bello restare sul monte a contemplare la luce sfolgorante della gloria del Signore. Finché siamo su questa terra, occorre andare. Occorre camminare verso Gerusalemme e combattere ogni giorno la buona battaglia dell’amore di Dio. Occorre riprendere continuamente la strada, ben sapendo che non saranno sempre rose e fiori, ma anzi, che il cammino ci condurrà necessariamente al dono di tutta la nostra vita, per il bene e la salvezza degli uomini. Ma il cammino lo facciamo con lo sguardo trasfigurato della fede, sempre in compagnia di Gesù.

Quindi, carissimi Alessio e Maximilien, camminate senza timore, con coraggio: il Signore oggi con voi stipula un’alleanza che non verrà meno. Come con Abramo – di cui abbiamo sentito nella prima lettura – oggi, con il sacramento dell’Ordine il Signore stipula con voi una duratura alleanza di amore. Si dona a voi col suo Santo Spirito e vi fa suoi ad un titolo speciale che si aggiunge al Battesimo; in un patto d’amore che non verrà meno: l’Ordine sacro infatti non è a tempo: è un dono permanente che vi abilita ad essere Lui in mezzo al popolo ad un titolo speciale. Un dono permanente e stupendo che investe tutta la vostra vita, tutto il vostro essere, tutto il vostro tempo; che non annienta – sia ben inteso – la vostra umanità, anzi, la esalta, perché proprio di questa il Signore ha bisogno per essere concretamente presente ancora oggi in mezzo agli uomini. La vostra vita rimarrà e dovrà rimanere una vita pienamente umana, fatta di cose umane, capace di apprezzare e vivere anche tutte le cose della terra: il riso, il pianto, gli affetti, l’amicizia, la bellezza del mondo, i drammi e la sofferenza che la vita porta sempre con sé. Però, tutta questa vostra umanità, per la potenza dello Spirito Santo, diventerà strumento dell’amore misericordioso del Signore, presenza amorevole di Lui, segno della sua vicinanza ad ogni uomo o donna in questi tempi difficili.

Ricordatelo sempre, dunque: oggi il Signore stabilisce con voi un’alleanza speciale con la quale vi assicura il dono permanente del suo Spirito perché siate suoi ministri in ogni momento della vostra esistenza, con tutta la vostra persona. L’Ordine sacro non è un vestito che si mette nelle ore di lavoro e poi si smette nel tempo libero. No! E’ un dono che pur riversandosi in fragili vasi di argilla trasforma la persona e la rende, in quanto tale, segno di Lui.

Fortificati dal dono dello Spirito Santo, in quanto diaconi, voi sarete di aiuto a me, vostro vescovo e al presbiterio nel ministero della parola, dell’altare e della carità, mettendovi al servizio di tutti i fratelli, quali custodi del servizio nella chiesa.
Divenuti ministri dell’altare, annunzierete il Vangelo, preparerete ciò che è necessario per il sacrificio eucaristico, distribuirete ai fedeli il sacramento del corpo e del sangue del Signore. Inoltre, secondo la missione che vi conferirò, avrete il compito di esortare e istruire nella dottrina di Cristo i fedeli e quanti sono alla ricerca della fede, guidare le preghiere, amministrare il Battesimo, assistere e benedire il Matrimonio, portare il Viatico ai moribondi, presiedere il rito delle Esequie. Consacrati con l’imposizione delle mani secondo l’uso trasmesso dagli Apostoli e uniti più strettamente all’altare, eserciterete particolarmente il ministero della carità in nome del vescovo o del parroco.

Questi compiti esigono una dedizione totale, perché il popolo di Dio vi riconosca veri discepoli del Cristo, che non è venuto per essere servito, ma per servire.
Carissimi Alessio e Maximilien, il Signore vi ha dato l’esempio, perché come egli ha fatto così facciate anche voi. Come ministri di Gesù Cristo che in mezzo ai discepoli si mostrò come un servo, siate sempre pronti e disponibili per compiere la volontà di Dio e servite con gioia e generosità il Signore e i fratelli.
Ricordate che nessuno può servire a due padroni e, mettendo la vostra vita a servizio del Signore, rifiutate gli idoli di ogni impurità e dell’avarizia, che rendono schiavi gli uomini.
Poiché vi accostate liberamente all’ordine del diaconato, seguendo l’esempio dei diaconi scelti dagli Apostoli al ministero della carità, siate degni della stima del popolo di Dio, pieni di Spirito Santo e di sapienza. Voi avete scelto di consacrare il vostro celibato per farne segno e richiamo alla carità pastorale, sorgente di fecondità spirituale nel mondo. Animati dal desiderio di un sincero amore per Cristo e vivendo con totale dedizione in questo stato di vita, vi consacrate al Signore a un titolo nuovo e sublime; e aderendo a lui con cuore indiviso, sarete più liberi di dedicarvi al servizio di Dio e dei fratelli, e più disponibili all’opera della salvezza.
Fondati e radicati nella fede, siate sempre irreprensibili e senza macchia davanti a Dio e agli uomini, come devono essere i ministri di Cristo, dispensatori dei misteri di Dio. Non venga mai meno in voi la speranza del Vangelo, di cui sarete non solo ascoltatori, ma araldi e testimoni. Custodite il mistero della fede in una coscienza pura, manifestate con le opere la parola di Dio che predicate, perché il popolo cristiano, animato dallo Spirito Santo, diventi una oblazione pura, gradita a Dio. E quando andrete incontro al Signore nell’ultimo giorno, ciascuno di voi possa udire da lui: «Vieni, servo buono e fedele, prendi parte alla gioia del tuo Signore».