Insieme per la Giornata del malato

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Domenica 11 gennaio la celebrazione in Diocesi nel primo pomeriggio

Domenica 11 febbraio la Chiesa celebra la Giornata Mondiale del Malato. La diocesi vivrà questo appuntamento secondo uno schema ormai tradizionale. Alle 15.30 è previsto il ritrovo nella Cattedrale di San Zeno per la preghiera del Santo Rosario. Qui alle 16 il Vescovo presiederà la concelebrazione eucaristica a cui sono invitati malati, infermi, membri della cappellania ospedaliera, operatori socio sanitari, associazioni di volontariato impegnate in ambito socio-sanitario, l’Unitalsi, le Misericordie, il Cisom, e quanti sono sensibili al mondo della malattia.

Come ogni anno papa Francesco indirizza ai fedeli un messaggio per animare questa ricorrenza e suscitare una riflessione in linea con le attese e le difficoltà presenti. Quest’anno il messaggio è intitolato «”Non è bene che l’uomo sia solo”. Curare il malato curando le relazioni”. Il testo sottolinea l’importanza delle relazioni nella cura dei più fragili.

«Fratelli e sorelle – scrive il Papa – la prima cura di cui abbiamo bisogno nella malattia è la vicinanza piena di compassione e di tenerezza. Per questo, prendersi cura del malato significa anzitutto prendersi cura delle sue relazioni, di tutte le sue relazioni: con Dio, con gli altri – familiari, amici, operatori sanitari –, col creato, con sé stesso. È possibile? Si, è possibile e noi tutti siamo chiamati a impegnarci perché ciò accada. Guardiamo all’icona del Buon Samaritano (cfr Lc 10,25-37), alla sua capacità di rallentare il passo e di farsi prossimo, alla tenerezza con cui lenisce le ferite del fratello che soffre.

Ricordiamo questa verità centrale della nostra vita: siamo venuti al mondo perché qualcuno ci ha accolti, siamo fatti per l’amore, siamo chiamati alla comunione e alla fraternità. Questa dimensione del nostro essere ci sostiene soprattutto nel tempo della malattia e della fragilità, ed è la prima terapia che tutti insieme dobbiamo adottare per guarire le malattie della società in cui viviamo».

Infine, rivolgendosi ai malati papa Francesco scrive: «A voi, che state vivendo la malattia, passeggera o cronica, vorrei dire: non abbiate vergogna del vostro desiderio di vicinanza e di tenerezza! Non nascondetelo e non pensate mai di essere un peso per gli altri. La condizione dei malati invita tutti a frenare i ritmi esasperati in cui siamo immersi e a ritrovare noi stessi».