Fin dai tempi apostolici, la Chiesa del Signore, nata dall’effusione dello Spirito Santo nel giorno di Pentecoste (At 2,1-4), ha sentito di doversi affidare costantemente a questo Santo Spirito per andare là dove il Padre la chiamava a rendere testimonianza a Colui che per noi è morto ed è risorto (At 2,32-33). Consapevole del comando del Signore di uscire da Gerusalemme per portare la Parola della vita in tutto il mondo (Mt 28,19-20), ha però da subito compreso che le strade da percorrere non erano state fissate una volta per sempre dal Maestro, ma avrebbero dovuto scoprirsi di volta in volta, con docilità all’azione dello Spirito che anima la storia (Gv 16,13), scorgendo con vigilanza i segni dei tempi e affrontando con coraggio nuove situazioni e così giungere al cuore di ogni uomo (At 10,1-48; At 11,1-18). Fu anche chiaro fin dall’inizio che il cammino della chiesa nella storia sarebbe stato faticoso e a volte tortuoso, avrebbe trovato difficoltà interne ed esterne (Mc 10,28-31), sperimentando purtroppo divisioni e lacerazioni (At 15,7). Forte però delle parole del Signore Gesù sulla perennità della Chiesa e della sua promessa di vicinanza perpetua, con l’assistenza dello Spirito Paraclito (Gv 14,16; 15,26), la comunità dei credenti non ha avuto paura di confrontarsi di volta in volta con la realtà, con le varie sfide del tempo e con nuove città e perife-rie del mondo. Una cosa però ha sempre saputo: che il discernimento delle strade da percorrere si sarebbe dovuto fare insieme, perché solo camminando insieme si ha la certezza della presenza del Signore (Mt 18,19-20; GV 15,7.16) e solo nell’unità variegata dei carismi, lo Spirito conduce la Chiesa attraverso i percorsi impervi del mondo. Ecco perché, a partire da quel primo incontro a Gerusalemme (At 15) poco dopo Pentecoste, la Chiesa ha ritenuto necessario riunirsi nell’ascolto fraterno, confrontandosi, discutendo e argomentando, sottoponendosi però sempre alla parola del Signore. Non lo ha fatto nell’indistinzione dei carismi e dei ministeri, ma seppur a volte con difficoltà, riconoscendo agli apostoli e ai loro successori, con a capo Pietro, il carisma ultimo del discernimento, della interpretazione delle Scritture e della guida della comunità (Mt 16,18-19; 2Pt 2,20-21), non quali déspoti che non ascoltano e non si mettono in discussione, ma come servitori della Verità e della salvezza di ogni uomo amato dal Signore. Non per far da padroni sulla fede del popolo (2Cor 1,24), ma per servire all’espressione di ogni carisma nella carità di Cristo (1Cor 12,4-11; Ef 4,11-16).
2.
Carissimi, su questa scia luminosa e faticosa a un tempo, ci poniamo anche noi, Popolo di Dio che vive tra la montagna e l’Arno, da Serravalle fino alle porte della città di Prato. Pertanto, con il presente atto, intendo convocare come di fatto convoco tutta quanta la comunità diocesana a un periodo particolare di discernimento. Esso culminerà con l’assemblea sinodale del 19 e 20 novembre prossimi e con la elaborazione e successiva consegna da parte mia degli orientamenti pastorali per i prossimi anni, la domenica 10 gennaio 2016, solennità del Battesimo del Signore. Da lì poi si aprirà una nuova importante fase del lavoro pastorale che ci vedrà impegnati a rileggere tali Orientamenti a partire dalle varie realtà locali.
3.
Dal mese di settembre, in ogni parrocchia o almeno in ogni gruppo di parrocchie “in alleanza”, ci si confronterà sulla base di una traccia di domande preparate da un’apposita Commissione. Il confronto verterà sui punti principali del cammino pastorale compiuto negli anni passati e poi su quanto lo Spirito Santo ci sta chiedendo per l’oggi e per il domani prossimo, spinti anche dalla testimonianza e dall’esempio di Papa Francesco e facendo attenzione alla nostra situazione locale. È molto importante che questo dialogo coinvolga chi è partecipe della vita delle comunità parrocchiali, primi fra tutti ovviamente i presbiteri e i diaconi, poi i laici membri dei consigli pastorali ed economici, i catechisti, gli operatori Caritas, gli animatori della liturgia, i partecipanti ai gruppi familiari di ascolto del vangelo e i vari responsabili. Sarebbe però una bella cosa che riuscisse a coinvolgere anche tutti gli altri fedeli che comunque si riconoscono nella comunità cristiana. Gli incontri si terranno nelle varie parrocchie sotto la guida attenta e competente dei parroci e dovranno essere sempre preceduti dalla preghiera, in particolare dall’invocazione allo Spirito Santo. A tal proposito invito ogni parroco a organizzare una speciale veglia di preghiera tra la fine di settembre e i primi di ottobre. Anche durante tutto il periodo che ci condurrà all’Assemblea sinodale, non manchi mai la preghiera, la meditazione della Sacra Scrittura, l’adorazione eucaristica.
4.
L’assemblea sinodale diocesana del 19 e 20 novembre prossimi sarà anzitutto l’occasione per dar lode a Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, cui va ogni gloria e da cui proviene ogni bene; in secondo luogo servirà per crescere insieme nella sequela di Cristo, nella consapevolezza di essere in cammino non solo come singoli, ma come Chiesa. L’incontro tra noi è già un avvenimento di Chiesa dove sperimentare la forza dello Spirito del Risorto che, nella fede, ci unisce facendo delle nostre diversità una ricchezza. Esamineremo poi il passato recente della nostra chiesa diocesana e verificheremo il cammino pastorale compiuto. Lo Spirito Santo che sempre guida la sua Chiesa, ha già parlato in passato e il suo soffio vitale ha già gonfiato le vele della nostra chiesa. Di questo vogliamo far memoria con gratitudine perché niente del bene seminato nella nostra storia vada perduto. Nello stesso tempo, guardando a noi con gli occhi dello Spirito, dovremo saper riconoscere con sincerità anche la nostra pochezza, le nostre infedeltà, le nostre divisioni, i nostri peccati. Ci guarderemo nella verità, mettendo a nudo le nostre ferite, le nostre debolezze, la povertà della nostre risorse umane. Resi più consapevoli dei nostri mali, però non ci scoraggeremo. Piuttosto ci rimetteremo con umiltà e fiducia nelle mani di colui che ama rivelare la sua potenza nei deboli. La constatazione dei nostri limiti non sfocerà allora nella lamentela triste e nelle accuse reciproche ma piuttosto diverrà supplica confidente a Dio Padre grande nell’amore, al Figlio unigenito salvatore e allo Spirito Santo vivificatore. Infine, l’Assemblea sinodale sarà momento di discernimento per il cammino presente e futuro della nostra chiesa. Ci confronteremo sulle valutazioni e le proposte giunte dalle varie componenti ecclesiali della Diocesi e così impareremo non solo un metodo di lavoro, ma anche a maturare una sensibilità comune in vista di scelte e prospettive pastorali da condividere. L’Assemblea quindi offrirà a me, vescovo di questa chiesa, considerazioni e riflessioni dalle quali trarrò gli orientamenti pastorali per il cammino della Diocesi. Già in qualche modo comunque il sentiero è tracciato da Papa Francesco con quello che ci ha detto nella Evangelii Gaudium e recentemente nella “Laudato si’”. Indicazioni verranno anche dal Convegno delle Chiese che sono in Italia che si svolgerà a Firenze a metà di novembre. In particolare poi abbiamo già davanti a noi la prospettiva dell’anno giubilare guidato dalle parole di Gesù: “Siate misericordiosi com’è misericordioso il Padre vostro che è nei cieli”. È giusto che il sentiero sia già in parte tracciato, perché la nostra Chiesa cammina insieme alle altre chiese nel respiro della cattolicità. Il nostro percorso di discernimento diocesano servirà a metterci in quello stato permanente di docilità all’azione dello Spirito, che è indispensabile per il cristiano e per la chiesa e poi per vedere ciò che concretamente lo Spirito chiede a noi, diocesi di Pistoia, nella nostra terra e con la nostra storia.
5.
La convocazione della Chiesa diocesana in Assemblea sinodale è un atto che compio invocando l’assistenza dello Spirito Santo, in forza del ministero che mi è stato affidato. Ad esso occorre rispondere con il dovuto senso di responsabilità ecclesiale e tutti coloro che sono chiamati all’Assemblea sinodale debbono sentirsi impegnati a partecipare – salvo legittimo impedimento – preparandosi con la preghiera e dando il proprio contributo libero e sincero all’esclusivo fine del Regno di Dio.
Sono convocati all’Assemblea sinodale:
– i presbiteri incardinati o in servizio pastorale a tempo pieno nella Diocesi;
– i diaconi;
– i membri della Commissione pastorale diocesana attualmente esistente;
– i direttori degli uffici pastorali diocesani;
– i membri della Consulta Diocesana delle Aggregazioni laicali;
– i membri dell’USMI, CISM e CIS diocesani;
– i delegati parrocchiali, nel numero di uno per mille abitanti circa, scelti dal parroco insieme al consiglio pastorale laddove esista, tra gli operatori pastorali o comunque tra quanti frequentano regolarmente la vita della comunità cristiana, almeno l’eucarestia domenicale. Oltre che all’Assemblea diocesana, i delegati dovranno partecipare agli incontri preparatori. Requisito essenziale per la scelta dei delegati è di essere persone che partecipano alla vita della comunità cristiana.
6.
Questa mia lettera sia resa nota, almeno in sintesi, a tutti fedeli della comunità diocesana nelle celebrazioni dell’Eucaristia domenicale della seconda e terza domenica di settembre. Sia affissa poi a tutte le porte delle chiese parrocchiali e non; sia distribuita e fatta conoscere il più diffusamente possibile in tutti i modi che si ritengano adatti. La Vergine Santa che onoriamo con il titolo di Madonna dell’umiltà, l’Apostolo San Jacopo, San Zeno, Sant’Atto e il Beato Franchi, intercedano per noi presso l’Altissimo e ci aiutino a essere nel tempo, la sposa bella e fedele di Cristo, a lode della santa e individua Trinità. Amen.
Dato a Pistoia, il 24 di agosto 2015, festa di san Bartolomeo
+ Fausto Tardelli