Lunedì 23 maggio in Seminario si è svolto l’incontro di verifica annuale per i gruppi di ascolto del Vangelo insieme al vescovo di Pistoia Fausto Tardelli.
Tra i tanti partecipanti anche il responsabile del gruppo di ascolto della parrocchia di Badia a Pacciana Giancarlo Gherardeschi. A lui abbiamo rivolto alcune domande.
Com’è andata?
È stato un incontro molto partecipato: direi che è andato benissimo! Ognuno di noi è riuscito ad esprimere le proprie esperienze, anche quella della nostra parrocchia di Badia, dove abbiamo costituito un gruppo di circa 12 – 15 persone.
Perché è importante partecipare ad un gruppo di ascolto del Vangelo? Qual è la vostra esperienza in merito?
Il Vescovo come ha affermato negli Orientamenti pastorali, ha espresso il desiderio di ampliare questa esperienza e ha sottolineato l’importanza di promuovere e moltiplicare questi gruppi di ascolto del Vangelo. Ha pertanto intenzione di sollecitare i parroci a formare e promuovere questa esperienza al fine di creare delle piccole fraternità.
Per quanto ci riguarda è stato un aiuto importante il sussidio fornito dalla diocesi attraverso l’Ufficio Catechistico diocesano. Quest’anno, ad esempio, ci è stato proposto lo studio e l’approfondimento degli ultimi capitoli del Vangelo di Giovanni. La lettura di questo testo ci ha aiutato molto a riflettere sui segni tipici del vangelo di Giovanni, in special modo sulla centralità della parola amore.
Come si svolgono gli incontri nella vostra parrocchia?
Nella nostra comunità si svolgono gli incontri due volte al mese nelle famiglie dei componenti del gruppo e ci alterniamo in tre o quattro famiglie. Si tratta di un gruppo eterogeneo, in mezzo al quale c’è anche una giovane ragazza. Ogni commento e riflessione o preghiera viene raccolto in un piccolo inserto che poi ci serve a riflettere successivamente. Una volta raccolto questo materiale elaborato dal gruppo stesso come consuetudine lo consegniamo al Vescovo.
Stimolati dalla Parola di Dio vogliamo andare avanti non solo come piccoli cenacoli, ma essere pronti e disposti, come dice Papa Francesco, ad essere testimoni credibili, per essere una Chiesa in “uscita”, per essere protagonisti di una nuova evangelizzazione.
Erano presenti all’incontro di lunedì 23 anche due coppie di coniugi della parrocchia di San Rocco: Marco e Alessandra, Laura e Lorenzo. Questa è la loro esperienza.
Nella nostra parrocchia di San Rocco i Gruppi di Ascolto si sono formati all’interno di un’esperienza già consolidata di recita del Santo Rosario nelle famiglie durante i mesi di Ottobre e Maggio. La proposta di lettura del Vangelo nelle famiglie è stata accolta come ampliamento di questi incontri di preghiera. Nel mese di Settembre gli animatori, insieme al parroco Don Piero Sabatini, stabiliscono il calendario degli incontri; quest’anno ne sono stati organizzati sedici, distribuiti durante tutto l’anno liturgico.
Durante gli incontri, oltre ad aver letto e meditato il Vangelo di Giovanni, come da sussidio diocesano, sono stati approfonditi, su indicazione del parroco, anche i Sacramenti. Questi momenti di condivisione iniziano, come da tradizione, con la recita del Santo Rosario.
Queste serate di preghiera sono state positive sia come partecipazione che come condivisione di un’esperienza di preghiera e di fraternità sicuramente non nuova, ma forse dimenticata. Coloro che partecipano agli incontri, sia giovani che meno giovani, riscoprono l’attualità del messaggio evangelico attraverso i brani proposti.
L’apertura delle case a questa esperienza genera e rafforza condivisione, amicizia ed invita alla lettura e all’approfondimento della Parola di Dio. Potrà sembrare strano, ma nelle case possiamo parlare di Dio: semplicemente, tra di noi come in una famiglia: una vera chiesa domestica. Con il tempo la partecipazione è diventata più confidenziale e ci sentiamo più uniti nella preghiera.
Essere animatori è vivere un’esperienza di servizio alla comunità ed una crescita spirituale personale; è inoltre un’occasione di ricerca e di studio. L’annuncio della Parola di Dio, anche se ad un gruppo ristretto, ci motiva e ci dà forza interiore; in quel momento siamo “strumento di evangelizzazione” e questo è la base della testimonianza cristiana. Più il tempo passa più la parola di Dio ci appassiona, ci induce a continuare a ricercare ed incontro dopo incontro continuiamo il nostro cammino tutti insieme.
All’incontro era presente anche Aitanga Petrucciani della Parrocchia della SS. Annunziata di Pistoia. Aitanga fa il punto sul suo percorso di animatrice dei Gruppi di Ascolto del Vangelo.
Nell’incontro è emerso che tali Gruppi costituiscono una realtà vitale all’interno del territorio diocesano. Lavorare secondo linee unitarie, sugli stessi contenuti e con i medesimi criteri metodologici, costituisce per ciascun Gruppo operante nella realtà delle singole parrocchie un elemento di forza, e fornisce la possibilità di una verifica collettiva a livello diocesano, nonché la possibilità di programmare e mettere in atto da parte della curia stessa una formazione mirata di anno in anno di cui gli animatori dei Gruppi hanno bisogno.
La dimensione diocesana dell’iniziativa e l’esigenza di un’adeguata formazione degli animatori furono fortemente sottolineate dal vescovo Mansueto Bianchi nel momento in cui (era una domenica di settembre del 2008, nella chiesa di S. Paolo a Pistoia) egli annunciava il progetto di dar vita ai Gruppi di ascolto del Vangelo, e formulava l’invito a farsi avanti con fiducia, mettendo da parte ogni genere di paura per il ruolo di animatore. Da allora la formazione degli animatori ha avuto luogo annualmente, risultando di particolare efficacia negli anni iniziali, quando si articolava in una serie di lezioni sul Vangelo preso in esame per l’anno.
Oggi si pone l’opportunità di un incremento dei Gruppi di ascolto e della loro espansione numerica. E chi se non il vescovo può formulare autorevolmente l’invito a proporsi come animatori?
La partecipazione ai Gruppo di ascolto del Vangelo ha un’importanza molteplice.
In primo luogo, l’incontro diretto con il testo evangelico (l’avere il testo sotto gli occhi, tra le mani) permette la ricerca del significato attraverso una prima comprensione e analisi delle parole.
In secondo luogo, lo studio dei brani proposti consente ai partecipanti al Gruppo l’acquisizione di informazioni abbastanza strutturate sul singolo Vangelo. Si definisce così, via via, un tessuto di conoscenze nel quale ciascuno può poi meglio collocare per suo conto anche il brano evangelico della liturgia eucaristica domenicale.
In terzo luogo, il lavorare insieme sul testo rende per così dire familiari i brani evangelici esaminati, in quanto essi continuano poi nel tempo a riproporsi alla mente e al cuore attraverso il ricordo di una frase, un concetto, un’osservazione, una riflessione o un elemento del proprio vissuto espressi dall’uno o dall’altro partecipante al Gruppo durante gli incontri.
Per quanto riguarda la mia esperienza credo che i Gruppi di Ascolto debbano trovare il modo di innestarsi nella realtà della parrocchia, quasi innervarsi in essa, e da questo punto di vista è fondamentale, a mio giudizio, che ci sia un’attenzione fattiva e convinta da parte del parroco; altrimenti i Gruppi possono correre il rischio di essere realtà belle e comunità fraterne, ma tutto sommato circoscritte e piuttosto chiuse in se stesse.
Daniela Raspollini