Amministrative 2022: una lettera aperta ai candidati
In un documento della Pastorale sociale e del lavoro e Caritas, scritto in collaborazione con l’Ufficio comunicazioni sociali e cultura, la diocesi intavola un dialogo con i candidati sindaco. Sul piatto le emergenze del territorio una prospettiva diversa all’approccio politico: quella del Vangelo.
PISTOIA – 19 maggio 2022. Una lettera aperta a tutti i candidati per rappresentare il pensiero e il contributo della comunità diocesana nella contesa elettorale. È questa l’iniziativa dell’ufficio della pastorale sociale e del lavoro, pensata per portare ai candidati una lettura della realtà del territorio da un punto di vista alternativo.
Economia in crisi
«Questa tornata elettorale amministrativa coinvolgerà circa 140.000 residenti, oltre la metà di coloro che abitano nella Diocesi di Pistoia – si legge nel testo – e rappresenta un momento alto di democrazia interessando l’istituzione più prossima ai cittadini. Stiamo attraversando un periodo complesso, che stenta a trovare una via significativa di rigenerazione e nutriamo aspettative per il ruolo che le amministrazioni svolgono, quale collante per una ricomposizione nello smarrimento e nella frammentazione che la comunità intera sta attraversando. L’economia – si afferma – è in cronica stagnazione, se non addirittura in decrescita e registra un tasso disoccupazione fra i più bassi della Toscana (10%): un dato che è raddoppiato in 15 anni. La disoccupazione giovanile è arrivata a toccare il 44%, ben al di sopra delle medie regionali (22,9%) e nazionali (32,9%); il tasso di inattività rasenta il 30%. Abbiamo un esercito di pensionati (circa 85.000); sono 2.000 le imprese in meno rispetto a 15 anni fa e il tasso di crescita imprenditoriale è sceso a 0 (zero). In altre parole i cittadini che non lavorano stanno superando il numero dei cittadini che lavorano.
Le marginalità e l’emergenza demografica
Una disamina di dati che lascia dietro di sé le difficoltà delle famiglie e le nuove marginalità: «Le situazioni si sono ampliate e approfondite: a vecchie criticità se ne aggiungono nuove che colpiscono e in taluni casi affondano gli anziani, i giovani e le famiglie. I dati dei Dossier Caritas ce lo dicono con chiarezza. Esiste poi un’emergenza demografica imponente – si legge ancora nel documento – che riguarda in particolare la montagna ma estende i suoi effetti anche in città. L’indice di vecchiaia (quello che si calcola moltiplicando per 100 il numero dei residenti over 65 per poi dividere il risultato per il numero dei giovani under 14) raggiunge una cifra stratosferica: 432,6. Più del doppio rispetto all’indice di vecchiaia dell’intera Provincia di Pistoia che, con 47 anni di media, è già uno fra i più alti in una Regione, che a sua volta è una fra le più vecchie in Italia».
I migranti
«Nell’elenco delle problematiche di questo territorio c’è da annoverare anche il problema dei migranti. Le crisi internazionali hanno spostato l’attenzione sui flussi migratori dall’Ucraina, ma la pressione migratoria sulle rotte marittime è ancora altissima. Chi amministrerà i comuni si troverà nuovamente ad affrontare questa emergenza cronica, con strumenti amministrativi ed economici certamente limitati e che senz’altro costringeranno a fare appello anche all’umanità e alla coscienza di ciascuno.
Nuovi scenari
A fianco dell’analisi dei dossier più problematici, il documento pone anche le basi per suggerire un metodo nuovo perché «non è più il tempo di consolarsi con rendite di posizione che imprigionano opportunità. Se vogliamo uscire da questa situazione è impellente fare i conti con la realtà, mettendo in discussione, e anche mutare quei paradigmi di sviluppo che fino ad ora ci hanno accompagnato e ai quali siamo affezionati. Vorremmo quindi pensare che le prossime amministrazioni comunali possano trarre ispirazione da quel documento, ovvero considerino importante attivare politiche significative all’insegna della solidarietà, della sussidiarietà e della cura del creato, in grado di rimettere in moto quella essenziale generatività che è vera ricchezza e motore di crescita per le comunità amministrate».
Le priorità
Il lavoro: «stabile, dignitoso, creativo deve impegnare gli amministratori come priorità. Il dramma delle morti bianche, inoltre, è una ferita anche nei nostri comuni».
La sostenibilità: «un altro tema centrale che si ramifica in molti degli snodi del nostro ragionamento e che prende le mosse dal presupposto che “tutto è connesso”. Agire sulla sostenibilità significa ripensare gli stili di vita e le abitudini, soprattutto lavorare per una politica che rimetta al centro l’uomo, i suoi bisogni.
La cura: «che non si riferisce soltanto ai significati sanitari o ambientali, che pure sono primari, ma fa riferimento anche al tema della relazioni nelle comunità: tra istituzioni, ambienti, famiglie, generazioni, culture».
Impegno contro lo scarto, ovvero: «la lotta alla cultura dello scarto. Questo impegno significa un cambio radicale di prospettiva, una svolta educativa, che parla in modo diverso delle persone, del creato, delle fasi e degli accadimenti della vita».
Una serie di propositi e scelte «faticose, a volte impopolari e non prive di rischi per chi amministra. Ma lo scatto che vi è richiesto è proprio questo: che siate donne e uomini di un futuro che rimetta al centro le persone, meno arido e divisivo, sicuramente più fraterno».