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Candidatura agli ordini in Cattedrale

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Il seminarista Maximilien Baldi riceverà dal vescovo Tardelli l’ammissione agli ordini sacri

L’ammissione agli ordini sacri sarà il tuo primo passo verso il sacerdozio, quali sono le tue impressioni in merito?

Sono al quarto anno di seminario e al terzo di facoltà e mi sembrano passati in un attimo. Sento il cuore ricolmo di gioia e gratitudine verso il Signore. L’ammissione agli Ordini Sacri è una tappa importantissima del mio cammino, in cui la Chiesa riconosce la mia vocazione e accoglie l’offerta della mia vita a Dio e alla Chiesa, proseguendo con impegno il mio percorso di formazione. Sento una spinta forte nel continuare ad abbandonarmi alle Sue mani amorevoli di Padre, sento il desiderio vivo di lasciarmi guardare da Lui in ogni istante della mia vita. Chiedendo in dono il Suo sguardo, vorrei portarlo a tutti i fratelli che incontro e incontrerò sulle strade della vita. Diversi anni fa un sacerdote mi disse che Dio aveva un sogno per me, e oggi che l’ho scoperto è diventato anche il mio. Sogno di potermi donare completamente a tutti, per portare la gioia del Vangelo. Questo è il “nostro” sogno e desidero farlo nonostante i miei evidenti limiti, tutti i giorni della mia vita, sicuro che la Sua Grazia mi precede sempre ovunque io vada.

Come proseguirà il tuo percorso?

Il mio cammino proseguirà tra Firenze e Pistoia. Continuerò a studiare alla Facoltà Teologica dell’Italia centrale (Firenze) con i miei compagni provenienti da altre sei diocesi e il fine settimana porterò avanti la mia formazione pastorale nella bellissima Parrocchia di Santa Maria del Rosario a Poggio a Caiano, alternando tutto ciò con le varie attività di seminario qui a Pistoia.

I giovani si interrogano sul senso della vita, ma la parola vocazione è vista come qualcosa che non li riguarda, perché secondo te?

Oggi i media e i social sono al centro delle nostre giornate. Se usati con intelligenza sono degli strumenti belli ed utili. Purtroppo però i ragazzi vengono “bombardati” di parole da ogni parte, come ad esempio la tv, radio, facebook, instagram, ecc. I ragazzi sono ricoperti di parole che pian piano (se non si fa attenzione!) vanno a sostituirsi alle parole che grida il nostro cuore. C’è il pericolo che il valore della loro persona sia direttamente proporzionale al numero di like ricevuti sui social. Quindi si finisce per pensare di “esistere” solo per apparire e non per essere. E questo è ciò che temo succeda ai ragazzi. Vorrei aggiungere che la parola vocazione deve essere intesa a 360°, perché vocazione è essere padre di famiglia, dottore, artigiano, operaio o sacerdote. La luce della Sua presenza cambia lo sguardo sulla nostra realtà, anzi, la trasfigura e la eleva alla dignità che le compete. Quindi vocazione è sinonimo di vivere veramente, non “sopravvivere” o sottrarsi alla vita piena.

Daniela Raspollini