Fase 2: il comunicato della CET

I Vescovi della Toscana si uniscono alla Conferenza Episcopale Italiana nell’esprimere l’esigenza di poter riprendere l’azione pastorale e l’attività di culto della Chiesa, nel rispetto delle misure necessarie per il controllo del contagio, ma nella pienezza della propria autonomia.

In queste settimane anche le Chiese della Toscana non solo hanno accettato, con sofferenza e senso di responsabilità, le limitazioni assunte per far fronte all’emergenza sanitaria, ma le hanno accolte e vissute nell’orizzonte del bene comune. Lo hanno fatto però nella consapevolezza che, come ha affermato Papa Francesco durante la celebrazione eucaristica in Santa Marta lo scorso 17 aprile, “questa non è la Chiesa: questa è la Chiesa di una situazione difficile”. “L’ideale della Chiesa – ci ha ricordato il Santo Padre – è sempre con il popolo e con i Sacramenti. Sempre”.

Le Diocesi toscane quindi si dicono pronte a recepire tutte le indicazioni che potranno essere fornite da specifici protocolli di sicurezza, analogamente a quanto stabilito per altri luoghi e attività, nella certezza che le ragioni economiche, culturali e sociali, in base alle quali vengono o verranno presto riaperti fabbriche, negozi e musei, parchi, ville e giardini pubblici, non possono avere una prevalenza rispetto all’esercizio della libertà religiosa, che è tra i principi fondamentali della Costituzione (come sanciscono gli artt. 2, 7 e 19) e definita dal Concordato tra Stato e Chiesa (si vedano gli artt. 1 e 2 dell’Accordo di revisione del Concordato tra la Repubblica Italiana e la Santa Sede del 18 febbraio 1984).

I Vescovi toscani ricordano che, come in tutta Italia, anche nella nostra Regione la Chiesa è stata in questo tempo difficile vicina alle persone, sia con l’assistenza spirituale resa possibile dai mezzi di comunicazione, sia fornendo attraverso le parrocchie, le Caritas, le associazioni, il volontariato organizzato una serie di servizi socialmente importanti.

Ritengono però che adesso, con l’apertura di una nuova fase, sia necessario consentire una più ampia partecipazione dei fedeli alla vita sacramentale che sta alla base della prossimità caritativa, assicurando la massima disponibilità, come dimostrato finora, ad attenersi con rigore alle indicazioni che saranno date perché questo possa avvenire con il massimo controllo possibile. In questo ci si fa voce anche di tante persone sole, per le quali l’espressione comunitaria della fede è urgenza esistenziale.

La Chiesa ha dimostrato di saper rispettare, anche quando questo è costato pesanti rinunce, le ragioni della scienza e della politica chiamate a dare indicazioni di carattere sanitario e sociale su come contenere il contagio. Anche chi ha responsabilità scientifiche e politiche però deve dimostrare adesso di saper rispettare le ragioni della fede e riconoscere la capacità della Chiesa di agire con matura responsabili.

27 aprile 2020

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I vescovi delle Diocesi della Toscana




Comunicato CET: nuove indicazioni pastorali

Nel corso dell’ultima riunione della Conferenza episcopale toscana – i vescovi hanno continuato anche la loro riflessione in merito ad alcuni indirizzi comuni alle Chiese della Toscana, facendo seguito ai comunicati già emessi nei giorni scorsi.

Settimana Santa

Ad oggi non c’è nessuna decisione definitiva riguardo le celebrazioni della Settimana Santa. Nel comunicato i vescovi invitano «le parrocchie e le comunità religiose ad attenersi a quanto verrà indicato dalla Conferenza Episcopale Italiana, d’intesa con la Santa Sede e con il Governo Italiano».

Sospese o rinviate manifestazioni di pietà popolare

Al contrario, è stato deciso che «ogni manifestazione esterna di pietà popolare da compiersi durante la settimana santa, sia soppressa o rinviata», ovvero tutte le processioni all’aperto, le manifestazioni o rappresentazioni popolari che nelle parrocchie e nelle comunità hanno luogo nel corso della Settimana Santa. In particolare, le manifestazioni di pietà popolare vengono definite come «le diverse manifestazioni cultuali di carattere privato o comunitario che, nell’ambito della fede cristiana, si esprimono prevalentemente non con i moduli della sacra Liturgia» ma nelle forme peculiari scelte dal popolo (Via Crucis, Processioni di Gesù Morto o della Vergine Addolorata, Rosari comunitari etc..).

Prime Comunioni e Cresime

Per quanto invece riguarda le celebrazioni delle Prime Comunioni e Cresime «considerato il fatto che generalmente comportano considerevoli afflussi di persone e soprattutto che i limiti posti alle attività parrocchiali in questo tempo non stanno consentendo un’adeguata preparazione dei ragazzi, i vescovi toscani hanno stabilito che vengano rinviate alla ripresa dell’anno pastorale».

Matrimoni, battesimi, funerali

La celebrazione di matrimoni, battesimi e funerali resta sospesa fino a quando non cambieranno le disposizioni governative riguardo le “cerimonie religiose e civili” attualmente in vigore, poiché tali celebrazioni comportano l’assembramento di più persone.

Leggi tutto il comunicato: Comunicato CET 25 marzo 2020




Un rosario per l’Italia

Tutti sono invitati a pregare insieme giovedì 19 marzo alle 21

«Massima diffusione» per l’invito a pregare insieme il Rosario giovedì 19 marzo. Lo chiede il vescovo Tardelli rilanciando l’appello promosso dalla Conferenza episcopale italiana. «In questo momento di emergenza sanitaria, – si legge in una nota Cei – la Chiesa italiana promuove un momento di preghiera per tutto il Paese, invitando ogni famiglia, ogni fedele, ogni comunità religiosa a recitare in casa il Rosario (Misteri della luce), simbolicamente uniti alla stessa ora: alle 21 di giovedì 19 marzo, festa di San Giuseppe, Custode della Santa Famiglia. Alle finestre delle case si propone di esporre un piccolo drappo bianco o una candela accesa”.

La preghiera sarà condivisa in diretta su Tv2000. La Cei ricorda anche il testo della celebre invocazione di Leone XIII, per la preghiera personale: «A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio, insieme con quello della tua santissima Sposa».

«Possiamo – dunque – pregare con fiducia il rosario  – aveva ricordato nella sua recente lettera ai fedeli della diocesi di Pistoia – perché questo morbo pestifero sia sconfitto, i malati siano guariti e la società possa essere migliore». Per tutti sarà possibile seguire insieme la preghiera attraverso un sussidio realizzato dalla Cei (pdf).

Red.

 




Coronavirus, le nuove disposizioni dei vescovi Toscani

A seguito del comunicato stampa della CEI di questa mattina, i vescovi della Toscana hanno indicano alla chiesa locale le misure precauzionali da adottare a seguito del nuovo decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, emanato in data 04/03/2020.

«I Vescovi delle Diocesi della Toscana invitano a ottemperare a quanto la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana ha indicato in data odierna circa la vita liturgica e pastorale delle comunità, a seguito delle misure contenute nel nuovo decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri per arginare il rischio del contagio del coronavirus, le cui norme vanno accolte come contributo al bene comune e alla serena convivenza sociale. Alle luce delle norme governative e delle indicazioni della CEI, mentre prendono atto della “possibilità di celebrare la Santa Messa, come di promuovere gli appuntamenti di preghiera che caratterizzano il tempo della Quaresima”, i Vescovi della Toscana – in una prospettiva prudenziale, in quanto nella regione al momento la situazione sanitaria non sembra presentare quei caratteri di gravità che si riscontrano in altri territori – dispongono, fino a quando rimarrà in vigore il decreto governativo, le seguenti specifiche misure precauzionali, che si aggiungono a quelle indicate nei giorni scorsi, che parroci, operatori pastorali e fedeli sono invitati a rispettare scrupolosamente:

– i riti liturgici siano celebrati attenendosi a quanto specificano le disposizioni governative circa la distanza tra le persone presenti, al fine di evitare l’affollamento, prendendo gli opportuni provvedimenti perché questo sia possibile;

– si ricorda anche che dal precetto di partecipare alla Messa festiva sono dispensati quanti ne siano impediti per grave causa, quale è la malattia e, nella presente circostanza, la condizione degli anziani che possono più facilmente subire la diffusione del virus;

– si sospendano gli incontri di catechesi fin quando rimanga in vigore quanto disposto dal decreto governativo circa la sospensione dell’attività scolastica;

– nelle attività formative, pastorali, caritative o di natura sociale, che si svolgono nelle parrocchie, negli oratori, negli istituti e nelle aggregazioni, si seguano fedelmente le disposizioni del decreto governativo circa le situazioni in cui si verifica il convenire di più persone, evitando gli affollamenti che annullano le dovute distanze tra le persone

– si invita a sospendere la benedizione delle famiglie fino alla cessazione dell’emergenza sanitaria;

– si raccomanda la massima attenzione al rispetto della distanza tra le persone e in genere delle misure igienico-sanitarie descritte nell’allegato al decreto governativo, in particolare in occasione delle Confessioni e della Comunione ai malati;

– anche negli ambienti delle attività pastorali è bene mettere a disposizione le soluzioni idroalcoliche per la pulizia delle mani;

– si invitano le parrocchie, gli istituiti religiosi e le aggregazioni laicali a limitarsi alle attività liturgiche e pastorali ordinarie, rinviando ad altri tempi quelle straordinarie; in ogni caso si ribadisce che dovranno essere attentamente osservate le disposizioni circa le distanze da mantenere fra le persone; in questo contesto si reputa doveroso sospendere anche i pellegrinaggi.

Queste disposizioni si aggiungono a quelle date giorni fa ai parroci delle chiese toscane:

– tenere vuote le acquasantiere;

– omettere il gesto dello scambio della pace nelle celebrazioni liturgiche;

– distribuire la Santa Comunione esclusivamente sulla mano;

– prendere precauzioni durante le Confessioni auricolari e in contesti di contatti personali.

I Vescovi rinnovano la vicinanza a quanti, malati e persone loro prossime, soffrono a causa dell’epidemia, come pure a quanti sono impegnati a contrastarla a livello sanitario o a prendere decisioni per affrontare la situazione nella vita sociale. Smarrimento e paura non devono spingere a una sterile chiusura; questo è il tempo in cui ritrovare motivi di realismo, di fiducia e di speranza, che consentano di affrontare insieme la difficile situazione. I Vescovi rinnovano l’invito alla preghiera, per invocare dalla Misericordia divina il conforto del cuore e la liberazione dal male: «Dio onnipotente e misericordioso, guarda la nostra dolorosa condizione: conforta i tuoi figli e apri i nostri cuori alla speranza, perché sentiamo in mezzo a noi la tua presenza di Padre» (Messale Romano)».

I VESCOVI DELLA TOSCANA




Giovani, economia e spiritualità

Un laboratorio di sogni per un mondo migliore

Mobilitazione anche nella Chiesa toscana in vista dell’appuntamento mondiale, convocato da papa Francesco ad Assisi dal 26 al 28 marzo, per scrivere il patto di un nuovo sviluppo con il contributo dei giovani economisti. Un cantiere di sogni per un mondo migliore è il titolo di cinque incontri promossi dai Ricostruttori in collaborazione con le diocesi di Pistoia, Firenze, Prato e Lucca per sviluppare il confronto a livello locale con i giovani dell’associazionismo, con imprenditori e cittadini.

Il tavolo di confronto pistoiese prevede l’intervento di monsignor Fausto Tardelli, di Selma Ferrali, responsabile dell’ufficio pastorale sociale della diocesi, di Guidalberto Bormolini, monaco e coordinatore del Festival economia e spiritualità, e di Giulio Vannucci, giovane religioso. All’incontro interviene anche Giandonato Salvia, giovane economista e componente della Commissione che organizza l’appuntamento di Assisi, protagonista di una nuova frontiera della carità, quella elettronica. Ha infatti inventato Tucum, una app per dispositivi mobili che permette di redistribuire microdonazioni – da un minimo di 20 centesimi fino a 10 euro – per l’acquisto di prodotti di prima necessità in favore di chi ne ha bisogno. L’appuntamento è per sabato 29 febbraio, dalle 9.30 alle 13, nel seminario vescovile di Pistoia (via Puccini, 36) .

«Papa Francesco ha così tanta fiducia nei giovani che nel 2018 ha indetto un Sinodo su di loro definendoli l’adesso di Dio – afferma Giandonato Salvia – Oggi ha scelto nuovamente i giovani per dare un’anima all’economia di domani e fare con loro un patto. Il valore di “Economy of Francesco” è indicibile: apertura all’altro, cura del creato, attenzione agli ultimi, servizio e senso di responsabilità intergenerazionale. Tutti saremo coinvolti in questo – prosegue l’economista – soprattutto le comunità locali che avranno il delicato compito di sostenere e accompagnare i giovani impegnati in prima persona durante e dopo l’evento. Alimentare e custodire la luce di Assisi: questo il patto che i giovani firmeranno con la società ad Economy of Francesco».

Per informazioni www.iricostruttori.org | Per iscrizioni: economiaespiritualita@iricostruttori.org

 




Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani

«Ci trattarono con gentilezza»

Quest’anno il materiale della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani è stato preparato dalle chiese cristiane di Malta e di Gozo. Il 10 Febbraio a Malta molti cristiani celebrano la festa del naufragio dell’apostolo Paolo. Il brano degli atti degli apostoli proclamato in occasione della festa è lo stesso che è stato scelto come tema della settimana stessa «ci trattarono con gentilezza» (Atti 28,2).

L’episodio ripropone il dramma dell’umanità di fronte alla potenza degli elementi della natura. I passeggeri della barca sono alla mercé del mare violento e della tempesta che infuria intorno a loro.

Sulla barca ci sono 276 persone suddivise in gruppi molto diversi fra loro, ma l’apostolo Paolo si erge come faro di pace nel tumulto. Egli sa che la sua vita non è «in balia delle onde» ma nelle mani di Dio. Grazie alla sua fede tutti sono incoraggiati. È questo il principale tema del brano di Atti: la divina provvidenza.

Così persona, molto diverse tra loro e in disaccordo, approdano insieme a terra sani e salvi. La provvidenza di Dio si rende concreta nell’accoglienza degli uomini e donne del posto che «li trattarono con gentilezza» (Atti 28,2). L’ospitalità è una virtù altamente necessaria nella ricerca dell’unità dei cristiani. È una condotta che ci spinge ad una maggiore generosità verso coloro che sono nel bisogno.

La nostra stessa unità dei cristiani sarà svelata non soltanto attraverso l’ospitalità degli uni verso gli altri, ma anche mediante l’incontro amorevole con coloro che non condividono la nostra lingua, la nostra cultura e la nostra fede.

Nei tempestosi viaggi e nei fortuiti incontri della vita, la volontà di Dio per la sua chiesa e per tutta l’umanità raggiunge il suo compimento; come Paolo proclamerà a Roma, la salvezza dio Dio è per tutti (Atti 28,28).

Dall’introduzione teologico-pastorale del sussidio per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani

 

Ecumenismo a Pistoia

Il programma della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani

 

Anche la Diocesi di Pistoia propone alcuni importanti appuntamenti di preghiera, incontro e riflessione in occasione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Questo il programma:

 

Sabato 18 ore 21.00: Veglia sulla Pace

Chiesa di S. Stefano del Monastero delle Clarisse – Piazzetta S. Stefano, 1

 

Domenica 19 ore 12.30: Grande Benedizione delle acque in occasione dell’Epifania ortodossa

Chiesa Ortodossa russa di Santa Maria in Ripalta – Via di Ripalta, 2

 

Mercoledi 22 ore 21.00: Incontro ecumenico

Chiesa della Parrocchia della Vergine – Piazza della Vergine, 2.

Partecipano: Don Roberto Breschi, Igumeno Andrea, Pastora Letizia Tomassone

 

Giovedi 23 ore 21.00: Celebrazione ecumenica

Chiesa Cristiana Battista – Via Porta S. Marco, 11

Pastore Mario Affuso

 

Sabato 25 ore 17.00: Veglia di preghiera

Chiesa Ortodossa rumena – Via S. Bartolomeo, 14

 

 




Il segno del presepe: la misericordia che nasce dalla tenerezza

Intervista esclusiva a padre Mauro Gambetti, custode del Sacro Convento di Assisi

a cura di Daniela Raspollini

Di recente la diocesi di Pistoia ha partecipato al grande pellegrinaggio della Toscana verso Assisi nel quale le diocesi hanno offerto l’olio che arde sulla tomba di San Francesco; questo atto di devozione al Santo ha consolidato l’unione tra Assisi e la Toscana. Come proseguirà nel corso dell’anno il legame tra la città di Francesco e la chiese toscane?

Il rapporto tra le nostre due realtà è molto intenso, anche grazie ai tanti luoghi francescani presenti nella vostra regione: La Verna, dove «da Cristo prese l’ultimo sigillo», Arezzo, dove Francesco scacciò i demoni «con la potenza della sua parola», ma anche Cortona, Siena, Firenze, l’Amiata, Poggibonsi… Partiremo dalla valorizzazione di questi posti “simbolo”. Di certo non mancherà alla diocesi la fantasia e la creatività per nuove proposte, che saremo pronti ad abbracciare.

Il Santo Padre ha aperto il tempo di Avvento con la sua visita a Greccio a cui è seguita la sua lettera apostolica Admirabile Signum. Qual è la forza dell’intuizione di Francesco d’Assisi?

La lettera di Bergoglio ha messo in luce, tra gli altri, due aspetti importanti dell’intuizione di Francesco: identità e inclusività. Fare il presepe significa affermare la propria identità, la propria fede nel Figlio di Dio, l’adesione a Cristo. È il segno che il Natale, la “festa delle feste” (come veniva chiamato da san Francesco), è vivo dentro di noi. Allo stesso tempo, il presepe implica apertura verso gli altri. La grotta in cui nasce Gesù, infatti, non ha una porta chiusa, è aperta a tutti. Proprio i Magi venuti dall’Oriente ci dicono che è luogo d’incontro, di accoglienza, di relazioni non solo tra culture diverse, ma tra poveri e ricchi, tra santi e peccatori e soprattutto tra chi sogna e cerca un mondo a misura di Vangelo, a misura d’uomo.

È bello rileggere ciò che ci hanno tramandato le Fonti Francescane sull’origine del presepe. In particolare sottolineare il rapporto con l’Eucarestia: ce lo può spiegare meglio?

In quella scena, San Francesco – per citare la Vita Prima di Tommaso da Celano – ha  onorato la semplicità, esaltato la povertà, lodato l’umiltà. Francesco ha dato vita a un luogo in cui venisse saziata la fame. Il presepe, in questo senso, è un luogo che sfama i bisogni insiti nel cuore di ognuno. Così, nel presepe, Greccio diviene la nuova Betlemme. Nella stalla si rivive la povertà di Cristo, il suo farsi uomo, così come, nell’eucarestia riviviamo il suo farsi carne, farsi cibo per noi. Ed è per tutti motivo di gratitudine, di eucarestia.

Il Papa ci invita a riprendere la bella tradizione di preparare nei giorni precedenti il Natale il presepe nelle nostre famiglie. Perché, secondo lei, papa Francesco ha voluto concentrarsi proprio sull’importanza del presepe?

Per ricordare la logica della misericordia che nasce dalla tenerezza di Dio. Gesù viene al mondo come ogni altro bambino, è piccolo e indifeso, patisce la fame e il freddo: un’immagine incredibile, che ci sorprende e che, come ha detto papa Francesco «ci provoca a pensare alla nostra vita inserita in quella di Dio», amata da Dio.

«Il Mirabile segno del presepe suscita sempre stupore e commozione – afferma Papa Francesco – pregando ai piedi del presepe si può vedere una luce di speranza nella tragedia del nostro tempo». È davvero così?

È proprio così. Mi permetto di aggiungere una testimonianza contemporanea: quegli alberi abbattuti lo scorso anno dalla tempesta Vaia, in Veneto, sono diventati non il segno della disperazione dell’uomo, ma la possibilità di ricominciare. Infatti quel legno è diventato scultura, è diventato artigianato, è diventato un presepe, che siamo onorati di ospitare qui ad Assisi, in piazza Inferiore.

La lettera passa in rassegna i vari paesaggi e segni del presepe: il cielo stellato nel buio, gli angeli, i pastori, i Re Magi… Ciascuno di questi elementi porta con sé un significato ed è un messaggio per tutti noi. Qual è il suo personaggio preferito?

Il mio personaggio preferito è il fornaio. Il Papa lo cita perché, nonostante sembri «non avere alcuna relazione con i racconti evangelici», in realtà «rappresenta la santità quotidiana, la gioia di fare in modo straordinario le cose di tutti i giorni». È bellissima la capacità di saper attendere del fornaio: oggi questa virtù manca, vogliamo tutto, subito e a nostra immagine e somiglianza.

Il papa ci invita a sostare in contemplazione davanti al presepe. Può essere considerato anche un aiuto alla preghiera?

Decisamente sì. Francesco d’Assisi davanti al presepe chiede e vive una delle più importanti virtù umane: «Intravedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato (quel Bambino) per la mancanza delle cose necessarie a un neonato».

E voi frati che presepe realizzerete ad Assisi?

Il presepe che abbiamo allestito quest’anno ci è stato donato dalla regione Veneto, proviene dalle zone devastate dalla tempesta Vaia nell’ottobre 2018. Il legno è proprio quello degli alberi – abeti rossi – abbattuti dalla furia del vento: il nostro Natale è dedicato alla cura e alla salvaguardia del Creato, per ricordare che tutti siamo responsabili di Sora Madre Terra. Siamo chiamati a proteggerla, siamo chiamati a comprendere che un cristianesimo non incarnato è solo teoria. Il presepe ci ricorda che il messaggio cristiano è evento nella storia dell’uomo, nel cuore dell’uomo.




Misericordia e Caritas in aiuto del popolo albanese

Come offrire un aiuto concreto alle popolazioni colpite dal terremoto in Albania

In aiuto alla popolazione albanese duramente colpita dal terremoto, la Misericordia di Pistoia e la Caritas Diocesana di Pistoia promuovono una raccolta di offerte sia in denaro che in prodotti di prima necessità.

Le organizzazioni sul posto interfacciate con i nostri centri italiani, chiedono in particolare prodotti per la pulizia ed igiene personale, oltre a pannolini per bambini, assorbenti e coperte da portare direttamente all’Emporio della Solidarietà in via G. Ferraris n. 7 (zona Sant’Agostino) nei giorni di apertura il lunedì e giovedì al pomeriggio ed il mercoledì al mattino.

Le offerte in denaro invece potranno essere raccolte presso gli uffici della Misericordia in via del Can Bianco n. 35 oppure con accredito sul seguente codice iban IT 21V030 6913 8301 0000 000 1541

Per la Caritas si raccolgono le somme di denaro presso la sede in Via Puccini, 36 dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 12.30 oppure con accredito sul seguente codice iban IT43T0760113800000010900512

Misericordia e Caritas si faranno garanti di consegnare quanto raccolto presso le rispettive organizzazioni locali albanesi.

Caritas Diocesana Pistoia




Uscirne è vietato ai minori

Siamo davvero consapevoli dei rischi della pornografia? Un commento a margine di un importante discorso di Papa Francesco sulla tutela della dignità dei bambini nel mondo digitale

È di qualche giorno fa la pubblicazione di un’inchiesta di Claudio Capanni uscita su La Nazione dedicata al tema della pedofilia. Un articolo terribile, nel quale si racconta come funzionano le chat in cui si condividono foto e “profili” Instagram di giovanissimi e giovanissime ignari di tutto. Il social utilizzato è Telegram, strumento perfetto per chi intende mantenere l’anonimato, perché permette di chattare senza rendere noto il proprio numero di cellulare e di non custodire nulla sul proprio smartphone (ogni condivisione avviene in cloud ed è possibile inviare messaggi e foto che si “autodistruggono”, dei quali cioè, è possibile decidere l’eliminazione dopo un minuto dalla visualizzazione). Insomma, una chat pratica e veloce nella quale si annidano anche orribili insidie. Soltanto una tra le tante modalità in cui si radica e cresce l’abuso, che da “virtuale”, laddove nomi, dati, luoghi resi noti o sottratti per adescamento, rischiano di mutarsi in occasione concreta di abuso e violenza. Papa Francesco, nel suo recente discorso ai partecipanti del convegno “Child dignity in the digital world” ha toccato molti di questi temi sensibili, come la diffusione dilagante della pornografia tra i minori: un fenomeno che pure non sembra mobilitare le coscienze.

Ansa ha recentemente dedicato un approfondimento sul rapporto tra i giovani e la sessualità ripercorrendo le ricerche della giornalista Monica Lanfranco. Secondo la sua indagine, infatti, un campione piuttosto ampio di adolescenti dichiara che «la fonte unica, primaria e assoluta di insegnamento, apprendimento ed ispirazione per la propria sessualità è la pornografia attraverso il web».  Una scoperta che probabilmente non stupisce nessuno, ma che forse dovrebbe interessare, visto che il fenomeno non tocca soltanto i diciottenni inquieti, ma comincia assai presto: già attorno agli 11 anni. Un’indagine di Skuola.net (portale e testata giornalistica assai nota tra i giovani) rivela che a quell’età un ragazzo su tre possiede sul proprio smartphone materiale compromettente. «Se un quarto dei coinvolti non è in grado di definirne le caratteristiche precise, la restante parte ha fornito maggiori dettagli; in totale -si legge nella ricerca- il materiale pornografico supera il 65%». Dati che lasciano pensare e che fanno tornare in mente la chat dell’orrore (The Shoa Party) emersa qualche settimana fa sulle cronache dei giornali: un calderone di male in cui trovavano posto bestemmie, inni al nazismo, offese agli ebrei, tanta pornografia, violenze di ogni tipo..). Un caso certamente eccezionale, ma che deve far riflettere sul materiale che circola tra le mani dei più giovani. Basti pensare alla pratica, piuttosto diffusa tra gli adolescenti, di scambiarsi foto osè che rischia di metterne a repentaglio la dignità e di esporli a rischi di ricatti online.

Siamo sicuri che anche i nostri ragazzi, proprio quelli che frequentano il catechismo in parrocchia ne siano estranei? Qualcuno di loro mi ha esplicitamente parlato – tra una risata e l’altra- di youtuber bestemmiatori seriali, mostrato video di giovanissimi che prendono a calci altri giovanissimi, raccontato di episodi di cyberbullismo in cui è dovuta intervenire la polizia postale.

Facile, su questi temi, chiamare in causa scuola e genitori più o meno inconsapevoli, più difficile sentire prendere posizione gli adulti sul tema della pornografia (per non parlare della stampa più diffusa, spesso incline a sdoganare e banalizzare la fruizione di contenuti per adulti in cui la dignità dell’uomo e soprattutto della donna è pienamente svilita) quasi che condannarla faccia scivolare in un moralismo bacchettone. Certamente non è con quella roba che si impara a vivere una sana affettività, fatta di pazienza, ascolto, rispetto, tenerezza. Quale rispetto della dignità della persona umana può crescere attraverso una proposta degradante e ferina della sessualità?

Ugo Feraci

 

 

 




Umiltà, disinteresse e beatitudine: le Chiese toscane ripartono da papa Francesco

Ripartire dal discorso di Papa Francesco alla chiesa ecclesiale per trovare nuove e incisive piste di lavoro, fare rete e cogliere le attese della chiese toscane. È l’intento di un convegno promosso dalla Commissione per la cultura e le comunicazioni sociali della conferenze episcopale toscana. All’evento, che si svolgerà sabato 23 novembre presso la Facoltà teologica dell’Italia centrale parteciperanno alcune delegazioni delle diverse diocesi toscane, tra questa anche una pistoiese, che ha svolto un piccolo cammino di preparazione con la diocesi di Prato.

Umiltà, disinteresse e beatitudine sono le tre parole chiave intorno a cui si snoda l’evento a quattro anni dalla celebrazione del Convegno ecclesiale di Firenze. L’intento dell’iniziativa è rileggere proprio i contenuti e le indicazioni di quell’incontro, in particolare il discorso di papa Francesco, per trovare indicazioni di lavoro per le nostre Chiese a livello di impegno culturale e di lettura del nostro tempo.

Il programma dei lavori, che iniziano alle 9, prevede i saluti del cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana, e, alle 16,  l’intervento di David Sassoli, presidente del Parlamento Europeo, sul tema «Quale umanesimo per l’Europa».

«Stiamo vivendo un “cambiamento d’epoca” – afferma nel suo editoriale di questa settimana su Toscana Oggi l’arcivescovo Riccardo Fontana, vescovo di Arezzo, Cortona, Sansepolcro e delegato Cet cultura e comunicazioni sociali, che porterà il suo saluto ai partecipanti in apertura di convegno, – e quanti amiamo la Chiesa siamo interessati a trovare modi e linguaggi nuovi per dialogare con la società globalizzata del nostro tempo. Vi è una sofferenza diffusa, tra i cristiani più sensibili, per l’impatto sempre meno efficace che riusciamo ad avere con la gente che ci circonda. Il Papa a Firenze, quattro anni fa, durante il V Convegno nazionale, ci ha proposto un radicale cambiamento di stile. Per avvicinarci alla gente ci vuole umiltà, condivisione, accompagnamento: vicini alle famiglie, in ascolto dei problemi degli adulti del nostro tempo. Fa più danno l’ostensione del potere e la ricchezza di alcuni uomini di Chiesa, che le fragilità umane da cui noi cristiani non siamo esentati».

Su «Cristianesimo come stile. Per un nuovo umanesimo», verterà la  relazione di Christoph Theobald sj, docente di Teologia fondamentale e dogmatica al Centro Sèvres di Parigi.

Momento centrale del convegno saranno i 9 tavoli di lavoro creati intorno ad altrettanti ambiti (politica, scuola, sanità, lavoro, giovani, famiglia, ecologia, comunicazione, arte) per riflettere sulla rilevanza attuale delle Chiese toscane nella cultura del territorio.

Nel pomeriggio saranno proiettati tre video su varie esperienze ecclesiali toscane, commentati da Adriano Fabris, docente di Filosofia morale presso l’Università degli studi di Pisa, e da Basilio Petrà, preside della Facoltà teologica dell’Italia Centrale.

Le conclusioni saranno affidate al cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze.

Le tre parole scelte come titolo, «Umiltà, disinteresse, beatitudine», tratte dal discorso tenuto a Firenze nel 2015 del Papa, intendono dunque, come affermano gli organizzatori, «suggerire una riflessione a livello soprattutto di stile di vita cristiana: la proposta è quella di rileggere il tema dell’umanesimo cristiano non tanto a livello teorico o dei principi, ma piuttosto nella sua dimensione di vita concreta, di presenza e di testimonianza, di ascolto e di condivisione, con i nostri contemporanei, delle domande e delle sfide che ci troviamo a vivere».

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