Due dipinti per capire la città: san Jacopo e sant’Atto

Due opere da recuperare per custodire la memoria della nostra identità cittadina

di Daniela Raspollini

Anche quest’anno, nell’imminenza della festa patronale di San Iacopo, abbiamo voluto rivolgerci alla concittadina Lucia Gai, nota studiosa del culto iacopeo, per chiederle se per l’occasione vi siano in progetto iniziative da realizzare, oltre quelle consuete per celebrare la ricorrenza.

Possiamo dire che buona parte della sua attività di studiosa pistoiese si sia svolta per valorizzare e far conoscere il tema così interessante e importante per la nostra città che riguarda il culto di San Iacopo e l’intera civiltà del pellegrinaggio. Attualmente si prepara qualche novità in proposito?

Ogni anno, ogni volta che ci troviamo tutti insieme per celebrare la festa dell’apostolo Giacomo di Zebedeo, il “nostro” San Iacopo, mi capita di fare un bilancio di un percorso annuale intrapreso, per valutarne i risultati raggiunti e i traguardi ancora da realizzare. Il mio lungo impegno come studiosa si è costantemente completato con quello attuato nel Comitato di San Iacopo: l’associazione laicale di volontariato culturale (che si affianca e collabora con l’attività della chiesa cattedrale pistoiese) fondata negli anni ottanta del Novecento dal compianto monsignor Mario Leporatti e attualmente inserita fra gli organismi di cultura storica riconosciuti in ambito diocesano. Ultimamente, il Comitato di San Iacopo si muove per valorizzare sempre meglio la grande ricchezza del patrimonio di memorie storiche e artistiche religiose conservate in vari luoghi di Pistoia. In particolare, si sta attivando per il recupero dei due grandi emblemi lignei dipinti, d’inizio Seicento, che raffigurano rispettivamente San Iacopo patrono di Pistoia e il Santo vescovo Atto.

 

Non mi pare di aver mai visto queste opere. Potrebbe fornirci qualche altra informazione su questi dipinti? Dove si trovano?

Si tratta di due grandi emblemi dipinti a olio su pannelli sagomati in legno, conservati attualmente nei Depositi del Museo Civico di Pistoia. Entro ricche incorniciature a ‘cartiglio’, tipiche del Seicento, eseguite contemporaneamente e da uno stesso artista, per ora ignoto ma di notevole qualità, sono raffigurati due dei principali ‘protagonisti’ della storia pistoiese della prima metà del XII secolo: l’apostolo Giacomo “il Maggiore” e il vescovo vallombrosano Atto (1133- 1153).

Egli nel 1145 istituì ufficialmente il culto iacopeo a Pistoia, mediante una reliquia del corpo apostolico arrivata da Santiago di Compostella, dove per antichissima tradizione si ritiene riposino le spoglie dell’apostolo: che è lo stesso santo protettore del pellegrinaggio compostellano, sia nei tempi passati che anche oggi, dato che anche attualmente molte sono le persone che vogliono ripetere questa profonda e significativa esperienza, percorrendo in Spagna il “Camino de Santiago” fino a Compostella.

I due emblemi dipinti vennero presumibilmente realizzati dall’Opera di San Iacopo, l’istituzione comunale addetta alla tutela e all’organizzazione del culto iacopeo cittadino, in occasione della canonizzazione del vescovo Atto nel gennaio del 1605. È possibile che essi fossero già stati approntati per portarli nella solenne processione organizzata per celebrare l’evento, che veniva a confermare un culto cittadino per il vescovo Atto già in essere nella seconda metà del secolo XII.

Quello che è sicuro è che i due emblemi lignei dipinti arredavano riccamente la sala dell’udienza dell’Opera di San Iacopo, nella nuova sede realizzata nel secolo XVII in testa all’attuale piazza dello Spirito Santo.

Dopo le soppressioni ecclesiastiche di fine Settecento, e in seguito ad una serie di passaggi, i due dipinti furono acquisiti dal Museo civico di Pistoia, ma non furono esposti perché bisognosi di restauro per il supporto ligneo, che ha sofferto per l’umidità.

 

Perché i due emblemi sono così importanti?

Per due ragioni, principalmente. Innanzi tutto perché sono la testimonianza concreta del momento storico in cui è nata l’esigenza di raccogliere le memorie cittadine, da parte di tanti studiosi ed eruditi locali, per lo più appartenenti al clero e al patriziato. La “Storia di Pistoia” nacque anche come “Storia del culto iacopeo” e, insieme, come raccolta, specialmente fra Sei e Settecento, di “Biografie” del vescovo Atto: continuate lungo l’Otto e Novecento, fino ad oggi. Le due immagini dipinte segnano, anche visivamente, questo momento di maturazione della coscienza civica, quando ha avuto bisogno di appoggiarsi sia alle immagini emblematiche che alla “Storia”. La seconda ragione per cui sono importanti è che nel modo di raffigurare questi soggetti si rivela una precisa mentalità, una concezione dei rapporti fra società e valori ideali e religiosi. In entrambi gli emblemi viene espresso il concetto che una comunità ha bisogno, per vivere i valori della civiltà cui appartiene, di elementi unificanti e condivisi, ma anche di una fede precisa circa il proprio destino: cui deve, essa stessa per prima, credere. È quel ‘vincolo di carità’ che lega tutti noi ed era l’antico ideale dei monaci Vallombrosani, in accordo con la Chiesa universale. Questa idea è espressa sia nell’immagine di Sant’Atto, colto nel momento in cui sostiene, e offre ai cittadini di Pistoia, la cassetta della reliquia iacopea, come un dono ricco di futuro, sia nell’altra immagine dell’apostolo San Iacopo, che tiene fra le mani l’intera città di cui è patrono, così com’è patrono del pellegrinaggio compostellano (cui rimanda il “bordone” o bastone su cui i devoti viandanti si appoggiavano nel loro cammino, che egli regge con la sinistra).

 

Potrà essere fatto qualcosa per poter restaurare queste opere, perché tornino ad essere esposte in modo opportuno?

A quanto ne so, un preventivo di spesa era stato fatto dalla Soprintendenza fiorentina e la cifra dovrebbe essere non eccessiva. Tuttavia in questi attuali tempi di crisi, ogni ente pubblico deve stare attento alle spese: in questo caso, si tratta dell’Amministrazione Comunale, che deve tener conto delle sue priorità.

Si potrebbe tuttavia intervenire, per evitare che vadano via via disperse tante testimonianze importanti della nostra identità, con uno sforzo economico da condividere. L’alternativa è la silenziosa, irreparabile perdita, senza che alcuno levi una voce per chiedere che almeno si pensi a cosa si perde, e a quanto resti alla generalizzata solitudine tecnologico-informatica dei nostri giovani, schiacciati su un ‘presente’ insignificante e ‘liquido’.




Aurora Wake up 2018! A Pistoia il festival di musica cristiana

Sul palco del centro Giovanni Paolo II alla Vergine tante band di Christian music

Torna Aurora Wake Up! Presso la parrocchia della Vergine di Pistoia venerdì 15 Giugno 2018 alle ore 21.00 prenderà il via la IX rassegna musicale “Aurora Wake up” Christian multifestival, I° Memorial Roberto Bignoli, compianto storico cantautore cattolico scomparso recentemente. Già molte le adesioni ancora in via di definizione da parte di numerosi artisti cristiani provenienti dalla Toscana e anche da più lontano, fra cui il Sicomoro, Mario Costanzi, Remy Varone, Voci del Cielo e tanti altri.

Fabio Logli, storico organizzatore della rassegna assieme ai suoi collaboratori, per quest’anno ha deciso di spostare la location del Multifestival a Pistoia e si è dichiarato soddisfatto delle adesioni e dell’accoglienza ottenuta fino ad oggi. La manifestazione sarà inoltre trasmessa in diretta web su Radio Golpe!

Un’occasione per trascorrere insieme una serata spensierata, ma non banale, fra musica e parole. L’ingresso è gratuito, pertanto tutti siamo invitati a partecipare. L’appuntamento è alle ore 21 nel Centro Giovanni Paolo, presso la Chiesa della Vergine di Pistoia

Per info: Fabio 347 8033756.

David Ducceschi




INTERVENTO DI TUTELA E RESTAURO DEL PULPITO DI GIOVANNI PISANO

PISTOIA – Sono apparse recentemente su alcuni blog notizie sulle allarmanti condizioni del pulpito di Giovanni Pisano conservato nella chiesa di Sant’Andrea di Pistoia.

In realtà dalla costante attività di monitoraggio delle condizioni del pulpito, condotta in tutti questi anni dalla Soprintendenza di Firenze, non si rilevano motivi per grida così preoccupate.

Le lesioni sono presenti e ben visibili da tempo e proprio negli ultimi mesi la Soprintendenza è intervenuta sulla Sibilla del secondo ordine, situata sull’angolo in corrispondenza della colonna posta sulla figura di Adamo. Il pernio in ferro su cui era fissata la figura si era ossidato rompendo il blocco di marmo. Nell’intervento, realizzato da Alberto Casciani, tra i più esperti restauratori di materiali lapidei, si è tolto il pernio arrugginito, sostituendolo con uno in vetroresina e garantendo la sicurezza della parte.

Il pulpito negli anni tra il 2007 e il 2011 è stato interessato da una serie di indagini scientifiche curate dall’Opificio delle Pietre Dure, volte ad approfondire e verificare le condizioni del capolavoro.
La necessità di completare tali indagini per avere una visione puntuale della sua situazione statica non è stata accompagnata negli ultimi anni dai necessari finanziamenti, richiesti annualmente dalla Soprintendenza fiorentina al competente Ministero, ma si spera in tempi brevi di riuscire a far partire il progetto di studio e restauro.

La Diocesi di Pistoia, consapevole dello straordinario valore del pulpito di Giovanni Pisano, monitora e presta la massima attenzione, accanto alla Soprintendenza, nei confronti di questo capolavoro.

Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Pistoia




I TESORI DELLA DIOCESI SU TV2000

L’ itinerario di ‘Borghi d’Italia (Capoluoghi)’, format televisivo condotto da Mario Placidini su TV2000 sarà dedicato domenica prossima, 13 maggio, alla città di Pistoia.

«Il capoluogo dell’omonima Provincia – si legge nella presentazione della puntata – è un vero museo di arte e storia. L’itinerario religioso è senz’altro uno dei punti di forza di Pistoia. Non a caso la maestosa cattedrale di San Zeno conserva una preziosa reliquia di San Giacomo Apostolo giunta anticamente da Santiago di Compostela (…) Inoltre la cupola della Basilica della Madonna dell’Umiltà è la terza in Italia per grandezza».

Il programma contiene numerose interviste; accanto ai rappresentanti del Comune cittadino sarà possibile ascoltare il contributo del vescovo Fausto Tardelli, le parole dell’arciprete della cattedrale don Luca Carlesi, ma anche, tra le altre voci significative del territorio, il presidente della fondazione MAIC Luigi Bardelli.

Nella puntata di domenica sarà proposta una vera e propria «visita del centro storico, delle pregevoli chiese, della torre campanaria, del museo diocesano, dell’antico Spedale del Ceppo, in una gioiosa passeggiata alla scoperta delle opere dei tanti artisti del passato».

Questo e molto altro su TV2000 in Borghi d’Italia (Capoluoghi) Domenica 13 maggio alle 12.20 e in replica sabato 19 maggio alle 12.20 e domenica 20 maggio alle 06.20.

 

(redazione)




TRE VOLUMI E UN CONCERTO PER MONS. UMBERTO PINESCHI

Domenica 6 maggio alle ore 16.30 presso la Cattedrale di San Zeno, l’organista Wladimir Matesic eseguirà alcune composizioni per organo del sacerdote e musicista pistoiese recentemente pubblicate in tre volumi

Una vita spesa per la Chiesa e per la musica che vede un’importante coronamento nella pubblicazione in tre volumi delle sue opere per organo. La grande passione di Mons. Umberto Pineschi, proposto del Capitolo della Cattedrale, maestro d’organo e direttore dell’Accademia Internazionale d’organo L. Gherardeschi di Pistoia sarà illustrata domenica 6 maggio con un concerto del maestro Wladimir Matesic e dalla soprano Serena Arnò. Antonio Galanti, organista e compositore presenterà i tre volumi di Pineschi, che raccolgono composizioni di diverso genere e ispirazione. Sarà presente anche il vescovo Mons. Fausto Tardelli.

Don Umberto stesso, ci aiuta a scoprire il frutto di tanti anni di lavoro e passione per la musica.

Mons. Pineschi, come nasce questo suo lavoro cosi prezioso per la nostra chiesa?

Casualmente. Alcuni amici mi hanno chiesto via via di scrivere dei pezzi per scopi i più disparati e io ho scritto senza alcuna pretesa, certo non immaginando neppure lontanamente che potessere essere un giorno pubblicati. Un bel giorno, l’anno scorso, l’editrice VigorMusic, che ringrazio, ha deciso di pubblicare questi miei pezzi.

Quanto tempo ha impiegato per  realizzare questi tre volumi ?

Ormai  diversi anni fa, ho infatti iniziato nel 2003, in occasione della visita alla Mabellini della principessa Sayako, figlia degli Imperatori del Giappone.

Cosa è possibile trovare in questi volumi?

I pezzi hanno, fatte poche eccezioni, un tema: o canto gregoriamo, o canti popolari (per esempio il giappopnese Sakura), o nomi di persone, per esempio quello del nostro vescovo Fausto Tardelli, su cui ho scritto un Preludio e fuga.

Con questa sua opera intende ribadire il valore della musica sacra nella liturgia?

La liturgia, in questo caso, c’entra solo marginalmente. È il mio amore per l’organo soprattutto, anche se vi sono pezzi dedicati a specifici organi di chiesa, come per esempio lo splendido organo Agati-Tronci del 1891 della chiesa della Salesiane di Pistoia.

Buona parte della sua esistenza è stata spesa nell’insegnamento. La recente apertura dell’Istituto di Musica Sacra L. Giustini intende ribadire l’importanza della musica nelle nostre assemblee liturgiche, in particolare della musica per organo..

Bisognerebbe che la chiesa cattolica italiana prendesse sul serio ciò che dice la Sacrosanctum Concilium (Costituzione Conciliare sulla Sacra liturgia), a proposito dell’organo a canne, strumento proprio della chiesa cattolica di rito latino. Ci sono molti giovani appassionati all’organo. La settimana scorsa erano qui gli studenti del conservatorio di Cosenza, oggi quelli di Cagliari, tutti giovani entusiasti!

Dove si possono acquistare i suoi tre volumi?

Chiedendo all’editrice VigorMusic, www.vigormusic.it/shop

Daniela Raspollini

 




IL “DRAMMA” DI SCOPRIRSI FRATELLI

Al Museo Diocesano Palazzo Rospigliosi la presentazione del racconto “Lo Sconosciuto” di Irène Némirovsky. Seguirà visita guidata al Museo

PISTOIA – «Io, dalla morte di quel tedesco, tutte le notti faccio lo tesso sogno: rivedo quella cantina nera, con la botola semiaperta, e so che il tedesco la solleverà per sgozzarmi. Mi dibatto, sono il più forte, uccido il tedesco; poi, quando è morto, lo prendo fra le mie braccia, lo spoglio e lo corico sul letto di mamma, il grande letto rosa dove ti avevo messo dopo la scarlattina, quando eri piccolo; poi mi chino, guardo e non so più chi sto vedendo: se te o lui..».

L’orrore della guerra manifesta il dramma più antico: quando si uccide qualcuno al fronte, senza saperlo si uccide un fratello. Irène Némirovsky lo descrive limpidamente in un breve racconto pubblicato da EDB dal titolo “Lo Sconociuto” (Lo sconosciuto, collana ‘Lampi d’autore’, EDB, Bologna 2018).

Il racconto sarà presentato martedì 24 aprile, alle ore 21 presso la saletta conferenze del Museo Diocesano Palazzo Rospigliosi, in Ripa del Sale.

Saranno presenti Roberto Alessandrini, direttore editoriale Marietti1820 e Caporedattore EDB e Giovanni Ibba che ha curato la traduzione italiana. Gli interventi saranno accompagnati dalla lettura di alcuni brani del racconto. Al termine della presentazione sarà possibile effettuare una visita guidata gratuita presso le sale del Museo Diocesano – Palazzo Rospigliosi. L’appuntamento del 24 aprile è anche l’occasione per apprezzare e far conoscere le opere esposte nelle sale del museo diocesano.

Roberto Alessandrini, docente di Antropologia all’Istituto superiore universitario di scienze psicopedagogiche e sociali affiliato all’Università pontificia salesiana di Roma ha al suo attivo numerosi titoli di storia e cultura delle religioni.

Giovanni Ibba è docente di religione presso le scuole superiori di Pistoia, insegnante di ebraico presso la Facoltà Teologica di Firenze e di discipline bibliche presso l’istituto superiore di Scienze Religiose della Toscana.

“Lo Sconosciuto” è parte di un più ampio romanzo dal titolo “Suite Francese” dedicato all’invasione tedesca in Francia del 1940 che era rimasto dimenticato in una valigia per oltre cinquant’anni. Il manoscritto, riscoperto fortuitamente dalle figlie della scrittrice e pubblicato postumo ha consegnato nuova e giustificata fama all’autrice. Irène Némirovsky (1903-1942), nata in Ucraina, di religione ebraica, convertita al cristianesimo nel 1939, è morta ad Auschwitz nel 1942.

Il racconto di Irène Némirovsky è seguito, nell’edizione EDB, da una nota di lettura di Jean-Louis Ska, gesuita belga, professore del Pontificio Istituto Biblico di Roma e considerato tra i maggiori esegeti contemporanei. Lo studioso conduce il lettore dentro la struttura letteraria del racconto ma si apre anche a considerazioni più ampie sul dramma della guerra: «in ogni battaglia, in ogni combattimento, un Caino uccide suo fratello Abele. Gli uomini sono fratelli e sono le circostanze o i discorsi ideologici che li trasformano in nemici».

Un’occasione per riflettere e ricordare alla vigilia del 25 aprile.




ANTONIO PAOLUCCI PER IL RITORNO DELLA VISITAZIONE IN SAN GIOVANNI

Venerdì 27 aprile lectio magistralis del noto storico dell’arte sul patrimonio artistico diocesano

PISTOIA – La Visitazione è tornata a casa. Dopo il grande successo dell’esposizione nella chiesa di San Leone, il capolavoro di Luca della Robbia ritrova posto nella chiesa di San Giovanni Fuorcivitas a Pistoia. Un rientro accompagnato da una novità significativa: la Visitazione sarà infatti collocata in una diversa posizione, più rispettosa della documentazione antica, in linea con quella attestata prima dello smontaggio dovuto al secondo conflitto mondiale.

Il ritorno del gruppo di Della Robbia sarà accompagnato dalla presenza e dalle parole dello storico dell’arte Antonio Paolucci. Volto notissimo, anche ai meno esperti, Paolucci ha ricoperto numerosi e prestigiosi incarichi: studioso del Rinascimento, soprintendente, ministro dei Beni Culturali, direttore dei Musei Vaticani, senza mai perdere le qualità del fine conoscitore e del grande divulgatore. I suoi contributi appaiono sulle principali riviste d’arte e su importanti quotidiani, tra cui il mensile di Avvenire “Luoghi dell’Infinito” di cui è collaboratore da tanti anni.

Venerdì 27 aprile, alle ore 17, in San Giovanni Fuorcivitas Antonio Paolucci offrirà una relazione sul patrimonio artistico della Diocesi di Pistoia. Un intervento che guiderà i presenti alla scoperta di tesori, forse ancora sconosciuti ai più, presenti nel territorio diocesano. Il suo intervento sarà preceduto da un’introduzione della Dott.ssa Maria Cristina Masdea, funzionario della Soprintendenza, già curatrice dell’esposizione in San Leone. Porterà i suoi saluti il vescovo di Pistoia Mons. Fausto Tardelli. La partecipazione è aperta all’intera cittadinanza.

LA VISITAZIONE

Il gruppo della Visitazione fu realizzato da Luca della Robbia intorno al 1445 per l’altare della Compagnia della Visitazione nella chiesa di San Giovanni Fuorcivitas di Pistoia ed è una delle prime opere in terracotta invetriata, tecnica di cui Luca è considerato l’inventore. L’artista per primo applicò alla scultura in terracotta una copertura in smalto stannifero che rendeva la superficie lucida e resistente, iniziando una produzione di grande successo. Il gruppo raffigura l’incontro tra Maria e Elisabetta, come è narrato nel Vangelo di Luca (Lc 1, 39-45). Maria, dopo aver ricevuto dall’angelo l’annuncio del concepimento di Gesù, va a trovare la cugina Elisabetta che, nonostante l’infertilità e l’età avanzata, è al sesto mese di gravidanza. Appena Elisabetta sente il saluto di Maria, il bambino che ha in grembo (Giovanni il Battista), sussulta di gioia. Maria risponde innalzando a Dio un canto di lode, il Magnificat.




IL CAPRICCIO DI DIO: UN NUOVO LIBRO DI EDI NATALI

Venerdì 20 aprile la presentazione del nuovo volume di Edi Natali dedicato all’opera del pensatore russo Lev Šestov.

«Può esservi forse qualcosa di comune fra Atene e Gerusalemme?» Tertulliano (115-230 d.C. circa), l’apologeta cristiano, poneva retoricamente il quesito. La risposta l’aveva già proposta qualche rigo prima contestando alla filosofia di aver offerto con la sua «saggezza mondana» forza e consistenza alle dottrine degli eretici. Da lì in poi la dialettica tra Atene e Gerusalemme è diventata un “topos” filosofico sulla relazione tra ragione e fede che ha attraversato secoli di filosofia e teologia. Edi Natali ha recentemente affrontato un capitolo poco noto di questa dialettica dedicando un volume (Il capriccio di Dio. Una ragione in bilico tra Atene e Gerusalemme, Assisi, Cittadella, 2017) all’opera del pensatore russo Lev Šestov.

Venerdì 20 aprile 2018 alle ore 21.00, nell’aula magna del Seminario di Pistoia, il Centro Culturale “J. Maritain” di Pistoia ha organizzato la presentazione del volume, introdotto da una relazione della prof.ssa Francesca Ricci.

Natalino Valentini, filosofo e grande esperto del pensiero filosofico e religioso russo del XX secolo ha dedicato un’appassionata introduzione al lavoro di Edi Natali che proponiamo di seguito.
«La cultura italiana ha avuto il privilegio nel corso degli ultimi decenni di poter accedere a gran parte dell’opera filosofica e spirituale di Lev Šestov, eppure, al pari e più ancora di quanto accaduto per la maggioranza dei pensatori religiosi russi del XX secolo, la recezione di essa è apparsa sostanzialmente marginale, nonostante la sua rilevanza teoretica e spirituale. Si potrebbe osservare che il vigore teoretico e provocatorio del suo pensiero è risultato inversamente proporzionale alla sua recettività e assimilazione, non certo per la complessità o astrusità di esso, che viceversa si distingue per chiarezza espositiva e fascinazione argomentativa, bensì soprattutto per la sua irresistibile e tormentata inquietudine.

Il pensiero di Šestov è rimasto ai margini del confronto filosofico e teologico italiano del dopoguerra perché è un pensiero scomodo, pungente, erratico, inafferrabile, che non si lascia facilmente ricondurre entro schemi o indirizzi consolidati; esso si configura come radicale messa in questione dei modelli tradizionali, cardinandone soprattutto le rassicuranti evidenze logiche dell’arrogante raziocinio. Anche per queste ragioni il presente studio di Edi Natali merita una particolare attenzione, poiché costituisce un generoso invito alla lettura dell’opera del pensatore russo, una preziosa occasione per tornare a ripensare questa eredità teoretica e spirituale nella sua sorgiva potenza che si accresce e ruota fondamentalmente attorno a un unico nucleo incandescente, ‘l’apoteosi dell’infondatezza filosofica’, come è stata acutamente definito da Sergej Bulgakov. Dunque un pensiero che si aggira incessantemente attorno al dilemmatico rapporto tra ragione e fede, al senso destinale del Revelatum per l’umana esistenza.

L’Autrice indaga con acutezza ermeneutica e vigore argomentativo alcuni snodi decisivi dell’opera di Šestov, ripercorrendone quei sentieri vertiginosi che si inoltrano lungo la linea di confine, sul crinale tra Atene e Gerusalemme, oltrepassando gli schemi interpretativi dominanti e quelle diffidenze istintive verso questo genere di argomentazione. Ella si lascia interpellare radicalmente dalle domande scomode e ribollenti di Šestov, inseguendolo nella sua sofferta lotta agonica contro la presunzione dell’evidenza logica, alla ricerca di quella libertà assoluta, non necessitata da schemi e formule logiche, fino a scorgere il senso ultimo di quel capriccio di Dio, posto a garanzia della libertà assoluta di Dio, contro cui si infrange ogni necessità o sistema di conoscenza.

 




PENSARE LA CITTÀ TRA TEOLOGIA E FILOSOFIA

Sabato 17 marzo la presentazione del ciclo di conferenze “le città filosofiche” e un momento di riflessione civica

Cos’è la città? Come costruire o immaginare quella ideale? Lo scorso anno, per l’evento Pistoia città della cultura 2017, presso la Biblioteca san Giorgio si è svolto un ciclo di conferenze che ha tracciato alcune tappe fondamentali della storia del pensiero sulla città. Del ciclo sono stati pubblicati gli atti con il titolo “La città tra idealità e realtà” a cura di Edi Natali, Petite plaisance, Pistoia 2017. Il testo sarà presentato sabato 17 febbraio alle ore 11.00 presso l’aula magna del Seminario Vescovile di Pistoia (via Puccini, 36 – Pistoia). Saranno presenti alcuni autori, tra cui il vescovo Tardelli e le autorità civili.

Recuperiamo dal settimanale “La Vita” del 11 marzo 2018 la seguente intervista a Edi Natali.

Edi Natali, curatrice degli atti ci presenta ci racconta la storia di questo lavoro.
Come nasce questo testo e perché iI tema della città?
Il testo raccoglie gli atti di un ciclo di conferenze, tenute alla Biblioteca San Giorgio da studiosi sul tema della città, come riflessione in onore di Pistoia Toscana capitale della cultura 2017. Questo ciclo di incontri si svolge nei mesi di gennaio febbraio da diversi anni, vedendo coinvolti numerosi studiosi che si sono occupati di questioni filosofiche e teologiche di attualità.

Nel libro ogni articolo è seguito da brani antologici. Ci puoi dire il perché di questa scelta?
Gli articoli, pur avendo un carattere scientifico, cercano di rendere il linguaggio filosofico-teologico fruibile anche a chi non è specialista del settore. L’utilizzo di brani antologici ha lo scopo di avvicinare il lettore agli autori affrontati nei diversi articoli.

Quali sono I temi affrontati nel libro?
Si va dai progetti della tradizione utopistica classica (Moro, Campanella Bacone) ai testi della distopia (classica quale Orwell o Houellebecq…), alla società aperta di Popper, alla Firenze di Giorgio La Pira; dal concetto di secolarizzazione di Cox alla Gerusalemme Celeste dell’Apocalisse. All’interno, un prezioso contributo riguarda la città digitale.

Quali sono i rischi di questa città digitale?
Il mondo digitale è una risorsa e, come tutte le risorse, la loro bontà dipende dall’uso che l’uomo ne fa. Certo è che vi sono aspetti su cui occorre riflettere, come ad esempio sul fatto che Google non è uguale per tutti: la medesima pagina aperta da me o da te può dare risultati diversi. Il rischio più grande è quello di trovare su internet quello che uno vuole trovare, col rischio di chiudersi, di non aprirsi ad un pensiero alternativo. Altro grande rischio è schiacciare le relazioni su rapporti virtuali e non più reali e concreti, fatti di incontri.

Qual è il tuo ideale di città?
Una città come luogo di relazioni umane, di opportunità, di cooperazione. Uno spazio in cui possa nascere una comunità che ‘resista’ a tutto ciò che è violenza e diventi luogo di accoglienza, in cui l’uomo eserciti la sua caratteristica primaria, la libertà, non nel dominio degli altri ma nel più totale rispetto.

Di che cosa avrebbe bisogno Pistoia?
Pistoia è una città ricca di potenzialità, sia umane che non, ma assai poco sfruttate. Il suo peggior difetto, a mio parere, è la mancanza di coordinamento tra le varie forze e di collaborazione tra esse ad un progetto unitario, a cui ogni ognuno possa offrire il proprio servizio. Il rischio di una città piccola è che siano ricorrenti gli stessi nomi, perdendo in creatività, lasciando fuori molte voci che potrebbero contribuire positivamente alla nostra comunità cittadina.

Daniela Raspollini




LA MOSTRA DELLA VISITAZIONE CHIUDERÀ DOMENICA 8 APRILE

Il capolavoro robbiano tornerà in San Giovanni Fuorcivitas

PISTOIA – La mostra della “Visitazione” di Luca della Robbia nella chiesa di San Leone chiuderà definitivamente i battenti il prossimo 8 aprile. Dopo nove mesi e un successo senza precedenti volge al termine l’esposizione divenuta l’icona dell’anno di Pistoia capitale della cultura italiana, che tra gli oltre 200.000 visitatori ha ospitato anche il presidente della Repubblica Mattarella.

Al termine della mostra il gruppo Robbiano tornerà nella sua collocazione originaria all’interno della chiesa di San Giovanni Fuorcivitas.