Un corso per conoscere le radici della nostra fede

Il prof. Giovanni Ibba propone un corso di introduzione alla cultura ebraica. Un’iniziativa della Scuola di Formazione Teologica diocesana

Un’originale proposta formativa dedicata alla conoscenza della cultura ebraica a cura di Giovanni Ibba. Un corso inserito nell’offerta della Scuola di formazione teologica diocesana, che nasce dall’idea di poter offrire un’occasione di arricchimento e dal desiderio di aprire una finestra su un mondo in gran parte sconosciuto e sul quale dominano ancora moltissimi fraintendimenti e ignoranza.

«Inizialmente avevo pensato di dare delle basi di lingua ebraica a partire dalle quali introdurre il testo biblico. Ma la grammatica ebraica è complessa, richiede più tempo. Ecco che mi sono orientato sull’idea di un corso che debba costituire in primis un’introduzione all’ebraismo, comprendendo anche alcuni essenziali elementi di cultura e lingua ebraica»: così il prof. Ibba presenta il corso, che comincerà lunedì 14 marzo alle 21 nell’Aula Magna del Seminario Vescovile (Pistoia, via Puccini, 36) e proseguirà fino a maggio con 8 lezioni tenute sempre di lunedì alla stessa ora. Covid permettendo, le lezioni si terranno in presenza. «Chiunque può seguire il corso, non è necessario alcun requisito. Saranno i testi della Bibbia a guidarci in questo viaggio attraverso la cultura ebraica, le cui fondamenta non possono essere ricercate in nessun altra fonte scritta. È la Bibbia la culla dell’ebraismo».

Il corso si svilupperà a partire da elementi dell’alfabeto e della grammatica ebraica, indispensabili poi per andare ad approfondire concetti proprio a partire dal cuore pulsante dei testi biblici, dalle parole che sono state usate per costruire la cultura ebraica. Il corso si soffermerà anche su molteplici tematiche teologiche, a cominciare, ad esempio, da problema del male, o da quello della giustizia.

Giovanni Ibba, dottore di ricerca in Ebraistica e in Teologia Biblica, scrittore e traduttore, è docente stabile presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose della Toscana «Santa Caterina da Siena», struttura interna alla Facoltà Teologica dell’Italia Centrale, Firenze.

Iscrizioni

Il corso prevede 8 incontri che si svolgeranno nel Seminario di Pistoia il lunedì alle 21 a partire dal 14 marzo 2022 (il corso sarà attivato solo con un minimo di 10 iscritti). 

Per iscrizioni: scuolateologia@diocesipistoia.it – oppure 338 3603133 (Giacomo Poncini). Costo dell’iscrizione: 20 euro.




Aprono i corsi d’organo all’Istituto “Giustini”

Le lezioni si svolgono presso la chiesa di Sant’Ignazio di Loyola a Pistoia. La proposta è aperta anche a chi non ha formazione musicale di base

Riprendono le attività dell’Istituto Musicale Diocesano “Don Lodovico Giustini”. Tutti gli amanti della musica d’organo possono iscriversi, ma in modo particolare sono invitati a farlo gli organisti parrocchiali o quelli che desiderano diventarlo. Alla scuola, infatti, possono ricevere una valida educazione musicale e prepararsi nello stesso tempo a svolgere il servizio liturgico nelle parrocchie.

Tutti gli amanti della musica d’organo possono iscriversi, ma in modo particolare sono invitati a farlo gli organisti parrocchiali o quelli che desiderano diventarlo. Le lezioni si svolgono presso la chiesa di S. Ignazio di Loyola (Piazza dello Spirito Santo 8, 51100 Pistoia).

A disposizione degli studenti vi sono tre organi, pianoforti, fortepiani, clavicembali, occasionalmente andremo anche agli organi presso la cappella della MAiC. Per partecipare ai corsi non sono richieste conoscenze particolari, né limiti di età. Anche chi  non avesse conoscenze di base può comunque iscriversi. Unico requisito è il desiderio di imparare!

Il corso si articola in lezioni settimanali che possono essere ciascuna o di 45 minuti (spesa 15 euro) o di un’ora (spesa 20 euro). Il costo di iscrizione annuale è di 50 euro. Una lezione di prova (di circa 30 min.) è offerta gratuitamente. La docente dei corsi è Michiko Kato.

Don Lodovico Giustini (1685-1743), musicista pistoiese, fu organista della Congregazione dello Spirito Santo, succedendo allo zio, don Niccolò, e al padre, Francesco. Fu organista anche della Cattedrale di Pistoia. È celebre nella storia della musica per essere stato il primo a comporre e pubblicare (nel 1732 a Firenze) suonate per il neonato pianoforte, molto belle e tuttora eseguite.

Per maggiori informazioni: e-mail. istitutogiustini@gmail.com, telefono: 327 773 5735 oppure 335 682 5318.

(25/09/2022)




Una bibliografia della opere di Giordano Frosini

Una pubblicazione dedicata ad amici e studiosi aperta a integrazioni e suggerimenti

 

In occasione della Cerimonia di premiazione del primo concorso nazionale di Teologia ‘Mons. Giordano Frosini’, è stata redatta una bibliografia delle opere di don Frosini.

Gli autori – Beatrice Iacopini, Mariangela Maraviglia e Andrea Vaccaro – precisano nell’Introduzione che tale bibliografia non può considerarsi definitiva: “alcune informazioni bibliografiche risultano incomplete, poiché non è stato possibile accedere al documento originale; la consultazione di ulteriori riviste può rivelare collaborazioni finora non emerse; la scelta di escludere alcune testate ‘pastorali’ può essere ripensata alla luce di considerazioni più inclusive”.

Mettendo online tale lavoro, gli autori invitano alla collaborazione tutti coloro che possono fornire informazioni, indicazioni o suggerimenti al fine di rendere l’opera quanto più completa possibile.

È possibile segnalare suggerimenti al seguente indirizzo: scuolateologia@diocesipistoia.it

 




Il ricordo di Mons. Frosini nell’attenzione all’aggiornamento teologico

Sabato 14 dicembre ha avuto luogo il conferimento del primo premio intitolato a don Giordano Frosini

 

Un tributo di affetto e riconoscenza, ma anche la volontà di custodire e far crescere un’eredità preziosa. La prima edizione del premio nazionale di Teologia “don Giordano Frosini” ripresenta alla città e alla Diocesi il valore di «un vero protagonista della scena culturale pistoiese». Un teologo, come ha ricordato Andrea Amadori, presidente del Comitato Giordano Frosini, promotore e organizzatore dell’iniziativa, «che si è costantemente impegnato a ricordare il valore dell’aggiornamento teologico».

 

Basilio Petrà, teologo morale già preside della Facoltà teologica dell’Italia Centrale di Firenze e amico di Frosini ne ha tratteggiato un sintetico e lucido profilo. La conoscenza tra i due era nata nello Studio teologico fiorentino, ma anche nell’ambito degli scambi teologici e pastorali tra la diocesi di Pistoia e Prato, a partire dalla Fuci, «filo di legame tra me e Frosini» ha ricordato Petrà. Punto di riferimento per entrambi, per quanto Frosini appartenesse a una generazione precedente, il Concilio Vaticano II che ha segnato il percorso della riflessione teologica di ambedue, poi diventati colleghi presso lo Studio teologico fiorentino. Frosini non è stato un accademico puro, «perché le sue responsabilità pastorali — ha spiegato Petrà — non gli consentivano di svolgere un ruolo accademico più impegnativo. Il suo insegnamento è stato svolto per lo più a Pistoia, pur con esperienze all’estero, in Albania». «Frosini — ha aggiunto — era una forte tempra di intellettuale, animato da un pensiero sempre vigile»; «è stato maestro di tanti giovani, realmente impegnato nella storia dell’umanità e della sua città». «C’è poi una parola che torna in mente — ha concluso —, la parola parresia», la sua schiettezza nel parlare; «Frosini non temeva di dire quello che pensava»; «è un aspetto che esprime bene quelle qualità che segnano la vita di una persona».

 

Dopo il ricordo di Petrà il saluto della Fondazione Caript, che ha finanziato la pubblicazione della tesi vincitrice, attraverso le parole della prof.ssa Paola Bellandi, quindi il saluto di Marco Barbieri, vicepresidente di Chianti Banca, per il contributo dato nella pubblicazione della Bibliografia di don Frosini curata da Beatrice Iacopini, Mariangela Maraviglia e Andrea Vaccaro.

Un lavoro illustrato dalla prof.ssa Beatrice Iacopini che rappresenta – ha commentato – «un omaggio doveroso» e che permette di cogliere, anche solo scorrendo i titoli delle pubblicazioni di Frosini, una varietà di interessi grandissima, con al centro la dottrina sociale della Chiesa e l’impegno della Chiesa nel mondo. «La sua opera è stata tutta finalizzata all’evangelizzazione al rinnovamento teologico. Dalla bibliografia — ha aggiunto Iacopini — emerge una profonda unità di intenti”: costruire il Regno che sentiva come impegno etico fondamentale e il continuo riferimento al Concilio. «La sua — ha concluso — era un’intelligenza mai asciutta o arida, ma sempre palpitante insieme al cuore».

 

Giovanna Frosini, promotrice insieme al fratello Giovanni della pubblicazione della Bibliografia, prendendo la parola ha plaudito all’iniziativa e ricordato che «un pensatore si onora pensando». Ed è pur vero che un pensatore lo si onora anche — ha commentato il teologo Giuseppe Lorizio — «dando spazio al futuro, ai giovani». Lorizio, insieme a Petrà, Armando Matteo, Brunetto Salvarani e Adriano Fabris è infatti membro della prestigiosa commissione scientifica del Premio Giordano Frosini che ha individuato il lavoro premiato in questa prima edizione.

 

«Mettere insieme ricerca e comunicazione è stato uno dei tratti tipici di don Frosini — ha commentato Lorizio —. Comunicare la scienza è un compito decisivo. Don Frosini lo ha fatto. Don Frosini è entrato sulla soglia dell’accademia. Ma il luogo della teologia non è l’università, ma è la Chiesa, la comunità, la sinodalità, ma anche e soprattutto la città. Frosini lo aveva compreso. Nel suo quotidiano spendersi per questa città lo ha dimostrato». Dopo una breve riflessione dell’intreccio tra scienza e teologia proposta da Lorizio è giunto il momento della premiazione di Giovanni Amendola, autore della tesi premiata e pubblicata per le edizioni Studium: “Antropo-logos. La ragione al crocevia di intelligenza artificiale, razionalità scientifica, pensiero filosofico e teologia cristiana” (Studium, pagine 368, euro 20,00).

 

Giovanni Amendola ha quindi sinteticamente illustrato il suo lavoro, donato in omaggio a tutti i presenti. Amendola è attualmente assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Matematica e Informatica dell’Università della Calabria, dove è stato docente per gli insegnamenti di Fondamenti di informatica, Programmazione ad oggetti, Calcolo delle probabilità e statistica e Matematica per l’analisi dei dati. La sua ricerca verte principalmente sull’intelligenza artificiale basata sulla logica matematica.




Ricerca teologica nel ricordo di don Frosini

Martedì 14 dicembre la premiazione della prima edizione del Premio nazionale di teologica “Don Giordano Frosini”

 

Il Comitato “Don Giordano Frosini” invita tutta la cittadinanza alla cerimonia di premiazione della I Edizione del Premio nazionale di teologia intitolato a Mons. Giordano Frosini. L’evento si terrà in data 14 dicembre, alle ore 21,00, presso l’Aula Magna del Seminario Vescovile di Via Puccini.

Il bando, a cadenza biennale, è rivolto a tutti i laureati di teologia che, con il loro lavoro di dottorato, si siano impegnati nel porre la disciplina in un utile dialogo con la cultura contemporanea per rispondere, con una rinnovata significatività, alle domande dell’umanità di oggi. I temi dell’aggiornamento e del rinnovamento teologico, sono stati, infatti, i pilastri dell’insegnamento che don Frosini ha generosamente impartito con le sue lezioni, le sue conferenze, i suoi libri.

La tesi vincitrice, premiata con la pubblicazione, è stata discussa da Giovanni Amendola, di Paola, Cosenza, ricercatore presso il Dipartimento di Matematica dell’Università della Calabria e si intitola: “Antropo-Logos. La ragione al crocevia di Intelligenza artificiale, razionalità scientifica e teologia cristiana”.

Per la selezione e la proclamazione della tesi vincitrice, il Comitato ha nominato una Commissione giudicatrice qualificatissima, composta da alcuni dei teologi più autorevoli a livello nazionale: Giuseppe Lorizio,  della Pontificia Università Lateranense, Adriano Fabris della Facoltà teologica di Lugano e dell’Università di Pisa, Armando Matteo della Pontificia Università Urbaniana, Brunetto Salvarani direttore di CEM Mondialità, Basilio Petrà, Preside della Facoltà teologica dell’Italia centrale, che hanno accolto con grande disponibilità la proposta, anche in nome della stima e dell’amicizia che li legava a don Frosini.

Dopo il saluto del Vescovo, il teologo Giuseppe Lorizio terrà una lezione sul ruolo della teologia oggi, non mancando di ricordare il contributo che don Frosini ha apportato alla tematica. Quindi, il Comitato proclamerà il vincitore.

L’iniziativa si inserisce nella proposta formativa della Scuola di Formazione teologica della Diocesi di Pistoia, di cui don Frosini è stato promotore e direttore.

Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare. A tutti i convenuti sarà fatto omaggio della pubblicazione della tesi vincitrice, dell’ultimo testo di don Frosini, Admirabile commercium. La divinizzazione nei Padri della Chiesa e della Bibliografia delle opere di Giordano Frosini, redatta per l’occasione.

Il Comitato “Don Giordano Frosini” è composto da ex membri della Fuci diocesana intenzionati a promuovere iniziative per mantenere vivi il ricordo e l’insegnamento di Mons. Frosini. Il comitato è composto da Andrea Amadori (presidente), Alessandro Suppressa, Beatrice Iacopini, Andrea Vaccaro.

Per la partecipazione sarà richiesto Green Pass.




La Toscana di metà Ottocento tra Prato e Pistoia

Martedì 30 novembre alle 17 nelle storiche sale della Biblioteca Fabroniana di Pistoia sarà presentato il volume di Giovanni Bensi Cesare Guasti e Giovanni Breschi nella Toscana di metà Ottocento (Prato, Società pistoiese di Storia Patria, 2021).

Risultato di un’approfondita ricerca negli archivi pistoiesi e pratesi, il volume ricostruisce gli scambi epistolari intercorsi nel periodo compreso tra il 1844 e il 1857 tra l’archivista e tipografo Guasti e lo storico e canonico Breschi vicario diocesano, facente funzione episcopale tra il 1857 e il 1867.

Uno dei temi centrali dell’indagine è la genesi editoriale della Storia di san Atto, pubblicata da Breschi in occasione del centenario. Il volume di Bensi permette di approfondire la conoscenza del clima culturale di un momento storico segnato dagli ultimi anni del Granducato e dai movimenti risorgimentali.

Assieme all’autore, studioso di storia locale tra otto e novecento, interverranno la responsabile della Biblioteca Fabroniana e dell’Archivio capitolare di Pistoia, Anna Agostini, don Enrico Bini dell’associazione Culturale Guasti di Prato e Andrea Giaconi del Comitato pratese per la Promozione dei valori risorgimentali.

In occasione dell’evento sarà possibile visitare la mostra Libri su Atto. Una ricognizione in biblioteca fra erudizione storica sei-settecentesca e cultura ecclesiastica dell’Otto-Novecento. L’esposizione, allestita nelle storiche sale della Biblioteca Fabroniana, curata da Anna Agostini, permette di conoscere una serie di testi che a partire dal XVII secolo si occuparono di valorizzare la figura di Atto, canonizzato il 24 gennaio 1605 per interessamento dell’Ordine vallombrosano e della Chiesa pistoiese.

Per accedere in Biblioteca (Piazzetta san Filippo, 1 Pistoia) è richiesto il Green pass e il rispetto delle normative anti Covid.

Ingresso Libero.




Ragione e dialogo: teologia dell’incontro

Martedì 19 ottobre la prolusione di inizio anno accademico con il prof. Giuseppe Lorizio. Appuntamento nell’Aula Magna del Seminario alle 21; saranno presenti Mimmo Muolo (Avvenire) e il prof. Francesco Gaiffi. Nel corso della serata la consegna dei diplomi da parte del vescovo Tardelli.

 

Il nuovo anno accademico della Scuola teologica diocesana si apre martedì 19 ottobre, con la prolusione dedicata al libro di Giuseppe Lorizio Semi di Logos – segni dei tempi (San Paolo, 2021). Lorizio, della Pontificia Università Lateranense, è uno dei massimi teologi italiani. Saranno presenti, oltre all’autore, anche il giornalista Mimmo Muolo di Avvenire e il prof. Francesco Gaiffi.

Nel corso della serata, il Vescovo consegnerà i diplomi agli studenti che, nell’anno accademico 2020-21, hanno terminato il triennio e redatto la tesina finale.

Il libro Semi di Logos – segni dei tempi funge anche da introduzione al corso di approfondimento incentrato proprio sul tema dei ‘semina Verbi’. L’idea dei semi del Logos (Logos spermatikos, semina Verbi) è stata ispirata ai Padri della Chiesa quando il cristianesimo è venuto ad incontrare le diverse religioni e le varie culture. Anziché riproporre l’antico scontro con gli altri dèi, i primi cristiani furono guidati sulla via dell’incontro.

A parlare di “semi del Logos” in ambito cristiano, per la prima volta, è stato san Giustino, filosofo e martire, a rappresentare l’azione diffusa di Dio nel mondo anche prima e anche aldilà della Rivelazione cristiana. Il simbolo dei “semi” rifrange l’idea di frammenti di verità in nuce, di barlumi di Dio, di spiragli del Bene, gettati “a spaglio” sull’umanità di ogni dove e di ogni quando e raccolti dagli esseri umani al prezzo di ricerche raziona- li faticose e difficili. Il termine “Logos” è preso direttamente dal prologo del Vangelo di Giovanni: «In principio era il Logos», poi tradotto in italiano con il “Verbo” o, ancora, la “Parola”. Alle orecchie degli ellenici e degli ellenizzati, tuttavia, questo termine non poteva suonare che come “Ragione”. San Giustino, intento a presentare ai romani il Cristianesimo come la vera filosofia procede su questa via dell’incontro. Il Logos, infatti, prosegue Giustino, era presente nel mondo ancor prima della sua Incarnazione avvenuta in Galilea e, ancor prima della sua Incarnazione, gli esseri umani ne parteciparono.

Il fatto che ne partecipassero non implica che vi aderissero, ovvero che agissero tutti secondo la guida della ragione. Coloro che, tuttavia, si lasciarono guidare dalla ragione, ovvero dal Logos, che poi si incarnerà in Cristo Gesù, possono anche denominarsi ‘cristiani’ ante litteram.

Con l’Incarnazione, poi, i puntiformi semi di Logos vengono assorbiti nella Rivelazione, come fiammelle alla luce del Sole di mezzogiorno. A partire dal IV secolo, alla visione universale delle varie forme di sapienza come semi di Logos, si viene a sostituire il principio extra ecclesiam nulla salus, che sembrò restringere la Grazia di Dio al solo perimetro della Chiesa e, come tale, fu assunto nella dottrina ufficiale con il Concilio Lateranense IV (1215) e la Bolla Unam sanctam di Bonifacio VIII del 1302. L’impostazione già si elasticizzò con il Concilio di Trento e si andrà via via allentando fino al Concilio Vaticano II, in un periodo in cui le cosiddette “teologie delle religioni” avevano già dato segno della loro presenza.

Oggi, il dialogo interreligioso, sempre in virtù del Logos, scorre a pieno regime e tale tendenza trova uno delle sue vette nell’affermazione contenuta nel Documento sulla Fratellanza umana per la pace e la convivenza comune, redatto da papa Francesco nel corso del viaggio apostolico negli Emirati arabi uniti nel febbraio 2019 e co-firmato anche dal Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb.

Andrea Vaccaro




Secondo fine settimana di appuntamenti ai Linguaggi del divino

Tra gli appuntamenti l’intervento del prof. Andrea Di Maio, uno dei massimi esperti del pensiero di San Bonaventura da Bagnoregio. A Pistoia anche i sociologi Mauro Magatti e Chiara Giaccardi. Domenica 10 conclude il festival la relazione del filosofo Silvano Petrosino e lo spettacolo di Giovanni Scifoni

 

Il nuovo fine settimana del festival di teologia “i linguaggi del divino” si apre venerdì mattina con una relazione a metà tra filosofia e teologia dal suggestivo titolo: “Avanti sì, ma verso dove?”. Cammino, pellegrinaggio, itinerario.

«Il “Cammino di Santiago”, — spiega il relatore, ANDREA DI MAIO, professore di filosofia alla Pontificia Università Gregoriana, uno dei massimi esperti del pensiero di San Bonaventura da Bagnoregio — è metafora del cammino della vita, è quindi un costante invito ad andare Oltre (“Ultreya” e “Suseya”, ossia più in là e più in alto), ma anche ad addentrarsi sempre più alla ricerca del centro unificante della vita e del punto di contatto con Dio. Anche senza muoverci fisicamente, possiamo tutti sempre effettuare questo viaggio interiore muovendoci con la riflessione e il desiderio, secondo un semplicissimo itinerario ben descritto da San Bonaventura: raccogliersi dall’esteriorità all’interiorità per slanciarsi verso l’ulteriorità». Introdurrà la relazione, programmata alla Chiesa del Carmine alle ore 10, il prof. Francesco Gaiffi.

Riparte dal viaggio interiore, che chiede l’uscita da sé e procede incontro all’altro (e all’oltre) la relazione del prof. MARCO STRONA (Chiesa del Carmine, ore 17), dal titolo: “La mistica del pellegrinaggio da Ignazio di Loyola a papa Francesco”. Un incontro che proverà a leggere il discernimento di Papa Francesco, sul fenomeno della migrazione, a partire da una doppia matrice: la mistica ignaziana e la recezione latino-americana dell’ecclesiologia del “popolo di Dio”. Modererà l’incontro la prof.ssa Mariangela Maraviglia.

Sabato pomeriggio un altro appuntamento con due personalità di primo piano del mondo cattolico: MAURO MAGATTI e CHIARA GIACCARDI, entrambi docenti di sociologia all’Università Cattolica di Milano. «Il grande sistema tecno/economico, con la sua neutralità etica e le sue pretese di controllo — spiegano i due sociologi — vorrebbe rendere superflua la questione religiosa, ingabbiando la vita e il suo rischio in gabbie e schemi, ma dobbiamo scommettere che vale la pena metterci in cammino senza già sapere dove arriviamo: è il modo per rendere la vita un’avventura e non semplicemente un ripetere degli schemi già consolidati». Che cosa significa, per un cattolico, stare davvero nel proprio tempo, accettandone le sfide? Ci aiuteranno a pensarci Mauro Magatti e Chiara Giaccardi nell’incontro di sabato 9 ottobre alle 17 alla chiesa del Carmine a Pistoia. Introdurrà la prof.ssa Edi Natali.

Sabato sera alle 21, sempre nella Chiesa del Carmine, spazio per la presentazione evento del volume “Ritrovata Umanità” (Gli Ori, Pistoia 2021). Un testo nato dall’ispirazione di alcuni giovani, a partire dall’esperienza di una via Crucis, raccontata dalle fotografie in bianco e nero di MARIANGELA MONTANARI. La serata proporrà letture, suoni, visioni che scaturiscono dalle limpide profondità d’animo dei giovani.

La conclusione del Festival, domenica 10 ottobre prevede altri due appuntamenti di assoluto rilievo: alle 17, ancora nella Chiesa del Carmine, il filosofo SILVANO PETROSINO che proporrà una relazione dedicata a uno dei suoi ultimi lavori: “Il vivente e l’al di là dell’uomo: la logica del desiderio” (Vita e Pensiero, Milano 2019). Petrosino è filosofo internazionalmente noto per i suoi studi sul pensiero di Lévinas e Derrida, è professore ordinario presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove insegna Antropologia filosofica. Introdurrà la relazione la prof.ssa Edi Natali.

Conclude il cartellone degli eventi lo spettacolo di GIOVANNI SCIFONI “Anche i santi hanno i brufoli”. Lo spettacolo, contrariamente a quanto indicato in precedenza, avrà luogo presso il Piccolo Teatro Bolognini di Pistoia Domenica 10 ottobre alle ore 21. Restano ancora pochi posti disponibili.

Per le prenotazioni a questo e agli altri eventi, inviare un messaggio whatsapp o sms al numero 351 73 91 480 | ilinguaggideldivino@diocesipistoia.it. È necessario il Green Pass.

Segui gli eventi del festival attraverso i nostri approfondimenti su: www.settimanalelavita.it e il programma su www.diocesipistoia.it, ma anche attraverso le nostre pagine Facebook e Instagram (Diocesi di Pistoia).
Alcuni degli eventi in cartellone saranno disponibili sul canale You Tube diocesano nella playlist: Linguaggi del divino – Edizione 2021. (https://www.youtube.com/c/DiocesidiPistoiavideo )

PISTOIA 6 ottobre 2021




A Pistoia “Camminare sul mare”. Un dialogo sul Mediterraneo

Il Cardinale Gualtiero Bassetti, l’arcivescovo di Santiago e il patriarca latino di Gerusalemme a colloquio per “i linguaggi del divino 2021”

PISTOIA – Un incontro storico per Pistoia. Domenica 4 ottobre, all’interno del programma del festival teologico “I linguaggi del divino” si sono confrontati sul tema Mediterraneo come spazio di pace il presidente CEI Card. Bassetti, mons. Barrio Barrio, vescovo di Santiago di Compostella e mons. Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme. Ha coordinato il dibattito Marco Tarquinio, direttore di Avvenire.

Ecco alcuni stralci del dialogo di domenica:

 

Card. Gualtiero Bassetti

«Non è più accettabile concepire il Mediterraneo come un cimitero di “migranti ignoti” che muoiono a migliaia imbarcati sulle carrette del mare. Non più accettabile neanche considerare questo bacino soltanto come un luogo della disparità economica tra Nord e Sud. E non è più accettabile continuare i vecchi scontri di civiltà tra culture, eserciti e religioni diverse.

Ero studente di teologia quando La Pira avviò i colloqui sul Mediterraneo. La Pira aveva intuito la vocazione del Mediterraneo. Quella di essere una profezia di pace.

Il Mediterraneo ha una vocazione unica. È un piccolo mare, ma che bacia tre continenti: Europa, Asia, Africa. Una culla provvidenziale per lo sviluppo delle civiltà. Ci sarà uno scopo della Provvidenza su questo mare. Il Mediterraneo è anche il mare di Abramo: ha una vocazione, voluta da Dio, ha una missione, quella di essere profezia di pace. Chiamare tutti i vescovi del Mediterraneo a Bari è stata un’idea importante. E tra qualche mese ci saranno i sindaci del Mediterraneo a Firenze. Sono piccoli segni di fraternità di pace e di comunione tra noi».

 

Mons. Pierbattista Pizzaballa

«Molti dicono che ci sarà pace nel mondo finché non ci sarà a Gerusalemme, ma il mondo non può aspettare. A Gerusalemme ogni tradizione ha una sua narrativa su Gerusalemme, ognuna ritenuta parziale dagli altri. Il primo impatto con Gerusalemme crea disorientamento: la città che non è generosa con chi ha fretta. Però chi occasione di trascorrere qui più tempo, di abitarci, si rende conto che è una città inclusiva, veramente “casa di preghiera per tutti i popoli”».

Mons. Pizzaballa prende spunto da questa immagine per fare riferimento al libro dell’Apocalisse, «dove si parla della Gerusalemme celeste che scende sulla terra. L’Apocalisse la presenta come città dove non c’è tempo né sole, che vive nella luce pasquale, le cui dodici porte sono sempre aperte per ricevere i popoli che arrivano da tutta la terra. Una visione di quella che dovrebbe essere la nostra vocazione».

Le tensioni e i contrasti che si registrano a Gerusalemme non possono essere risolti, d’altra parte, prescindendo delle identità di ogni comunità religiosa. «Le identità forti — spiega Pizzaballa — sono un problema ma fino a un certo punto. Nel dialogo, qui in Terra Santa, è bene custodire le identità, i confini identitari – ha aggiunto – non dobbiamo avere paura, finiscono linguaggi, certe abitudini, ma le esperienze crescono, forse col tempo si potrà vedere come si sviluppa un nuovo mondo. Forse — conclude — non andrà tutto bene, ma i capisaldi della nostra fede resteranno sempre».

 

Mons. Juliàn Barrio Barrio

«La grande maggioranza dei pellegrini che arrivano a Santiago accoglie il messaggio che gli offre la nostra Chiesa. Abbiamo bisogno di offrirglielo. Non dobbiamo avere paura. A chi non ha trovato diciamo: continua a cercare». Mons. Barrio Barrio parla della sua lunga esperienza di vescovo a Santiago (ben 29 anni) affermando che «il pellegrinaggio oggi è un segno dei nostri tempi a cui dobbiamo fare attenzione. Ma i pellegrini vengono a noi e noi abbiamo bisogno di offrirgli la nostra esperienza di fede. Tutti dobbiamo aiutarci, pur con il senso di povertà che avvertiamo».

«Papa Francesco — ha aggiunto —, in suo discorso ha ricordato come in Santiago si incontrino il centro e la periferia. Questa realtà è piena di ricchezza, perché l’Europa si è fatta pellegrinando, per le strade. Oggi, più che mai, mi sembra che noi europei ci stiamo affidando soltanto ai nostri sforzi e volontarismi. Il cammino di Santiago è una provvidenza che ci aiuterà a riscoprire la nostra identità. Purtroppo oggi, in Europa, abbiamo un’antropologia che non è nemmeno umana. Il cammino di Santiago è un aiuto per tutti. Anche per quanti non sono cristiani».

Monsignor Pizzaballa, rispondendo alla domanda: “Nella bisaccia del pellegrino cosa metterebbe?” ha risposto: «Una signora molto povera arrivata dal Messico qui in Terrasanta aveva portato questo con sé soltanto due cose: una coperta e una Bibbia. Ecco mi sentirei di dire che aveva preso tutto».

 




Ragione e dialogo: teologia dell’incontro

Tutte le novità dei corsi proposti dalla Scuola di Formazione teologica diocesana

 

di Andrea Vaccaro

Il nuovo anno accademico della Scuola teologica diocesana si apre martedì 19 ottobre, con la prolusione dedicata al libro di Giuseppe Lorizio Semi di Logos – segni dei tempi (San Paolo, 2021). Lorizio, della Pontificia Università Lateranense, è uno dei massimi teologi italiani. Saranno presenti, oltre all’autore, anche il giornalista Mimmo Muolo di Avvenire e il prof. Francesco Gaiffi. Nel corso della serata, il Vescovo consegnerà i diplomi agli studenti che, nell’anno accademico 2020-21, hanno terminato il triennio e redatto la tesina finale.

 

Il libro Semi di Logos – segni dei tempi funge anche da introduzione al corso di approfondimento incentrato proprio sul tema dei ‘semina Verbi’. L’idea dei semi del Logos ( Logos spermatikos, semina Verbi) è stata ispirata ai Padri della Chiesa quando il cristianesimo è venuto ad incontrare le diverse religioni e le varie culture. Anziché riproporre l’antico scontro con gli altri dèi, i primi cristiani furono guidati sulla via dell’incontro. A parlare di “semi del Logos” in ambito cristiano, per la prima volta, è stato san Giustino, filosofo e martire, a rappresentare l’azione diffusa di Dio nel mondo anche prima e anche aldilà della Rivelazione cristiana. Il simbolo dei “semi” rifrange l’idea di frammenti di verità in nuce, di barlumi di Dio, di spiragli del Bene, gettati “a spaglio” sull’umanità di ogni dove e di ogni quando e raccolti dagli esseri umani al prezzo di ricerche razionali faticose e difficili.

Il termine “Logos” è preso direttamente dal prologo del Vangelo di Giovanni: «In principio era il Logos», poi tradotto in italiano con il “Verbo” o, ancora, la “Parola”. Alle orecchie degli ellenici e degli ellenizzati, tuttavia, questo termine non poteva suonare che come “Ragione”. San Giustino, intento a presentare ai romani il Cristianesimo come la vera filosofia procede su questa via dell’incontro. Il Logos, infatti, prosegue Giustino, era presente nel mondo ancor prima della sua Incarnazione avvenuta in Galilea e, ancor prima della sua Incarnazione, gli esseri umani ne parteciparono.

Il fatto che ne partecipassero non implica che vi aderissero, ovvero che agissero tutti secondo la guida della ragione. Coloro che, tuttavia, si lasciarono guidare dalla ragione, ovvero dal Logos, che poi si incarnerà in Cristo Gesù, possono anche denominarsi ‘cristiani’ ante litteram.

Con l’Incarnazione, poi, i puntiformi semi di Logos vengono assorbiti nella Rivelazione, come fiammelle alla luce del Sole di mezzogiorno. A partire dal IV secolo, alla visione universale delle varie forme di sapienza come semi di Logos, si viene a sostituire il principio extra ecclesiam nulla salus, che sembrò restringere la Grazia di Dio al solo perimetro della Chiesa e, come tale, fu assunto nella dottrina ufficiale con il Concilio Lateranense IV (1215) e la Bolla Unam sanctam di Bonifacio VIII del 1302. L’impostazione già si elasticizzò con il Concilio di Trento e si andrà via via allentando fino al Concilio Vaticano II, in un periodo in cui le cosiddette “teologie delle religioni” avevano già dato segno della loro presenza.

Oggi, il dialogo interreligioso, sempre in virtù del Logos, scorre a pieno regime e tale tendenza trova uno delle sue vette nell’affermazione contenuta nel Documento sulla Fratellanza umana per la pace e la convivenza comune, redatto da papa Francesco nel corso del viaggio apostolico negli Emirati arabi uniti nel febbraio 2019 e co-firmato anche dal Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb.

 

DAL 26 OTTOBRE

Il nuovo anno accademico

Da martedì 26 ottobre riprendono regolarmente i corsi della Scuola di formazione teologica diocesana. Quest’anno la Scuola propone anche due corsi complementari. La prof.ssa Edi Natali proseguirà il suo corso di Introduzione alla filosofia, mentre il prof. Giovanni Ibba inizierà a marzo il suo corso di Ebraico di I livello, con 8 incontri e un minimo di 10 iscritti.

Il 14 dicembre, con lezione congiunta di tutte le classi, si terrà la cerimonia di premiazione del I Concorso nazionale “Mons. G. Frosini” che, a cadenza biennale, premia la tesi in Teologia che, in Italia, ha maggiormente contribuito all’aggiornamento teologico, uno dei temi che stavano maggiormente a cuore al fondatore della Scuola diocesana.

Per iscrizioni: scuolateologia@diocesipistoia.it.

I corsi si svolgono il martedì dalle 21 alle 22.20 nel Seminario vescovile.

Per maggiori informazioni sui corsi