Credo? Ripartire dalle domande fondamentali

Sabato 5 ottobre aprirà il festival monsignor Rino Fisichella

L’edizione 2019 dei linguaggi del divino si apre con un interrogativo: Credo?

Abbiamo bisogno di tornare alle grandi domande, quelle essenziali e primarie. Un recente libretto pamphlet di Goffredo Fofi, L’oppio del popolo (Elèuthera 2019) mette in guardia dalla cultura elevata a sistema economico, “industria” del paese spesso ridotta a un «gran giro di soldi … e di chiacchiere» che intontisce piuttosto che far crescere. Ritornare alle grandi domande «che sono poi le grandi domande, diceva Tolstoj, che fanno i bambini: “perché sono al mondo?”, “perché ci sono i maschi e le femmine”, “perché ci sono i ricchi e i poveri?”, “perché le stelle girano e noi non giriamo?”, “e perché in quest’epoca e non in un’altra?” (…) Queste domande – prosegue Fofi- ogni analfabeta del passato prima o poi se le poneva, ma si direbbe che oggi “la cultura” abbia distrutto questa necessità per farci accettare montagne di parole mistificanti, per farci accettare ciò che al potere piace che noi accettiamo, nascondendocene lo squallore, la crudeltà, la perfidia..».

Provocazione che vale la pena cogliere in un tempo sovraccarico di proposte, distratto e alla fine, senza passioni. Ci sembra che valga la pena, dunque, aprirsi ad una domanda cruciale per ogni tempo e cultura, a maggior ragione per il nostro secolarizzato nuovo millennio che pure vive più o meno consapevoli forme di credenza, altre ne ricerca spasmodicamente fino al fondamentalismo, altre ne subisce senza neppure accorgersene.

La questione è ampia ma la nostra proposta si orienta nell’orizzonte della fede cristiana, aprendo alle riflessioni/provocazioni di teologi, docenti, credenti.
Aprirà il festival la prolusione di monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione. Monsignor Fisichella è esperto della riflessione attorno al credere, non soltanto per la sua formazione di teologo fondamentale, ma anche per aver curato importanti iniziative: dal giubileo della Misericordia, alle 24 ore per il Signore, alla giornata mondiale dei poveri, tutte a stretto contatto con la fede concreta del popolo di Dio. Il suo intervento si terrà nella chiesa di San Bartolomeo in pantano sabato 5 ottobre alle ore 17.

Seguirà un dialogo tra Domenico Mugnaini, giornalista e direttore di Toscana Oggi, con Andrea Gambetta, produttore cinematografico che ha realizzato insieme a Wim Wenders il film “Papa Francesco. Un uomo di parola”. Un’occasione per conoscere l’esperienza di un grande regista chiamato a raccontare uno dei (rari) “testimoni credibili” del nostro tempo; seguirà la proiezione del film.

Domenica 6 alle 17, nella sala capitolare del convento di San Francesco, don Alfredo Jacopozzi offrirà una relazione sul tema «nelle inquietudini dell’uomo post-moderno». Jacopozzi è direttore dell’ufficio cultura e del centro per il dialogo interreligioso dell’arcidiocesi di Firenze. Grande conoscitore e appassionato delle proposte spirituali orientali fa parte della scuola di formazione della comunità mondiale di meditazione cristiana (WCCM). Docente di Storia delle religioni alla Facoltà Teologica dell’Italia Centrale è autore di diversi libri e articoli in ambito di scienze delle religioni. Non mancate.




Il nuovo anno della Scuola diocesana di teologia

Un’occasione per approfondire, aggiornarsi, imparare a pensare e comunicare la fede oggi

Approfondire la fede cristiana, aggiornarsi intorno alle recenti acquisizione teologiche, imparare a comunicare gli elementi fondamentali del cristianesimo in forma corretta e idonea alla mentalità contemporanea, esercitare il “pensare cristiano”, agevolare  l’ascolto della Parola, sono alcuni degli obiettivi che la Scuola di formazione teologica diocesana pone, sin dalla costituzione, nel suo piano di lavoro. Si può usare, per sintetizzare, anche l’espressione “evangelizzazione verticale”, nel senso di approfondimento personale del Vangelo, per poterlo incarnare in forma sempre più adeguata nel modo di pensare, di giudicare, di agire.

Rivolto, pertanto, a tutti i cristiani, nonché a coloro che, pur non sentendosi cristiani, hanno piacere di conoscere seriamente i contenuti del cristianesimo e, al contempo, delineare in modo più marcato la propria identità religiosa, la Scuola offre i consueti tre anni di formazione, con una lezione alla settimana, in orario serale, per un totale di 21 incontri annui.

Ogni anno vengono introdotte 7 discipline fondamentali e a ciascuna sono dedicate tre incontri, per tratteggiarne, in sintesi, i concetti di riferimento fondamentali,

Le classi, solitamente composte da 15/20 iscritti, permettono un dialogo educativo aperto, creando anche relazioni interpersonali spesso gratificanti non meno della crescita culturale.

Al termine di ogni corso è possibile confrontarsi con i docenti tramite un esame non obbligatorio, inteso proprio come occasione per verificare il grado di acquisizione dei contenuti.

Martedì 8 ottobre, data della Prolusione, la segreteria è disponibile per ogni informazione.

Andrea Vaccaro

 

Il calendario del nuovo anno accademico

Scuola di Formazione Teologica

Prolusione della scuola teologica

martedì 8 ottobre, ore 21,00

Prof. don Piero Ciardella, docente di filosofia teoretica all’ISSR di Pisa

La fede… sotto inchiesta

Una lettura teologica dell’opera “Mass” di Leonard Bernstein

 

 

Calendario delle lezioni del primo anno

Teologia fondamentale
Prof. Andrea Vaccaro
15-22-29 ottobre

 

Storia della Chiesa/1
Prof. Mariangela Maravigia
5-12-19 novembre

 

Introduzione alla Liturgia
Don Luca Carlesi
26 nov.  3-10 dic

 

Cristologia
Prof.ssa Edy Natali
14-21-28 gennaio

 

L’uomo nella cultura contemporanea
Don Italo Marcantelli
4-11-18 febbraio

 

Introduzione alla Morale
Mons. Fausto Tardelli
25 febbraio 3-10 marzo

 

Introduzione alla S. Scrittura
Prof. Andrea Vaccaro
17-24-31 marzo

 

Calendario delle lezioni del secondo e  terzo anno

Sacra Scrittura:  Libro di Giona
Don Cristiano D’Angelo
15-22-29 ottobre

 

Liturgia: Preghiera liturgica
Don Luca Carlesi
5-12-19 novembre

 

Cristo rivelatore di Dio
Prof.ssa Edy Natali
26 nov.  3-10 dic.

 

Patrologia
Don Italo Marcantelli
14-21-28 gennaio

 

Morale familiare
Mons. Fausto Tardelli
4-11-18 febbraio

 

Ecclesiologia
Prof.ssa Francesca Ricci
25 febbraio 3-10 marzo

 

Storia della Chiesa/2
Prof. Mariangela Maraviglia
17-24-31 marzo 7 aprile

 

Sede: Seminario di Pistoia
Via Puccini, 36 – 51100 Pistoia
Martedì dalle ore 20,45 alle ore 22,15

 




«Credo?» A ottobre la terza edizione dei linguaggi del divino

Il festival di teologia, che si svolgerà il prossimo ottobre in città, avrà per tema la domanda cruciale: “Credo?”

«Credo. Aiutami nella mia incredulità». Questa affermazione fragile ma colma di attesa, fiduciosa e consapevole allo stesso tempo, dà il titolo all’edizione 2019 de “i linguaggi del divino”, un evento giunto ormai alla sua terza edizione e che si configura come un vero e proprio festival di teologia.

La proposta di questa nuova edizione dei Linguaggi del divino offre l’opportunità di approfondire il tema del credere oggi con l’aiuto di figure di primo piano della riflessione teologica italiana. L’apertura del programma, prevista per il 5 ottobre alle 17, è affidata a monsignor Rino Fisichella, presidente del pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, che tratterà il tema “credere oggi”. La stessa sera, alle 20.30, Andrea Gambetta, produttore cinematografico, racconterà della sua esperienza a fianco di Wim Wenders, nella produzione del docufilm «Papa Francesco. Un uomo di parola» (Pope Francis – A Man of His Word, 2018).

Ricordiamo, tra i relatori la prof.ssa Cecilia Costa (10 ottobre ore 21) sociologa, nominata recentemente da papa Francesco consultore della segreteria generale del sinodo dei vescovi; don Luigi Maria Epicoco (venerdì 11 ottobre ore 17), lo scrittore Davide Rondoni (sabato 19 ottobre ore 10.30).

«Parlare del “credere” oggi – afferma il vescovo Tardelli – a dispetto di quanto sembrava dominare il pensiero qualche decennio fa, non significa affatto affrontare un tema marginale o del tutto secondario. Nel mondo plurale di oggi le dinamiche “credenti” custodiscono una evidente vivacità, non soltanto per le tensioni –purtroppo anche drammatiche – che hanno animato l’inizio del nuovo millennio, ma anche per le diverse “credenze” diffuse oggi: da quelle legate alle fake news, a quelle di una politica manipolatoria; da quanto si lega a temi più o meno attuali (ad esempio la polemica sui vaccini) ai diversi tipi di dieta (vegetarianesimo, veganesimo), fino agli orizzonti più incredibili (terrapiattisti, teorici del sospetto). Insomma, “credere” appartiene, forse anche nella sua forma più secolarizzata, all’uomo contemporaneo. Oggi il vero nemico del credere non è più l’ateismo militante o l’ideologia, ma l’indifferenza. Papa Francesco aggiungerebbe “la tristezza individualista” dell’uomo immerso nel mondo dei consumi, la “coscienza isolata” di chi resta sulla superficie delle realtà e delle relazioni».

Anche quest’anno gli eventi saranno ospitati in alcuni – unici – ambienti ecclesiali della città di Pistoia: la chiesa romanica di San Bartolomeo in Pantano, l’ex refettorio del convento di San Domenico con la sua splendida galleria di affreschi, la sala capitolare tardogotica del convento di San Francesco.

A fianco degli eventi ordinari è in programma lo spettacolo “Oltre me”, una performance completamente ideata e prodotta da un gruppo di giovani che “andrà in scena” il 19 e 20 ottobre nella suggestiva cornice del battistero di San Giovanni in Corte.

I dettagli del programma, le riflessioni, i materiali informativi dei singoli eventi saranno disponibili sul sito diocesano (ww.diocesipistoia.it) e sui nostri canali social.

(foto di Mariangela Montanari)

 

Documentazione

i linguaggi del divino 2019 booklet

volantino linguaggi 2019




La vecchia chiesa di San Biagio riapre i battenti

Dopo anni di danni e lavori è finalmente riaperta ai fedeli

Terminati i lavori di restauro ha finalmente riaperto i battenti la vecchia chiesetta di San Biagio in Cascheri. La chiesa fu edificata sul finire del XIX secolo, al posto di un antico luogo di culto medievale. L’edificio attuale fu consacrato dal vescovo Sozzifanti nel 1879. È davvero sorprendente e sconcertante scoprire come nell’ultimo cinquantennio ben quattro volte la chiesetta abbia subito ferite micidiali. Sul finire degli anni sessanta del secolo scorso cadde una grossa parte del tetto e la chiesa per anni rimase chiusa; nel 1995 un incendio devastò tutto l’interno fondendo fra l’altro l’antico organo a canne della ditta Tronci collocato sulla cantoria di ingresso; un tremendo fulmine nel maggio del 2001 distrusse il campanile e danneggiò le coperture di tutto il complesso parrocchiale; infine, nel marzo 2018, si è verificata la caduta di una parte notevole della volta del tetto con la necessità di mettere sicurezza tutta la superficie. A seguito di questo incidente la chiesa è stata chiusa immediatamente in attesa delle indagini statiche e dei permessi delle autorità preposte.

Finalmente, dopo la gara di appalto e l’affidamento dei lavori alla ditta Cesare di Città di Castello, sotto la direzione dell’architetto Marco Biagini e la consulenza alla sicurezza dell’architetto Gabriele Niccolai, il tetto è stato ripristinato. Completati i lavori restano da coprire le spese; a tal proposito è stata indetta una speciale sottoscrizione popolare.

La parrocchia di San Biagio in Cascheri celebra la riapertura della vecchia chiesa e festeggia il cinquantesimo anniversario della nuova chiesa parrocchiale. La nuova chiesa prossima a Viale Adua, progettata dall’architetto Roberto Nardi, fu aperta ai fedeli nel 1969.

La nuova chiesa di San Biagio ha 50 anni: un pezzo importante di storia della popolazione di San Biagio punteggiato di luci ed ombre, eventi lieti e tristi, soddisfazioni e problemi come nelle vicende di ogni persona, di una famiglia e di una comunità.

La chiesa parrocchiale, d’altra parte, non è un edificio a sé stante avulso dalla vita reale della gente: è un po’ la cassa di risonanza dei sentimenti e degli eventi di un popolo: è una casa comune,un luogo che ci appartiene, una tenda che ci offre una sosta benefica nel cammino variegato e spesso complicato della vita. Ed è per questo che ripercorrere momenti significativi di questa storia collettiva potrebbe essere l’occasione per riscoprire o rarrivare il nostro senso comunitario, per gustare la bellezza e utilità di sentirsi membri di una grande famiglia. Nella vita di una famiglia, nello svolgersi delle situazioni familiari, accanto al padre c’è sempre una mamma, così sullo sfondo delle nostre riflessioni delle varie iniziative c’è lei: la Vergine Santa!

Don Piero Vannelli

PROGRAMMA DEI FESTEGGIAMENTI

Sabato 7 settembre, ore 20
Cena su prenotazione; ore 21 serata musicale con il coro polifonico di San Biagio. Festeggiamo con i brani che hanno fatto cantare più di una generazione.

Domenica 8 settembre
sante messe alle ore 9 ,11 e 19.
La Santa messa delle ore 11 sarà presieduta da Monsignor vescovo Fausto Tardelli. Alle ore 12 benedizione della chiesina vecchia e pranzo comunitario.

Da Lunedì 9 a giovedì 12 settembre, ore 21
Preghiera del Rosario nel giardino della chiesa, con riflessione sulla Madonna e sulla chiesa di Papa Francesco a cura del prof. Andrea Vaccaro

Giovedì 12 e venerdì 13 settembre, ore 21
Santa messa in suffragio di tutti i parrocchiale parrocchiani defunti, con particolare menzione di quelli deceduti nel 2018.

Sabato 14 settembre, ore 15.30
Pomeriggio di giochi con i ragazzi: ore 20 cena. A seguire serata animata dal duo Claudio e Stefania.

Domenica 15 settembre
Santa messa ore 9 e 11. Al termine della messa delle 11, benedizione delle automobili.
ore 15.30: Santa messa con processione accompagnata dalla banda Borgognoni sul seguente itinerario: Piazza della Chiesa, via fratelli Rosselli, via Allende, via San Biagio in Cascheri; alla vecchia chiesa ritorno in via Masaccio e poi in Piazza della Chiesa.

 




«Credo?» A ottobre la terza edizione dei linguaggi del divino

Il festival di teologia, che si svolgerà il prossimo ottobre in città, avrà per tema il credere oggi.

«Credo. Aiutami nella mia incredulità». Questa affermazione fragile ma colma di attesa, fiduciosa e consapevole allo stesso tempo, dà il titolo all’edizione 2019  de  “i linguaggi del divino”, un evento giunto ormai alla sua terza edizione e che si configura come un vero e proprio festival di teologia.

La proposta di questa nuova edizione dei Linguaggi del divino offre l’opportunità di approfondire il tema del credere oggi con l’aiuto di figure di primo piano della riflessione teologica italiana. L’apertura del programma, prevista per il 5 ottobre alle 17, è affidata  a  monsignor Rino Fisichella, presidente del pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, che tratterà il tema “credere oggi”. La stessa sera, alle 20.30, Andrea Gambetta, produttore cinematografico, racconterà della sua esperienza a fianco di Wim Wenders, nella produzione del docufilm «Papa Francesco. Un uomo di parola» (Pope Francis – A Man of His Word, 2018).

 

Ricordiamo, tra i relatori la prof.ssa Cecilia Costa (10 ottobre ore 21) sociologa, nominata recentemente da papa Francesco consultore della segreteria generale del sinodo dei vescovi; don Luigi Maria Epicoco (venerdì 11 ottobre ore 17), lo scrittore Davide Rondoni (sabato 19 ottobre ore 10.30).

«Parlare del “credere” oggi – afferma il vescovo – a dispetto di quanto sembrava dominare il pensiero qualche decennio fa, non significa affatto affrontare un tema marginale o del tutto secondario. Nel mondo plurale di oggi le dinamiche “credenti” custodiscono una evidente vivacità, non soltanto per le tensioni –purtroppo anche drammatiche – che hanno animato l’inizio del nuovo millennio, ma anche per le diverse “credenze” diffuse oggi: da quelle legate alle fake news, a quelle di una politica manipolatoria; da quanto si lega a temi più o meno attuali (ad esempio la polemica sui vaccini) ai diversi tipi di dieta (vegetarianesimo, veganesimo), fino agli orizzonti più incredibili (terrapiattisti, teorici del sospetto). Insomma, “credere” appartiene, forse anche nella sua forma più secolarizzata, all’uomo contemporaneo. Oggi il vero nemico del credere non è più l’ateismo militante o l’ideologia, ma l’indifferenza. Papa Francesco aggiungerebbe “la tristezza individualista” dell’uomo immerso nel mondo dei consumi, la “coscienza isolata” di chi resta sulla superficie delle realtà e delle relazioni».

Anche quest’anno gli eventi saranno ospitati in alcuni – unici – ambienti ecclesiali della città di Pistoia: la chiesa barocca di Sant’Ignazio di Loyola, l’ex refettorio del convento di San Domenico con la sua splendida galleria di affreschi, la sala capitolare tardogotica del convento di San Francesco.

A fianco degli eventi ordinari è in programma lo spettacolo “Oltre me”, una performance completamente ideata e prodotta da un gruppo di giovani della diocesi di Pistoia che “andrà in scena” il 19 e 20 ottobre nella suggestiva cornice del battistero di San Giovanni in Corte.

 

SCARICA O LEGGI  IL PROGRAMMA DEFINITIVO

SABATO 5 OTTOBRE ORE 17

Chiesa di San Bartolomeo

Mons.Rino Fisichella

Credere oggi

 

ORE 21

Chiesa di San Bartolomeo

In dialogo con Andrea Gambetta

Produttore del docufilm di WIM WENDERS

«Papa Francesco. Un uomo di parola»

Modera DOMENICO MUGNAINI, Direttore di Toscana Oggi

 a seguire proiezione del film

 

 DOMENICA 6 OTTOBRE ORE 17

Sala capitolare Convento San Francesco

Alfredo Jacopozzi

Nelle inquietudini dell’uomo postmoderno

 

GIOVEDÌ 10 OTTOBRE ORE 17

Sala conferenze Convento San Domenico

Benedetta Rossi

La Scrittura racconta il credere

«Credo, aiutami nella mia incredulità» (Mc 9,24)

 

ORE 21

Sala conferenze Convento San Domenico

Cecilia Costa

Giovani e fede

 

VENERDÌ 11 OTTOBRE ORE 17

Sala conferenze Convento San Domenico

Luigi Maria Epicoco

Credere, oltre (o nelle) ferite?

 

 

SABATO 12 OTTOBRE ORE 11.00

Sala conferenze Convento San Domenico

Andrea Lonardo

Si può ancora credere nella Genesi?

 

ORE 16

Sala capitolare Convento San Francesco

Giovanni Ferretti

Verso un nuovo statuto del credere cristiano in età secolare

 

DOMENICA 13 OTTOBRE ORE 17

Sala conferenze Convento San Domenico

Maria Ignazia Angelini

Dall’ascolto, la fede impossibile e necessaria

«Se tu puoi?» (Mc 9,23).

Sala capitolare Convento San Francesco

GIOVEDÌ 17 OTTOBRE ORE 17

Franco Mosconi

La fede onnipotente

Sala capitolare Convento San Francesco

 

SABATO 19 OTTOBRE ORE 10.30

Sala capitolare Convento San Francesco

Davide Rondoni

La poesia mette a fuoco la vita

La giovinezza è cercare i segni dell’infinito

 

ORE 17

Andrea Vaccaro

Sala capitolare Convento San Francesco

Intelligenza spirituale e neuroateismo

Evoluzioni della generazione incredula

 

19 OTTOBRE – 20 OTTOBRE ORE 21

Battistero di San Giovanni in Corte

“OLTRE ME”

Credere a Pistoia in musica e parole

 




Al via la nuova edizione del festival di Musica Antica

Ottaviano Tenerani, del gruppo “Il Rossignolo”, presenta un programma ricco di appuntamenti. L’iniziativa è organizzata dall’Accademia Internazionale d’Organo e Musica Antica Giuseppe Gherardeschi di Pistoia

Quando si svolgerà a Pistoia il festival e dove? Quali sono le finalità di questa iniziativa?

Pistoia Musica Antica è un’esperienza didattica e concertistica rivolta a tutti gli appassionati e ai professionisti dell’approccio al repertorio musicale secondo criteri filologici. L’edizione 2019 si svolge presso l’Accademia Gherardeschi (Chiesa di S. Ignazio di Loyola) e in altri luoghi predisposti a questo tipo di attività (Cattedrale, Chiesa del Carmine) dall’1 al 6 luglio. Le lezioni si terranno mattina e pomeriggio. I concerti vedranno impegnati gli studenti a partire dal 1 Luglio in Cattedrale (Maki Nishimura, organo) per proseguire il 4 Luglio in Accademia (Bianca Barsanti, soprano e Michele Salotti, clavicembalo), il 6 Luglio in S. Ignazio con il concerto finale dei corsisti, il 9 Luglio ancora in S. Ignazio (Maki Nishimura, organo) e termineranno il 10 luglio con Keiko Kaihatsu (organo) alla Chiesa del Carmine.
In questa edizione sono attivi i corsi di canto barocco, flauto traverso, flauto dolce e oboe, violino barocco, tastiere storiche e basso continuo, musica d’insieme.

Chi promuove l’evento?

L’evento è promosso e organizzato dall’Accademia Internazionale d’Organo e Musica Antica Giuseppe Gherardeschi di Pistoia in collaborazione con il gruppo Il Rossignolo, complesso su strumenti originali in residence presso l’Accademia per progetti didattici e artistici.

Cosa si intende per “musica antica”?

Per musica antica s’intende generalmente la musica colta composta in Europa fino a tutto il secolo XVIII. Più in generale si è però inteso l’insieme delle musiche di cui si era interrotta tradizione esecutiva e quindi sono oggi comprese anche quelle composte entro tutto il XIX secolo. Ciò che ha inizialmente distinto la “musica antica” è il fatto che la sua esecuzione si basa sull’impiego di strumenti musicali “storici” e su una ricerca musicologica che attinge direttamente alle fonti originali. Nel corso degli anni si sono però moltiplicati progressivamente in tutta Europa, negli Stati Uniti d’America e in Giappone i complessi vocali e strumentali specializzati in tutti i vari aspetti di questo vasto ambito musicale, sono nate riviste specializzate, festival e stagioni concertistiche, e un mercato discografico specifico. Le conoscenze in campo interpretativo, organologico e tecnico si sono notevolmente accresciute e ad oggi il concetto di historically informed performance è stato applicato – come detto – anche al repertorio classico e romantico.

In questo festival verranno dunque usati degli strumenti antichi, quali?

Sarà impiegato tutto il cospicuo parco strumenti dell’Accademia; vari e importanti organi, tutti gli strumenti a tastiera in dotazione (clavicembali, fortepiano, clavicordo, virginale) e i preziosi strumenti a fiato (oboe e flauti traversi) su cui gli studenti potranno affrontare e sperimentale i vari stili e repertori come momento fondamentale di esperienza artistica e formativa. L’Accademia è particolarmente lieta e orgogliosa di questa ricchezza strumentale che ne fa un polo, per possibilità di studio rivolte agli studenti, unico e privilegiato nel panorama nazionale.

C’è interesse nei giovani per questa proposta musicale?

Decisamente e i numeri parlano chiaro. In questi ultimi sette anni centinaia di studenti in una fascia che varia dalle scuole elementari (avviamento alla musica) fino al livello post universitario di perfezionamento (provenienti da Europa, Stati Uniti e Giappone) hanno frequentato e dato vita alle iniziative dell’Accademia. A partire dal 2017 oltre quaranta sono stati gli appuntamenti annuali tra i vespri d’organo, i corsi, le masterclass, i concerti degli studenti, i concerti delle istituti ospiti, i concerti presso altre istituzioni. Le collaborazioni con i conservatori di Trieste, Genova, Firenze, Siena, Pesaro, Reggio Calabria, Cosenza, Cagliari, l’Accademia di Shirakawa in Giappone e l’Istituto Musicale Diocesano di Lucca, il Museo di San Colombano/Collezione Tagliavini di Bologna; le iniziative per le scuole elementari e medie delle provincie di Pistoia e Pisa e i progetti con l’Accademia Strata di Pisa, l’Accademia della Chitarra di Pontedera, la Scuola Bonamici di Pisa, l’Orchestra Suzuki toscana, la scuola Mabellini e l’orchestra Leonore di Pistoia. Molti i contatti con ulteriori Istituzioni italiane e straniere in via di definizione e sviluppo.

Chi è interessato a chi può rivolgersi?

Per informazioni: Accademia Internazionale d’Organo e Musica Antica “Giuseppe Gherardeschi”, Piazza Spirito Santo 8, 51100 Pistoia; Telefono: +39 0573 28787 – info@accademiagherardeschi.info
Oppure: Il Rossignolo – www.ilrossignolo.com – info@ilrossignolo.com – didattica@ilrossignolo.com

Daniela Raspollini




Al Bolognini un doppio appuntamento con il teatro del riscatto

PISTOIA – Doppio spettacolo teatrale per il Ceis nel teatro Bolognini. L’appuntamento, fissato per venerdì 21 giugno alle 21, prevede la messa in scena della performanceNew Blood”, organizzata dal gruppo di teatroterpia del Ceis di Pistoia.

A seguire sarà possibile applaudire lo spettacolo “La casa di Vittoria”, curato dalla compagnia “Patate e Cipolle” in collaborazione con la comunità per minori e giovani adulti di “Masotti”.

La performanceNew Blood” nasce come risultato degli incontri di Teatroterapia tenuti presso le comunità “Il Poggiolino” e “Casa dei Glicini” del Centro di Solidarietà di Pistoia. Gli incontri sono iniziati la scorsa estate, ed hanno portato i partecipanti a conoscere il proprio corpo come strumento sensitivo, emotivo e non solo relazionale.
Vittoria, ovvero la protagonista della seconda performance «non esiste, ma proprio per questo diventa una, nessuna, centomila, più reale delle apparenze – affermano i ragazzi ideatori dello spettacolo –.

«Vittoria è nata per sbaglio, quasi fosse una nostra proiezione o alter ego, ma noi abbiamo deciso di portarla in scena. Perchè se Vittoria non voleva uscire dalla sua stanza, noi potevamo farci entrare il mondo. Esplorando le sue emozioni e mettendole in musica, scrivendo una lettera o creando storie per immagini e parole, abbiamo cercato di rendere visibile il suo vissuto interiore». «Questa iniziativa nasce con l’intento di portare in un contesto di grande prestigio come il palco del Bolognini il lavoro di questi ragazzi – afferma Franco Burchietti, presidente del Ceis di Pistoia -. Il teatro con le sue tecniche aiuta questi giovani e meno giovani ad affrontare un percorso di recupero molto faticoso, a tratti davvero impossibile, tirando fuori le emozioni che li hanno accompagnati nel loro viaggio di ritorno a “sentire”».

M.C.




La storia millenaria del monastero delle Benedettine

Venerdì 21 giugno alle 17, a Palazzo de’ Rossi in via de’ Rossi 26, si terrà la presentazione del libro Storia del monastero benedettino di Santa Maria degli Angeli di Pistoia, di Elettra Giaconi.

Venerdì 21 giugno alle 17 nella sede del palazzo de Rossi, via de Rossi 26, la Fondazione Cassa di Risparmio presenterà il volume di Elettra Giaconi Storia del monastero benedettino di Santa Maria degli Angeli o di Sala di Pistoia a cura di A. Agostini e M.C. Pagnini. La presentazione è affidata alle competenze diverse e complementari di Francesco Salvestrini (Università di Firenze), di sorella Costanza Pagliai (Apostole della consolata) e del can. Diego Pancaldo (Facoltà teologica dell’Italia centrale) e sarà coordinata dal presidente della Fondazione Luca Iozzelli.

 

Durante gli anni venti del secolo scorso donna Angelica Liserani, sollecitata o, e si preferisce, incaricata da «persone autorevoli», scrisse, su basi rigorosamente documentarie una Storia del monastero benedettino da Sala, al quale apparteneva. Ma perché proprio a lei un simile incarico? Probabilmente perché poco prima aveva scritto un libretto in memoria di due valenti badesse, dimostrandovi quella capacità di equilibrio compositivo e di chiarezza espressiva, di cui ci si poteva aspettare che avrebbe dato – e in effetti dette ben più ampia e convincente prova ricostruendo la storia ultra millenaria del suo monastero in Memorie e ricordi 650-1900.

Quasi un secolo dopo a Pistoia, forse soltanto Elettra Giaconi avrebbe avuto la pazienza e la competenza specifica – pazienza nata appunto dalla competenza, cioè dalla familiarità intellettuale con l’argomento – per trascriverne e portarne a stampa, come esemplarmente ha fatto, le circa trecento pagine. Queste sono precedute da una lunga introduzione nella quale, fra i loro aspetti più significativi,Elettra mette in rilievo «la stretta connessione fra la storia interna e la storia esterna al monastero» e l’intreccio de «i fatti interni a quelle mura con le vicende personali delle varie monache e degli altri personaggi che compaiono sulla scena».

Ma non solo le trecento pagine del testo, anche le venti della introduzione sono troppe per seguirne qui gli sviluppi e trarne più di qualche sporadica osservazione. Per esempio, il luogo comune – a cui non poco hanno contribuito, da Diderot a Manzoni, gli autori i romanzi – secondo il quale di solito le fanciulle sono costrette a prendere il velo contro la loro volontà, viene messo in discussione da casi concreti come quello di Domenica Gerbi di San Marcello che, destinata al matrimonio, nel 1581 morì dal dispiacere di dover lasciare il monastero; o quello della novizia che nel 1842 fu rimandata a casa «non volendola trattenere fra le quattro mura del chiostro dal momento che mostrava di starci a disagio». Del resto il monastero è uno dei pochi luoghi – forse l’unico – dove fino all’800 inoltrato una donna può far valere, se ne ha, le proprie capacità organizzative, amministrative e direttive, politiche insomma, ed esercitare un potere istituzionalizzato, come dimostra la successione delle badesse che qui costituisce il filo conduttore di tanti secoli di storia.

Questo lavoro di Elettra Giaconi è stato assecondato con intelligente impegno sia dalle curatrici A. Agostini e M.C. Pagnini, che lo hanno anche arricchito di due interessanti “focus”, rispettivamente su monsignor Giovanni Visconti e sulle vicende architettoniche del palazzo Tolomei; sia dalla casa editrice Polistampa che ne ha fatto una edizione, bella fin dalla copertina, dove con grande eleganza e attinenza al testo si disegna il giglio di biblica e virgiliana memoria.

 

Programma della presentazione

Saluti

Luca Iozzelli, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia

Alessandro Tomasi, Sindaco di Pistoia

 

Intervengono

Prof. Francesco Salvestrini

Università degli Studi di Firenze

Sorella  COSTANZA PAGLIAI

Apostole della Consolata

can. DIEGO PANCALDO

Facoltà teologica Italia Centrale

Sarà presente l’autrice

Ingresso libero fino a esaurimento posti.

Elettra Giaconi, Storia del monastero benedettino di santa maria degli angeli o di sala di Pistoia a cura di A. Agostini e M.C. Pagnini, Edizioni Polistampa, Firenze 2019.




Meditazione e musica a Pistoia

Due concerti di Bach e una riflessione del vescovo Tardelli. Le proposte musicali, a cura di Floema coinvolgeranno diverse ensemble di musicisti e due clavicembali dell’Accademia Gherardeschi

Dopo la chiusura della sua seconda edizione, Floema torna a portare la musica d’arte nel tessuto cittadino con due incontri speciali fuori programma, per l’esecuzione di altrettante Cantate di Johann Sebastian Bach: un’occasione assolutamente unica per ascoltare queste straordinarie composizioni nel contesto originario per cui furono concepite. Protagonisti musicali di questi incontri speciali saranno tre diversi ensemble strumentali costituiti da musicisti dell’Orchestra Leonore con alcuni ospiti, insieme a Michiko Kato (cembalo) e Umberto Cerini (organo e maestro del Coro), e al Coro Polifonico della Scuola di Musica e Danza “T. Mabellini”, sotto la direzione di Ottaviano Tenerani. Al loro fianco si avvicenderanno le voci soliste di Benedetta Gaggioli e Angjela Ramai (soprani), Giulia Bravi (mezzo soprano), Edoardo Ballerini (tenore), Alessandro Martinello (basso).

L’Accademia d’Organo Gherardeschi ha collaborato fornendo i due clavicembali necessari. Ottaviano Tenerani è il coordinatore della sezione musica antica della stessa Accademia.

Domenica 16 giugno alle 21, il concerto sarà accompagnato da una meditazione col vescovo. Nella chiesa di S. Ignazio, infatti, si terrà la Cantata BWV 174 Ich liebe den Höchsten von ganze Gemüte (“Amo l’Altissimo con tutto il cuore”), composta originariamente per il Lunedì di Pentecoste ed eseguita per la prima volta il 6 giugno 1729. Il testo della sonata, ispirato al Salmo 17 e al dialogo notturno tra Gesù e Nicodemo.

Infine, il secondo appuntamento è per sabato 22 giugno alle 18 presso la Cattedrale di San Zeno a Pistoia, di nuovo durante la celebrazione della messa, con la Cantata BWV 52 Falsche Welt, dir trau ich nicht! (“Mondo ingannatore, di te non mi fido!”), composta per la ventitreesima domenica dopo la Trinità ed eseguita per la prima volta il 24 novembre 1726.




Andrea del Verrocchio a Pistoia

Lunedì 27 maggio una conferenza del prof. Andrea de Marchi, storico dell’arte, ha illustrato l’opera e i capolavori pistoiesi del maestro di Leonardo.

Che il 2019 fosse un anno di grande risonanza per l’arte del Rinascimento lo si è più e più volte evinto da tutti gli eventi e manifestazioni che si sono susseguiti in memoria dei cinquecento anni dalla morte di Leonardo da Vinci. Ma l’appuntamento che potremo definire “il fiore all’occhiello” di questo anno così importante è la mostra che dal 9 marzo al 14 luglio decora le sale fiorentine di Palazzo Strozzi, dedicata al maestro del celebre Leonardo, ovvero Andrea del Verrocchio.

Una mostra di spiccato pregio, curata dal professore di storia dell’arte medievale della Scuola Normale Superiore di Pisa Francesco Caglioti e dal professore di storia dell’arte medievale dell’Università di Firenze Andrea De Marchi, che offre, grazie ad importanti concessioni da parte di istituzioni straniere ed italiane, un quadro generale sull’arte che caratterizzava Firenze tra il 1460 ed il 1490. Prestiti che arrivano anche dalla Diocesi di Pistoia e dai Musei Civici della città; infatti sono state esposte tre opere pistoiesi legate al maestro Verrocchio ovvero il busto di Salvatore di Agnolo di Polo del Museo Civico di Pistoia, l’affresco raffigurante San Girolamo e una santa martire dal convento di San Domenico e la celebre tavola della Madonna di Piazza conservata nella cattedrale di San Zeno.

Queste sono le premesse per la conferenza, o meglio, la  lectio magistralis tenuta dal professor De Marchi nelle sale del Museo dello Spedale del Ceppo a Pistoia lunedì 27 maggio.

Un convegno che è stato presentato dalla direttrice dei Musei Civici Elena Testaferrata, con la graditissima partecipazione di monsignor Fausto Tardelli e gremita di “tecnici” e di curiosi e appassionati.

Il professor De Marchi ha illustrato magistralmente gli elementi principali per riconoscere la firma pittorica di Andrea del Verrocchio partendo dall’analisi del suo percorso formativo. Una contaminazione che si rifà ai suoi primi anni da orefice e che delinea una spiccata attenzione per il tratto nitido e per la ricerca dell’essenza formale di ogni elemento raffigurativo. Una ricerca quasi plastica delle forme geometriche connessa direttamente con la sua propensione per la scultura. Tutto questo unito alla volontà di indagare nell’animo umano, cercando, in ogni soggetto rappresentato dal maestro, di cogliere l’attimo di grande tensione emotiva in uno scenario irradiato da una rassicurante luce Celeste.

Ma ciò che ha reso l’incontro, a mio avviso, di inestimabile valore è stata l’analisi delle differenze pittoriche che il professor De Marchi ha mostrato sul maestro Verrocchio ed i suoi allievi: Lorenzo di Credi e Leonardo da Vinci. E lo ha fatto confrontando alcune immagini ingrandite di paesaggi quasi lunari, analizzando i riccioli di alcuni angeli rappresentati a fianco della Vergine Maria, mostrando le differenze nei vari studi di panneggio e avvalendosi delle analisi svolte presso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze con la tecnica della riflettografia. De Marchi ha guidato ognuno dei partecipanti al convegno in un percorso evolutivo per comprendere a fondo i vari “canoni” e per poterli confrontare nella grande pala della Madonna di Piazza. Un lavoro commissionato ad Andrea del Verrocchio nel 1474/1475, ma terminato da Lorenzo di Credi circa dieci anni dopo che, grazie alla minuziosa spiegazione del professore, presenta molto probabilmente varie contaminazioni anche da parte dello stesso Leonardo da Vinci.

Un convegno che sicuramente ha messo in luce le caratteristiche dell’animo pittorico dei protagonisti del primo Rinascimento fiorentino, gettando le solide basi di quello che potremo definire “protoclassicismo” e che è e sarà un veicolo conduttore per gli spettatori presenti che ancora non hanno visitato la mostra Verrocchio, il maestro di Leonardo.

Silvia Gualandi