La preghiera e la benedizione del Papa per il Sinodo diocesano: “Andate avanti con fiducia, gioia e coraggio”
“Vi assicuro la mia preghiera per il Sinodo diocesano. Andate avanti con fiducia, gioia e coraggio, lasciandovi condurre dallo Spirito Santo”. La preghiera che arriva in una missiva al Vescovo di Pistoia, monsignor Fausto Tardelli, è la preghiera di Papa Francesco, che affida ad una lettera il suo messaggio per il Sinodo della Diocesi di Pistoia, apertosi lo scorso 25 marzo e che in queste settimane vede tutto il territorio diocesano impegnato nel cammino verso le attese di Vangelo.
“Con grande gioia e sorpresa – sottolinea il Vescovo di Pistoia, Monsignor Fausto Tardelli – abbiamo ricevuto questa lettera autografa di Papa Francesco, che ci augura di agire con forza e lungimiranza nei lavori di questo importante Sinodo. Con questo conforto del Santo Padre possiamo continuare con ulteriore gioia il cammino sinodale”.
“Desidero ringraziare te e la Comunità diocesana – scrive Papa Francesco rivolgendosi al Vescovo Tardelli – per la lettera del 19 marzo scorso e per le espressioni di filiale affetto e di vicinanza spirituale che mi avete manifestato”.
Un messaggio che il Santo Padre conclude con una benedizione ed una richiesta. “Invocando la protezione della Beata Vergine Maria – termina nella sua missiva Papa Francesco – di cuore benedico l’intera Comunità diocesana di Pistoia. Per favore, continuate a pregare per me!”.
Corso di preparazione alla Cresima per adulti
Il Corso di preparazione alla Cresima per adulti si svolge nell’aula magna del Seminario Vescovile di Pistoia (via Puccini 36) alle 21 nelle seguenti date: mercoledì 26 aprile, martedì 2, lunedì 8, lunedì 15 e lunedì 22 Maggio 2023 e culminerà nella Solennità di Pentecoste, domenica 28 Maggio, con il sacramento della Cresima nella Cattedrale di San Zeno a Pistoia alle ore 11.
Per le iscrizioni
Chiamare il numero: 0573 359613 oppure inviare mail a: ufficiocatechistico@diocesipistoia.it.
È proprio necessario ricevere la Cresima?
No, ma è senz’altro un aiuto decisivo per la nostra vita cristiana. La Cresima, infatti, rafforza il nostro rapporto con la Chiesa e ci dà una speciale forza dello Spirito Santo. Come ha ricordato in una catechesi papa Francesco «quando accogliamo lo Spirito Santo nel nostro cuore e lo lasciamo agire, Cristo stesso si rende presente in noi e prende forma nella nostra vita; attraverso di noi, sarà Lui lo stesso Cristo a pregare, a perdonare, a infondere speranza e consolazione, a servire i fratelli, a farsi vicino ai bisognosi e agli ultimi, a creare comunione, a seminare pace. Pensate quanto è importante questo: per mezzo dello Spirito Santo, Cristo stesso viene a fare tutto questo in mezzo a noi e per noi».
Ricordiamo che la Cresima perfeziona la grazia battesimale; è il sacramento che dona lo Spirito Santo per radicarci più profondamente nella filiazione divina, incorporarci più saldamente a Cristo, rendere più solido il nostro legame con la Chiesa, associarci maggiormente alla sua missione e aiutarci a testimoniare la fede cristiana con la parola accompagnata dalle opere.
Il Sacramento della Cresima è richiesto per svolgere il compito di padrino o madrina del Battesimo e in vista del Matrimonio sacramentale.
In cammino verso il sacerdozio
Domenica 23 aprile il seminarista Andrea Torrigiani sarà ordinato diacono
Domenica 23 aprile alle 18 nella Cattedrale di San Zeno il Vescovo Tardelli ordinerà diacono il seminarista Andrea Torrigiani della Comunità del Seminario di Pistoia.
Andrea è nato il 20 dicembre 1991 a Pistoia. È cresciuto nella fede in famiglia – il padre Fabio, è diacono permanente – e frequentando la vita parrocchiale, prima a Vicofaro a Pistoia, poi a Momigno, dove si era trasferito con i suoi. Dopo il diploma ha lavorato come cuoco, quindi nel settore delle assicurazioni.
La svolta è arrivata con un viaggio a Lourdes in cui ha avvertito il desiderio di rendersi più disponibile al Signore impegnandosi più attivamente nelle comunità delle Casermette a Pistoia e presso la parrocchia dell’Immacolata. Nel settembre 2016 è entrato nel Seminario diocesano di Pistoia e ha avviato gli studi presso la Facoltà teologica dell’Italia Centrale dove sta completando la specializzazione in Teologia biblica. Al momento svolge servizio pastorale presso la Parrocchia di San Biagio a Pistoia.
Con l’ordine del diaconato Andrea vivrà l’incardinazione, che lo inserisce pienamente nel clero diocesano della Chiesa di Pistoia, ma soprattutto si impegnerà a vivere, sorretto dalla grazia del Sacramento dell’Ordine, la castità e l’obbedienza al Vescovo, dedicandosi alla preghiera della Chiesa e al servizio ai fratelli. Il diaconato lo prepara ad accogliere, nei prossimi mesi, il sacramento dell’ordine nel grado del presbiterato.
Venerdì 21 aprile alle 21 presso la Chiesa di San Biagio a Pistoia la Parrocchia e la Comunità del Seminario hanno organizzato una Veglia di Preghiera per accompagnare Andrea in questa tappa decisiva del suo cammino di donazione al Signore e alla Chiesa.
L’ordinazione, presieduta dal Vescovo Tardelli e concelebrata da molti altri presbiteri, è prevista per le ore 18 nella Cattedrale di San Zeno.
All’Emporio il contributo dei dipendenti Conad
Donati 10mila euro al “negozio” solidale. La struttura benefica nel 2022 ha fornito oltre 244 tonnellate di aiuti alle famiglie. Le richieste in aumento
Una felpa che ha scaldato l’inverno di molti. Grazie al supporto del gruppo Conad Nord Ovest e in particolar modo alla generosità dei suoi dipendenti, il ricavato della vendita delle felpe aziendali, avvenuto durante le ultime festività natalizie, è stato interamente devoluto a sostegno delle attività dell’Emporio della Solidarietà di Pistoia, gestito dalla diocesi di Pistoia, dalla Fondazione Sant’Atto e dalla Caritas diocesana in collaborazione con la Misericordia di Pistoia.
L’iniziativa ha visto coinvolti i dipendenti di tutte le sedi territoriali della Cooperativa Conad Nord Ovest che, con il contributo simbolico di 10 euro a felpa, hanno destinato l’intero ricavato di 10.040 euro all’Emporio della Solidarietà di Pistoia.
«La solidarietà è una disposizione dell’anima che corrisponde alla natura umana – sottolinea il vescovo di Pistoia Fausto Tardelli – così come l’ha creata Dio. Metterla in pratica dà autenticità alla nostra vita e realizza la nostra vocazione di esseri umani. Gesti di concreta solidarietà come quello compiuto dai dipendenti Conad, non solo vanno a sostenere chi è nel bisogno che purtroppo sono molti, ma danno anche speranza. La speranza che si possa realizzare un mondo più solidale e quindi più umano».
«Ringraziamo la generosità dei tanti dipendenti Conad – affermano Marcello Suppressa, direttore Caritas, e Mario Tuci, referente dell’Emporio della Solidarietà per la diocesi – che hanno risposto con entusiasmo e con il loro sostegno a questa iniziativa, in un momento delicato che vede sempre più persone rivolgersi alle nostre strutture per il perdurare delle difficoltà economiche anche sul nostro territorio. L’Emporio della solidarietà è una realtà che vive grazie alla vicinanza del territorio e il sostegno di realtà come Conad ai nostri progetti ci consentono di avere ancora più fiducia e slancio nella ricerca di sistemi e strumenti di solidarietà che possano far sentire le persone meno sole e – per quanto possibile – al sicuro». I 10.040 euro raccolti saranno destinati all’acquisto di beni di prima necessità da inserire negli scaffali dell’Emporio che da oltre 5 anni rappresenta un punto di riferimento per la spesa alimentare per chi è in difficoltà.
Nel 2022 sono stati distribuiti 2.445 quintali di prodotti per una media di 690 tessere, per circa 2500 persone che hanno usufruito del servizio. L’Emporio della Solidarietà nato nel novembre 2018 è un progetto nato in collaborazione tra Caritas Pistoia, Fondazione Sant’Atto e Misericordia di Pistoia, e sostenuto da Fondazione Caript e da Conad Nord Ovest. L’Emporio della Solidarietà – progetto già presente e attivo in molte città italiane – nasce con l’obiettivo di alleviare o superare le situazioni di disagio sociale di molte famiglie economicamente svantaggiate e consentire loro l’approvvigionamento gratuito, o a condizioni di particolare favore, di derrate alimentari e di altri beni di consumo di prima necessità.
L’Emporio si trova in via Ferraris 7, nella zona industriale di Sant’Agostino a Pistoia.
Pasqua 2023: gli auguri del Vescovo
Il videomessaggio alla Diocesi di Monsignor Tardelli
È Pasqua. Mi domando cosa voglia dire formulare degli auguri in questo tempo della storia. Cosa significhi ridirsi “buona Pasqua” in un mondo così toccato da tante crisi e segnato dal male. Un’altra Pasqua con la guerra alle nostre porte, dopo quella dello scorso anno, e con difficoltà sociali ed economiche che pressano il nostro Paese ed il nostro territorio.
Il tempo di Pasqua è però tempo di speranza. Il momento in cui possiamo ridirci la notizia più bella e straordinaria che l’uomo possa ricevere: Gesù Cristo è risorto. Ha vinto la morte. Ha vinto ogni cattiveria dell’uomo. Ha sconfitto il male che rovina l’uomo. Certo, bisogna credere in Lui, osservare i suoi comandamenti, perché soltanto così la nostra vita diventa veramente felice. Auguro, allora, una buona Pasqua.
A tutti, credenti e non credenti, perché possiamo camminare insieme nella luce del bene. Mi auguro che tutti possano fare l’esperienza di sentirsi amati, in modo pieno e completo, da un Dio che cerca ognuno di noi. Se Cristo è risorto possiamo non aver più paura di niente e, abbandonata ogni paura, impegnarci nel bene, provare a creare una vita nuova, un mondo nuovo, una società nuova.
Il Signore e il mondo «vorrebbero trovare in noi non dei supereroi, ma persone che credono a ciò che proclamano, che insegnano ciò che credono e vivono ciò che insegnano»
Nell’apertura della sua omelia per la “Messa Crismale”, celebrata mercoledì 5 aprile alle 21 in Cattedrale, il vescovo Tardelli ha sottolineato la ricchezza di una liturgia che raccoglie tutto il presbiterio attorno al vescovo, con i diaconi e i laici dove «per la consacrazione si comunica concretamente la misericordia divina che raggiunge ogni uomo per santificarlo e renderlo sacrificio di lode ». Una ricchezza che ricorda «una verità alquanto paradossale ma che davvero ci scuote e ci commuove: Dio ha bisogno di noi».
«È una affermazione che ha dell’incredibile – ha spiegato il vescovo Tardelli — ma che esprime un fatto: Dio ha “voluto” aver bisogno di noi, dandoci così un segno mirabile del suo straordinario amore. Come nell’economia sacramentale la Grazia divina passa attraverso i segni del pane, del vino e dell’olio, e lo vediamo specialmente stasera, così Dio si serve di noi, si vuol servire di noi». «Gesù ha costituito la Chiesa come suo corpo. Attorno a sè ha radunato uomini e donne come suoi discepoli e amici. Ha chiesto loro di compiere i suoi gesti in sua memoria; ha dato loro un’effusione speciale dello Spirito per consacrarli e abilitarli ad agire in nome suo. (…) Dio, dunque, si è per così dire affidato alle nostre povere mani e ci chiede con insistenza, ci ripete accoratamente: Io ho bisogno di te. Ho bisogno di voi, insieme. Ho bisogno delle tue mani, del tuo cuore della tua testa. Ho bisogno della tua voce, del tuo tempo, di tutto di te. Ho bisogno che siate una cosa sola, perché il mondo creda. Ne ho un bisogno assoluto, urgente».
Una verità che è motivo «del nostro impegno e della nostra gioia, nostro onore e nostro vanto. Questa consapevolezza è anche ciò che guida i lavori sinodali e da senso all’impegno per essere una Chiesa sinodale». «Ma non ce lo dice soltanto il Signore. Ci implorano — ha aggiunto il Vescovo — anche i ragazzi, i giovani, gli uomini e le donne del nostro tempo. Ci implorano coloro che soffrono nel corpo e nello spirito e attendono speranza: i poveri, gli ultimi della terra, gli scartati del mondo, quelli che non trovano più un significato alla loro vita e sono disperati, che sono soli e sconsolati, che sono vittime innocenti e scandalizzati dalle ingiustizie e dalle cattiverie del mondo. Quelli che vivono nel peccato, lontano da Dio, gli indifferenti, i criminali, i senza Dio».
«Se Dio ha voluto aver bisogno di noi, noi, la nostra parte, per piccola che sia, dobbiamo cercare di farla nel migliore dei modi». «Il Signore innanzitutto e poi gli uomini e le donne del mondo– ha concluso -, vorrebbero trovare in noi non dei supereroi ma persone che credono a ciò che proclamano, che insegnano ciò che credono e vivono ciò che insegnano. Persone vere e sincere, che comunicano Gesù Cristo con tutta la propria umanità toccata dalla Grazia e resa veicolo di amore autentico. Persone che sanno trasmettere il messaggio della salvezza, annunciando con gioia la verità sulla vita e sul suo destino».
Il testo base per i lavori del Sinodo
I temi chiave emersi dal lavoro nelle parrocchie raccolti nello strumento di lavoro che guiderà i prossimi passaggi del XX Sinodo diocesano
Con l’avvio liturgico del XX Sinodo della Chiesa di Pistoia, agli oltre 400 sinodali pistoiesi è stato consegnato “l’Instrumentum Laboris”, un breve testo che è il frutto dei contributi giunti dai gruppi sinodali che si sono incontrati nelle parrocchie nei mesi scorsi.
A cosa serve l’Instrumentum Laboris? L’instrumentum laboris è un testo di lavoro organizzato in “proposizioni” divise per tema. Il testo è un punto di partenza per un ulteriore ascolto offerto ai sinodali che avranno la totale libertà di discuterlo, approvarlo, modificarlo o riscriverlo.
Quali sono i contenuti?
L’instrumentum laboris è fatto di ventitré proposizioni organizzate in nove capitoletti
Il tempo che stiamo vivendo. Il dopo pandemia: un’occasione per riscoprire l’essenziale della vita
L’attesa di relazioni umane significative
L’attesa di comunità fraterna e missionaria
Le attese della donna: corresponsabilità
Le attese dei giovani e degli anziani: ascolto, cura e intergenerazionalità
Le attese dei migranti: accoglienza e integrazione
Le attese di Vangelo e di nuovi cammini educativi
Le attese di una Chiesa “nuova”
Il bisogno di una memoria riconoscente.
Tra i contenuti più rilevanti segnaliamo il bisogno di fraternità e di comunità, il bisogno di ascolto e di vicinanza, e solitudini di giovani e anziani, la necessità di relazioni tra le persone, l’intergenerazionalità; la crescita delle ansie per la pandemia, per la guerra, per uno spirito di competitività ossessivo.
E per venire alle questioni più interne alla Chiesa, tra le molte, il ruolo dei laici e della donna, il bisogno di un linguaggio ecclesiale che interpreti il vissuto della gente, che sia comprensibile, che riesca ad accendere con il dono del Vangelo i cuori delle persone; la necessità di una revisione dei percorsi di annuncio della fede; il modo con cui si prendono le decisioni nella Chiesa; il ruolo dei presbiteri, le loro solitudini e difficoltà.
Come funziona il Sinodo?
Il Sinodo a cui partecipano i rappresentanti di tutta la realtà diocesana, presbiteri e laici, lavora in assemblea generale e in assemblee particolari, dette anche circoli minori.
Gli incontri dell’assemblea generale, che è la riunione di tutti i sinodali, si svolgeranno presso l’aula liturgica del Santuario di Valdibrana (Pistoia). Nelle assemblee generali oltre la preghiera e la presentazione delle «proposizioni» sinodali, ci sarà spazio per lo studio, l’approfondimento e gli interventi per le proposte di modifica parziale o totale dei testi.
Le assemblee particolari, dette anche «circoli minori» sono le assemblee di un numero più ristretto di sinodali, individuate su base geografica, che si riuniranno in cinque luoghi della Diocesi:
1) Pistoia (Chiesa di San Francesco): vicariati di Città, Suburbio est e Suburbio ovest;
2) Capostrada: vicariati di Montagna; Capostrada e Gello;
3) Casalguidi: vicariati di Casalguidi, Bottegone, Lamporecchio, Vinci;
4) Poggio a Caiano (Parrocchia di S. M. del Rosario): vicariati di Poggio-Carmignano, Quarrata, Vignole, Limite sull’Arno;
5) Fornacelle: vicariati di Agliana-Montale, Montemurlo.
Nei circoli minori ci si dividerà in gruppi di 10-15 persone per discutere e confrontarsi sulle proposizioni dell’instrumentum laboris. Il lavoro di ogni gruppo sarà mandato alla segreteria del Sinodo che sulla base delle osservazioni ricevute riscriverà le nuove proposizioni da sottoporre all’assemblea generale per l’approvazione, la modifica o la riscrittura delle medesime.
Come si concluderanno i lavori?
Conclusa la revisione delle proposizioni l’assemblea generale voterà il testo finale, il cosiddetto libro sinodale, che sarà consegnato al vescovo durante la celebrazione di chiusura della prima sessione del Sinodo prevista per sabato 24 giugno 2023.
Settimana Santa 2023: le celebrazioni con il Vescovo
Luoghi e orari delle celebrazioni della Domenica di Passione e della Settimana Santa con monsignor Tardelli in Cattedrale e non solo
Domenica 2 aprile la Chiesa celebra la Domenica delle Palme, giorno solenne che inaugura la Settimana Santa. Come afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica ogni celebrazione liturgica e in modo particolare la Settimana Santa «non soltanto ricorda gli eventi che hanno operato la nostra salvezza; essa li attualizza, li rende presenti. Il Mistero pasquale di Cristo viene celebrato, non ripetuto. Sono le celebrazioni che si ripetono. In ciascuna di esse ha luogo l’effusione dello Spirito Santo che attualizza l’unico Mistero».
Ripercorrere la Passione di Gesù e la sua Resurrezione è un’occasione da non perdere per lasciarsi coinvolgere dalla suggestioni dei riti della Settimana Santa, ma soprattutto per permettere al Signore di guarirci e aprire alla speranza la nostra esistenza.
Le celebrazioni con il vescovo avvianosabato 1 aprile, quando alle 17.30 nella chiesa di Sant’Ignazio, monsignor Tardelli celebrerà la Benedizione dell’olivo e avvierà la processione fino alla Cattedrale di San Zenodove sarà concelebrata la Messa. In quel giorno tutte le altre celebrazioni liturgiche del centro storico sono sospese.
Il vescovo presiederà in Cattedrale laMessa crismale con la benedizione degli olii santi mercoledì 5 aprilealle 21. In Duomo per iltriduo pasquale il vescovo presiederà giovedì alle 18.00 la Messa in Coena Domini con la lavanda dei piedì, venerdì alle 21 la liturgia della Passione e sabato alle 22 la Veglia pasquale.
Domenica 9 aprile, Pasqua di Resurrezione il Vescovo presiede alle 11.00 la Messa Pontificale in Cattedrale con al termine la benedizione apostolica e annessa indulgenza plenaria.
Quest’anno, in occasione dei riti della Settimana santa il vescovo si sposterà anche nelle altre chiese del Centro Storico: Domenica delle Palme il Vescovo presiede la Messa che partirà da San Giovanni Fuorcivitas alle 11 e si concluderà in San Paolo; Giovedì santo celebrerà la Messa alle 21 in San Bartolomeo presso la Fraternità apostolica di Gerusalemme e venerdì alle 15.30 sarà di nuovo in san Paolo per la celebrazione della Passione.
L’apertura solenne del Sinodo Diocesano
Sabato 25 marzo la Celebrazione in Cattedrale con il Vescovo Tardelli e i Sinodali.
La cronaca di una serata memorabile con alcuni passaggi dell’omelia e della relazione del Vicario Generale don Cristiano D’Angelo
È l’ora di alzarsi: per la Chiesa di Pistoia si apre ufficialmente un nuovo capitolo, una tappa che chiede di fare i conti con la propria identità di Chiesa locale, radicata in una storia e in un territorio, ma dentro un “cambiamento d’epoca” che invita alla missione. «Con il Sinodo diocesano – ha infatti affermato il vescovo Tardelli nell’omelia – Dio ci dice di alzarci, di risorgere a vita nuova, di intraprendere con coraggio la vita nella testimonianza del suo amore».
In tanti si sono “alzati” e ritrovati insieme in occasione della Messa di Apertura di sabato 25 marzo: i quasi 400 sinodali, il Presbiterio quasi al completo, numerosi fedeli dalle parrocchie e dal mondo delle aggregazioni laicali, insieme alla presenza dei sindaci del territorio e di altre autorità civili e militari. Una celebrazione del respiro corale, con momenti di grande intensità.
La liturgia è avviata in Battistero, da dove – al canto delle litanie – si è snodato processionalmente il corteo formato dai sinodali e seguito dai presbiteri, i canonici e il Vescovo Tardelli. La Messa ha seguito la liturgia della V domenica di Quaresima con la proclamazione del Vangelo di Giovanni e l’episodio della Resurrezione di Lazzaro. A partire da quel brano e concentrandosi sul grido con cui Gesù richiama alla vita l’amico dal sepolcro, Monsignor Tardelli ha commentato: «Il grido di Gesù, carissimi amici e fratelli, questa sera è rivolto a ciascuno di noi e alla nostra Chiesa. Gesù ci vede bisognosi di salvezza. Bisognosi di uscire fuori dalle nostre paure e chiusure».
Il Sinodo – ha poi aggiunto – «è un dono d’amore innanzitutto perché ci riunisce insieme, noi così tante volte dispersi e frantumati; perchè ci fa essere un corpo solo che voi sinodali ben rappresentate, investiti stasera dal soffio dello Spirito, per vivere giorni indimenticabili di unità e di speranza»; «un dono d’amore» perché insegna ad essere una Chiesa «che cammina insieme e insieme testimonia l’amore del Signore», perché «invita a guardare avanti, verso gli altri, verso tutti gli uomini e le donne del nostro tempo e dei nostri territori, ai quali siamo inviati come debitori di amore e come testimoni che rispondono alle attese di Vangelo presenti nel cuore di tutti e della società».
Al centro del presbiterio un grande leggio su cui era aperto l’Evangeliario ha manifestato a tutti la centralità del Vangelo e il riferimento imprescindibile alla Parola di Dio. Al termine dell’Omelia del Vescovo i padri e le madri sinodali hanno pronunciato insieme la professione di fedeche accompagna l’impegno di assumersi responsabilmente il proprio «ufficio di Sinodale» nell’adesione alle verità della Fede e al Magistero della Chiesa. Ognuno dei sinodali ha quindi firmato personalmente, toccando con una mano il libro dei Vangeli in segno di giuramento solenne, un grande foglio steso sull’altare. Uno dopo l’altro, in una lunga ma intensa processione, i sinodali hanno posto il proprio nome nella storia del XX Sinodo diocesano della Chiesa di Pistoia; per ultimo ha firmato il Vescovo Tardelli.
La Messa è quindi proseguita con la liturgia eucaristica. Al termine è intervenuto il Vicario Generale don Cristiano D’Angelo che ha rivolto al vescovo e ai presenti la sua Relazione in apertura del Sinodo.
«Perché facciamo un Sinodo?. Senza dubbio – ha affermato il Vicario Generale — perché il magistero di Papa Francesco ha rimesso al centro della Chiesa la questione della sinodalità». «Rimettere al centro della Chiesa la sinodalità – ha spiegato – è riaffermare il sacerdozio battesimale dei credenti, la realtà del popolo di Dio che, animato dallo Spirito, è tutto insieme chiamato a cercare di capire cosa ci chiede oggi Dio, a discernere quali sono “i segni dei tempi”, cioè le esperienze umane, gli eventi, fuori e dentro la Chiesa, attraverso i quali Egli ci parla e ci invita a conversione».
«Invitandoci a domandarci quali sono “le attese di Vangelo” di oggi, — ha spiegato don D’Angelo – il nostro vescovo Fausto ha voluto porci in uno stato di ascolto, invitarci all’attenzione, per riconoscere tra i bisogni e le attese del nostro tempo quelle che hanno bisogno della buona notizia dell’amore, della speranza della risurrezione, della giustizia, della pace, della fraternità, cioè di quelli che sono i valori evangelici e che noi crediamo essere un balsamo per l’animo, un lievito di bene per la società, un farmaco di giustizia per il mondo. Non è scontato questo invito. Si ricordino le parole del Signore: “Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto?” (Lc 12,56)».
Don Cristiano D’Angelo ha anche brevemente illustrato i prossimi passaggi del Sinodo e le principali tematiche contenute nell’Instrumentum laboris «emerse nel lavoro dei gruppi sinodali che saranno oggetto del Sinodo a partire dalla prima Assemblea generale di venerdì 14 Aprile a Valdibrana». «Nella seconda sessione del Sinodo, quella dell’anno prossimo, — ha spiegato — avremo modo di tradurre la fecondità dell’ascolto nel coraggio di nuove scelte pastorali»; «il frutto del Sinodo sarà offerto alla fine delle due sessioni sinodali al Vescovo per un ulteriore e decisivo discernimento evangelico che il Vescovo è chiamato ad operare in forza del carisma apostolico che gli è affidato, garanzia della evangelicità e cattolicità della Chiesa».
Prima della Benedizione finale tutti i sinodali hanno recitato insieme la preghiera “Adsumus”, la preghiera che i padri conciliari proclamavano ad ogni sessione del Concilio Vaticano II, che tradotta suona “siamo qui davanti”: un “eccoci” rivolto a Dio ma anche a tutta la Chiesa di Pistoia per invocare il dono dello Spirito all’aprirsi del cammino sinodale.
Ugo Feraci
«Pistoia, è tempo di alzarsi»
Un evento storico. Nella Cattedrale di San Zeno celebrata la solenne Messa di apertura.
«Con il Sinodo diocesano – afferma il vescovo Tardelli nell’omelia – Dio ci dice di alzarci, di risorgere a vita nuova, di intraprendere con coraggio la vita nella testimonianza del suo amore»
«“Lazzaro, vieni fuori!” Il grido a gran voce di Gesù squarcia le tenebre della morte e preannuncia la Pasqua».
Nell’omelia per l’apertura del Sinodo Diocesano il vescovo Tardelli ha richiamato a tutti il grido di Gesù all’amico Lazzaro. Un grido che idealmente, in quest’ora storica, possiamo sentire rivolto all’intera Chiesa diocesana.
«Il grido di Gesù, carissimi amici e fratelli, – ha affermato il vescovo – questa sera è rivolto a ciascuno di noi e alla nostra chiesa.
Gesù ci vede bisognosi di salvezza. Bisognosi di uscire fuori dalle nostre paure e chiusure. Con il sinodo Diocesano, ci dice di alzarci, di risorgere a vita nuova, di intraprendere con coraggio la vita nella testimonianza del suo amore».
Il Sinodo diocesano è un atto d’amore del Padre per la nostra Chiesa. Un atto d’amore di Dio Padre per mezzo del Figlio unigenito, mediante una speciale effusione dello Spirito Santo. E’ un dono d’amore innanzitutto perché ci riunisce insieme, noi così tante volte dispersi e frantumati; perchè ci fa essere un corpo solo che voi sinodali ben rappresentate, investiti stasera dal soffio dello Spirito, per vivere giorni indimenticabili di unità e di speranza; è un dono d’amore perché ci insegna ad essere una chiesa sinodale che cammina insieme e insieme testimonia l’amore del Signore. E’ un dono d’amore, inoltre, perché ci invita a guardare avanti, verso gli altri, verso tutti gli uomini e le donne del nostro tempo e dei nostri territori, ai quali siamo inviati come debitori di amore e come testimoni che rispondono alle attese di Vangelo presenti nel cuore di tutti e della società. Ma questo Sinodo è un dono d’amore di Dio anche per la nostra terra e per i suoi abitanti che possono incontrare una Chiesa rinnovata, amica e più disponibile al servizio del Vangelo e quindi risorsa importante per il bene stesso di tutti».
Monsignor Tardelli ha poi evidenziato il passaggio del Vangelo di Giovanni in cui Gesù piange sull’amico Lazzaro e sul dolore dei presenti. Un pianto di compassione, ma anche un pianto sul nostro peccato.
«Questa sera, allora, carissimi amici dobbiamo sapere che il Signore Gesù piange anche sulla nostra Chiesa, su di noi, perché ci vede spesso morti o feriti mortalmente. A lui sono noti tutti i nostri peccati; Egli conosce le nostre divisioni, le nostre faziosità, le gelosie, le invidie; conosce i nostri tradimenti, le inadempienze della nostra Chiesa; vede e conosce tutte le fragilità delle nostre parrocchie, la povertà della nostra fede, il nostro poco entusiasmo nell’annunciare il vangelo, la chiusura del cuore e della mente nei confronti dei fratelli e sorelle del mondo. Vede tutte le rughe della nostra Chiesa e piange. Il pianto sull’amico Lazzaro è stasera il pianto di Cristo anche su di noi, morti a causa delle nostre infedeltà. Ma è proprio per questo che Egli ci convoca in Sinodo: perchè riconosciamo i nostri mali, li confessiamo e per essere da Lui perdonati e riprendere il cammino in novità di vita. E celebrando il nostro sinodo, noi sentiamo le lacrime di Cristo scorrere su di noi, per farci pentire dei nostri peccati e purificarci, lavandoci dalle nostre sozzure».
Un’ultima considerazione ha toccato il tema dell’amicizia, che rimanda alle risorse, ai doni presenti nelle comunità e nelle diverse realtà diocesane.
«Sì, spesso siamo stati ingrati e peccatori. Ma ciò non toglie che dobbiamo riconoscere anche tutte le cose buone che ci sono in mezzo a noi, nelle nostre parrocchie, nelle nostre varie realtà, dono premuroso dello Spirito Santo. E un Sinodo si fa anche per rendere grazie a Dio di quanto Egli ha fatto per noi, perché Egli ci ha condotto e continua a soffiare nelle ali della nostra vita e della nostra Chiesa perchè siamo testimoni coraggiosi e fedeli del suo amore».
«E’ proprio in questa scia di bene e di doni – ha concluso il vescovo – che si inserisce il nostro Sinodo, tenerezza dello Spirito, consolazione del suo soffio vitale. Siamone riconoscenti e viviamo questo sinodo che iniziamo oggi e che chiuderemo, a Dio piacendo l’anno prossimo, con impegno ma soprattutto con gratitudine. Ne usciremo una Chiesa più sinodale, che cammina insieme e che, insieme, si fa attenta alle attese, alle gioie e alle angosce, alle sofferenze e alle speranze delle persone in mezzo alle quali vive».
In occasione della celebrazione di apertura il vescovo ha consegnato ai padri e alle madri sinodali presenti l’instrumentum laboris, lo strumento di lavoro che servirà da testo base per i dibattimenti. Il frutto dei tanti momenti di incontro e ascolto svolti nelle parrocchie e nelle diverse realtà diocesane.
«Nell’ampia consultazione che ha preceduto questa prima sessione del Sinodo diocesano e che in parte ha trovato sintesi nello Strumento di Lavoro che oggi vi viene messo tra le mani come base del lavoro sinodale, sono emersi alcuni bisogni, alcune attese, alcune importanti aspettative dentro il cuore delle persone. Riconosciamo in tutto questo la voce dello Spirito. Attraverso i lavori sinodali questa voce si farà più chiara e capiremo ciò che lo Spirito dice alla nostra Chiesa, quelle che sono le sfide principali da affrontare per essere Chiesa fra la gente, ospedale da campo, tenda della fraternità che fa respirare già fin d’ora pezzi di cielo».