Il progetto Crisalide a sostegno dei minori

Un percorso per accogliere le vittime di traumi e costruire sinergie

Presentato alla Fondazione Sant’Atto il servizio Crisalide, l’ultimo in ordine di tempo della fondazione della Diocesi di Pistoia. Si tratta di un centro anti-maltrattamento, tra i pochi in Italia, completamente volto al recupero di bambine e bambini. Un progetto che ha collaborazioni importanti sul territorio pistoiese potendo contare sul supporto della Fondazione Caript, della Fondazione un Raggio di luce Onlus e di Toscodata, partner tecnico.

«La Fondazione Sant’Atto si pone sul territorio come una azienda di servizi alla persona di carattere innovativo con l’obiettivo di realizzare una rete di cura alla persona – ricorda il direttore generale della Fondazione, Michael Cantarella. Per Crisalide la fondazione, con il contributo dei partner, ha messo a disposizione le stanze del piano terra dell’immobile strutturandole secondo le necessità dell’attività: riservate, insonorizzate, dotate di impianti di videoregistrazione. Ci sono tutte le condizioni per garantire sicurezza e riservatezza. Per noi si apre una prospettiva nuova. Sicuramente questo servizio già da oggi ha una utilità interna alle nostre strutture perché segue i casi che abbiamo nelle nostre comunità».

«La creazione degli spazi – sottolinea Alessio Genito, direttore amministrativo della Fondazione – è stata strutturata seguendo la normativa, con riferimento all’ascolto critico in favore dei minori. Sono spazi accoglienti perché l’accoglienza qui non è una cosa di stile ma una nota profonda che deve caratterizzare il servizio. Crisalide si avvarrà della collaborazione di professionisti, di psicoterapeuti abilitati e con lunga esperienza specifica nel settore dell’abuso e dei maltrattamenti su bambine e bambini».

«Quando un bambino o una bambina incontra una esperienza sfavorevole che arreca un trauma evidenzia Lisa Petruzzi, psicologa e presidente dell’associazione Crisalide e referente del servizio – si produce un danno psichico, curabile a patto che quella esperienza negativa venga interrotta e che gli effetti del trauma possano essere riparati. Aiutare o bambini che hanno vissuto gravi traumi quali abusi, maltrattamenti, violenze, grave trascuratezza, violenza assistita, bullismo e anche gravissima conflittualità di coppia genitoriale. Aiutare un adolescente autore di reato significa anche curare i loro genitori gravemente in difficoltà e sostenere i genitori affidatari e adottivi. Sostenere le famiglie che hanno vissuto gravi lutti significa operare in modo efficacemente preventivo rispetto allo strutturarsi di gravi problematicità negli anni, nei decenni e nelle generazioni successive».

«I gravi traumi – conclude Petruzzi – comportano un alto livello di attivazione della dissociazione che tende a separare pensiero e emozione, mente e corpo, percezione e realtà.

Il servizio Crisalide

Il servizio Crisalide propone ascolto professionale e cura psicoterapeutica per le sindromi post traumatiche conseguenti alle esperienze di abuso e maltrattamenti, grave trascuratezza, violenza assistita, gravissima conflittualità di coppia che generano: 1 – problematiche psicopatologiche del bambino e dell’adolescente quali disturbi dell’umore, stati dissociativi, difficoltà cognitive; 2 – problematiche psichiatriche dell’adulto; 3 – in disturbi di personalità che sfociano in tossicodipendenze e devianze.




Dossier Caritas 2022. Uno scenario di crisi

Superata per la prima volta quota 2000 assistiti solo nel I semestre 2022. Il 60% degli accessi ai Centri è costituito da donne, età media in aumento. Per l’immediato futuro preoccupano le condizioni abitative

Accessi ai centri Caritas diocesani in ascesa dal 2019, in aumento di oltre il 20% nell’ultimo triennio confrontando i primi semestri, con il 2022 che – secondo le ultime stime – potrebbe diventare in assoluto l’anno con il maggior numero di persone assistite.
Questo uno dei principali dati che emerge dall’annuale Dossier Caritas presentato alla cittadinanza ed alla stampa dal Vescovo di Pistoia, mons. Fausto Tardelli, dal direttore della Caritas diocesana di Pistoia, Marcello Suppressa, dalla vice direttrice Caritas, Francesca Meoni, dal responsabile dell’Osservatorio delle Povertà e delle Risorse di Caritas, Giovanni Cerri, con l’intervento di Mauro Banchini, referente dell’iniziativa “Pistoia nessuno si salva da solo”, che con i suoi oltre 80 aderenti ha contribuito con una somma totale di oltre 95 mila euro alle attività della Caritas diocesana, andando a supportare oltre 280 famiglie.

“La pubblicazione del dossier è un grido di dolore – evidenzia il Vescovo di Pistoia, mons. Fausto Tardelli – È chiaramente il segno che la nostra società non va bene e deve cambiare. Un mondo che produce “scarti” umani è un mondo ingiusto e violento; la cosa che più inquieta e che più di ogni altra chiede risposte è la mancanza di lavoro e di un lavoro che permetta di vivere dignitosamente. Davanti ai risultati del dossier annuale della Caritas ognuno di noi, come anche la politica e le varie Istituzioni o realtà sociali, si deve semplicemente chiedere: cosa posso fare, cosa devo fare perché le cose cambino?”.

“Il nostro Dossier – sottolinea il direttore della Caritas, Marcello Suppressa – è presentato quest’anno in un contesto generale di estrema precarietà, con un senso di forte incertezza del futuro e paura di non riuscire a farcela nel quotidiano. Questo sentimento è presente in molte, in quasi la totalità di coloro che abbiamo ascoltato. Come Caritas Diocesana abbiamo messo a disposizione tutte le risorse possibili per sostenere e stare accanto a quante più persone e ciò è stato possibile solo con l’aiuto di tanti volontari, istituzioni e cittadini. Da questa situazione ne possiamo uscire solo tutti insieme. Questo tempo che stiamo vivendo ha prodotto forti disuguaglianze che rischiano di provocare tensioni sociali molto forti. C’è bisogno di rimettere al centro le persone e i loro bisogni, non gli interessi di pochi.”

Pandemia e crisi energetica spingono l’aumento degli accessi: oltre 2.000 assistiti nel primo semestre 2022, +25,8% rispetto allo stesso periodo del 2019

La pandemia da Covid-19 è stata un evento che ha radicalmente cambiato il lavoro dei Centri della rete di Caritas Pistoia, e non solo. Oltre a lasciare tutta una serie di precauzioni e timori che mai erano stati ravvisati in passato, la pandemia lascia in carico a Caritas un numero di famiglie sempre maggiore. Nel primo semestre 2022 la rete dei Centri della Caritas diocesana di Pistoia ha assistito ben 2.012 individui/famiglie, superando per la prima volta il tetto dei 2.000 assistiti nel primo semestre, aumentando del 2% rispetto all’anno precedente (1.970).
Per contestualizzare meglio questo valore si consideri come nel primo semestre 2019 gli assistiti fossero 1.599 mentre quelli dell’intero anno fossero 2.137.

Richieste in aumento da parte delle donne, superato il 60%

Un’ulteriore dato, che prima della pandemia si stava assottigliando, è la forbice della richiesta tra donne ed uomini. Le prime sono sempre state la maggioranza nei Centri della rete Caritas pistoiese, tuttavia la differenza registrata nel primo semestre del 2022 porta le donne al 60,5% (39,5% gli uomini) delle persone incontrate da Caritas, in aumento del 6% rispetto a due anni fa.

L’andamento delle provenienze straniere: al 3,7% l’Ucraina

Una tendenza che invece si conferma per il primo semestre 2022 è l’aumento percentuale degli stranieri, ormai costante dal 2018. Parte dell’aumento è ascrivibile alla crescita di presenza di ucraini, a causa del conflitto bellico, ma il dato si consolida su molte altre provenienze. Sono oltre 60 i paesi di provenienza dell’utenza straniera dei centri Caritas diocesani, con – in termine assoluto – Albania e Marocco le più rappresentate (rispettivamente 24,9% e 23,9%), seguite a distanza dalla Nigeria (13,1%), Romania (5,6%) e da Ucraina e Gambia (3,7% per entrambe).

Età media in aumento, titolo di studio medio basso nel 75% dei casi e condizione abitativa come elemento di maggiore criticità nel prossimo futuro

In leggero aumento il dato dell’età media dei richiedenti, che torna su valori simili a quelli pre-pandemia. L’età media generale delle persone incontrate nel primo semestre 2022 è di 47,5 anni, con l’innalzamento dovuto a causa della presenza di cittadini italiani, mediamente sempre più anziani degli stranieri, che quest’anno superano i 55 anni. Anche gli stranieri raggiungono un’età media piuttosto alta rispetto a quanto rilevato nel recente passato, arrivando a sfiorare i 42 anni di età. Una differenza così netta è dovuta anche al fatto che la quasi totalità degli over 75 sia italiano, così come sono italiani oltre l’80% degli over 65.
Situazione critica, in ottica di reinserimento lavorativo, per quanto riguarda la rilevazione dei titoli di studio. Il 75% degli intervistati ha un titolo pari o inferiore alla licenza media, con un 25% di richiedenti con la licenza elementare e con il 5% di analfabeti (dato identico a quello dei laureati). La richiesta dell’informazione del titolo di studio diventa strategica per poter operare un reinserimento lavorativo e costruire progettualità di lungo periodo per la piena integrazione sociale.

Il disagio legato all’abitazione è tra i problemi più urgenti rilevati. Se pure è vero che buona parte delle persone assistite nel primo semestre del 2022 può usufruire di una abitazione stabile, la maggioranza, oltre la metà, vive sempre in casa in affitto sul mercato privato (52,1%). Questa condizione abitativa espone le persone ad un rischio potenzialmente alto: su una così alta percentuale di richiedenti in affitto, sono ben pochi quelli che riuscirebbero a ritrovare un’abitazione temporanea sul mercato privato oggigiorno qualora ne avessero la necessità. Il costo medio dei canoni di locazione sul nostro territorio (in particolare nelle zone urbane), le sempre maggiori garanzie economiche richieste (spesso uno stipendio non è sufficiente e ne vengono richiesti due full time a tempo indeterminato, talvolta vengono richieste fideiussioni bancarie o addirittura il pagamento in anticipo di 1 anno di affitto), e la forte diffidenza nei confronti di alcune categorie di persone, ritenute appunto non affidabili, in primo luogo gli stranieri, in particolare gli africani, ma in generale qualunque persona si presenti con aiuti di Caritas, dei servizi sociali o di altre realtà del territorio.

 




Domenica 11 è la Giornata di Fraternità

Con una lettera ai parroci il Direttore della Caritas Diocesana Marcello Suppressa presenta la Giornata di Fraternità 2022

 

Rivolgendosi ai parroci della Diocesi di Pistoia Marcello Suppressa, direttore della Caritas Diocesana evidenzia un panorama di grande incertezza e precarietà. «Quello che stiamo vivendo è davvero il periodo più duro e più incerto dal dopoguerra ad oggi in un contesto generale di caos e di estrema precarietà! Non esiste una sola povertà: ce ne sono tante, acuite dagli anni della pandemia (ancora in corso), la guerra in Ucraina e la crisi economica, sociale e politica del nostro paese.

La maggior parte di noi sta vivendo davvero un senso di forte incertezza del futuro e soprattutto di estrema paura di riuscire a farcela nel quotidiano. Le storie che ascoltiamo attraverso i nostri servizi di prossimità ci raccontano di quel mare silenzioso (uomini e donne, italiani e stranieri), che vive sempre più ai margini della società, sempre più povero, che si barcamena ogni giorno tra lavoretti di fortuna, quasi sempre non in regola, nella costante ricerca di una casa, di una residenza, in una estenuante corsa ad ostacoli per la ricerca della normalità, in un paese che sembra ancora molto, molto lontano dall’aver imboccato la strada per l’abolizione della povertà. Si inaspriscono le disuguaglianza, e con esse l’ondata di ‘nuovi poveri’: tra questi anche chi il lavoro ce l’ha ma non basta per mandare avanti la famiglia.

Tra gli “anelli deboli” ci sono i giovani, colpiti da molte forme di povertà, dalla povertà ereditaria, che si trasmette “di padre in figlio” (per cui occorrono almeno cinque generazioni a una persona che nasce in una famiglia povera per raggiungere un livello medio di reddito); alla povertà educativa (tanto che solo l’8% dei giovani con genitori senza titolo superiore riesce a ottenere un diploma universitario).

In occasione della Giornata della Fraternità, che si celebrerà l’11 Dicembre 2022, vi invitiamo pertanto a riflettere, insieme alle vostre comunità parrocchiali sul tempo che stiamo vivendo. Come Diocesi siamo in un tempo propizio: il cammino sinodale.

In questo contesto Caritas ha il compito di contribuire a rendere possibile che il Sinodo parta realmente dal basso, che sia uno spazio aperto in cui i diversi carismi possano essere messi a frutto con responsabilità e generare percorsi di dialogo, confronto e condivisione, indispensabili per una reale esperienza ecclesiale. Un altro modo di parlare dei “segni dei tempi”, così come ci ha più volte suggerito il nostro Vescovo Fausto, ma con una particolare attenzione ai più poveri.

Nella III Domenica di Avvento nella quale celebriamo la Giornata della Fraternità leggeremo dal Vangelo questa frase: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». (Lc 3,10-18).  Ecco ciò che bisogna fare in vista della venuta del Signore: condividere l’essenziale: cibo, vestiti, casa, risorse, vicinanza.

La carità è la prima risposta: è andare verso gli altri, che diventano nostri fratelli. In tutto il Vangelo il verbo “amare” si traduce nel verbo “dare”. È la legge della vita, per stare bene l’uomo deve dare. Non si può vivere la gioia da soli, in maniera egoista. Una gioia che non è condivisa, appassisce e muore, come una pianta che è rimasta senza luce per troppo tempo. Non riusciamo ad essere veramente felici da soli: la gioia ha bisogno di espandersi, di circolare, di moltiplicarsi nei cuori.

Allegato alla lettera vi inviamo l’elenco delle attività di sostegno agli ultimi che la Caritas diocesana ha messo in atto nel tempo. A questo vanno aggiunte le tante iniziative di prossimità dei vostri territori. Questa rete è un segno tangibile di attenzione nei confronti dei poveri o di quanti stanno attraversando un momento di difficoltà.

Le necessità sono molteplici e richiedono di “investire” non solo in aiuti concreti ma anche nel creare relazioni significative di condivisione e di accompagnamento. Sappiamo di poter contare sull’aiuto e sulla sensibilità delle nostre comunità.

Il frutto della vostra condivisione ci permetterà di continuare a farci carico di chi si accosta a noi cercando ascolto e aiuto».

Fai la tua parte con…

VOLONTARIATO: chiamando al 0573.359620 o scrivi una mail a caritas@diocesipistoia.it

RISORSE: dona alimenti a lunga conservazione e prodotti per igiene personale e degli ambienti. Puoi portare il tuo contributo direttamente alla sede della mensa in via San Pietro 36, oppure all’Emporio della Solidarietà in Ferraris 7… così è una buona occasione per conoscersi!

CONTRIBUTO: puoi donare a Caritas Diocesana attraverso bonifico
◊ IBAN IT76 A 05034 13800 000000002795 BANCO BPM
◊ IBAN IT62G0760113800001062220445 POSTE ITALIANE
O presso l’ufficio della Caritas Diocesana in via Puccini 36, aperto dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12.30 – tel 0573 359620.

 

 




Cinque nuovi Monsignori a Pistoia

Resa nota in questi giorni la nomina di Papa Francesco

In questi giorni è giunta dalla Nunziatura apostolica in Italia la notizia che il Santo Padre Francesco, in data 21 settembre 2022, ha onorato alcuni presbiteri della Diocesi di Pistoia annoverandoli tra i “Cappellani di Sua Santità”, conferendo loro così il titolo di “Monsignore”.

Grati a Papa Francesco per questo riconoscimento, si formulano i più sinceri complimenti ai novelli Monsignori che sono, in ordine alfabetico: mons. Fiorenzo Battistini, mons. Enzo Benesperi, mons. Domenico Fini, mons. Leonardo Giacomelli, mons. Marino Marini.

Il titolo è assegnato a quei presbiteri che hanno manifestato un significativo e prolungato impegno pastorale e fedeltà alla Chiesa. Come stabilito da papa Francesco nel 2014, il titolo onorifico di Monsignore è oggi riservato ai sacerdoti “Cappellani di sua Santità” con una età superiore a 65 anni.

Monsignor Battistini (1939) è stato ordinato presbitero il 27 giugno 1965. Dopo alcuni incarichi in Montagna a Pianosinatico e Rivoreta (1967-1976) ha poi svolto servizio da parroco a Vignole poi, dal 1988 fino al 2021 è stato parroco di Poggio a Caiano. Per oltre 10 anni è stato presidente dell’Istituto del Sostentamento Clero Diocesano. Dal 2022 è canonico della Cattedrale di San Zeno e risiede nel Seminario Diocesano.

Monsignor Enzo Benesperi (1934) è stato ordinato presbitero nel 1957. Dopo l’ordinazione è stato per tre anni Cappellano a Quarrata, poi dal 1961 al 1964 parroco di Abetone e per un decennio di Seano 1965-1976. Dal 1977 al 1994 è stato presbitero fidei donum in Brasile, dove ha servizo la chiesa di Manaus nella Missao Pistoia. Al suo ritorno ha svolto ulteriori servizi pastorali: prima come parroco a Spedalino Asnelli (1995-1998), poi a Valenzatico (2010-2013), quindi a Stazione di Montale (2009-2020). Al momento è membro del Consiglio presbiterale e della Commissione per gli Ordini Sacri.

Monsignor Domenico Fini (1943), ordinato nel 1969, dopo poco meno di un anno a Montale come cappellano, nel 1970 è stato nominato parroco di Bardalone, dove attualmente continua a svolgere il suo incarico. Dal 1992 è parroco di Pontepetri e dal 2010 di Orsigna. Per alcuni anni ha guidato anche le parrocchie di Campotizzoro e Limestre.

Monsignor Leonardo Giacomelli (1926) è il decano del presbiterio pistoiese. è stato ordinato presbitero nell’Anno Santo 1950. Dal 1951 al 1953 è stato cappellano a Capraia, poi a Vignole per un biennio. Dal 1955 al 1961 parroco a Sarripoli, quindi a Candeglia, dove ha speso il suo ministero pastorale fino al 2017. Dal 1992 aveva assunto anche la pastorale di Iano.
Don Giacomelli è canonico ononario della Cattedrale di Pistoia.

Monsignor Marino Marini (1943), ordinato nel 1970, prima cappellano di Montale, poi dal 1973 cappellano al Sacro Cuore a Montemurlo fino al 1979 quando fu spostato come parroco a Tobbiana. Nel 1989 fu trasferito a Vignole dove è rimasto fino al 1997, quando è diventato parroco di Oste di Montemurlo fino al 2013. Qui per un decennio ha guidato anche la parrocchia di Tobbiana. Dal 2013 ad oggi è parroco di Tizzana e Catena.




La Chiesa di Pistoia in uscita per incontrare i lontani

Dalla Segreteria del Sinodo diocesano idee e suggerimenti per aprirsi a quanti non frequentano

Il cammino del Sinodo è aperto a tutti. La Diocesi, su indicazione del vescovo Tardelli intende promuovere occasioni di ascolto anche per quanti non frequentano abitualmente parrocchie e realtà associative. In questi giorni una nota a cura della Segreteria del Sinodo diocesano ha tracciato un piccolo “Vademecum” per l’ascolto dei “lontani. «Per un vero percorso di ascolto del “popolo di Dio”, quale deve essere quello sinodale, è significativo — si legge nel testo — l’ascolto di coloro che definiamo i “lontani”, ma che, proprio in virtù del Battesimo, sono anch’essi parte della comunità ecclesiale».

Nella sua ultima lettera pastorale (Alla ricerca della gioia del Vangelo) il vescovo Tardelli aveva invitato la Diocesi a percorrere con decisione e creatività questa pista di ascolto: «Vogliamo ascoltare i bisogni e le attese delle persone che sono fuori dal tessuto ecclesiale; le loro paure, le loro angosce, le loro speranze e delusioni. Questo è l’ascolto che dobbiamo cercare di fare. Sapendo che oggi raramente si trova chi si mette con attenzione ad ascoltare gli altri». 

«Riuscire ad “ascoltare” i lontani – precisa la nota della Segreteria del Sinodo -, dovrà essere un obiettivo da privilegiare nell’insieme del “lavoro” sinodale: per raggiungerlo si potrà partire costituendo in ogni vicariato un gruppo operativo vicariale fra i Parroci, gli animatori e i segretari dei gruppi sinodali dei gruppi sinodali». 

La nota segnala anche alcune “premesse fondamentali”, come la consapevolezza di dover mettersi «in uscita» e aprire al «contatto persona», «costituire piccoli gruppi, diffusi sul territorio». «Presupposto fondamentale dovrebbe essere quello di attivare la “dinamica del noi”, cioè usare le diversità non come limiti ma come risorse nell’obiettivo del bene comune nel quale da prospettive e posizioni diverse (scuola, politica, volontariato, cittadinanza) ci riconosciamo». 

Per partire sarà indispensabile guardarsi intorno, individuando, ad esempio, «le attività di volontariato, quelle sportive, politiche, culturali, ricreative, scolastiche presenti sul territorio parrocchiale». Forse non sarà necessario guardare neppure troppo lontano, ma partire da quanti stanno «sulla soglia della parrocchia», spesso i genitori che arrivano in parrocchia per la celebrazione di un sacramento ma non vivono, di fatto, la vita ordinaria della comunità di fede. Sarà poi necessario individuare i tempi e i luoghi più opportuni per l’incontro e l’ascolto, nel desiderio di far «capire che la storia di ognuno ci preme, ci interessa che vogliamo riaprire un confronto, che vogliamo cercare un dialogo con quanti si sentono esclusi dalla comunità credente». 

Infine l’ascolto dei lontani chiede una profonda motivazione personale: «Gli operatori parrocchiali che si attiveranno per svolgere questa che è una vera e propria missione, dovranno essere ben motivati e dovranno fare un vero e proprio “lavoro” su sé stessi, dovranno infatti riapprofondire le proprie motivazioni, muoversi con atteggiamenti appropriati e avere ben chiaro perché si va in strada». 

Occorre però evitare un rischio: trasformare cioè l’oggetto degli incontri in una sorta di “sondaggio” o “indice di gradimento” sulla Chiesa. «Il tema dei primi incontri non dovrà essere “cosa ne pensi della Chiesa o che cosa la Chiesa dovrebbe fare” ma l’attenzione alla persona, al gruppo in cui è inserita, perché le differenze che ci racconteranno non saranno limiti, ma spazi di incontro da coltivare.

Tutto questo potrebbe suscitare la curiosità o l’interesse da parte delle persone a partecipare attivamente in un gruppo sinodale, oppure lasciare la traccia di una Chiesa in uscita che va ed interroga con gentilezza perché è interessata alla comunità, oppure semplicemente un tentativo che meritava di essere fatto nella speranza che non tutti i semi producono frutti nelle stessa stagione».

Ugo Feraci




Seconda edizione per il premio Frosini

C’è tempo fino al 30 aprile per inviare il proprio lavoro alla Commissione valutatrice

È ufficialmente aperto il Secondo Bando di concorso intestato al ricordo di Mons. Giordano Frosini rivolto agli studenti di tutta Italia che, nel corso del biennio 2021/23, abbiano presentato una tesi di Licenza o di Dottorato in Teologia capace di imprimere una spinta particolarmente significativa all’aggiornamento della disciplina.

Il Comitato organizzatore dell’evento, costituito da membri della Fuci pistoiese guidata negli anni Ottanta da don Frosini e presieduto dal dott. Andrea Amadori, in data 2 settembre – anniversario della scomparsa terrena di don Giordano – ha varato, con il sostegno della Fondazione Caript, l’iter procedurale che porterà a proclamare il vincitore nel mese di dicembre 2023.

Anche per questa edizione, il premio consisterà nella pubblicazione del lavoro di tesi prescelto nell’organizzazione di una cerimonia di premiazione in cui il neo-teologo presenterà e condividerà con tutta la cittadinanza i frutti della propria ricerca e riflessione. La commissione valutatrice dei lavori si avvarrà, come nella precedente edizione, dell’autorevole esperienza di Pino Lorizio, Basilio Petrà e altri teologi di statura nazionale. Il termine di scadenza per la presentazione delle tesi partecipanti è il 30 aprile 2023. È possibile richiedere informazioni più dettagliate sui criteri del Bando scrivendo all’indirizzo: scuolateologia@diocesipistoia.it.

La precedente edizione è stata vinta dal matematico e teologo Giovanni Amendola con la tesi Antropo-logos, uno studio che metteva in dialogo la ragione scientifica, filosofica, teologica e informatica.

Teologo, scrittore e giornalista, don Giordano Frosini (1927-2019) ha lasciato una traccia indelebile nel volto della Diocesi di Pistoia. Ha insegnato per circa venticinque anni filosofia e teologia allo Studio Teologico Fiorentino, successivamente divenuto Facoltà teologica dell’Italia centrale; ha promosso la Scuola di Formazione Teologica Diocesana e il Circolo Maritain, l’aggiornamento culturale e teologico della Chiesa di Pistoia con innumerevoli iniziative e in particolare con gli incontri della “Settimana Teologica”.

Si è occupato di teologia dogmatica e ha pubblicato numerosi volumi sulla teologia e sulla politica. Ha collaborato a riviste scientifiche, periodici e giornali fra cui Famiglia Cristiana e La Vita, di cui è stato direttore responsabile per molti anni. Per cinque anni ha curato la rubrica “Ascolta si fa sera” del venerdì su Rai1. Alcune sue opere sono state tradotte in albanese, portoghese, spagnolo e polacco.

 

Leggi tutte le indicazioni per partecipare sul Regolamento del Bando di concorso “G. Frosini”




L’ora di aprirsi all’attesa della venuta di Gesù

Le domeniche che preparano al Natale invitano a ripensare alla mèta del nostro cammino e a mettere da parte tutte le “zavorre” che appesantiscono la vita

Ogni anno il tempo di Avvento, che “da il La” al cammino dell’anno liturgico mi pone la stessa domanda: perchè il nostro annuale cammino di fede inizia con una meditazione sulla fine dei tempi?
La risposta è semplice: ogni cammino per essere autentico ha bisogno di una meta. Se vogliamo camminare insieme su quella via che il Signore ha delineato per la nostra vita, dobbiamo sapere dove stiamo andando. Scrive un autore dei nostri tempi che è la meta che decide ogni nostro passo. Questo è tanto più vero ed attuale in questi anni in cui la Chiesa Universale si è messa in stato sinodale e la nostra Chiesa locale lavora per preparare la celebrazione del sinodo diocesano. La vocazione del cristiano, la chiamata alla santità, che ognuno di noi ha ricevuto nel Battesimo e che ci chiede di essere nel mondo sacerdoti, re e profeti, testimoni dell’amore e della misericordia di Dio, decide davvero ogni nostro passo ma direi che ancor meglio ci “dà il passo”, perchè sui cammini di Dio non siamo noi a decidere l’andatura ma è lo Spirito che irrompe nella nostra vita per delineare ed illuminare il nostro cammino.

L’Avvento è allora anche chiamata alla sobrietà, a toglierci di dosso le zavorre che appesantiscono il nostro passo, quelle che il compianto vescovo Mansueto chiamava provocatoriamente «le nostre amate e coccolate schiavitù».
Possiamo dire che la nostra avventura liturgica si apre con un imperativo categorico: puntare in alto! Risvegliando i nostri sensi, vivendo in modo autentico l’incontro con il Cristo veniente nella preghiera personale e comunitaria, per essere davvero partecipi di quel dialogo di amore che lo Spirito Santo soffia nel cuore della Trinità. Accompagnati dai vari personaggi che la Parola di
Dio in queste domeniche ci presenterà: Noè, Giovanni Battista, la Vergine Maria, Giuseppe di Nazareth, camminiamo verso l’incontro con Gesù che bussa alla porta della nostra vita «perchè ogni uomo veda la salvezza di Dio».

Per aiutare la meditazione e la celebrazione dell’Avvento proponiamo il sussidio messo a disposizione dall’Ufficio Liturgico Nazionale della Cei che contiene le indicazioni liturgiche e la proposta musicale del salmo responsoriale di ciascuna celebrazione; i commenti ai brani biblici proposti dal Lezionario festivo; i commenti delle orazioni collette e i suggerimenti per una preghiera inclusiva delle persone con disabilità. All’interno della sezione introduttiva del Sussidio potrete trovare, oltre la presentazione del Tempo di Avvento, i canti consigliati con relative indicazioni, partiture e files audio. Il sussidio è scaricabile sul sito della Cei.

«Il cammino mistagogico dell’anno liturgico – si legge nell’introduzione del Sussidio Cei firmata da Mons. Giuseppe Baturi – ha inizio con l’Avvento, tempo di grazia in cui si intrecciano la
memoria delle attese per la venuta del Figlio di Dio, nato nel tempo dalla Vergine Maria, e la speranza amorosa della Chiesa per il ritorno glorioso del suo Sposo alla fine dei tempi. Accompagnata dalla Vergine Madre, modello per quanti desiderano andare incontro al Salvatore che viene, la comunità cristiana si preparerà così ad accogliere con rinnovato stupore e profonda tenerezza
il manifestarsi di Dio in un bambino che è nato per noi per donarci la pace vera e duratura».

Don Alessio Bartolini, Ufficio Liturgico Diocesano




Dritte per la catechesi nel tempo di Avvento

Presentato lunedì 14 in Seminario l’itinerario per la formazione in diocesi

Lunedì 14 novembre 2022 i catechisti della diocesi si sono incontrati in seminario per una seconda tappa formativa sul tema sinodale dell’ascolto, tema guida per l’anno 2022-2023. All’incontro è stato presentato anche il sussidio per la catechesi in tempo di Avvento.

«La modalità del sussidio – spiega suor Giovanna Cheli, direttrice dell’ufficio catechistico – è diversa rispetto agli altri anni: non abbiamo offerto lo schema dei quattro incontri di catechesi per arrivare al Natale, ma una sola pagina di Vangelo (quella dell’Annunciazione appunto) che il sussidio aiuta a cogliere alla luce di ogni anno di catechismo (dopo la spiegazione del Vangelo, nel sussidio, si trovano sette schede che vanno dal primo anno di catechesi fino alla Cresima). Impariamo così ad aver chiaro tutto l’itinerario catechistico che dovremmo realizzare dove è possibile, dalla seconda elementare alla terza media per arrivare al gruppo giovani».

«Quanto ci proponiamo, e cioè avere una bozza di progetto catechistico che sia di riferimento per tutti, non è certo una imposizione ma uno spunto, un’esperienza da fare che se assume il tono di un cammino comune potrebbe essere un frutto sinodale bellissimo per tutta la diocesi».

Il prossimo appuntamento a cura dell’ufficio catechistico è previsto per lunedì 5 dicembre alle 21.15, con un incontro a distanza.

SCARICA IL SUSSIDIO (pdf): sussidio Avvento 2022




In cammino per la Giornata mondiale 2023

La pastorale giovanile presenta le tappe che porteranno verso l’incontro di Lisbona. Un programma che coinvolgerà tante parrocchie e gruppi

«Rise up!» ovvero «Alzati!» è l’invito rivolto ai giovani dagli organizzatori della Gmg di Lisbona 2023 nell’itinerario di preparazione costruito per guidare i giovani in questo anno. Questo invito fa riecheggiare le parole che il Signore Gesù più volte ha pronunciato nei Vangeli: «alzati e cammina» (Lc 7,14), rivolgendosi a chi è fermo nella malattia, debilitato, atterrato ed è l’azione di risurrezione che mostra la salvezza di Dio per tutti noi.

Il Signore viene a dirci di risollevarci, alzarci, metterci in moto, non adagiarci sulle nostre fragilità ma darsi a un progetto, a un cammino di vita, a una vita che va vissuta. Lo stesso Papa Francesco, nel suo messaggio per la Gmg di Lisbona, riprende questo messaggio di salvezza di Gesù e lo rivolge ai giovani del mondo perché, come ha fatto la Vergine Maria, siano pronti e risoluti a mettersi in moto per fare della propria vita un dono. È un messaggio che impegna gli adulti in percorsi di accompagnamento per e con i giovani, aiutandoli a trovare un senso di vita e cammini di crescita verso un futuro di speranza.

Vivere da risorti è il cammino grande che ci invita a fare la Gmg di Lisbona: uomini e donne che sono in movimento, che si donano, che spendono la loro vita in modo bello, per amore, non da addormentati e stanchi, ma da risorti. Su questa scia la pastorale giovanile propone per questo anno di preparazione alla Gmg, un cammino itinerante, fatto di incontri tra giovani e per giovani che coinvolgerà diverse parrocchie e realtà diocesane.

Seguiremo, in questo cammino, la Croce che da sempre è uno dei simboli della Gmg, una Croce che passerà di mano in mano toccando vari luoghi della Diocesi che la terranno per un mese durante il quale animeranno un incontro per tutti, secondo questo calendario: il 23 novembre alle 21.00 nella Parrocchia di Oste, il 14 dicembre alle 21.00 nella Parrocchia di Casalguidi, l’11 gennaio 2023 alle 21.00 nella Parrocchia di Vignole, il 15 febbraio alle ore 21.00 nella Parrocchia di Bonistallo, il 9 marzo alle 21.00 in una Parrocchia (lo comunicheremo per tempo) della comunità dei “3 campanili”, il 15 aprile alle 18.00 presso la Maic a Pistoia, il 10 maggio alle 21.00 presso il Santuario di Valdibrana (animato dai giovani della Parrocchia di San Benedetto).

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Un giorno di festa per il Seminario

Giovedì 10 novembre i ministeri di due seminaristi alle 18 nella chiesa di San Benedetto

Il 10 novembre è un giorno di festa per il Seminario diocesano. In primo luogo perché la Chiesa ricorda San Leone Magno papa, patrono del Seminario dall’epoca della sua fondazione nel 1693, in secondo luogo perché in quel giorno compiranno un altro passo verso il sacramento dell’Ordine Andrea Torrigiani e Daniele Masciotra: Andrea riceverà infatti il ministero di Accolito, Daniele quello di lettore. Il rito, inserito nella messa, sarà celebrato dal vescovo Tardelli alle 18 nella chiesa di San Benedetto a Pistoia.