Domenica 11 è la Giornata di Fraternità

Con una lettera ai parroci il Direttore della Caritas Diocesana Marcello Suppressa presenta la Giornata di Fraternità 2022

 

Rivolgendosi ai parroci della Diocesi di Pistoia Marcello Suppressa, direttore della Caritas Diocesana evidenzia un panorama di grande incertezza e precarietà. «Quello che stiamo vivendo è davvero il periodo più duro e più incerto dal dopoguerra ad oggi in un contesto generale di caos e di estrema precarietà! Non esiste una sola povertà: ce ne sono tante, acuite dagli anni della pandemia (ancora in corso), la guerra in Ucraina e la crisi economica, sociale e politica del nostro paese.

La maggior parte di noi sta vivendo davvero un senso di forte incertezza del futuro e soprattutto di estrema paura di riuscire a farcela nel quotidiano. Le storie che ascoltiamo attraverso i nostri servizi di prossimità ci raccontano di quel mare silenzioso (uomini e donne, italiani e stranieri), che vive sempre più ai margini della società, sempre più povero, che si barcamena ogni giorno tra lavoretti di fortuna, quasi sempre non in regola, nella costante ricerca di una casa, di una residenza, in una estenuante corsa ad ostacoli per la ricerca della normalità, in un paese che sembra ancora molto, molto lontano dall’aver imboccato la strada per l’abolizione della povertà. Si inaspriscono le disuguaglianza, e con esse l’ondata di ‘nuovi poveri’: tra questi anche chi il lavoro ce l’ha ma non basta per mandare avanti la famiglia.

Tra gli “anelli deboli” ci sono i giovani, colpiti da molte forme di povertà, dalla povertà ereditaria, che si trasmette “di padre in figlio” (per cui occorrono almeno cinque generazioni a una persona che nasce in una famiglia povera per raggiungere un livello medio di reddito); alla povertà educativa (tanto che solo l’8% dei giovani con genitori senza titolo superiore riesce a ottenere un diploma universitario).

In occasione della Giornata della Fraternità, che si celebrerà l’11 Dicembre 2022, vi invitiamo pertanto a riflettere, insieme alle vostre comunità parrocchiali sul tempo che stiamo vivendo. Come Diocesi siamo in un tempo propizio: il cammino sinodale.

In questo contesto Caritas ha il compito di contribuire a rendere possibile che il Sinodo parta realmente dal basso, che sia uno spazio aperto in cui i diversi carismi possano essere messi a frutto con responsabilità e generare percorsi di dialogo, confronto e condivisione, indispensabili per una reale esperienza ecclesiale. Un altro modo di parlare dei “segni dei tempi”, così come ci ha più volte suggerito il nostro Vescovo Fausto, ma con una particolare attenzione ai più poveri.

Nella III Domenica di Avvento nella quale celebriamo la Giornata della Fraternità leggeremo dal Vangelo questa frase: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». (Lc 3,10-18).  Ecco ciò che bisogna fare in vista della venuta del Signore: condividere l’essenziale: cibo, vestiti, casa, risorse, vicinanza.

La carità è la prima risposta: è andare verso gli altri, che diventano nostri fratelli. In tutto il Vangelo il verbo “amare” si traduce nel verbo “dare”. È la legge della vita, per stare bene l’uomo deve dare. Non si può vivere la gioia da soli, in maniera egoista. Una gioia che non è condivisa, appassisce e muore, come una pianta che è rimasta senza luce per troppo tempo. Non riusciamo ad essere veramente felici da soli: la gioia ha bisogno di espandersi, di circolare, di moltiplicarsi nei cuori.

Allegato alla lettera vi inviamo l’elenco delle attività di sostegno agli ultimi che la Caritas diocesana ha messo in atto nel tempo. A questo vanno aggiunte le tante iniziative di prossimità dei vostri territori. Questa rete è un segno tangibile di attenzione nei confronti dei poveri o di quanti stanno attraversando un momento di difficoltà.

Le necessità sono molteplici e richiedono di “investire” non solo in aiuti concreti ma anche nel creare relazioni significative di condivisione e di accompagnamento. Sappiamo di poter contare sull’aiuto e sulla sensibilità delle nostre comunità.

Il frutto della vostra condivisione ci permetterà di continuare a farci carico di chi si accosta a noi cercando ascolto e aiuto».

Fai la tua parte con…

VOLONTARIATO: chiamando al 0573.359620 o scrivi una mail a caritas@diocesipistoia.it

RISORSE: dona alimenti a lunga conservazione e prodotti per igiene personale e degli ambienti. Puoi portare il tuo contributo direttamente alla sede della mensa in via San Pietro 36, oppure all’Emporio della Solidarietà in Ferraris 7… così è una buona occasione per conoscersi!

CONTRIBUTO: puoi donare a Caritas Diocesana attraverso bonifico
◊ IBAN IT76 A 05034 13800 000000002795 BANCO BPM
◊ IBAN IT62G0760113800001062220445 POSTE ITALIANE
O presso l’ufficio della Caritas Diocesana in via Puccini 36, aperto dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12.30 – tel 0573 359620.

 

 




Cinque nuovi Monsignori a Pistoia

Resa nota in questi giorni la nomina di Papa Francesco

In questi giorni è giunta dalla Nunziatura apostolica in Italia la notizia che il Santo Padre Francesco, in data 21 settembre 2022, ha onorato alcuni presbiteri della Diocesi di Pistoia annoverandoli tra i “Cappellani di Sua Santità”, conferendo loro così il titolo di “Monsignore”.

Grati a Papa Francesco per questo riconoscimento, si formulano i più sinceri complimenti ai novelli Monsignori che sono, in ordine alfabetico: mons. Fiorenzo Battistini, mons. Enzo Benesperi, mons. Domenico Fini, mons. Leonardo Giacomelli, mons. Marino Marini.

Il titolo è assegnato a quei presbiteri che hanno manifestato un significativo e prolungato impegno pastorale e fedeltà alla Chiesa. Come stabilito da papa Francesco nel 2014, il titolo onorifico di Monsignore è oggi riservato ai sacerdoti “Cappellani di sua Santità” con una età superiore a 65 anni.

Monsignor Battistini (1939) è stato ordinato presbitero il 27 giugno 1965. Dopo alcuni incarichi in Montagna a Pianosinatico e Rivoreta (1967-1976) ha poi svolto servizio da parroco a Vignole poi, dal 1988 fino al 2021 è stato parroco di Poggio a Caiano. Per oltre 10 anni è stato presidente dell’Istituto del Sostentamento Clero Diocesano. Dal 2022 è canonico della Cattedrale di San Zeno e risiede nel Seminario Diocesano.

Monsignor Enzo Benesperi (1934) è stato ordinato presbitero nel 1957. Dopo l’ordinazione è stato per tre anni Cappellano a Quarrata, poi dal 1961 al 1964 parroco di Abetone e per un decennio di Seano 1965-1976. Dal 1977 al 1994 è stato presbitero fidei donum in Brasile, dove ha servizo la chiesa di Manaus nella Missao Pistoia. Al suo ritorno ha svolto ulteriori servizi pastorali: prima come parroco a Spedalino Asnelli (1995-1998), poi a Valenzatico (2010-2013), quindi a Stazione di Montale (2009-2020). Al momento è membro del Consiglio presbiterale e della Commissione per gli Ordini Sacri.

Monsignor Domenico Fini (1943), ordinato nel 1969, dopo poco meno di un anno a Montale come cappellano, nel 1970 è stato nominato parroco di Bardalone, dove attualmente continua a svolgere il suo incarico. Dal 1992 è parroco di Pontepetri e dal 2010 di Orsigna. Per alcuni anni ha guidato anche le parrocchie di Campotizzoro e Limestre.

Monsignor Leonardo Giacomelli (1926) è il decano del presbiterio pistoiese. è stato ordinato presbitero nell’Anno Santo 1950. Dal 1951 al 1953 è stato cappellano a Capraia, poi a Vignole per un biennio. Dal 1955 al 1961 parroco a Sarripoli, quindi a Candeglia, dove ha speso il suo ministero pastorale fino al 2017. Dal 1992 aveva assunto anche la pastorale di Iano.
Don Giacomelli è canonico ononario della Cattedrale di Pistoia.

Monsignor Marino Marini (1943), ordinato nel 1970, prima cappellano di Montale, poi dal 1973 cappellano al Sacro Cuore a Montemurlo fino al 1979 quando fu spostato come parroco a Tobbiana. Nel 1989 fu trasferito a Vignole dove è rimasto fino al 1997, quando è diventato parroco di Oste di Montemurlo fino al 2013. Qui per un decennio ha guidato anche la parrocchia di Tobbiana. Dal 2013 ad oggi è parroco di Tizzana e Catena.




La Chiesa di Pistoia in uscita per incontrare i lontani

Dalla Segreteria del Sinodo diocesano idee e suggerimenti per aprirsi a quanti non frequentano

Il cammino del Sinodo è aperto a tutti. La Diocesi, su indicazione del vescovo Tardelli intende promuovere occasioni di ascolto anche per quanti non frequentano abitualmente parrocchie e realtà associative. In questi giorni una nota a cura della Segreteria del Sinodo diocesano ha tracciato un piccolo “Vademecum” per l’ascolto dei “lontani. «Per un vero percorso di ascolto del “popolo di Dio”, quale deve essere quello sinodale, è significativo — si legge nel testo — l’ascolto di coloro che definiamo i “lontani”, ma che, proprio in virtù del Battesimo, sono anch’essi parte della comunità ecclesiale».

Nella sua ultima lettera pastorale (Alla ricerca della gioia del Vangelo) il vescovo Tardelli aveva invitato la Diocesi a percorrere con decisione e creatività questa pista di ascolto: «Vogliamo ascoltare i bisogni e le attese delle persone che sono fuori dal tessuto ecclesiale; le loro paure, le loro angosce, le loro speranze e delusioni. Questo è l’ascolto che dobbiamo cercare di fare. Sapendo che oggi raramente si trova chi si mette con attenzione ad ascoltare gli altri». 

«Riuscire ad “ascoltare” i lontani – precisa la nota della Segreteria del Sinodo -, dovrà essere un obiettivo da privilegiare nell’insieme del “lavoro” sinodale: per raggiungerlo si potrà partire costituendo in ogni vicariato un gruppo operativo vicariale fra i Parroci, gli animatori e i segretari dei gruppi sinodali dei gruppi sinodali». 

La nota segnala anche alcune “premesse fondamentali”, come la consapevolezza di dover mettersi «in uscita» e aprire al «contatto persona», «costituire piccoli gruppi, diffusi sul territorio». «Presupposto fondamentale dovrebbe essere quello di attivare la “dinamica del noi”, cioè usare le diversità non come limiti ma come risorse nell’obiettivo del bene comune nel quale da prospettive e posizioni diverse (scuola, politica, volontariato, cittadinanza) ci riconosciamo». 

Per partire sarà indispensabile guardarsi intorno, individuando, ad esempio, «le attività di volontariato, quelle sportive, politiche, culturali, ricreative, scolastiche presenti sul territorio parrocchiale». Forse non sarà necessario guardare neppure troppo lontano, ma partire da quanti stanno «sulla soglia della parrocchia», spesso i genitori che arrivano in parrocchia per la celebrazione di un sacramento ma non vivono, di fatto, la vita ordinaria della comunità di fede. Sarà poi necessario individuare i tempi e i luoghi più opportuni per l’incontro e l’ascolto, nel desiderio di far «capire che la storia di ognuno ci preme, ci interessa che vogliamo riaprire un confronto, che vogliamo cercare un dialogo con quanti si sentono esclusi dalla comunità credente». 

Infine l’ascolto dei lontani chiede una profonda motivazione personale: «Gli operatori parrocchiali che si attiveranno per svolgere questa che è una vera e propria missione, dovranno essere ben motivati e dovranno fare un vero e proprio “lavoro” su sé stessi, dovranno infatti riapprofondire le proprie motivazioni, muoversi con atteggiamenti appropriati e avere ben chiaro perché si va in strada». 

Occorre però evitare un rischio: trasformare cioè l’oggetto degli incontri in una sorta di “sondaggio” o “indice di gradimento” sulla Chiesa. «Il tema dei primi incontri non dovrà essere “cosa ne pensi della Chiesa o che cosa la Chiesa dovrebbe fare” ma l’attenzione alla persona, al gruppo in cui è inserita, perché le differenze che ci racconteranno non saranno limiti, ma spazi di incontro da coltivare.

Tutto questo potrebbe suscitare la curiosità o l’interesse da parte delle persone a partecipare attivamente in un gruppo sinodale, oppure lasciare la traccia di una Chiesa in uscita che va ed interroga con gentilezza perché è interessata alla comunità, oppure semplicemente un tentativo che meritava di essere fatto nella speranza che non tutti i semi producono frutti nelle stessa stagione».

Ugo Feraci




Seconda edizione per il premio Frosini

C’è tempo fino al 30 aprile per inviare il proprio lavoro alla Commissione valutatrice

È ufficialmente aperto il Secondo Bando di concorso intestato al ricordo di Mons. Giordano Frosini rivolto agli studenti di tutta Italia che, nel corso del biennio 2021/23, abbiano presentato una tesi di Licenza o di Dottorato in Teologia capace di imprimere una spinta particolarmente significativa all’aggiornamento della disciplina.

Il Comitato organizzatore dell’evento, costituito da membri della Fuci pistoiese guidata negli anni Ottanta da don Frosini e presieduto dal dott. Andrea Amadori, in data 2 settembre – anniversario della scomparsa terrena di don Giordano – ha varato, con il sostegno della Fondazione Caript, l’iter procedurale che porterà a proclamare il vincitore nel mese di dicembre 2023.

Anche per questa edizione, il premio consisterà nella pubblicazione del lavoro di tesi prescelto nell’organizzazione di una cerimonia di premiazione in cui il neo-teologo presenterà e condividerà con tutta la cittadinanza i frutti della propria ricerca e riflessione. La commissione valutatrice dei lavori si avvarrà, come nella precedente edizione, dell’autorevole esperienza di Pino Lorizio, Basilio Petrà e altri teologi di statura nazionale. Il termine di scadenza per la presentazione delle tesi partecipanti è il 30 aprile 2023. È possibile richiedere informazioni più dettagliate sui criteri del Bando scrivendo all’indirizzo: scuolateologia@diocesipistoia.it.

La precedente edizione è stata vinta dal matematico e teologo Giovanni Amendola con la tesi Antropo-logos, uno studio che metteva in dialogo la ragione scientifica, filosofica, teologica e informatica.

Teologo, scrittore e giornalista, don Giordano Frosini (1927-2019) ha lasciato una traccia indelebile nel volto della Diocesi di Pistoia. Ha insegnato per circa venticinque anni filosofia e teologia allo Studio Teologico Fiorentino, successivamente divenuto Facoltà teologica dell’Italia centrale; ha promosso la Scuola di Formazione Teologica Diocesana e il Circolo Maritain, l’aggiornamento culturale e teologico della Chiesa di Pistoia con innumerevoli iniziative e in particolare con gli incontri della “Settimana Teologica”.

Si è occupato di teologia dogmatica e ha pubblicato numerosi volumi sulla teologia e sulla politica. Ha collaborato a riviste scientifiche, periodici e giornali fra cui Famiglia Cristiana e La Vita, di cui è stato direttore responsabile per molti anni. Per cinque anni ha curato la rubrica “Ascolta si fa sera” del venerdì su Rai1. Alcune sue opere sono state tradotte in albanese, portoghese, spagnolo e polacco.

 

Leggi tutte le indicazioni per partecipare sul Regolamento del Bando di concorso “G. Frosini”




L’ora di aprirsi all’attesa della venuta di Gesù

Le domeniche che preparano al Natale invitano a ripensare alla mèta del nostro cammino e a mettere da parte tutte le “zavorre” che appesantiscono la vita

Ogni anno il tempo di Avvento, che “da il La” al cammino dell’anno liturgico mi pone la stessa domanda: perchè il nostro annuale cammino di fede inizia con una meditazione sulla fine dei tempi?
La risposta è semplice: ogni cammino per essere autentico ha bisogno di una meta. Se vogliamo camminare insieme su quella via che il Signore ha delineato per la nostra vita, dobbiamo sapere dove stiamo andando. Scrive un autore dei nostri tempi che è la meta che decide ogni nostro passo. Questo è tanto più vero ed attuale in questi anni in cui la Chiesa Universale si è messa in stato sinodale e la nostra Chiesa locale lavora per preparare la celebrazione del sinodo diocesano. La vocazione del cristiano, la chiamata alla santità, che ognuno di noi ha ricevuto nel Battesimo e che ci chiede di essere nel mondo sacerdoti, re e profeti, testimoni dell’amore e della misericordia di Dio, decide davvero ogni nostro passo ma direi che ancor meglio ci “dà il passo”, perchè sui cammini di Dio non siamo noi a decidere l’andatura ma è lo Spirito che irrompe nella nostra vita per delineare ed illuminare il nostro cammino.

L’Avvento è allora anche chiamata alla sobrietà, a toglierci di dosso le zavorre che appesantiscono il nostro passo, quelle che il compianto vescovo Mansueto chiamava provocatoriamente «le nostre amate e coccolate schiavitù».
Possiamo dire che la nostra avventura liturgica si apre con un imperativo categorico: puntare in alto! Risvegliando i nostri sensi, vivendo in modo autentico l’incontro con il Cristo veniente nella preghiera personale e comunitaria, per essere davvero partecipi di quel dialogo di amore che lo Spirito Santo soffia nel cuore della Trinità. Accompagnati dai vari personaggi che la Parola di
Dio in queste domeniche ci presenterà: Noè, Giovanni Battista, la Vergine Maria, Giuseppe di Nazareth, camminiamo verso l’incontro con Gesù che bussa alla porta della nostra vita «perchè ogni uomo veda la salvezza di Dio».

Per aiutare la meditazione e la celebrazione dell’Avvento proponiamo il sussidio messo a disposizione dall’Ufficio Liturgico Nazionale della Cei che contiene le indicazioni liturgiche e la proposta musicale del salmo responsoriale di ciascuna celebrazione; i commenti ai brani biblici proposti dal Lezionario festivo; i commenti delle orazioni collette e i suggerimenti per una preghiera inclusiva delle persone con disabilità. All’interno della sezione introduttiva del Sussidio potrete trovare, oltre la presentazione del Tempo di Avvento, i canti consigliati con relative indicazioni, partiture e files audio. Il sussidio è scaricabile sul sito della Cei.

«Il cammino mistagogico dell’anno liturgico – si legge nell’introduzione del Sussidio Cei firmata da Mons. Giuseppe Baturi – ha inizio con l’Avvento, tempo di grazia in cui si intrecciano la
memoria delle attese per la venuta del Figlio di Dio, nato nel tempo dalla Vergine Maria, e la speranza amorosa della Chiesa per il ritorno glorioso del suo Sposo alla fine dei tempi. Accompagnata dalla Vergine Madre, modello per quanti desiderano andare incontro al Salvatore che viene, la comunità cristiana si preparerà così ad accogliere con rinnovato stupore e profonda tenerezza
il manifestarsi di Dio in un bambino che è nato per noi per donarci la pace vera e duratura».

Don Alessio Bartolini, Ufficio Liturgico Diocesano




Dritte per la catechesi nel tempo di Avvento

Presentato lunedì 14 in Seminario l’itinerario per la formazione in diocesi

Lunedì 14 novembre 2022 i catechisti della diocesi si sono incontrati in seminario per una seconda tappa formativa sul tema sinodale dell’ascolto, tema guida per l’anno 2022-2023. All’incontro è stato presentato anche il sussidio per la catechesi in tempo di Avvento.

«La modalità del sussidio – spiega suor Giovanna Cheli, direttrice dell’ufficio catechistico – è diversa rispetto agli altri anni: non abbiamo offerto lo schema dei quattro incontri di catechesi per arrivare al Natale, ma una sola pagina di Vangelo (quella dell’Annunciazione appunto) che il sussidio aiuta a cogliere alla luce di ogni anno di catechismo (dopo la spiegazione del Vangelo, nel sussidio, si trovano sette schede che vanno dal primo anno di catechesi fino alla Cresima). Impariamo così ad aver chiaro tutto l’itinerario catechistico che dovremmo realizzare dove è possibile, dalla seconda elementare alla terza media per arrivare al gruppo giovani».

«Quanto ci proponiamo, e cioè avere una bozza di progetto catechistico che sia di riferimento per tutti, non è certo una imposizione ma uno spunto, un’esperienza da fare che se assume il tono di un cammino comune potrebbe essere un frutto sinodale bellissimo per tutta la diocesi».

Il prossimo appuntamento a cura dell’ufficio catechistico è previsto per lunedì 5 dicembre alle 21.15, con un incontro a distanza.

SCARICA IL SUSSIDIO (pdf): sussidio Avvento 2022




In cammino per la Giornata mondiale 2023

La pastorale giovanile presenta le tappe che porteranno verso l’incontro di Lisbona. Un programma che coinvolgerà tante parrocchie e gruppi

«Rise up!» ovvero «Alzati!» è l’invito rivolto ai giovani dagli organizzatori della Gmg di Lisbona 2023 nell’itinerario di preparazione costruito per guidare i giovani in questo anno. Questo invito fa riecheggiare le parole che il Signore Gesù più volte ha pronunciato nei Vangeli: «alzati e cammina» (Lc 7,14), rivolgendosi a chi è fermo nella malattia, debilitato, atterrato ed è l’azione di risurrezione che mostra la salvezza di Dio per tutti noi.

Il Signore viene a dirci di risollevarci, alzarci, metterci in moto, non adagiarci sulle nostre fragilità ma darsi a un progetto, a un cammino di vita, a una vita che va vissuta. Lo stesso Papa Francesco, nel suo messaggio per la Gmg di Lisbona, riprende questo messaggio di salvezza di Gesù e lo rivolge ai giovani del mondo perché, come ha fatto la Vergine Maria, siano pronti e risoluti a mettersi in moto per fare della propria vita un dono. È un messaggio che impegna gli adulti in percorsi di accompagnamento per e con i giovani, aiutandoli a trovare un senso di vita e cammini di crescita verso un futuro di speranza.

Vivere da risorti è il cammino grande che ci invita a fare la Gmg di Lisbona: uomini e donne che sono in movimento, che si donano, che spendono la loro vita in modo bello, per amore, non da addormentati e stanchi, ma da risorti. Su questa scia la pastorale giovanile propone per questo anno di preparazione alla Gmg, un cammino itinerante, fatto di incontri tra giovani e per giovani che coinvolgerà diverse parrocchie e realtà diocesane.

Seguiremo, in questo cammino, la Croce che da sempre è uno dei simboli della Gmg, una Croce che passerà di mano in mano toccando vari luoghi della Diocesi che la terranno per un mese durante il quale animeranno un incontro per tutti, secondo questo calendario: il 23 novembre alle 21.00 nella Parrocchia di Oste, il 14 dicembre alle 21.00 nella Parrocchia di Casalguidi, l’11 gennaio 2023 alle 21.00 nella Parrocchia di Vignole, il 15 febbraio alle ore 21.00 nella Parrocchia di Bonistallo, il 9 marzo alle 21.00 in una Parrocchia (lo comunicheremo per tempo) della comunità dei “3 campanili”, il 15 aprile alle 18.00 presso la Maic a Pistoia, il 10 maggio alle 21.00 presso il Santuario di Valdibrana (animato dai giovani della Parrocchia di San Benedetto).

Info: restiamoinsiemepg@gmail.com

Pagina Facebook e profilo Instagram: @restiamoinsiemepg




Un giorno di festa per il Seminario

Giovedì 10 novembre i ministeri di due seminaristi alle 18 nella chiesa di San Benedetto

Il 10 novembre è un giorno di festa per il Seminario diocesano. In primo luogo perché la Chiesa ricorda San Leone Magno papa, patrono del Seminario dall’epoca della sua fondazione nel 1693, in secondo luogo perché in quel giorno compiranno un altro passo verso il sacramento dell’Ordine Andrea Torrigiani e Daniele Masciotra: Andrea riceverà infatti il ministero di Accolito, Daniele quello di lettore. Il rito, inserito nella messa, sarà celebrato dal vescovo Tardelli alle 18 nella chiesa di San Benedetto a Pistoia.




Un cammino di libertà con Mansueto Bianchi

Venerdì 4 novembre in Cattedrale a Pistoia alle 17 la presentazione del volume “Testimoni di libertà. Il cammino dell’Esodo”: una nuova pubblicazione per rivivere le catechesi proposte ai giovani dal vescovo Bianchi. Alle 18 la messa in suffragio presieduta dal vescovo Fausto Tardelli.

 

PISTOIA 29/10/2022. Il prossimo 4 novembre la Chiesa di Pistoia ricorda il vescovo Mansueto Bianchi nel giorno del suo compleanno. Quest’anno la ricorrenza è accompagnata dal dono di una nuova pubblicazione che raccoglie la trascrizione delle sue catechesi ai giovani sul libro dell’Esodo. Il volume, intitolato “Testimoni di libertà. Il cammino dell’Esodo”, è l’ultimo volume di una “trilogia” che ripropone le parole pronunciate dal vescovo Bianchi in occasioni dei cicli della “Scuola della Parola”, una serie di incontri organizzata dall’ufficio per la pastorale giovanile della diocesi di Pistoia in cui il vescovo Bianchi guidava i giovani a cogliere la bellezza e la profondità della Parola di Dio.

Ancora una volta questo terzo volume offre la possibilità di confrontarsi direttamente con le parole del vescovo Bianchi e di ritrovare la freschezza di quella esperienza. Il testo, che  riporta fedelmente le catechesi pronunciate per l’edizione della Scuola della Parola dell’anno pastorale 2009/2010 dedicate al libro dell’Esodo, permette di cogliere pienamente il suo talento di esegeta, capace di parlare a tutti e far sentire attualissime anche le parole dell’Antico Testamento. «Il libro dell’Esodo — spiegava il vescovo Mansueto nella prima catechesi — è tutto raccolto attorno ad una parola sola che non è soltanto una parola, diventa un grido. Questa parola-grido è: libertà (…). Questo libro dell’Esodo libererà la nostra categoria di libertà da tanti aspetti, abbagli e caricature della libertà stessa. Un libro che ci aiuterà a diventare liberi».

«Spero — scrive il vescovo Fausto Tardelli nella prefazione — che la lettura di queste pagine risuoni forte nel cuore di chi, da giovane, le ascoltò, ma infiammi anche il cuore di tutti gli altri lettori attingendo ad una genuina fonte di acqua fresca e ristoratrice».

Venerdì 4, la presentazione avrà luogo in Cattedrale alle 17 e sarà poi seguita dalla celebrazione della Messa in suffragio presieduta dal vescovo Fausto Tardelli. Per l’occasione sarà possibile acquistare “Testimoni di libertà”, poi in vendita presso la libreria San Jacopo di Pistoia (via Puccini, 34).

Il volume si aggiunge alle altre due pubblicazioni dedicate alle trascrizioni della Scuola della Parola: segue infatti quelle dedicate al Vangelo di Matteo pronunciate nell’anno pastorale 2010/2011 (Matteo la storia di uno sguardo, Ed. San Jacopo, Pistoia 2019), e quelle su Giovanni risalenti al 2008/2009 (Volti incontro a Gesù. Il Vangelo di Giovanni, Ed. San Jacopo, Pistoia 2020).

Mons. Mansueto Bianchi era nato a Santa Maria in Colle (Lucca) nel 1949. Ordinato presbitero il 29 giugno 1974, ha frequentato la Pontificia Università Gregoriana, dove ha conseguito la licenza in teologia biblica. È stato vicedirettore del Seminario di Lucca e insegnante in Sacra Scrittura, assistente diocesano unitario di Azione cattolica, delegato per l’apostolato dei laici e direttore dello studio teologico interdiocesano.

Eletto alla sede vescovile di Volterra il 18 marzo 2000, viene ordinato vescovo il 3 maggio 2000, per poi essere trasferito a Pistoia il 4 novembre 2006. Papa Francesco lo nomina Assistente generale dell’Azione Cattolica Italiana il 5 Aprile 2014. È morto a Roma il 3 agosto 2016.

Mansueto Bianchi, Testimoni di libertà. Il Cammino dell’Esodo, Edizioni San Jacopo, Pistoia 2022, pp. 202, euro 7.

 




Terzo Convegno Migrantes a Pistoia

Sabato 22 ottobre si svolgerà a Pistoia il Terzo Convegno della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. La giornata dedicata a questa ricorrenza era domenica 25 settembre, ma a causa delle elezioni politiche è stata spostata al 22 ottobre.

La mattinata di incontro e riflessione, a cura dell’ufficio Migrantes diocesano, si svolgerà presso l’antico refettorio del Convento di San Domenico a Pistoia sul tema: “Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati”.

 

Saluti di:

Direttore di Migrantes (Diocesi di Pistoia)

don Elia Matija

Saluti del Vescovo di Pistoia

Mons. Fausto Tardelli

Saluti della Vicesindaco di Pistoia

Dott.ssa Anna Maria Celesti

 

Interventi di:

P. Alessandro Cortesi, promotore di giustizia e pace dell’ordine dei predicatori, che proporrà una relazione intitolata: “Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati”.

Avv. Lorenzo Pratesi. L’avvocato Pratesi interverrà sul tema: “Costruire il futuro con i migranti: con quale legislazione”.

Dott.ssa Denata Ndreca, poetessa: “Testimonianza e Poesia”

Modera l’incontro Paola Bellandi, Presidente del Centro San Martino de Porres di Pistoia