Il Testo finale della Seconda Sessione del Sinodo

Pubblichiamo il Testo finale della Seconda Sessione del Sinodo diocesano.

Il testo è stato consegnato al Vescovo Tardelli in occasione della celebrazione eucaristica per la Chiusura del XX Sinodo Diocesano il 29 giugno scorso. Il documento contiene le proposizioni discusse e approvate dall’assemblea generale nella Seconda Sessione del Sinodo diocesano.

Le proposizione votate dall’assemblea, insieme alla prima parte del Libro Sinodale, sono consegnate al Vescovo perchè da esse elabori decreti e dichiarazioni sinodali.




Tutela dei minori: due incontri di formazione

La prima giornata, lunedì 23 settembre, sarà tenuta da Suor Tosca Ferrante in passato alla Polizia di Stato, oggi madre Generale delle Suore Apostoline Paoline. Seconda giornata il 18 novembre con il sottosegretario CEI, don Gianluca Marchetti

 

Una giornata di formazione in diocesi sul tema “Rispetto e responsabilità nell’azione educativa”. La proposta, promossa dal Servizio Tutela Minori e Adulti fragili attivo nella Diocesi di Pistoia, si svolgerà lunedì 23 settembre e verterà sugli abusi in generale e le loro conseguenze, toccando il tema della prevenzione e le buone pratiche.

La giornata del 23 prevede due sessioni: la prima – dalle ore 9.30 alle 12.30 – è rivolta al clero diocesano sul tema della “cultura della cura” e “approfondimento sul tema degli abusi”; la seconda, dalle – 14.30 alle 16.30 – si concentrerà anche sul tema dell’adultità ed è rivolta a tutti coloro che operano a qualsiasi titolo, individuale o associato, all’interno delle comunità ecclesiali a Pistoia.

Le lezioni saranno proposte da Suor Tosca Ferrante, coordinatrice del Servizio regionale per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili. Suor Tosca, 55 anni, che ha alle spalle una laurea in psicologia e un passato nella Polizia di Stato, è anche madre Generale delle Suore Apostoline Paoline. Attualmente vive e opera a Pisa nella parrocchia universitaria di San Frediano.

In programma anche un secondo appuntamento previsto per il prossimo 18 novembre con don Gianluca Marchetti, sottosegretario della Conferenza Episcopale Italiana che toccherà il tema delle implicanze e delle procedure canoniche conseguenti agli abusi.

«Due appuntamenti di assoluta importanza per la Diocesi, voluti fortemente dal vescovo Fausto Tardelli – commenta Chiara Romagnani, coordinatrice del Servizio diocesano per la Tutela dei Minori – e in linea con gli indirizzi del pontificato di Papa Francesco. Il titolo della giornata “Assumere il passato per liberare il futuro”, riprende un’espressione di papa Francesco presente nell’enciclica Fratelli Tutti. Oggi più che mai, afferma infatti il Papa, è necessario confrontarsi con la verità e per avviare “percorsi di pace che conducano a rimarginare le ferite”, “avviare processi di guarigione e di rinnovato incontro con ingegno e audacia”».

Il Servizio tutela minori e persone vulnerabili della Diocesi di Pistoia è nato per tutelare le persone più fragili, per età o per le proprie condizioni psico-fisiche e per prevenire qualsiasi forma di abuso. Il Servizio svolge essenzialmente funzioni di: formazione e informazione degli operatori pastorali sul tema della tutela; accoglienza, ascolto e accompagnamento alle persone che riferiscono abusi subiti o dei quali siano venuti a conoscenza.

 




Diaconato: il cammino di Daniele

Intervista a Daniele Masciotra: gli anni in Seminario, gli studi e il ministero del diacono. Domenica 13 l’ordinazione alle 18 in Cattedrale

Domenica 13 settembre alle 18 il Vescovo Fausto Tardelli ordinerà diacono il seminarista Daniele Masciotra. Daniele, che compirà 42 anni il prossimo 19 settembre, è in cammino verso il sacerdozio dal 2018, anno in cui ha avviato il suo percorso di discernimento vocazionale. Nato a Prato nel 1982 è cresciuto a Oste, presso Montemurlo, dove, nel corso degli anni, accanto all’attività lavorativa, ha progressivamente dedicato il proprio impegno alla vita parrocchiale un po’ in tutti i suoi aspetti: dall’oratorio, al catechismo, al coro, alla Caritas.

Daniele, come hai vissuto questo tempo di formazione, fino ad arrivare a questo importante momento del tuo cammino verso il sacerdozio?

Sono stati anni molto belli; sono entrato in Seminario nell’ottobre del 2019 dopo aver fatto un anno propedeutico, e fin da subito mi sono trovato bene con i formatori ed i compagni, cosa per me non scontata avendo iniziato il percorso di formazione in età già più adulta rispetto alla maggior parte degli altri seminaristi. La vita comunitaria fatta di preghiera, studio, servizi, ma anche di momenti formativi e ricreativi, è stata una grande ricchezza.
Anche lo studio presso la Facoltà Teologica dell’Italia centrale di Firenze è stato gratificante per me che mi sono rimesso sui libri dopo quasi vent’anni dalla maturità!
Così come anche le diverse occasioni di fare conoscenza ed esperienza di varie realtà della nostra diocesi, sono state delle opportunità preziose.
Quindi il bilancio, arrivato a questo momento importante del mio cammino, è senza dubbio positivo.

Quali sono i compiti del diacono?

Il Concilio Vaticano II dice che il ministero del Diacono è “diaconia della liturgia, della predicazione e della carità”, con cui serve “il popolo di Dio, in comunione col vescovo e con il suo presbiterio”.
Fondamentalmente il diacono assiste il sacerdote o il vescovo durante la Messa, esegue la lettura del Vangelo e può tenere l’omelia, e in generale pratica il ministero della Parola istruendo ed esortando il popolo. Al di fuori della Messa il diacono può celebrare il Sacramento del Battesimo. Ha inoltre la facoltà di impartire benedizioni e amministrare i sacramentali in genere.
Come sottolinea la Lumen Gentium, il documento conciliare sulla Chiesa, il diacono, oltre a servire il Popolo di Dio «nella diaconia della liturgia, della parola e della carità», deve soprattutto essere «dedito agli uffici della carità». Per questo spesso le opere di carità diocesane o parrocchiali sono affidate alla cura dei diaconi.

Papa Francesco ha rivolto un monito ai diaconi esortandoli ad essere “sentinelle” nella realtà dove si trovano ad operare; cosa vuol dire? Qual è il messaggio che vuoi dare alla comunità?

Essere sentinelle vuol dire avere la capacità di avvistare la presenza di Gesù nei poveri e nei lontani; il diacono deve avvistare il Signore quando, in tanti suoi fratelli più piccoli, chiede di essere nutrito, accolto e amato. E questo il diacono può farlo ancora meglio se aiutato e supportato dalle comunità parrocchiali. Per questo è fondamentale che le comunità parrocchiali siano vicine ai solo diaconi e sacerdoti, collaborino con loro per il bene della comunità stessa e di tutta la Chiesa.

La Chiesa di Pistoia ha concluso da poco il Sinodo nel quale sono emerse le più urgenti attese di Vangelo. Secondo la tua esperienza quali sono secondo te?

Il Sinodo ci ha ricordato come essere Chiesa; non dobbiamo avere la testa reclinata su noi stessi, ma dobbiamo alzare lo sguardo verso le realtà che ci circondano, le persone che ci stanno accanto, i fratelli e le sorelle che condividono con noi la sequela a Cristo. Il Sinodo ha rimarcato l’importanza dell’ascolto reciproco e del confronto e credo che sia questa la strada giusta per il futuro. Ed è proprio pensando al futuro che sono convinto che tra le attese più urgenti ci sia la necessità di saper ascoltare i giovani, i loro sogni, le loro necessità, i loro disagi… Mi sono occupato di giovani per tanti anni in parrocchia; sono loro la società e la Chiesa del domani e noi dobbiamo saper stare con loro per fargli conoscere Cristo in modo credibile ed autentico. Credo che sia una sfida non da poco, ma che può portare grandi frutti.

(Daniela Raspollini)

 




Visitazione del Pontormo, l’auspicio del Vescovo Tardelli

In completamento lo spostamento alla Villa Medicea di Poggio a Caiano. Trasferite anche le altre opere presenti nella chiesa, chiusa dal giugno 2023

«Non possiamo che salutare positivamente l’ormai prossimo ritorno al pubblico della Visitazione del Pontormo, ma proprio per questo ci è ancora più urgente chiedere con maggior forza che si mantenga alta l’attenzione, nell’opinione pubblica e nelle istituzioni, per i lavori necessari in quella che è la ‘casa’ di quella e delle tante altre opere trasferite, cioè la chiesa di San Michele a Carmignano. Si possa tramutare in sostegno diretto il tanto impegno profuso nel dibattito per questa che è una collocazione temporanea».

Questo l’auspicio del Vescovo di Pistoia e Pescia, Mons. Fausto Tardelli, a proposito dell’ormai prossima sistemazione provvisoria delle opere della chiesa di San Michele a Carmignano presso la Villa Medicea di Poggio a Caiano.

«La collaborazione istituzionale che ha portato a questa soluzione – conclude Mons. Tardelli – sia altrettanto attiva nel trovare quanto prima i fondi disponibili per rendere nuovamente accessibile la chiesa di San Michele, patrimonio di un’intera comunità».

(Nella foto i dipinti della Chiesa di San Michele imballati e pronti al trasferimento)

 




Due Diaconi per due Diocesi

Festa per le chiese di Pistoia e Pescia. Il 15 settembre il Vescovo Tardelli ordinerà diacono Daniele Masciotra, seminarista della Diocesi di Pistoia; il giorno precedente, sabato 14 riceverà l’ordine del diaconato un seminarista di Pescia: Matteo Nincheri.

Con grandissima gioia vi annuncio che, prossimamente, ad ognuna delle due Diocesi unite “in persona episcopi”, il Signore farà un dono straordinario: due giovani uomini, alunni uno del seminario fiorentino e l’altro del seminario interdiocesano di Pisa, riceveranno il sacramento dell’Ordine nel grado del Diaconato. Ben presto quindi, a Dio piacendo, le due chiese sorelle riceveranno in dono ciascuna un nuovo presbitero, vera manna per le necessità del popolo di Dio e dell’umanità.

Si tratta, per la diocesi di Pistoia, di Daniele Masciotra della parrocchia di Oste di Montemurlo e per la Diocesi di Pescia, di Matteo Nincheri della parrocchia di San Jacopo di Altopascio.

Mentre invito tutti i fedeli delle due diocesi a pregare per questi prossimi diaconi e per le vocazioni al ministero presbiterale, propongo anche, nella misura del possibile, che specialmente i presbiteri e i diaconi delle due diocesi partecipino alle Ordinazioni.
L’Ordinazione di Matteo avverrà sabato 14 settembre prossimo, alle ore 21, nella Cattedrale di Pescia, mentre l’Ordinazione di Daniele sarà domenica 15 settembre alle ore 18 nella Cattedrale di Pistoia.

Condividere i doni del Signore, rendere grazie insieme a Lui per questo, pregare Dio che mandi operai nella sua messe perchè sono sempre pochi, come ci ricorda il vangelo, è una bellissima cosa. Fa sentire davvero sorelle due Chiese che per storia, tradizione e vita, sicuramente sono diverse una dall’altra ma ambedue chiese del Signore, suo
unico e cattolico popolo. Questa Notificazione sia resa pubblica nelle celebrazioni eucaristiche di sabato 24 e
domenica 25 agosto prossimo.

Dato in contemporanea a Pistoia e a Pescia,
il 20 agosto 2024, memoria di San Bernardo

+ Fausto Tardelli, vescovo




Un’introduzione alla Lectio divina

Due serate di formazione aperte ai fedeli delle diocesi di Pescia e Pistoia. Gli incontri, a cura del prof. Federico Giuntoli, propongono una piccola introduzione alla Lectio divina.

Le due serate si svolgeranno lunedì 2 e mercoledì 4 settembre 2024 alle ore 21 presso il salone parrocchiale della chiesa di Cristo redentore di Monsummano Terme, località Le Case; via E. G. Segrè.

Una proposta per conoscere o approfondire una pratica, quella della Lectio divina (lettura divina), che prevede una lettura della Sacra Scrittura accompagnata dalla preghiera in cui si “realizza un intimo colloquio in cui, leggendo, si ascolta Dio che parla e, pregando, Gli si risponde con fiduciosa apertura di cuore”. “Nell’antica e sempre valida tradizione della Lectio Divina, si coglie nel testo biblico la parola viva che interpella, orienta e plasma l’esistenza”.

Don Federico Giuntoli, presbitero della Diocesi di Pescia è docente di Antico Testamento presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma.

 




Il 23 e 24 agosto la festa di San Bartolomeo, il programma

San Bartolomeo, il festoso appuntamento nell’estate che scorre rapidamente verso settembre, torna come ogni anno a rendere più lieto lo scivolamento verso l’autunno dei più piccoli. Venerdì 23 e sabato 24 agosto, giorno di San Bartolomeo, sono in programma nei pressi dell’omonima chiesa tanti momenti dedicati a bambini e bambine di Pistoia e non solo.

Le celebrazioni religiose inizieranno giovedì 22 agosto con la SS Messa di San Charbel in programma alle ore 21.15.

 

PROGRAMMA. Venerdì 23 agosto, alle 17.30, i primi Vespri della festa e la benedizione dell’olio; alle ore 19.00 si prosegue con la celebrazione della Santa Messa e fino alle 24.00 è prevista la benedizione dei fedeli. Tutte le benedizioni, ricordiamo, dopo un momento di preghiera condivisa, sono personali.
Sabato 24 agosto, alle ore 8.00 la prima Santa Messa, alle 10 l’Eucaristia che sarà celebrata dal Vescovo di Pistoia e Pescia, monsignor Fausto Tardelli, con le benedizioni che proseguiranno fino alle ore 13.00.
Nel pomeriggio la ripresa delle benedizioni a partire dalle 15.30 fino alle ore 19.00, orario in cui sarà celebrata l’ultima Santa Messa della giornata; a seguire ultimo momento dedicato alle benedizioni con termine alle ore 24.00.
In caso di caldo intenso, le benedizioni si interromperanno alle ore 12.00 e riprenderanno alle ore 17.00.




Cordoglio per la morte di don Giovanni Scremin

Domenica 11 agosto è morto don Giovanni Scremin.
Viveva da quasi dieci anni nel Seminario Vescovile di Pistoia, dove si era ritirato dopo una vita dedicata alle Missioni e al Ministero di parroco. Aveva 96 anni ed era malato da tempo.
La salma è esposta alla Misericordia di Pistoia. Le esequie saranno presiedute dal vescovo Tardelli alle 9.30 di mercoledì 14 agosto nella chiesa di santa Chiara in Seminario.
Originario di Valdagno, in provincia di Vicenza, è stato religioso dell’istituto dei padri comboniani. Fu ordinato presbitero il 29 giugno 1955 da quel Battista Montini che divenne poi Papa Paolo VI. Inviato missionario in Brasile gli fu affidata una parrocchia nella diocesi di Balsas dove visse per 25 anni. Il vescovo locale, che allora era il pistoiese Rino Carlesi, lo presentò a mons. Longo Dorni per offrirgli un’esperienza fuori dalla missione. Avviò così la sua presenza in diocesi di Pistoia, pur tornando in missione a più riprese.
In diocesi ha servito diverse parrocchie: Spedalino, Marliana, Le Grazie e ultimamente Poggio alla Malva.
La diocesi esprime il suo cordoglio, grata a don Scremin per il suo generoso servizio alla Chiesa Pistoiese.



Servizio tutela dei minori: la formazione in diocesi

Lunedì 23 settembre per tutto il giorno e lunedì 18 novembre pomeriggio si terranno in Diocesi, presso l’aula Magna del Seminario di Pistoia, due corsi di aggiornamento promossi dal Servizio Tutela Minori e Adulti fragili, da qualche tempo presente anche a Pistoia. Questi incontri sono rivolti a tutti coloro che operano a qualsiasi titolo, individuale o associato, all’interno delle comunità ecclesiali a Pistoia ed è molto importante la partecipazione di tutti, vista anche l’importanza che papa Francesco dedica a questo servizio (cfr. la sua Lettera al Popolo di Dio del 20 agosto 2018).

Gli incontri si svolgeranno rispettivamente lunedì 23 settembre, mattina  pomeriggio, con relatrice Suor Tosca Ferrante, madre Generale delle Suore Apostoline Paoline e verterà sugli abusi in generali e le loro conseguenze, toccando il tema della prevenzione e le buone pratiche.

Lunedì 18 novembre don Gianluca Marchetti, nominato recentemente Sottosegretario della Cei, parlerà invece delle implicanze e delle procedure canoniche conseguenti agli abusi. Due appuntamenti di assoluta importanza per la Diocesi, voluti fortemente dal Vescovo Fausto Tardelli.

Chiara Romagnani
Coordinatrice del Servizio Tutela Minori e adulti fragili




La testimonianza dell’apostolo Jacopo

L’omelia del Vescovo Tardelli nella Messa Pontificale del 25 luglio 2024, giorno di San Jacopo

Il ricordo del santo patrono e la conclusione del Sinodo diocesano

 

Fratelli nel sacerdozio, rev. Capitolo di questa nostra Cattedrale, rappresentanti del Capitolo della Cattedrale di Pescia, diaconi, seminaristi, religiose e religiosi, autorità tutte della città e della Provincia, civili e militari, rappresentanti dei rioni e della giostra, fedeli, uomini e donne qui presenti per festeggiare il nostro Santo Patrono, San Jacopo: un saluto affettuoso e sentito a tutti voi.

Ci ha detto Gesù nel vangelo rivolto proprio a Jacopo, al nostro Jacopo e agli altri apostoli: “Voi sapete che i governanti delle nazioni dominano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così: ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”.

Il riferimento a ciò che accade nel mondo è, purtroppo, azzeccato, dobbiamo riconoscerlo. Chi ha il potere, lo usa spesso per schiacciare gli altri, per sottometterli, per affermare se stesso o per fare i propri interessi. Le democrazie dovrebbero essere abbastanza immuni da tutto questo, perché il loro criterio fondamentale è il servizio del popolo. Stiamo però constatando una grave crisi delle democrazie nel mondo, la disaffezione alla partecipazione, la presenza comunque della corruzione. 

Non è esente da tutto questo purtroppo la stessa Chiesa, lo stesso popolo di Dio nei suoi membri. Non per niente Gesù si rivolge proprio al Collegio apostolico ed erano stati proprio Jacopo, il nostro San Jacopo insieme al fratello Giovanni, a cercare tramite la madre, posti di onore e di potere. 

Ecco perché San Paolo nella seconda lettera ai Corinti dice che l’apostolo porta un tesoro inestimabile, che è la parola di Dio e la sua Grazia, però in vasi di argilla, immagine che dice la debolezza e la fragilità della nostra umanità, segnata dal peccato. 

Tutti dunque siamo invitati a cambiare i nostri pensieri e comportamenti, sottoponendoli al vaglio di un solo criterio: il bene comune. Il bene dell’umanità. Non cercando prima di tuto il nostro interesse, ma quello di tutti. 

La testimonianza dell’apostolo Jacopo, che ha dato la vita per Cristo, primo fra gli apostoli, ci richiama alla consapevolezza di dover affrontare anche noi con coraggio, per essere anche soltanto uomini degni di questo nome ma ancor più come cristiani, i rischi e pericoli che si incontrano se si vuol perseguire giustizia e pace.  

Oggi più che mai. Attraversati da terribili correnti di morte, potremmo essere sopraffatti dal terrore o dal desiderio di rinchiuderci in noi, cercando disperatamente di metterci al sicuro. Non vogliamo fare gli eroi, questo no. Ma certo dovremmo cercare di essere uomini e donne con una coscienza sincera e retta, che hanno a cuore il bene dell’umanità, aldilà di ogni distinzione e appartenenza; che sanno fare il proprio dovere quotidiano dovunque si trovino; che si sforzano di operare ogni giorno secondo verità e giustizia e per la pace.

Ecco, dunque, il nostro sinodo diocesano. Quello che abbiamo celebrato a 88 anni dall’ultimo e primo dopo il Concilio Vaticano II, è stato esattamente il tentativo collettivo che ha mobilitato gran parte della chiesa di Pistoia e anche realtà non ecclesiali, di rinnovare la nostra fede in questi nostri tempi, riformando anche la nostra chiesa; di rinnovare la testimonianza della carità e la presenza nei territori tra la gente, come seminatori della speranza che non delude.

È doveroso e bello rendere grazie a Dio per quello che è avvenuto: l’aver cioè cominciato, sotto l’impulso dello Spirito Santo, ad assumere uno stile sinodale che vuol dire camminare insieme come popolo di Dio, corresponsabili della missione del Vangelo; l’aver inoltre ascoltato e individuato attraverso un discernimento comunitario, guidato sempre dallo Spirito Santo, quelle che sono le principali attese di Vangelo presenti in noi e nelle persone dei nostri territori; quelle sfide che lo Spirito Santo ci mette davanti e alle quali abbiamo cercato di rispondere, individuando strade e percorsi. 

Vorrei sottolineare questo fatto che chiamerei una vera e propria profezia per il nostro mondo e per il tempo che stiamo vivendo. Mentre oggi l’umanità sembra frantumarsi, dividersi, contrapporsi, in un mondo dove tutto sembra portare quasi inesorabilmente allo scontro e alla guerra; dove la violenza pare prendere sempre più il sopravvento e anche ideologie imperiali di forza e potenza sembrano rinascere, la chiesa, con semplicità e senza far rumore, va invece contro corrente: si riunisce insieme, si mobilita, si mette in ascolto di Dio e della coscienza di ognuno, si confronta nelle sue membra, cerca di camminare insieme, pur essendo composta da persone diversissime le une dalle altre. Davvero con il sinodo, la chiesa sta manifestando chiaramente quella sua identità che il Concilio Vaticano II ha ben descritto: “Segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano”.

Il nostro sinodo ha individuato alcune sfide importanti, alcune grandi priorità con cui misurarsi: nove per la precisione, per ciascuna delle quali sono state indicate, attraverso un’ampia consultazione e il lavoro delle assemblee sinodali, percorsi di impegno e di cambiamento per un rinnovamento della nostra chiesa e della sua presenza sul territorio. 

La prima e fondamentale sfida individuata dalle assemblee sinodali è così sintetizzata: “L’attesa di Vangelo e di nuovi cammini educativi”. In effetti c’è oggi una grande attesa di una Notizia bella che sia veramente buona; c’è bisogno di speranza che dia consolazione ma anche coraggio e forza alla vita. La situazione che stiamo vivendo non è facile. Dal fondo della nostra società sembra emergere un malessere diffuso, una scontentezza generalizzata, una rabbia latente ma neanche troppo, un’infelicità nascosta dietro risa sbandierate ma sforzate e apparenti. Si respira un vuoto di prospettive, di futuro. E in un contesto del genere, l’impegno educativo e formativo nei confronti in specie delle nuove generazioni, ne fa le spese, viene inesorabilmente meno. Tutto questo ci convince sempre di più che quello di cui oggi c’è più bisogno è proprio la buona notizia del Vangelo, la buona notizia dell’amore gratuito e disinteressato di Dio per noi in Gesù Cristo, che diventa poi proposta di vita nuova nell’amore. Impegnarci per educarci ed educare ad una vita buona, umanamente e cristianamente, ci è parso perciò qualcosa di assolutamente prioritario per l’oggi. 

L’assemblea sinodale però non si è fermata lì: l’altra sfida importante con cui misurarsi è stata colta proprio nel tempo che stiamo vivendo. Confuso e incerto, attraversato da ombre nere di morte, però sempre tempo di Grazia e di opportunità per la testimonianza evangelica. Esso non va subìto ma va saputo affrontare a nervi saldi, in modo positivo, nonostante tutto. Il discernimento comunitario ha chiaramente ribadito che la fede non ci estranea dalla storia ma ci inserisce dentro di essa, però con lo sguardo consapevole di chi vede il piccolo seme del Regno comunque crescere.

Un’altra attesa davvero grande rilevata è quella di relazioni umane significative, di una fraternità reale, fatta di incontri autentici tra persone, di relazioni vere da persona a persona, perché la solitudine sembra un rischio concretissimo in un mondo in cui paradossalmente sono cresciute a dismisura le comunicazioni

Abbiamo anche capito che la famiglia resta un caposaldo dell’umana convivenza e del progetto di Dio sull’umanità. Essa però ha più che mai bisogno di attenzione e cura. Essa stessa richiede di risentire la buona notizia del Vangelo.

E poi l’attenzione alla donna, nella Chiesa e nella società: quest’altra metà del cielo spesso non accolta in tutto il suo valore e in tutte le sue potenzialità di umanizzazione del mondo. Dono e responsabilità appunto.

E ancora abbiamo colto altre sfide ineludibili quali i giovani e insieme gli anziani; nel loro incontro tutto ancora da realizzare, si è intravista una via necessaria da percorre per il bene della nostra società. Come pure ci siamo misurati con la complessa sfida dei migranti, perché le migrazioni non sono un fatto emergenziale e destinato a sparire nel giro di poco tempo: sono invece una realtà ordinaria del nostro mondo globalizzato che ci interpella profondamente e che chiede risposte concrete ed umanamente ricche. 

Infine, è emerso il bisogno di una Chiesa “nuova”, rinnovata profondamente dallo Spirito, più evangelica e testimoniale. Più casa accogliente radicata nel Vangelo, gioiosa di vita nuova in Cristo. Una trasformazione in questo senso di tutte le nostre parrocchie è apparsa necessaria, perché siano realmente comunità fraterne, vere famiglie.

Come si può ben capire, a conclusione di queste mie parole, la chiusura ufficiale del XX sinodo della chiesa pistoiese, non chiude in realtà il cammino. Anzi, esso ora si fa più stringente perché le Dichiarazioni e i Decreti sinodali da me promulgati divengano operativi. 

Mettiamo allora tutti i nostri propositi con tanta fiducia nelle mani di Dio e della Vergine Maria. Una specialissima intercessione la chiediamo inoltre al nostro patrono San Jacopo che ormai è cittadino pistoiese a tutti gli effetti. Ci guidi lui e ci protegga; ci sostenga nel cammino, perché possiamo essere nel nostro tempo, testimoni della bellezza del Vangelo di Gesù come lo è stato lui.

+ Monsignor Fausto Tardelli, Vescovo di Pistoia e Pescia