Migrantes: “verso un noi sempre più grande”

Domenica 26 settembre la Chiesa celebra la 107° Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che ha per tema quest’anno Verso un noi sempre più grande.

«Un’occasione in cui il Papa — spiega don Elia Matija, direttore del Servizio Migrantes diocesano — ci porta a riflettere sul “noi”, invitando le comunità cristiane a riscoprire il progetto originario di Dio.

“Siamo chiamati a sognare insieme, non aver paura di sognare, sognare insieme – afferma Papa Francesco – come un’unica umanità, come compagni dello stesso viaggio, come figli e figlie di questa stessa terra che è la nostra Casa comune, sorelle e fratelli tutti”.

In Diocesi, a causa della concomitanza di altri eventi in Piazza del Duomo, la Giornata Migrantes sarà celebrata il prossimo 7 novembre alle 18 in Cattedrale. Questa domenica 26 settembre però, le offerte raccolte durante le messe sono destinate al servizio
Migrantes diocesano.

Il messaggio del Papa per la giornata Migrantes 2021




Covid: le indicazioni del vescovo per la ripresa delle attività pastorale

Monsignor Tardelli ha emanato un decreto con alcune disposizioni in vista della ripartenza delle attività pastorali nelle parrocchie, riguardo la tutela della salute e della sicurezza.

PISTOIA – Un decreto del vescovo emanato pochi giorni fa introduce alcune novità riguardo il comportamento da tenere nella parrocchie durante le attività pastorali. «La cura per la salvezza delle anime – recita il documento firmato da monsignor Tardelli – non può prescindere dall’impegno di tutelare la salute dei corpi: anche in questo tempo di emergenza la Chiesa ha sempre continuato ad annunciare il Vangelo, celebrare i Sacramenti e aiutare i poveri adottando adeguati Protocolli in grado di prevenire infezioni da SARS-CoV-2».

«Anche il Santo Padre – prosegue il vescovo – nel videomessaggio dello scorso 18 agosto, ha detto che “vaccinarsi, con vaccini autorizzati dalle autorità competenti, è un atto di amore. E contribuire a far sì che la maggior parte della gente si vaccini è un atto di amore. Amore per sé stessi, amore per familiari e amici, amore per tutti i popoli”. A questo proposito si è espressa anche la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana in una nota datata 8 settembre 2021: “La tematica è complessa e la nostra riflessione dovrà rimanere aperta. L’appello del Papa, tuttavia, interpella le coscienze di tutti e, soprattutto, di chi è impegnato nell’azione pastorale delle nostre comunità. Siamo, dunque, chiamati a rispondere per primi a “un atto di amore” per noi stessi e per le comunità che ci sono affidate».

«La situazione sanitaria – si legge ancora nel decreto – gli strumenti a disposizione per combattere la pandemia sono in continua evoluzione. In questo momento i vaccini sono ritenuti dalle Autorità competenti un mezzo importante per rallentare la diffusione della malattia e prevenire il Covid-19 almeno nelle forme più severe. Anche i test diagnostici appaiono più affidabili e più facilmente effettuabili e lo screening periodico si è rivelato un importante strumento di contrasto alla pandemia».

Se ai fedeli che partecipano alle celebrazioni liturgiche o che intendono fermarsi in chiesa per pregare non è richiesto il Green Pass, quanti però, svolgono un servizio o un ministero pastorale sono invitati ad accogliere le seguenti disposizioni del vescovo:

I Ministri ordinati (presbiteri, diaconi) possono visitare gli ammalati; tenere incontri di catechismo e prendere parte come operatori ad attività educative e didattiche gestite dalle Parrocchie solo se hanno ricevuto da almeno 14 giorni la prima dose di un qualsiasi vaccino contro il Covid-19 considerato adeguato dalle Autorità civili italiane oppure se sono guariti da non oltre 180 giorni dall’infezione da SARS-CoV-2, oppure se nelle 48h precedenti ad ogni momento in cui prestano i servizi sopra elencati effettuano con esito negativo uno dei test diagnostici approvati dal Ministero della Salute.

Possono svolgere il servizio di Accolito e di Ministro straordinario della Comunione solo coloro che hanno ricevuto da almeno 14 giorni la prima dose di un qualsiasi vaccino contro il Covid-19 considerato adeguato dalle Autorità civili italiane oppure che sono guariti da non oltre 180 giorni dall’infezione da SARSCoV-2, oppure coloro che nelle 48h precedenti ad ogni momento in cui prestano il loro servizio (Santa Messa, visita agli ammalati, …) effettuano con esito negativo uno dei test diagnostici per il SARS-CoV-2 approvati dal Ministero della Salute.

Possono svolgere i servizi di catechisti, educatori, insegnanti al doposcuola o alle scuole di italiano per stranieri gestite dalle Parrocchie, operatori maggiorenni d attività educative e didattiche gestite dalle Parrocchie solo coloro che hanno ricevuto da almeno 14 giorni la prima dose di un qualsiasi vaccino contro il Covid-19 considerato adeguato dalle Autorità civili italiane oppure che sono guariti da non oltre 180 giorni dall’infezione da SARS-CoV-2, oppure coloro che nelle 48h precedenti ad ogni momento in cui prestano il loro servizio (incontro di catechesi; doposcuola; lezione di italiano) effettuano con esito negativo uno dei test diagnostici per il SARS-CoV-2 approvati dal Ministero della Salute.

Possono svolgere il servizio di coristi e cantori solo coloro che hanno ricevuto da almeno 14 giorni la prima dose di un qualsiasi vaccino contro il Covid-19 considerato adeguato dalle Autorità civili italiane oppure che sono guariti da non oltre 180 giorni dall’infezione da SARS-CoV-2, oppure coloro che nelle 48h precedenti ad ogni momento in cui prestano il loro servizio (prove oppure accompagnamento della liturgia) effettuano con esito negativo uno dei test diagnostici per il SARSCoV-2 approvati dal Ministero della Salute.

Possono svolgere il servizio volontario nelle strutture di servizio della Caritas o nei Centri di ascolto, solo coloro che hanno ricevuto da almeno 14 giorni la prima dose di un qualsiasi vaccino contro il Covid-19 considerato adeguato dalle Autorità civili italiane oppure che sono guariti da non oltre 180 giorni dall’infezione da SARS-CoV-2, oppure coloro che nelle 48h precedenti ad ogni momento in cui prestano il loro servizio effettuano con esito negativo uno dei test diagnostici per il SARS-CoV-2 approvati dal Ministero della Salute.

La visita ai fedeli in pericolo di morte in circostanze di urgenza, qualora non fosse possibile ottemperare a quanto stabilito, è comunque consentita.

Gli Accoliti e i Ministri straordinari della Comunione e i catechisti, gli educatori e gli altri operatori di attività educative e didattiche, i coristi e i cantori si impegneranno a rispettare le suddette disposizioni.




Pellegrini: la nuova edizione dei linguaggi del divino

Al via l’edizione 2021 del festival teologico della diocesi di Pistoia, quest’anno dedicato al tema del viaggio e del desiderio

Molti gli ospiti di rilievo internazionale. Il 1 ottobre apre il festival la direttrice dei musei vaticani Barbara Jatta. Domenica 3 ottobre tavola rotonda di riflessione sulla situazione nel Mediterraneo con il presidente della Cei Bassetti, l’arcivescovo di Santiago Barrio Barrio, il patriarca latino di Gerusalemme Pizzaballa e Marco Tarquinio, direttore di Avvenire. Da non perdere la testimonianza di Federico de Rosa e lo spettacolo di Giovanni Scifoni.

L’edizione dei Linguaggi del divino 2021 “Pellegrini” ci aiuterà a pensarci con l’aiuto di ospiti di primo piano della cultura e del mondo ecclesiale. Sarà l’occasione per confrontarsi insieme su quello che ci rende, oggi come ieri, pellegrini. Il percorso di quest’anno, articolato in due fine settimana in cui sviluppare due suggestioni: “rimettersi in movimento” (1-3 ottobre) e “riaccendere desideri” (8-10 ottobre).

«Oggi più che mai, l’umanità intera avverte il bisogno di rimettersi in movimento – afferma il vescovo Tardelli – molte delle certezze che avevamo si sono sgretolate con la pandemia e la lettura della nostra esistenza, del nostro camminare su questa Terra, deve essere ripensato. Mai come in questo tempo uscire, mettersi in cammino, semplicemente spostarsi sono diventate esperienze “limite”, fonti di inquietudine e di possibile contagio, ma anche oggetti di desiderio, necessità improrogabili dopo mesi di chiusure più o meno severe.

Non è scontato rimettersi in moto. Tornare a muoversi, d’altra parte, non è sufficiente. C’è un’esigenza più profonda, dettata dal sentirsi smarriti di fronte a un domani fosco e indecifrabile. Capire “dove” andare, riorientare il (nostro) mondo è un’urgenza globale. Per questo ci sembra una priorità “riaccendere desideri” che facciano fiorire l’umano e aprano un orizzonte diverso per il mondo».

Per partecipare

Per tutti gli eventi è necessaria la prenotazione ed è richiesto Green Pass.
Per prenotazioni chiamare (lunedì-venerdì 9-13/15-18) o inviare messaggio (WhatsApp o sms) indicando evento e numero partecipanti al: 351 73 91 480

ilinguaggideldivino@diocesipistoia.it
www.diocesipistoia.it

SCARICA IL PROGRAMMA (pdf)

Con il contributo di ViValBanca

 




Le cinque parole per la scuola che riparte

Edoardo Baroncelli, direttore dell’ufficio per la pastorale scolastica e del servizio per l’insegnamento della Religione cattolica ha affidato a una nota allegata al messaggio alcune riflessioni e messaggi attorno le cinque parole indicate dal vescovo Tardelli nel suo messaggio al mondo della scuola.

 

Per gli studenti: impegno

Impegnarsi, conquistare con le proprie forze segmenti di traguardi, raggiungere obiettivi, è l’unica strada per provare ad essere felici per davvero, non in modo virtuale. Impegnarsi significa poter dire “buongiorno” ad ogni mattina. Significa dare il benvenuto al futuro, significa saper aspettare l’alba, con la voglia di ripartire. Impegnarsi comporta sentire bisogno degli altri, di affrontare insieme le sfide, di avere amici. Superando la competizione che isola, la sindrome dei talent: chi rimane solo non ha vinto, ha perso. Antoine de Saint-Exupéry nel Piccolo Principe, un testo senza tempo, diceva: «Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercati le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercati di amici, gli uomini non hanno più amici». E invece la scuola è un tempo prezioso, anche per trovare amici.

 

Per i genitori: fiducia

Nel tempo delle fragilità glitterate dentro una strana forza di tristezza che sembra velare i sorrisi dei nostri figli; nonostante le fatiche quotidiane e i sacrifici a volte durissimi di molti genitori per garantire loro un futuro di opportunità, abbiate fiducia nella scuola. Date il vostro contributo in modo costruttivo, conservando la fiducia nella scuola come comunità educante e a volte sfidante per i vostri figli. Abbiate fiducia nella capacità della scuola di essere accogliente e inclusiva, grazie a tanta generosità di impegno che vi potrete trovare. Mantenete questa fiducia anche davanti alle difficoltà che ogni processo di educazione e di formazione autentico metterà davanti ai vostri figli, ai no che la scuola a volte è chiamata a pronunciare per non rinunciare a se stessa, per non rinunciare a fare il loro bene. La scuola ha e deve conservare il compito di formare il cittadino di domani, senza asprezze e rigidità non orientate al bene; senza percorsi di facilitazione accomodante e diseducativa, veleno dolce che consuma la forza buona dei nostri figli. Solo così potrà realizzarsi ciò che ha recentemente scritto Massimo Gramellini: «Qualcuno ti dirà che la scuola serve solo se riesce a trovarti un lavoro. Non credergli. La scuola serve se riesce a fornirti gli strumenti per gestire un sentimento, smascherare un ciarlatano e ammirare un tramonto, non solo una vetrina».

 

Per i docenti: servizio

Operare nella scuola significa inevitabilmente scegliere di essere a servizio. A servizio del loro bene. Un insegnante è una freccia puntata verso il futuro dei suoi alunni. Essere a servizio significa avere la consapevolezza nitida del proprio ruolo nella vita e nel futuro dei ragazzi che avete davanti, sempre più in cerca, che lo sappiano o no, di riferimenti credibili negli adulti. Servizio significa fare le cose sul serio, avere attenzione e cura dei dettagli, lasciare spazio al dubbio, ripensare. Servizio significa sapere quando occorre combattere per, con, e a volte contro di loro, con forza e tenerezza, quando il bene passerà anche da qui. Servizio significa anche scontrarsi con loro, ma mai per vincere, mai per affermare se stessi, mai per rigidità indifferente e grossolana; ma sempre per seminare, per indicare strade diverse e cieli più puliti, per allenare. Servizio significa saper riconoscere quando è il momento di passare oltre, e quando è quello di tenere il punto. Servizio significa tenere lo sguardo sulle potenzialità degli alunni. Servizio significa operare per accompagnarli ad affrontare e superare le loro difficoltà, senza però trascurarle per sbadataggine, o per indifferenza, o per cinismo. Servizio significa tenere ogni giorno presente le fragilità di un tempo non facile nel quale loro sono chiamati a cercare e costruire la loro strada.

Per i collaboratori scolastici e amministrativi: gratitudine

Gratitudine perché il vostro lavoro, spesso nascosto e silenzioso, non passa inosservato. La scuola riesce a vivere e ad operare anche grazie a voi, a ciò che fate. L’augurio più bello è forse questo: che quando serve qualcuno o qualcosa vi esprima la gratitudine per ciò che fate. Conservate il senso e il gusto di contribuire a qualcosa di grande e di importante per il futuro di tutti gli alunni, anche quelli che non vi capiterà di incontrare quotidianamente. Nella loro vita resterà sempre un pezzo di voi: di una pratica che avete svolto con cura, di un’aula preparata pulita e accogliente, di un adempimento ben svolto anche se vi poteva sembrare inutile.

 

Per i dirigenti scolastici: pazienza

Come dice Papa Francesco: «La pazienza è una virtù della gente che è in cammino», che sa dove andare, con chi andare e perché sta camminando. La pazienza è la virtù di chi sa sopportare, cioè portare su di sé: portare su di sé i problemi, portare su di sè i faticosi ma tenaci tentativi soluzione, portare su di sé le critiche, portare su di sé il senso del limite che significa dare tutto se stessi a volte senza pretendere forza risolutrice di tutto ciò che non va o che dovrebbe andare meglio. Pazienza è dare, dare, dare. A volte senza ricevere, o senza ricevere abbastanza. Pazienza è il contrario di rimandare all’infinito, spazzare i problemi sotto il tappeto, ma affrontare le situazioni con l’impegno di portarle su di sé e di donando il massimo che possiamo, fosse anche poco.
Impegno, fiducia, servizio, gratitudine, pazienza. Per ripartire. Ogni giorno. Buon anno scolastico a tutti.

Ufficio per la Pastorale dell’Educazione, della Scuola, dell’Università
Diocesi di Pistoia




Ripartono le scuole: il messaggio del vescovo

Tra mille dubbi e tante difficoltà riparte l’attività didattica. Nel suo saluto monsignor Tardelli sottolinea la necessità di tornare all’essenziale, ovvero il bisogno di educare alla ricerca del bene comune.

“Carissimi alunni (di tutte le età), carissimi genitori, carissimi insegnanti, carissimi operatori amministrativi e collaboratori scolastici, carissimi dirigenti, giunti all’inizio di un nuovo anno scolastico che porta ancora con sé tante incertezze e preoccupazioni, mi sento di rivolgere un saluto a tutte le componenti della scuola. Non si giudichi questo mio saluto come una forma di ingerenza. Lungi da me. Vi prego di considerarlo invece come il semplice saluto di un amico che è chiamato a servire il popolo cristiano ma al quale sta anche a cuore il futuro di tutti i nostri ragazzi, chiunque essi siano, qualsiasi credo abbiano.

Il mio saluto nasce dal bisogno di dire un grazie sincero a tutti coloro che operano nella scuola e dal desiderio di sostenere il vostro sforzo in questo tempo non facile. Sono anche convinto che l’emergenza educativa e culturale che credo sia sotto gli occhi di tutti, chieda uno sforzo comune, una alleanza che ci raccolga insieme per cercare con onestà e dedizione quello che è meglio per il futuro dei nostri ragazzi e quindi della società.

Siamo all’inizio di una ripartenza, dopo un periodo duro di pandemia che tutti speriamo si concluda al più preso, e anche io, come Vescovo di Pistoia, entro in punta di piedi per condividere con voi l’impegno per il bene comune. Bene comune è una espressione molto usata ma non per questo meno significativa. Siamo a costruire il bene di tutti, della comunità. Siamo il villaggio che è necessario, secondo il famoso proverbio africano, per educare il bambino.

Vorrei con molta semplicità dire una parola che è anche un augurio, per ciascuna delle componenti che danno vita alla scuola. Cinque parole dunque che lascio per un breve approfondimento ad una nota preparata dall’Ufficio diocesano di pastorale scolastica e che allego a questa mia lettera. Agli studenti vorrei dire la parola impegno, per imparare a mettere a frutto il meglio di sé. Ai genitori invece vorrei dire di avere fiducia. Ecco la seconda parola, necessaria per mandare i figli a scuola.

Servizio è invece la parola che mi è particolarmente cara e che condivido con tutti i docenti. Non c’è parola migliore per indicare alla fine “il mestiere” dell’insegnante. E qui permettetemi un pensiero carico di stima e di affetto per gli insegnati di religione. A voi un ringraziamento speciale, in forza del particolare legame anche normativo che ci lega, per il vostro impegno di fronte all’emergenza educativa e di fronte alle sfide di nuove fragilità e povertà che si incarnano nei volti di un numero sempre maggiore di alunni. L’invito più forte che vi faccio è di mettervi con generosità a servizio delle vostre scuole e dei vostri dirigenti dimostrando nei fatti che l’insegnamento della religione cattolica, non impoverisce ma arricchisce la scuola e il processo educativo. Non voglio dimenticare i collaboratori scolastici e amministrativi, per i quali la parola non può che essere gratitudine. Infine una parola di cui conosco il peso, ma tanto importante: pazienza. La parola giusta per tutti i dirigenti scolastici che portano spesso un peso davvero grande e una responsabilità non da poco.

Dunque, di cuore, a tutti: buon anno scolastico”.

+ vescovo Fausto




Una tre giorni dedicata ai giovani della Diocesi

Un fine settimana di eventi coordinato dall’equipe di Pastorale Giovanile. Nei prossimi giorni arriveranno a Pistoia anche i giovani pellegrini del Centro Turistico Regionale e della Diocesi di Firenze accompagnati dal Cardinale Betori

L’Anno Santo continua a offrire occasioni di comunione e di grazia con il primo fine settimana di settembre tutto dedicato ai giovani. Stasera, venerdì 3 settembre, c’è un primo appuntamento di preghiera: una veglia con i giovani animata dall’equipe di pastorale giovanile, Agesci, Rinnovamento nello Spirito Santo e Comunità Neocatecumenali. Presiede l’incontro il vescovo Tardelli. Una serata per ripercorrere insieme la vocazione e la missione apostolica di San Jacopo apostolo.

Il programma prevede sabato sera 4 settembre, la messa giubilare con i giovani presieduta dal vescovo alle 18. Concluderà la tre giorni un Pellegrinaggio dei giovani a Valdibrana domenica pomeriggio. La partenza sarà alle 17.30 da Piazza San Francesco. All’arrivo (ore 18.30 circa) è previsto un momento di preghiera presieduto dal parroco di Valdibrana don Eusebiu Farcas nell’aula liturgica del Santuario.

Accanto ai giovani della Diocesi si muoveranno verso Pistoia anche altri pellegrini. Nel pomeriggio di Domenica 5, in Piazza del Duomo, il vescovo accoglierà un numeroso gruppo coordinato dal Centro Turistico Giovanile regionale che concluderà in città una due giorni di pellegrinaggio lungo il piccolo Cammino di San Jacopo. Percorreranno le tappe dello stesso Cammino anche alcuni giovani della Diocesi di Firenze. Arriveranno a Pistoia nel pomeriggio di Domenica 11 settembre quando passeranno la Porta Santa insieme al all’arcivescovo di Firenze il cardinale Giuseppe Betori. Il cardinale presiederà la messa alle 18 concelebrata dal vescovo Tardelli.




La piccola Cattedrale della Montagna Pistoiese compie 750 anni

Per una settimana la comunità di Popiglio celebra i tre quarti di millennio della propria Pieve con un programma di celebrazioni e iniziative. Il 15 agosto il vescovo di Pistoia mons. Fausto Tardelli celebrerà la Messa.

 

Sono passati tre quarti di millennio, infatti, dal 1271 quando venne finita di edificare la Pieve di Santa Maria Assunta di Popiglio. Un anniversario che verrà celebrato in tono semplice, ma molto sentito, con un calendario di iniziative organizzato dalla Parrocchia di Popiglio, una settimana fra celebrazioni religiosi e iniziative culturali.

 

Il Programma

Il sogno sarebbe stato quello di organizzare una grandissima festa popolare come avrebbe meritato un anniversario di questo tipo, ma la lotta alla pandemia, ovviamente, lo sconsiglia. Ci si limiterà così all’essenza: d’altronde la Pieve di Popiglio, nei suoi 750 anni di storia è già stata in numerose occasioni testimone di guerre ed epidemie ed ha insegnato ad affrontare le difficoltà e a celebrare i momenti felici adattando il tono e i modi ai momenti che si stanno vivendo.

Il programma delle celebrazioni comincia domenica 8 agosto con una Messa nella Chiesa del vicino convento delle suore in occasione della festa di San Domenico. Si prosegue poi con la tradizionale processione di Santa Maria per le strade del paese: al fianco del parroco, don Adam Tabiziewski, ci saranno tutti i suoi predecessori. Il 15 agosto, invece, la messa sarà celebrata dal vescovo di Pistoia, monsignor Fausto Tardelli.

Ricco e variegato anche il programma delle iniziative culturali, in programma in chiesa alle 21: lunedì 9 agosto si parlerà di don Lorenzo Milani e dell’attualità della sua lezione con Sandra Gesualdi, giovedì 12 saranno affrontati gli aspetti storici e artistici della Chiesa, mentre lunedì 16, con il critico televisivo di ‘Avvenire’ Andrea Fagioli, si affronterà il tema ‘Stare svegli davanti agli schermi: la necessità di un’attenzione’.

 

La Pieve

Nel XIII secolo la comunità popigliese decise di dotarsi di una Chiesa più grande e non badò a spese: si tratta infatti di una delle Chiese più grandi di tutto l’Appennino tosco-emiliano.

Per lavorare all’imponente facciata ispirata allo stile tardo romanico, con due bifore e una trifora e costruita in pietra serena, furono ingaggiati dei maestri scalpellini lombardi, i cosiddetti comacini, che finirono il lavoro nel 1271, dando prova del loro estro, ma anche della loro consapevolezza architettonica che con gli anni si è dimostrata: la Pieve è adesso lambita dalla statale 12, opera dei Lorena e conosciuta dai motociclisti di tutta Europa come parte della “Via dell’Amore”, una strada che collega la Baviera al Mar Tirreno. Il suo campanile, sempre in pietra serena, alto 22 metri crea oggi un naturale restringimento di carreggiata che obbliga chi ci passa in macchina quasi a fermarsi e a regalare uno sguardo d’ammirazione a quella facciata imponente e austera.

Al suo interno la Pieve di Santa Maria Assunta permette invece di fare un viaggio nella storia dell’arte del nostro paese. Assomiglia infatti a una Chiesa barocca romana del ‘600: all’epoca, infatti, alcune famiglie popigliesi fecero fortuna alla corte dei Papi e finanziarono il restauro della Chiesa del loro paese d’origine. Oggi si può ammirare un trittico di statue di marmo realizzato da allievi del Bernini. Ma ci sono anche alcuni quadri, in particolare di Sebastiano Vini, di ispirazione vasariana e debitori della pittura manierista fiorentina. Senza contare quello che, per secoli, ha reso celebre il paese di Popiglio nella montagna pistoiese: ovvero l’arte della falegnameria. I maestri intagliatori hanno dato prova della loro cultura manuale in molte epoche diverse: ne sono testimonianza i confessionali, i pancali e il soffitto a cassettoni. Realizzati da artigiani il cui nome è purtroppo rimasto ignoto, ma che avrebbe meritato di essere ricordato insieme a quello degli artisti.

 

Accanto alla Chiesa di Popiglio c’è il museo diocesano d’arte sacra e della religiosità popolare che fa parte dell’Ecomuseo della Montagna pistoiese, che testimonia un modo di vivere la religiosità che fa parte della storia. La piccola cattedrale della Montagna Pistoiese, affidata fin dai tempi antichi alla protezione della Beata Vergine Maria, ha, quasi naturalmente creato una piazza che in 750 anni ha incrociato, e spesso ha fuso, aspetti sacri e profani: dalle processioni con la Madonna ai canti del Maggio, dalle discussioni sul futuro del mondo all’ultimo saluto a un paesano che se n’è andato.

La facciata della Chiesa di Popiglio è leggermente più corrosa rispetto alle altre mura perimetrali esterne, che sono protette delle vette dell’Appennino. Si pensa che questo si debba all’azione della salsedine, nonostante il mare disti più di 50 chilometri, alla quale la facciata è esposta. Ma è forse il simbolo più efficace di quello che pensavano quelli che 750 pensarono e costruirono la Chiesa e mentre lo facevano immaginavano la comunità che le si sarebbe formata attorno. Pensavano cioè ai popigliesi del futuro proprio come avevano costruito quella Pieve: con i piedi ben piantati sulla montagna pistoiese, con le cime dell’Appennino che proteggono le spalle, ma con lo sguardo rivolto verso il mondo, verso l’ignoto, verso il mare e verso quello che c’è oltre il mare.

(Leonardo Nesti – Comunicato)




Le celebrazioni del vescovo nel mese di Agosto

Ricorrono cinque anni dalla morte del vescovo Mansueto Bianchi, scomparso il 3 agosto 2016. In ricordo e suffragio dell’amico e confratello, Mons. Tardelli martedì 3 agosto celebrerà alle 18 la santa messa a Santa Maria a Colle sulla tomba del vescovo Bianchi. Il ricordo in Diocesi sarà posticipato al 4 novembre, giorno del compleanno del vescovo Mansueto (nato il 4 novembre 1949), quando sarà ricordato con una concelebrazione in Cattedrale. 

Nel corso del mese di agosto il vescovo Tardelli sarà presente ai seguenti appuntamenti. 

Domenica 1 agosto parteciperà al Cambio della Croce e alla XXV Edizione della Processione del Cristo Pellegrino a San Pellegrino in Alpe. La Processione partirà alle 9 dal Passo delle Radici. Seguirà la santa Messa alle 11 concelebrata insieme con l’arcivescovo di Lucca S.E. Paolo Giulietti e l’arcivescovo di Modena S.E. Erio Castellucci.

Il giorno dopo, domenica 2 agosto, presso il Museo e i rifugi storici Smi di Campo Tizzoro è in programma “Campo Tizzoro ’44”, mostra evento che ricorda il passaggio della Linea Gotica. Il vescovo celebrerà la messa nel rifugio antiaereo ex Smi alle 10.30.

Mons. Tardelli celebrerà nuovamente la messa a Campo Tizzoro domenica 29 agosto alle 16.30. Ricorrono infatti gli 80 anni dalla donazione della copia della Madonna del Rosario di Giovan Battista Salvi detto il Sassoferrato. Il dipinto fu donata da Papa Pio XII alla parrocchia per interessamento della famiglia Orlando.

Per la solennità dell’Assunta, il 15 agosto, il vescovo celebrerà la messa alle 11 nella pieve di Santa Maria Assunta a Popiglio in occasione degli 850 anni di consacrazione della Chiesa. 

Il 24 agosto alle 10 monsignor Tardelli presiederà a Pistoia, nella chiesa dedicata al santo apostolo, la messa solenne per la Festa di San Bartolomeo.




Il messaggio del vescovo alla città e alla Diocesi

Notificazione alla città e alla Diocesi
Festa solenne di San Jacopo 25 luglio 2021

Nel messaggio del vescovo l’invito a rinnovare la fede sull’esempio di San Giacomo per testimoniare il Vangelo, ma anche a scegliere la vita e il bene sempre e con coraggio. Infine la preghiera per la città, con un’attenzione particolare al lavoro, all’accoglienza e a quanti operano per la salute di tutti nel tempo della Pandemia, specialmente nell’ospedale intitolato a San Jacopo

 

Siamo giunti finalmente alla festa solenne dell’apostolo Giacomo il Maggiore, di cui conserviamo nella nostra chiesa Cattedrale, fin dal 1145, una preziosa reliquia, proveniente direttamente da Santiago del Compostela in Spagna, dove furono ritrovati e ancora oggi si conservano i suoi resti mortali.

La testimonianza di San Jacopo che per primo tra gli apostoli versò il suo sangue per Cristo, invita innanzitutto i credenti a rinnovare la propria fede, così da poter dare, nel mondo di oggi, testimonianza dell’amore di Dio per ogni creatura e proclamare con coraggio in parole ed opere la buona notizia del Regno di Dio.

La festa di San Jacopo ha però un messaggio per tutti, anche per chi non si riconosce nella comunità cristiana. In ogni vicenda personale o collettiva, infatti, dentro la coscienza di ognuno, come nel palcoscenico del mondo, è sempre in atto un duello all’ultimo sangue tra la morte e la vita. L’apostolo Giacomo ha scelto di stare da parte della vita, morendo per Cristo. Alla sua scuola comprendiamo dunque che ciò che conta per davvero, è cercare di stare sempre dalla parte della vita e del bene, costi quello che costi, dando il meglio di sé in ogni circostanza, fosse pure la più avversa.

All’apostolo Giacomo, speciale patrono della città e della diocesi pistoiese, chiediamo la sua intercessione per le nostre famiglie, per i malati e i poveri, perchè ci sia lavoro dignitoso per tutti e i giovani possano guardare al futuro con speranza. Che la sua testimonianza ci aiuti a fare della nostra città un luogo di pace e di partecipe collaborazione fraterna e la sua mano sostenga coloro che sono investiti di pubblica autorità per servire al bene comune. Tutti coloro che risiedono in questa nostra città a qualsiasi nazione, cultura o religione appartengano, trovino tra noi dignità e accoglienza fraterna e generosa. Al nostro amico e patrono celeste chiediamo ancora il sostegno per superare definitivamente la pandemia e nel faticoso cammino della ripresa, mentre gli affidiamo tutti coloro che sono morti in questo tempo o sono stati toccati dal virus. Al suo sguardo di amico fraterno affidiamo in particolare il nostro Ospedale che porta significativamente il suo nome: tutto il personale sanitario come tutti gli attuali degenti.

Gli chiediamo infine che sostenga tutti noi nel cammino della vita perché possiamo un giorno entrare definitivamente nel Regno di Dio e di cui già ora siamo stati resi per grazia in qualche modo partecipi: “regno di verità e di vita; regno di santità e di grazia; regno di giustizia, di amore e di pace».

+ Fausto Tardelli, vescovo




Precisazione su nota relativa al DDL Zan

PISTOIA – 09/07/2021. Apprendiamo dalla stampa che in queste ore è uscita una nota di alcune associazioni che, in maniera del tutto arbitraria, è stata presentata come posizione ufficiale della Diocesi, senza peraltro aver avuto alcuno scambio con gli uffici, con i vicari o col vescovo.

Intendiamo perciò precisare che l’iniziativa di raccolta firme a favore del DDL Zan presentata nella nota è iniziativa del tutto autonoma di alcune associazioni e movimenti.

La Diocesi – pur comprendendo le motivazioni che spingono la politica a un ampio dibattito sulla tutela e lotta a ogni tipo di discriminazione – in linea con Conferenza episcopale italiana, riconosce criticità nell’impianto della legge, sul quale rimangono molti dubbi.