Inaugurazione del punto informativo Pistoia Sacra

Il nuovo sistema di valorizzazione dei luoghi di arte e fede della Chiesa di Pistoia

Apre il punto informativo e bookshop della Diocesi che coordinerà le informazioni ufficiali sull’Anno Santo, le visite e la gestione delle aperture delle chiese monumentali appartenenti alla rete.

PISTOIA – Nasce nei pressi di piazza del Duomo, in Ripa del Sale il punto informativo/bookshop diocesano “Pistoia Sacra” che guiderà fedeli e turisti alla scoperta degli itinerari sacri della città e del territorio. Qui da sabato 15 maggio, i turisti potranno acquistare i ticket per l’ingresso nelle chiese di Sant’Andrea e San Giovanni Fuorcivitas, trovare alcune informazioni sulle attività della diocesi per l’Anno Santo e un piccolo spazio per la promozione e l’esposizione di prodotti editoriali ed articoli religiosi.

«È un momento importante per la nostra diocesi e per la città – afferma il vescovo Tardelli -. Il progetto che oggi ci mostra il primo concreto risultato è frutto del lavoro di molte persone e della collaborazione tra diversi enti. Una scommessa per la nostra diocesi che ci permette di rendere visibili le straordinarie bellezze delle chiese più belle proprio in questo Anno Santo. Una possibilità di crescita spirituale e culturale che siamo certi riscuoterà grande successo».

Le aperture saranno garantite da collaboratori della diocesi e alcuni volontari coordinati dal neonato sistema “Pistoia Sacra”. Ricordiamo che il sistema prevede al momento la valorizzazione delle chiese di Sant’Andrea e San Giovanni Fuorcivitas, alle quali se ne aggiungeranno altre alle porte della stagione estiva.

Gli orari di apertura saranno i seguenti:
Chiesa di Sant’Andrea: 9:30-12:30/ 15:00-18:00 (giorno di chiusura lunedì)
Chiesa di San Giovanni Fuorcivitas: 9:30-12:30/ 15:00-18:00 (giorno di chiusura martedì)
Punto informazioni/ Bookshop Pistoia Sacra: 9:30 – 16:30 (giorno di chiusura lunedì).

Ricordiamo anche gli orari di apertura della Cattedrale di San Zeno per il passaggio dalla Porta Santa attualmente in vigore: 9:30 – 12:30; 15:30 – 18:00.

La richiesta di contributo è formulata in diverse opzioni: la visita a entrambe le chiese prevede un biglietto unico a 4 euro. Visitarle singolarmente è sempre possibile al costo di 2,5 euro. Sono previsti sconti per i gruppi e le famiglie. I residenti nella comune di Pistoia hanno accesso gratuito.

Per informazioni: pistoiasacra@diocesipistoia.it




Giubileo per la Difesa della Vita

Sabato 15 maggio alle 18 il vescovo Tardelli presiede una messa giubilare con le realtà laicali impegnate nella difesa e nel sostegno della vita

 

PISTOIA. Riprendono gli appuntamenti per l’anno giubilare. Domani, sabato 15 maggio alle 18 in Cattedrale il vescovo Tardelli celebrerà il Giubileo per la difesa della vita.

L’appuntamento è organizzato dal Movimento per la vita di Pistoia e Quarrata, in collaborazione con la Diocesi di Pistoia e varie realtà della consulta delle aggregazioni laicali. Saranno presenti anche rappresentanti delle aggregazioni laicali toscane e delle istituzioni civili.

La celebrazione intende sottolineare il valore di ogni esistenza, dal concepimento alla sua morte naturale, attraverso la preghiera e la testimonianza cristiana. Come ha affermato recentemente Papa Francesco «La cultura della vita è patrimonio che i cristiani desiderano condividere con tutti. Ogni vita umana, unica e irripetibile, costituisce un valore inestimabile. Questo va annunciato sempre nuovamente, con il coraggio della parola e delle azioni». Il Giubileo di sabato 15 sarà l’occasione per attingere in forma comunitaria, attraverso l’esperienza della misericordia di Dio, la grazia e la forza necessarie a questo compito.

La partecipazione sarà possibile a tutti i fedeli nei limiti della capienza prevista dalla Chiesa Cattedrale secondo le norme di sicurezza anti Covid.

Ricordiamo anche che Domenica 16 maggio, Solennità dell’Ascensione, Mons. Vescovo presiederà la messa pontificale alle ore 18 in Cattedrale.




Tragedia di Montemurlo. Le parole del vescovo

Mons. Fausto Tardelli è intervenuto lunedì 4 sulla tragedia sul lavoro accaduta ad Oste di Montemurlo nella quale ha perso la vita una giovane mamma.
Il vescovo si trovava a Montemurlo per la festa patronale della Santa Croce. A questa ha fatto riferimento nella sua omelia: «Nel 2021 non si può morire così sul posto di lavoro. È un dramma che ci deve inquietare. La festa di oggi è della croce e nel mistero della croce si riassumono le sofferenze degli uomini di ogni tempo, ma quello della croce è anche un messaggio di speranza. Viviamo la festa con dolore ma con la speranza nel cuore e con la volontà ferma di migliorare le cose – ha detto Monsignor Tardelli – Non voglio fare processi a nessuno ma qualcuno dovrà prendersi la responsabilità di questa tragedia».
(Pistoia, 04/05/2021)



«Persona e comunità: intreccio vincente»: incontro Cral online

«Persona e comunità: intreccio vincente». Un importante incontro online per la Consulta delle aggregazioni laicali delle Diocesi Toscane.  «L’appuntamento — spiega un comunicato della Cral toscana — è organizzato per sabato 8 maggio dalle 9 alle 12 su piattaforma Zoom e prevede una relazione del prof. Ezio Aceti, psicopedagogista, dottore in scienze religiose, direttore di centri d’ascolto per la famiglia e i giovani, docente presso l’Istituto Universitario Sophia di Loppiano, formatore ed esperto collaboratore anche per la Cei».

Introdurrà l’incontro il vescovo Mons. Fausto Tardelli, segretario della Cet e delegato regionale per il laicato e interverrà la Segretaria Generale della Cral prof.ssa Maddalena Pievaioli.

«Questa Cral — fa presente la segretaria Sandra Cavallini — desidera porsi in ascolto e in aiuto, raccogliere e valorizzare, mettere in rete i frutti dell’albero della Chiesa come corpo unico. Pertanto dopo la relazione sarà dato spazio agli interventi in chat dei partecipanti tramite questioni poste al relatore, ai fini di apportare nelle nostre comunità semi di speranza, vie percorribili alla luce del Cristo Risorto».

Resta poco tempo per partecipare: è gradita la iscrizione entro il 5 maggio alla mail craltoscana@gmail.com; verrà inviato a breve il link di accesso.

Ai partecipanti e docenti richiedenti, verrà rilasciato su richiesta un attestato di partecipazione (AIMC ed UCIIM sono Soggetti qualificati per la formazione presso il MIUR).




Una donna al vertice dell’Istituto per il sostentamento clero

di Michael Cantarella

Ancora una nomina di rilievo all’interno dell’organigramma della diocesi appannaggio di una donna. Pochi giorni fa monsignor Tardelli ha voluto Carla Tarani alla guida dell’Istituto Diocesano di Sostentamento del Clero.

Tarani, che succede a don Fiorenzo Battistini, è la prima donna in assoluto a ricoprire la carica di presidente dell’Istituto, una delle poche, se non l’unica in Italia. «Ho ricevuto con gratitudine e grande sorpresa la richiesta del vescovo, che ho accettato con gioia e in piena obbedienza rispetto alle indicazioni date – confida Tarani -. Mi sono fin da subito interessata per capire le prime questioni che mi troverò a affrontare, assieme al presidente uscente, che ringrazio per la preziosa collaborazione».

Carla Tarani, è una persona molto conosciuta in diocesi: in passato è stata consigliere e poi presidente dell’associazione Casa dell’anziano-Monteoliveto, che gestiva l’omonimo centro, fino al suo ingresso nei servizi della Fondazione Sant’Atto.

L’istituto Diocesano di Sostentamento è un ente autonomo della chiesa che nasce con lo specifico obiettivo di stare vicino ai sacerdoti, per aiutarli e sostenerli, con funzioni previdenziali, assistenziali, per le necessità particolari e permettere loro un’esistenza dignitosa e decorosa. «È un mondo nuovo e da esplorare – conclude la neo presidente dell’Isdc Tarani. Mi auguro che vada tutto bene, sento una grande responsabilità ».

Questa nomina è in linea con le altre già effettuate da monsignor Tardelli nell’ottica di valorizzare e integrare al meglio le competenze femminili all’interno della Chiesa. Solo due anni fa il vescovo chiamava a dirigere l’economato della diocesi Elisabetta Fedi, risale poi al 2020 la nomina di Annamaria Corretti alla guida del servizio diocesano per la tutela dei minori e a poche settimane fa quella di Michela Cinquilli per il servizio diocesano di consulenza giuridico-pastorale.

Da pochi giorni è in carica anche il nuovo consiglio di amministrazione dell’Istituto. Ecco la composizione: Don Piergiorgio Baronti, don Paul Guy Devreux, don Luciano Tempestini, Alessio Alessi, Franco Benesperi, Lucia Cecchi, Massimo Benedetti, Stefano Panconesi, Carla Tarani (presidente).

Il Collegio dei Revisori dei Conti è composto da: Giorgio Federighi, Maurizio Baccellini, don Paolo Firindelli.




Giubileo del lavoro tra speranze e preoccupazioni

Il 1 maggio si celebra il Giubileo del Lavoro, il primo dopo le limitazioni dei mesi scorsi. Al centro il dialogo con le parti sociali e con i lavoratori

PISTOIA – Con i timidi segnali di miglioramento della situazione pandemica, tornano gli appuntamenti dell’Anno Santo Iacobeo. Il 1 maggio, festa del lavoro, si svolgerà il giubileo del mondo del lavoro con la celebrazione in Cattedrale presieduta dal Vescovo.

Una giornata importante, soprattutto in questo tempo di marcata incertezza relativa proprio agli scenari di crisi che sembrano essere sempre più cupi: «Il lavoro è stata una delle prime vittime del Covid – ricorda mons. Tardelli – e ancora per molto tempo dovremo fare i conti con questo cambiamento davvero epocale. Inutile cullare l’illusione che tutto possa tornare come prima della pandemia. La celebrazione del giubileo del lavoro vuole essere un primo segnale di ripartenza, speranza e fiducia, pur consapevoli che dovremo cambiare profondamente il nostro modo di pensare, talvolta egoista e superficiale. Dovremo fare posto agli altri, ai più fragili, a coloro che sono stati o saranno licenziati, oppure che hanno dovuto sospendere o chiudere la propria attività. Occorrono sicuramente strumenti nuovi e visione politica, ma la sfida si giocherà soprattutto nelle comunità: è lì che come Cristiani e come Chiesa dovremo fare la nostra parte».

«Comincia a divenire sempre più evidente che le risposte approntate per essere più efficaci o preoccuparsi di rispondere ai bisogni reali dei lavoratori, devono essere coordinate e devono rispondere alle esigenze delle persone più vulnerabili, ai più bisognosi – afferma Selma Ferrali, direttore dell’ufficio pastorale sociale e lavoro della diocesi-. Per fare questo occorre impostare un dialogo continuo fra tutti gli “attori” in prima linea dagli imprenditori ai lavoratori, ai sindacati e alle istituzioni. La pandemia inoltre, ha messo in evidenza anche i limiti del nostro sistema socio-economico, si sono aggravate le diseguaglianze esistenti e create nuove bisogno povertà. Occorre perciò, affermano i vescovi, un vero e proprio “vaccino sociale” fatto di una rete di legami di solidarietà, dalla forza delle iniziative della società civile e degli enti intermedi».

«Il Magistero della Chiesa – aggiunge Ferrali – da tempo in tema di lavoro ci sta invitando a cercare di coniugare occupazione e sostenibilità: oggi la sfida da raccogliere è quella di operare da credenti per rendere il mondo una casa comune diventando segno di speranza, proprio in questa drammatica situazione determinata dalla pandemia».

«Siamo invitati a mantenere un atteggiamento di non rassegnazione –conclude la direttrice della Pastorale Sociale – ma di forte impegno nelle nostre realtà parrocchiali con le sue potenzialità di innovazione ma anche nelle ferite che emergono e che si rendono visibili nei volti di molte famiglie e persone.

Il giubileo si svolgerà come da programma nella Cattedrale di Pistoia alle 11 di sabato 1 maggio, con l’attraversamento della Porta Santa e la Celebrazione Eucaristica presieduta da monsignor Tardelli. È attesa la presenza dei sindacati e delle associazioni di categoria e rappresentanza del mondo del lavoro pistoiese. L’accesso alla Cattedrale sarà possibile fino al raggiungimento dei numeri previsti dai protocolli di sicurezza anti Covid.




In preghiera per la fine della pandemia

La Basilica della Madonna dell’Umiltà raccoglie l’invito di papa Francesco. Il vescovo Tardelli inaugurerà il mese mariano con una messa al Santuario alle ore 17.

A lanciare l’appello è stato il Papa stesso: un mese di preghiera incessante per chiedere la fine della pandemia.

Il mese di maggio, tradizionalmente legato alla devozione mariana, tutti i santuari del mondi sono stati invitati a organizzare momenti di preghiera del Rosario per invocare la fine della pandemia, che affligge il mondo da ormai più di un anno e per la ripresa delle attività sociali e lavorative.

«L’iniziativa — spiega un comunicato del Pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione — si realizza alla luce dell’espressione biblica: “Da tutta la Chiesa saliva incessantemente la preghiera a Dio” (At 12,5)»; i santuari , precisa il comunicato «sono chiamati a promuovere e sollecitare quanto più possibile la partecipazione del popolo, perché tutti possano dedicare un momento alla preghiera quotidiana, in macchina, per la strada, con lo smartphone e grazie alle tecnologie della comunicazione».

A tale proposito è stato realizzato anche un sussidio che aiuterà a sentirsi uniti con quanti pregheranno nei diversi santuari del mondo.

Anche la Diocesi di Pistoia è coinvolta nell’iniziativa, grazie alla pronte risposta della Fraternità Apostolica di Gerusalemme che custodisce il Santuario della Madonna dell’Umiltà.

«Ogni giorno di questo mese alle ore 15 — rende noto la Fraternità — si pregherà il Rosario e si reciterà una preghiera per ottenere la fine di questa triste epidemia».

La Fraternità ricorda che quanti fossero intenzionati a partecipare all’iniziativa sono invitati «a scegliere un giorno del mese di maggio in cui garantire la loro presenza nel Santuario per la preghiera». Sarà possibile prenotare il giorno presso la Basilica dalle Suore.

Il 1 maggio il Papa inaugurerà questa maratona mondiale di Preghiera  alle ore 18 con la preghiera del Rosario davanti all’icona della Madonna del Soccorso nella Basilica di San Pietro. A Pistoia il giorno 1 maggio alle 17 il Vescovo Tardelli avvierà l’iniziativa con la celebrazione della Messa nella Basilica della Madonna dell’Umiltà.

«Uniamoci  alla Vergine Maria — invita don Giordano Favillini della Fraternità di Pistoia —per chiedere questa grande grazia di cui la nostra umanità ha veramente bisogno. La storia ci insegna che nel passato molte epidemie sono cessate grazie alle suppliche dell’intero popolo».

 

Ha senso pregare per chiedere la fine della pandemia?

Se Dio è buono e conosce la nostra preghiera prima ancora che gliela rivolgiamo, che senso ha chiedergli qualcosa? Si tratta di “mercanteggiare” con Dio?

In primo luogo è bene ricordare che la preghiera è relazione con Dio. Quindi sostare con Lui è già un modo per aprire la propria vita al Signore, inserirla in un orizzonte diverso, riconoscersi creatura. Anche nella preghiera di richiesta è presente l’umile apertura di chi si accorge del proprio limite e si rivolge a Dio.

Forse la nostra preghiera ha bisogno di essere purificata, di essere liberata dalla paura, se non da una concezione più magica che sacra. «La domanda cristiana — ci insegna poi il Catechismo — è imperniata sul desiderio e sulla ricerca del Regno che viene» come ci chiarisce Gesù stesso con il Padre Nostro.  «Quando si condivide in questo modo l’amore salvifico di Dio, si comprende come ogni necessità possa diventare oggetto di domanda».

Rivolgere la nostra preghiera a Dio nel nome di Gesù, è già il primo passo per imparare a entrare nella volontà di Dio a leggere con compassione e misericordia la realtà che ci circonda. Il Padre Nostro stesso, l’unica preghiera che il Signore ci ha insegnato, è fatto di domande. «Cristo —  continua il Catechismo — è glorificato dalle domande che noi rivolgiamo al Padre nel suo nome».

Pregare insieme poi, ci aiuta a rafforzare i vincoli di fraternità, a sentirci parte di un unico corpo che è la Chiesa. Pregare cambia la realtà. Papa Francesco lo ha ricordato in una sua udienza: «La preghiera cambia la realtà, non dimentichiamolo. O cambia le cose o cambia il nostro cuore, ma sempre cambia. Pregare è fin da ora la vittoria sulla solitudine e sulla disperazione».




La pillola abortiva e l’illusione del falso progresso

La Consulta diocesana delle aggregazioni laicali interviene sulla campagna pro aborto farmacologico che tappezza le città

 

Un manifesto in questi giorni, in questo tempo pasquale durante il quale i cristiani celebrano la resurrezione e la vita, pubblicizza l’aborto farmacologico. Un’iniziativa promossa dall’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti con la quale hanno tappezzato le principali città d’Italia e anche Pistoia. Un’evidente provocazione presentata come una “scoperta scientifica meravigliosa” a favore della donna. In questi tempi si invoca la tutela dell’ambiente, degli animali, il rispetto di tutte le forme di vita, ed è cresciuta anche l’attenzione alla salute dell’umanità, messa in pericolo dall’inquinamento dell’aria, dell’acqua, del cibo per opera dell’uomo stesso. Quindi perché sostanze chimiche che, come un veleno, hanno la capacità di uccidere un embrione possono essere reclamizzate come un farmaco sicuro e da assumere senza problemi? Non si tratta piuttosto di una falsificazione della realtà e di un messaggio fuorviante e menzognero soprattutto per le giovani donne?

Giuseppe Noia, docente di Medicina dell’età prenatale all’Università Cattolica del Sacro Cuore, direttore dell’Unità operativa perinatale del Policlinico Gemelli afferma che la pillola Ru486 «non è né sicura, né indolore, né semplice da usare». Allo stesso modo, i progressi medici scientifici legati alle nuove tecnologie mettono in evidenza il meraviglioso – questo sì che è meraviglioso – processo di sviluppo della vita umana e la relazione tra madre e figlio che inizia fin dal grembo materno. «Ancora una volta – sottolinea il professor Noia – non si vuole vedere il grande miracolo della relazione tra madre e figlio che si instaura fin dai primi istanti, dimostrato dalla scienza e testimoniato dalla sofferenza di tante donne dopo un aborto spontaneo a 7-8 settimane di gestazione. Ne ho seguite più di 400 e tutte mi hanno confidato un profondo dolore incompreso dagli altri».

Una mamma aiutata dal Movimento per la Vita racconta come la sua scelta iniziale di abortire fosse determinata dall’angoscia per una situazione familiare precaria e racconta: «i fatti della vita possono anche portarci alla disperazione, ma bisogna cercare aiuto e non rimanere chiusi in una stanza come volevo fare io! Grazie a chi mi ha voluto bene, sono riuscita a fare la scelta che già dentro di me era scritta». La scelta della vita. Non serve avere una fede religiosa per capire ciò che la ragione e il buon senso possono vedere con evidenza: che giudicare l’aborto -a prescindere dalla metodica con la quale esso sia compiuto – una conquista è una grande mistificazione della realtà.

L’aborto farmacologico consiste nella somministrazione di una pillola, la Ru 486, che provoca la morte del nascituro e, con ulteriori farmaci, ne avviene l’espulsione: un processo che talvolta «può durare fino a due settimane – afferma ancora Noia – mentre il British Medical Journal riferisce che nel 56 % dei casi in età gestazionale elevata la donna subisce l’esperienza devastante di vedere l’embrione espulso con tutto il sacchetto gestazionale ». Un’esperienza del genere come non può non avere effetti negativi sulla salute della donna?

In conclusione, propagandare l’aborto come un progresso non può che essere frutto di un modo di pensare del tutto ideologizzato, «che l’aborto sia un diritto e una conquista – scrive il nostro vescovo* – per questi è una verità incontrovertibile, non negoziabile, una tetragona sicurezza dogmatica » dalla cui posizione ci dissociamo proprio in nome della scienza e della ragione, nonché della fede, che percepisce la vita un grande dono di Dio. «Io credo – continua – che anche uno spirito laico autenticamente tale, pur non credente, dovrebbe essere abitato dal dubbio; dovrebbe porsi delle domande e giungere per lo meno a dire che l’aborto è comunque sempre un dramma che andrebbe evitato e che migliore sarebbe una società dove non ci fosse più».

Consulta delle aggregazioni laicali

 

* Il riferimento è alla rubrica del vescovo In punta di penna sul settimanale “La Vita”: del 18 aprile 2021.




Riprende il Catechismo in presenza. Le indicazioni del vescovo

In una nota ai parroci e ai catechisti della Diocesi le indicazioni su come ripartire in sicurezza

Il 15 maggio riprenderà il catechismo in presenza. Per ripartire occorre però tenere ben presenti alcuni punti fermi, che il vescovo Tardelli segnala in una nota inviata a parroci e catechisti della Diocesi.

«Occorrerà intanto — precisa il vescovo — darci da fare per riavvicinare i ragazzi e le loro famiglie, in modo tale che riprendano una consuetudine di partecipazione sia al catechismo in presenza che alla S. Messa. Nello stesso tempo, non dobbiamo buttare al macero l’esperienza fatta in questo tempo di un contatto on line e di un coinvolgimento attivo dei nuclei familiari. Credo si dovrà d’ora innanzi procedere in un modo e nell’altro, su vie certamente nuove ma anche molto interessanti».

Un punto fermo è senz’altro il rispetto delle norme di sicurezza. Su questo Monsignor Tardelli è categorico: «Perchè ogni parrocchia si muova in modo corretto, vi consegno queste disposizioni che dovranno essere rigorosamente attuate. Solo l’adempimento scrupoloso di esse consentirà la riapertura del catechismo in presenza. Vorrei che fosse molto chiaro». E il vescovo aggiunge: «non sono accettabili pressappochismi, leggerezze o sottovalutazioni. Molte cose vi potranno sembrare eccessive ma non lo sono, quando è in gioco la salute propria e degli altri. Non è ancora il momento di allentare l’attenzione e di accettare comportamenti a rischio».

Le disposizioni indicate dal vescovo sono molto puntuali e regolano ogni aspetto delle attività con i ragazzi in parrocchia. Sono infine corredate da alcuni allegati utilizzabili dalle parrocchie.

Le disposizioni del vescovo per il contenimento/prevenzione della diffusione dell’infezione da sarscov-2 nelle attività di catechismo in parrocchia il 15 maggio prossimo, si basano sul Decreto Legge 1.4.2021, che richiama il DPCM 2 Marzo 2021, nonché sulle indicazioni della CEI date nello scorso settembre e che avete avuto tra le mani in quel momento. A rigore, il DL citato è valido fino al 30.4.2021. «Presumibilmente — prosegue il vescovo — le norme che ci riguardano resteranno in vigore anche dopo, vista la estrema cautela con la quale ci si sta orientando verso la riapertura di diverse attività».

«Le indicazioni che qui vi do — precisa Monsignor Tardelli — sono comunque sottoposte ad aggiornamenti con eventuali sviluppi normativi, se il territorio sarà classificato in “zona gialla” o in “zona arancione”. Se il territorio dovesse essere di nuovo classificato in “zona rossa” il catechismo si dovrà continuare a svolgere a distanza».

Catechismo in presenza 15 maggio (pdf)




Un mosaico di bellezza che riempie il cuore

Domenica 11 si è svolto l’incontro in remoto di cresimandi e cresimati con il vescovo Tardelli

di Valentina Brachi

Domenica 11 aprile catechisti, animatori parrocchiali assieme a ragazze e ragazzi della diocesi si sono ritrovati, seppur da remoto, per l’annuale “incontro dei cresimati e dei cresimandi” presieduto da sua eccellenza Fausto Tardelli.

L’evento, sebbene fosse stato inizialmente pensato all’interno della Cattedrale di San Zeno – vista anche l’importante ricorrenza dell’anno iacobeo -, si è necessariamente dovuto svolgere sulle piattaforme online della diocesi. Dopo il periodo complesso che ha coinvolto anche il mondo giovanile, tanta era la speranza di poterlo celebrare in presenza, ma le precauzioni e restrizioni legate alla pandemia non lo hanno reso possibile. Tuttavia, le nuove modalità comunicative hanno permesso una più capillare trasmissione – attraverso un ripensamento creativo della presentazione dei contenuti – del messaggio dell’apostolo Giacomo. Fin da subito è stata ben visibile una grande partecipazione all’iniziativa che ha visto, contemporaneamente connesse, più di 750 persone. L’incontro è stato animato da suor Giovanna Cheli, direttrice dell’Ufficio catechistico diocesano e dal vicario generale don Cristiano d’Angelo, parroco di Bonistallo. All’inizio della diretta i ragazzi si sono subito uniti in un saluto al vescovo Tardelli, il quale dando il suo benvenuto, ha ricordato come negli anni precedenti fosse abituato a vederli dal vivo, in una Cattedrale gremita e animata da canti, striscioni e dal gioioso entusiasmo che contraddistingue i giovani.

Una festa, quella in presenza, che è stata rimandata al prossimo anno, con la speranza e l’augurio di tempi migliori. «Siete un mosaico di bellezza che riempie il cuore di gioia» ha detto il vescovo, «tanti volti che formano un mosaico, legati ad altrettante storie, uniti dalla gioia dello stare insieme e dal guardare avanti con coraggio e fiducia». Agli occhi dei presenti lo schermo appariva composto

da tessere, ciascuna delle quali raffigurava un giovanissimo partecipante, dipingendo una vivace immagine di comunità.

L’obiettivo dell’evento era far sentire la diocesi vicina ai ragazzi, una Chiesa in cammino che accompagna la comunità sul proprio percorso di fede. Proprio per questo motivo il filo rosso dell’iniziativa è stato “lo spirito del pellegrino” che ha caratterizzato gli incontri di catechesi online svolti dai gruppi in preparazione all’evento. L’evento ha messo in luce il mondo catechistico, bene prezioso per le realtà parrocchiali, permettendo l’incontro tra la comunità dei ragazzi e il vescovo. Al momento della benedizione monsignor Tardelli ha invitato i partecipanti a vivere questo tempo con gioia incoraggiandoli a guardare avanti: con un ulteriore rimando all’apostolo Giacomo, ha richiamato l’antico messaggio di saluto tra pellegrini “Ultreya” e “Suseya”, un augurio ad andare oltre, più in alto, fino alle stelle!

(tratta da “La Vita” del 18 aprile 2021)