Attraverso la Porta Santa

L’Anno Iacobeo si aprirà il 9 gennaio. Il tempo della grande paura lasci spazio alla speranza

Posto il sigillo sul portone del Duomo, prende il via il percorso di riflessione, presentazione e attesa per l’avvio del giubileo straordinario

di Michael Cantarella

Manca poco più di un mese all’apertura della Porta Santa della Cattedrale di Pistoia, e con essa, all’inaugurazione dell’Anno Santo Iacobeo 2021. Dopo molta attesa si stanno delineando le attività che accompagneranno la diocesi in questa avventura del tutto straordinaria. Un’avventura che è partita oltre un anno e mezzo fa con l’annuncio solenne in Cattedrale da parte del vescovo e che si snoda proprio nei giorni dell’attesa per eccellenza, quella della nascita di Gesù, che hanno consegnato, nella vigilia dell’8 dicembre, il primo tassello concreto di questo viaggio.

Proprio lunedì 7 infatti, è stato posto il sigillo della Porta Santa, in attesa della sua apertura per mano di monsignor Tardelli il prossimo 9 gennaio. Un evento che riveste una straordinaria attualità e importanza, per tanti motivi: in primo luogo è un’assoluta rarità storica la celebrazione di un anno santo in onore di San Giacomo nella terra di Pistoia.

Un’usanza, quella dei festeggiamenti giubilari propria di Santiago di Compostela, che per tradizione apre la Porta Santa della sua Cattedrale ogni volta che la festività del 25 luglio cade di domenica. Nel 2021 questo accadrà anche nella Santiago Minor toscana. In secondo luogo l’anno santo viene celebrato in uno dei momenti storici più critici degli ultimi decenni. La pandemia sta sconvolgendo la vita di ciascuno sotto tutti gli aspetti. Il fatto religioso e il “bisogno di benedizione” per usare le parole del Santo Padre, assumono così oggi una nuova centralità.

«La pandemia è stata la sorpresa di questo tempo – afferma il vescovo Tardelli – ci ha costretto e ci costringe a ridimensionare i progetti, anzi direi quasi ad azzerarli, dovendo “navigare” a vista. Siamo stati messi di fonte al dolore, alla morte, alla nostra umana impotenza e insieme grandezza; siamo spinti a guardare alle sorti del mondo e al futuro che vorremmo.

Può essere davvero un tempo di ripensamento interiore; un tempo cioè di conversione;

per riporsi le domande di fondo sulla vita; un tempo anche di potatura sicuramente, per buttar via il superfluo e tutte quelle incrostazioni che le nostre debolezze e i nostri peccati ci lasciano addosso; un tempo anche per riscoprire il valore del prossimo e quanto sia importante prendersi cura l’uno dell’altro e insieme, della casa comune; un tempo infine anche per imparare a condividere le tante sofferenze che questa pandemia ha portato e sta portando alla luce».

Il 2021 rappresenta anche un’opportunità unica per Pistoia per tentare di reinventare, o meglio ritrovare, sé stessa: «L’Anno Santo sarà un’occasione di rilancio turistico per la nostra città, colpita, come il resto d’Italia, dalla pandemia – afferma Alessandro Sabella, assessore al Turismo -. Stiamo lavorando da oltre un anno per la stesura di un calendario di attività culturali, in collaborazione con le realtà del territorio, che si affiancherà alla proposta religiosa della diocesi di Pistoia. Sono soddisfatto del lavoro svolto – aggiunge – e ci auguriamo di accogliere, insieme a pellegrini e fedeli, anche visitatori e turisti».

Alcune anticipazioni del calendario di appuntamenti religiosi – al quale si affiancherà quello messo a punto dal lavoro congiunto della città – che accompagnerà il 2021. L’apertura della Porta Santa è in programma il 9 gennaio alle 17 nella Cattedrale di San Zeno. Il 21 giugno avrà luogo il pellegrinaggio delle diocesi toscane, mentre dal 16 al 25 luglio si entrerà nel cuore dell’Anno Santo con i festeggiamenti in onore di San Iacopo. La Porta Santa verrà chiusa il 27 dicembre 2021.

All’interno del perimetro di queste date ci saranno i giubilei dedicati a singole attività e categorie: quello dei ragazzi (11 aprile), del la- voro (1° maggio), delle famiglie (30 maggio), dei giovani (3, 4, 5 settembre); delle aggregazioni laicali (9 ottobre), quello dei poveri (14 novembre). Il primo in ordine di tempo sarà il giubileo dei malati e degli operatori sanitari – particolarmente significativo in questo tempo – che è in programma il 14 febbraio 2021.

 




175 anni di Francescane dei poveri

Un anno speciale per l’Istituto che ricorda la sua fondazione a opera della beata Francesca Schervier

Il 14 dicembre è la festa della nascita al cielo della beata Francesca Schervier. Una ricorrenza che cade in un anno speciale. Per la Pentecoste 2020, infatti, cadeva il 175° anniversario della nascita delle Suore Francescane dei Poveri.

Proveniente da una famiglia d’industriali di Aquisgrana (Germania), Francesca fin da giovane ha un’attenzione naturale verso i poveri e i bisognosi, mentre la fede che la anima le fa scoprire e amare in essi Cristo stesso. Aiutata da alcune amiche, gestisce nella sua parrocchia una mensa per i poveri e rispondendo a un’esigente chiamata interiore, entra a far parte del Terz’ordine francescano: il suo servizio accanto agli ultimi si arricchisce così dei colori della spiritualità francescana.

Nella notte di Pentecoste del 1845, un’amica rivela a Francesca il suo carisma di fondatrice, a cui lei non aveva mai pensato, «Il Signore – le dice – vuole che tu lasci la tua casa e la tua famiglia per la salvezza di tutti e per guarire le sue piaghe, insieme alle persone che Egli ha designato e che ti indicherà». Donna audace e forte, industriosa e geniale, non bada tanto al tipo di “piaga” da curare, ma alla  persona da risanare interamente, nel corpo e nello spirito. Il suo amore si fa concreto, coraggioso, tanto da meritarle l’appellativo di “madre dei poveri”. Eccola così accanto alle prostitute, ai poveri assistiti nei loro tuguri, agli ammalati di colera e di sifilide, ai soldati nei lazzaretti, ai detenuti e ai condannati a morte, che accompagna fin sul patibolo, dopo averli confortati e preparati al supplizio. Francesca opera instancabilmente consumando la sua vita quale testimone autentica del Vangelo e impegnando tutte le sue risorse per sanare le piaghe di Cristo nell’umanità povera e sofferente.

Oggi la congregazione continua a vivere il suo carisma negli Stati Uniti, Germania, Belgio, Filippine, Brasile, Senegal e Italia. Da più di venti anni anche a Pistoia in varie modalità e servizi lo spirito di madre Francesca è vivo e il suo sogno di cura diventa quotidiana realtà con le donne e i bambini della Casa dei Glicini, i Rom, le famiglie, le ragazze della Conchiglia, i giovani delle parrocchie, i senza fissa dimora, gli anziani, gli amici e quanti incontriamo sul nostro cammino.

Marina Triglia, sfp

 




Se ne va il Napoleone della nostra montagna

Il ricordo dello storico parroco di Lizzano e Spignana

Se n’è andato don Napoleone Toccafondi. Aveva 94 anni. Storico parroco di Lizzano e Spignana sulla montagna pistoiese era nato il 13 febbraio 1926 a Quarrata. Dopo la formazione in Seminario a Pistoia fu ordinato sacerdote il 29 giugno 1949.

Durante la guerra, raccontava, aveva quasi pensato di lasciare il Seminario, poi di ritorno a Pistoia durante il passaggio del fronte si salvò per miracolo dall’esplosione di una bomba. Un episodio che aveva interpretato come un segno e che lo aveva fatto ricredere e proseguire nel cammino verso il sacerdozio. Per un breve periodo fu cappellano a Carmignano, quindi a Limite sull’Arno fino al 1951. Da qui, per fraintendimenti legati più alla politica che alle esigenze pastorali, era stato trasferito a Lizzano (1952) e Spignana (di cui divenne parroco nel 1967).

Dalla montagna non si è più mosso, ormai pienamente inserito in queste due realtà che aveva imparato ad amare e far conoscere. Lo stesso Napoleone infatti ha dedicato alle sue parrocchie uno studio storico, poi pubblicato online sul suo pionieristico sito web (www.massalizanum.it). «La coscienza e la memoria del proprio passato, — scriveva — anche da parte delle piccole comunità, facilitano il compito del cammino comune da percorrere per procedere verso il futuro». Nelle ricerche di don Toccafondi confluivano vicende antiche legate agli albori del primo millennio e alla nascita di quei borghi, ma anche altre assai recenti, come le tragiche pagine della seconda guerra mondiale.

Don Napoleone aveva anche una grande passione per la musica, sostenuto da una voce forte e possente, che ancora amici e parrocchiani ricordano con affetto. Personalità forte e dinamica, amante dei viaggi, ricordava spesso un suo avventuroso passaggio in nord Africa con il Maggiolino Volkswagen. Grazie a lui Lizzano si è arricchita di murales e opere d’arte realizzate da artisti contemporanei, mentre Spignana, grazie al suo generoso intervento, ha visto restaurata la chiesa e la canoni ca di San Lorenzo.

Nel 2014 Mansueto Bianchi lo aveva nominato Monsignore, mentre tre anni più tardi il vescovo Tardelli lo aveva insignito del titolo di canonico onorario della Basilica Cattedrale. In seguito a una brutta caduta, una decina di giorni fa, era stato ricoverato a Pistoia al San Jacopo. Fino all’ultimo aveva mantenuto l’incarico di parroco di Spignana pur ricevendo aiuto pastorale da don Adamo Tabiszewski, parroco di Popiglio.

I funerali, presieduti dal vescovo Tardelli, si sono svolti lunedì 14 dicembre alle 10.30 nella chiesa di Spignana. Adesso Napoleone riposa nel cimitero del suo amato paese.

Portò Lizzano a Washington

Un evento in particolare ha segnato la vita di don Toccafondi. «A Lizzano Pistoiese — scriveva — nel gennaio del 1945, il sergente dell’esercito statunitense John Murphy aveva trovato la sua vocazione sacerdotale. Vi ritornò nell’agosto del 1985 per ringraziare colui che aveva favorito questa vocazione, il parroco del tempo, Don Mario Frati ormai scomparso». L’occasione suggerì a don Napoleone una serie di memorabili iniziative, culminate il 4 giugno 1988, quando a Lizzano fu organizzata una giornata della memoria dedicata ai caduti della X divisione americana, con una significativa presenza di autorità militari e istituzionali. L’anno successivo mons. Murphy ricambiò l’accoglienza ricevuta ospitando don Napoleone e una delegazione di parrocchiani a Washington con la partecipazione e collaborazione di alte autorità del Congresso e della Casa Bianca




In Cattedrale per la Solennità dell’Immacolata

Pontificale con il vescovo martedì 8 dicembre ore 18

Martedì 8 dicembre è la solennità dell’Immacolata Concezione. Il vescovo Fausto Tardelli celebrerà la Messa pontificale in Cattedrale alle 18. Una Messa speciale per il nostro vescovo che in questa ricorrenza festeggia il 6° anniversario del suo ingresso in diocesi.

La celebrazione avrà un tono più sobrio a causa della pandemia, ma sarà comunque possibile partecipare secondo il numero di presenti consentito per la Cattedrale.

In questo giorno tutta la diocesi è chiamata a pregare per il vescovo Tardelli. La sera dell’Immacolata alle 21, la Cei invita tutti i fedeli a pregare il Santo Rosario in un’unità di intenti per la cessazione della pandemia. «La comunità italiana – si legge in un comunicato – chiederà l’intercessione della Vergine Maria, Colei che ha custodito nel suo cuore ogni cosa e ha saputo abbandonarsi con fiducia all’abbraccio del Padre. A Lei verranno affidate, in particolare, le donne e le mamme, pilastri nelle famiglie e grembo di futuro».




Una Parola che unisce una famiglia di famiglie

Genitori e catechisti ripartono insieme dalle letture proprie del tempo liturgico

Si chiude un anno liturgico, se ne apre uno nuovo. Il tempo della liturgia accompagna la ripresa del catechismo, pur attraverso modalità un po’ diverse dal solito. Con la prima domenica di Avvento, infatti, la diocesi avvia un percorso di conoscenza e approfondimento della fede attraverso i misteri di Gesù Cristo proposti dall’anno liturgico.

Lo fa attraverso un sussidio messo a punto dall’Ufficio catechistico diocesano guidato da suor Giovanna Cheli e presentato lunedì 15 novembre in un incontro online decisamente affollato, saturato di ospiti – genitori e catechisti – e per questo rilanciato anche sulla pagina Facebook dei catechisti della diocesi.

«Una serata molto bella e interessante — commenta Anna Maria Abbatantuoni della parrocchia di Ponte di Serravalle. Abbiamo preso in Considerazione il brano del vangelo di Marco che apre l’Avvento (Mc 13,33-37), e che ci invita ad entrare con questa affermazione: “fate attenzione” – “vegliate”. Gesù ci vuole vigili, attenti, ci vuole in ascolto della sua Parola. Il mondo infatti ha bisogno sempre più di testimoni e non di maestri». Catechisti e genitori sono i testimoni di riferimento per le generazioni più giovani. Da loro e con loro i ragazzi della Comunione e della Cresima si affacciano al mondo della fede. Coinvolgere e valorizzare il ruolo dei genitori era anche l’obiettivo dell’incontro online di lunedì scorso.

«Un incontro — scrive Paolo, genitore e catechista della parrocchia di Tizzana —  per entrare ancor di più nella Catechesi, nella conoscenza della Parola di vita, per camminare insieme ai ragazzi verso la conoscenza degli insegnamenti di Gesù attraverso la lettura e il commento dei brani evangelici e poi provare a metter in pratica la sua Parola, con tenacia».

La proposta di quest’anno punta particolarmente a valorizzare i testi suggeriti dalla liturgia domenicale dell’anno A, per coglierne «un nettare prezioso» e ricordarsi che il Signore, «è sempre presente fra noi, è vivo». Quest’anno la Chiesa segue la pista tracciata dal Vangelo di Marco che il sussidio accompagna con un commento e alcune proposte di attività e domande per i ragazzi che si preparano alla Comunione e alla Cresima. Dalla Scrittura nasce anche un impegno concreto per catechisti e genitori: «Ci siamo fatti anche una promessa, tutti insieme, — spiega Anna Maria — da sperimentare su di noi in primis, e poi da fare con i ragazzi del  catechismo.

Ogni sera, prima di andare a dormire, dedicarci un po’ di tempo per noi, o anche per i nostri figli. Riflettere sul nostro oggi, sulla nostra vita… oggi. Lasciar andar via con la leggerezza di un soffio, tutto quello che non è stato da noi gradito e tenere soltanto quello che più è rimasto dentro di noi e ci ha reso felici, seppur per un istante».

(da “La Vita” del 22/11/2020)

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In famiglia verso il Natale

Un sussidio per vivere insieme l’Avvento

L’ufficio pastorale con la famiglia della Diocesi di Pistoia ha realizzato un sussidio per l’Avvento dedicato alle famiglie. All’interno si trovano i vangeli delle domeniche di Avvento, della Festa dell’Immacolata e del Natale corredati da commenti di don Roberto Breschi. Per ogni Domenica è poi presente un racconto per bambini, un disegno da colorare  e il racconto  delle apparizioni  mariane  ai bambini più conosciute.

Il libretto «In famiglia verso il Natale» presenta una bella copertina di Grazia Sgrilli.

Il sussidio vuole accompagnare giorno dopo giorno le famiglie, con la speranza di aiutarle a confrontarsi con le cose di Dio, ma
anche su quelle davvero importanti per la vita in un tempo così complicato. Il libretto è disponibile gratuitamente presso la libreria San Jacopo (via Puccini, 34) e scaricabile dal sito della Diocesi.




Cosa cambia con il nuovo Messale

Le novità del testo per imparare a vivere la preghiera cristiana per eccellenza

 

L’edizione del Messale che presto adopreremo nelle nostre parrocchie, presenta alcune novità che è bene imparare gradualmente a conoscere. A un primo colpo d’occhio notiamo che il formato del libro liturgico è diverso dai messali che siamo abituati a vedere nelle nostre chiese e si presenta con una rinnovata veste editoriale.

Le immagini in copertina come all’interno del volume ispirate da miniature di manoscritti medioevali, sono state sostituite da un apparato iconografico in stile moderno affidato all’artista Mimmo Paladino. Sul verso della copertina troviamo l’immagine del Cristo Pantocratore mentre sul recto troviamo l’icona dell’Agnello immolato; queste due immagini che siamo abituati a vedere già sulle copertine del lezionario (il libro verde delle letture) sottolineano questa profonda unità: Messale e Lezionario non sono due libri distinti ed indipendenti fra loro ma sono due volumi dello stesso libro liturgico. Con il Lezionario ci mettiamo in ascolto del Signore che ci parla e meditiamo quanto lui dice nella nostra vita, con il Messale facciamo sì che la Parola, risuonata nel nostro cuore diventi preghiera e azione di grazie.

In apertura del volume c’è una bella presentazione della Conferenza Episcopale Italiana, che illustra le principali caratteristiche della nuova edizione; essa fa da introduzione all’intera opera e ci offre indicazioni preziose per un fruttuoso uso pastorale del libro liturgico. In essa ritroviamo termini che da 50 anni hanno costituito il riferimento per la pastorale liturgica: si parla di sana tradizione, di nobile semplicità, di arte del celebrare… non solo slogan pastorali ma esigenze concrete per quella partecipazione attiva del popolo di Dio tanto raccomandata dal Concilio Vaticano II. Vi sono poi delle precisazioni, volute dai vescovi italiani, e per la verità già presenti nel Messale attualmente in uso che possono aiutarci a rivedere e valorizzare pratiche non ancora consolidate (ad esempio quando si sta seduti e quando ci si alza, come si riceve la santa comunione…) oppure correggere prassi, mai approvate, che sono entrate negli anni nell’uso delle nostre comunità (ad esempio le lunghe liste di defunti nelle messe festive, il canto allo scambio della pace, il tenersi per mano al Padre Nostro o il riempire il silenzio dopo la comunione di avvisi per la vita parrocchiale…). Una bella catechesi, che fa uso di queste premesse e precisazioni potrebbe essere una buona occasione per valorizzare l’uso consapevole della nuova edizione del Messale, espressione di una cura verso la ricchezza simbolica del linguaggio liturgico.

Guardando indietro nella nostra esperienza personale, spesso vediamo come la nostra vita sia costellata di preghiere; spesso le preghiere erano quelle che avevamo imparato sulle ginocchia dei nostri nonni, e che poi si erano aggiornate ed integrate con quelle apprese nei vari momenti del nostro cammino di fede: catechesi, azione cattolica, scout, movimenti ecclesiali. Per molti cristiani è arrivato il Messalino, sempre più accessibile e fornito di commenti, riflessioni e preghiere, e per alcuni anche la Liturgia delle ore, quella preghiera della Chiesa e per la Chiesa che il Concilio ci ha restituito, non solo come santificazione del tempo per preti, diaconi e suore ma come preghiera ufficiale della Chiesa.

Il Messale, che custodisce molta di questa ricchezza della liturgia, diventa quindi il libro della preghiera del popolo di Dio, e la nuova traduzione italiana, pur non andando a travolgere le risposte che spettano all’assemblea, ormai consolidate dall’uso quotidiano, ha apportato piccole variazioni e accorgimenti anche ai dialoghi tra il sacerdote che presiede e l’assemblea, che ci aiutano a entrare e vivere pienamente la partecipazione attiva alla celebrazione.

don Alessio Bartolini (Da “La Vita” del 22/11/2020)

MATERIALI UTILI

Rendiamo disponibile alcuni materiali utili alle parrocchie.

  1. Foglietto da stampare per i fedeli circa le novità del Messale (a cura dell’Ufficio Liturgico Diocesano)
  2. File immagine per la condivisione sulle novità del Messale
  3. Sussidio CEI per la nuova edizione del Messale

 




Zona Rossa: le indicazioni dei vescovi toscani

La zona rossa non ferma la vita delle comunità cristiane

Dopo la riunione di lunedì 16 novembre, all’indomani dell’inasprimento delle norme di sicurezza, i vescovi toscani si sono confrontati in videoconferenza per offrire indicazioni comuni alle chiese oggi presentate in un comunicato.

Nel messaggio in primo luogo un pensiero a quanti soffrono a causa della pandemia o ne patiscono le conseguenze (nel corpo, nello spirito e per le conseguenze economiche della crisi), a partire dal card. Gualtiero Bassetti, presidente Cei, ma anche per quanti si preoccupano della salute pubblica.

Il passaggio alla zona rossa — precisa il comunicato — lascia sostanzialmente invariato il quadro di provvedimenti già in atto nelle comunità della regione, di cui segnala, peraltro, l’attenta e responsabile applicazione. Le messe non si fermano e in chiesa è possibile recarsi pur muniti di autocertificazione.

Particolare attenzione è comunque chiesta per la celebrazione delle esequie come per le prime comunioni e cresime che possono essere comunque celebrate. I padrini che risiedessero in comuni diversi da quello in cui saranno amministrate le cresime potranno spostarsi muniti di autocertificazione. Altrimenti si dà dispensa dalla loro presenza. Incontri o momenti comunitari vanno evitati in ottemperanza ai divieti di assembramento promulgati dal Governo. Laddove possibile tutto si svolga in remoto, altrimenti si valorizzino le «Celebrazioni eucaristiche, anche infrasettimanali, destinate specificamente ai ragazzi e alle loro famiglie». Il catechismo non chiude, dunque, ma si trasforma in modalità in modalità che consentano di evitare la diffusione del virus.

Un ultimo invito è rivolto ai giovani, perché si impegnino nelle opere di volontariato che fronteggiano l’emergenza, e agli anziani, perché usino prudenza, nelle uscite e nei contatti. Con prudenza si porti loro la comunione eucaristica.
Poi due varie: i ringraziamenti al Papa e le felicitazioni per l’elezione al cardinalato di Mons. Augusto Paolo Lojudice, Arcivescovo di Siena; il riferimento al nuovo messale che entrerà in uso nella prima domenica di Avvento.

 

Assemblea del 16 novembre 2020

Comunicato finale dei lavori

A seguito del passaggio della Toscana da “zona arancione” a “zona rossa”, nel contesto delle disposizioni governative per far fronte all’epidemia di Covid-19, come Pastori delle Chiese toscane ci siamo confrontati, in videoconferenza, per condividere alcuni orientamenti a riguardo della vita pastorale delle nostre comunità.

Il nostro pensiero si è rivolto anzitutto a quanti soffrono a causa della pandemia e a quanti ne subiscono le conseguenze nella vita sociale: i malati anzitutto – e fra loro un sentimento di fraterna vicinanza lo abbiamo rinnovato al card. Gualtiero Bassetti, come pure ai confratelli Vescovi e ai tanti sacerdoti colpiti dal virus –; i nuovi poveri generati dalla pandemia e coloro che da essa sono stati gettati in ulteriore miseria; i lavoratori, gli imprenditori e gli operatori del commercio per i quali la pandemia ha aperto preoccupanti scenari futuri sul piano economico e sociale. Esprimiamo poi viva gratitudine a quanti nella sanità e nei servizi sociali si prendono cura con capacità e premura di chi soffre, ai tanti volontari che con la loro generosità rafforzano la tenuta del tessuto sociale, a quanti nelle istituzioni hanno la responsabilità delle scelte per il bene comune, agli uomini e alle donne dei nostri territori che in larga maggioranza condividono con diligenza e partecipazione le misure prese per contrastare la diffusione del morbo.

Un ruolo prezioso in questa emergenza viene svolto anche dalle comunità cristiane, che noi Vescovi ringraziamo per l’attenzione e l’impegno con cui applicano le misure che sono state richieste per tenere aperti i luoghi di culto e svolgervi i riti liturgici comunitari, continuano ad animare le attività formative, di incontro e di condivisione della vita comunitaria, promuovono una solerte ed efficace azione caritativa.

Le disposizioni connesse con l’introduzione della “zona rossa” (DPCM del 3 novembre 2020) lasciano invariato quanto già disposto circa l’accesso alle chiese e le celebrazioni liturgiche comunitarie, a cominciare dalle Sante Messe, secondo quanto previsto dal Protocollo CEI-Governo del 7 maggio 2020, integrato dalle successive indicazioni del Comitato tecnico-scientifico. Vogliamo cogliere in questa decisione un riconoscimento per come le misure di contenimento della pandemia sono state applicate fedelmente dalle nostre comunità. Al tempo stesso la sentiamo come un invito a una rafforzata responsabilità. Accesso alle chiese e celebrazioni liturgiche, come è noto, sono connesse all’applicazione di alcune precise disposizioni (autocertificazione, distanziamento, uso della mascherina, igienizzazione delle mani, sanificazione degli ambienti, ecc.) e, al tempo stesso, a un atteggiamento generale di prudenza. Raccomandiamo fortemente un’attenta vigilanza sul rispetto di tali disposizioni, invitando ad accoglierle come espressione di vera carità verso i fratelli.

Particolare attenzione va riservata ad alcune celebrazioni. Anzitutto le Esequie, i cui riti vanno vissuti in modo ordinato, rispettando il distanziamento ed evitando i contatti personali, in specie prima e dopo la celebrazione. È bene che non manchi la consolazione della preghiera al momento del distacco da un defunto, ma tutto deve avvenire in modo da salvaguardare la salute dei presenti e la dignità del rito.

Raccomandiamo attenzione a Prime Comunioni e Cresime, la cui celebrazione in questa situazione di particolare emergenza va mantenuta solo con il consenso dei genitori dei ragazzi, per piccoli gruppi ed evitando forme di festa che comportino assembramenti. Un particolare problema si pone per quanto concerne la presenza di padrini, qualora residenti o domiciliati in altro Comune. Il padrino potrà predisporre l’autocertificazione per motivi di necessità in considerazione del ruolo che deve svolgere. Qualora ciò non sia possibile o ritenuto opportuno, la Cresima potrà svolgersi senza la presenza del padrino (CIC, can. 892), ovvero il cresimando potrà essere accompagnato alla crismazione da un testimone in rappresentanza del padrino.

L’attività formativa e le modalità di condivisione del cammino comunitario, in specie quelle degli organismi di partecipazione, sono espressioni importanti della vita delle comunità. In questi ambiti occorre esercitare la massima prudenza, evitando per quanto possibile occasioni di assembramento che potrebbero risultare pericolose. L’Istituto Superiore di Sanità ha recentemente sollecitato a evitare le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie. In tal senso si esortano le comunità ad avvalersi per quanto possibile di modalità on-line con cui assicurare il cammino formativo di giovani e adulti, le varie forme di vita associativa, le modalità con cui partecipare a definire il cammino delle comunità.

A riguardo della catechesi dell’iniziazione cristiana di fanciulli e ragazzi, ricordiamo che essa costituisce un itinerario in cui confluiscono la trasmissione di conoscenze circa la fede, l’educazione alla preghiera, esperienze di vita e di comunione. Appare difficile comporre tutto questo nella situazione attuale e, soprattutto dove le strutture non lo consentono, si dovrà accettare di trasferire molto nelle modalità di contatto a distanza permesse dalle nuove tecnologie. Non si chiude quindi il cammino catechistico ma lo si faccia in modalità che consentano di evitare la diffusione del virus. Si suggerisce inoltre di valorizzare Celebrazioni eucaristiche, anche infrasettimanali, destinate specificamente ai ragazzi e alle loro famiglie.

Il Vangelo in questi mesi ha potuto mostrare il suo splendore nei gesti di carità con cui nelle nostre comunità si è venuti incontro al crescente disagio. A questo hanno contribuito anche non pochi giovani che si sono aggiunti ai volontari di vecchia data. Rinnoviamo l’appello ai giovani perché continuino e allarghino questo impegno nel volontariato. A tutti chiediamo di trovare le forme più adatte perché la fraternità dei cristiani continui a generare umana condivisione, intercettando le forme nuove che il disagio va assumendo.

Da ultimo, ma non ultimo, il nostro pensiero va agli anziani, particolarmente colpiti dal Covid-19, ai quali tanto debbono le nostre comunità e l’intera società. Nessuno di loro deve sentirsi solo e lasciato da parte. Possono seguire la vita liturgica con i mezzi di comunicazione sociale; accettino, come segno di attenzione nei loro confronti, la prudenza dei parroci nel visitarli e nel portare loro la Comunione sacramentale. Tutti comprendano la delicatezza del momento e quanto sia importante per loro essere protetti. Vogliamo farlo con l’affetto e la preghiera che meritano le loro vite a cui vogliamo bene.

Chiudiamo questa comunicazione condividendo con le nostre comunità la gioia per la decisione di Papa Francesco di nominare tra i prossimi Cardinali Mons. Augusto Paolo Lojudice, Arcivescovo di Siena. Ci rallegriamo con lui e lo accompagniamo con l’augurio e la preghiera.

Si avvicina il tempo dell’Avvento. Sia per tutti un cammino che prepari all’incontro con il Signore Gesù. Egli è sempre presente nella storia, sicuro riferimento in ogni avversità. Con la prima domenica di Avvento in tutte le chiese della Toscana si inizierà a usare la terza edizione del Messale Romano, occasione preziosa per rimotivare le nostre assemblee a curare la fedeltà alle norme, la forma comunitaria, la dignità e bellezza delle Celebrazioni eucaristiche, in cui il Signore si fa vicino. Vieni, Signore Gesù!

Firenze, 16 novembre 2020

I Vescovi delle Chiese della Toscana

 




Chiusura Uffici Curia

Avviso al pubblico.

Da lunedì 16 novembre gli uffici di Curia resteranno chiusi per tutto il protrarsi della Zona rossa.

Per informazioni scrivere a: info@diocesipistoia.it – 0573 359610 (feriali dalle 9 alle 12.30).

Ci scusiamo per il disagio.




«Sei pronto? Vagli incontro…». Verso il Natale con i giovani

L’ufficio di pastorale giovanile diocesano ha realizzato un sussidio per il tempo di Avvento e il Natale per vivere in profondità il senso delle feste

Per l’Avvento e il Natale che si avvicinano la Pg diocesana ha pensato di dare forma ad un sussidio per giovani e giovanissimi al fine di restare insieme, anche se distanti, in questo periodo di pandemia. Il sussidio può essere utilizzato per costruire incontri per i gruppi, come anche strumento di preghiera personale.

Il sussidio, diviso nelle 4 domeniche di Avvento, più il giorno di Natale, offre vari spunti di riflessione legati al Vangelo, i quali potranno essere approfonditi attraverso 5 aree diverse: la meditazione sulla Parola di Dio, la preghiera, una testimonianza, un film o un brano musicale e, infine, un’attività. Inoltre, dal 22 novembre, sui canali social della Pastorale Giovanile, offriremo momenti di condivisione (challenge e video) sulle varie tematiche presenti nel sussidio.

Il tema che abbiamo scelto per questo sussidio riguarda l’andare incontro a Dio: un cammino, quindi, che parte dal nostro cuore ed arriva al Suo cuore; un cammino, però, colorato dalle gioie e dalle difficoltà dei giovani, dalle ansietà e dai desideri nascenti. Questo è, quindi, un sussidio scritto da giovani per i giovani, in cammino sulla stessa, affascinante strada della vita.

Il sussidio è scaricabile qui, oppure sulle pagine facebook ed instagram: restiamoinsiemepg, oppure richiedendolo su whatsapp al numero 331 7543787.