Giubileo dei Malati e visita vescovo in Ospedale

Domenica 7 febbraio è in programma la seconda importante tappa del cammino del giubileo.

In piazza duomo si svolgerà infatti il Giubileo dei malati e degli operatori sanitari. I malati, con i propri accompagnatori, si ritroveranno per il passaggio attraverso la porta Santa alle 15.30. In Cattedrale è prevista la recita del Santo Rosario accompagnato dalle riflessioni e citazioni di Papa Francesco.

Seguirà la Santa Messa presieduta dal vescovo Tardelli che si concluderà, dopo un breve momento di adorazione, con la benedizione eucaristica.

Giovedì 11 febbraio inoltre, nella memoria della Madonna di Lourdes, il vescovo sarà in visita all’Ospedale San Jacopo di Pistoia, dove alle 15.30 celebrerà la Messa, visitando alcuni reparti. La celebrazione, aperta a volontari e operatori sanitari, sarà un momento di prossimità spirituale del vescovo e della Chiesa di Pistoia ai sofferenti, medici e infermieri.

 

Mercoledì 10 febbraio, dalle 16 alle 17, in tutte le cappellanie Ospedaliere d’Italia sarà esposto il SS. Sacramento per un’ora di ringraziamento e preghiera per tutti coloro che si sono presi cura dei malati di Covid in questo anno così difficile. Anche nella cappella dell’Ospedale di San Jacopo i sacerdoti e i volontari si raccoglieranno in preghiera per questo momento che unisce l’Italia.




Il 2 febbraio in Cattedrale: doppio evento per l’anno santo iacobeo

Benedizione dei pellegrini e Giornata della Vita Consacrata

Prima giornata giubilare del 2021 con la celebrazione del rito redatto a Santiago nel XII secolo. Processione della Candelora con partenza dal Battistero ed arrivo in Cattedrale dopo aver attraversato la Porta Santa

 

Con il 2 febbraio prende il via a Pistoia il programma di giornate giubilari dell’Anno Santo Iacobeo. Per la festa della Presentazione al tempio di Gesù, nota anche come Candelora, la celebrazione prevede un doppio appuntamento: la benedizione dei pellegrini che durante l’anno si recheranno in pellegrinaggio a Santiago de Compostela e il Giubileo della Vita consacrata.

La benedizione dei pellegrini, riproposta in Cattedrale da alcuni anni, recupera una tradizione molto antica perché già nel Medioevo il rito veniva celebrato in questa data. Quest’anno però i pellegrini si ritroveranno alle 16 in Battistero da dove prenderà il via un momento di preghiera che li condurrà processionalmente attraverso la porta santa fino alla cappella con la reliquia di San Jacopo. Qui avverrà il rito vero e proprio della benedizione.

Un momento di preghiera che ha il sapore di una tradizione antichissima e che recupera alcuni testi contenuti nel Codex Calixtinus, vera e propria summa del culto iacobeo redatta a Santiago nel XII secolo. Qui si ricorda la consegna del bastone e della scarsella benedetta, cioè della borsa da viaggio del pellegrino, che accompagnavano i viandanti in viaggi un tempo davvero avventurosi. Tra i pellegrini anche alcuni membri della Confraternita di San Giacomo di Perugia guidata da Jacopo Caucci Von Saucken.

Alle 18 è invece prevista la celebrazione della Santa Messa per il Giubileo della vita consacrata presieduta dal vescovo Fausto Tardelli. In questa data la Chiesa ricorda quanti donano al Signore e agli altri la loro esistenza nella vita religiosa e si festeggiano gli anniversari di vita consacrata. Quest’anno, in particolare, si ricordano Suor Marina Triglia della Suore Francescane dei Poveri, con 25 anni di vita religiosa, Suor Delia La Farciola delle Suore Domenicane ancelle del Signore che vive al Nespolo, e suor Delfina Pocchiola, delle suore Domenicane che taglia un importante traguardo: 65 anni di vita consacrata.

Anche per religiosi e religiose che parteciperanno alla celebrazione è previsto il passaggio della Porta Santa prima della Messa. Tutto, infatti, prenderà il via dal Battistero dove – secondo la liturgia propria della Candelora – saranno benedette le candele poi, dopo l’ingresso processionale in Cattedrale, la messa si svolgerà come consueto.
La partecipazione all’eucaristia è libera, compatibilmente con il numero di posti disponibili in Cattedrale e sempre in osservanza delle indicazioni per il contenimento della pandemia.




Indicazioni liturgiche per Candelora e Mercoledì delle Ceneri

Benedizione della Candele in occasione della Festa della Presentazione al Tempio di Gesù (popolarmente nota come “Candelora”)

Si consiglia di predisporre le candele da benedire sulle panche in corrispondenza dei posti segnati.
Si raccomanda inoltre di avvisare i fedeli che le candele vanno portate a casa e non lasciate in chiesa

Benedizione ed imposizione delle ceneri (mercoledì 17/02) e benedizione della gola (S.Biagio 03/02).

La Congregazione per il Culto Divino ha comunicato le disposizioni a cui attenersi per il mercoledì delle ceneri.
In particolare dopo aver benedetto le ceneri ed averle asperse con l’acqua benedetta, il sacerdote si rivolgerà ai presenti recitando una sola volta per tutti i presenti una delle due formule come nel Messale Romano.
Quindi indossata la mascherina ed igienizzate le mani, come per la distribuzione della comunione, si avvicinerà ai singoli fedeli e mantenendo la distanza imporrà le ceneri sul capo senza dire nulla.

Attenendosi a questa disposizione, anche la formula per la benedizione della gola, in occasione della memoria di S. Biagio il 03 febbraio, ove è consuetudine, dovrà essere pronunciata ad alta voce solo una volta per tutti i fedeli, mentre la benedizione individuale verrà poi impartita solo con il gesto della benedizione, mantenendo scrupolosamente la distanza, ma senza nulla dire.

Ripristino dello Scambio della Pace nella Messa

Come già trattato da Mons. Vescovo nella Lettera al clero del 06 dicembre, non potendo prevedere i tempi necessari per una ripresa completa dei gesti rituali, dal 14 febbraio p.v. la CEI ha deciso di ripristinare un gesto con il quale ci si scambia il dono della pace, invocato da Dio durante la celebrazione eucaristica.

Non apparendo opportuno, nel contesto liturgico, sostituire la stretta di mano o l’abbraccio con il toccarsi con i gomiti, in questo tempo, può essere sufficiente e più significativo guardarsi negli occhi e augurarsi il dono della pace, accompagnandolo con un inchino del capo, per recuperare in modo semplice e sobrio il gesto rituale.

È opportuno rammentare che tale tale gesto non deve essere accompagnato da uno specifico canto, per altro non previsto dal Messale. Si favorisca e si promuova invece il canto della Litania “Agnello di Dio” o “Agnus Dei” , nella quale c’è già una esplicita richiesta al Signore affinché ci doni la sua pace.

Si usi sempre l’invito come riportato sul Messale ( “scambiatevi il dono della pace” o le atre formule riportate nei riti di comunione) senza apportare variazioni.

 

Uffici Liturgico Diocesano




Il pellegrinaggio comincia online: il sito web per il Giubileo diocesano

Uno strumento indispensabile per fedeli e visitatori. Gli orari di apertura della Porta Santa e della Messa in Duomo

Per seguire gli eventi dell’anno santo iacobeo e conoscerne meglio gli aspetti fondamentali è ora disponibile un nuovo sito web a cura della Diocesi di Pistoia: www.annosantoiacobeo.it.

Nel sito è possibile recuperare tutte le informazioni per i pellegrini, dagli orari di apertura della Porta Santa e delle chiese del centro storico, a quelle su san Jacopo e il suo culto pistoiese. Online sono disponibili anche tutti i documenti relativi all’anno santo: le lettere pastorali del vescovo, la lettera di indizione e le disposizioni per l’anno santo redatte dal vescovo Tardelli.

Anche il Comune di Pistoia ha pubblicato recentemente un portale legato all’anno giubilare (www.pistoiaiacobeo.it) nel quale sono segnalate le iniziative ufficiali di quest’anno e molto altro. Entrambi i siti sono stati realizzati dall’agenzia di comunicazioni Todo Media.

Sul sito della Diocesi si può trovare anche il pdf della Guida del Pellegrino, uno strumento utile alla visita e alla preghiera per chi intendesse compiere in uno o più giorni un mini-percorso attraverso le chiese del centro storico (e non solo) in sette tappe. Una traccia che propone alcune riflessioni sulle opere di misericordia, spunti di preghiera e meditazione personale. L’itinerario conduce alla Porta Santa della Cattedrale, dove sono illustrate le condizioni richieste per ricevere l’indulgenza.

A partire da questa settimana, presso la libreria San Jacopo in via Puccini 32, sarà disponibile la lettera pastorale del vescovo in formato cartaceo.

Per pellegrini e fedeli ricordiamo gli orari della messa in Cattedrale: tutti i feriali alle 9.30 e alle 18, la domenica alle 11 e alle 18.

La Porta Santa è accessibile fino al 1 di marzo 2021 con i seguenti orari: lunedì-venerdì: 8.30- 12.30 / 15.30-18 – Sabato e domenica: 8.30-18. Ricordiamo che nel corso delle celebrazioni eucaristiche festive e prefestive non sarà possibile accedere alla Porta Santa.

Le confessioni in Cattedrale seguono invece il presente orario: 9-12 e 16.30-17.30 eccetto, giovedì domenica e feste.

È possibile restare aggiornati anche attraverso i canali social della Diocesi di Pistoia: da Facebook (@diocesipistoia) a Instagram (diocesipistoia) al nostro canale YouTube (Diocesi Pistoia). Chi invece avesse bisogno di informazioni più puntuali può rivolgersi a info@annosantoiacobeo.it.




Il vescovo apre l’anno santo iacobeo

Il vescovo Tardelli ha aperto la Porta Santa. Un tempo di grazie per la Chiesa di Pistoia

Prende il via l’anno santo iacobeo!

Così il vescovo nell’omelia della santa messa.

«Nel giorno in cui si ricorda il Battesimo del Signore nelle acque del Giordano, diamo inizio all’anno santo in memoria dell’apostolo San Giacomo il Maggiore, di cui, fin dal 1145 si conserva in questa Cattedrale una reliquia del suo corpo, proveniente direttamente da Santiago di Compostela in Spagna, dono prezioso del vescovo del tempo di quella città al Santo Vescovo Atto di Pistoia. Apertosi a Santiago, come da tradizione, il 31 dicembre, in comunione con quella Chiesa, per concessione del Santo Padre Francesco, abbiamo anche noi in questa città, questa sera, dato avvio a quest’anno di grazia, con il suggestivo e significativo rito dell’apertura della porta santa: segno della misericordia, la porta si apre ad accogliere chiunque cerchi ristoro per la sua vita, sollievo per la sua anima, energia per ricominciare a sperare, forza per continuare a lottare per la giustizia e la pace, riprendere il cammino della vita verso la patria eterna del cielo.

Davanti ai nostri occhi questa sera è la scena di Gesù che si presenta a Giovanni Battista per essere battezzato. E’ insieme a tutti coloro che, mossi dall’invito alla penitenza del Battista, sono in. Attesa di essere immersi nelle acque del fiume Giordano. Gesù è insieme agli altri, insieme ai peccatori. E’ venuto nel mondo per servire, non per essere servito. Egli è l’agnello innocente che porta su di sé il peccato degli uomini. Con divide la sorte dei peccatori. Non si distingue in niente da essi e come un peccatore, nonostante la riluttanza di Giovanni il Battista, si fa battezzare, compiendo un gesto che indica il caricarsi sulle spalle di tutti i peccati degli uomini. Dal cielo una voce n misteriosa conferma che quello è il Figlio unigenito del Padre inviato proprio per riscattare i prigionieri dalle catene del male, rinnovare la vita, a dare speranza all’umanità, infondere amore laddove regna spesso l’odio e il rancore.

Le acque del giordano ricevono il Cristo, Colui che è senza peccato e ricevono in quel momento la forza per santificare gli uomini e farli nuovi. Esse prefigurano le acque del battesimo che fanno rinascere gli uomini alla vita divina di figli di Dio.

Gesù da così inizio alla sua missione redentrice, condividendo la sorte dei peccatori e aprendo un cammino di speranza e di vita nuova per coloro che si affidano a lui.

Poco dopo, Giacomo insieme ad altri uomini, sarà chiamato a seguire il Signore, ad iniziare un cammino dietro di lui verso una vita nuova. Sarà chiamato ad essere pescatore di uomini insieme al fratello Giovanni, ad assumere cioè la stessa missione del Figlio di Dio, manifestatosi nelle acque del Giordano.

L’anno santo che abbiamo aperto stasera lo celebriamo nella memoria proprio di lui. L’apostolo San Giacomo il maggiore è un nostro fratello e amico. In lui abbiamo un grande testimone della fede, fino all’effusione del sangue. Egli fu infatti il primo degli apostoli a subire il martirio, ucciso di spada per le mani del re Erode, come ci dice il libro degli Atti. Fratello di Giovanni l’evangelista, fu pronto a lasciare le reti quando il Signore Gesù lo chiamò sulle rive del lago di Tiberiade per divenire pescatore di uomini. Spesso fu con Gesù nei momenti salienti della vita del salvatore e imparò da Lui, la via dell’umiltà e del servizio. Un’antica tradizione dice che sia andato fino in Spagna a portare il Vangelo, secondo il mandato apostolico ricevuto da Gesù di andare fino ai confini della terra.

Discepolo fedele di Cristo, membro del collegio apostolico, evangelizzatore, testimone di amore con il dono della propria vita: sono tanti i motivi per sentirci onorati di avere un così nobile e grande patrono. Non va dimenticato poi il forte richiamo alla carità che il culto iacobeo porta con sé: infatti, dopo il ritrovamento dei resti mortali dell’apostolo a Compostela, si sviluppò un vasto movimento di pellegrini che portò a quella singolare pratica dell’ospitalità e dell’accoglienza che fece fiorire ospizi, ospedali e luoghi di servizio e carità un po’ dovunque, lungo le antiche vie di comunicazione. La nostra città si onora di averlo da secoli come speciale patrono.

L’anno Santo jacobeo si celebra in un tempo davvero particolare e molto critico. La pandemia è stata la sorpresa di questo tempo. Ci ha costretto e ci costringe a ridimensionare i progetti, anzi direi quasi ad azzerarli. Dovremo per forza di cose ridurre le manifestazioni esterne. Ciononostante, proprio di questi tempi, credo che celebrare un anno santo sia qualcosa di provvidenziale. Con la pandemia siamo stati messi di fonte al dolore, alla morte, alla nostra umana impotenza e insieme grandezza; siamo spinti a guardare alle sorti del mondo e al futuro che vorremmo. Tutto questo ci costringe ad entrare più in profondità nelle cose, a guardare dentro noi stessi, a ripensare a tutta la nostra vita. E forse è proprio questo il senso di un anno santo.

Questo anno può essere allora davvero un tempo di ripensamento interiore; un tempo cioè di conversione; per riporsi le domande di fondo sulla vita; un tempo anche di potatura sicuramente, per buttar via il superfluo e tutte quelle incrostazioni che le nostre debolezze e i nostri peccati ci lasciano addosso; un tempo anche per riscoprire il valore del prossimo e per comprendere sempre di più che è solo nell’amore che si salva il mondo, imparando a prenderci concreta cura l’uno dell’altro e insieme, della casa comune; un tempo infine anche per imparare a condividere le tante sofferenze che questa pandemia ha portato e sta portando alla luce.

Per la chiesa di Pistoia, si tratta di una grande occasione per rimettersi in cammino. Non ci siamo fermati in questi anni, però ora è giunto il momento di fare il punto per ripartire con un nuovo impegno e la speranza nel cuore. Un anno santo dunque per rinnovare il nostro rapporto col Signore nell’ascolto più attento della sua Parola, con una preghiera più vera e autentica. Un anno per ripensare tante cose della vita delle nostre comunità, per radicarci sull’essenziale e diventare sempre più una chiesa che è lievito di speranza dentro la pasta del mondo.

Per la città di Pistoia, credo sia l’occasione per riscoprire le proprie radici, quelle che hanno segnato la sua storia, conoscere quindi più se stessa e scoprire la bellezza di una maggiore coesione per affrontare i problemi economici e sociali dell’oggi. Un anno anche per riprendersi e ritrovare fiducia.

Con San Giacomo dunque ci mettiamo in cammino. Egli il primo apostolo a dare la vita per Cristo, ci richiama alla fedeltà e al coraggio nel seguire Cristo, via, verità e vita e in Cristo la giustizia e la verità. Come apostolo, andato in missione, forse anche in Spagna, secondo un’antica tradizione, muovendosi dalla sua terra, può insegnare all’uomo di oggi a non aver paura dell’ignoto ma ad avere il coraggio di cercare, di andare e di non arrendersi mai anche di fronte alle situazioni più difficili della vita. Come culto concretizzatosi nei secoli, la figura di San Giacomo ci parla di cammino, del camminare, dell’essere pellegrini. E quanto è importante per l’uomo di oggi riconoscersi come un pellegrino e un viandante! E quanto è importante per ognuno di noi aprirsi all’accoglienza degli altri, viandanti e pellegrini come noi su questa terra!

Quest’anno vogliamo dunque compiere davvero un cammino. Non solo esteriore ma soprattutto interiore che, alla scuola dell’apostolo Sant’Jacopo ci faccia “pregare, ripensare e continuare ad amare”. Che ci faccia innanzitutto pregare di più e più intensamente, ascoltando con maggiore attenzione la parola di Dio e invocando con convinzione il dono dello Spirito Santo; che ci faccia anche ripensare a tutta la nostra vita e al nostro modo essere e di rapportarci con Dio, con gli altri, col mondo e con noi stessi; infine che ci permetta di continuare ed approfondire il nostro amore per il prossimo, spingendoci alla intercessione per i fratelli e le sorelle del mondo e al servizio generoso e disinteressato del nostro prossimo.

Allora, carissimi fratelli ed amici: ultreya! “Più avanti”, “sempre oltre”. Con l’antico e caratteristico grido dei pellegrini di San Jacopo, camminiamo insieme e andiamo avanti nella via della giustizia, della verità e dell’amore».




Anno Santo Iacobeo, La proposta di un cammino: le parole del vescovo Fausto

Una lettera pastorale per spiegare le ragioni e le urgenze profonde che stanno alla base dell’attesa per l’Anno Santo e un cammino di sette tappe – anche interiori – verso il punto di arrivo per la nostra fede: l’incontro con Gesù.

 

In vista dell’anno santo iacobeo che avrà inizio il prossimo 9 gennaio il vescovo Fausto Tardelli ha pubblicato una nuova lettera pastorale intitolata “La proposta di un cammino“. Un cammino che la pandemia chiederà di vivere più interiormente che fisicamente, ma comunque in profondità.

Se l’emergenza sanitaria impone limitazioni ai pellegrinaggi e al movimento dei fedeli l’anno santo resta un’occasione di conversione per tutti. Anzi, afferma il vescovo Tardelli, da questo tempo «siamo spinti a guardare alle sorti del mondo e al futuro che vorremmo. Tutto questo ci costringe ad entrare più in profondità nelle cose, a guardare dentro noi stessi, a ripensare a tutta la nostra vita. E forse è proprio qui che sta il senso di un anno santo.

Questo può essere davvero un tempo di ripensamento interiore; un tempo cioè di conversione; per riporsi le domande di fondo sulla vita».

Un tempo di conversione e rinnovamento che vuole incidere nel cammino della Chiesa pistoiese: «Vedo sempre più urgente ritrovare una fede viva, sentita, personale, gioiosa e missionaria – scrive il vescovo –. È necessario rivitalizzare le comunità parrocchiali perchè siano meno burocratiche e più calde di fraternità e di corresponsabilità; perché ci siano più spazi di familiarità aperta all’accoglienza fraterna. Vedo inoltre la necessità di una maggiore attenzione ai problemi del territorio, al mondo del lavoro, della cultura, dei giovani, al mondo del disagio e della sofferenza; in sostanza, di un dialogo più attento con la società, anche in chiave missionaria e di annuncio della novità del regno di Dio. Infine, mi pare necessario imparare a camminare insieme. La diocesi è fatta di popoli e territori diversi e fa fatica a pensarsi come un insieme, anche a motivo di una accentuata tendenza all’individualismo delle parti».

Continua ancora Tardelli: «Vedo ancora – potrei dire sogno – una chiesa che si radica sull’essenziale. Che seppur si dovesse ridurre nei numeri, acquistasse in capacità attrattiva per la gioia e l’amore che vi si respira.

Una chiesa più missionaria, composta da persone che sanno essere lievito di speranza in mezzo agli altri e non smettono di annunciare il vangelo con le parole e con le azioni, sull’esempio dell’apostolo Giacomo. Tutti questi sono alla fine i frutti che ci dobbiamo attendere da questo anno santo».

Il vescovo poi continua nel suggerire un cammino personale e di riflessione che si snoda in 7 tappe. «Il “cammino” che propongo si può compiere anche in famiglia o nel chiuso della propria camera – afferma – ogni tappa può collegarsi ad un luogo sacro diverso oppure muoversi per le strade di Pistoia, seguendo un percorso che va da una chiesa all’altra per concludersi in Cattedrale davanti all’altare di San Giacomo. Un cammino interiore che, alla scuola dell’apostolo Jacopo ci faccia “pregare, ripensare e continuare ad amare”. Che ci faccia innanzitutto pregare di più e più intensamente, ascoltando con maggiore attenzione la parola di Dio e invocando con convinzione il dono dello Spirito Santo; che ci faccia anche ripensare a tutta la nostra vita e al nostro modo essere e di rapportarci con Dio, con gli altri, col mondo e con noi stessi; infine che ci permetta di continuare ed approfondire il nostro amore per il prossimo, spingendoci alla intercessione per i fratelli e le sorelle del mondo e al servizio generoso e disinteressato del nostro prossimo».




Indizione solenne dell’Anno Santo

PISTOIA 27/12/2020 – Ancora una tappa di avvicinamento al 9 gennaio.  Il 27 dicembre il vescovo ha pubblicato l’indizione solenne dell’ Anno Santo dando mandato ai sacerdoti di leggere la sua lettera:

«Ho ritenuto cosa buona per la nostra Comunità Diocesana, unirsi a questo evento e ciò al fine di un profondo rinnovamento della nostra vita cristiana e della Chiesa pistoiese nel suo insieme – afferma il vescovo -. Questa, composta da persone che sappiano essere accanto a ogni uomo e donna feriti dalla vita e dal peccato come lievito di speranza, annunciando in parole ed opere il vangelo, ha bisogno di radicarsi maggiormente nel Signore, di essere più fraterna e missionaria e quindi più attrattiva per la gioia e l’amore che vi si respira.

Lo stesso triste tempo che stiamo vivendo a causa dalla pandemia, domanda un più di energia spirituale per reagire alla durezza del presente e orientarci al futuro con speranza. Anche per questo, l’Anno Santo viene a proposito».

Nel testo sono contenute le indicazioni descritte nel decreto di concessione inviato dalla Santa Sede: «Tramite la Penitenzieria Apostolica, Il Santo Padre Francesco ci ha con- cesso di celebrare l’Anno Giubilare Compostellano, dal 9 di gennaio al 27 dicembre del 2021, permettendo ai fedeli di poter ricevere in questa occasione l’indulgenza plenaria, alle consuete e note condizioni (Confessione sacramentale, comunione Eucaristica e preghiera per il Sommo Pontefice) e conformemente ai Riti Giubilari e le disposizioni date da me, che prevedono il passaggio attraverso la Porta Santa della chiesa Cattedrale, col compimento di un pellegrinaggio anche soltanto simbolico, per venerare l’apostolo San Jacopo».

«Durante tutto questo tempo di grazia che è l’Anno Santo, ognuno di noi è invitato a pregare più intensamente meditando spesso il Vangelo e le altre Sacre Scritture; a ripensare alla sua vita e a quella della comunità cristiana perché siano più conformi alla volontà di Dio e infine a continuare ad amare, servendo gli altri, in specie gli ultimi, con vera dedizione, ponendosi alla scuola dell’apostolo San Jacopo e chiedendo la sua intercessione».

 




Natale 2020: gli orari in Cattedrale e nel centro

Le celebrazioni con il vescovo e in città. Anticipate le messe della Vigilia

Le restrizioni dovute alla pandemia chiedono di celebrare le sante Messe di Natale in modo tale da garantire il rientro entro le 22. Per questa ragione, come nel resto del paese, il vescovo Tardelli celebrerà in Cattedrale la santa messa della Notte giovedì 24 dicembre alle 20.

Il giorno di Natale alle 9, sarà alla casa circondariale di Santa Caterina in Brana per celebrare l’eucarestia con i detenuti. Nel pomeriggio è invece prevista alle 18 la messa pontificale in Cattedrale che si concluderà con la benedizione papale con l’indulgenza plenaria.

La fine dell’anno sarà invece accompagnata dalla tradizionale messa pontificale con il canto del Te Deum alle 18 giovedì 31 dicembre. Il 1 gennaio, solennità di Maria Santissima Madre di Dio, nella 54ª giornata mondiale della Pace, la messa solenne è alle 18. Lo stesso orario anche per l’Epifania. Ricordiamo che in Cattedrale sono disponibili circa 150 posti. Non è prevista la prenotazione, ma i volontari saranno sempre a disposizione per accogliere e accompagnare i fedeli.

Nel centro storico le messe della Vigilia di Natale sono tutte anticipate. La prima, secondo il formulario della messa vigiliare, è alle 16 alla chiesa di San Giovanni Decollato al Tempio e in Cattedrale. Dalle 17 scatta la messa della notte alla Madonna dell’Umiltà, alle 18 altre messe dalle Clarisse, ancora in Cattedrale dove sarà presieduta dall’arciprete e a Sant’Ignazio, alle 18.30 a San Bartolomeo. Alle 19 a San Paolo, alle 20 a Sant’Andrea e di nuovo a Sant’Ignazio.

Per prepararsi al Natale sono previste anche due liturgie penitenziali: domani lunedì 21 a San Bartolomeo alle 12 e giovedì 24 all’Umiltà alle 16. In Cattedrale, invece, le confessioni si svolgono tutti i giorni dalle 9.30 alle 12 e dalle 16.30 alle 17.30.




Attraverso la Porta Santa

L’Anno Iacobeo si aprirà il 9 gennaio. Il tempo della grande paura lasci spazio alla speranza

Posto il sigillo sul portone del Duomo, prende il via il percorso di riflessione, presentazione e attesa per l’avvio del giubileo straordinario

di Michael Cantarella

Manca poco più di un mese all’apertura della Porta Santa della Cattedrale di Pistoia, e con essa, all’inaugurazione dell’Anno Santo Iacobeo 2021. Dopo molta attesa si stanno delineando le attività che accompagneranno la diocesi in questa avventura del tutto straordinaria. Un’avventura che è partita oltre un anno e mezzo fa con l’annuncio solenne in Cattedrale da parte del vescovo e che si snoda proprio nei giorni dell’attesa per eccellenza, quella della nascita di Gesù, che hanno consegnato, nella vigilia dell’8 dicembre, il primo tassello concreto di questo viaggio.

Proprio lunedì 7 infatti, è stato posto il sigillo della Porta Santa, in attesa della sua apertura per mano di monsignor Tardelli il prossimo 9 gennaio. Un evento che riveste una straordinaria attualità e importanza, per tanti motivi: in primo luogo è un’assoluta rarità storica la celebrazione di un anno santo in onore di San Giacomo nella terra di Pistoia.

Un’usanza, quella dei festeggiamenti giubilari propria di Santiago di Compostela, che per tradizione apre la Porta Santa della sua Cattedrale ogni volta che la festività del 25 luglio cade di domenica. Nel 2021 questo accadrà anche nella Santiago Minor toscana. In secondo luogo l’anno santo viene celebrato in uno dei momenti storici più critici degli ultimi decenni. La pandemia sta sconvolgendo la vita di ciascuno sotto tutti gli aspetti. Il fatto religioso e il “bisogno di benedizione” per usare le parole del Santo Padre, assumono così oggi una nuova centralità.

«La pandemia è stata la sorpresa di questo tempo – afferma il vescovo Tardelli – ci ha costretto e ci costringe a ridimensionare i progetti, anzi direi quasi ad azzerarli, dovendo “navigare” a vista. Siamo stati messi di fonte al dolore, alla morte, alla nostra umana impotenza e insieme grandezza; siamo spinti a guardare alle sorti del mondo e al futuro che vorremmo.

Può essere davvero un tempo di ripensamento interiore; un tempo cioè di conversione;

per riporsi le domande di fondo sulla vita; un tempo anche di potatura sicuramente, per buttar via il superfluo e tutte quelle incrostazioni che le nostre debolezze e i nostri peccati ci lasciano addosso; un tempo anche per riscoprire il valore del prossimo e quanto sia importante prendersi cura l’uno dell’altro e insieme, della casa comune; un tempo infine anche per imparare a condividere le tante sofferenze che questa pandemia ha portato e sta portando alla luce».

Il 2021 rappresenta anche un’opportunità unica per Pistoia per tentare di reinventare, o meglio ritrovare, sé stessa: «L’Anno Santo sarà un’occasione di rilancio turistico per la nostra città, colpita, come il resto d’Italia, dalla pandemia – afferma Alessandro Sabella, assessore al Turismo -. Stiamo lavorando da oltre un anno per la stesura di un calendario di attività culturali, in collaborazione con le realtà del territorio, che si affiancherà alla proposta religiosa della diocesi di Pistoia. Sono soddisfatto del lavoro svolto – aggiunge – e ci auguriamo di accogliere, insieme a pellegrini e fedeli, anche visitatori e turisti».

Alcune anticipazioni del calendario di appuntamenti religiosi – al quale si affiancherà quello messo a punto dal lavoro congiunto della città – che accompagnerà il 2021. L’apertura della Porta Santa è in programma il 9 gennaio alle 17 nella Cattedrale di San Zeno. Il 21 giugno avrà luogo il pellegrinaggio delle diocesi toscane, mentre dal 16 al 25 luglio si entrerà nel cuore dell’Anno Santo con i festeggiamenti in onore di San Iacopo. La Porta Santa verrà chiusa il 27 dicembre 2021.

All’interno del perimetro di queste date ci saranno i giubilei dedicati a singole attività e categorie: quello dei ragazzi (11 aprile), del la- voro (1° maggio), delle famiglie (30 maggio), dei giovani (3, 4, 5 settembre); delle aggregazioni laicali (9 ottobre), quello dei poveri (14 novembre). Il primo in ordine di tempo sarà il giubileo dei malati e degli operatori sanitari – particolarmente significativo in questo tempo – che è in programma il 14 febbraio 2021.

 




175 anni di Francescane dei poveri

Un anno speciale per l’Istituto che ricorda la sua fondazione a opera della beata Francesca Schervier

Il 14 dicembre è la festa della nascita al cielo della beata Francesca Schervier. Una ricorrenza che cade in un anno speciale. Per la Pentecoste 2020, infatti, cadeva il 175° anniversario della nascita delle Suore Francescane dei Poveri.

Proveniente da una famiglia d’industriali di Aquisgrana (Germania), Francesca fin da giovane ha un’attenzione naturale verso i poveri e i bisognosi, mentre la fede che la anima le fa scoprire e amare in essi Cristo stesso. Aiutata da alcune amiche, gestisce nella sua parrocchia una mensa per i poveri e rispondendo a un’esigente chiamata interiore, entra a far parte del Terz’ordine francescano: il suo servizio accanto agli ultimi si arricchisce così dei colori della spiritualità francescana.

Nella notte di Pentecoste del 1845, un’amica rivela a Francesca il suo carisma di fondatrice, a cui lei non aveva mai pensato, «Il Signore – le dice – vuole che tu lasci la tua casa e la tua famiglia per la salvezza di tutti e per guarire le sue piaghe, insieme alle persone che Egli ha designato e che ti indicherà». Donna audace e forte, industriosa e geniale, non bada tanto al tipo di “piaga” da curare, ma alla  persona da risanare interamente, nel corpo e nello spirito. Il suo amore si fa concreto, coraggioso, tanto da meritarle l’appellativo di “madre dei poveri”. Eccola così accanto alle prostitute, ai poveri assistiti nei loro tuguri, agli ammalati di colera e di sifilide, ai soldati nei lazzaretti, ai detenuti e ai condannati a morte, che accompagna fin sul patibolo, dopo averli confortati e preparati al supplizio. Francesca opera instancabilmente consumando la sua vita quale testimone autentica del Vangelo e impegnando tutte le sue risorse per sanare le piaghe di Cristo nell’umanità povera e sofferente.

Oggi la congregazione continua a vivere il suo carisma negli Stati Uniti, Germania, Belgio, Filippine, Brasile, Senegal e Italia. Da più di venti anni anche a Pistoia in varie modalità e servizi lo spirito di madre Francesca è vivo e il suo sogno di cura diventa quotidiana realtà con le donne e i bambini della Casa dei Glicini, i Rom, le famiglie, le ragazze della Conchiglia, i giovani delle parrocchie, i senza fissa dimora, gli anziani, gli amici e quanti incontriamo sul nostro cammino.

Marina Triglia, sfp