Appuntamenti per la festa della Madonna dell’Umiltà

Con il mese di luglio tornano a Pistoia gli appuntamenti liturgici legati ai santi patroni della città e della diocesi: la Madonna dell’Umiltà e San Giacomo Apostolo.

«Nell’anno 1490 — si legge nel proprio liturgico diocesano —, mentre la città era minacciata dalla guerra civile a causa degli odii tra famiglie e fazioni, si dice che l’immagine della Vergine dell’Umiltà stillasse come un purissimo sudore. Con questo singolare segno la Beata Vergine fu per il popolo messaggera di pace». Il ricordo di quei fatti si celebra ancora oggi, come occasione di affidamento e venerazione della santa Vergine.

Giovedì 16 luglio, nella Basilica della Madonna, nei primi vespri della festa della Madonna dell’Umiltà, don Luca Carlesi celebrerà la messa delle 18.30. Con la celebrazione eucaristica prende anche il via la Novena al santo patrono. Al termine della messa, infatti, un corteo storico si sposterà dalla Basilica fino in piazza del Duomo, portando la veste di san Jacopo che all’arrivo sarà collocata dai Vigili del Fuoco sulla statua del santo.

Venerdì 17 luglio alle 21.15 Messa solenne nella Festa della della B.M.V. dell’Umiltà, presieduta dal vescovo Tardelli con l’istituzione di alcuni ministri straordinari dell’Eucaristia.

A partire dal 17 luglio la novena prevede la Messa alle 18 la sera in Cattedrale seguita dalla venerazione della reliquia di san Giacomo.




Il vescovo ricorda i morti per Covid-19

Una messa in suffragio in Cattedrale domenica 12 luglio

Domenica 12 luglio, alle 18, nella Cattedrale di San Zeno, monsignor Tardelli celebrerà una Messa solenne in suffragio di tutte le vittime del Covid–19. La funzione sarà animata in via del tutto straordinaria dal coro Gospel Internazionale di Pistoia.

Il coro, diretto dal medico e musicista di origini nigeriane Augustine Iroatulam, è in attività dal 2008, vanta un’attività più che decennale di concerti in Italia, in Europa e negli Stati Uniti.

La Santa Messa sarà il momento per ripercorrere i fatti degli ultimi tre mesi, che hanno profondamente cambiato le vite di tutti. Ciascuno potrà guardare alle perdite, alle ferite, e alla necessaria ricostruzione delle tante vicende che hanno segnato questo periodo, guardando con occhi diversi al futuro.




Giubilei sacerdotali. L’entusiasmo e la gioia che resistono al tempo

Riprendiamo da “La Vita” del 28 giugno 2020 il seguente servizio dedicato agli anniversari sacerdotali

di Daniela Raspollini

«Anche se cambiano le situazioni e le persone è rimasto sempre lo stesso entusiasmo e la stessa convinzione nel vivere il sacerdozio». Don Giovanni Scremin (92 anni) non ha dubbi, dopo tanti anni da prete le certezze di una volta non si spengono. Ed è un bel modo per festeggiare il proprio anniversario di vita sacerdotale.

L’occasione è la solennità dei SS. Pietro e Paolo, che quest’anno vede cinque festeggiati: don Leonardo Giacomelli che ricorda una ricorrenza davvero singolare: 70anni di sacerdozio; seguono don Giovanni Scremin e don Renzo Aiardi, entrambi con 65 anni di messa. Si ricordano quindi il 50esimo di don Marino Marino e i 25 anni di don Timoteo Bushishi.

Don Leonardo, il più anziano, è anche tra i più lucidi e arzilli. Da pochi anni ha lasciato la sua parrocchia “storica” di Candeglia. Altrettanto “storica” la presenza di don Renzo Aiardi a Casalguidi dove abita tuttora e dove ha svolto il suo ministero per oltre quarant’anni.

Don Giovanni Scremin ha invece un passato da missionario. Originario di Valdagno, in provincia di Vicenza, custodisce ancora l’accento veneto nonostante il suo lungo viaggiare per il Vangelo. Già religioso dell’istituto dei padri comboniani fu ordinato il 29 giugno 1955 da quel Battista Montini che divenne poi Papa Paolo VI. Inviato missionario in Brasile gli fu affidata una parrocchia nella diocesi di Balsas dove visse per 25 anni. Il vescovo locale, che allora era il pistoiese Rino Carlesi, lo presentò a mons. Longo Dorni per offrirgli un’esperienza fuori dalla missione. Avviò così la sua presenza in diocesi di Pistoia, pur tornando in missione a più riprese.

Don Marino Marini, attuale parroco di Tizzana e Catena non si è invece spostato di molto. «Ricordo con affetto — ci spiega — tutti coloro che ho incontrato nel mio ministero sacerdotale, come cappellano nelle parrocchie di Montale e di Montemurlo, poi come parroco a Tobbiana, Vignole e Oste e ora di Tizzana e Catena».

Arriva da Goma, in Congo, don Timoteo Bushishi. Qui ha svolto diversi incarichi. «Dall’Africa — ricorda Timoteo — mi sono successivamente trasferito in Italia a Roma per studiare teologia dogmatica. Nel 2006 poi, sono stato accolto dal vescovo Scatizzi che mi ha permesso di concludere il dottorato e mi ha affidato la parrocchia di San Pierino in Vincio. Dal mese di luglio 2016 ad oggi sono parroco di San Benedetto e San Vitale».

Vite sacerdotali molto diverse com’è originale ogni vocazione. Don Renzo Aiardi entrò in seminario giovanissimo: «la sua vocazione al sacerdozio — ci racconta Aldo Pellegrini — è nata fin da bambino. Cresciuto in Piazza S.Lorenzo a Pistoia è entrato a 9 anni in seminario». Per don Marino la vocazione è arrivata da piccolo nel modo più ordinario possibile «favorita dall’esempio della famiglia e del parroco». La vera svolta avvenne più avanti frequentando Carlo Carretto e la comunità dei Piccoli Fratelli del Vangelo di Spello dove — racconta — ho preso la decisione definitiva di diventare prete».

Don Renzo Aiardi

Casalguidi si stringe attorno al suo pastore

Don Aiardi «è stato ordinato il 29 giugno 1955. All’inizio del suo ministero è stato a Baggio e poi a Tobbiana. Don Renzo però è un’istituzione per Casalguidi. Oggi, allo scoccare dei suoi 65 anni di sacerdozio «la comunità parrocchiale — scrive l’amico Aldo Pellegrini — si stringe a lui esprimendo la sua gratitudine e il proprio affetto e un grazie per aver donato la sua vita al Vangelo e per essersi speso in questi lunghi anni nel generare Gesù Cristo nel cuore di coloro che lo hanno incontrato. In questi anni del suo ministero si è prodigato per rinnovare la Chiesa. È stato promotore di tanti movimenti ecclesiali che ha accolto nella sua parrocchia. In questi anni di sacerdozio si è fatto amico fratello e compagno di viaggio nel cammino della fede, condividendo con noi fatiche le attese le speranze di ogni giorno».

Don Marino Marini

Figlio del Concilio e testimone del servizio

Non ho avuto particolari carismi— ammette umilmente don Marino Marini —, però ho cercato di operare in spirito di servizio». «Ho sempre cercato di ricordare che non si deve far prevalere le nostre visioni personali, ma che, con umiltà, dobbiamo tenere come punto di riferimento la Parola di Dio, il Concilio Vaticano II, e il programma pastorale della Diocesi. In me c’è sempre stato sempre il desiderio di non escludere nessuno, e di accogliere, come dono del Signore, tutti coloro che desideravano partecipare alla vita della comunità parrocchiale». «La mia gioia più grande è stata quella di trovare nel Presbiterio e nella comunità parrocchiale altri fratelli e sorelle con cui fare insieme un cammino di fede e di comunione fraterna».

Don Timoteo Bushishi

«Grato a Dio per la Sua misericordia»

Nella ricorrenza del mio anniversario vorrei prima di tutto ringraziare il Signore che mi ha fatto sentire la sua presenza, la sua tenerezza, la sua misericordia». «Sono stato battezzato all’età di 12 anni — racconta Timoteo — e ho cominciato a frequentare la Chiesa come chierichetto a Goma in Congo». «La mia vocazione al sacerdozio è nata grazie alla testimonianza di un prete anziano dal nome Don Celedonio, un prete spagnolo carmelitano. È stato grazie a lui che poi ho deciso di entrare nel seminario minore. Mio padre purtroppo si oppose a questa mia decisione». Ma la vocazione era più forte e, dopo aver chiesto di proseguire la formazione al seminario maggiore «sono diventato sacerdote a 29 anni il 10 agosto 1995 a Goma».

Con settant’anni di sacerdozio don Leo è un prete da record

Una lunga esistenza in gran parte a Candeglia dove ha accompagnato generazioni di fedeli nella vita di fede ma anche la passione di girare il mondo

Classe 1926 don Leonardo Giacomelli è tra i preti più anziani della diocesi. Il primato spetta al centenario don Italo Taddei e di qualche mese lo precede don Napoleone Toccafondi, ma don Leonardo, che oggi vive in Seminario, conserva il suo vivace temperamento e una salute discreta.

La sua famiglia, molto numerosa – 8 fratelli – era anche molto religiosa: da parte di madre c’era lo zio don Luigi Marini, canonico e parroco di Campiglio, da parte di padre lo zio Oreste Forestieri parroco di Valenzatico, al quale Leonardo era molto affezionato e che lo ha accompagnato nel cammino vocazionale. «Sono entrato in Seminario nel ’38» ricorda don Leonardo che dopo 12 anni di formazione fu ordinato prete con don Grazzini, don Frosini, don Meriggi e don Batignani. «Ho dei bei ricordi del rettore Mario Spinelli e del vice rettore Dario Giovannini».

Il 29 giugno 1950 giunse l’ordinazione presbiterale. Una volta prete, fino al 1954 «sono stato cappellano a Vignole dove era parroco lo zio don Forestieri. Lo portavo a visitare i malati con la Topolino. Prestavo servizio anche a Campiglio dove c’era l’altro zio don Luigi, quindi sono stato cappellano a Capraia dove c’era un parroco cieco.

Poi, nel gennaio 1961 sono arrivato a Candeglia». Qui don Leonardo ha passato la vita, guidando questa comunità fino al 2017. «Ho trovato un parroco anziano e ho dovuto realizzare diversi lavori alla chiesa e alla canonica. Per due anni ho celebrato la messa in casa, ma la popolazione ha molto aiutato». Don Leonardo non ha fatto solo il parroco: «ho insegnato per 20 anni religione alla scuola media Leonardo da Vinci frequentata anche da ragazzi di Candeglia». Dopo tanti anni cosa resta impresso nella memoria di don Leonardo? «Il contatto con la gente, soprattutto con le famiglie e con i giovani con i quali andavo spesso ai campi estivi. Abbiamo organizzato una squadra di calcio che partecipava al campionato locale ed ero per loro un punto di riferimento. Nelle relazioni con i parrocchiani mi ha aiutato molto il fatto di aver visitato molti paesi del mondo. Essendo una zona “rossa” molte volte le persone credevano più a quello che leggevano sul giornale che a quanto veniva detto in chiesa. Ma io portavo la mia esperienza, quella che avevo fatto conoscendo persone culture e religioni diverse e così si arrivava a un dialogo e si costruiva un’amicizia».

Da ultimo don Giacomelli offre anche qualche consiglio per i giovani preti: «gli direi di prepararsi bene. Questo per poter comunicare con le persone che non si accontentano di risposte vaghe e imprecise. Comunque di relazionarsi in modo spontaneo e colloquiale e costruire rapporti di amicizia e stare vicino ai fedeli. Soprattutto li inviterei a stare con i giovani nel periodo dell’adolescenza quando cominciano a formare il carattere in modo che possano aprirsi alla fede».(A.B.)




Un’animatrice infaticabile appassionata del Vangelo

Domenica 21 giugno è morta suor Sandra Matulli religiosa delle Minime del Sacro Cuore. Ha guidato per molti anni il Centro missionario. Ricordava: «Siamo chiamati per essere inviati»

L’Ufficio missionario diocesano tratteggia la fede e il temperamento di una consacrata «dalle idee chiare»

Carissima Suor Sandra,
ci hai lasciati domenica 21 giugno 2020, nel giorno di quel Signore a cui hai dedicato tutta la vita, ed ora, ne siamo certi, da lassù, alla sua presenza, rivestita di bianche vesti, ci sarai più vicina che mai, uniti come saremo nella preghiera.
È stato un lungo cammino quello che abbiamo fatto guidati da te: ricordiamo, grati, tutte le riunioni della commissione, gli incontri nelle parrocchie che ci hanno accolti, gli adulti e i bambini che abbiamo incontrato in queste circostanze, i corsi di formazione regionali e nazionali che ci hanno permesso di approfondire quello spirito missionario che rappresenta la condizione fondativa del nostro modo di essere cristiani, i convegni e congressi nazionali ai quali alcuni di noi ha partecipato insieme a te. Vorrei ricordare ancora il gruppo di giovani che eri riuscita a formare e che seguivi puntualmente con incontri mensili: ricordo come alcuni di loro abbiano potuto, tramite te, fare delle esperienze di Missione in alcuni paesi africani. È stato un cammino impegnativo, durato più di un decennio, ma pieno di soddisfazioni per le tante persone ed i tanti testimoni che abbiamo incontrato e che ci ha permesso di aprire la mente ed il cuore alle necessità delle persone e dei popoli impoverite a causa delle ingiustizie perpetrate a loro danno e dall’egoismo di tanti.

Sono tanti i ricordi che mi affollano la mente e che non riesco in questo momento ad esprimere perché prevale la commozione sulla ragione, un altro aspetto però vorrei sottolineare: la stima e l’affetto di cui godevi a livello di commissione regionale per la capacità di coinvolgimento e il numero di presenze che eri capace di garantire da parte di Pistoia negli incontri regionali e nei corsi di formazione ai quali abbiamo partecipato. Era un aspetto questo che non mancava mai di essere rilevato, ed ancora il rammarico espresso da tante persone nel momento in cui hai dovuto lasciare l’incarico di direttrice del C.M.D. Ti abbraccio Sandra, sia pure virtualmente, nella certezza di incontrarti ancora.
Lucia Fedi

La dipartita di suor Sandra ha molto addolorato tutti noi del Gruppo missionario e la mia famiglia, che la conosceva molto bene. Persona straordinaria per carattere, briosa e sorridente metteva allegria in tutti coloro che le stavano accanto. Disponibile a farsi presente su ogni frontiera dell’annuncio del Vangelo ci ha sempre stupito per lo spessore e la forza della sua testimonianza, della passione apostolica, delle sue doti di organizzatrice infaticabile. Per oltre un decennio, sotto la sua guida all’Ufficio missionario, abbiamo creato un clima di comunione fraterna che ci ha spinti verso un impegno pastorale autentico di voler servire Gesù Salvatore.

Alla luce di questo imperativo missionario abbiamo percorso il territorio della nostra diocesi e collaborato in armonia con gli Uffici missionari della Regione Toscana. Suor Sandra non si stancava mai di ripetere che noi “siamo stati chiamati per essere inviati”, che la buona notizia di Cristo va portata agli uomini reali, storici, di oggi, scrutando le sfide ed i compiti che ci attendono. Parlava dell’urgenza della missione, che nasce dall’ottimismo, dal convincimento che il tempo è propizio, della rinascita religiosa in un mondo che ne ha sempre più bisogno. Ci ammoniva anche a superare la episodicità della cooperazione missionaria, ma ad agire sempre con gesti concreti e continuativi, a creare mentalità e coscienza. C’era in lei una forte tensione missionaria ma anche insofferenza per tutte le chiusure e i ripiegamenti di ogni genere.

Il suo è stato un cammino lineare, autentico, coinvolgente. La passione che ci animava e ci anima ancora nasceva dalla sua forza di vivere ardentemente e coerentemente la vita cristiana. Ci ha insegnato anche ad avere pazienza perché nell’attività missionaria sono da mettere in conto anche le sconfitte, ma che lo Spirito Santo ci avrebbe sostenuto nei momenti di maggiore depotenziamento.

Suor Sandra è stata per noi un modello di vita per pensare de agire nel nostro contesto culturale ed irradiare il vangelo in tutti gli areopaghi della vita. Di questo, cara Sandra, faremo memoria. Sarai sempre nel nostro cuore ed ora tu nel cuore di Dio
Egisto Cardelli

Alla nostra direttrice dell’Ufficio Missionario di Pistoia*

Ogni qualvolta ti siamo stati vicini, quando ci hai convocati in nome di Gesù, che è l’essenza della Missionarietà, è stato per noi come fare una intensa terapia di fiducia e di speranza, ma soprattutto siamo stati contagiati dalla tua fede appassionata e sincera. Il tuo lavoro rivolto a noi, è stato prezioso, sei stata per noi maestra amorevole, comprensiva, tollerando e accettando le nostre lacune ma anche cogliendo la nostra buona volontà.

Questa esperienza è stata conclusa, così come molte cose belle e costruttive della vita finiscono, compresa la nostra vita terrena, ma noi tutti siamo consapevoli di quanto tu ami Gesù, di quanto lui ami te, allora l’idea che tu possa contagiare gente nuova con la tua fede ed il tuo entusiasmo in un ambiente troppo piccolo per contenere la tua esuberanza ci consola e ci rincuora. Anche negli occhi semplici di un bambino si può leggere uno spazio grandissimo e affascinante, come l’amore di Dio, e poi chissà se il Signore non abbia ancora un progetto per te fatto di umanità semplice e vasta che attende un’inviata credibile del Signore?

Certamente ogni qual volta guarderai l’ora ti ricorderai di noi, anche se sappiamo che rimarremo per sempre nel tuo cuore, certamente non solo per questo piccolo accessorio che misura il tempo ma non può contenerlo tutto perché è immenso, ed il tempo è di Dio, come dice San Paolo, il tuo tempo è destinato agli altri perché così ha voluto Dio per te.

Ti vogliamo bene e ringraziamo sinceramente il Signore per averci fatto incontrare nel cammino della vita, Suor Sandra Matulli, nata a Comeana, dell’ordine del “Sacro Cuore” e che Cristo ha mandato in tutto il mondo a parlare del suo amore.
La tua Commissione Missionaria.

*Saluto di Luigi a Suor Sandra nel momento in cui fu sollevata dall’incarico di Direttrice del C.M.D. (anche lui ci ha lasciati per salire alla casa del Padre ma lo vogliamo ricordare qui come amico e come una delle persone più gentili che abbiamo incontrato nella nostra vita).




Il vescovo ai catechisti: cinque punti da cui ripartire

Pubblichiamo le parole del vescovo rivolte ai catechisti in occasione dell’incontro svolto giovedì 25 giugno 2020 nell’aula liturgica di Valdibrana

Alle catechiste e ai catechisti della diocesi.

Passato il tempo della pandemia o comunque sperando possa essere in via di superamento, vogliamo riprendere il cammino. Quel cammino che in verità non abbiamo mai interrotto, trovando modi e forme nuove per essere presenti ai nostri ragazzi e alle loro famiglie, ma che ora riprendiamo anche insieme alle nostre comunità parrocchiali. In questa prospettiva vorrei darvi 5 indicazioni che possono costituire come una bussola per il vostro servizio e il vostro impegno.

1. Siamo strumenti nelle mani del Signore. Lo state capendo sempre più: siete mezzi di cui il Signore si serve, non mezzi impersonali e astratti ma attivi, che partecipano con la propria persona, con la propria vita. Voi siete i mezzi attraverso cui Lui incontra e raggiunge i vostri ragazzi. Siamo tutti consapevoli dei nostri limiti, ma lui ci ha scelti e chiamati. Come diceva Madre Teresa, siamo una matita nelle mani di Dio. Matita di cui Lui si serve per scrivere nel cuore delle persone. Dovete aver chiaro questa cosa, sentirne la gioia e la responsabilità, la bellezza e la grandezza. Siete collaboratori di Dio, del suo messaggio di salvezza.

2. Siete uomini e donne di relazione. Sempre più andiamo capendo il valore della relazione. Relazione con Cristo innanzitutto. Relazione, rapporto vivo, dialogo, comunicazione, incontro della mente e del cuore. Relazione da coltivare, custodire e alimentare. Poi relazione con i ragazzi che vi sono affidati. In questo tempo avete capito che non si tratta semplicemente di insegnare. Si tratta piuttosto di un incontro con persone in crescita, ciascuna con le sue caratteristiche: ognuna diverso dall’altro. Relazione con le famiglie: adesso ne abbiamo capito di più l’importanza. Forse siamo anche riusciti in alcuni casi a stabilirla questa una relazione e capire il suo valore e che non si tratta solo di fare degli incontri con i genitori, ma piuttosto di stabilire un rapporto con i genitori e le famiglie. Infine, relazione con la comunità. Voi siete parte della comunità non siete battitori liberi o free lance o mercenari. Siete membri di una comunità ed è a nome della comunità che adempite alla vostra missione.

3. Andare all’essenziale. Forse, il tempo difficile che abbiamo attraversato ci ha insegnato anche questo: che bisogna andare all’essenziale, alla sostanza. Dobbiamo fare ancora molta strada su questo. Ci siamo accorti quanto alcune cose siano davvero importanti e quante altre invece lo siano assai di meno. Ci siamo resi conto che forse avevamo trascurato cose che erano davvero importanti e dato invece importanza a cose che invece ci zavorrano. Per un catechista andare all’essenziale è andare a Gesù Cristo, alla sua storia. Alla fine, per un catechista si tratta di imparare a narrare la storia di Gesù come una storia viva che ha scosso, commosso, coinvolto. Narrare, non insegnare. Raccontare la vita del Signore che incontra la nostra vita, che con il suo amore ci prende e ci conquista. Come una storia che può coinvolgere anche le persone alle quali si è mandati e rendere bella la loro vita.

4. Ricostruire le nostre comunità parrocchiali, che nel tempo si sono appesantite. Sarebbe sbagliato riprendere semplicemente tutto quello che si faceva prima e come prima. Anche in questo caso, occorre tornare all’essenziale: la relazione tra le persone, l’incontro con Gesù Cristo e la sua Parola, l’aiuto fraterno, la vicinanza, la testimonianza. La comunità cristiana la edifica il Signore con il suo Santo Spirito. Noi però dobbiamo collaborare e fare la nostra parte. Ricostruiamo dunque le nostre parrocchie che un po’ di polvere addosso ce l’hanno; possiamo toglierla prendendo occasione da questo tempo inaspettato e nuovo. Con l’aiuto del Signore, con la guida dello Spirito Santo dobbiamo dare un volto nuovo, comunitario, fraterno, missionario alle nostre parrocchie. Meno paludate e più vive, meno istituzionali e più relazionali, più calde e meno burocratiche. Comunità vive, famiglie. Dobbiamo ricostruire lo stare insieme, imparando a perdonarci e ad accoglierci.

5. Camminare insieme come chiesa particolare, come diocesi. Siamo qui anche stasera provenienti dalle diverse parti della diocesi e abbiamo fatto un cammino comune: non perdiamo questa ricchezza. Continuiamolo a camminare insieme a livello diocesano. Non riprendiamo l’abitudine di fare ognuno per conto suo. Abbiamo notato diversità; dobbiamo quindi uniformarci ma non per essere tutti uguali, ma perché camminiamo insieme. Ci rendiamo conto che in diocesi ci sono situazioni diverse, ma sapere che siamo insieme in un cammino vuol dire anche assumersi la responsabilità di aiutarsi a vicenda tra parrocchie e tra catechisti. A breve riprenderemo il cammino dell’iniziazione cristiana, ma lo riprenderemo insieme. Abbiamo accumulato dei ritardi, ma forse questo tempo ci offre una bella occasione per ripensare l’iniziazione cristiana come un cammino che si fa tutti insieme, pur consapevoli delle caratteristiche proprie di ogni realtà. Un percorso comune da scandire sia a livello di formazione che di catechesi, come anche a livello della celebrazione dei sacramenti dell’Eucarestia e della Confermazione.

Concludo questi brevi appunti, con un pensiero rivolto a Maria. Abbiamo ripreso gli incontri tra i catechisti, presso il santuario di Valdibrana. Alla Madonna, alla sua intercessione e amicizia affido volentieri tutti voi catechisti e catechiste della diocesi. Come all’abbraccio materno di Maria affido tutti i vostri ragazzi e le loro famiglie, chiedendo in particolare alla Madonna che ci aiuti a riprendere con gioia il cammino della vita cristiana e della testimonianza con le nostre comunità parrocchiali.

Valdibrana, 25 giugno 2020




Covid: nota sull’uso dei guanti e dpi per celebrazione matrimoni

Riprendiamo dal portale Ceinews la seguenti indicazioni che derogano all’uso dei guanti e delle mascherine per gli sposi

 

Con nota del 17 giugno u.s. dell’E.V. sono state rappresentate una serie di questioni relative al possibile superamento di alcune delle disposizioni contenute nel Protocollo in oggetto.

In particolare, sono state avanzate le richieste in ordine al “derogare all’obbligo dei guanti al momento della distribuzione della Comunione” ed alla “obbligatorietà della mascherina, riguardo alla celebrazione dei matrimoni” per gli sposi.

A seguito della richiesta pervenuta da parte della E.V., questo Dipartimento ha quindi sottoposto all’attenzione del CTS i quesiti sopra citati.

Nella riunione del 23 giugno u.s., il Comitato ha preso in esame la questione e nello stralcio del verbale n. 91, che ad ogni buon fine si allega, viene rappresentato quanto segue:

“Anche sulla base degli attuali indici epidemiologici, il CTS raccomanda che l’officiante, al termine della fase relativa alla consacrazione delle ostie, dopo aver partecipato l’Eucarestia ma prima della distribuzione delle ostie consacrate ai fedeli, proceda ad una scrupolosa detersione delle proprie mani con soluzioni idroalcoliche. Il CTS raccomanda altresì che, in assenza di dispositivi di distribuzione, le ostie dovranno essere depositate nelle mani dei fedeli evitando qualsiasi contatto tra le mani dell’officiante e le mani dei fedeli medesimi. In caso di contatto, dovrà essere ripetuta la procedura di detersione delle mani dell’officiante prima di riprendere la distribuzione della Comunione. Il CTS ritiene auspicabile che la medesima procedura di detersione delle mani venga osservata anche dai fedeli prima di ricevere l’ostia consacrata. Rimane la raccomandazione di evitare la distribuzione delle ostie consacrate portate dall’officiante direttamente alla bocca dei fedeli”.

Quanto alla ulteriore questione posta da codesta Conferenza episcopale, “in relazione al quesito concernente l’obbligatorietà dell’uso dei dispositivi di protezione delle vie aeree da parte degli sposi durante le ‘celebrazioni dei matrimoni, il CTS osserva che, non potendo certamente essere considerati estranei tra loro, i coniugi possano evitare di indossare le mascherine, con l’accortezza che l’officiante mantenga l’uso del dispositivo di protezione delle vie respiratorie e rispetti il distanziamento fisico di almeno i metro. Il CTS ritiene che tale raccomandazione possa estendersi anche alla celebrazione del matrimonio secondo il rito civile o secondo le liturgie delle altre confessioni religiose”.

Di tanto, si trasmette all’E.V. perché siano scrupolosamente osservate le prescrizioni sopra riportate.

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Stralcio Verbale n. 91 della riunione tenuta, presso il Dipartimento della Protezione Civile, il giorno 23 giugno 2020

-omissis-

QUESITI DEL MINISTERO DELL’INTERNO — DIPARTIMENTO PER LE LIBERTÀ CIVILI E L’IMMIGRAZIONE SULL’IMPIEGO DEI GUANTI DA PARTE DEGLI OFFICIANTI DURANTE LE CERIMONIE RELIGIOSE E SULL’IMPIEGO DI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE DELLE VIE AEREE DURANTE LE CELEBRAZIONI DEI MATRIMONI

Il CTS acquisisce il documento proveniente dal Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione (allegati) nel quale si fa riferimento al “Protocollo per le celebrazioni con il popolo” sottoscritto dalla Conferenza Episcopale Italiana.

In riferimento alla possibilità di derogare all’obbligo dell’uso dei guanti dell’officiante al momento della distribuzione della Comunione, il CTS esprime le seguenti osservazioni:

Il momento liturgico dell’Eucarestia che l’officiante volge dapprima a se stesso e successivamente distribuisce ai fedeli rappresenta una delle fasi più critiche per la possibilità di diffusione interumana del virus SARS-CoV-2;

L’uso non corretto dei guanti può, altresì, infondere una falsa sensazione di sicurezza che può rappresentare una delle cause di diffusione del virus.
In considerazione delle osservazioni espresse, anche sulla base degli attuali indici epidemiologici, il CTS raccomanda che l’officiante, al termine della fase relativa alla consacrazione delle ostie, dopo aver partecipato l’Eucarestia ma prima della distribuzione delle ostie consacrate ai fedeli, proceda ad una scrupolosa detersione delle proprie mani con soluzioni idroalcoliche. Il CTS raccomanda altresì che, in assenza di dispositivi di distribuzione, le ostie dovranno essere depositate nelle mani dei fedeli evitando qualsiasi contatto tra le mani dell’officiante e le mani dei fedeli medesimi.

In caso di contatto, dovrà essere ripetuta la procedura di detersione delle mani dell’officiante prima di riprendere la distribuzione della Comunione. Il CTS ritiene auspicabile che la medesima procedura di detersione delle mani venga osservata anche dai fedeli prima di ricevere l’ostia consacrata.

Rimane la raccomandazione di evitare la distribuzione delle ostie consacrate portate dall’officiante direttamente alla bocca dei fedeli.

In relazione al quesito concernente l’obbligatorietà dell’uso dei dispositivi di protezione delle vie aeree da parte degli sposi durante le “celebrazioni dei matrimoni”, il CTS osserva che, non potendo certamente essere considerati estranei tra loro,

i coniugi possano evitare di indossare le mascherine, con l’accortezza che l’officiante mantenga l’uso del dispositivo di protezione delle vie respiratorie e rispetti il distanziamento fisico di almeno 1 metro.

Il CTS ritiene che tale raccomandazione possa estendersi anche alla celebrazione del matrimonio secondo il rito civile o secondo le liturgie delle altre confessioni religiose.

Ministero – CEI, Nota 26 giugno 2020 (PDF)




Giubilei sacerdotali per SS. Pietro e Paolo

Una messa nel giardino dell’episcopio per festeggiare gli anniversari di vita presbiterale

Il vescovo Tardelli, complici le restrizioni della pandemia, ha scelto di festeggiare in fraterna intimità la solennità dei SS. Pietro e Paolo. Lunedì 29 alle 18.30 infatti, presiederà una santa messa all’aperto nel giardino del palazzo di via Puccini, seguita da un momento di convivialità offerto al clero e soprattutto a quanti, tra i sacerdoti, ricordano una data speciale nel loro cammino ministeriale.

Quest’anno i festeggiati sono cinque: don Leonardo Giacomelli che ricorda una ricorrenza davvero singolare: 70anni di sacerdozio; seguono don Giovanni Scremin e don Renzo Aiardi, entrambi con 65 ani di messa. Si ricordano quindi il 50esimo di don Marino Marino e i 25 anni di don Timoteo Bushishi.

Un appuntamento riservato per motivi di spazio al solo clero, che permetterà più facilmente anche ai preti più anziani e fragili, ospiti nell’adiacente Seminario vescovile, di partecipare alla preghiera e alla festa. Il 29 giugno è generalmente la data tradizionale per le ordinazioni sacerdotali. Anche il vescovo Tardelli è diventato sacerdote in quella data a Lucca nel 1974.

 




Nomine dalla Curia

In data 5 ottobre 2019 don Simone Amidei è stato Correttore spirituale della Confraternita dell’Arciconfraternita della Misericordia di Prato – Sezione di Oste

In data 16 dicembre 2019 Elisabetta Fedi è stata nominata Economo diocesano

In data 14 febbraio 2020 è stato nominato don Paolo Palazzi Coordinatore diocesano dei Gruppi di preghiera padre Pio

In data 14 febbraio 2020 don Alessio Bartolini Incaricato Diocesano per la F.A.C.I

In data 5 febbraio 2020 don Elia Matija è stato nominato Correttore Spirituale della Misericordia di Carmignano

In data 5 febbraio 2020 don Andrea Mati è stato nominato Correttore Spirituale della Misericordia di Casalguidi e Cantagrillo

In data 12 giugno 2020 don Patrizio Fabbri è stato nominato Legale rappresentante di Baggio

In data 12 giugno 2020 don Patrizio Fabbri  è stato nominato Legale rappresentante di Villa di Baggio

In data 12 giugno 2020 Mario Tuci è stato nominato Referente Diocesano per l’Emporio della Solidarietà

In data 20 giugno 2020 don Roberto Breschi e la dott.ssa Lucia Cecchi sono stati nominati membri di designazione vescovile del Consiglio di Amministrazione dell’I.D.S.

In data 20 giugno 2020 è istituito il SERVIZIO PER LE CELEBRAZIONI LITURGICHE  EPISCOPALI. Al contempo sono nominati don Alessio Bartolini, “Maestro delle celebrazioni liturgiche episcopali” e responsabile del Servizio per le celebrazioni liturgiche episcopali e il Diacono Federico Coppini, Vice maestro delle celebrazioni liturgiche episcopali, membro del Servizio per le celebrazioni liturgiche episcopali; ambedue membri di diritto dell’ufficio liturgico diocesano.




In ricordo di Suor Sandra

Ci ha lasciato suor Sandra Matulli, religiosa delle Minime del Sacro Cuore. Per tanti anni è stata direttrice dell’ufficio Missionario della Diocesi di Pistoia.

Ci ha lasciato suor Sandra Matulli, religiosa delle Minime del Sacro Cuore.
Per tanti anni è stata direttrice dell’ufficio Missionario della Diocesi di Pistoia. A lei la gratitudine della Diocesi per il lavoro svolto sempre con grande passione. Alle consorelle, ai familiari e agli amici, le più sentite condoglianze. Il Signore la accolga nel Suo Regno.

Suor Maria Sandra Matulli, era nata a Comeana il 5 luglio 1936. Entrò a far parte dell’Istituto delle Suore Francescane Minime del Sacro Cuore il 10 marzo 1955.

È deceduta domenica 21 giugno 2020 nell’infermeria dell’Istituto “Nostra Signora del Sacro Cuore” a Firenze. Aveva 84 anni di età e 65 di vita consacrata.

Dopo il conseguimento del Diploma Magistrale, si adoperò all’insegnamento nella scuola elementare in varie realtà dell’Istituto: a Signa, a Rufina, a Livorno. Nell’Istituto ha svolto il servizio di responsabile di Comunità con competenza e generosità, restando sempre aperta all’apostolato e agli appelli della Chiesa locale.

Ha realizzato il suo sogno missionario, donandosi per cinque anni ad un apostolato intenso tra i poveri delle tre fraternità del Brasile. Nella Diocesi di Pistoia ha portato avanti con impegno e zelo il servizio di Direttrice dell’Ufficio per la Pastorale Missionaria e delle Pontificie Opere Missionarie affidatole da S. E. Mons. Simone Scatizzi, per ben 13 anni.

Ha collaborato nella realtà diocesana, la “Conchiglia” con incontri formativi sistematici ed ha svolto il servizio di Direttrice dell’Opera “Ginetta Gori”.

Ha collaborato attivamente con l’Unitalsi partecipando a moltissimi pellegrinaggi a Lourdes.

Nel 2013, è stata trasferita a Firenze nell’Infermeria a causa di gravi problemi di salute. Le sue esequie sono state celebrate da don Cesare Tognelli nella Chiesa Parrocchiale di San Giuseppe a Firenze.

Sr. M. Gabriella, Minime del Sacro Cuore




Incontro alla gente nelle parrocchie

Nei prossimi fine settimana monsignor Tardelli celebrerà in alcune comunità della diocesi

PISTOIA – Una nuova ripartenza, anche nei rapporti e nella valutazione delle ferite, degli insegnamenti e, perchè no, dei piccoli miracoli che rimangono dopo tre mesi di confinamento e chiusura a causa del Covid-19.

«È il momento di tornare a incontrare la gente nei diversi territori della diocesi – afferma il vescovo Tardelli – dopo la pausa forzata dettata dalla pandemia voglio visitare le comunità celebrando la messa nelle parrocchie più popolose dei vicariati».

«Visto che non c’è stata la possibilità di svolgere incontri pastorali, né di celebrare le cresime, come di ricevere visite — spiega il vescovo —, mi è sembrato che fosse bello andare a incontrare le diverse realtà parrocchiali, per ricucire un contatto con le comunità più popolose della diocesi dopo questo periodo di lontananza».

Monsignor Tardelli celebrerà le messe domenicali in alcune parrocchie attraversando in lungo e in largo il territorio diocesano. Le prime visite sono partite la scorsa settimana con la celebrazione a Poggio a Caiano, nella solennità del Corpus Domini, seguite dalla messa a Casalguidi di sabato 20, andranno avanti fino primi di agosto. Tutte le celebrazioni, almeno fino a nuova disposizione, saranno svolte secondo le modalità previste finora nell’applicazione delle misure di sicurezza anti-covid, con un numero contingentato di fedeli. Ecco il calendario delle messe: domenica 21 alle 10.30 nella chiesa di San Pietro ad Agliana, sabato 27 giugno alle 18.30 nella Chiesa di San Michele Arcangelo a Bottegone; domenica 28 alle 11 al Sacro Cuore di Montemurlo, sabato 4 luglio alle 18.30 presso la parrocchia di S. Maria Assunta a Quarrata, domenica 5 luglio alle 11 nella chiesa della Santa Croce di Vinci. Sabato 11 luglio alle 18 presiederà la messa nella pieve di San Michele Arcangelo a Carmignano, sabato 18 alle 18 a Pistoia presso la Chiesa della Vergine, mentre domenica 19 luglio alle 10 nella chiesa di Santo Stefano a Lamporecchio. Ultimo appuntamento, dopo i festeggiamenti iacobei, domenica 2 agosto alle 10.30 a Limestre con una celebrazione all’aperto per la Festa della Madonna della neve.

Michael Cantarella