Fase 2: Messe con il popolo in città

Orario Provvisorio delle Messe

Sabato
18.00: Cattedrale (max 130 posti)

Domenica
08.30: S. Paolo (max 100 posti)
09.00: Chiesa del Tempio (per SS. Annunziata, max 30 posti), S. Ignazio (max 60 posti)
09.30: S. Filippo (max 30 posti)
10.00: S. Bartolomeo (max 100 posti)*.
10.30: S. Andrea (max 50 posti),
11.00: Cattedrale (per S. Giovanni, max 130 posti)
11.30: S. Ignazio (max 60 posti)
17.00: Madonna dell’Umiltà (max 80 posti)
18.00: Cattedrale (max 130 posti)
19.00: S. Bartolomeo (max 100 posti)*, S. Domenico** (max 100 posti)

Giorni feriali

08.00: S. Paolo (max 100 posti)
09.00: S. Ignazio (max 60 posti)
10.30: Madonna dell’Umiltà (max 80 posti)
18.00: Cattedrale (max 130 posti)
18.30: S. Bartolomeo (max 100 posti)

* La messa si svolgerà nel giardino dietro la chiesa di San Bartolomeo.

** nelle prossime domeniche la santa Messa sarà celebrata all’aperto nel chiostro del convento di San Domenico. Per informazioni contattare il 346.6176464.




Pregare insieme nella sesta Domenica di Pasqua

Le nuove schede dell’Ufficio Catechistico diocesano

Ci avviciniamo velocemente alla festa di PENTECOSTE, che significa 50 giorni dalla Pasqua, nella quale ricordiamo la discesa dello Spirito Santo sugli apostoli.

Ne parleremo la prossima domenica di questo evento bellissimo che dà compimento alla Pasqua.
Intanto la Chiesa inizia a farci comprendere cosa è o meglio chi è lo Spirito Santo

queste schede che ti allego a questa lettera possono aiutarti.

Gesù fa dono dello Spirito Santo ai suoi discepoli: è il suo spirito, il suo modo di sentire la vita e l’amore che lui, proprio dalla Croce Gesù che riempie il cuore dei primi cristiani e divengono davvero cristiani, cioè discepoli di Gesù, suoi amici. Dall’ultimo respiro di Gesù lo SPIRITO SANTO si diffonde progressivamente su ogni apostolo e su chiunque lo invochi, quindi anche su noi.

Nel vangelo di questa domenica ne parla come un dono promesso che vince ogni turbamento e paura, angoscia e tribolazione… ed ora che dobbiamo anche noi a poco a poco ripartire, in questo momento così delicato, possiamo trovare in questo dono un forte alleato per non avere paura, per essere attenti e per ricominciare con speranza a piccoli passi.

Provate a pensare quali sono le paure più grandi che sentite nel cuore scrivetele su un foglio e accanto mettete invece il dono dello Spirito Santo che vince ogni tua paura.. così e poi impara a invocare il Signore per questo dono.

Suor Giovanna Cheli, per l’Ufficio catechistico

Leggi il resto sulla scheda...

…e diffondi i sussidi per i bambini del catechismo, la preghiera in famiglia e la riflessione personale

6 Domenica di Pasqua – anno A – 2020 – Sussidio per bambini

6 Domenica di Pasqua  anno A – 2020 – Sussidio per la preghiera personale

6 Domenica di Pasqua – anno A – 2020 – Sussidio per la preghiera in Famiglia

(D)’istanti Vicini – Ufficio Catechistico – Diocesi di Pistoia sesta domenica di Pasqua




Riapre la Curia vescovile

Sarà possibile accedere solo su appuntamenti

Si informano gli utenti che gli uffici saranno aperti al pubblico il solo mercoledì mattina a partire da mercoledì 20 maggio 2020 solo su appuntamento.

Per appuntamenti scrivere a appuntamenti@diocesipistoia.it o chiamare lo 0573 359633 per l’Ufficio amministrativo o lo 0573 359625 per la Cancelleria e l’Ufficio matrimoni.

(la Curia)




Covid-19: Indicazioni in vista delle messe con il popolo

La gioia del vescovo, il messaggio Cet e le indicazioni da seguire

«Gioia grande per la possibilità di riprendere la celebrazione». Quasi «un nuovo inizio» per il vescovo di Pistoia Fausto Tardelli, «una vera ripresa che ci permette di capire il valore fondamentale di alcuni aspetti della nostra fede». Da lunedì 18 maggio infatti,  sarà di nuovo possibile celebrare l’eucarestia con la presenza del popolo, ma con le dovute cautele ed evitando assembramenti. I limiti imposti alle celebrazioni rappresentano d’altra parte — aggiunge Tardelli — «una vera sofferenza che però accettiamo per senso di responsabilità».

Il vescovo invita a leggere e a riflettere sul messaggio che i vescovi delle chiese di Toscana hanno lanciato per questo tempo che stiamo per iniziare. «È un messaggio – ricorda mons. Tardelli – che dà il senso di quello che stiamo vivendo, dello spirito con il quale dobbiamo affrontare questi giorni. Soprattutto è un invito alla speranza e a guardare con fiducia avanti».

«Pur nella condivisione del tanto dolore di questi tempi e di quello che ancora sarà e partecipi dei disagi di tutto il nostro popolo, scorgiamo però in questo tempo anche un grande invito del Signore, un’occasione di rinnovamento spirituale, di ripresa della vita delle nostre comunità; sicuramente anche di conversione al padrone della vigna che, da buon agricoltore, pota le nostre esistenze perché producano più frutto».

Accanto alla gioia per la possibilità di celebrare pubblicamente l’eucarestia la Diocesi è infatti consapevole della necessaria attenzione alla sicurezza di tutti per evitare la diffusione del contagio e garantire una serena partecipazione.

Il vescovo Tardelli ha indirizzato ai parroci delle puntuali indicazioni per garantire le misure approvate dalla conferenza episcopale italiana e dal Governo italiano nel “Protocollo circa le celebrazioni con il popolo” del 7 maggio 2020.

Ai fedeli è chiesta piena collaborazione e senso di responsabilità nell’applicare le seguenti misure per la tutela di tutti.

 

 

 




Tornano le messe con il popolo. La gioia e le indicazioni della CET

LETTERA DEI VESCOVI

DELLE CHIESE DELLA TOSCANA
ALLE LORO COMUNITÀ

IN OCCASIONE DELLA RIPRESA
DELLE CELEBRAZIONI CON IL POPOLO

Cari fratelli e sorelle,
è una grande gioia, per le nostre Chiese, poter tornare a vivere con il popolo le celebrazioni liturgiche, poter riprendere la condivisione, in forma comunitaria, della Mensa Eucaristica.

Come Vescovi toscani, rinnoviamo il nostro compiacimento per l’intesa raggiunta tra Stato e Chiesa nel Protocollo firmato giovedì 7 maggio, nello spirito di reciproca collaborazione per il bene del Paese espresso dalle norme concordatarie.

Abbiamo accettate di buon grado, per senso di responsabilità e animati dalla carità verso tutti, le restrizioni dolorose di questi mesi e che ancora in parte viviamo. Ora siamo lieti che si possa aprire una nuova stagione piena di speranza.

Mentre invitiamo le nostre comunità e ciascuno ad agire con responsabilità, adottando tutti gli accorgimenti necessari per mettere in atto, nelle diverse situazioni concrete, le misure indicate nel Protocollo, vogliamo definire anche l’orizzonte pastorale entro cui si colloca questa nuova fase, che vede, nell’ottica di una prudente ripresa della vita sociale, anche la possibilità di una più ampia partecipazione dei fedeli alla vita sacramentale, sebbene a precise necessarie condizioni. Ci ispira la certezza che l’attenzione a mettere in atto quanto è necessario per la salvaguardia della salute di tutti può andare di pari passo con una vita liturgica che permetta ai credenti di poter alimentare alle sorgenti della loro fede il loro contributo alla vita civile.

Invitiamo innanzitutto le comunità a mostrare – anche attraverso lo scrupoloso rispetto delle misure di sicurezza – quanto sia bello e importante poter tornare a celebrare insieme. Sarà un momento di letizia, e allo stesso tempo di vicinanza per chi ha sofferto, e soffre, per tutte le conseguenze che questa pandemia ha provocato e continua a provocare a livello sanitario, sociale, economico. Mentre riprendiamo con rinnovato slancio le celebrazioni dell’Eucaristia con il popolo, vogliamo dire che in esse continueranno a essere presenti, come lo sono stati finora, i malati; i defunti e le loro famiglie nel dolore; le persone che hanno vissuto ansia, solitudine, che si trovano in situazione di disagio o povertà; tutti coloro che si stanno spendendo per il bene comune, con particolare attenzione a medici, infermieri e altro personale sanitario, cui va una ribadita gratitudine per l’abnegazione e l’impegno professionale, nonché chi esercita responsabilità nella vita politica, amministrativa ed economica, perché, guidati dalla ricerca del bene comune, diano forma a una ripresa che non lasci indietro nessuno, famiglie, lavoratori, poveri.

Il Protocollo ci chiede, tra l’altro, che l’accesso agli spazi della celebrazione sia regolato da volontari e collaboratori: è un’opportunità che possiamo cogliere perché la presenza di queste persone serva non solo a garantire il rispetto delle misure di sicurezza, ma anche a mostrare lo spirito di gioiosa accoglienza con cui la comunità vive questo momento, sottolineando come tutti gli accorgimenti che sarà necessario tenere presenti durante la celebrazione sono nell’interesse e per il bene di tutti.

Ribadiamo l’importanza delle nostre chiese come luoghi deputati alla celebrazione liturgica, nelle quali già dal 18 maggio potremo celebrare la liturgia feriale.

Per le liturgie domenicali, potrà essere valutata, se necessario, la possibilità di utilizzare altri ambienti parrocchiali più vasti, oppure di individuare, in accordo con le autorità civili, spazi, anche all’aperto, in cui poter svolgere le celebrazioni in forma dignitosa.

Nell’invitare calorosamente tutti i fedeli a tornare a partecipare alla liturgia, ricordiamo anche che, come sempre, quanti per motivi di età o di salute sono dispensati dal precetto festivo potranno continuare a seguire le celebrazioni attraverso i mezzi di comunicazione, a cominciare dai normali canali televisivi.

Le nostre Chiese hanno fatto sentire, in questi mesi, la loro vicinanza attraverso un’intensa attività caritativa, che si è moltiplicata di fronte alle tante nuove situazioni di povertà e ha coinvolto numerosi volontari. Ma anche la vita spirituale e l’attività pastorale sono proseguite, attraverso nuovi strumenti e modalità.

Molte chiese sono sempre rimaste aperte per la preghiera personale, così come i nostri sacerdoti non hanno mai interrotto la celebrazione del culto a nome della Chiesa.

Anche quando hanno celebrato da soli o con pochissime persone, lo hanno fatto a nome di tutti, continuando a offrire per tutto il popolo il sacrificio di lode nel memoriale della passione e risurrezione del Signore.

Questo tempo difficile ci ha fatto riscoprire anche cose importanti, sulle quali sarà necessario ritornare con una riflessione più attenta.

C’è stata la scoperta di una ministerialità diffusa, la valorizzazione della famiglia come Chiesa domestica, in cui la vita di preghiera e l’ascolto della Parola di Dio hanno conosciuto una bella fioritura, la ricchezza spirituale della preghiera e della meditazione di ciascuno, in specie degli anziani. La Chiesa, nel suo insieme, non ha mai smesso in questi giorni di annunciare la buona notizia di Cristo Crocifisso e Risorto, facendo arrivare in tanti modi la sua voce.

Tutto questo non deve andare perduto, e dovrà aiutarci a ripensare per i prossimi mesi la vita ecclesiale. È fondamentale vedere in questa nuova fase della vita comunitaria, pur nel permanere dell’emergenza sanitaria, un’occasione di vero rinnovamento di tutta la vita cristiana.

Nella continuità di un cammino che mai si è interrotto – lo vogliamo sottolineare –

intendiamo cogliere in questo momento l’invito del Signore a compiere un passo ulteriore nella fedeltà al Vangelo, trovando modi nuovi di vivere come comunità, segnati da un desiderio di conversione autentica, da uno slancio di ritorno al Signore, con una fede arricchita anche dal sacrificio.

Sappiamo che il cammino verso una piena ripresa della vita delle nostre comunità dovrà essere graduale e progressivo: dovremo essere pronti, nei prossimi mesi, a individuare, in un proficuo dialogo con le autorità civili, le forme più idonee in cui poter riprendere anche tutte quelle attività educative e formative, rivolte in modo particolare a bambini, ragazzi e giovani, che costituiscono un prezioso servizio per tutta la società. È un’attesa viva tra noi, ma che potrà prendere forma solo in considerazione di come si svilupperà la diffusione della pandemia. L’attesa non deve tradursi in scelte affrettate, ma in paziente preparazione.

Dobbiamo essere consapevoli che per un tempo, che sarà ancora probabilmente lungo, dovremo adeguare la nostra vita alle limitazioni e alle modalità che questa emergenza ci impone, pur auspicando che tutti i momenti che caratterizzano la nostra esperienza di fede possano gradualmente aprirsi a una piena partecipazione.

In questo momento quello che più ci preme è ribadire il nostro essere profondamente lieti che le nostre comunità possano tornare a celebrare insieme l’Eucaristia, fonte e culmine della vita cristiana.

Un segno di questa gioia sarà la celebrazione che le Chiese di Toscana faranno della Messa Crismale il 30 maggio, vigilia della Pentecoste, la Messa in cui, con la benedizione degli Oli, vengono offerti ai credenti i segni dell’amore di Dio che fa nuova la nostra vita.

Un ultimo invito.

L’“Alto Comitato per la fratellanza umana”, composto da capi di diverse religioni, ha proposto ai credenti di tutte le religioni di vivere il prossimo 14 maggio una giornata di preghiera, digiuno e opere di carità, una comune condivisione degli spiriti per implorare Dio che aiuti l’umanità a superare questa pandemia. Il Papa ci chiede di aderire a questa giornata e noi vi esortiamo a farlo, con la fiducia che i credenti ripongono nella preghiera.

Vi salutiamo, in questo tempo di Pasqua, con l’antico annuncio: “Cristo è risorto. Cristo è davvero risorto!”. Lo Spirito del Risorto, che è gioia, pace e novità di vita, sia con tutti voi.

Firenze, 8 maggio 2020
I Vescovi delle Diocesi della Toscana




Giornata della Famiglia: testimone del Risorto tra i tuoi

Domenica 10 maggio si celebra a livello diocesano la festa della famiglia. Da qualche anno infatti la seconda domenica del mese di maggio è dedicata a questa realtà: quest’anno il tema che guida la riflessione segue l’indicazione del nostro Vescovo per tutta la diocesi “E di me sarete testimoni“, la Parrocchia ospitante sarebbe stata quella di Casalguidi. Quest’anno però…Il virus che ci sta bloccando negli spostamenti, nella partecipazione alla S. Messa, nel ritrovarsi insieme, non può e non deve fermare il desiderio di festeggiare il bene grande e bello che è la famiglia. Festeggiare nelle nostre case, piccole chiese domestiche.

Quindi invochiamo con ancora più forza lo Spirito Santo affinchè ci istruisca nella creatività di rendere lode a Dio per il nostro sposo, la nostra sposa, i nostri figli. Ringraziamo e lodiamo Dio perchè ha unito le nostre vite: è stato Lui a farci incontrare, è stato Lui che ci ha preparato all’incontro e ci ha aperto gli occhi allo stupore. Ringraziamo e lodiamo Dio perchè ci ha custodito sempre con una passione e premura costante e cammina ogni giorno con noi… è Lui che raddrizza le nostre piccole vie per renderle strade maestre fiorite di gioia. Anche nei momenti difficili? Sì, anche in quelli. Il nostro Signore vede, ci conduce, ci aiuta e ci dona quella misura di gioia che, spesso, straripa per la sua immensità dal nostro cuore. Ringraziamo Dio per i nostri figli: per quelli che ti fanno alzare alle quattro di notte e per quelli desiderati e non ancora nati. Di motivi per commuoversi dell’amore grande che ci è stato donato ce ne sono molti, le parole certamente non sono sufficienti ad esprimerlo. “Se l’amore tanto più è grande quanto più è semplice/ – scrive Karol Wojtyla – se il desiderio più semplice sta nella nostalgia/ allora non è strano che Dio voglia/ essere accolto dai semplici/ da quelli che hanno candido il cuore/ e per il loro amore non trovano le parole” (Canto del Dio nascosto).

Il tema di quest’anno vede la famiglia testimone di Gesù risorto. Quando si affronta questo tema, gli sposi spesso si trovano a rendere ragione della bellezza della vita matrimoniale ai figli in primo luogo, agli amici, al mondo, un annuncio “all’esterno”.

Annunciare con spirito di verità l’indossolubilità del matrimonio, l’intrinseca vocazione alla santità propria del nostro stato di vita, l’inviolabilità e la dignità della vita umana, specialmente quella dei più deboli. Davvero tante occasioni di testimonianza può avere la famiglia.

Eppure… la prima e principale testimonianza della famiglia è quella degli sposi fra di loro, cioè un annuncio “all’interno” della coppia: lo sposo e la sposa devono cercare di rendersi reciprocamente segno della presenza di Cristo.

Nella vita quotidiana, nei gesti semplici di ogni giorno e in quelli grandiosi che la coppia negli anni affronta. “…Perchè amare vuol dire donare la vita attraverso la morte, amare vuol dire sprigionare dalle profondità dell’anima l’acqua viva della sorgente, l’anima che brucia, arde senza fiamma, ma non riesce a ridursi in cenere.” (K. Wojtyla, La bottega dell’orefice).

Irene Ginanni, per l’ufficio pastorale con la famiglia

Preghiera per la giornata della Famiglia

Grazie, Signore,
perché ci hai dato l’amore
capace di cambiare
la sostanza delle cose.
Quando un uomo e una donna
diventano uno nel matrimonio
non appaiono più come creature terrestri
ma sono l’immagine stessa di Dio.
Così uniti non hanno paura di niente.
Con la concordia, l’amore e la pace
l’uomo e la donna sono padroni
di tutte le bellezze del mondo.
Possono vivere tranquilli,
protetti dal bene che si vogliono
secondo quanto Dio ha stabilito.
Grazie, Signore,
per l’amore che ci hai regalato

(San Giovanni Crisostomo)

 

 




Incontro al Risorto nella V domenica di Pasqua

Nuove schede interattive per la catechesi, la preghiera personale e in famiglia

Cari catechisti, famiglie e ragazzi,

Scopriamo che Gesù risorto è accanto a noi e ci possiamo parlare e anche lui parla al nostro cuore.

Questa domenica leggiamo dal vangelo di Giovanni un dialogo che Gesù instaura con i suoi discepoli sul futuro. E’ vicino alla morte e cerca di
prepararli: non sia turbato il vostro cuore.. vado a prepararvi un posto… I discepoli non capiscono quello che Gesù intende dire.
Vogliono sapere .. e soprattutto vogliono andare con lui.

Gesù allora dice due cose molto importanti...scopriamole insieme!

Scarica il materiale che abbiamo reso a disposizione per questa Quinta domenica di Pasqua!

Scarica e diffondi le schede per questa domenica disponibili sulla pagina dell’Ufficio o qui sotto.

Suor Giovanna Cheli, per l’Ufficio Catechistico

V Domenica di Pasqua
5 domenica di Pasqua  (D’)istanti vicini n. 6
5 domenica di Pasqua – anno A – 2020 UCD Pistoia(Testo per Bambini)
5 domenica di Pasqua  – anno A – 2020 UCD Pistoia (preghiera personale)
5 domenica di Pasqua-Anno A – 2020 UCD Pistoia (preghiera in famiglia)




«È più forte della morte, l’amore»: leggiamo insieme il Cantico dei Cantici

Una serie di incontri in videoconferenza per scoprire l’inesauribile ricchezza del libro biblico. Guiderà gli incontri la professoressa Edi Natali

Beato chi comprende e canta i cantici della Sacra Scrittura, ma ben più beato chi canta e comprende il Cantico dei Cantici». Commentando il Cantico Origene esalta la bellezza di questo piccolo libro biblico aprendo la strada a una interpretazione allegorica che ha avuto una straordinaria fortuna. Nei versetti del Cantico, una vera e propria raccolta di componimenti a tema amoroso, la tradizione cristiana ha individuato immagini e riferimenti legati alla Vergine Maria.

Sarà possibile scoprirli e lasciarsi stupire dalle pagine del Cantico insieme alla prof.ssa Edi Natali, della scuola diocesana di teologia.

Gli incontri si svolgeranno nei seguenti martedì: 12, 19, 26 maggio alle 21. Sarà possibile partecipare attraverso la piattaforma per videoconferenze “GoToMeeting”. Le indicazioni e il link per partecipare alla videoconferenza collegandosi al seguente link e seguendo le istruzioni: https://global.gotomeeting.com/join/154650037.

Per chi volesse iscriversi occorre inserire la mail di Edi Natali: edinatali@gmail.com.

Si può accedere anche tramite telefono. Scarica subito l’app e preparati all’inizio della tua prima riunione su: https://global.gotomeeting.com/install.

 




Rinviato il Sinodo diocesano

Slitta il Sinodo diocesano. Lo ha anticipato il vescovo Tardelli al clero pistoiese in occasione della consueta assemblea mensile, realizzata per la prima volta in videoconferenza. L’emergenza dettata dal coronavirus ha inevitabilmente compromesso anche la preparazione del Sinodo. L’appuntamento era infatti previsto per il gennaio–febbraio 2021. Vista la situazione non è possibile – al momento – dare ulteriori indicazioni circa le date del rinvio. L’emergenza Covid– 19 inciderà probabilmente anche sul tema del Sinodo stesso che potrà tenere conto della presente situazione pastorale.

Alla fine del mese di aprile era fissato il termine per inviare le sintesi delle riflessioni emerse negli incontri in parrocchia. Quanti li avessero svolti potranno comunque inviarli al seguente indirizzo: vicariopastorale@diocesipistoia.it.

«Ad oggi — ha aggiunto il vescovo nella stessa occasione — resta in vigore l’idea di mantenere la celebrazione dell’anno santo iacobeo». L’anno giubilare potrà essere proposto, con ancora più evidenza, nella propria dimensione spirituale «come un anno da consacrare al Signore, di intensa preghiera e conversione»

«da La Vita del 3 maggio 2020»




Fase 2: Un decalogo per la celebrazione delle esequie

Novità per i funerali. Dalla trattativa con la CEI indicazioni verso la riapertura ai fedeli delle celebrazioni

In un comunicato del 30 aprile u.s. la Conferenza episcopale italiana ha reso noto un accordo con il Governo circa la possibilità di celebrare le esequie con un numero più ampio di fedeli anche nella celebrazione eucaristica.

«Nel confronto con le Istituzioni governative e il Comitato Tecnico-Scientifico, – si legge nel comunicato – la Segreteria Generale sta affrontando le condizioni con le quali, gradualmente, riprendere le celebrazioni con il popolo e le attività pastorali. Nello specifico delle celebrazioni delle esequie, a complemento del testo del Ministero dell’Interno inviato questa mattina, vengono di seguito indicate alcune misure – già condivise – cui ottemperare con cura, nel rispetto della normativa sanitaria e delle misure di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2».

A seguito delle ultime disposizioni governative è dunque possibile tornare a celebrare le esequie in tutta la loro interezza, comprensiva della celebrazione eucaristica. È però assolutamente necessario, a causa della pandemia ancora in corso, assumere atteggiamenti responsabili e osservare le indicazioni seguenti messe a punto dalla diocesi di Pistoia sulla base di quelle della Cei.

(1) Alla celebrazione esequiale possono partecipare i congiunti del defunto, fino a un massimo di 15 persone.

(2) È vietato accedere alla chiesa e partecipare alle celebrazioni esequiali se sono presenti sintomi di influenza o vi è stato contatto con persone positive a Sars–Cov–2 nei giorni precedenti.

(3) Prima dell’accesso in chiesa (ma anche in caso di celebrazioni all’aperto), è obbligatoria la misurazione della temperatura corporea. È vietato l’accesso a chi risulti avere una temperatura corporea superiore ai 37,5°c.

(4) All’entrata in chiesa le persone dovranno igienizzarsi le mani con il gel messo a disposizione all’ingresso.

(5) Ogni persona dovrà indossare la mascherina durante tutto il tempo della celebrazione.

(6) L’ingresso come l’uscita dalla chiesa vanno svolti uno alla volta, mantenendo la distanza di 1.80 m, mai in gruppo.

(7) Le persone si dispongano a distanza di almeno di 1,80 m.

(8) Sia evitato il contatto fisico e lo scambio del segno della pace.

(9) Per ricevere la comunione i fedeli restino fermi al proprio posto: saranno raggiunti dal celebrante. Allunghino dunque le braccia per ricevere l’Eucarestia. Solo allora sarà possibile togliersi la mascherina.

(10) Una volta terminato il funerale, non si accompagna al cimitero il feretro e non si svolge alcuna celebrazione al cimitero se si sono fatte le esequie in chiesa. I partecipanti dovranno allontanarsi evitando assembramenti.

Materiale:

manifesto covid funerali

Decalogo Covid FB