Un diacono per la montagna

Marco Petrini affiancherà don Sergio Agostini nelle parrocchie della Montagna, tra Cutigliano e Abetone andando ad abitare presso la canonica di Pian degli Ontani

Marco Petrini svolge il proprio servizio diaconale in montagna da diversi anni. Sabato scorso, 11 maggio, in occasione della visita pastorale, è stato ufficialmente presentato da Mons. Tardelli alla comunità di Pian degli Ontani, dove andrà a risiedere con la famiglia. Il diacono Petrini affiancherà don Sergio Agostini, parroco di Cutigliano, Pian degli Ontani, il Melo, Rivoreta, Pianosinatico e Abetone. A Marco Petrini abbiamo rivolto alcune domande per conoscere meglio il servizio che svolgerà in parrocchia e nelle altre comunità della Montagna.

Da diversi anni svolgi servizio sulla montagna pistoiese, ma come è nata la decisione di trasferirti in montagna a Pian degli Ontani?

A suo tempo il vescovo Mansueto mi aveva inviato in montagna a fare servizio presso don Napoleone Toccafondi a Spignana e Lizzano, poi però, il mio lavoro si è allargato in tutte le parrocchie del vicariato in accordo con il vicario zonale don Cipriano Farcas. Di conseguenza Mons. Bianchi mi affidò l’incarico di svolgere il servizio da diacono in aiuto ai parroci dell’intero vicariato della montagna. Poiché don Sergio Agostini era, e continua ad essere, parroco di sei parrocchie – senza contare i diversi oratori- il vescovo Tardelli mi ha chiesto di prestare servizio in collaborazione con lui. Questo è quello che faccio oggi, anche se certamente sono sempre disponibile a sostituire altri sacerdoti o ministri in caso di assenza. Con il mio servizio è emersa la possibilità (e il bisogno) di avere una canonica in cui abitare per non dover andare e venire da Pistoia ogni volta. Così con il vescovo abbiamo individuato la canonica di Pian degli Ontani. Una casa che in questi mesi, pur con diversi lavori, ha ripreso vita.

In cosa consisterà il tuo impegno?

Il mio impegno sarà quello di allentare la pressione di don Sergio nelle celebrazioni domenicali, poi mi dedicherò a incontri di Vangelo e di catechesi, che in montagna vengono fatti prevalentemente d’estate, quando c’è più possibilità di uscire. Anche quest’anno ho intenzione di cominciarli con il mese di giugno.
C’è poi il desiderio di animare la comunità di Pian degli Ontani, magari attraverso il coinvolgimento dei giovani, cercando di riavvicinare loro e le famiglie alla vita della chiesa. Pian degli Ontani è già un paese disponibile e partecipe; qui è molto sentita la vita della parrocchia, ma certamente la mia presenza potrebbe riattivare un po’ la disponibilità.

Dopo tanti anni in montagna conosci ormai luci e ombre della vita cristiana in questo territorio…

Luci e ombre ci sono come da tutte le parti. Le luci sono primariamente rappresentate da comunità montane sincere, in cui il contatto umano è molto più presente e vivo; le ombre sono soprattutto le assenze dei giovani che per motivi logistici se ne vanno mentre la popolazione invecchia sempre di più. Certamente c’è molto lavoro da fare con la visita ai malati, ma tante iniziative sono assai difficili. È mancato il ricambio generazionale che fino a qualche anno fa ancora si registrava. Se si riavvicinano i giovani certamente sarà possibile dare futuro alla montagna…

Come pensi di portare avanti il tuo lavoro sulla base delle indicazioni suggerite dal Vescovo nella lettera pastorale per l’anno della Comunità?

Direi che sono necessarie integrazioni fra diverse comunità. Penso che ci sia molto da lavorare in questo senso. Come ricorda il vescovo in occasione della visita pastorale si può sintetizzare così: il campanile sì, se inteso come segno di identità di cultura e tradizione da tutelare, il campanilismo no, se inteso come malattia, atteggiamento da superare. Si potrebbe cogliere, per esempio, la possibilità di fare degli incontri per riunire tutti i ragazzi che fanno catechismo per una giornata insieme, per una gita, per farli sentire uniti tra loro. Altrimenti si rischia la frammentazione e la minimizzazione delle presenze. Credo che questo trovarsi insieme possa essere un segnale importante. Creare collaborazioni tra realtà parrocchiali mi sembra la via che potrebbe dare frutti. Cercherò di portare avanti questa idea.

C’è un messaggio che vuoi rivolgere alle tue nuove comunità?

Il messaggio, che ho avuto modo di pronunciare sabato scorso, in occasione della mia presentazione da parte del vescovo alla comunità di Pian degli Ontani, è quello della sincerità. Sono diacono, ma in primo luogo sono un uomo, con i miei limiti. Se c’è qualcosa che non va, se ci sono sbagli, o errori, gradirei la sincerità di sentirmelo dire in faccia. Cerco e cercherò di essere “diacono” a servizio di tutti, ma ho i miei limiti e condivido la fatica di vivere come tutti. Mi sento di aggiungere che la figura di un diacono con famiglia residente in parrocchia è comunque segno di una chiesa che si rinnova, esce dagli schemi che per secoli l’hanno contraddistinta, ma che adesso chiedono di essere cambiati. Chiaramente ci vorrà tanta umiltà e buona volontà.

E sua moglie come vive questa scelta?

Mia moglie ha accolto in modo positivo. Da principio Pian degli Ontani ci sembrava assai lontano, ed è stato un po’ come un salto nel buio. Ma adesso siamo convinti; andremo avanti giorno per giorno, io e la mia famiglia.

Daniela Raspollini




Pellegrinaggio diocesano a Montenero: le parole del vescovo

Un migliaio di pellegrini ha raggiunto Montenero per il pellegrinaggio diocesano. Nelle parole del vescovo Tardelli il ringraziamento e l’affidamento alla Vergine, ma anche i propositi per il cammino della Chiesa di Pistoia

Larga partecipazione di fedeli per il pellegrinaggio Diocesano a Montenero: sedici i pullman partiti da Pistoia per la festa della Madonna delle Grazie di Montenero, patrona della Toscana. Quest’anno, infatti, la Diocesi era chiamata a portare in omaggio l’olio per la lampada che arde davanti alla venerata e antica immagine del Santuario, consegnato a turno ogni anno dalle singole chiese toscane.

Il vescovo Tardelli, insieme ad alcuni gruppi di pellegrini, è arrivato la mattina per un momento di preghiera e meditazione sulla Vergine Maria curato da P. Antoine Emmanuel della Fraternità Monastica di Gerusalemme di Firenze. Nel primo pomeriggio sono poi arrivati la maggior parte dei fedeli provenienti da numerose parrocchie della Diocesi, accompagnati da alcuni rappresentanti delle amministrazioni locali, da alcune sezioni della Misericordia, dall’Unitalsi ed altre associazioni di volontariato. Tutti i pellegrini si sono dati appuntamento al parcheggio degli autobus per muoversi verso il Santuario pregando il Santo Rosario.

Viste le incerte condizioni meteorologiche il programma si è svolto interamente all’interno del Santuario, dove l’aula della chiesa si è presto rivelata incapace di contenere tutti i fedeli, in parte assiepati nell’atrio e nei corridoi laterali.
Ha così preso il via la liturgia penitenziale battesimale, celebrata in un clima generalmente raccolto e sinceramente partecipe.

Il pellegrinaggio è culminato nella Santa Messa, presieduta dal vescovo e concelebrata da oltre una trentina di presbiteri della Diocesi di Pistoia. Al termine si è svolta una piccola cerimonia per la consegna dell’olio della lampada. Lo stesso vescovo Tardelli ha versato un fiasco d’olio presentato dalla diocesi nella lampada collocata ai piedi dell’altare. Per tutto l’anno sarà rifornita con l’olio offerto dalla nostra chiesa di Pistoia; segno di una devozione popolare vivace e radicata, ma soprattutto gesto di venerazione e affidamento dell’intera diocesi alla Madonna delle grazie.

Proponiamo di seguito l’omelia pronunciata dal vescovo Tardelli durante la santa messa.

 
Credo carissimi amici, fratelli e sorelle, che dobbiamo ringraziare Dio, Maria Santissima che ci ha convocati, in questa bella occasione, che ci fa tutti uniti nella sua memoria, tutti uniti come popolo santo di Dio, come Chiesa di Pistoia che si è mossa per venire qui. Quello che dice la Scrittura nel libro dell’Apocalisse (“Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c’era più. Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo”, Ap 21,1-2) si realizza qui, nonostante l’incertezza dei nostri passi, nonostante i nostri limiti e difetti: possiamo dire che siamo una città santa, adornata come una sposa, siamo veramente un cielo nuovo e una terra nuova. Lo vediamo qui in questa assemblea, per sentirci una cosa sola: il vescovo, i presbiteri, i religiosi e le religiose, il santo popolo di Dio…; sì, siamo davvero una città santa, un cielo nuovo e una città nuova. Intanto qui oggi sentiamo la vicinanza dei santi, sentiamo Maria tra noi, ci sentiamo già popolo di Dio. Vogliamo riconoscere la grande misericordia di Dio che continua ad avere fiducia in noi.
 
Pensate che c’è stata un’avanguardia nel nostro pellegrinaggio: sono stati qua i giovani e, come è giusto che sia, i giovani hanno fatto da apripista. Devono essere così anche nella nostra Chiesa di Pistoia: gli apripista per osare nelle strade del mondo una testimonianza nuova, di amore e speranza.
 
Siamo qui, oltre che per rendere grazie, ai piedi di Maria per presentare tutte le nostre fragilità, tutte le nostre debolezze. Ognuno di noi porta tutte le sue sofferenze, il volto di un parente di un amico che soffre, qualcuno che è nel buio, nella solitudine nella disperazione. Ecco, noi siamo qui ai piedi di Maria a chiedere e supplicare il suo materno aiuto, presentando tutte le nostre ansie, tutte le nostre preoccupazioni, i nostri lutti, le nostre malattie.. Presentiamo a Maria questo mondo, triste tante volte, vogliamo supplicarla perché sia madre, vogliamo supplicarla per i nostri fratelli perseguitati. Con umiltà con semplicità, vogliamo presentare tutte le nostre domande. Ognuno presenti a Maria quello che sente. Maria ama essere interrogata, ama che ci intratteniamo con lei come una madre. Ha a cuore -lo abbiamo sentito nel Vangelo (il Vangelo delle nozze di Cana, ndr)- che non manchi il vino della gioia. Chiediamo che non manchi mai nella nostra vita il vino vero della gioia, dell’allegria.
 
Abbiamo chiesto a Maria che ci aiuti ad avere intenzioni buone e a metterle in pratica. Vogliamo deporre ai piedi di Maria i nostri propositi come Chiesa di Pistoia. Quali sono le nostre intenzioni i nostri propositi?
 
Innanzitutto vogliamo proporci che vogliamo essere una Chiesa che mette in pratica la parola di Dio.
Vogliamo essere una Chiesa che fa la volontà di Dio, che si sforza di compiere e mettere in pratica la parola di Dio. Sappiamo di essere deboli, però noi vogliamo riproporre questo proposito. Vogliamo essere una Chiesa che ascolta la Parola di Dio e non sta a sentire altre voci che non sono quelle del Signore. Fare sempre la volontà di Dio, facendo proprie le parole di Maria: “avvenga in me secondo la tua parola”.
 
Vogliamo mettere ai piedi di Maria anche un altro proposito: quello di voler prendere Gesù.
Lei Gesù l’ha potato in grembo, gli ha dato la sua carne, lo ha generato, lo ha custodito e allevato. Questo amore a Gesù, questa dedizione a Gesù sia anche quella delle nostre parrocchie e della nostra vita. Vogliamo che Gesù nasca nelle nostre case, nelle nostre parrocchie, nasca nelle nostre realtà di vita. Vogliamo generare Gesù. Vogliamo crescere nell’amore di Gesù. Quanto ha amato e quanto ama Maria Gesù. Quel Gesù per cui ha vissuto vogliamo che sia il Gesù della nostra vita. Discepoli amati di quel Gesù Cristo che è il nostro salvatore.
 
Infine, ai piedi di Maria, vogliamo fare il proposito di visitare. Visitare come ha fatto lei Elisabetta.
Vogliamo fare il proposito di visitare anche noi gli altri, Vogliamo muoverci, perché quelli che magari sono lontani li possiamo visitare. Vogliamo essere Chiesa che visita chi è nella sofferenza, chi è nel dolore; che si fa compagna di strada a chi è nel dolore, nella miseria, a chi viene da lontano. Siamo chiamati a visitare nell’amore chiunque. Vogliamo proporci di visitare chi ci sta accanto.
 
Ecco carissimi, davvero una bella giornata. Ringraziamo di cuore il Signore che ci fa sperimentare di essere popolo santo di Dio e ci fa già partecipi della gloria santa del Cielo. Proponiamoci sempre di fare sempre la volontà di Dio, di fare spazio a Gesù per generare Gesù, di visitare e fare spazio al nostro prossimo.



Giovanissimi: una giornata “insieme”!

In arrivo la prima giornata diocesana di condivisione e preghiera per i ragazzi tra i 14 e i 18 anni

Domenica 2 giugno è prevista una giornata di incontro e festa per tutti i giovanissimi della Diocesi.

La giornata, organizzata dall’ufficio di Pastorale Giovanile diocesano, è una bella occasione di incontro e condivisione dedicata a tutti i ragazzi del dopoCresima e agli animatori degli oratori fino ai 18 anni.

La giornata prevede il ritrovo alle ore 15.00 nello spazio sul retro della chiesa di San Bartolomeo a Pistoia (la conclusione è prevista per le 18/18.30). Ci saranno giochi a squadre, la preghiera col vescovo e la merenda insieme. Sarà un’occasione per imparare a conoscersi e a condividere tra gruppi.

L’animazione della giornata seguirà la tematica indicata dal sussidio per gli oratori “Che gusto c’è?” (La fabbrica di cioccolato) che aiuterà i presenti a comprendere l’importanza della parola “insieme”.

Per la buona riuscita della giornata parrocchie e gruppi sono invitati a comunicare entro domenica 26 maggio, il numero approssimativo di partecipanti attraverso una mail all’indirizzo della pg diocesana: pastoralegiovanile@diocesipistoia.it ; oppure contattando padre Simone (cell. 339 2909086).

Non mancate!




Premiato il “coraggio di amare”: una bella storia di aiuto alla vita

È andato a TV Libera il premio nazionale per il concorso annuale FISC “8×1000 senza frontiere”. Il video vincitore, a cura di Paola Bardelli e Andrea Palumbo, racconta una bella e toccante storia di maternità.

Andrea Palumbo, videomaker da anni attivo a TV Libera Pistoia, ci presenta la storia e le sue impressioni su questo lavoro.

Com’è nata l’idea di partecipare a questo concorso nazionale?

L’idea è nata da un invito, ma appena abbiamo deciso di partecipare ci è venuto in mente di fare qualcosa su un tema forse un po’ dimenticato rispetto a questioni più presenti sui mezzi di comunicazione. Il tema della vita ci è sembrato più in secondo piano e così abbiamo seguito questa pista.

Quali sono state le tue impressioni nell’ascoltare e filmare questa storia? Cosa ti ha colpito di più?

La cosa che mi ha toccato di più è stato il fatto che “Maria” avesse superato un momento difficile proprio dopo il parto. Un parto avvenuto ad un’età importante, in un momento familiare complicato che chiedeva di mettere davvero in discussione ogni cosa. Eppure questa nuova nascita è stata una svolta. Ciò che mi ha colpito è stata la forza di questa famiglia, che ha vissuto la sfida, diventando “più famiglia”.

Qual è stata la cosa più difficile nel realizzare il video?

Indubbiamente la cosa più difficile è stata proprio far raccontare questa storia alla mamma. Un conto era parlare con lei a quattrocchi, un conto farle dire quanto detto in privato davanti alla telecamera pur senza inquadrarle il volto per tutelare la sua privacy.

Realizzare filmati è il tuo lavoro quotidiano. Hai sperimentato qualcosa di nuovo nel realizzare questo video?

Per me è stato nuovo l’approccio verso un problema così delicato. Ho compreso come il tema della vita rimanga comunque al centro, sia davvero più che attuale. Ascoltare le storie di persone che si sono trovate nella situazione di dover scegliere -e forse di aver già scelto- ma che hanno poi trovato il coraggio di cambiare, beh, questo mi ha toccato parecchio..

Conoscevi il servizio offerto del movimento per la vita?

No, non conoscevo l’impegno del movimento per la vita. Ho trovato donne coraggiose che con tanto impegno e poveri mezzi sono in grado di fare del bene a tante persone. Da loro ho conosciuto storie di successi, ma anche di fallimenti: non con tutti riescono, però, con tanto impegno continuano ad andare avanti.

L’obiettivo del video, secondo il concorso, era quello di far conoscere le finalità dell’8×1000..

Alla fine quando uno parla di 8×1000 pensa sempre ai fondi destinati ad aggiustare le chiese, a quelli per le missioni e a quelli per la carità; eppure anche quel poco che viene destinato a questi centri diventa fondamentale. Credo che sia importante far vedere questi piccoli frammenti di bene. Francamente non credevo che contribuisse anche a questo. A fronte di problemi più grandi il contributo dell’8×1000 riesce comunque a fare molto anche con piccole cose.

Dove è possibile vedere il tuo lavoro?

Il video è stato mandato in onda su TVL, ma è possibile vederlo anche online sul canale Youtube di TVL.

A chi vorresti farlo vedere?

A me piacerebbe che lo vedessero tutti quelli che hanno deciso di non portare avanti una gravidanza; come se si trovassero a parlare con una donna che ha scelto il sì. E poi forse, sarebbe bello farlo vedere al figlio che nasce, magari quando è più grande.

Che cosa avete vinto?

Dal bando dovremmo aver vinto un contributo economico, ma anche un viaggio …lavorativo. Ci porteranno, me e Paola Bardelli, in una missione sostenuta dall’8×1000 impegnandoci a realizzare un reportage.

Vuoi ringraziare qualcuno?

Ringrazio la Diocesi che mi ha aiutato a individuare le persone giuste. Ma in primo luogo mi sento di ringraziare soprattutto chi ci ha concesso l’intervista. Per lei è stata l’opportunità di dare una mano ad altre donne. Si è sentita aiutata e desiderosa di aiutarne altre.

Daniela Raspollini

Raccontati nel video di TVL i frutti più belli dell’8×1000

La Federazione italiana settimanali cattolici (FISC) ha presentato recentemente i vincitori del concorso annuale 8×1000 senza frontiere. Il concorso intende contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica.

Finora l’8xmille nelle diocesi italiane e nei Paesi in via di sviluppo ha permesso di mettere in campo volontari, risorse e servizi per oltre 25.000 interventi. Ad essere raggiunti sono milioni di persone, alle quali è stato possibile ridonare fiducia e speranza. Per la sezione video il premio è andato a TV Libera di Pistoia con il filmato di Paola Bardelli e Andrea Palumbo dal titolo “Il coraggio di amare”.

«Per Maria il Natale non sarebbe stato più lo stesso – si legge nella presentazione che accompagna il video- se avesse dato ascolto alla disperazione che le aveva portato la scoperta della quarta gravidanza: il momento economico difficile, il marito che non ne voleva sapere, gli altri figli già grandi. L’incontro con le volontarie del Centro di Aiuto alla Vita porterà alla svolta: a quell’appuntamento già preso per l’interruzione volontaria della gravidanza, Maria non si presenta e si fida delle promesse di aiuto delle volontarie e il suo coraggio è stato ripagato. La sua bella famiglia oggi è più unita che mai e adesso l’obiettivo di Maria è poter aiutare altre donne a trovare il coraggio di amare».

Nel video si racconta anche l’impegno del Centro di Aiuto alla vita di Quarrata, presente in diocesi da anni e che,  anche in questo caso, grazie all’aiuto dell’8×1000 ha potuto far fronte a situazioni  difficili. Un servizio svolto «con pudore, senza clamore, ma che le volontarie del Centro di Aiuto alla vita sentono anche il bisogno di raccontare perché possa essere di aiuto a chi vive una maternità difficile».

Centro di Aiuto alla vita di Quarrata
Gravidanza inattesa? Un aiuto gratuito e tanta amicizia…
cell. 329 8031903 – 0573 775959 – Orario di ricevimento il lunedì pomeriggio dalle ore 15 alle 18.




Pellegrinaggio a Montenero: informazioni utili e libretto

Ormai prossimi al pellegrinaggio diocesano a Montenero, al quale si prevede una buona affluenza di pellegrini, rendiamo disponibili alcune informazioni utili per i presbiteri e diaconi e il libretto per le preghiere e la liturgia del pellegrinaggio (formato pdf).

I presbiteri e diaconi che parteciperanno  al pellegrinaggio diocesano sono invitati a portare camice e stola bianca.
Il servizio diaconale durante la celebrazione eucaristica sarà svolto dai diaconi Raffaello Pratesi e don Eusebiu Farcas.
All’arrivo presso il piazzale dei pullman vi saranno degli incaricati che distribuiranno i libretti per la partecipazione alle celebrazioni liturgiche e per il canto.
Buona preparazione e buon pellegrinaggio!

Libretto pellegrinaggio pdf

Programma

Ogni Parrocchia è invitata a partecipare al pellegrinaggio per portare questo omaggio di venerazione e affidamento alla Santa Vergine. Ci sono due possibilità di partecipazione: una tutto il giorno, un’altra solo il pomeriggio.

La prima prevede:

ore 9.30: arrivo al mattino
ore 10.00: nella sala san G. Gualberto: canto delle Lodi e catechesi di P. Antoine Emmanuel (Fraternità Monastica di Gerusalemme) “Affidiamoci a Maria per divenire comunità fraterne e missionarie”. A seguire: tempo di silenzio personale e confessioni.
ore 12.30: ora media. A seguire pranzo a sacco nelle sale predisposte o in ristorante.

La seconda possibilità prevede:

arrivo per le 14.45 nel piazzale dei pullman.

PER TUTTI:

ore 15.00: inizio della processione verso il Santuario pregando il Rosario guidato dal Vescovo.
ore 15.30: Al santuario saluto ai convenuti da parte del priore della comunità monastica custode del Santuario.
Liturgia penitenziale-battesimale guidata dal Vescovo Fausto Tardelli
Tempo per la confessione
ore 17.00Solenne liturgia Eucaristica e offerta dell’olio.




Davide e Mical nel libro di Samuele. Pubblicato il lavoro di dottorato di don Cristiano d’Angelo

È stata pubblicato in questi giorni il lavoro di dottorato di don Cristiano d’Angelo, parroco di Bonistallo, Vicario Episcopale per la Pastorale e docente di Sacra Scrittura presso la Facoltà Teologica dell’Italia centrale. Qui don Cristiano ha conseguito il Dottorato in Teologia, “summa cum laude” nel marzo 2017. Oggi, con la pubblicazione della sua tesi ottiene pienamente il titolo di dottorato in qualità di “doctor creatus”.

Il suo lavoro, dato alle stampe per la casa editrice “La Cittadella” nella collana Studi e ricerche Sezione Biblica è intitolato: Davide e Mical. (ISBN 9788830816886) Prezzo euro 19.90.

La prima parte del libro si propone si indagare come si è formato il libro di Samuele, cercando di riconoscere nel testo attuale i segnali delle versioni precedenti. Il Libro di Samuele è infatti il frutto di un’opera di scrittura che va dall’VIII secolo fino all’epoca ellenistica.

La seconda parte riguarda in particolare le storie di Davide che lo mettono in relazione con le figlie di Saul, e soprattutto di Mical che diventò sua moglie; un testo attuale dal punto di vista narrativo e letterario. Lo studio infatti, si sofferma nel ripercorrere la storia di una donna che si innamora ma che il padre usa come una pedina per attirare Davide a corte ed eliminarlo. Usata dallo stesso Davide per acquisire il diritto al trono, Mical salverà anche la vita alla sposo, ma varie traversie allontaneranno sempre di più i due. Resta celebre, ed esempio, l’episodio in cui Mical arriva a disprezzare Davide che balla semi nudo davanti all’arca dell’alleanza. La storia di Mical è dunque il racconto di una trasformazione: dall’obbedienza al padre alla disobbedienza, dall’amore per Davide al disprezzo.

In conclusione si arriva a comprendere come la redazione finale del testo proponga una critica aspra e disincantata della monarchia e del potere.

Don Cristiano è collaboratore di diverse riviste: Vivens Homo, Parole di Vita, Parola spirito e vita. Tra le sue pubblicazioni: Il libro di Rut. Commento teologico e letterario (2004); L’amore del trafitto (2007); Non è per caso. Sussidio per la catechesi con i fidanzati (2008).

 




Caritas Pistoia: novità nei servizi

Con il mese di maggio è in piena funzione la Cittadella della Carità del Tempio

Con il mese di Maggio è cambiata l’organizzazione di Caritas Pistoia. Come previsto, dopo l’inaugurazione dell’Hospitium “Mansueto Bianchi” nel Luglio 2018, la Caritas ha lavorato per riportare nei locali del Tempio gli uffici e i servizi di ascolto alle persone.

Dal 6 Maggio, quindi, è in piena funzione la Cittadella della Carità del Tempio.
La Cittadella comprende la mensa “don Siro Butelli”, il Centro di Ascolto Diocesano, l’Hospitium “Mansueto Bianchi”. La mensa è aperta tutti i giorni dell’anno, sia a pranzo che a cena, mentre l’Hospitium attualmente accoglie 12 persone.
A breve distanza, nei locali della Parrocchia di San Bartolomeo, in via del Bottaccio 19, si trova poi il Centro Mimmo per la distribuzione del vestiario.
L’intento di questa riorganizzazione generale è di offrire alle persone in difficoltà una risposta sempre più organizzata e meno burocratica, più vicina ai bisogni della gente e, certamente, in collaborazione con i Servizi del Territorio.

Riportiamo di seguito le nuove modalità di accesso ai nostri servizi di Ascolto:

Il Centro di Ascolto (via San Pietro, 36) è aperto dalle 9 alle 12 per :
– prenotare appuntamenti
– ricevere informazioni
– lasciare bollette autorizzate al pagamento
– lasciare documentazione richiesta (ad es. ISEE…)
– ritirare ricevute delle bollette pagate

Il mercoledì è riservato al Centro di Ascolto per Rom Sinti e Camminanti. Si accede senza appuntamento, dalle 9 alle 12.

Il sabato è riservato al Centro di Ascolto Orientamento Legale. Si accede solo su appuntamento.

Per prenotare un appuntamento:
– per il Centro di Ascolto o il Centro di Ascolto Orientamento legale: telefonare allo 0573 768685 oppure presentarsi di persona negli orari di apertura del CDA.
– per il Centro Mimmo: presentarsi di persona, preferibilmente il lunedì e il venerdì, dalle 9 alle 12 presso il Centro di Ascolto. Non si accettano prenotazioni telefoniche o per altre persone.

Per accedere all’Hospitium “Mansueto Bianchi”, presentarsi il martedì mattina presso il Centro di Ascolto Diocesano dalle 9 alle 12 o, in emergenza, tenere come riferimento la mensa “don Siro Butelli” e chiedere agli operatori, dal lunedì al venerdì dalle 18 alle 19.30.

Presso il Seminario di via Puccini restano soltanto la Direzione e la segreteria amministrativa.




Un giorno da ricordare a lungo, nel segno di Leonardo da Vinci

A 500 anni dalla morte del genio rinascimentale il vescovo Tardelli ha celebrato una messa di suffragio nella chiesa di Santa Croce a Vinci. L’occasione per visitare i luoghi natali di Leonardo e ricordare il suo profilo umano e spirituale.

Il 2 maggio del 1519 Leonardo da Vinci lasciava la vita terrena in terra di Francia, nel castello di Cloux (oggi Clos Lucé) presso la residenza reale di Amboise, dove era stato accolto con dignità regale e onori degni di un grandissimo da Francesco I re di Francia tre anni prima.

Nel quinto centenario della morte, giovedì 2 maggio a Vinci si sono tenuti alcuni eventi commemorativi, fra i quali ricordiamo l’apertura dei due nuovi musei, il Museo Ideale Leonardo da Vinci, – che riapre dopo nove anni in pieno centro storico -, e il museo del Rinascimento del vino a villa da Vinci, nella zona di Streda; altro evento importante, la messa a dimora nella tenuta di Villa Dianella delle barbatelle realizzate con i cloni estratti dalla vigna milanese di Leonardo nella casa degli Atellani, recentemente riscoperta attraverso un progetto di grande rilevanza scientifica.

La giornata si è conclusa con la messa solenne celebrata nella chiesa di Santa Croce a Vinci da sua eccellenza monsignor Fausto Tardelli vescovo di Pistoia. Accolto dalla popolazione accorsa numerosa e dal parroco titolare della chiesa monsignor Renato Bellini, che ha concelebrato, monsignor Tardelli ha prima visitato la casa natale di Leonardo ad Anchiano e poi è sceso a Vinci per la celebrazione; ad accoglierlo nella città del Genio ha trovato il sindaco Giuseppe Torchia, accompagnato dal vice sindaco e dall’assessore alla cultura, che hanno poi partecipato alla funzione religiosa, svoltasi in orario serale, alle 21.

Il vescovo, durante la sua omelia, si è soffermato a lungo sulla figura di Leonardo tratteggiandone i caratteri in quanto uomo, con tutte le sue debolezze, le sue fragilità, solitudini e dubbi. Un’analisi profonda condotta da un’angolazione che spesso viene lasciata in ombra, ma assolutamente necessaria per poter comprendere la complessità della figura del Vinciano. Al termine della celebrazione, monsignor Bellini ha invitato il sindaco all’ambone per un saluto alla comunità riunita in chiesa per onorare il figlio più illustre della città. Il sindaco si è soffermato sulla necessità di scavare nell’animo del Genio, indagando in profondità sul suo personale rapporto con la fede e con Dio; un tema suggestivo, spesso accostato ad alcuni scritti individuati nel suo immenso lascito, ma soprattutto ad alcuni enigmatici dipinti. Vogliamo ricordarne uno su tutti, il San Giovanni Battista conservato al Louvre, dove quell’indice rivolto verso il cielo è l’esito di una serie di ritocchi compiuti sul quadro fino agli ultimi giorni di vita da Leonardo. Quell’indice levato in un gesto enigmatico di altissima spiritualità fece esclamare a Pablo Picasso: «Da Vinci promette il Paradiso».

Dopo la messa, il vescovo ha salutato i fedeli presenti e si è recato in processione verso il fonte battesimale al quale è stato probabilmente battezzato Leonardo, sempre nella chiesa di Santa Croce. Infine, insieme al sindaco ed ai presenti, monsignor Tardelli è stato accompagnato dall’assessore alla cultura del comune di Vinci all’interno del castello dei Conti Guidi per visitare la mostra “Leonardo a Vinci. Alle origini del Genio”, che ospita l’originale del disegno di paesaggio del 1473 di Leonardo e diversi documenti inerenti la vita del giovane artista nel borgo natio. Un giorno da ricordare a lungo.

Paolo Santini




Scopri la tua vocazione e sii te stesso!

Domenica 12 maggio è la Giornata di preghiera per le vocazioni

«Tutti nascono come originali, ma molti muoiono come fotocopie». C’è qualcosa di prezioso, di unico e irripetibile nella tua esistenza che il Signore conosce e ti ha donato. La lapidaria espressione del giovane Carlo Acutis, ce lo ricorda con evidenza. Carlo è morto a 16 anni, ma la sua esistenza aveva trovato una forma già compiuta, era fiorita e maturata sotto il segno della santità. Perché anche la tua vita fiorisca, si compia e porti frutto, hai bisogno di scoprire la tua vocazione. Ma cos’è la vocazione?

Papa Francesco, nella sua esortazione post-sinodale “Christus vivit” ce lo spiega.

«La parola “vocazione” può essere intesa in senso ampio, come chiamata di Dio. Comprende la chiamata alla vita, la chiamata all’amicizia con Lui, la chiamata alla santità, e così via. Questo ha un grande valore, perché colloca tutta la nostra vita di fronte a quel Dio che ci ama e ci permette di capire che

nulla è frutto di un caos senza senso, ma al contrario tutto può essere inserito in un cammino di risposta al Signore, che ha un progetto stupendo per noi.

Ma cosa devo fare per realizzare la mia vocazione?

«Per realizzare la propria vocazione è necessario sviluppare, far germogliare e coltivare tutto ciò che si è. Non si tratta di inventarsi, di creare sé stessi dal nulla, ma di scoprirsi alla luce di Dio e far fiorire il proprio essere: nel disegno di Dio, ogni uomo è chiamato a uno sviluppo, perché ogni vita è vocazione. La tua vocazione ti orienta a tirare fuori il meglio di te stesso per la gloria di Dio e per il bene degli altri. Non si tratta solo di fare delle cose, ma di farle con un significato, con un orientamento. (…)

Gesù cammina in mezzo a noi come faceva in Galilea. Passa per le nostre strade, si ferma e ci guarda negli occhi, senza fretta. La sua chiamata è attraente, è affascinante. Oggi, però, l’ansia e la velocità di tanti stimoli che ci bombardano fanno sì che non ci sia spazio per quel silenzio interiore in cui si percepisce lo sguardo di Gesù e si ascolta la sua chiamata. (…)

Nel frattempo, riceverai molte proposte ben confezionate, che si presentano belle e intense, ma con il tempo ti lasceranno svuotato, stanco e solo. Non lasciare che questo ti accada, perché il turbine di questo mondo ti trascina in una corsa senza senso, senza orientamento, senza obiettivi chiari, e così molti tuoi sforzi andranno sprecati.

Cerca piuttosto quegli spazi di calma e di silenzio che ti permettano di riflettere, di pregare, di guardare meglio il mondo che ti circonda, e a quel punto, insieme a Gesù, potrai riconoscere quale è la tua vocazione in questa terra».

Da dove partire?

La parola del Papa ci suggerisce alcune domande da prendere sul serio. Domande per chi è giovane e per chi forse comincia a non esserlo più. Domande che forse vale la pena tenere presenti in ogni stagione della vita.

Conosci te stesso, al di là delle apparenze e delle tue sensazioni?

Sai cosa dà gioia al tuo cuore e che cosa lo intristisce?

Ti sei mai preso tempo, magari in silenzio o in preghiera, per capire dove va la tua vita?

Quali sono i punti fermi della tua esistenza?

Come puoi servire meglio ed essere più utile al mondo e alla Chiesa?

Per chi sei tu?

Il Signore ti domanda: «Mi vuoi come amico?»; tu cosa gli rispondi?

Chiamate speciali

Esistono anche “chiamate diverse” di speciale consacrazione: sono le vocazioni al sacerdozio o alla vita religiosa. Anche nella nostra diocesi il Signore continua a rivolgere la sua chiamata.

Il Seminario offre il tempo e lo spazio necessari a discernere questa chiamata, a crescere nell’amicizia con il Signore e così formarsi al ministero sacerdotale.

Ti invitiamo a pregare il Signore perché la chiamata che il Signore rivolge possa essere riconosciuta ed accolta. Una preghiera speciale la chiediamo, in questo giorno, per i seminaristi della nostra diocesi.

Il Seminario di Pistoia

Maximilien Baldi ha 34 anni, è nato in Francia e cresciuto in Toscana. Svolge servizio pastorale a Poggio a Caiano ed è al suo quarto anno di seminario.

Alessio Biagioni ha 39 anni ed è nato a Pistoia. Attualmente Alessio, al suo terzo anno di formazione, è alunno dell’Almo Collegio Capranica di Roma, dove frequenta la Pontificia Università Gregoriana. Svolge servizio pastorale presso la Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma e presso la parrocchia di San Mattia Apostolo.

Andrea Torrigiani è nato a Pistoia 27 anni fa. Svolge attività pastorale presso le parrocchie di Vignole e Casini, ma anche accompagnando il vescovo nelle celebrazioni per le cresime e la visita pastorale. Questo è il suo terzo anno di seminario.

Il prossimo 30 giugno saranno ordinati sacerdoti due alunni del nostro seminario, oggi diaconi. Ti invitiamo ad accompagnarli con la preghiera in questo tempo di preparazione imminente al sacerdozio.

Alessio Bartolini (39 anni), presta il suo servizio pastorale presso la Parrocchia di Quarrata come cerimoniere vescovile e membro dell’Ufficio Liturgico Diocesano.

Eusebiu Farcas ha 25 anni ed è nato in Romania. Attualmente svolge il suo servizio pastorale presso la parrocchia di San Francesco d’Assisi a Bonistallo.

Dallo scorso anno è stato attivato anche l’anno propedeutico, un percorso di discernimento in vista dell’ingresso in seminario strutturato a livello regionale e diocesano. Il responsabile diocesano è Padre Simone Panzeri, dei Padri di Betharram. Attualmente il corso propedeutico accoglie tre alunni.

Ti chiediamo un preghiera anche per loro.

E ora?

La comunità del Seminario ti invita ad un’esperienza di preghiera e ascolto di Dio all’aria aperta. Una camminata verso il Santuario di Valdibrana venerdì 24 maggio. Se hai voglia di condividere con noi un po’ del tuo tempo, se cerchi un po’ di silenzio e un momento diverso per rompere il ritmo della distrazione o della fatica, se hai bisogno di una sosta di preghiera o di semplice contemplazione e ascolto …ti aspettiamo!

Partiremo alle 16.45 da Piazza Oplà (Pistoia) per incamminarci a piedi verso il Santuario di Valdibrana dove alle 18.00 celebreremo insieme la santa messa. Dopo, per chi vuole, ci fermiamo a mangiare una pizza insieme al circolo. Ti aspettiamo!

Per informazioni: pistoiaseminario@gmail.com –  338 6509437 (don Ugo Feraci)

http://seminariopistoia.blogspot.com/Facebook: Seminario Di Pistoia




Il Papa autorizza i pellegrinaggi a Medjugorje

CITTA DEL VATICANO – Papa Francesco ha deciso di autorizzare i pellegrinaggi a Medjugorje, che dunque potranno d’ora in poi essere ufficialmente organizzati dalle diocesi e dalle parrocchie e non avverranno più soltanto in forma “privataˮ come accaduto finora.

Il direttore “ad interim” della Sala Stampa della Santa Sede, Alessandro Gisotti, ha detto che «Considerati il notevole flusso di persone che si recano a Medjugorje e gli abbondanti frutti di grazia che ne sono scaturiti tale disposizione di Papa Francesco rientra nella peculiare attenzione pastorale che il Santo Padre ha inteso dare a quella realtà, rivolta a favorire e promuovere i frutti di bene».

Tale autorizzazione papale non fa però venir meno la cura di evitare che i pellegrinaggi siano interpretati come una autenticazione dei noti avvenimenti, che richiedono ancora un esame da parte della Chiesa.