Lamporecchio ricorda il suo “Monsignore”

Presentato nel suo paese natale un volume dedicato a Sabatino Ferrali, sacerdote e storico

Sabato 23 febbraio l’associazione culturale “Accademia di Masetto” di Lamporecchio ha dedicato un pomeriggio al ricordo di Monsignor Sabatino Ferrali. L’occasione dell’incontro è stata data dalla recente pubblicazione degli atti della giornata di studi, che la Società Pistoiese di Storia Patria e il Centro italiano di studi di Storia e d’Arte di Pistoia, nel quadro del programma di Pistoia Capitale, destinarono a Monsignor Ferrali nel gennaio 2017.

All’incontro, tenutosi nella sala della Biblioteca comunale “Don Siro Butelli”, erano presenti Alberto Cipriani e Giorgio Francesconi, curatori del volume degli atti da titolo «Sabatino Ferrali nella cultura pistoiese del secondo Novecento» (Società Pistoiese di Storia Patria, Pistoia 2018).

Cipriani, nel suo intervento, ha testimoniato il profondo legame che lo ha legato a Ferrali, o meglio a Monsignore come tutti i pistoiesi lo chiamavano. Oltre che per i sicuri meriti scientifici, infatti, la comunità pistoiese e in particolare un gruppo di giovani pistoiesi a cavallo tra gli anni cinquanta e sessanta del secolo scorso, devono molto alla generosa creatività, all’amicizia formativa che Ferrali sapeva esprimere. Medievista, storico diocesano e studioso di storia ecclesiastica pistoiese, Ferrali, nutritosi di solidi studi classici, ha sempre cercato la collaborazione di giovani che sollecitava allo studio serio della storia e in particolare della storia di Pistoia. Il suo incontro con Ferrali, ha ricordato Cipriani, avvenne in occasione della costituzione del Centro italiano di Studi di Storia e d’Arte di Pistoia. Un’istituzione che Ferrali volle fortemente e della quale fu cofondatore e vicepresidente e la cui importanza è attestata dai ventisei volumi di atti relativi ad altrettanti convegni fin qui pubblicati.

Francesconi, dopo aver ricordato il legame di Ferrali con la Società Pistoiese di Storia Patria, ha rilevato la straordinaria personalità poliedrica di Ferrali, studioso e promotore di relazioni culturali, che gli consentirono di portare a Pistoia prestigiosi studiosi di storia e di arte. Ferrali fu un intellettuale originale nel panorama della cultura pistoiese del secondo Novecento, a tratti “inattuale”. A partire dalla sua salda formazione classica e teologica, egli, ha osservato Francesconi, non fu incline ai richiami della modernità, come attestano le reazioni non sempre accondiscendenti con le novità introdotte dal Concilio Vaticano II. Ferrali non amava la mediazione, affrontava gli uomini e le cose con autorevolezza e, a tratti, con autoritarismo, salvo, poi, saper trasformare questi coriacei atteggiamenti in affettuosa accoglienza e simpatica compagnia. In questa dimensione della personalità, secondo Francesconi, possiamo vedere l’origine “campagnola” di Monsignore.

Sabatino Ferrali nacque, infatti, a Lamporechio nel 1900 e a Lamporecchio era tornato come Proposto dal 1935 e il 1950, quando fu nominato canonico e parroco della Cattedrale. L’amore per la sua origine rimase sempre vive, ha rimarcato Francesconi, leggendo un passo tratto da una prefazione che Monsignore scrisse a un volumetto sui dolci popolari toscani e nelle quali, parlando della festa del primo maggio a San Baronto, dei brigidini, dei berlingozzi, seppure con una scrittura sempre particolarmente curata, riaffiorano in modo quasi incontenibile i ricordi della fanciullezza e l’amore per le sue terre di origine.

Gli interventi dei presenti hanno seguito quest’ultima traccia, ossia il legame di Monsignore con Lamporecchio: sulla base di ricordi diretti o indiretti sono stati rievocati da parenti, chierichetti e allievi – Monsignore fu, negli anni tra 1935 e 1950 oltre che parroco a Lamporecchio, insegnante e preside della Scuola Media di Larciano – frammenti di vita quotidiana di Sabatino Ferrali sacerdote, insegnante, uomo di famiglia. Un bel pomeriggio, dunque, ricco e intenso in ricordo dello studioso rigoroso, dell’austero Monsignore, ma anche dell’uomo che conservava un profondo legame con la sua Lamporecchio.
Ivo Torrigiani




Incontro tra i seminari di Prato e Pistoia

I seminaristi delle due diocesi si sono incontrati presso la Fondazione MAiC di Pistoia per un pomeriggio di preghiera e condivisione

di Maximilien Baldi, seminarista

PISTOIA – Venerdì primo marzo i seminaristi della Diocesi di Prato, accompagnati dal loro rettore don Daniele Scaccini, sono venuti a Pistoia a visitare la nuova sede della Fondazione MAiC. La Fondazione è un luogo a molto caro noi seminaristi di Pistoia, poiché don Diego Pancaldo (nostro Padre spirituale), svolge qui il suo ruolo di assistente spirituale occupandosi della cura pastorale dei ragazzi con disabilità, delle loro famiglie e di tutti gli operatori che svolgono il loro servizio all’interno della struttura. Da qualche anno anche noi seminaristi pistoiesi, incoraggiati dal nostro rettore don Ugo, prestiamo servizio di volontariato nel mese di luglio nel centro estivo di Ronchi a Massa. Per noi è stato un po’ come accogliere a “casa” i nostri “fratelli” pratesi. Don Diego ha raccontato la storia del centro e mostrato loro la nuova struttura, mentre don Ugo ha illustrato la decorazione della nuova chiesa, caratterizzata dai mosaici del gesuita Marko Ivan Rupnik (presbitero, teologo e artista), vero e proprio “cuore” della Fondazione e dell’associazione religiosa Maria Madre nostra. Terminata la visita abbiamo partecipato alla Santa Messa celebrata dai nostri superiori insieme ad alcuni degli assistiti della casa famiglia. Nella chiesa della Fondazione abbiamo affidato al Signore la “nascita” di questa amicizia tra i nostri seminari, uniti fino agli anni cinquanta del secolo scorso, con la speranza di poter essere un piccolo segno per tutti i pistoiesi e pratesi (ben nota è la rivalità campanilistica), così da ricordare che in Cristo non esiste divisione, ma soltanto comunione. Il nostro incontro si è infine concluso con un momento di convivialità e dialogo fraterno …davanti a una pizza!




Sonate di Händel e capricci di Viviani

Due importanti appuntamenti per l’Accademia internazionale d’organo e musica antica Giuseppe Gherardeschi

Sabato 9 e domenica 10 marzo alle ore 18.30, presso la chiesa di Sant’Ignazio di Loyola sarà possibile ascoltare l’esecuzione integrale delle sonate per flauto traverso e clavicembalo di Georg Friedrich Händel. L’evento è realizzato in collaborazione con l’Istituto superiore di studi musicali Rinaldo Franci di Siena. Le sonate, tra le più belle del periodo barocco, saranno eseguite con uno straordinario strumento antico: il flauto traverso J. H. Rottenburgh (1720 circa) dell’Accademia Gherardeschi di Pistoia. L’ingresso è libero.

Nel cartellone dei tradizionali “Vespri d’Organo” dell’Accademia Gherardeschi si segnala anche un altro concerto evento ancora presso la Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola venerdì 22 marzo alle ore 21.15.

L’appuntamento è con i Capricci Armonici da chiesa e da camera di Giovanni Bonaventura Viviani (1678). Giovanni Buonaventura Viviani, una delle più importanti figure del barocco musicale italiano, nacque nel 1638 a Firenze e incominciò a lavorare ancora diciottenne come violinista presso la corte di Innsbruck dal 1656 fino almeno al 1660. Tra il 1672 ed il 1676 fu maestro della cappella di corte a Innsbruck dell’imperatore Leopoldo I. Dal 1678 al 1682 fu impresario teatrale a Napoli. Nel 1686 divenne maestro di cappella del principe di Bisignano. Dal gennaio del 1687 al dicembre del 1692 fu maestro di cappella alla Cattedrale di Pistoia, dove probabilmente morì l’anno successivo.
Viviani, compose e pubblicò nel 1678 i «Capricci armonici da chiesa e da camera à violino solo et sonate per tromba sola». I suoi capricci verranno eseguiti integralmente nella chiesa di Sant’Ignazio di Pistoia sull’organo di Willem Hermans del 1664, che certamente il Viviani ha ascoltato nell’ultimo periodo della sua vita. Per questo motivo proprio in sant’Ignazio verrà realizzato un CD con l’integrale dei Capricci nell’esecuzione degli stessi musicisti che li presenteranno in concerto.
Il concerto vedrà Enrico Parizzi al violino, Simone Amelli alla tromba e Nicola Lamon all’organo.

Per info: http://www.accademiagherardeschi.it

redazione




Fare rete per il bene dell’umanità

PISTOIA – «Non chiediamo alle istituzioni di andare contro alle leggi dello Stato, ma attenzione verso le persone in difficoltà prese in carico dalla Chiesa e dalle realtà della società civile» così il Vescovo Tardelli nel suo intervento di questa mattina “Dopo il Decreto Sicurezza”, come cambia il sistema di accoglienza con la Legge 132/2018, davanti ad oltre 200 persone nella Sala conferenze del convento di San Domenico a Pistoia.

L’incontro, aperto dalla prof.ssa Biondi del Sant’Anna di Pisa, ha visto la partecipazione del prefetto di Pistoia Zarrilli, del Vescovo Tardelli, di Vittorio Bugli assessore regionale all’immigrazione, degli operatori del Caritas pistoiesi e di rappresentanti del mondo dell’associazionismo e della cooperazione.

«Il Decreto sicurezza, partiamo di qui – ha affermato il vescovo –  ci vogliamo domandare, vogliamo discutere sul che fare. Prendiamo atto che questo decreto è legge approvata dal parlamento e ci interroghiamo su come possiamo reagire positivamente. Voglio esser chiaro: a me questo decreto non piace perché – e prendo a prestito le parole dei vescovi siciliani – mette in grave insicurezza, sulla strada, tanti figli di Dio, a iniziare dai più deboli, dalle donne e dei bambini. Non ho timore a dirlo chiaramente. Tra l’altro – ha continuato Tardelli –  sono anche altre le leggi che non mi piacciono, perchè la bontà di una legge non è data dal fatto che sia approvata da una maggioranza ma dal fatto che corrisponda alla verità e dignità della persona umana. Quindi si può e anche si deve contestare una legge, ma finchè in un paese esiste un parlamento eletto democraticamente, l’unico modo per cambiarla o farne di nuove è acquisire consenso. A poco servono, lasciatemelo dire – i proclami e le prese di posizione sbandierate. L’unica cosa da fare è convincere e creare consenso e per far questo occorre saper ascoltare le ragioni anche di chi non la pensa come noi, confrontarsi aldilà degli schieramenti politici, discutere, alla ricerca sincera di ciò che è meglio per lo sviluppo dell’umanità. E sicuramente, il fronte del cambiamento della legge è sicuramente un fronte su cui impegnarsi. Detto questo ecco allora il senso dell’incontro di stamani. Penso che dobbiamo discutere della situazione che si è creata e, almeno da parte di tutti coloro che hanno a cuore sinceramente il bene della nostra umanità, cercare soluzioni.

Come chiesa ci sentiamo innanzitutto impegnati in un’opera educativa che coinvolga tutto il popolo di Dio in un cammino di autenticità evangelica, superando paure e ristrettezze mentali che non possono appartenere ai discepoli di Cristo. Nello stesso tempo, ci sentiamo impegnati, facendo tutto quello che ci è possibile, per non lasciare per strada nessuno. Accogliere le persone che sono nel bisogno è per la chiesa non una scelta ma una insopprimibile necessità e per farlo non abbiamo paura se necessario di pagare anche di persona. Certo che la sostenibilità economica è un problema, ma non sarà il venir meno di questa che ci impedirà fino all’estremo, di venire incontro alle necessità di chi è in difficoltà. Inoltre, come chiesa, vorremmo lanciare un appello a fare rete sociale da parte di tutti coloro, lo ripeto, che sinceramente hanno a cuore il bene dell’umanità e la soluzione dei problemi – perché va anche detto purtroppo che per qualcuno non è importante cercare di risolverli i problemi, ma solo denunciarli ed evidenziarli. Stringersi insieme e appunto fare rete. Individuando bene le falle del decreto sicurezza e quindi cercando di vedere insieme come poter metter una toppa a queste falle, sfruttando al massimo quello che ancora è consentito. Questo presuppone anche uno scambio costante di informazioni e di esperienze che penso potrà permettere di arginare almeno un po’ le situazioni di disagio.

Credo infine – ed la linea sulla quale ci stiamo muovendo come diocesi e sulla quale invitiamo a camminare anche gli altri – occorre incrementare molto le iniziative volte alla integrazione, all’inserimento delle persone in difficoltà nel tessuto delle nostre comunità e paesi, accompagnandole in percorsi di acquisizione di autonomia e responsabilità. Un’ultima parola la rivolgo alle istituzioni. Ad esse non chiediamo certo di andare contro le leggi dello stato e sinceramente apprezziamo tutto quanto si fa per far rispettare la legalità. Nello stesso tempo però chiediamo attenzione per favorire al limite del possibile, la presa in carico delle persone in difficoltà da parte della chiesa o di altre realtà della società civile».




In famiglia verso la Pasqua

Torna “In famiglia verso la Pasqua“, il nuovo sussidio per il tempo di Quaresima curato dall’Ufficio per la Pastorale con la Famiglia. Il sussidio è disponibile gratuitamente presso la Libreria San Jacopo (via Puccini, 32 – Pistoia – Tel. 0573.21130 – E-mail: libreriasanjacopo@tiscali.it ).

IL LIBRETTO

Il libretto è stato pensato per fornire un sussidio comune alle famiglie della diocesi in preparazione alla Pasqua. Esso è diviso in 7 capitoli corrispondenti alle Domeniche di Quaresima, Palme e Pasqua. Ognuno di questi capitoli è organizzato a sua volta in diverse sezioni:

(sez.1) Vangelo del giorno;
(sez.2) commento alla Parola;
(sez.3) disegno da colorare;
(sez.4) racconto per bambini;
(sez.5) Santi legati a Pistoia.

I commenti al Vangelo sono a cura di Don Roberto Breschi. Le storie sono liberamente tratte da diverse fonti reperibili online. I disegni sono stati interni sono stati realizzati da Miriam Attucci.

Le cinque sezioni vorrebbero simboleggiare alcune tappe del percorso di fede per una famiglia: l’ascolto della Parola (sez.1), la riflessione (sez.2), la testimonianza attraverso il racconto (sez.4), l’operare attraverso la manualità del disegno e del gioco (sez.5), seguire l’esempio dei Santi a noi vicini (sez.5) ed infine il pregare in famiglia.

SCARICA IL SUSSIDIO (file pdf)

 




Quaresima, tempo di conversione. Il messaggio del vescovo Tardelli

«Convertitevi e credete al Vangelo!».

Con questo invito pressante del Signore inizia la Quaresima. L’austero rito dell’imposizione delle ceneri accompagnato dalle parole del Vangelo, ci fa capire che il tempo speciale della Quaresima chiede impegno, ascolto attento della parola di Dio perchè risuoni feconda nella nostra vita, disponibilità a lasciarsi cambiare il cuore e occhi vigili per accorgersi delle persone che ci stanno accanto.

“Convertirsi” infatti dice innanzitutto apertura all’azione di Dio in noi; significa lasciarsi interrogare in profondità su ciò che stiamo facendo ma ancor più su ciò che siamo per davvero e su quanto l’amore impasti realmente la nostra vita; è non aver paura che la luce penetri nelle nostre interiori zone d’ombra dove il compromesso col male si fa abitudine.

Non vuol dire però tormentarsi l’anima e guastarsi la gioia del vivere, tutt’altro:

convertirsi è soprattutto scoprire di essere amati per come siamo e sentirsi spronati a vivere come uomini nuovi da Colui che ci rimprovera solo con il troppo amore con cui ci ama. La conversione non nega la vita: la fa piuttosto fiorire, perché la libera dalle catene dei nostri vizi.

Così la Quaresima diventa per tutti noi e per la famiglia riunita in preghiera, tempo speciale dove s’impara ad aiutarci nella conversione, riconoscendoci tutti in cammino, bisognosi di perdono reciproco, ma tutti accolti dalle braccia aperte di Cristo sulla croce.

La Quaresima prepara in questo modo la Pasqua quando potremo cantare a squarciagola l’alleluia del Risorto.

+ Fausto Tardelli,vescovo


Anche quest’anno il tempo di preparazione alla Pasqua sarà scandito dalle stazioni quaresimali guidate dal vescovo Fausto Tardelli. Le liturgie stazionali percorreranno le strade del centro storico cittadino di Pistoia muovendosi processionalmente da una chiesa all’altra, manifestando anche pubblicamente, il percorso penitenziale di preghiera e ascolto della chiesa pistoiese.

Pubblichiamo di seguito il programma delle Stazioni, arricchito, anche quest’anno, dalle 24 ore per il Signore, una giornata di adorazione eucaristica e disponibilità per le confessioni che sta diventando tradizione.

Mercoledì 6 marzo ore 9,30
Le Ceneri – In Cattedrale: Messa presieduta dal Vescovo

Venerdì 15 marzo ore 21
Processione dal Battistero
Messa nella Chiesa di San Giovanni Fuorcivitas

Venerdì 22 marzo ore 21
Processione dalla Madonna del Soccorso
Messa nella Chiesa di San Bartolomeo

Venerdì 29 marzo
Chiesa di San Paolo
24 Ore per il Signore
ore 18: Adorazione Eucaristica
ore 21: Messa e Confessioni

Venerdì 5 aprile ore 21
Processione dalla Chiesa della Misericodia
Messa nella Chiesa di San Paolo

Venerdì 12 aprile ore 21
Processione dalla Chiesa del Carmine
Messa nella Chiesa di Sant’Andrea

Sabato 13 aprile ore 17,30
Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola
Benedizione dell’ulivo e processione verso la Cattedrale
ore 18,00: Messa




Orientarsi nel mondo digitale e nel discernimento vocazionale

Mercoledì 13 marzo un incontro a cura dell’Ufficio di Pastorale Giovanile e della comunità del seminario diocesano

Prosegue il cammino proposto dall’ufficio diocesano di pastorale giovanile dal titolo “Camminava con loro”. Dopo due serate dedicate al tema del lavoro e dell’affettività in collaborazione con Policoro e ufficio per la pastorale con la famiglia, il tempo della Quaresima è lasciato all’iniziativa e alla creatività delle singole parrocchie o gruppi giovanili. La pastorale giovanile diocesana renderà disponibile, infatti, un sussidio per accompagnare e/o suggerire il lavoro con i giovani.

Cosa sarà possibile trovare nel sussidio?

Il recente Sinodo dei vescovi dedicato ai giovani ha posto all’attenzione della chiesa l’importanza di coltivare un discernimento “vocazionale”, di pensare cioè l’esperienza di fede dentro un cammino di attenta e progressiva consapevolezza della propria identità e della propria missione nella chiesa e nel mondo. Chi sono? Cosa sono chiamato a fare della mia vita?
Tra le tante “frequenze” che ronzano negli orecchi dei giovani queste domande chiedono di essere prese in seria considerazione. Ascolto e accompagnamento dovrebbero entrare sempre più dentro l’azione di laici e parroci impegnati nella pastorale, facendo attenzione a consolidare percorsi condivisi tra pastorale giovanile e vocazionale, per non disperdere le forze e integrare i diversi aspetti dell’esistenza di un giovane. «In un mondo frammentato che produce dispersione e moltiplica le appartenenze – ricorda il documento finale del sinodo – i giovani hanno bisogno di essere aiutati a unificare la vita, leggendo in profondità le esperienze quotidiane e facendo discernimento».

Discernimento vocazionale e ambiente digitale

L’equipe di pastorale giovanile diocesana ha dunque pensato di offrire all’attenzione di tutti i gruppi giovani della diocesi un piccolo sussidio per due o più incontri di riflessione e preghiera dedicati a due punti centrali emersi dal sinodo: una proposta di taglio più vocazionale, dedicata a comprendere la chiamata che il Signore rivolge a ogni credente; una seconda dedicata ad una delle sfide più urgenti indicate dallo stesso sinodo, cioè la missione nell’ambiente digitale. «Giovani cristiani, nativi digitali come i loro coetanei, – afferma il documento finale – trovano qui una autentica missione, in cui alcuni sono già impegnati. Sono peraltro gli stessi giovani a chiedere di essere accompagnati in un discernimento sulle modalità mature di vita in un ambiente oggi fortemente digitalizzato che permetta di cogliere le opportunità scongiurando i rischi».

Entrambe le proposte sono state elaborate dalla comunità del Seminario diocesano. La comunità del Seminario si rende disponibile a realizzarle in parrocchia o in un incontro di vicariato. Il sussidio, tuttavia, permetterà alle diverse realtà diocesane di organizzare in autonomia e con una certa possibilità di adattamento le diverse proposte.

Come saperne di più?

Il sussidio sarà illustrato dalla comunità del Seminario mercoledì 13 marzo presso il Seminario diocesano di via Puccini (aula polivalente) alle ore 21.00. Un appuntamento da non perdere!




A Pistoia per avviare un cammino di comunione

Un incontro in seminario per le consulte diocesane delle aggregazioni laicali di Firenze Prato e Pistoia

Si è svolto presso il seminario vescovile un primo incontro per condividere il cammino delle consulte delle aggregazioni laicali delle diocesi di Firenze, Prato e Pistoia. Quello pistoiese è stato il primo di tre appuntamenti dedicati alle consulte delle aggregazioni laicali; i prossimi si svolgeranno infatti il 23 marzo a Orbetello, l’11 maggio a Pisa e il 15 giugno ad Arezzo, in vista di un appuntamento finale con la conferenza episcopale toscana previsto per il 16 novembre a Firenze. Questo itinerario di incontri ha lo scopo di raccogliere la vita delle varie Consulte, conoscere le iniziative regionali, rinnovare la comunicazione fra tutte e -in comunione con i vescovi toscani- trovare nuovi stimoli da portare nelle varie diocesi.

Sabato 16 febbraio l’incontro è stato accompagnato dalla presenza del nostro vescovo Fausto Tardelli, presidente della consulta regionale delle aggregazioni laicali e dal vicario diocesano don Patrizio Fabbri.

Dopo un momento introduttivo di preghiera le tre Consulte si sono brevemente presentate. «La Consulta di Firenze -ha ricordato il segretario Mario Macaluso– accoglie ottanta associazioni divise in otto settori e si muove cercando di raccogliere quelle che hanno più difficoltà, nel desiderio di uscire da ogni individualismo e coinvolgere i giovani». Macaluso ha ricordato alcune belle iniziative di Firenze come la “Camminata” del 3 febbraio scorso per rendere visibile la presenza dei cristiani nel quotidiano verso i luoghi di culto della città.

Mario Battiato, segretario della Consulta di Prato, ricorda che «in Diocesi ci sono una quarantina di associazioni, ma solo venti sono presenti nella Consulta e partecipano con continuità ai vari appuntamenti» (veglia di Pentecoste, messa per San Francesco, messa del malato…). «La presenza dei giovani -ha aggiunto- è molto limitata», tuttavia ci sono anche realtà significative, come il Fondo Santo Stefano a sostegno dell’imprenditoria locale.

Per la Consulta di Pistoia (una quarantina le associazioni che ne fanno parte) è stato rilevato come negli incontri ci sia una bella intesa ma, per andare avanti insieme, l’impegno e la partecipazione dovrebbero essere più vivi. A Pistoia un appuntamento importante sarà la veglia in memoria dei missionari martiri in programma il prossimo 23 marzo in Cattedrale con la presenza di mons. vescovo, per la quale tutte le associazioni stanno lavorando insieme. Un cammino comune sempre più necessario per per non raddoppiare le iniziative ed essere, secondo le indicazioni del Papa, laici a servizio della nostra chiesa locale.

Rosanna Caselli




Senza dimora: chi sono? Come farsi prossimi?

Un incontro di formazione a cura del CISOM

Si è tenuta sabato 16 febbraio, presso la Casa dell’Anziano di Monteoliveto una giornata formativa per i volontari e non, interessati a svolgere servizio quali operatori nella unità di strada a favore dei senza dimora.
Il corso, organizzato dal CISOM (Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta) in collaborazione con i Servizi Sociali del Comune di Pistoia, oltre ad offrire competenze su come sostenere i senza dimora ha permesso la conoscenza dei servizi che si occupano di marginalità nel territorio pistoiese.
Sono intervenuti il capo del Centro di Formazione Toscana del Cisom, Pierpaolo Sardi, il direttore della Caritas di Pistoia, Marcello Suppressa, la psicologa Francesca Longinotti, l’assistente sociale del Comune di Pistoia Tiziana Ruffo.
Obiettivo della giornata è stato dare l’avvio ad una sinergia con i Servizi Sociali al fine di non disperdere il supporto già offerto dai volontari del Cisom, nell’ottica di andare oltre il mero assistenzialismo, verso un reinserimento sociale e il recupero delle risorse personali.

Dai dati ISTAT emerge che in Italia sono 50.724 (dati del 2015) le persone che vivono in situazioni di estrema povertà e che hanno usufruito almeno una volta di un servizio di mensa o accoglienza notturna.
Sempre secondo l’ISTAT il 25,7% dei senza tetto in Italia è under35. In forte crescita in tutta Europa il numero di chi versa in uno stato di povertà assoluta. Nello specifico l’Italia si caratterizza per l’aumento dei giovani in fascia di età tra i 18 e i 34 anni. Tra questi, se consideriamo chi ha meno di 24 anni, quasi 10.000 ragazzi, di cui circa 1500 ragazze, non hanno una dimora e si affidano a strutture di accoglienza. Non rientrano nelle statistiche le numerose persone che non usufruiscono dei servizi, i cosiddetti “invisibili”, coloro che per vergogna o perché hanno precedenti esperienze negative non si affidano nè chiedono aiuto.
Spesso questa condizione è accompagnata da uno scarso livello di istruzione, dalla mancanza di un lavoro, da disagio e marginalità sociali e familiari, da una progressiva perdita dell’identità sociale; i rapporti con la rete primaria si interrompono e la condizione di privazione generalizzata non riguarda soltanto la mancanza di una casa ma investe la sfera esistenziale e le relazioni.

A Pistoia ogni domenica sera nei pressi della Biblioteca San Giorgio i volontari del CISOM di Pistoia e Montemurlo in collaborazione con l’ANPS (Associazione Nazionale della Polizia di Stato), offrono il loro servizio ai senza tetto.
Partendo dal presupposto che la persona senza dimora vive un disagio che non si esaurisce alla sola sfera dei bisogni primari ma investe l’intera sfera delle necessità sotto il profilo relazionale, emotivo e affettivo, il volontario offre non solo cibo, indumenti e coperte, ma soprattutto vicinanza e ascolto, quanto serve per restituire una dignità a queste persone molte delle quali non hanno più una famiglia vicina, non hanno lavoro né affetti su cui contare.

Francesca Longinotti




Festa a Montemurlo per Madre Margherita Ricci Curbastro

Mons. Tardelli celebrerà una santa messa al Sacro Cuore in ricordo della Fondatrice delle Ancelle del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante.

In ricordo di Madre Margherita, riconosciuta da poco “venerabile”, sarà presentato anche un volume.

Domenica 3 Marzo 2019 alle ore 17, a Montemurlo, nella Chiesa del Sacro Cuore, ci sarà una solenne concelebrazione presieduta dal nostro vescovo monsignor Fausto Tardelli,  per lodare il Sacro Cuore di Gesù e per ringraziare Madre Margherita Ricci Curbastro, Fondatrice della Congregazione delle Ancelle del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante, proclamata Venerabile da Papa Francesco con il decreto del 13 aprile 2018, sulle sue virtù eroiche.  È attraverso i suoi santi che Dio si rende presente tra gli uomini, li affascina e li attira, ridestando il loro cuore. Attraverso di essi li chiama a collaborare all’opera di salvezza affinchè ogni persona possa sentirsi amata e invitata a camminare verso quel destino di felicità e di compimento per cui è stata creata.

Ma chi era Madre Margherita? Madre Margherita Ricci Curbastro, al secolo Costanza, nacque a Lugo (Ra) il 6 ottobre 1856 da nobile famiglia. Maturò la sua viva e serena spiritualità in diverse esperienze; dai genitori attinse la ricchezza del sentire, la fede e l’amore ai poveri. Completò la sua formazione nel monastero del Corpus Domini di Forlì. La guida paterna e illuminata di don Marco Morelli la portò nel 1888 a dare vita ad un Istituto che si prendesse cura speciale delle fanciulle povere, tante volte ferite nello spirito e nel corpo, per ridare loro coscienza della propria dignità, per offrire loro un orizzonte di speranza. Madre Margherita, umile e povera come si sentiva, ma partecipe del Cuore di Gesù Agonizzante, che sempre freme di compassione per l’uomo, che si commuove per le sue ferite e si china  a curarle, fu chiamata a generare e rigenerare l’umano, ad essere madre, a riparare i guasti prodotti dalla società del suo tempo. Il  carisma della riparazione, dono dello Spirito, da lei incarnato, vive anche oggi nelle diverse attività educative ed assistenziali, là dove le sue Ancelle sono chiamate ad operare: «Sic luceat lux vestra» (così risplenda la vostra luce, Mt 5,16).

Il desiderio più vivo del cuore, anche per noi Ancelle di Montemurlo, che svolgiamo la nostra missione nella scuola, è quello di vivere nell’oggi la passione educativa che caratterizzava la nostra Fondatrice, perchè fiorisca la crescita e l’umanità dei nostri bambini, per spalancare la loro vita a tener viva la fiamma dell’amore (che i bambini hanno, come simbolo, nei loro grembiulini) nella vita quotidiana e nella società odierna spesso annebbiata da sogni vuoti e precari. Per questo la preghiamo e chiediamo che il fuoco dello Spirito che l’animava, possa continuare a splendere anche nella nostra vita e in quella di chi incontriamo nel nostro cammino.

Sr Anna Minghetti