San Jacopo 2018: il messaggio del vescovo alla città di Pistoia

«Sulla scia del santo vescovo Atto che ne ottenne per Pistoia una preziosa reliquia, onoriamo anche quest’anno l’apostolo Giacomo, grande testimone del Vangelo. San Jacopo, detto il maggiore, fu il primo degli apostoli a versare il suo sangue per Cristo. Morì a Gerusalemme per mano del re Erode Agrippa verso l’anno 44 d.C. I suoi resti mortali si conservano in Spagna a Santiago de Compostela. Dal 1145, ogni 25 di luglio, la città di Pistoia è in festa per lui.

Nell’occasione di questa annuale ricorrenza, intendo rivolgere un breve messaggio alla diocesi e alla città per dire tre semplici cose.

La prima è che dobbiamo imparare da San Jacopo il coraggio e la coerenza della fede. La fede nel Signore Gesù, morto e risorto per la quale egli ha dato la vita, è un grande dono che non solo va conservato ma che dobbiamo alimentare ogni giorno. La fede cristiana è la nostra identità, è il fondamento della nostra vita; purtroppo la si può perdere o si può affievolire a causa di compromessi e viltà. Non è un generico “credere in qualcosa” senza rapporto con la vita. È invece confidare in Gesù Cristo, riconosciuto come Figlio di Dio e unico salvatore del mondo. È affidarsi a Lui nel grembo della Chiesa, cercando di seguirne le orme, con tutte le esigenze che questo comporta sul piano delle convinzioni personali, delle scelte di vita, come dei comportamenti morali. La nostra fede cristiana deve essere forte, consapevole e gioiosa, incarnata nella vita, umilmente capace di confrontarsi con altre visioni del mondo o religioni e di approfondirsi attraverso questo dialogo.

La seconda cosa la dico in riferimento alla tradizione jacobea legata strettamente al pellegrinaggio e all’accoglienza dei pellegrini. Una cosa antica per la chiesa, che da sempre ha visto nell’ “alloggiare i pellegrini” un’importante opera di misericordia, perché nel forestiero e nel pellegrino c’è Cristo stesso. Dagli “xenodochia” dei primi secoli – ospizi che sotto l’autorità del vescovo erano allestiti lungo le grandi arterie di comunicazione – agli Hospitia e Hospitalia che soprattutto a partire dal IX secolo si edificarono lungo le vie di pellegrinaggio dedicandoli a San Jacopo, tutto ci dice che l’accoglienza di chi è nel bisogno e viaggia per mare o per terra in cerca di vita, appartiene alla nostra tradizione cristiana e alla nostra civiltà. I rischi, che pure non vanno sottovalutati, e la ragionevole necessità di affrontare i problemi eliminandone le cause, non ci possono mai, dico mai, spingere alla chiusura dei cuori, alla frapposizione di barriere, al rifiuto dell’altro. Guai a noi! Tutti i legittimi distinguo, non possono condurci a reazioni irresponsabili e sguaiate, nutrite di slogan a volte crudeli che riempiono la bocca ma non risolvono niente, anzi, aggravano di molto la situazione.

La terza cosa mi sento di dirla alla città di Pistoia e all’intera comunità civile. La memoria dell’apostolo Jacopo e dei santi fioriti nei secoli tra noi, come pure le bellezze di cultura e d’arte cristiana che rendono davvero speciale la nostra terra, dovrebbero spingere tutti, anche chi non si sente di condividere l’esperienza cristiana o ha da ridire sulla chiesa, a riconoscere che la fede non è nemica dell’uomo, non è contraria alla sua felicità, non è una superstizione che aliena dalla storia. Essa è invece linfa vitale che ispira e feconda; forza di rinascita e di rinnovamento; sorgente di speranza e fonte di servizio disinteressato agli ultimi; non chiusura nei confronti di altre prospettive culturali o religiose, bensì apertura e dialogo, sostenuto dalla profonda convinzione che ogni uomo è perdutamente amato da Dio. La fede fa parte delle nostre radici, senza le quali le nostre città non sarebbero le stesse.  È un dato di fatto, non un attentato alla laicità della società! Le nostre radici cristiane non sono un ostacolo, bensì una risorsa di energia che ci permette di migliorare il mondo e di affrontare con sapienza le sfide del futuro.

Concludo invocando per intercessione dell’apostolo Jacopo, la benedizione di Dio sull’intera nostra città e sulla diocesi, perché tutti noi che qui viviamo, da qualsiasi parte del mondo si provenga e qualunque sia il colore della nostra pelle, possiamo sperimentare la gioia di incontrare sul nostro cammino degli amici veri e sinceri».

+Fausto  Tardelli




L’accolitato di Fratel Antonio Benedetto

Fratel Antonio Benedetto, priore della Fraternità Apostolica di Gerusalemme di Pistoia, ha ricevuto il ministero dell’accolitato il 17 luglio nella Basilica della Madonna dell’Umiltà.

Cosa significa per te ricevere questo ministero? Lo ricevi, infatti, nella posizione di particolare responsabilità di priore della Fraternità Apostolica di Gerusalemme di Pistoia..

Ricevere questo ministero significa fare un altro passo all’interno di quella strada che il Signore ha scelto per me. Questa tappa ulteriore del mio cammino significa mettere la mia volontà e la mia disponibilità ad un progetto che Dio ha su di me e che ancora non conosco.

Sì, ricevo questo ministero nella posizione di Priore, ma questo non contrasta con la responsabilità che mi è stata affidata, anzi, mi aiuterà a crescere nel servizio ai fratelli soprattutto nella Liturgia.

Il compito del Priore infatti non è di colui che dirige o esercita un autorità al di sopra della comunità, ma è colui che per primo deve dare testimonianza completa di una vita in Cristo e per Cristo che si deve tradurre giornalmente in servizio per i fratelli per la comunità e per la Chiesa.

Quali sono i compiti dell’accolito e quale sarà concretamente il tuo servizio all’interno della Fraternità?

Concretamente il mio servizio sarà quello di mettermi a disposizione della Fraternità per aiutare il diacono e i sacerdoti durante la celebrazione.

Andando più nello specifico potrò aiutare il sacerdote, in mancanza del diacono, nel disporre sull’altare corporale, purificatoio, calice e messale, lo assisterò nel ricevere i doni nel distribuire l’Eucarestia e nella purificazione dei vasi sacri.

Lo svolgimento di questo ministero rappresenta una bella testimonianza all’interno della chiesa…

Sì, rappresenta una bella testimonianza nella chiesa, perché questo ministero esprime, a mio avviso, la bellezza del servizio e dona una bella testimonianza di umiltà, dal momento che l’accolito non ha compiti precisi e prestabiliti, ma svolge un servizio, mettendosi a disposizione nelle varie circostanze che la Liturgia richiede.

Hai ricevuto l’accolitato in una data e in un luogo particolari, segnati dalla presenza della Vergine…

È stata per me una grande gioia sapere che il nostro Vescovo aveva scelto per me questo luogo e questa data. In questo luogo mons. Tardelli mi è ha annunciata la data per il mio lettorato, ed è sempre in questo luogo  che mi è stato conferito il mandato per il priorato nella Fraternità Apostolica di Gerusalemme.

Ricevere anche l’Accolitato nella Basilica della Madonna dell’Umiltà, proprio nel giorno della sua festa, mi fa sentire accompagnato e protetto da questa meravigliosa presenza di Maria che nella mia vita, sin dai miei primi passi nel mio cammino all’interno della Fraternità, non è mai mancata.

Daniela Raspollini

(foto di Mariangela Montanari)




Il Santuario di Santa Maria del Giglio a Sambuca

Un luogo di spiritualità e devozione mariana immerso nel verde dell’Appennino.

Il Santuario e il Convento delle Suore Francescane dell’Immacolata si trovano in mezzo ai boschi della Sambuca; una realtà importante anche se forse poco conosciuta della nostra diocesi. Ci siamo rivolti alle sorelle della Sambuca, e in particolare a Suor Lucia – per conoscere e far conoscere meglio le loro attività e il santuario della Madonna del Giglio.

 

Sorella, quali sono le vostre principali attività?

Oggi il nostro impegno maggiore è quello della casa di riposo dove accogliamo alcune signore anziane, ma qui al Giglio offriamo anche ospitalità durante tutto l’anno a chi desidera sostare in preghiera e fermarsi qualche giorno per una pausa di riposo e riflessione nel proprio cammino umano e spirituale. Abbiamo disponibilità per gruppi giovanili e ragazzi, famiglie e nuclei familiari, sacerdoti, suore, singole persone, per giornate di ritiro e spiritualità, week-end vocazionali e per pellegrinaggi mariani.

Qual è la storia del santuario?

C’è una storia molto toccante che racconta di una bambina che veniva mandata dalla matrigna a far pascolare le pecore su un poggio chiamato “Collefiorito”. Ogni giorno la matrigna le dava una quantità di lana da filare mentre restava a guardia del gregge e se a sera il compito non era eseguito erano botte. La giovinetta, sopratutto con l’afa estiva, non riusciva a vincere il sonno e spesso si assopiva all’ombra di un albero, tralasciando così il compito affidatole. Un giorno si accorse che mentre dormiva qualcuno aveva filato per lei tutta la lana e contenta raccontò il fatto alla matrigna, la quale credendo di essere presa in giro la picchiò e le ordinò di non narrare ad altri questa fandonia. La cosa però, si ripetè per diversi giorni e la voce si sparse per tutta la montagna. Un giorno poi, la pastorella si accorse che a filare la lana era una donna bellissima che finito il lavoro spariva. Giunta a casa disse alla matrigna di aver scoperto chi l’aiutava e questo fu per lei un guaio, perchè fu trattata da pazza. Dopo qualche tempo anche il parroco scorse la bella signora e si stupì; lo stupore però aumentò la mattina successiva, perchè trovò dipinta sulla nuda pietra l’immagine della Vergine col Figlio. Si gridò subito al miracolo e il luogo divenne mèta di pellegrinaggi.

A quale epoca risale la storia? Come si è sviluppato il santuario?

Non sappiamo a quale secolo si riferisca la storia, ma sembrebbe che già nel 1581 a Collefiorito si venerasse un immagine della Madonna del Giglio. Fonti successive riconducono l’origine del santuario al 1722 collegandola alla figura di Rosalia Ottari, la quale era una giovane donna bolognese che, cieca dalla nascita, volle essere accompagnata a visitare l’immagine della Madonna di Collefiorito. Si diceva infatti, che spesso risanasse dal ‘male degli occhi’. Rosalia arrivò a piedi a Sambuca e quando si trovò a percorrere l’ultimo tratto di mulattiera, la vista cominciò a rischiararsi fino a che la riebbe perfetta. Il miracolo fu scientificamente provato e ottenuta la grazia la giovane donna decise di costruire in quel luogo una piccola chiesa, quindi diede vita ad una comunità religiosa poi associata al Terz’ordine francescano. La chiesa nel tempo è stata resturata e nel 1930 avvenne la fusione tra queste religiose e noi Francescane dell’Immacolata che attualmente custodiamo il Santuario.

Quali indicazioni volete dare per chi intendesse visitare il Santuario?

Il Santuario di Santa Maria del Giglio è aperto tutti i giorni dell’anno. Per informazioni o richieste vi invitiamo a contattarci allo 0573 893726.

Daniela Raspollini




S.o.S. alla Madonna dell’Umiltà

Una serata di musica e fede alla vigilia della Festa nella Basilica dell’umiltà

S.o.S è un nome un po’ originale per un gruppo musicale, chiaramente non è il grido disperato di chi cerca aiuto, ma il desiderio di rimandare a Colui che è nel nostro cuore, affinché sia proprio Gesù a salvarci la vita. «Scendi o Spirito!» Ecco svelato l’arcano: S.o.S, che a sua volta è il titolo della prima traccia musicale presente nel cd “Dal deserto all’Amore” ispirato al Libro di Vita di Gerusalemme, tracciato spirituale delle Fraternità Monastiche ed Apostoliche di Gerusalemme. Le Fraternità di Gerusalemme sono presenti a Pistoia nelle parrocchie di San Paolo, San Bartolomeo e nella Basilica della Madonna dell’Umiltà. Questo cd è il risultato della collaborazione tra Alessandra Setaro, don Mario Costanzi e l’associazione Suonami di te di Empoli, avvenuta nel 2012.

Questo gruppo musicale è nato da qualche mese all’interno della diocesi di Firenze ed è composto da: Adelisa e Alessandra voci, Anna Graziella al flauto traverso, Francesco al pianoforte, Lorenzo alle percussioni, Luca al basso e Stella alla chitarra. Tre sono le cose che ci accomunano tutti: l’amore per la musica, il desiderio di mettersi in gioco e di cantare la Signore, riprendendo proprio le canzoni del cd. L a bellezza di questo gruppo sta nel fatto che ci siamo incontrati grazie alla Provvidenza, infatti non ci conoscevamo tutti, ma il Signore proprio così ha voluto farci incontrare e collaborare. In seguito all’amicizia che ci lega alle Fraternità Apostoliche di Gerusalemme, siamo stati invitati per animare la veglia in occasione della celebrazione della festa della Madonna dell’Umiltà che si terrà lunedì 16 luglio prossimo alle ore 21. Questo invito non ha fatto altro che stimolare il nostro impegno e il desiderio di pregare e aiutare a pregare Maria.

Non ci resta che invitare tutti coloro che volessero sentirci cantare il 16 luglio e magari invitarci a cantare nelle proprie realtà. Per ricevere maggiori informazioni sul gruppo e sulle canzoni è possibile scrivere all’indirizzo mail: iki1@hotmail.it

Alessandra Setaro

Di seguito indichiamo il programma della Festa della Madonna dell’Umiltà:

Lunedì 16 luglio

ore 21.00: Rosario e brani musicali con il gruppo SOS (Scendi O Spirito)

Martedì 17 luglio

ore 8.00: Lodi

ore 10.00: Rosario

ore 10.30: Santa Messa

ore 12.30: Ora Media

ore 18.00: Rosario

ore 18.30: Santa Messa celebrata da Mons. Fausto Tardelli. Conferimento del ministero dell’accolitato a Fratel Antonio Benedetto della Fraternità Apostolica di Gerusalemme.




Il luglio della Chiesa pistoiese

Il programma degli appuntamenti diocesani per un mese che apre già al nuovo anno pastorale

Il Luglio della Chiesa pistoiese non è solo tradizione. Il calendario, all’insegna del culto jacopeo, è arricchito da ulteriori appuntamenti che segnano il cammino ordinario della Diocesi e sono espressione della vitalità ecclesiale.

Festa della Madonna dell’Umiltà

Martedì 17 Luglio la Chiesa di Pistoia celebra la festa della Madonna dell’Umiltà, compatrona, con San Giacomo Apostolo dalla nostra diocesi. Il 17 luglio 1490, infatti, l’effigie con la Madonna dell’Umiltà affrescata nell’antica cheisa di Santa Maria Forisportam emise una prodigiosa lacrimazione. Ancora oggi i segni di questa lacrimazione sono visibili sull’affresco. Il miracolo, avvenuto mentre in città infuriavano lotte fratricide e in una stagione di profonda crisi civile ed economica, accrebbe in tutta la diocesi il culto della Vergine. Attorno all’affresco miracoloso fu presto edificata la grandiosa basilica rinascimentale con la cupola progettata da Giorgio Vasari. La Santa Messa presso la Basilica della Madonna dell’Umiltà sarà presieduta dal vescovo Tardelli alle ore 18.30.

In occasione della celebrazione il vescovo conferirà il ministero dell’accolitato a Fratel Antonio Benedetto, priore della Fraternità Apostolica di Gerusalemme di Pistoia. Il ministero dell’accolitato lo chiamerà ad aiutare il presbitero e il diacono nelle azioni liturgiche, distribuendo o esponendo l’eucaristia, ma lo inviterà anche a vivere una particolare attenzione nei confronti dei poveri e dei sofferenti. L’accolitato prepara Fratel Antonio all’ordinazione diaconale e, successivamente, a quella presbiterale.

Festeggiamenti Jacopei

I festeggiamenti del santo patrono, San Giacomo Apostolo, si apriranno mercoledì 18 luglio con la tradizionale vestizione di San Jacopo. La statua del santo patrono sulla facciata della Cattedrale sarà – come di consueto – raggiunta e vestita con il caratteristico mantello rosso dai Vigili del Fuoco di Pistoia. Il rosso è il colore del martirio, perché San Giacomo fu il primo tra gli apostoli a cadere martire per la fede. Il mantello, invece, si lega alla leggenda popolare di un San Giacomo solidale e generoso con i più poveri, pronto a negare l’evidenza e coprirsi col mantello d’estate, piuttosto che pagare i creditori. Alle ore 18 sarà celebrata la messa cui seguirà, sul sagrato della Cattedrale, la Vestizione di San Jacopo a cura del Comando dei Vigili del Fuoco di Pistoia.

A conclusione della giornata, alle ore 21.15, è previsto un Concerto di musica per organo in onore del Santo Patrono. All’organo Costamagna (1969) della Cattedrale di San Zeno, Francesco Unguendoli eseguirà la Gran Sinfonia in do di Padre Davide da Bergamo (1791-1863) e la Sinfonia n° 5 in fa minore, op. 42 n° 1 di Charles-Marie Widor (1844-1937).

Un’opera ‘segno’ in memoria del vescovo Mansueto

Lunedì 23 luglio sarà celebrata l’inaugurazione della cittadella della carità “Hospitium Mansueto Bianchi”. Un progetto che prevede la realizzazione, a fianco della Mensa Caritas “don Siro Butelli” e dei locali del CEIS, di una nuova sede per il Centro di ascolto diocesano e di un dormitorio per senza fissa dimora o situazioni di grave emergenza abitativa con 12 posti. L’Hospitium sarà anche aperto ad accogliere pellegrini che sul tracciato della Romea Strata o dei cammini legati al culto jacopeo faranno sosta a Pistoia. Il progetto, sostenuto dalla Caritas nazionale e della Fondazione CARIPT, completa il restauro e la trasformazione dei locali del Tempio, consegnando alla città di Pistoia un nuovo significativo polo della solidarietà e dell’accoglienza. La nuova cittadella della carità del Tempio sarà anche il segno “permanente” dell’anno pastorale appena concluso e interamente dedicato ai poveri. A partire dal settembre scorso, infatti, la Chiesa di Pistoia ha accolto e meditato la lettera pastorale di Mons. Tardelli dal titolo “nei poveri il volto di Dio”. Un testo pastorale e insieme di meditazione, che ricordava la necessità di ascoltare, incontrare e condividere la vita con i poveri sviluppando forme di aiuto e assistenza. Una lettera in linea con le indicazioni di Papa Francesco, che proprio alla fine del 2017 ha istituito la “giornata mondiale dei poveri”, da celebrarsi ogni anno la domenica precedente la Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo.

La titolazione dell’hospitium a Mons. Mansueto Bianchi, compianto vescovo della nostra diocesi, intende mantenerne viva la memoria a ormai due anni dalla scomparsa e di legarla stabilmente alla vita diocesana, in particolare al servizio dei più poveri.

Il rimando al termine hospitium, infine, intende riallacciarsi alla secolare tradizione di accoglienza del nostro territorio, da sempre crocevia di uomini e popoli tra nord e sud della penisola e dell’Europa, legato, in particolare, al pellegrinaggio jacopeo. Il termine latino hospitium infatti, rimanda a hospes, cioè all’ospite, a colui che chiede e riceve accoglienza e riparo e indica, quindi, strutture dedicate all’alloggio e all’accoglienza di pellegrini e viandanti.

Alle ore 17.30 è prevista la benedizione dei locali, quindi alle ore 18.00 la Santa Messa nella chiesa di San Giovanni Decollato o del Tempio. Seguirà un’agape fraterna nel chiostro del Tempio.

Celebrazioni jacopee

Martedì 24 luglio alle ore 17.30 è prevista la celebrazione dei primi vespri della Solennità di San Jacopo; seguirà la santa messa capitolare presieduta dal proposto del capitolo Mons. Umberto Pineschi.

In serata si svolgerà per le vie del centro storico la processione di San Jacopo: un importante e suggestivo momento ecclesiale che è radicato nella storia religiosa della città. La “Processione – Pellegrinaggio” partirà dalla Chiesa di San Francesco alle ore 21 per dirigersi alla Basilica Cattedrale di S. Zeno. Alle Parrocchie e alle Aggregazioni Laicali si consiglia, se possibile, di intervenire con i propri stendardi o labari.

Mercoledì 25 luglio, giorno della memoria liturgica di San Jacopo, è il grande giorno della solennità. In Cattedrale alle ore 10.00 è prevista la preghiera delle lodi mattutine, alle 10,30 l’accoglienza alle porte del Duomo delle autorità cittadine e del corteo storico; alle 11.00 sarà quindi celebrata la messa pontificale presieduta da S. E. Mons. Fausto Tardelli, durante la quale il sindaco della città accenderà la lampada votiva di San Jacopo e i rappresentanti dei rioni offriranno ceri votivi.

Quest’anno la solennità del Santo Patrono sarà accompagnata dalla consegna delle indicazioni pastorali per il nuovo anno. La Chiesa di Pistoia, infatti, ha organizzato il proprio percorso pastorale secondo le linee guida indicate dagli orientamenti pastorali per il triennio 2016-2019. Gli orientamenti raccolgono il frutto di un lavoro sinodale dell’intera diocesi e sono stati organizzati dal vescovo Tardelli in un programma triennale. Il primo anno è stato dedicato alla figura di Dio Padre, l’anno pastorale ormai concluso – come ricordato – ha invece indirizzato la riflessione e l’azione della Diocesi sui poveri; il prossimo anno sarà invece dedicato a far scoprire e vivere la Chiesa di Pistoia come “una comunità fraterna e missionaria”. Al termine del pontificale di San Jacopo il vescovo consegnerà, quindi, le sue indicazioni pastorali per il 2018/2019 ad alcune rappresentanze dell’intera diocesi.

PROGRAMMA

Martedì 17 Luglio, Festa della Madonna dell’Umiltà

ore 18.30: Basilica della Madonna dell’Umiltà. Santa Messa presieduta dal vescovo Tardelli. Conferimento dell’accolitato a Fratel Antonio Benedetto, priore della Fraternità Apostolica di Gerusalemme di Pistoia.

Mercoledì 18 luglio

ore 18.00: Cattedrale di San Zeno. Santa Messa e, a seguire, vestizione della statua di San Jacopo

ore 21.15: Cattedrale di San Zeno. Concerto di musica per organo in onore del Santo Patrono.

Lunedì 23 luglio

ore 17.30: Inaugurazione della cittadella della carità “Hospitium Mansueto Bianchi” presso i locali del Tempio

ore 18.00: Chiesa di San Giovanni Decollato (il Tempio). Santa Messa presieduta dal vescovo Mons. Fausto Tardelli

Martedì 24 luglio

ore 17.30: Cattedrale di San Zeno. Preghiera dei primi vespri della Solennità di San Jacopo

ore 18.00: Cattedrale di San Zeno. Santa Messa Capitolare presieduta da Mons. Umberto Pineschi

ore 21: Solenne processione di San Jacopo. Partenza dalla Chiesa di San Francesco.

Mercoledì 25 luglio. Solennità di San Jacopo.

ore 10.00: Cattedrale di San Zeno. Preghiera della Lodi mattutine presieduta dal vescovo.

alle 10,30: Accoglienza alle porte del Duomo delle autorità cittadine e del corteo storico dei rioni

ore 11.00: Cattedrale di San Zeno. Pontificale della solennità presieduto dal vescovo Mons. Fausto Tardelli, con accensione della lampada votiva. Al termine della messa consegna delle indicazioni pastorali per l’anno 2018/2019.




Un ricordo di Don Valerio Menichetti

A 30 anni dalla morte la Parrocchia di Spazzavento ricorda il suo storico parroco Don Valerio Menichetti (Vitolini 1923 – Spazzavento 1988). In sua memoria sarà celebrata una santa messa domenica 8 Luglio alle ore 10.00.

La comunità parrocchiale lo ricorda con una breve ricordo.

Fu un mese tiepido quell’ottobre del 1949 e i bambini potevano ancora giocare all’aperto nel giardino dell’asilo, retto ancora dalle Suore Mantellate. Non circolavano molti veicoli in quegli anni e l’arrivo di una macchina che si fermò davanti al cancello suscitò una certa curiosità. Ne scese un giovane prete chiamato in aiuto a Don Bartolini, il vecchio parroco ormai impossibilitato a muoversi.

Durante la seconda guerra mondiale la chiesa Parrocchiale di Spazzavento in poche ore fu minata e distrutta. Lo shock, insieme alla fatica fatta per salvare il salvabile, aggravarono le condizioni del Priore Bartolini. Così Don Valerio si affacciò nella nostra piccola comunità e non la lasciò più.

Si prospettavano anni belli, ricchi e formativi per noi ragazzi che abbiamo avuto la fortuna di crescere nelle stanze di un oratorio. Fu una guida spirituale insostituibile e il compagno di giochi perfetto. La sua mitezza d’animo ne fece presto una persona amata da tutti e lui ci ricambiò con affetto e una dedizione infiniti.

Don Valerio non trascurò neppure la bellezza del nostro territorio; fu interessato alla sua conoscenza e attento alla sua valorizzazione. Ci ha infatti lasciato accurate ricerche e pubblicazioni di grande interesse storico culturale.

Don Valerio non accumulò beni sulla terra e non dette mai importanza all’esteriorità: lo si poteva capire da subito per quel suo fare semplice e dimesso e un pò anche per la sua talare che sembrava avere qualche asola di troppo.

In eredità ci ha lasciato il ricordo del suo sorriso buono e l’esempio di una vita vissuta in serenità e grazia.

Luana Bartolozzi




Pistoia Blues: Evangelizzazione di strada e preghiera in città

Anche quest’anno torna la Missione Blues! La missione, organizzata dalla Fraternità Apostolica di Gerusalemme, si terrà tra il 13 e il 14 luglio nel centro storico di Pistoia, in occasione dei principali concerti del Festival Blues.

Il programma seguirà lo schema ormai tradizionale: venerdì 13 sarà celebrata la messa di apertura; sarà il momento di lancio, che aprirà con la preghiera l’esperienza di tanti giovani “missionari”. Le attività dei volontari sono quelle ormai consuete: durante le serate di evangelizzazione, a partire dalle ore 21, ci sarà chi rimane in preghiera davanti al Santissimo, chi animerà l’adorazione e chi, invece, si dedicherà all’accoglienza, consegnando i lumini e una preghiera da leggere davanti all’eucarestia; poi ci saranno i volontari che andranno in giro per le vie del centro e che daranno anche vita a un inedito flash mob. Per i volontari è prevista un’occasione di un confronto sull’esperienza vissuta e alcuni momenti di formazione.

Durante le serate di Missione, il venerdì 13 e il sabato 14 luglio dalle 22.00 alle 24.00 , 4 chiese saranno aperte con l’adorazione eucaristica: san Filippo, san Vitale, Madonna del Carmine e san Paolo.

Domenica 15 la chiusura della missione sarà affidata a una messa di conclusione alle ore 10 a San Paolo e a una preghiera di ringraziamento animata da Rinnovamento nello Spirito alle ore 21.30.

Domenica 8 luglio alle ore 21.30, sempre a San Paolo, è prevista una preghiera di adorazione in preparazione della missione animata da Rinnovamento dello Spirito.

Chi invece fosse interessato ad animare le serate con il canto è invitato alle prove del coro martedì 10 alle ore 21.15 presso la sacrestia di San Paolo.

La missione, che quest’anno avrà per tema «“disconnect your phone”: connetti la tua vita al Signore», è aperta a tutta la diocesi e oltre.
L’intento, ancora una volta, è quello di realizzare quanto ripete papa Francesco: essere una Chiesa in uscita. Lo scopo della missione è principalmente quello di incontrare le persone, parlare con loro, far sentire che i cristiani sono attenti alle attese del nostro tempo. È un’occasione per farsi vicini alla gente, senza fare proselitismo o voler convincere qualcuno, ma per testimoniare la bellezza dell’incontro con Cristo. Il Signore invita tutti, non solo consacrati o preti, ma anche laici a testimoniare la bellezza della vita con Lui. Per iscrizione e informazioni: Suor Daniela 380 377 7154.

Daniela Raspollini




SS. Pietro e Paolo: in cattedrale la celebrazione con il vescovo e il ricordo dei giubilei sacerdotali

In occasione della solennità dei SS. Pietro e Paolo, venerdì 29 giugno, il vescovo Fausto Tardelli presiederà la celebrazione della Santa Messa in Cattedrale alle ore 18.00.

In questa ricorrenza la Diocesi celebra tradizionalmente gli anniversari sacerdotali; quest’anno, in particolare, la chiesa di Pistoia ricorda: il 60° anniversario sacerdotale di mons. Umberto Pineschi, il 50° di Mons. Renato Bellini e Don Ernesto Moro, il 25° di don Adam Tabieszwski.

Abbiamo raccolto di seguito le loro testimonianze di vita e ministero.

60° anniversario. Mons Umberto Pineschi

Mons. Pineschi ha svolto gran parte del suo ministero sacerdotale nell’insegnamento della musica sacra come nell’attività concertistica, spendendosi in prima persona nella salvaguardia del patrimonio musicale diocesano. Su questo fronte si è impegnato moltissimo, al punto che la sua dedizione e il suo lavoro sono stati molto apprezzati anche in altre diocesi.

Dopo la sua ordinazione, avvenuta il 21 agosto 1958, ha esercitato il suo ministero sacerdotale in Cattedrale come coadiutore del parroco per 13 anni, quindi come cappellano corale, infine come canonico dal 1993. Ha svolto servizio domenicale e festivo presso la chiesa dei SS. Prospero e Filippo dal 1984 al 1993, quando fu nominato cappellano del Monastero delle Monache Benedettine di Pistoia. Nel 2003 è stato nominato parroco della parrocchia dello Spirito Santo (per la Chiesa di Sant’Ignazio d Loyola) dove attualmente risiede. Questo suo ultimo incarico, rappresenta – a suo dire- l’esperienza più bella che ha vissuto nei suoi anni di vita sacerdotale.

Circa il suo impegno per la musica sacra è possibile ricordare anche il volume (giunto già alla quarta edizione) che raccoglie un repertorio di canti molto apprezzato fuori in diocesi e la sua attività di restauro e valorizzazione degli organi pistoiesi. Molti gli organi fatti realizzare direttamente da Mons. Pineschi, ad esempio quello nella chiesa del Carmine (Tronci 1840-Ghilardi 2008), il secondo organo di Sant’Ignazio (Ghilardi 2007), l’organo Tronci (1993) arrivato nella Cattedrale di Pistoia da Campi Bisenzio nel 1998 e, ancora in fase di costruzione, l’organo Ghilardi per la nuova chiesa della MAiC a Pistoia.

In questa ricorrenza Don Umberto intende proporre a tutti una riflessione di San Giovanni Maria Vianney, il santo Curato D’Ars dedicata al ministero sacerdotale: «Chi è un sacerdote? Un uomo che sta al posto di Dio, un uomo che è rivestito di tutti i poteri di Dio, provate ad andare a confessarvi dalla Santa Vergine o da un angelo: vi possono assolvere? No. Vi daranno il Corpo e Sangue di Nostro Signore? No. La Santa Vegine non può far discendere il suo divin figlio nell’Ostia. Se foste di fronte a duecento angeli nessuno di loro potrebbe assolvere i vostri peccati. Un semplice prete, invece, può farlo; egli può dirvi: “Va in pace, ti perdono”. Oh! Il prete è veramente qualcosa di straordinario! Il sacerdote non si comprenderà bene che nel cielo. Se egli comprendesse qui che cos’è, ne morirebbe non di spavento, ma di amore».
Daniela Raspollini

50° anniversario. Don Renato Bellini

«Si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto».
È guardando a questa immagine descritta da Giovanni, che nel 1998 si presentava alla Comunità di Vinci mons. Renato Bellini. L’ultima tappa di un percorso, compiuta come le altre, guardando alla Chiesa del grembiule, alla Chiesa del Concilio. Un servizio di 50 anni di sacerdozio, svolto, anche geograficamente, in tutta la Chiesa di Pistoia: dalla montagna di Pian degli Ontani e dell’Abetone al Montalbano Occidentale passando per la Curia stessa.

Consapevole che il Concilio Vaticano II non si era concluso nel 1965 e non era stato scritto una volta per sempre, ma che doveva essere vitalizzato e realizzato a partire da allora ed ancor più oggi, don Renato ha dato testimonianza da parroco con una serie continua di iniziative, incontri, attività. Da responsabile della Pastorale Diocesana ha orientato per diversi anni parrocchie, operatori e catechisti. Ma con quale spirito, con quale obiettivo?

Due orientamenti lo hanno sempre guidato: l’idea che comandare non significa imporre il proprio parere, ma andare insieme, preparare il terreno, predisporre, agevolare, stimolare; la volontà di aprire le porte e dare fiducia ai laici.
Nella grande storia italiana è questo atteggiamento libero ed aperto che ha permesso ad alcuni laici cattolici di permeare la stessa Costituzione di principi fecondi. Ma con il passare degli anni, per pretendere rispetto e considerazione, poteva magari arroccarsi rivestendosi di una corazza clericale. No! Anzi, questo lo ha più volte visto proprio come un pericolo per la chiesa stessa. Un atteggiamento che, ad esempio, nonostante la ormai comune riduzione dei partecipanti alla messa domenicale, gli ha permesso di vedere il grande affetto che la Comunità di Vinci nel suo insieme gli ha sempre riversato, oggi addirittura in un panorama più vasto, essendo titolare anche delle parrocchie di S. Amato, Vitolini, S. Ansano e S. Donato.

La città di Vinci è grata a mons. Renato Bellini, perché tante iniziative sono partite o condotte dai suoi impulsi prima con i giovani, poi con camminate, tra l’altro seguendo la via Francigena da Vinci a Roma in tre periodi. Alcuni organismi ed associazioni hanno ora una vita autonoma, a servizio del territorio: Casa Magdala nella sua funzione di residenza per il disagio mentale, Giovani Coppie, attiva con una scuola in Africa, Vinci nel Cuore con il Premio Letterario “Li omini boni”, Vincincontri con personaggi di prestigio. E poi la Palestina! Don Renato ha compiuto 17 visite in Terra Santa, accompagnando un gran numero di parrocchiani e di persone interessate, permettendo di vivere intensamente quei giorni anche con celebrazioni in luoghi particolari come il deserto di Giuda, ma senza mai staccarsi dalla realtà quotidiana, come lo sono stati altri pellegrinaggi ad esempio quelli svolti in Siria, in Giordania, in Turchia, in Armenia, in Iran.

Non voleva farne pubblicità, ma poi è stato divulgato. Il 1 marzo di quest’anno don Renato ha avuto la possibilità di celebrare la messa a S. Marta con Papa Francesco e di scambiare con lui alcune parole. Una grande emozione! Ma anche un segno del suo percorso …
Silvano Guerrini

50° anniversario. Don Ernesto Moro

Nel 50° della mia ordinazione sacerdotale mi piace ritornare a quel 15 dicembre 1968, per rivivere il Dono Grande del Sacerdozio, Dono Gratuito del Signore. È bello riassaporare la gioia di quella gratuità. A distanza di tanti anni ci sono ancora in me gli stati d’animo di stupore, di meraviglia e tanta riconoscenza.

Ripercorrendo il tragitto dei miei 50 anni di sacerdozio il primo pensiero di ringraziamento va ai miei genitori: a mio babbo Domenico e a mia mamma Valentina, un gigante nella fede in Gesù e Maria dalle ginocchia robuste che sostavano a lungo in preghiera. Un pensiero particolare poi, ai miei fratelli: don Luigi, ritornato alla casa del Padre un anno fa; don Vincenzo, parroco alla Chiesa Nuova, alle due sorelle suore: suor Anna e Suor Alberica, e ai mieri cinque fratelli sposati per il loro aiuto e la loro testimonianza cristiana.
Ringrazio tutte quelle persone (sacerdoti, religiosi, laici) che giorno dopo giorno mi hanno accompagnato e sostenuto, a partire dalla mia comunità parrocchiale di Dalmine, dove è maturata la mia vocazione sacerdotale. Senza paura di smentita la mia vocazione è nata sulle ginocchia di mia madre, dalle sue molte preghiere, dal senso di Dio che si respirava in famiglia. Mi ricordo il giorno che le dissi: «Mamma voglio diventare Sacerdote». Vidi illuminarsi i suoi occhi e scendere lacrime di gioia; poi mi disse: «Non sono degna di essere mamma di un Sacerdote “Alter Christus”».

Anziché entrare in seminario a Bergamo entrai in quello di Prato, sapendo che proprio in quell’anno mons Fiordelli iniziava un seminario di vocazioni adulte. Gli anni di seminario passarono presto e il 15 dicembre 1968 venni ordinato sacerdote dal vescovo Fiordelli nel Duomo di Prato, insieme al altri cinque sacerdoti. Ricordo ancora le sue parole durante l’omelia: «Da oggi le vostre mani sono come quelle di Cristo, accoglieranno il Verbo di Dio, spezzeranno il Pane di vita, benediranno e perdoneranno». Subito fui incaricato di svolgere il mio apostolato nelle fabbriche, per preparare gli operai alle solennità del Natale e della Pasqua.

Ricordo, inoltre, con affetto e riconoscenza, quelle parrocchie di montagna che mi furono affidate una volta incardinato nella diocesi di Pistoia: l’Abetone, Pianosinatico, Rivoreta, il Melo, Piazza: per ogni parrocchia una pagina di storia. Ma in particolare ricordo la parrocchia di Seano, che da 32 anni mi è stata affidata. Sono contento e ringrazio della buona collaborazione i diversi gruppi: cinque ministri straordinari dell’Eucaristia, il gruppo di venticinque catechisti, il gruppo Caritas, il gruppo S. Rocchino, il coro parrocchiale, gli scout AGESCI, il circolo ANSPI, i volontari della Misericordia, il gruppo degli amici di Medjugorje.

In questo anniversario mi è anche caro ricordare le parole dell’Apostolo Paolo: «Ti ricordo di ravvivare il Dono di Dio che è in te», il dono del Sacerdozio conferito con l’imposizioni delle mani. È un dono che si ravviva riscoprendo ogni giorno di essere conformati a Cristo, per il bene dei fratelli: celebrando l’Eucaristia, centro e cuore del ministero sacerdotale; con la preghiera quotidiana e l’Ufficio divino; con l’amore e la carità verso i poveri e i bisognosi, gli emarginati, non solo in parrocchia, ma oltre il confine della nazione, nelle zone poverissime di “Olghuin” a Cuba. È un mio sogno finire i miei ultimi anni insieme con i più poveri di Cuba.

In questi 50 anni di sacerdozio ho capito che il Sacerdote è l’uomo dell’ascolto. La gente ha bisogno di una buona parola, di essere incoraggiata, sostenuta, confortata, benedetta. Sì, Benedetta: perché il Sacerdote “Alter Christus” benedice, cioè “dice bene” di ogni persona, perché amata da Dio. Penso, però, che il segreto che ha animato e sostenuto giorno dopo giorno la mia vita sacerdotale, sia stata la profonda vicinanza con Cristo, amico, compagno, sposo.

Infine ho un ringraziamento particolare per Maria, perché il mio Sacerdozio lo devo a Lei. Il mio stile sacerdotale è mariano, tanto che ho affidato a lei il mio incarico di parroco a Seano considerandomi suo umile cappellano. Conoscendo i miei limiti e difetti, chiedo perdono a Dio e a tutti, per quello che avrei potuto fare e non ho fatto. Nonostante siano passati 50 anni di vita sacerdotale, non posso ammainare le vele: c’è ancora tanto da fare per il Regno di Dio; non mi è permesso perdere tempo, urge fino all’ultimo respiro servire i fratelli.
In questo anniversario canto con voi il mio Magnificat e dico grazie, indistintamente, a tutti voi per l’affetto, il sostegno, il conforto che mi avete dimostrato nel mio ministero pastorale. Davanti al Signore e alla Chiesa, rinnovo le promesse dell’Ordinazione Presbiterale e, attraverso le mani di Maria, il mio «sì» di fedeltà al Sacerdozio Ministeriale. “Ad multos annos”.

25° anniversario. Don Adam Tabieszwski

La vocazione di Don Adam è nata all’interno della sua famiglia, che gli ha consegnato una grande testimonianza di vita cristiana, ma che è stata poi rafforzata grazie alla partecipazione ad alcune organizzazioni cattoliche.
Don Adam proviene dalla Polonia ed è arrivato in diocesi ai tempi del Vescovo Simone Scatizzi. Nel 2001 il vescovo lo inviò a Capraia Fiorentina per accompagnare l’attività del parroco Don Pudlo Wieslaw. Don Adamo ha quindi svolto servizio per qualche mese presso la parrocchia di San Pierino Casa al Vescovo. Dal 16 ottobre 2002 svolge il suo servizio sacerdotale a Popiglio. Attualmente è parroco di quella comunità come delle parrocchie della Lima e di Lizzano.
Don Adamo ricorda con grande commozione il primo incontro con papa Giovanni Paolo II a Lublino in Polonia, nel periodo in cui era ancora seminarista. In quell’occasione lo aveva colpito il grande raccoglimento del papa nella preghiera; «osservandolo – afferma don Adamo- sembrava proprio che in quel momento tutto il mondo gli fosse presente nella preghiera».
Più recentemente don Adamo ha anche incontrato Papa Francesco a Santa Marta il 16 febbraio scorso, quando ha potuto ricordare la ricorrenza del suo 25° anniversario sacerdotale. In quella circostanza Papa Francesco gli ha dato la sua benedizione ringraziandolo inoltre dei libri che gli aveva donato.
Daniela Raspollini




Un nuovo gioiello di arte e fede nel cuore della città

Sabato 30 giugno sarà inaugurata la nuova chiesa Maria Madre Nostra del Centro MAiC di Pistoia. All’interno i mosaici e le pitture di Padre Marko Ivan Rupnik.

Una nuova chiesa interamente decorata con mosaici, pitture e vetrate è il cuore del Centro di Riabilitazione della Fondazione MAiC di Pistoia recentemente ampliato e rinnovato per intero.

La nuova chiesa, che sostituisce un più piccolo oratorio annesso al vecchio Centro, è un’aula unica orientata secondo la direttrice di via don Bosco, ed è in grado di ospitare più fedeli, con la possibilità di ampliare lo spazio grazie a grandi porte a vetri sul lato sinistro. L’aula è un ambiente privo di barriere architettoniche, impreziosito da una decorazione di grande bellezza e suggestione. La nuova chiesa diventa il punto di riferimento per l’intera attività della Fondazione, perché la sua presenza sottolinea il valore della dimensione spirituale in un cammino di riabilitazione integrale.

Nella chiesa, inoltre, si svolgerà l’attività liturgica dell’Associazione Maria Madre Nostra, sorta nel 2004 per volontà di don Renato Gargini, fondatore, animatore e assistente spirituale dell’odierna Fondazione MAiC. L’associazione Maria Madre Nostra ha interamente finanziato la decorazione e gli arredi liturgici, nell’intento di offrire a ragazzi disabili, a familiari, volontari e fedeli un ambiente bello e raccolto, capace di guidare alla preghiera e alla contemplazione.  L’associazione, infatti, è sorta all’interno del Centro MAiC come organizzazione di volontariato ed è riconosciuta dal vescovo di Pistoia quale organizzazione privata di fedeli che ha lo scopo di sostenere, in ogni forma, i percorsi di vita delle persone con disabilità, attraverso attività di tipo catechistico, liturgico, assistenziale, formativo di giovani volontari.

La decorazione è stata affidata a padre Marko Ivan Rupnik, gesuita sloveno, teologo docente alla Pontificia Università Gregoriana, nonché artista di fama internazionale. Sono suoi, ad esempio, i mosaici con i misteri della Luce realizzati per l’esterno della Basilica del Santuario di Lourdes, ancora suoi quelli che decorano la grande aula liturgica del Santuario di Fatima e, più vicino a noi,  il ciclo realizzato per la Basilica di San Pio da Pietrelcina a San Giovanni Rotondo.

L’arte di Rupnik è ormai una cifra universalmente apprezzata, capace di coniugare riferimenti alla tradizione orientale e medievale, con la modernità di un linguaggio decorativo che richiama l’astrazione. Una teologia per immagini capace di parlare a tutti, nonostante la ricchezza di riferimenti e la profondità di senso delle immagini. A Pistoia Rupnik ha realizzato in mosaico tre scene che accompagnano lo spazio presbiterale: Gesù Crocifisso, raffigurato in veste di sacerdote accompagnato dalla Vergine Maria/Chiesa che raccoglie  e offre il calice con il sangue del Figlio e l’Assunzione della Vergine Maria, nella versione iconografica orientale e medievale che prevede la dormizione della Vergine. L’anima di Maria, giunta al termine della sua vicenda terrena, è infatti accolta in aspetto di bambina dal Figlio. Infine, l’artista e la sua equipe, hanno realizzato una discesa agli inferi, in cui Cristo risorto sottrae dalle fauci della morte i progenitori.

Lungo la parete destra è raffigurata in pittura a monocromo una Madonna della tenerezza in piedi, e sulla parete di fondo, che sarà presto arricchita da una grande organo donato da Mons. Umberto Pineschi, è raffigurata, sempre a monocromo, la Parusia, cioè il ritorno glorioso di Cristo, alla presenza di santi significativi per la realtà dell’Associazione Maria Madre Nostra, tra cui Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein), San Giovanni Paolo II, i Santi pastorelli di Fatima Giacinta e Francesco e il servo di Dio Giorgio la Pira.

Tutti i lavori, parzialmente realizzati nell’atelier del Centro Aletti di Roma, sono stati diretti da Marko Ivan Rupnik e dalla sua equipe di collaboratori e portati a termine in breve tempo attraverso un sapiente lavoro di squadra. Gli artisti, che all’opera ricordano una bottega medievale, condividono con Padre Rupnik un vero e proprio cammino di fede, conducendo vita in comune e sperimentando un originale sodalizio artistico e spirituale.

Rupnik e i suoi collaboratori hanno anche realizzato l’altare, l’ambone, le panche e gli altri arredi liturgici, completando un ambiente unitario e coerente, liturgicamente fondato e funzionale.

La mattina di Sabato 30 giugno sarà interamente dedicata all’inaugurazione della chiesa. Alle ore 9.30 è previsto il taglio del nastro alla presenza delle autorità, alle 10.30 la messa presieduta dal vescovo di Pistoia Fausto Tardelli, durante la quale sarà benedetta la chiesa e consacrato l’altare. Concelebrerà la santa Messa anche il vescovo di Pescia Mons. Roberto Filippini. Dopo la celebrazione seguirà un aperitivo. Nel pomeriggio, a partire dalle ore 15.30, la chiesa sarà aperta all’intera cittadinanza per visite guidate gratuite offerte dai giovani volontari dell’associazione Maria Madre Nostra.

Con l’inaugurazione della nuova chiesa è ormai definitivamente chiuso il cantiere del nuovo Centro “fratelli Carrara” della Fondazione Maria Assunta in Cielo. I lavori, avviati nel 2009 con la posa della prima pietra alla presenza di don Renato Gargini e del compianto vescovo Mons. Mansueto Bianchi, consegnano alla città una realtà unica e vivace, che attraverso la bellezza delle forme e degli ambienti vuole aiutare a scoprire e apprezzare la bellezza preziosa di tanti fratelli e sorelle più deboli e fragili.

(comunicato)




Due giorni del clero

Un momento di fraternità per raccontarsi e condividere fatiche, attese e prospettive future della Diocesi di Pistoia

Martedì 19 e Mercoledì 20 Giugno prossimi presbiteri e diaconi della Chiesa di Pistoia saranno  impegnati nella due giorni del clero che quest’anno si svolgerà presso la struttura diocesana “La Palazzeta – Casa per Ferie” in località La Mazzanta a Cecina (Li).

La due giorni è un momento importante per fare fraternità e per riflettere sulle prospettive del cammino pastorale diocesano. Questi due giorni offriranno l’occasione di mettersi  in ascolto della vita diocesana nell’anno passato, a tutti i suoi livelli: quello personale dei ministri ordinati, quello delle parrocchie e delle comunità ecclesiali, quello della diocesi, dei vicariati e degli uffici pastorali.

Le relazioni previste nella due giorni, che affronteranno temi chiave della vita diocesana, vogliono invitare a riconoscere nelle esperienze vissute i segni dello Spirito che manda avanti la storia della Chiesa e del mondo. Mossi dalla fede siamo infatti convinti che è Lui, lo Spirito, il protagonista della vita ecclesiale e che solo imparando a riconoscere la sua voce, possiamo davvero camminare nella via del Vangelo.

I due giorni alla Mazzanta, che vedranno la guida e la compagnia del vescovo e dei confratelli, nel conforto della preghiera comune e del dialogo fraterno, permetterano al clero pistoiese di confrontarsi non solo sull’anno passato ma anche su quello prossimo, dove in modo particolare la Chiesa di Pistoia è chiamata a costruire una chiesa sempre più fraterna e missionaria, secondo le indicazioni del programma pastorale diocesano per l’anno prossimo.

(Redazione)