In aiuto del territorio: il rendiconto diocesano 2022

Dove sono destinati i contributi derivanti dall’8xmille nella Chiesa di Pistoia

L’8xmille non sostiene solamente la Chiesa cattolica, ma anche tanti progetti dei territori di appartenenza e l’intero tessuto socio-economico. La presentazione del rendiconto 2022 della Diocesi di Pistoia è l’occasione per approfondire i progetti e le aree finanziate direttamente ma anche per vedere gli effetti ad ampio raggio dello strumento principale per poter contribuire a tutto ciò, cioè le firme dell’8xmille in sede di dichiarazione dei redditi.

«Con l’8xmille riusciamo a sostenere tutti i progetti di carità sul territorio sottolinea l’economo diocesano, Elisabetta Fedi – ma anche la parte pastorale e strutturale che ha, anch’essa, un importante impatto sul territorio. In questa seconda voce rientrano ad esempio anche i fondi per la manutenzione e l’apertura delle chiese, per i quali non riceviamo alcun altro tipo di sostegno, ma che si rendono necessari per poter fruire del patrimonio artistico-culturale, e dunque sono fondamentali anche per sostenere il turismo».

Come sottolineato anche nella nota a sostegno del rendiconto 2022, i fondi Cei costituiscono la risorsa fondamentale per il sostentamento della Chiesa locale e la realizzazione dei progetti pastorali e caritativi. Le assegnazioni effettuate purtroppo non hanno potuto rispondere a tutte le numerose e motivate richieste pervenute in Curia, per cui nella scelta è stata privilegiata la scelta dell’alternanza e dell’urgenza.

I fondi destinati alla Diocesi di Pistoia nel 2022 sono stati: per culto e la pastorale complessivamente 645.310,16 euro e per la carità 614.056,62 euro. Nelle azioni di carità è stato privilegiato il criterio progettuale, secondo un percorso intrapreso già da anni, in particolare verso quelle realtà che intervengono a sostegno delle famiglie e dei singoli per fronteggiare il perdurare della crisi economica.

«Il numero di interventi – sottolinea la nota – sia in diocesi che nelle realtà locali parrocchiali, continua a evidenziare il perdurare delle situazioni di difficoltà descritte nel dossier Caritas annuale, per le quali il sostegno dei fondi dell’8xmille è fondamentale. Un contributo significativo è stato erogato alle associazioni che si occupano di disagio e marginalità come il recupero degli ex detenuti, il sostegno alle persone diversamente abili o con difficoltà di inserimento sociale, l’assistenza agli extracomunitari. Continua l’impegno diretto nei confronti dell’accoglienza agli immigrati, alcuni ospitati in strutture in uso alla diocesi, realizzato con il coordinamento della Caritas diocesana.

A livello di Caritas si è continuato a prestare una particolare cura a tutte le attività ormai consolidate: mensa dei poveri, centro distribuzione vestiario, Emporio solidale, centri di ascolto diocesano e zonali. È attivo un supporto sanitario, psicologico, legale. Sono stati finanziati inoltre progetti rivolti alla tutela della persona: dai minori, alle ragazze madri e al recupero delle donne vittime della tratta.

Riguardo il sostegno alle famiglie sono stati erogate somme importanti per far fronte all’aumento delle spese energetiche e al caro affitti». Importante il supporto di molti privati che hanno aderito con offerte continuative a sostegno dei progetti solidali proposti dalla Caritas diocesana. Una parte dei fondi disponibili sono stati destinati a enti diocesani ed una parte alle parrocchie, con particolare attenzione a quelle in difficoltà perché situate in zone economicamente disagiate o di piccola dimensione. Preoccupa, infine, il costante aumento delle parrocchie che incontrano difficoltà anche nel sostenere la gestione economica ordinaria.




Diario del Sinodo. I “modi” proposti e respinti (finora)

L’assemblea generale di giovedì 15 non ha concluso il lavoro. I sinodali sono nuovamente convocati martedì 20 alle 21.

Nell’assemblea generale di giovedì 15 giugno i sinodali erano chiamati a votare le proposizioni formulate dopo gli incontri nei circoli minori e sottoposte alle richieste di modifica (i cosiddetti “modi”) pervenute alla segreteria del Sinodo con il sostegno di almeno 20 firmatari.

Il regolamento prevede tre possibilità di voto: “placet” per accogliere la proposizione così com’è uscita dal lavoro dei circoli minori; “non placet”, per rigettarne interamente il contenuto ed eliminarla dal testo finale; “placet iuxta modum” per accoglierla con una delle modifiche proposte.

Nell’assemblea di giovedì 15, quando la maggioranza ha espresso il voto in favore del “modum” gli estensori dei “modi” sono stati chiamati a presentarlo in poche parole, senza superare i tre minuti di tempo. Le proposte sono quindi state votate dall’assemblea. Quando non si sono raggiunti i due terzi dei presenti la votazione è stata ripetuta nel desiderio di una più ampia convergenza.

Nella prossima assemblea generale di martedì 20 giugno i sinodali sono chiamati a concludere il proprio confronto sulle modifiche pervenute alla Segreteria del Sinodo. Complessivamente i “modi” presentati sono stati 37.

Alcuni prevedono delle ampie riscritture delle proposizioni, altri delle piccole integrazioni, altri ancora propongono di tagliare o sintetizzare il testo. Gli estensori sono 14, alcuni dei quali, comprensibilmente, sostenitori di più proposte. Giovedì scorso sono stati accolti 9 “modi” su 19.

Il voto di giovedì 15 giugno

Le votazioni hanno seguito l’ordine delle proposizioni. Nella prima proposizione (L’attesa di Vangelo) i modi riguardavano il paragrafo intitolato “Nuovi cammini educativi” ec presentavano da una parte il riferimento alla famiglia, evidenziando il bisogno che sia accompagnata, educata, sostenuta nel cammino della vita cristiana, durante la preparazione al sacramento ma anche dopo le nozze (Paolo Pierattini e Paola Brachi, approvata dall’assemblea con 186 placet). Si fa presente, inoltre, l’esigenza di promuovere e sostenere il valore del matrimonio sacramentale indissolubile tra uomo e donna,  per trasmetterne la bellezza e il fondamento nella Rivelazione (Laura Dabizzi; non accolta).

In merito alla proposizione 2, dedicata al “tempo che stiamo vivendo”, c’è chi richiedeva di leggere nella pandemia più che una causa dei numerosi cambiamenti in atto nella società, la spinta ad una accelerazione del cambiamento (Luca Biagini, respinta) e chi invitava a ribadire la “differenza” cristiana che si esprime nell’apertura al trascendente e alla fede (Laura Dabizzi, accolta con 172 placet). Nel paragrafo 2.2 è stata accolta invece la proposta di Alessandro Galardini che proponeva di spostare il primo paragrafo all’inizio della proposizione numero 8 (accolta con 167 placet, ma resta da verificare se nella proposizione 8 sia da accogliere o meno l’integrazione), nel paragafo 2.3 è invece stata accolta un’ulteriore proposta di Biagini che prevede una semplificazione del testo e di dare meno rilievo alla pandemia e alle crisi in atto nel mondo contemporaneo (accolta con 181 placet).

La terza proposizione, incentrata sull’attesa di relazioni umane significative, vedeva tre richieste più rivolte all’integrazione del testo che al suo cambiamento, nell’apertura alla dimensione  più spirituale, al valore della preghiera e della dimensione eucaristica nella vita dei fedeli (paragrafo 3.1, Giordano Favillini, approvata con 194 placet) come circa l’impegno dei credenti in ambito sociale (paragafo 3.2, Alessandro Galardini, accolta con 162 placet).

Circa la quarta proposizione, incentrata sul tema della fraternità, i “modi” proposti da Suor Giovanna Cheli intendevano illustrare più ampiamente il tema, valorizzandone la priorità nell’ambito della vita delle comunità cristiane (paragafo 4.1, accolta con 213 placet) come nella vita religiosa (paragrafo 4.2, accolta con 263 placet).

La quinta proposizione, dedicata a le attese della famiglia è stata oggetto del maggior numero di proposte di modifica (10). Alcuni aspetti già segnalati nelle richieste sono emersi nuovamente: dall’esigenza di una maggiore cura nell’accompagnamento al matrimonio (Alessandro Gori, accolta al paragafo 5.1 con 137 placet), alla riaffermazione del valore della famiglia fondata sul matrimonio indissolubile fra uomo e donna (Laura Dabizzi, non accolta), dalla semplificazione e traduzione più positiva del paragrafo inerente la “latitanza” delle famiglie dalla vita parrocchiale (Giovanna Cheli, accolta con 176 placet), al ruolo delle aggregazioni laicali e dei movimenti in ordine all’accoglienza delle famiglie a alla catechesi (Andrea Mattonelli, non accolta), fino ad una sostanziale riscrittura del testo nel desiderio di presentare la famiglia alla luce della relazione di coppia e del protagonismo degli sposi (Piero Pierattini e Paola Brachi, non accolta). Ulteriori proposte sono arrivate nel paragrafo che tocca le fragilità familiari: con integrazioni (Piero Pierattini – Paola Brachi, non accolta), aggiunte importanti legate al magistero di papa Francesco in Amoris Laetitia (Alessandro Gori, non accolta), all’invito a leggere segni positivi anche nelle situazioni familiari fragili o cosiddette “irregolari” (Michela Cinquilli, non accolta) ad una impegno potremmo dire più militante sulla morale familiare, nell’intento di difendere e promuovere il matrimonio sacramentale e indissolubile (Laura Dabizzi, non accolta).

Giovedì l’assemblea si è fermata alla discussione di queste proposizioni rimandando a martedì 20 la conclusione dei lavori che presentano ulteriori e importanti temi da dibattere.

Il voto di martedì 20 giugno

Martedì 10 il lavoro dei sinodali riprenderà a partire dalla proposizione numero 6, dal titolo “La donna. Dono e corresponsabilità”, che risulta tra quelle che hanno raccolto più proposte di modifica. Tutti d’accordo nel sottolineare il valore e l’impegno, ma diverse le prospettive: da chi chiede un più deciso riconoscimento del ruolo della donna con integrazioni (Alessandro Galardini) o importanti riscritture (Michela Cinquilli) a chi ritiene più opportuno togliere il riferimento al diaconato femminile (ancora oggetto di discussione da parte del magistero) a chi invoca l’introduzione di tematiche più inerenti il genere (Diego Pancaldo).

Soltanto una la proposta di modifica per la settima proposizione, dedicata alle attese dei giovani e degli anziani, che intende sottolineare il ruolo educativo della Chiesa (Laura Dabizzi) e per l’ottava, riguardante le attese dei migranti per la quale Alessandro Galardini chiede un’integrazione rivolta a specificare la complessità delle cause del fenomeno migratorio.

L’ultima proposizione, la nona (l’attesa di una Chiesa nuova) vede molti “modi” (8). La maggior parte prevede delle integrazioni, riguardanti il ruolo dei presbiteri (Piero Pierattini – Paola Brachi), il valore del patrimonio artistico, archivistico e culturale (Mariangela Maraviglia – Mauro Banchini), la tutela dalla vita e la morale familiare e un maggior impegno di apostolato attivo del laicato (Laura Dabizzi), la necessaria conoscenza della Dottrina sociale della Chiesa (Andrea Mattonelli), l’attenzione alla pastorale giovanile con la presenza di educatori formati nelle parrocchie (Alessandro Gori), il valore della dimensione eucaristica (Laura Pozzi), la sostituzione di un intero paragrafo dedicato all’impegno dei laici è invece invocata da Luca Biagini che propone di sostituirlo con una citazione dal documento “i laici dopo il Concilio. Dichiarazione finale della Terza Assemblea dei Vescovi Italiani” (1968).




Il nuovo testo di lavoro del Sinodo

Presentato il nuovo Instrumentum laboris modificato dopo i Circoli Minori. Tutte le novità del testo rivisto dai Sinodali

Venerdì 9 giugno, all’Assemblea plenaria del Sinodo Diocesano è stato presentato il testo dello Strumento di lavoro modificato dopo il lavoro dei Circoli Minori. Si tratta di un testo non definitivo, una bozza che in occasione della prossima assise, prevista per giovedì 15 giugno, sarà sottoposta a modifiche, tagli o integrazioni.

Don Cristiano D’Angelo, vicario generale della Diocesi, ha illustrato il nuovo testo di lavoro segnalandone le novità.
I principali cambiamenti sono i seguenti: in primo luogo lo spostamento dell’ultima proposizione, quella dedicata alla “memoria grata” che è stata estratta dalle proposizioni e posta come introduzione al testo. Posta all’inizio lascia emergere il tono positivo dell’approccio al lavoro. Un altro spostamento importante è quello legato alla prima proposizione, intitolata “Attesa di Vangelo” , prima quasi al termine, ora inserita come prima proposizione, così da fare dell’Attesa di Vangelo, il punto di vista principale dell’intero lavoro.

Nella prima proposizione inoltre, sono stati esplicitati in un nuovo paragrafo “i nuovi cammini educativi” che è chiamata a proporre la Chiesa. Altro importante cambiamento è l’introduzione di una proposizione dedicata alla famiglia e l’attenzione a un tono più positivo, che abbandona il ruolo e il peso della “coda pandemica”. Altri cambiamenti prevedono alcune aggiunte o ritocchi ai paragrafi.

L’ATTESA DI VANGELO

La prima proposizione vede semplificato il titolo e aggiunta una maggiore insistenza sull’esigenza di ridire la centralità del Vangelo e di proporlo come buona notizia per tutti, nella consapevolezza che il Vangelo rende “tutti” discepoli (preti, suore, religiosi, laici…). È stata poi aggiunto un riferimento alla bellezza dell’esperienza sinodale, con l’invito a una cura più stabile della vita spirituale.

Nuovi cammini educativi

Il secondo paragrafo, dedicato ai nuovi cammini educativi presenta un’aggiunta più ampia che propone di investire in questo ambito con un ampio coinvolgimento, evidenziando la novità di uno stile di accoglienza che permetta al messaggio evangelico di poter essere più facilmente riconoscibile. L’oggetto di questi nuovi cammini è il Vangelo nel suo stretto rapporto con la vita quotidiana. Il testo richiede poi, di avere dei contenuti educativi comuni, nell’iniziazione cristiana come in altri ambiti, pur lasciando spazio alla creatività. Allo stesso tempo è stato sottolineato il tema del linguaggio, oggetto di numerose segnalazioni che spingono all’uso di un linguaggio più comprensibile e inclusivo.

IL TEMPO CHE STIAMO VIVENDO

La nuova seconda proposizione, dedicata al “Tempo che stiamo vivendo” ha ridotto il riferimento alla pandemia; il paragrafo è stato asciutto e integrato con il tema della guerra e quello della crisi energetica, della conversione ecologica, della crisi ambientale. Gli aspetti negativi individuati nel testo sono stati ritenuti presenti nella società odierna indipendentemente dalla pandemia, che semmai li ha evidenziati.

L’ATTESA DI RELAZIONI UMANE SIGNIFICATIVE

Nella terza proposizione, dedicata ai legami fondamentali, è stato aggiunto il tema della iperconnessione e il senso di solitudine e di smarrimento che si vive nel nostro tempo. Si parla di solitudine subita e isolamento voluto, cercando di mettere in risalto non soltanto gli aspetti negativi ma anche quelli positivi, cioè l’impegno a farsi prossimi agli altri. Si parla poi del prendersi cura, inteso come una grande benedizione, per chi la offre e chi la riceve. Infine il testo presenta la bellezza e la consolazione che derivano dal riconoscersi l’uno nell’altro.

L’ATTESA DI COMUNITÀ FRATERNA E MISSIONARIA

La quarta proposizione, legata all’attesa di fraternità, vede una semplificazione, cercando di limitare le parole e fare più chiarezza. Si è cercato di mettere più in risalto la vita consacrata specificandone la ricchezza delle espressioni, con l’aggiunta del tema della testimonianza.

L’ATTESA DI FAMIGLIA

La quinta proposizione è completamente nuova, ed è dedicata alla famiglia. Si valorizza il ruolo fondamentale e insostituibile della famiglia, pur tenendo conto dei grandi cambiamenti del nostro tempo. Si sottolinea la fatica o l’assenza della trasmissione della fede nelle famiglie che contrasta con il fenomeno della richiesta di sacramenti che pure non sempre corrisponde ad una crescita della fede. Emerge una certa impreparazione ad affrontare i cambiamenti nelle famiglie. Si auspica un’attenzione alle famiglia, una creatività pastorale nei confronti delle famiglie, presentate in tutta la loro varietà e complessità (coppie dello stesso sesso, separate, conviventi..).

LA DONNA. DONO E CORRESPONSABILITÀ

La sesta proposizione, dedicata alla donna, è una delle più discusse ed è stata riscritta in maniera piuttosto importante. Il primo cambiamento riguarda il termine di corresponsabilità, a cui i sinodali hanno preferito il termine reciprocità o complementarietà. Nel testo è poi ribadito come soltanto a partire dalla radice l’uomo e la donna sono chiamati ad avere un ruolo e un servizio nella realtà ecclesiale. Sono stati poi criticati termini come “empatia”, “capacità di ascolto”, intesi come tipicamente femminili. Molti gruppi li ritenevano superati dalla mentalità di oggi. Infine si indica una novità, la necessità di una teologia della donna, con riferimento al ruolo della donna e al diaconato femminile. Sono emerse su questo punto molte divergenze: frutto delle posizioni del clero, poco avvezzo a conoscere le donne? Frutto di considerazioni ancora sessiste?

LE ATTESE DEI GIOVANI E DEGLI ANZIANI: ASCOLTO, CURA E INTERGENERAZIONALITÀ

Nella settima proposizione si parla di giovani e anziani. Anche in questo caso sono piuttosto importanti le modifiche apportate. Si è ritenuto di dover attenuare le conseguenze della pandemia, evidenziando anche gli aspetti positivi del mondo giovanile, capace di risorse, di impegno, di creatività. È stata poi riconosciuta l’esigenza di nuovi spazi educativi e di proporre percorsi educativi per quei giovani che la società mette ai margini. In questa proposizione sono emerse due posizioni diverse tra i sinodali: quella di chi contesta e critica i social media e quella di chi ne sottolinea le possibilità. Dei giovani si evidenzia comunque il desiderio di Dio, di risposte di senso. Si ritiene che, pur all’interno di proposte dedicate, proprie di pastorale giovanile, la realtà giovanile debba essere oggetto dell’interesse di tutta la comunità. Allo stesso tempo i giovani sono stati considerati essi stessi protagonisti e non solo destinatari della proposta cristiana.

I giovani e il tempo libero

Nel paragrafo dedicato ai giovani e il tempo libero si è cercato di valorizzare il ruolo della scuola e l’esigenza di proporre percorsi abitabili da giovani e anziani.

Gli anziani, i giovani e l’intergenerazionalità

Degli anziani è stato ribadito il ruolo educativo, la ricchezza narrativa, l’importanza di creare occasioni di incontro e socialità tra generazioni diverse.

LE ATTESE DEI MIGRANTI

L’ottava proposizione, dedicata alle attese dei migranti, vede un cambiamento nel titolo dove si legge “Tutti siamo stranieri”. Nel testo si è poi passati dal fenomeno dei “migranti” al fenomeno “delle migrazioni”, per indicare un fatto epocale e non soltanto episodico o legato a certi individui. Il nuovo testo segnala alcune cause delle migrazioni per avere una lettura più completa del fenomeno, che i cristiani dovrebbero imparare a vedere in maniera diversa, impegnandosi a conoscere senza giudicare.

Altra novità riguarda il tema del dialogo religioso, ecumenico ed interreligioso, quale sfida e opportunità. È stato infine aggiunto il tema della inclusione, perché l’accoglienza cioè sia inclusiva, capace di rendere le persone partecipi a pieno titolo delle nostre comunità. Una frase intera, alla conclusione, invita a riconoscere nei migranti dei portatori di ricchezze, di conoscenza, di tradizioni.

L’ATTESA DI UNA CHIESA “NUOVA”

L’ultima proposizione vede nel testo una particolare attenzione all’attesa di una Chiesa nuova non soltanto per come dovrebbe essere per quelli che sono “fuori”, ma anche per quanti stanno “dentro”: una Chiesa cioè attenta ai suoi rapporti ad extra e ad intra.
Il paragrafo successivo parla di una Chiesa in ascolto e accogliente per spiegare meglio cosa intendere con il precedente “attenta”. Il nuovo testo sottolinea il bisogno di maggiore benevolenza tra i membri delle diverse comunità. Sono state evidenziate alcune situazioni concrete, segnalando il ruolo di movimenti, associazioni e delle realtà diverse presenti nella Chiesa. Alcuni sinodali hanno inteso un po’ ideali alcuni passaggi dello strumento di lavoro, laddove si parla della Chiesa come “laboratorio di fraternità”. Un’espressione che vuole includere però, tutto il bene che comunque si fa nelle parrocchie, indipendentemente dai limiti che in essa si vivono e da quanto si può sperimentare nel mondo. È stato poi abbreviato e sottolineato come i piccoli paesi siano per certi versi avvantaggiati nel creare occasioni di incontro tra generazioni e persone diverse, evidenziando l’importanza delle piccole realtà periferiche. È stata richiesta una maggiore unità nei cammini pastorali diocesani che potrebbe essere sanata con una maggiore sinodalità.

Una Chiesa “anima” del mondo. Il ruolo dei laici

Sono stati poi ampiamente riscritti i paragrafi dedicati ai laici, da non vedere primariamente come un aiuto al Clero. È infatti la radice battesimale che implica una vocazione missionaria dei laici, chiamati a costruire il Regno di Dio. Tra gli impegni dei laici nella costruzione del Regno è stato aggiunto l’ambito del lavoro e della cura del Creato.

Una Chiesa ministeriale

Laddove si parla di Chiesa ministeriale, si è sottolineato l’impegno dei laici all’interno della Chiesa. Si è preferito parlare di ministerialità in generale piuttosto che distinguendo tra quella maschile e femminile perché i ministeri sono indipendenti dal genere. Si è sottolineato di più il bisogno, l’attesa di comunità prive di presbiteri, evidenziando il bisogno di guide della comunità, sottolineando il bisogno di formazione per chi è chiamato a guidare una comunità (diacono, accoliti, laici) nell’intento di evitare il clericalismo, non soltanto proprio dei preti ma di chi interpreta il ministero come uno spazio di potere. Spiritualità e formazione sono proposte come rimedi.

Una Chiesa fraterna. Il servizio dei presbiteri

Infine nel paragrafo dedicato al servizio dei presbiteri si è preferito non sottolineare troppo la mancanza di preti, per evitare di leggere la ministerialità come rimedio della mancanza di clero piuttosto che come espressione di doni e carismi. Si parla, infine dell’esigenza di una maggiore condivisione e partecipazione nell’azione pastorale. È rimasta nel testo la nota relativa al fatto che l’insistenza sulla ministerialità aiuterebbe il clero a vivere meglio la propria identità.

COME PROCEDE IL LAVORO DEL SINODO

Il testo potrà essere recepito così com’è, oppure modificato secondo alcune proposte dette “modi”. Tutte le singole proposizioni saranno oggetto di votazione, ma fino a martedì 13 potranno essere presentate modifiche da parte dei sinodali comunicandole tramite mail all’indirizzo sinodo@diocesipistoia.it.
Le proposte saranno quindi condivise online per essere oggetto della discussione nella prossima assemblea generale, dove le proposte di modifiche saranno accompagnata dalla presentazione – non superiore ai tre minuti – dell’estensore.




Chiusa temporaneamente la Chiesa di Carmignano

Causa controlli di sicurezza strutturale la chiesa dei SS. Michele e Francesco di Carmignano (Prato), dove è custodita la celebre Visitazione di Pontormo, non è accessibile fino a nuova comunicazione.

Le celebrazioni sono spostate nella adiacente Compagnia di San Luca con i seguenti orari: Martedì-sabato: ore 18
Domenica 8-11.

Per info:

el_logos@live.it




In Seminario i giovani di tre diocesi per stare “Attorno a Lui”

Domenica 11 giugno in Seminario a Pistoia una serata dedicata ai giovani dal titolo “Attorno a Lui”. Un incontro davvero speciale perché riunirà i giovani di tre diverse diocesi e i loro pastori: Mons. Fausto Tardelli (Pistoia), Mons. Roberto Filippini (Pescia), Mons. Giovanni Nerbini (Prato).

L’incontro parte alle 18 con un momento di accoglienza, poi ci sarà il lancio del tema con don Alessandro Clemenzia, vice rettore del Seminario di Firenze, poi la divisione in tre gruppi, uno per ogni vescovo, per un dialogo insieme. Dopo la cena al sacco è quindi previsto un momento di festa finale. Per accedere in Seminario l’ingresso è da Via Bindi, attraverso il cancello che porta all’antico Monastero Olivetano.

Per partecipare non c’è bisogno di iscriversi. Per info: restiamoinsiemepg@gmail.com

 




Corpus Domini 2023

Domenica 11 giugno, per la Solennità del Corpus Domini, S. E. Mons. Fausto Tardelli presiederà la Celebrazione eucaristica in Cattedrale alle ore 10.30.

A Seguire, dopo la Messa, la Processione eucaristica per le vie del Centro Storico. Tutta la popolazione è invitata a partecipare.

In centro, per favorire la partecipazione alla Messa con il Vescovo e alla processione sono sospese le seguenti messe: San Bartolomeo ore 10, Sant’Andrea ore 10.30, San Francesco ore 11.15, San Paolo ore 11.30.




Diocesi, sei parroci ‘cittadini benemeriti’ a Quarrata

Il Vescovo di Pistoia sulla delibera approvata dal Comune di Quarrata: «riconosciuta l’opera importante dei sacerdoti, un riferimento sociale per i territori»

«Come Vescovo non posso che essere estremamente contento se dei sacerdoti vengono ricordati per la loro preziosa opera, per quello che hanno fatto per le parrocchie che hanno servito. Questo riconoscimento, per cui ringrazio il Comune di Quarrata e l’importante opera delle comunità che l’hanno promosso, è importante perché è anche un invito ad avere maggiore attenzione all’opera silenziosa dei parroci, spesso non considerata o ritenuta superflua».

Con queste parole il Vescovo di Pistoia, monsignor Fausto Tardelli, commenta la delibera del Comune di Quarrata che – su indicazione delle comunità parrocchiali – ha insignito del titolo di ‘cittadini benemeriti’ sei storici parroci del territorio quarratino: don Dino Lucchesi, don Patrizio Guidi, don Alfredo Nesi, don Mauro Baldi, don Aldemiro Cinotti, don Aldo Ciottoli.

I sei parroci sono stati protagonisti, con il loro grande impegno, della rinascita e del sostegno alle loro comunità in momenti di bisogno come quelli delle guerre e del secondo dopoguerra.

«L’opera di questi sei sacerdoti – prosegue il Vescovo Tardelli – è il miglior esempio di quel richiamo alla ‘chiesa in uscita’ tante volte richiamato in questi mesi che caratterizzano il nostro percorso all’interno del XX Sinodo della Chiesa di Pistoia. Il ministero del sacerdozio è importante per la società ed è presente, con tutti i suoi limiti, ancora oggi sui nostri territori, dalla montagna fino alla valle dell’Arno. Speriamo che questi esempi possano in qualche modo aiutare i giovani ad intraprendere questa strada e ad avere nuove vocazioni».

Pistoia, 01 giugno 2023

 

Chi sono i sei nuovi cittadini benemeriti

Don Aldemiro Cinotti era nato il 30 maggio 1914 a Castra, presso Limite sull’Arno. Per 73 anni è stato parroco di Santonuovo. Ordinato presbitero nel 1940 dopo tre anni fu inviato nel paese del comune quarratino dove ha lavorato e vissuto tutta la vita, fino alla morte, che lo ha colto all’età di 99 anni il 18 dicembre 2013. Convinto promotore delle novità pastorali promosse dal Concilio Vaticano II seguì con grande dedizione la comunità di Santonuovo preoccupandosi della fondazione del circolo Mcl, del rinnovo dei locali parrocchiali e di numerose e coinvolgenti attività estive. Don Cinotti ha svolto dal 1987 al 2012 anche l’incarico di Cancelliere presso la Curia Vescovile. A lui è dedicato un concorso di poesia e letteratura di ambito nazionale.

Mons. Aldo Ciottoli era nato a Ferruccia il 19 gennaio 1915. Ordinato presbitero il 18 maggio 1940 fu cappellano a Montale fino al 16 febbraio 1942 quando fu nominato parroco di Pracchia. Qui rimase fino al 1951, anno in cui giunse a Quarrata, dove svolse tutto il suo restante ministero. Morì il’8 agosto 1996. «È quasi impossibile distinguere la storia di Quarrata, in questi 45 anni, dalla stesa storia di Mons. Ciottoli», affermava il vescovo Scatizzi in occasione dell’omelia per le esequie. A Quarrata ha lasciato una traccia profonda nell’accompagnamento pastorale della cittadina in pieno boom economico, nel restauro e nella commissione degli affreschi per la Chiesa di Santa Maria Assunta, come nella costruzione della Casa OAMI. Forbito oratore e generoso con i poveri morì con un’offerta in mano, da dare a un povero che lo aspettava fuori.

Don Alfredo Nesi era nato il 24 febbraio 1915. Trascorse l’infanzia in Francia, insieme ai genitori, emigrati per lavoro in Lorena a Moyeuvre Grande. Ad undici anni entrò nella Pia Società San Paolo di Alba, poi continuò gli studi a Piacenza, presso gli Scalabriniani. Per la precoce morte del padre si trasferì vicino alla madre a Pistoia dove entrò nel Seminario diocesano. A Pistoia fu ordinato presbitero nel 1938. Nel 1940 fu inviato come cappellano per gli operai italiani attivi nelle industrie del Reich. Operò nelle fabbriche metallurgiche non lontano da Mathausen. Accusato di antinazismo, pur di non abbandonare il suo apostolato in mezzo agli operai fu inviato in domicilio coatto a Stettino. Nel 1945 fu trasferito a Danzica in piena avanzata russa. Imprigionato durante l’occupazione sovietica potè fare ritorno in Italia soltanto nel 1945. Nel 1946 fu quindi inviato a Campo Tizzoro, dove rimase per trentadue anni, fino al 1978, in un contesto operaio strettamente legato alle industrie Orlando. Dal 1978 fu parroco a Campiglio di Quarrata, dove fu profondo cultore di storia locale. Nella Biblioteca comunale di Quarrata è custodito un fondo con la sua ricca biblioteca.

Don Dino Lucchesi era nato a Vinci il 9 novembre 1923. Ordinato il 29 giugno 1946, dopo il servizio da cappellano a Capraia e poi, da parroco al Melo, fu inviato a Vignole nel 1955 dove rimase fino al 1976. In quell’anno fu nominato parroco a Campiglio di Cireglio. Dal 1982 fu direttore dell’Ufficio missionario della Diocesi.  Morì il 10 aprile 2003.

Don Patrizio Guidi, era nato a Pistoia il 1 luglio 1938. È stato ordinato presbitero il 29 giugno 1962. Parroco dal 1 luglio 1972 della parrocchia dei santi Maria e Clemente di Valenzatico è stato consigliere ecclesiastico della Coldiretti di Pistoia, assistente spirituale dell’associazione San Martino De Porres e presidente dell’istituto diocesano per il sostentamento del Clero. Negli anni ha ricoperto ruoli di consigliere all’interno dell’associazione Pozzo di Giacobbe di Quarrata di cui è stato anche guida spirituale.  Attento alle esigenze e alle fatiche degli ultimi ha coltivato significative amicizie missionarie e operato a favore della Caritas diocesana e delle povertà del territorio. In parrocchia ha dedicato il suo impegno nella formazione dei giovani, rinnovato e restaurato i locali parrocchiali. Ha fatto proprio lo Spirito del Concilio Vaticano II, promuovendo esperienze pastorali importanti molto aperte alle condivisione e alla formazione del laicato. Animato da una profonda sensibilità ha pubblicato anche due volumi di poesie.

Don Mauro Baldi era nato alla Ferruccia il 14 ottobre 1939. Ordinato sacerdote nel 1962 fu prima inviato come cappellano a Montemurlo. Nel 1970 fu parroco a Oste di Montemurlo, dove rimase fino al 1996. Durante gli anni di Oste promosse la costruzione della nuova chiesa dedicata a Maria Madre della Chiesa e fu anche parroco a Tobbiana e Fognano. Dal 1996 è stato parroco a Quarrata, dove ha svolto servizio nella chiesa di S. Maria Assunta pur avendo responsabilità pastorale anche sulle comunità di Buriano, Lucciano, Violina, Santallemura. In ogni parrocchia ha lasciato un indelebile ricordo, attivandosi per realizzare numerosi restauri e interventi, preoccupandosi dei giovani con l’organizzazione dell’Oratorio e dei più poveri e anziani con la costituzione del Centro d’Ascolto e del Centro Anziani. Don Mauro Baldi morì a 72 anni nel 2011.




Nuovi orari di apertura per Archivi e Biblioteca Leoniana

A partire dal 5 giugno 2023 cambiano gli orari di apertura della Biblioteca Leoniana, Archivio Diocesano/Vescovile.

Dal 6 giugno archivi e biblioteca saranno aperti Martedì e Mercoledì nel seguente orario: 9-13 / 15-18.

Per informazioni e contatti: leoniana@diocesipistoia.it




Veglia di Pentecoste: l’invito del Vescovo ai sinodali

Quest’anno la Veglia si svolgerà nella chiesa di San Francesco sabato 27 maggio alle 21. Sono chiamati a partecipare soprattutto i padri e le madri sinodali e i fedeli del vicariato di città

Sabato 27 maggio alle 21 presso la Chiesa di San Francesco a Pistoia il vescovo Tardelli presiede la Veglia di Pentecoste. Un momento importante che si intreccia profondamente al cammino sinodale della Chiesa di Pistoia. Proprio in occasione della messa della Veglia dello scorso anno, ad inizio giugno 2022, venne infatti consegnata la Lettera Pastorale Convocati dallo Spirito che segnò, di fatto, l’inizio del lungo percorso di avvicinamento al Sinodo e fu il primo atto di formazione per moderatori e segretari per questo storico appuntamento della Chiesa di Pistoia.

Nell’ultimo incontro dei Circoli minori lo scorso 17 maggio il Vescovo ha ricordato il legame tra Pentecoste e Sinodo nel suo saluto in diretta streaming ai gruppi dei Circoli minori riuniti. «Guidati dallo Spirito – ha sottolineato Tardelli – entriamo dentro le esigenze del Vangelo di oggi, che la nostra comunità ci richiede e che cerchiamo di individuare insieme. Dobbiamo renderci conto delle nostre responsabilità nell’essere testimoni di quanto scritto nel Vangelo in questi tempi così complessi ».

«Continuiamo ad invocare lo Spirito Santo – ha aggiunto il Vescovo di Pistoia – continuiamo a pregarlo, continuiamo a chiedere la sua luce per guidare i nostri passi. Per questo è importante l’invito a vivere insieme, come sinodali ma più in generale come comunità, la Veglia di Pentecoste che si svolgerà nella chiesa di San Francesco il prossimo sabato per celebrare assieme l’Eucarestia, per chiamare a noi ancora una volta, tutti insieme, e con forza, la guida dello Spirito Santo per tracciare il nostro cammino».

«Invochiamo con fiducia la presenza dello Spirito – ha concluso Tardelli nel suo invito diretto ai sinodali, ma aprendo ed estendendo il suo appello a tutta la comunità pistoiese – perchè possa essere sempre on noi, facendolo trasparire anche nella stesura del documento che verrà poi presentato al termine di questa fase di confronto».

 




Scuola, povertà educativa e abbandono

L’Ufficio Scuola diocesano in un volume raccoglie le maggiori criticità del sistema. Il testo condiviso con il Cardinal Zuppi, le amministrazioni scolastiche ed istituzionali del territorio

 

“Uno strumento di lavoro, una pietra su cui appoggiare un primo passo da fare tutti insieme coinvolgendo tutta la comunità civile, aprire dibattiti, favorire approfondimenti”. Con queste parole il Direttore dell’Ufficio Scuola della Diocesi di Pistoia, Edoardo Baroncelli, presenta il testo “Un ramo di mandorlo – Il ruolo della scuola nella povertà educativa”, volume che raccoglie dati che gravano sul mondo scolastico e spunti di riflessione a più livelli.

“Un testo voluminoso, probabilmente di non agevole lettura – sottolinea Baroncelli – ma serve per cercare di stimolare, e fondare su alcuni dati, un dialogo e un confronto il più ampio possibile tra tutti i soggetti coinvolti nell’universo scolastico. I dati servono per farci capire in che direzione vanno le nostre scelte e le nostre azioni. La provincia di Pistoia purtroppo risulta nelle ultime posizioni in Toscana su molti degli indicatori decisivi: ultima per copertura di asili nido, ultima per numero di famiglie che dispongono di una connessione veloce. Serve un’azione urgente e accorta”.

Sugli asili nido – secondo i dati Istat – all’interno della provincia di Pistoia la situazione relativa alla presenza di posti è molto disomogenea. Solo 6 comuni su 20 superano la soglia Ue del 33%, mentre 10 centri si trovano al di sotto persino della media nazionale del 27%.

Al primo posto per disponibilità troviamo Massa e Cozzile con un livello di copertura superiore al 57%, seguito da Serravalle Pistoiese (44,1%) e Lamporecchio (39,1%). Agli ultimi posti troviamo invece il comune di Buggiano con circa 7,5 posti in asilo nido ogni 100 bambini, seguito da San Marcello Piteglio (13,2%) e Uzzano (14,1%).

Grave anche la dispersione scolastica, sia esplicita che implicita. “Nel nostro Paese sono allarmanti e forse ancora di più di quella esplicita le percentuali della cosiddetta dispersione implicita – sottolinea Baroncelli – ovvero gli studenti che formalmente portano a termine con apparente esito positivo il proprio percorso ma ai quali viene permessa una frequenza passiva e deresponsabilizzata che conduce a raggiungere in modo scarso o del tutto assente le competenze previste”.

“La pubblicazione – conclude Baroncelli – è stata inviata anche al Dirigente dell’Ufficio scolastico Regionale, dell’Ufficio scolastico provinciale, a tutti i dirigenti scolastici con preghiera di condividerla con i loro docenti, a tutti gli insegnanti di religione, al Sindaco e agli assessori del comune capoluogo. La sua distribuzione continuerà, con l’unico scopo di suscitare una attenzione che appare urgentissima: su impulso di monsignor Tardelli una copia è stata inviata anche al Cardinale Zuppi, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana”.

(Pistoia, 15 maggio 2023)