Vita, lavoro, vocazione: Policoro incontra il Seminario

Gli animatori del progetto Policoro incontrano la comunità del Seminario

Vita, lavoro, vocazione: sono questi alcuni dei temi che hanno animato la mattinata di incontro e riflessione che si è tenuta sabato 9 febbraio in seminario.

Protagonisti di questo incontro sono stati i giovani animatori di comunità del progetto Policoro, provenienti da dieci diocesi della regione Toscana e la comunità del Seminario Diocesano di Pistoia.

È stata una bellissima occasione di dialogo fraterno in cui esperienze di vita quotidiana ed esperienze di vita ecclesiale hanno trovato una sintesi e perché no, un nuovo vigore e un rinnovato entusiasmo per guardare avanti ed essere, come dice Papa Francesco: il presente di Dio (Papa Francesco, omelia a conclusione della GMG di Panama 2019).

L’incontro, inserito nel cammino formativo degli animatori di Policoro, è stato avviato dal saluto di Edoardo Baroncelli, responsabile diocesano ma anche coordinatore regionale del Progetto, che ha inteso sottolineare l’importanza dell’intreccio tra lavoro e vocazione e la dimensione ecclesiale della proposta di Policoro.

I giovani referenti del Progetto dopo aver condiviso coi seminaristi un momento di preghiera con la celebrazione delle lodi mattutine, hanno presentato il percorso formativo da loro vissuto all’interno del Progetto Policoro e hanno poi accolto le testimonianze dei seminaristi i quali, chi più chi meno, hanno avuto delle brevi o lunghe esperienze nel mondo del lavoro che sono state in alcuni casi determinanti per leggere nella loro vita i segni della presenza del Signore, fino a scoprire il dono della vocazione. È stato anche un momento per fare una fotografia alle varie problematiche che affliggono i giovani alla ricerca della stabilità, anche professionale che si lega a  doppio filo con molteplici aspetti della realtà (lavoro, famiglia, amicizie, affettività…), e ai diversi tipi di approccio con cui i giovani si affacciano a questa realtà.

Nel documento finale del Sinodo dei Vescovi si legge: «Nel reale tutto è connesso: la vita familiare e l’impegno professionale, l’utilizzo delle tecnologie e il modo di sperimentare la comunità, la difesa dell’embrione e quella del migrante. La concretezza ci parla di una visione antropologica della persona come totalità e di un modo di conoscere che non separa ma coglie i nessi, apprende dall’esperienza rileggendola alla luce della Parola, si lascia ispirare dalle testimonianze esemplari più che dai modelli astratti. Ciò richiede un nuovo approccio formativo, che punti all’integrazione delle prospettive, renda capaci di cogliere l’intreccio dei problemi e sappia unificare le diverse dimensioni della persona. Questo approccio è in profonda sintonia con la visione cristiana che contempla nell’incarnazione del Figlio l’incontro inseparabile del divino e dell’umano, della terra e del cielo» (Sinodo dei vescovi – Documento Finale. I giovani, la fede e il discernimento vocazionale, n.57).
La riflessione ed il dialogo su questa dimensione di integralità della persona ha stimolato giovani e seminaristi a considerare alla luce della Rivelazione diverse esperienze che spesso hanno tratti in comune (intraprendenza, sconforto, mille colloqui e concorsi affrontati, l’esperienza con i Centri per l’impiego, le incertezze ed i timori che spesso attanagliano chi si interroga sul senso della propria vita…).

La conclusione dell’incontro è stata affidata alle sapienti parole di papa Francesco citato dal rettore del Seminario don Ugo Feraci, che ha condiviso un passaggio dell’omelia della messa conclusiva della Giornata Mondiale della Gioventù di Panama: «Voi, cari giovani, non siete il futuro. Ci piace dire: “Voi siete il futuro…”. No, siete il presente! Non siete il futuro di Dio: voi giovani siete l’adesso di Dio! Lui vi convoca, vi chiama nelle vostre comunità, vi chiama nelle vostre città ad andare in cerca dei nonni, degli adulti; ad alzarvi in piedi e insieme a loro prendere la parola e realizzare il sogno con cui il Signore vi ha sognato. Non domani, adesso, perché lì, adesso, dov’è il tuo tesoro, lì c’è anche il tuo cuore (cfr Mt 6,21); e ciò che vi innamora conquisterà non solo la vostra immaginazione, ma coinvolgerà tutto. Sarà quello che vi fa alzare al mattino e vi sprona nei momenti di stanchezza, quello che vi spezzerà il cuore e che vi riempirà di meraviglia, di gioia e di gratitudine. Sentite di avere una missione e innamoratevene, e da questo dipenderà tutto (cfr Pedro Arrupe, S.J., Nada es más práctico). Potremo avere tutto, ma, cari giovani, se manca la passione dell’amore, mancherà tutto. La passione dell’amore oggi! Lasciamo che il Signore ci faccia innamorare e ci porti verso il domani!».

Alessio Bartolini

Ricordiamo che il Progetto Policoro è anche online: visita la pagina web sul sito diocesano
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“RIGHT OR DUTY TO WORK”: UN LIBRO PER RIFLETTERE SUL MONDO DEL LAVORO

In seminario iniziativa dell’ufficio pastorale sociale per parlare del lavoro del futuro a margine della presentazione del libro di Valerio Martinelli

PISTOIA – Venerdì 18, alle 17.30, presso il Seminario vescovile di Pistoia, sarà presentato il primo libro di Valerio Martinelli, giovane ricercatore presso l’Istituto Universitario Sophia di Loppiano, dal titolo “Right or Duty to Work” (Ets Edizioni). Insieme all’autore saranno presenti Mons. Fausto Tardelli, che introdurrà l’incontro, Renzo Innocenti, già deputato della Repubblica e membro della Commissione della Pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Pistoia, Vannino Chiti, già senatore della Repubblica, Edoardo Baroncelli, co-incaricato regionale dalla Conferenza Episcopale Toscana per la co-direttore regionale per la Commissione Problemi Sociali e lavoro, Giustizia e Pace, Salvaguardia del Creato e coordinatore Regionale per il Progetto Policoro.

Al centro del dialogo, ci sarà il tema del lavoro e dell’occupazione. Un’iniziativa che si inserisce all’interno del percorso che l’ufficio pastorale sociale e del lavoro della Diocesi sta compiendo per fare luce sulle problematiche del mondo del lavoro e interrogarsi sui temi economici e sociali, raccogliendo i molti stimoli che provengono da istituzioni, corpi intermedi, mondo del lavoro. Il lavoro – è bene ribadirlo – inteso come parte essenziale e irrinunciabile della vita umana, forma attiva di partecipazione alla costruzione del mondo, che oggi risulta essere più incerto e insicuro. Una realtà che scaturisce da una situazione di crisi non solo nazionale, dove la disoccupazione giovanile raggiunge livelli inaccettabili, mentre si registra – dati Istat – il record storico sia per le persone a rischio di povertà (20,6%), sia per quelle a rischio di povertà o esclusione sociale (30%). Eppure, è proprio attraverso di esso che “l’essere umano esprime e accresce la dignità della propria vita” (Evangelii Gaudium, 192).

È dunque necessario recuperare il valore vero del lavoro e il lavoro stesso. Ed esso, come sottolinea Mons. Tardelli nella prefazione al libro: «è sicuramente un tema tra i più importanti e urgenti per la società di oggi e di domani. A tale scopo, l’autore del libro, Valerio Martinelli, cerca di porre alcuni interrogativi utili per la formulazione di politiche per l’occupazione che sappiano colmare le attuali lacune. L’obiettivo è quello di arrivare alla realizzazione del dettato costituzionale che parla di piena occupazione ovvero, in concreto, un orizzonte largo e prospettico della stessa Dottrina sociale della Chiesa».

(comunicato ucs)




CREARE LAVORO: UN’OPERA DI MISERICORDIA

BONISTALLO – «Uno degli aspetti più crudi della crisi è l’aver messo le persone, i lavoratori di fronte a una scelta drammatica: penso a me e me ne frego di ciò che accade agli altri o al contrario continuo a sopportare di non venir pagato e di lavorare, anche con mezzi sempre più scadenti, scegliendo di non mettere in difficoltà i miei colleghi e amici?». Cosi Francesco – dipendente  di una piccola azienda artigianale di Prato – in una lettera letta da Don Cristiano d’Angelo, ha definito in poche parole uno dei drammi del nostro tempo: la crisi del lavoro. E lo ha fatto ieri sera (8 maggio) nel corso di una serata di preghiera e di ascolto di testimonianze organizzata dall’ufficio diocesano della pastorale sociale e del lavoro in collaborazione con la parrocchia di Bonistallo, intitolata «Il lavoro che c’è e il lavoro che non c’è».

«Come Chiesa – ha esordito Selma Ferrali, direttrice dell’ufficio pastorale – vogliamo essere vicini alle persone nei loro luoghi di lavoro, senza presunzione di risolvere i problemi, ma per stimolare chi lo deve fare e per alimentare la speranza. La Chiesa è vicina all’uomo : dove c’è l’uomo c’è la Chiesa, dove c’è la Chiesa c’è il Vangelo».

«Il lavoro oggi si presenta completamente destrutturato, frammentato, polverizzato, spezzato ha annotato  Luca Gori – costituzionalista e docente della Scuola Sant’Anna di Pisa – risulta quindi inutile vagheggiare a un ritorno a un’epoca che non c’è più. Semmai è utile chiedersi se e come si possa ripensare al “diritto al lavoro” e se necessario pensare a forme di diritto a un reddito minimo vitale».

Nel corso della serata sono emerse molte le storie di lavoro, alcune delle quali di successo: quella di Piero Mazzei, dirigente di una ditta di smaltimento rifiuti, Federico Albini della Albini e Pitigliani trasporti, Daniela Daniele, piccola imprenditrice agricola, che hanno raccontato il lavoro che c’è, che garantisce futuro e genera dignità.

Presente anche mons. Tardelli, che ha ricordato: Il lavoro è un diritto non è una concessione, un’elemosina, il lavoro spetta alla persona : dove non c’è viene un diritto ed allora si compie un’ingiustizia – ha sottolineato il vescovo –, occorre creare le condizioni perché questo diritto ci sia. In pratica – ha affermato Tardelli – creare lavoro è l’ottava opera di misericordia. Essere imprenditore è un carisma che va messo a frutto, è un dono speciale, una capacità complessa che viene da Dio. Ognuno è chiamato a fare la sua parte, anche la Chiesa dovrebbe di più».

Michael Cantarella




TESTIMONIANZE E PREGHIERE PER IL LAVORO

A Bonistallo una serata di riflessioni e preghiere per il lavoro

Martedì 8 maggio alle ore 21, la Parrocchia di Bonistallo e l’Ufficio di Pastorale Sociale e Lavoro della Diocesi, con la partecipazione del vescovo di Pistoia Mons. Fausto Tardelli, daranno vita a un momento di riflessione, di meditazione e di preghiera sul tema «Il lavoro che c’è e il lavoro che non c’è»

La serata, che parte dalla convinzione che il lavoro rivesta un aspetto fondamentale della vita delle persone, ma nella consapevolezza dei problemi che oggi ruotano attorno ai temi dell’occupazione (precariato, incertezza, non dignità, irregolarità, ecc…), si avvarrà di numerose testimonianze di vita concreta. Queste storie, che toccano il nostro territorio, ci aiuteranno a affrontare quella che la Conferenza Episcopale Italiana, in vista del 1° Maggio, Festa del Lavoro, ha così definito: «la quantità, qualità e dignità del lavoro è la grande sfida dei prossimi anni per la nostra società nello scenario di un sistema economico che mette al centro consumi e profitto e finisce per schiacciare le esigenze del lavoro».

Vogliamo riflettere su questi aspetti perché riteniamo che il Vangelo stesso ci spinga a farlo: il Vangelo di Gesù Cristo, che è la Parola fatta carne, ha infatti a che fare con tutto ciò che è autenticamente e genuinamente umano. Sicuramente il lavoro e i rapporti sociali sono questioni che toccano da vicino e nel profondo sia il nostro essere umani sia la quotidianità di ciascuno di noi; insieme ai grandi temi della giustizia, della pace, dell’attenzione e cura verso il mondo che abitiamo, sono argomenti e aspetti che condizionano fortemente la nostra vita .

Pregare per il lavoro diventa così compito fondamentale per ogni cristiano; per questo vi invitiamo ad essere con noi a Bonistallo. Partecipando a questo momento di preghiera manifesteremo la nostra vicinanza e solidarietà ai tanti giovani che fanno fatica ad inserirsi dignitosamente nel mondo del lavoro e a tutti coloro che, a causa degli effetti tragici dei cambiamenti radicali dell’economia, rischiano di essere scartati dal sistema sociale e politico.

Selma Ferrali – Ufficio per la pastorale sociale e il lavoro




CINQUE ANNI DI VITA PER L’ASILO ARCOBALOCCO, LA PRIMA IMPRESA NATA CON “POLICORO”

PISTOIA – Quinto anniversario dalla nascita per l’asilo nido Arcobalocco a Ferruccia, ovvero il primo gesto concreto del Progetto Policoro della Diocesi di Pistoia, che il 20 aprile 2018 festeggerà assieme ai fondatori questa bella avventura imprenditoriale.

Dalle 17.30 alle 19.30 l’asilo aprirà le sue porte per condividere la gioia del traguardo raggiunto e in tale occasione sarà possibile approfittare dell’open day per conoscere la sua proposta formativa per i più piccoli.

«Il progetto Policoro si impegna a fornire ai giovani percorsi di accoglienza, orientamento e accompagnamento alla creazione di impresa – afferma Edoardo Baroncelli, coordinatore del progetto per la diocesi di Pistoia – oltre a garantire l’attivazione di borse di studio e di borse lavorotirocini formativi e promuovere una maggiore conoscenza della legislazione in materia di apprendistato professionalizzante o di mestiere.

Questa iniziativa – continua Baroncelli – ha permesso a molti giovani pistoiesi di intraprendere la difficile strada che porta alla realizzazione di un’impresa, attraverso i molti passaggi burocratici e tecnici necessari ad affinare l’idea e proporla sul mercato».




IL VESCOVO TARDELLI IN VISITA AL PRESIDIO DELLA DEFI – PRATESI DI CASALGUIDI

Nell’incontro fuori dall’azienda il vescovo ha incoraggiato a proseguire la lotta per difendere il proprio lavoro

PISTOIA – Venerdì 9 marzo mons. Tardelli si è recato in visita al azienda Defi – Pratesi di Casalguidi, interessata dal rischio di licenziamento di 60 persone per la cessione del marchio.

«Come vescovo di questa terra non nascondo la mia preoccupazione in modo particolare per il lavoro – ha affermato il vescovo – per chi lo perde, per chi non lo trova, per chi è costretto ad accettarne uno comunque sia, senza sicurezza, in totale precarietà, con poche garanzie e mal pagato. Nonostante si conclamino segnali di ripresa, che pure ci saranno senz’altro, la questione lavoro deve andare di pari passo. Solo l’incremento di opportunità di lavoro vero e dignitoso è riscontro vero di ripresa e sviluppo.

Per questo ho voluto portare tutta la mia solidarietà e di tutta la chiesa di Pistoia al personale dell’azienda Defi di Casalguidi che sta vivendo giorni drammatici. È inaccettabile che si possa perdere d’un solo colpo 60 posti di lavoro, per giunta quasi tutti occupati da donne. La vicenda desta ancor più stupore perché stiamo parlando di un marchio storico dell’industria tessile italiana, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo per la sua qualità. Faccio quindi appello alla proprietà, ai futuri possibili acquirenti, alle parti sociali e soprattutto alle istituzioni e alla politica affinché si possa trovare una via alternativa a quella del licenziamento in blocco del personale, che peraltro non potrà neppure usufruire degli ammortizzatori sociali. Un’eventualità questa da scongiurare, in un territorio colpito dalla crisi economica che ha già falcidiato centinaia di posti di lavoro.

Come ricorda continuamente il Santo Padre, un sistema economico che mira ai consumi, senza preoccuparsi della dignità del lavoro e della tutela dell’ambiente, è malato e non può che produrre ingiustizia sociale che si paga sempre, prima o poi. Di fronte a problemi che pure possono sorgere in qualsiasi azienda, si deve assolutamente dare in modo che i lavoratori perdano il posto. Una soluzione la si dovrebbe sempre trovare, rimanendo sempre in trattativa finchè non la si è trovata».