I giovani «pescatori di uomini»

Tra le novità per l’anno pastorale un itinerario nelle comunità parrocchiali

Essere in rete oggi è un’esperienza quotidiana che coinvolge tutti, giovani e adulti. La connessione tra noi, a livello reale e virtuale, ci permette di creare relazioni. La rete, invece, che crea la connessione tra noi e il Signore Gesù è la Chiesa. I “pescatori di uomini”, gli apostoli, sono stati i primi a gettare questa rete che ancora oggi non smette di raccoglierci e accoglierci in un unico abbraccio. Nella rete della Chiesa ci siamo tutti: giovani e meno giovani, grandi e piccini … tutti chiamati a essere parti vive del corpo di Gesù. Come équipe diocesana di Pastorale Giovanile, quest’anno, vogliamo proporre un approfondimento di questo essere nella rete della Chiesa, come indicato dai temi di riflessione del sussidio diocesano per i gruppi di Vangelo.

Dopo il tempo di distacco dalle relazioni, dovuto alla pandemia, vorremmo oggi riappropriarci dei rapporti tra noi per tornare ad essere, non solo una rete virtuale, ma soprattutto una rete reale fatta di gesti, amicizia, preghiera e riempita di quel calore che solo una presenza concreta può dare.

Già durante l’estate appena finita, con l’esperienza del Cammino di San Jacopo e l’accoglienza di alcuni giovani pellegrini, abbiamo toccato con mano la verità e la bellezza racchiuse nel tesoro delle relazioni ritrovate. Il tempo del Sinodo, che si è appena aperto, come indicato dal nostro Vescovo, ci offre maggiormente la possibilità di creare spazi di condivisione, di dialogo, confronto e comunione tra noi e il Signore Gesù.

Il cammino di quest’anno, proposto dal servizio di Pastorale Giovanile diocesana vuole, quindi, muoversi in due direzioni: la prima ci porterà ad essere pellegrini nelle realtà giovanili della diocesi, mentre la seconda offrirà spazi di riflessione e condivisione in una nuova sala preparata appositamente per questo, attraverso incontri mensili di formazione per i giovani.

Per incontrare le realtà giovanili della diocesi proponiamo il pellegrinaggio di una rete da pesca che sarà il simbolo della Chiesa che ci accoglie. Il pescatore chi è? Il pescatore sei te!, con questo titolo ci faremo presenti ad ogni gruppo parrocchiale o associativo chiedendo un momento di condivisione e poi lasciando la rete da riempire con i propri talenti e i propri doni. Alla fine di questo anno, avremo, quindi, costruito materialmente una rete di relazioni che ci farà sentire ancor più Chiesa viva. I gruppi che vorranno aderire potranno contattarci attraverso i nostri canali social (Facebook e Instagram “restiamoinsiemepg”, su WhatsApp al numero 3317543787, tramite mail a restiamoinsiemepg@ gmail.com). Con questi incontri aiuteremo il cammino del Sinodo in questa sua prima fase di ascolto delle realtà ecclesiali.

Gli incontri di formazione per i giovani, invece, avranno per titolo In rete tutti i gio…vani e si svolgeranno ogni primo lunedì del mese, partendo dal 6 dicembre, alle ore 21, nel nuovo salone della Pastorale Giovanile presso Il Tempio (via San Pietro, 32 a Pistoia). Le riflessioni che saranno proposte avranno lo scopo di creare momenti di condivisione e preghiera alla scoperta della nostra fede e della bellezza dello stare insieme.

Altre due iniziative ci accompagneranno, infine, in questo anno: il pellegrinaggio dei giovani a Santiago de Compostela insieme al nostro vescovo. A conclusione dell’anno iacobeo, dal 26 luglio al 2 agosto 2022 ci faremo veramente pellegrini sui passi di San Jacopo, (maggiori informazioni verranno date nel mese di dicembre).

La seconda iniziativa riguarda il nuovo progetto pastorale della Cei per gli adolescenti dal nome Seme divento. Il sussidio preparato verrà presentato e condiviso durante gli incontri nelle realtà giovanili. Facciamoci tutti costruttori di relazioni, non avendo paura di prendere il largo, ma coraggiosi di lanciare le nostre reti.

*responsabile diocesano équipe pastorale giovanile




«Una scuola con le persone al centro»

di Valentina Brachi

Un incontro denso di significati e un punto di partenza per riflettere sul rapporto tra scuola e Chiesa. Venerdì 15 ottobre scorso, si è svolto nell’aula Magna del seminario vescovile di Pistoia l’incontro “Educare infinito presente” organizzato dall’ufficio scuola Diocesano presieduto dal vescovo Fausto Tardelli e monsignor Mariano Crociata.

Il dibattito e la riflessione sul contesto scolastico odierno ha fatto da cornice al ragionamento sulle molteplici sfide educative a cui sono chiamati gli insegnanti di ogni ordine e grado. «La scuola è una realtà che non può essere dimenticata dalla Chiesa» – ha ricordato monsignor Tardelli -. La scuola è un grande pettine che passa nella realtà, trova tanti nodi e li può superare solo se ne ha piena consapevolezza». «Come ufficio scuola la strada da intraprendere è il bisogno di essere comunità, vivere con la consapevolezza di essere insegnanti speciali, un dono» ha indicato Edoardo Baroncelli, direttore del servizio per l’Insegnamento della Religione Cattolica e dell’Ufficio Pastorale scolastica della Diocesi di Pistoia.

La riflessione del vescovo Crociata è stata incentrata sul recente documento della CEI “Educare, infinito presente”. «Non si può parlare di scuola senza conoscerla – ricorda il Presule -. La Chiesa si pone al servizio della scuola. Ha a cuore la scuola, la promuove e la sostiene. La Chiesa non promuove se stessa nella scuola, ma la scuola nel suo valore e ne riconosce la pluralità, che è un valore di tutti, a partire dai suoi protagonisti: alunni, insegnanti, personale scolastico». «Vivere la scuola attraverso l’incontro come esperienza di arricchimento di se stessi – ha continuato Crociata – è un impegno della scuola a tenere al centro le persone, a coltivare la dimensione comunitaria. La Chiesa vive dentro la scuola poiché vi operano persone credenti che possono generare il futuro e rigenerare il presente».

«Importante inoltre – ha ricordato il vescovo di Latina -, il rapporto di affezione tra insegnanti, alunni e cultura. Solo un contesto di relazione capace di coltivare interesse è in grado di far pervenire gli studenti a un inserimento positivo nel reale. Compito del docente è unire competenza professionale e relazione, raggiungere il cuore dello studente per “attivarlo” e aprirlo alla società. A maggior ragione, i docenti di religione cattolica sono chiamati ad animare una fede appassionata».

 




Il nuovo sussidio per i gruppi di Vangelo

Per imparare e crescere nella sinodalità alla luce della Parola di Dio

Mentre ancora non si è spenta la pandemia che da due anni funesta il mondo intero, riprendiamo il cammino di ascolto della Parola di Dio con il desiderio di farci illuminare dal Signore perché Egli ci dia la sapienza e l’amore necessari per vivere i tempi che stiamo vivendo.

Nella Chiesa le grandi novità, quelle che vengono da Dio, sono sempre nate da un rinnovato ascolto della sua Parola. I gruppi di ascolto del vangelo, come ogni altra forma di studio, meditazione e lettura della Parola sono in tal senso un’occasione importante di nutrimento di fede e d’amore.

Il titolo del presente sussidio, «Prendi il largo e gettate le reti per la pesca», è ripreso dal brano della chiamata dei discepoli (Lc 5,1-11) ed esprime il desiderio e il programma per una chiesa che in risposta alla chiamata di Dio deve trovare il coraggio per andare in profondità, per gettare le reti, cioè per una riforma a servizio di una nuova stagione di evangelizzazione.

Come ha più volte ricordato Papa Francesco

«Il cammino della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio».

Sinodalità è un termine che può indicare diverse cose, come i soggetti, i processi, le strutture, uno stile, gli eventi sinodali. Il richiamo a crescere nella sinodalità è un invito a camminare insieme, a valorizzare la vocazione battesimale dei laici, a crescere in una effettiva condivisione nei processi decisionali e in una fattiva corresponsabilità, anche attraverso la celebrazione di eventi sinodali che, sotto la guida del vescovo, discutano problemi, cerchino soluzioni.

Il nostro Vescovo Fausto ha inaugurato in diocesi un processo sinodale che la pandemia ha interrotto solo in parte e che ci accingiamo a riprendere in vista del primo Sinodo della chiesa pistoiese dopo il Concilio Vaticano II, e con il desiderio di imparare uno stile sinodale.

Il presente sussidio vuole aiutare il cammino della chiesa pistoiese proponendo delle semplici meditazioni su alcuni brani del Vangelo di Luca, e su alcuni testi di S. Paolo (Fil 2,1-11; Cor 12 e 1Cor 13) che riflettono sul tema dei carismi nella chiesa. La speranza è che mentre approfondiamo la conoscenza delle S. Scritture possiamo maturare idee, atteggiamenti, scelte necessarie per vivere la sinodalità.

Ovviamente si tratta di un sussidio limitato che non ha lo scopo né di spiegare nel dettaglio tutta la ricchezza della Parola di Dio, né di esaurire tutte le tematiche relative alla sinodalità. Tuttavia l’ascolto orante della Parola di Dio nelle Sacre Scritture è il punto di partenza per ogni pastorale e dunque anche per il cammino sinodale. I testi proposti nel sussidio a volte presentano più di un episodio evangelico, questo per permettere di cogliere meglio le tematiche teologiche in essi presenti e i collegamenti letterari che l’evangelista ha creato tra gli episodi.

Il testo, come ogni anno, propone dopo il commento delle domande per la riflessione e lo scambio di cui l’ultima di ogni scheda cerca di indirizzare l’attenzione su tematiche pastorali o ecclesiali che possano aiutarci a prepararci al cammino sinodale della nostra diocesi.

don Cristiano D’Angelo

vicario generale della Diocesi di Pistoia

 

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È professore di religione il nuovo vicepreside dell’Istituto Einaudi di Pistoia

Il prof. Gianluca Messineo è stato nominato vicepreside dell’istituto professionale commerciale e socio-sanitario

Una bella notizia per il mondo della scuola che riconosce una volta in più la qualità del lavoro degli insegnanti di religione. Gianluca Messineo, professore nell’Istituto Einaudi di Pistoia, è stato nominato dal Dirigente Scolastico prof.ssa Elena Pignolo come VicePreside dell’istituto.

«Confesso che questo incarico mi ha colto di sorpresa – afferma Messineo –. Ho sempre cercato di lavorare con serietà e dedizione, ma mai avrei creduto che una tale nomina potesse riguardarmi e questo per vari motivi. Il primo perché sono un Docente di religione – continua il professore – e tutti sappiamo quanti pregiudizi girano attorno al nostro ruolo; il secondo perché non avevo assolutamente considerato la possibilità. Sono lusingato di quanto mi è stato proposto! Ringrazio la mia Dirigente scolastica, la Dott.ssa Elena Pignolo, per questa nomina che mi onora profondamente, spero di corrispondere alla fiducia e alla stima dimostratami. Ringrazio tutti i colleghi dell’Istituto, per la stima e l’affetto che mi hanno dedicato facendomi sempre sentire parte di una famiglia. So anche che hanno fortemente caldeggiato questa nomina».

“Voglio anche io ringraziare la Prof.ssa Pignolo, Dirigente Scolastico dell’Istituto Einaudi, per la nomina – sottolinea Edoardo Baroncelli, Direttore dell’Ufficio pastorale della scuola, educazione ed università della Diocesi di Pistoia – Questa sua scelta rappresenta un qualificato riconoscimento alla professionalità attenta e generosa del carissimo Prof. Messineo, leggo in essa anche una implicita dichiarazione di stima che può essere estesa al lavoro di tanti insegnanti di religione e al loro impegno per una scuola capace di essere comunità educante, inclusiva, orientata alla formazione integrale della persona. Gli insegnanti di religione, a tutte le latitudini della Diocesi, operano con generosità e competenza, si impegnano in progetti educativi, rappresentano assieme agli altri colleghi veri e propri salvagenti a disposizione dei ragazzi nella emergenza educativa che ci troviamo ad attraversare. “

Il professor Messineo abita a Montemurlo ed è impegnato da sempre nella vita parrocchiale. Diplomato Geometra ed ha esercitato per molti anni la professione. Ha studiato presso la Facoltà Teologia dell’Italia centrale di Firenze dove ha conseguito il Baccalaureato nel 2009. Ha iniziato il suo servizio nella Scuola nello stesso anno e da allora ha insegnato in quasi tutte le scuole secondarie di secondo grado della Provincia di Pistoia. Approdato all’Istituto Einaudi ha iniziato a collaborare attivamente alle iniziative formative, ricoprendo molti incarichi, tra i quali il referente per l’educazione ai valori e alla Legalità.




Migrantes: “verso un noi sempre più grande”

Domenica 26 settembre la Chiesa celebra la 107° Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che ha per tema quest’anno Verso un noi sempre più grande.

«Un’occasione in cui il Papa — spiega don Elia Matija, direttore del Servizio Migrantes diocesano — ci porta a riflettere sul “noi”, invitando le comunità cristiane a riscoprire il progetto originario di Dio.

“Siamo chiamati a sognare insieme, non aver paura di sognare, sognare insieme – afferma Papa Francesco – come un’unica umanità, come compagni dello stesso viaggio, come figli e figlie di questa stessa terra che è la nostra Casa comune, sorelle e fratelli tutti”.

In Diocesi, a causa della concomitanza di altri eventi in Piazza del Duomo, la Giornata Migrantes sarà celebrata il prossimo 7 novembre alle 18 in Cattedrale. Questa domenica 26 settembre però, le offerte raccolte durante le messe sono destinate al servizio
Migrantes diocesano.

Il messaggio del Papa per la giornata Migrantes 2021




Covid: le indicazioni del vescovo per la ripresa delle attività pastorale

Monsignor Tardelli ha emanato un decreto con alcune disposizioni in vista della ripartenza delle attività pastorali nelle parrocchie, riguardo la tutela della salute e della sicurezza.

PISTOIA – Un decreto del vescovo emanato pochi giorni fa introduce alcune novità riguardo il comportamento da tenere nella parrocchie durante le attività pastorali. «La cura per la salvezza delle anime – recita il documento firmato da monsignor Tardelli – non può prescindere dall’impegno di tutelare la salute dei corpi: anche in questo tempo di emergenza la Chiesa ha sempre continuato ad annunciare il Vangelo, celebrare i Sacramenti e aiutare i poveri adottando adeguati Protocolli in grado di prevenire infezioni da SARS-CoV-2».

«Anche il Santo Padre – prosegue il vescovo – nel videomessaggio dello scorso 18 agosto, ha detto che “vaccinarsi, con vaccini autorizzati dalle autorità competenti, è un atto di amore. E contribuire a far sì che la maggior parte della gente si vaccini è un atto di amore. Amore per sé stessi, amore per familiari e amici, amore per tutti i popoli”. A questo proposito si è espressa anche la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana in una nota datata 8 settembre 2021: “La tematica è complessa e la nostra riflessione dovrà rimanere aperta. L’appello del Papa, tuttavia, interpella le coscienze di tutti e, soprattutto, di chi è impegnato nell’azione pastorale delle nostre comunità. Siamo, dunque, chiamati a rispondere per primi a “un atto di amore” per noi stessi e per le comunità che ci sono affidate».

«La situazione sanitaria – si legge ancora nel decreto – gli strumenti a disposizione per combattere la pandemia sono in continua evoluzione. In questo momento i vaccini sono ritenuti dalle Autorità competenti un mezzo importante per rallentare la diffusione della malattia e prevenire il Covid-19 almeno nelle forme più severe. Anche i test diagnostici appaiono più affidabili e più facilmente effettuabili e lo screening periodico si è rivelato un importante strumento di contrasto alla pandemia».

Se ai fedeli che partecipano alle celebrazioni liturgiche o che intendono fermarsi in chiesa per pregare non è richiesto il Green Pass, quanti però, svolgono un servizio o un ministero pastorale sono invitati ad accogliere le seguenti disposizioni del vescovo:

I Ministri ordinati (presbiteri, diaconi) possono visitare gli ammalati; tenere incontri di catechismo e prendere parte come operatori ad attività educative e didattiche gestite dalle Parrocchie solo se hanno ricevuto da almeno 14 giorni la prima dose di un qualsiasi vaccino contro il Covid-19 considerato adeguato dalle Autorità civili italiane oppure se sono guariti da non oltre 180 giorni dall’infezione da SARS-CoV-2, oppure se nelle 48h precedenti ad ogni momento in cui prestano i servizi sopra elencati effettuano con esito negativo uno dei test diagnostici approvati dal Ministero della Salute.

Possono svolgere il servizio di Accolito e di Ministro straordinario della Comunione solo coloro che hanno ricevuto da almeno 14 giorni la prima dose di un qualsiasi vaccino contro il Covid-19 considerato adeguato dalle Autorità civili italiane oppure che sono guariti da non oltre 180 giorni dall’infezione da SARSCoV-2, oppure coloro che nelle 48h precedenti ad ogni momento in cui prestano il loro servizio (Santa Messa, visita agli ammalati, …) effettuano con esito negativo uno dei test diagnostici per il SARS-CoV-2 approvati dal Ministero della Salute.

Possono svolgere i servizi di catechisti, educatori, insegnanti al doposcuola o alle scuole di italiano per stranieri gestite dalle Parrocchie, operatori maggiorenni d attività educative e didattiche gestite dalle Parrocchie solo coloro che hanno ricevuto da almeno 14 giorni la prima dose di un qualsiasi vaccino contro il Covid-19 considerato adeguato dalle Autorità civili italiane oppure che sono guariti da non oltre 180 giorni dall’infezione da SARS-CoV-2, oppure coloro che nelle 48h precedenti ad ogni momento in cui prestano il loro servizio (incontro di catechesi; doposcuola; lezione di italiano) effettuano con esito negativo uno dei test diagnostici per il SARS-CoV-2 approvati dal Ministero della Salute.

Possono svolgere il servizio di coristi e cantori solo coloro che hanno ricevuto da almeno 14 giorni la prima dose di un qualsiasi vaccino contro il Covid-19 considerato adeguato dalle Autorità civili italiane oppure che sono guariti da non oltre 180 giorni dall’infezione da SARS-CoV-2, oppure coloro che nelle 48h precedenti ad ogni momento in cui prestano il loro servizio (prove oppure accompagnamento della liturgia) effettuano con esito negativo uno dei test diagnostici per il SARSCoV-2 approvati dal Ministero della Salute.

Possono svolgere il servizio volontario nelle strutture di servizio della Caritas o nei Centri di ascolto, solo coloro che hanno ricevuto da almeno 14 giorni la prima dose di un qualsiasi vaccino contro il Covid-19 considerato adeguato dalle Autorità civili italiane oppure che sono guariti da non oltre 180 giorni dall’infezione da SARS-CoV-2, oppure coloro che nelle 48h precedenti ad ogni momento in cui prestano il loro servizio effettuano con esito negativo uno dei test diagnostici per il SARS-CoV-2 approvati dal Ministero della Salute.

La visita ai fedeli in pericolo di morte in circostanze di urgenza, qualora non fosse possibile ottemperare a quanto stabilito, è comunque consentita.

Gli Accoliti e i Ministri straordinari della Comunione e i catechisti, gli educatori e gli altri operatori di attività educative e didattiche, i coristi e i cantori si impegneranno a rispettare le suddette disposizioni.




Le cinque parole per la scuola che riparte

Edoardo Baroncelli, direttore dell’ufficio per la pastorale scolastica e del servizio per l’insegnamento della Religione cattolica ha affidato a una nota allegata al messaggio alcune riflessioni e messaggi attorno le cinque parole indicate dal vescovo Tardelli nel suo messaggio al mondo della scuola.

 

Per gli studenti: impegno

Impegnarsi, conquistare con le proprie forze segmenti di traguardi, raggiungere obiettivi, è l’unica strada per provare ad essere felici per davvero, non in modo virtuale. Impegnarsi significa poter dire “buongiorno” ad ogni mattina. Significa dare il benvenuto al futuro, significa saper aspettare l’alba, con la voglia di ripartire. Impegnarsi comporta sentire bisogno degli altri, di affrontare insieme le sfide, di avere amici. Superando la competizione che isola, la sindrome dei talent: chi rimane solo non ha vinto, ha perso. Antoine de Saint-Exupéry nel Piccolo Principe, un testo senza tempo, diceva: «Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercati le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercati di amici, gli uomini non hanno più amici». E invece la scuola è un tempo prezioso, anche per trovare amici.

 

Per i genitori: fiducia

Nel tempo delle fragilità glitterate dentro una strana forza di tristezza che sembra velare i sorrisi dei nostri figli; nonostante le fatiche quotidiane e i sacrifici a volte durissimi di molti genitori per garantire loro un futuro di opportunità, abbiate fiducia nella scuola. Date il vostro contributo in modo costruttivo, conservando la fiducia nella scuola come comunità educante e a volte sfidante per i vostri figli. Abbiate fiducia nella capacità della scuola di essere accogliente e inclusiva, grazie a tanta generosità di impegno che vi potrete trovare. Mantenete questa fiducia anche davanti alle difficoltà che ogni processo di educazione e di formazione autentico metterà davanti ai vostri figli, ai no che la scuola a volte è chiamata a pronunciare per non rinunciare a se stessa, per non rinunciare a fare il loro bene. La scuola ha e deve conservare il compito di formare il cittadino di domani, senza asprezze e rigidità non orientate al bene; senza percorsi di facilitazione accomodante e diseducativa, veleno dolce che consuma la forza buona dei nostri figli. Solo così potrà realizzarsi ciò che ha recentemente scritto Massimo Gramellini: «Qualcuno ti dirà che la scuola serve solo se riesce a trovarti un lavoro. Non credergli. La scuola serve se riesce a fornirti gli strumenti per gestire un sentimento, smascherare un ciarlatano e ammirare un tramonto, non solo una vetrina».

 

Per i docenti: servizio

Operare nella scuola significa inevitabilmente scegliere di essere a servizio. A servizio del loro bene. Un insegnante è una freccia puntata verso il futuro dei suoi alunni. Essere a servizio significa avere la consapevolezza nitida del proprio ruolo nella vita e nel futuro dei ragazzi che avete davanti, sempre più in cerca, che lo sappiano o no, di riferimenti credibili negli adulti. Servizio significa fare le cose sul serio, avere attenzione e cura dei dettagli, lasciare spazio al dubbio, ripensare. Servizio significa sapere quando occorre combattere per, con, e a volte contro di loro, con forza e tenerezza, quando il bene passerà anche da qui. Servizio significa anche scontrarsi con loro, ma mai per vincere, mai per affermare se stessi, mai per rigidità indifferente e grossolana; ma sempre per seminare, per indicare strade diverse e cieli più puliti, per allenare. Servizio significa saper riconoscere quando è il momento di passare oltre, e quando è quello di tenere il punto. Servizio significa tenere lo sguardo sulle potenzialità degli alunni. Servizio significa operare per accompagnarli ad affrontare e superare le loro difficoltà, senza però trascurarle per sbadataggine, o per indifferenza, o per cinismo. Servizio significa tenere ogni giorno presente le fragilità di un tempo non facile nel quale loro sono chiamati a cercare e costruire la loro strada.

Per i collaboratori scolastici e amministrativi: gratitudine

Gratitudine perché il vostro lavoro, spesso nascosto e silenzioso, non passa inosservato. La scuola riesce a vivere e ad operare anche grazie a voi, a ciò che fate. L’augurio più bello è forse questo: che quando serve qualcuno o qualcosa vi esprima la gratitudine per ciò che fate. Conservate il senso e il gusto di contribuire a qualcosa di grande e di importante per il futuro di tutti gli alunni, anche quelli che non vi capiterà di incontrare quotidianamente. Nella loro vita resterà sempre un pezzo di voi: di una pratica che avete svolto con cura, di un’aula preparata pulita e accogliente, di un adempimento ben svolto anche se vi poteva sembrare inutile.

 

Per i dirigenti scolastici: pazienza

Come dice Papa Francesco: «La pazienza è una virtù della gente che è in cammino», che sa dove andare, con chi andare e perché sta camminando. La pazienza è la virtù di chi sa sopportare, cioè portare su di sé: portare su di sé i problemi, portare su di sè i faticosi ma tenaci tentativi soluzione, portare su di sé le critiche, portare su di sé il senso del limite che significa dare tutto se stessi a volte senza pretendere forza risolutrice di tutto ciò che non va o che dovrebbe andare meglio. Pazienza è dare, dare, dare. A volte senza ricevere, o senza ricevere abbastanza. Pazienza è il contrario di rimandare all’infinito, spazzare i problemi sotto il tappeto, ma affrontare le situazioni con l’impegno di portarle su di sé e di donando il massimo che possiamo, fosse anche poco.
Impegno, fiducia, servizio, gratitudine, pazienza. Per ripartire. Ogni giorno. Buon anno scolastico a tutti.

Ufficio per la Pastorale dell’Educazione, della Scuola, dell’Università
Diocesi di Pistoia




La piccola Cattedrale della Montagna Pistoiese compie 750 anni

Per una settimana la comunità di Popiglio celebra i tre quarti di millennio della propria Pieve con un programma di celebrazioni e iniziative. Il 15 agosto il vescovo di Pistoia mons. Fausto Tardelli celebrerà la Messa.

 

Sono passati tre quarti di millennio, infatti, dal 1271 quando venne finita di edificare la Pieve di Santa Maria Assunta di Popiglio. Un anniversario che verrà celebrato in tono semplice, ma molto sentito, con un calendario di iniziative organizzato dalla Parrocchia di Popiglio, una settimana fra celebrazioni religiosi e iniziative culturali.

 

Il Programma

Il sogno sarebbe stato quello di organizzare una grandissima festa popolare come avrebbe meritato un anniversario di questo tipo, ma la lotta alla pandemia, ovviamente, lo sconsiglia. Ci si limiterà così all’essenza: d’altronde la Pieve di Popiglio, nei suoi 750 anni di storia è già stata in numerose occasioni testimone di guerre ed epidemie ed ha insegnato ad affrontare le difficoltà e a celebrare i momenti felici adattando il tono e i modi ai momenti che si stanno vivendo.

Il programma delle celebrazioni comincia domenica 8 agosto con una Messa nella Chiesa del vicino convento delle suore in occasione della festa di San Domenico. Si prosegue poi con la tradizionale processione di Santa Maria per le strade del paese: al fianco del parroco, don Adam Tabiziewski, ci saranno tutti i suoi predecessori. Il 15 agosto, invece, la messa sarà celebrata dal vescovo di Pistoia, monsignor Fausto Tardelli.

Ricco e variegato anche il programma delle iniziative culturali, in programma in chiesa alle 21: lunedì 9 agosto si parlerà di don Lorenzo Milani e dell’attualità della sua lezione con Sandra Gesualdi, giovedì 12 saranno affrontati gli aspetti storici e artistici della Chiesa, mentre lunedì 16, con il critico televisivo di ‘Avvenire’ Andrea Fagioli, si affronterà il tema ‘Stare svegli davanti agli schermi: la necessità di un’attenzione’.

 

La Pieve

Nel XIII secolo la comunità popigliese decise di dotarsi di una Chiesa più grande e non badò a spese: si tratta infatti di una delle Chiese più grandi di tutto l’Appennino tosco-emiliano.

Per lavorare all’imponente facciata ispirata allo stile tardo romanico, con due bifore e una trifora e costruita in pietra serena, furono ingaggiati dei maestri scalpellini lombardi, i cosiddetti comacini, che finirono il lavoro nel 1271, dando prova del loro estro, ma anche della loro consapevolezza architettonica che con gli anni si è dimostrata: la Pieve è adesso lambita dalla statale 12, opera dei Lorena e conosciuta dai motociclisti di tutta Europa come parte della “Via dell’Amore”, una strada che collega la Baviera al Mar Tirreno. Il suo campanile, sempre in pietra serena, alto 22 metri crea oggi un naturale restringimento di carreggiata che obbliga chi ci passa in macchina quasi a fermarsi e a regalare uno sguardo d’ammirazione a quella facciata imponente e austera.

Al suo interno la Pieve di Santa Maria Assunta permette invece di fare un viaggio nella storia dell’arte del nostro paese. Assomiglia infatti a una Chiesa barocca romana del ‘600: all’epoca, infatti, alcune famiglie popigliesi fecero fortuna alla corte dei Papi e finanziarono il restauro della Chiesa del loro paese d’origine. Oggi si può ammirare un trittico di statue di marmo realizzato da allievi del Bernini. Ma ci sono anche alcuni quadri, in particolare di Sebastiano Vini, di ispirazione vasariana e debitori della pittura manierista fiorentina. Senza contare quello che, per secoli, ha reso celebre il paese di Popiglio nella montagna pistoiese: ovvero l’arte della falegnameria. I maestri intagliatori hanno dato prova della loro cultura manuale in molte epoche diverse: ne sono testimonianza i confessionali, i pancali e il soffitto a cassettoni. Realizzati da artigiani il cui nome è purtroppo rimasto ignoto, ma che avrebbe meritato di essere ricordato insieme a quello degli artisti.

 

Accanto alla Chiesa di Popiglio c’è il museo diocesano d’arte sacra e della religiosità popolare che fa parte dell’Ecomuseo della Montagna pistoiese, che testimonia un modo di vivere la religiosità che fa parte della storia. La piccola cattedrale della Montagna Pistoiese, affidata fin dai tempi antichi alla protezione della Beata Vergine Maria, ha, quasi naturalmente creato una piazza che in 750 anni ha incrociato, e spesso ha fuso, aspetti sacri e profani: dalle processioni con la Madonna ai canti del Maggio, dalle discussioni sul futuro del mondo all’ultimo saluto a un paesano che se n’è andato.

La facciata della Chiesa di Popiglio è leggermente più corrosa rispetto alle altre mura perimetrali esterne, che sono protette delle vette dell’Appennino. Si pensa che questo si debba all’azione della salsedine, nonostante il mare disti più di 50 chilometri, alla quale la facciata è esposta. Ma è forse il simbolo più efficace di quello che pensavano quelli che 750 pensarono e costruirono la Chiesa e mentre lo facevano immaginavano la comunità che le si sarebbe formata attorno. Pensavano cioè ai popigliesi del futuro proprio come avevano costruito quella Pieve: con i piedi ben piantati sulla montagna pistoiese, con le cime dell’Appennino che proteggono le spalle, ma con lo sguardo rivolto verso il mondo, verso l’ignoto, verso il mare e verso quello che c’è oltre il mare.

(Leonardo Nesti – Comunicato)




Precisazione su nota relativa al DDL Zan

PISTOIA – 09/07/2021. Apprendiamo dalla stampa che in queste ore è uscita una nota di alcune associazioni che, in maniera del tutto arbitraria, è stata presentata come posizione ufficiale della Diocesi, senza peraltro aver avuto alcuno scambio con gli uffici, con i vicari o col vescovo.

Intendiamo perciò precisare che l’iniziativa di raccolta firme a favore del DDL Zan presentata nella nota è iniziativa del tutto autonoma di alcune associazioni e movimenti.

La Diocesi – pur comprendendo le motivazioni che spingono la politica a un ampio dibattito sulla tutela e lotta a ogni tipo di discriminazione – in linea con Conferenza episcopale italiana, riconosce criticità nell’impianto della legge, sul quale rimangono molti dubbi.

 




Un aiuto concreto per il territorio

L’assegnazione dei fondi 8xmille 2020 ha privilegiato le nuove povertà, le famiglie e le parrocchie

 

di Elisabetta Fedi*

I fondi Cei costituiscono la fonte economica più significativa per il cammino della Chiesa locale e la realizzazione di molti progetti. Nella distribuzione si è tenuto presente, ove possibile, il criterio dell’alternanza, così da farne beneficiare anche quelle realtà che nel passato non ne hanno usufruito. In questo esercizio finanziario sono state accreditate alla Diocesi di Pistoia le seguenti somme: per l’emergenza Covid-19, la Cei ha erogato un contributo straordinario di € 634.554,17 che è stato assegnato prevalentemente alle parrocchie per le emergenze del territorio ed è già stato rendicontato separatamente; per la carità sono stati erogati € 614.533,38; per il culto e la pastorale sono stati erogati € 645.821,56.

Per quanto riguarda il capitolo Carità, si è privilegiato il criterio progettuale. In particolare, visto il momento storico contingente, ci siamo indirizzati maggiormente verso quelle realtà che intervengono a sostegno delle famiglie e dei singoli individui per fronteggiare il perdurare della dura crisi economica accentuata anche dalle ripercussioni dovute alla pandemia. Il numero di interventi in favore dei bisognosi, sia in diocesi che nelle realtà locali parrocchiali ha evidenziato ancora una volta l’aumento delle situazioni di difficoltà, mettendo in evidenza l’importanza di questi fondi otto per mille, senza i quali non sarebbe possibile arrivare in aiuto di così tante persone e realtà. L’azione della Caritas diocesana e delle associazioni che con essa collaborano e progettano, è stata di vitale importanza in un anno così difficile. Particolare attenzione, quindi, è stata rivolta a tutte quelle attività che gravitano intorno la Caritas in concomitanza con il progressivo impoverimento delle famiglie: mensa dei poveri, centro distribuzione vestiario, fondi di solidarietà, centri di ascolto zonali. Rilevante è anche il sostegno alle associazioni, sulla base di progetti indirizzati al recupero degli ex detenuti; ai centri aiuto alla vita; al sostegno per le persone diversamente abili o con difficoltà di inserimento sociale; all’assistenza degli extracomunitari. Sono stati finanziati inoltre doposcuola e progetti rivolti alla tutela della persona: dai minori, alle ragazze madri e alle famiglie in genere, fino al recupero delle donne vittime della tratta. È importante l’impegno nei confronti dell’accoglienza agli immigrati, alcuni ospitati in strutture di proprietà diocesana, realizzato con il coordinamento della Caritas diocesana.

Nel capitolo Culto e pastorale, parte del contributo è assegnata ai centri diocesani, parte alle attività pastorali e culturali sempre con eventi di assoluto rilievo; una quota è stata assegnata ad enti collegati con la Diocesi ed una parte alle parrocchie. Confermato il graduale aumento delle Parrocchie che non riescono, nel corso dell’anno solare, a reperire le risorse per la normale gestione ordinaria. In aumento anche i casi di Parrocchie, dove il contributo è servito a fronteggiare gli interventi in emergenza di manutenzione straordinaria e in tutte quelle situazioni in cui la Parrocchia stessa è impegnata, suo malgrado, in spese che superano le fonti di entrata e quindi necessitano di aiuti anche per la gestione ordinaria.

È evidente che i contributi CEI rappresentano l’entrata principale del bilancio diocesano. Queste erogazioni sono attualmente indispensabili per continuare a sostenere le realtà del territorio e la Chiesa locale.

* economo diocesano