Quattro lezioni su Bibbia e letteratura

Nel corso attivato dall’università “Vasco Gaiffi”, a cura di David Pratesi, interverranno Brunetto Salvarani, padre Bernardo Gianni e Franco Marucci

La proposta formativa dell’Università del tempo libero, recentemente intitolata al professor Vasco Gaiffi, compianto educatore e letterato pistoiese, illustra da alcuni anni l’intreccio tra Bibbia e letteratura. Quest’anno l’offerta è particolarmente significativa per la presenza di relatori di altissimo livello come il teologo Brunetto Salvarani, padre Bernardo Gianni, abate di San Miniato al Monte e il professor Franco Marucci, esperto di livello internazionale di letteratura inglese.

Il corso, curato da David Pratesi, muove dal tema generale della Bibbia come “Grande codice” (W. Blake) che proprio nella letteratura inglese rinviene grande ricchezza di riferimenti.
Ampio spazio è poi riservato ai rapporti della Bibbia con la poesia. Tra gli argomenti del corso per la prima volta compare la canzone, che, in una sintesi felice di parole e musica, può arrivare a cogliere «la profondità della vita quotidiana» (K. Rahner) – come avviene anche nella canzone d’autore di Fabrizio De André. E, ancora, la poesia: quella di Mario Luzi, con gli accenti divino-umani della Passione, il monologo drammatico scritto dal poeta per la Via Crucis al Colosseo del ’99, presieduta da papa Giovanni Paolo II; e infine la poesia del Nobel ‘96, la scrittrice polacca Wislawa Szymborska, che, come dichiara nella prolusione alla consegna del premio, «nella sua temerarietà» immagina di prendere per mano e interrogare l’autore «di un lamento quanto mai profondo sulla vanità di ogni agire umano», Ecclesiaste/Qohelet, per lei «uno dei massimi poeti».

Programma

Ore 16.45
Giovedì 30 gennaio, Bibbia e letteratura – La Bibbia nella letteratura inglese (professor Franco Marucci)
Giovedì 6 febbraio, Bibbia e canzone d’autore – La Bibbia di De André (professor Brunetto Salvarani)
Giovedì 13 febbraio, Bibbia e poesia – La “Passione” di Mario Luzi. Parola e poesia (Dom Bernardo Gianni)
Giovedì 20 febbraio, Bibbia e poesia – W. Szymborska: «Tu stesso sei nato nuovo sotto il sole» (Prof. David Pratesi)

Riportiamo qui sotto alcune informazioni riguardanti contenuti del corso e relatori, sede, svolgimento, iscrizioni.

Franco Marucci, professore ordinario di letteratura inglese presso l’università Ca’ Foscari di Venezia e critico letterario di rilievo internazionale, è autore tra l’altro di importanti monografie come quelle sull’Età vittoriana, su D. Thomas, G.M. Hopkins, J. Joyce; ha da poco completato, per l’Editrice Le Lettere, la sua grande Storia della letteratura inglese, dal Medioevo al XXI secolo, tradotta in inglese in otto volumi per un totale di oltre 10.000 pagine (Peter Lang, Oxford, 2018-19). È anche autore di una autobiografia
molto documentata, anche sui suoi anni di formazione a Pistoia (Pentapoli, Masso delle Fate, 2011), ed è recente curatore di un omaggio al nostro concittadino Marcello Pagnini, anglista professore emerito, dal titolo Sapere è bello (Gli Ori, 2018). Dal suo vasto osservatorio Marucci fornirà una stimolante lettura del profondo ed ampio rapporto creatosi nei secoli tra la Bibbia e letteratura inglese.

Brunetto Salvarani, docente di teologia della missione e del dialogo presso la facoltà teologica del’Emilia Romagna, è uno dei maggiori esperti di dialogo ecumenico ed interreligioso; dirige la rivista “QOL” e presiede l’Associazione degli Amici di Neve Shalom Wahat al-Salam; è membro della redazione di Protestantesimo, la trasmissione su Rai 2, nonché conduttore di Uomini e Profeti, in onda su Radio3 Rai; critico letterario e saggista dai molteplici interessi, è autore di numerosi studi sui rapporti tra Bibbia e cultura  contemporanea, come il recente Teologia per tempi incerti (Laterza, 2018), ed ha rivolto un’attenzione particolare alla canzone
d’autore. Nell’occasione tratterà il tema “La Bibbia di De André”, un suo titolo sul cantautore genovese (Claudiana, 2015), seguito anche dall’altro, scritto con O. Semellini, La buona novella (Ed. Terra Santa, 2019)

Dom Bernardo Gianni, monaco benedettino olivetano, è abate dell’Abbazia di San Miniato al Monte di Firenze, distintasi sempre più per l’apertura verso la città e il mondo, l’accoglienza, la comunione, per la cura della dimensione spirituale e per l’animazione culturale; dom Bernardo Gianni è stato, tra l’altro, uno dei principali artefici dell’organizzazione del convegno ecclesiale nazionale “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo” tenutosi a Firenze nel 2015; nel 2019 papa Francesco lo ha scelto come predicatore per gli esercizi
spirituali al papa ed alla Curia romana, esercizi poi confluiti nel volume La città dagli ardenti desideri (San Paolo, 2019), dove egli fa riferimento specifico alla Firenze di La Pira e di Mario Luzi; in continuità con tutto questo, tratterà il tema “La Passione di Mario
Luzi. Parola e poesia”.

David Pratesi è dall’anno accademico 2016-17 coordinatore e docente del corso Bibbia e Letteratura all’Università del tempo libero di Pistoia, oggi Università Vasco Gaiffi. Ha insegnato, tra l’altro, lingua e traduzione inglese nelle facoltà di lingue delle università della Tuscia e di Bologna. Tra le pubblicazioni ricordiamo i volumi Il Piccolo libro delle domande sulla vita (Piemme, 2006) e Le parole e l’incanto. I lineamenti testuali del Vangelo secondo Marco (Armando, 2012). In continuità con la trattazione del tema dell’influenza
di Qohelet/Ecclesiaste sulla poesia, presenterà quest’anno la figura di Wislawa Szymborska, la scrittrice polacca premio Nobel 1996 per la poesia, tuttora molto apprezzata anche nel nostro paese dopo il grande successo di pubblico da lei riscosso negli scorsi anni.

L’iscrizione ai corsi, da effettuarsi presso la segreteria dell’Università, prevede, oltre al contributo fisso di 20 euro, che dà diritto di partecipare anche alle attività o manifestazioni collaterali dell’anno accademico, una quota aggiuntiva che per il corso su Bibbia e letteratura è di 15 euro. Inoltre, a richiesta degli interessati, potrà essere rilasciato l’attestato di frequenza nominativo relativo ai corsi cui si è partecipato. Le adesioni agli stessi debbono essere fatte almeno 6 giorni prima della data prevista per l’inizio di ciascun corso. Per ulteriori informazioni rivolgersi alla segreteria dell’Università.

ORARIO SEGRETERIA
Mattina: dal lunedì al venerdì dalle 10,00 alle 12,00. Nei giorni di lezione, sarà possibile iscriversi ai corsi direttamente in aula dalle 16,15 alle 16,45.
UNIVERSITÀ VASCO GAIFFI – Associazione di promozione sociale per la formazione permanente

c/o Uniser Via S.Pertini 358 – Pistoia. tel 0573 3620305 e-mail: segreteria@univergaiffi.it | www.univergaiffi.it




L’ascolto è cosa del cuore

Un invito a scoprire il bisogno di essere riconosciuti e ascoltati, per imparare il valore di un ascolto differenziato.

di Cecilia Costa*

La prof.ssa Cecilia Costa è sociologa e docente presso l’università di Roma Tre. Recentemente è stata nominata consultore della segreteria generale del sinodo dei vescovi, ed ha partecipato ai recenti sinodi convocati da Papa Francesco. A partire dalla sua vasta esperienza in ambito ecclesiale e sociologico ci consegna una riflessione sul valore dell’ascolto con una particolare attenzione al mondo dei giovani.

Situazione culturale

La Chiesa è impiantata nella società, di conseguenza ha bisogno di conoscere la situazione socio-culturale nella quale opera al fine di annunciare il Vangelo. Per diffondere il suo messaggio, dunque, la Chiesa deve essere più che mai attenta ai “segni dei tempi” e al difficile rapporto tra il Vangelo e i valori, il costume, il linguaggio e i simboli di un determinato momento storico. Alla luce di questa premessa, non si può trascurare, pertanto, di riferirsi all’attuale clima culturale della nostra modernità avanzata, in cui, da una parte, si garantiscono delle possibilità straordinarie in campo medico-biologico e tecnologico-comunicativo. Dall’altra parte, invece, si devono affrontare delle problematiche emergenti, tra le quali ci sono: l’abuso della tecnologia digitale; il deficit simbolico di identità, memoria, storia; l’enfasi soggettivista e l’autoreferenzialità; il consumo eletto a fine esistenziale; la concezione della salvezza intesa ormai come generico benessere psicologico; lo scarso senso di appartenenza  e di comunità; la difficoltà di fare scelte per la vita e di assumersi responsabilità nel sociale.

 

Di questi e altri nuclei tematici si è riflettuto anche nell’assemblea sinodale 2018, mettendo in conto che nell’attualità diventa tutto più complesso, perché l’odierno tessuto socio-culturale spesso mette in dubbio ogni verità e spinge verso gli idoli moderni. A fronte di queste problematiche, si evidenziano anche alcuni bisogni,  trasversali a tutte le fasce di età, dalle più giovani alle più adulte, che possono essere riassunti come segue: bisogno di orizzonti di senso, di individualizzazione del sé, di accompagnamento, di relazione e di ascolto. In sostanza, nonostante si sia immersi in una cultura dell’immanente, dell’indistinto, del provvisorio, del dubbio, dello sradicamento, della «perdita del senso della totalità […] del senso della vita e del vivere insieme», come dice Papa Francesco nella Laudato si’, proprio nella nostra epoca sembra che si stiano amplificando le domande di significato, il desiderio di ognuno di essere riconosciuto nella propria unicità e ascoltato.

Ascolto

 

A proposito dell’ascolto, −come recita il documento finale del sinodo dei vescovi XV assemblea generale ordinaria, I giovani, la fede e il discernimento vocazionale, 2018−, esso deve essere inteso come incontro di libertà, coniugato con l’azione divina, offerta dai sacramenti, e con un’adeguata direzione spirituale.

 

Deve essere un ascolto empatico, dialogante, all’insegna del camminare insieme, della relazionalità, della pazienza, dell’accoglienza, dell’affetto, della disponibilità, dell’approccio non indifferenziato, perché ogni persona vuole essere ascoltata per i propri desideri, le proprie incertezze e le proprie paure.

 

Un ascolto che non deve essere segregato in atti, regole, procedure, ricette, comportamenti standardizzati o “costruito” formalmente, ma portato avanti da esperienza a esperienza, da persona a persona. Un ascolto capace, −nei momenti liminali o di fragilità, come in quelli ordinari− di rispettare il ritmo e l’unicità di ciascuno.

 

Bisogna cercare di ascoltare in modo intenso, attenti sia all’aspetto teologico che pedagogico, mirando a far comprendere la libertà e accettarne il rischio. Una libertà che nell’attualità non è ben compresa nel suo significato profondo, perciò va descritta con chiarezza, dicendo che essa rientra nel dialogo della salvezza. Si deve spiegare che la vera libertà, come sottolineato da Paolo VI, è generata da una “domanda d’amore”, alla quale ognuno è «libero di corrispondervi o di rifiutarla» (Ecclesiam suam).

 

In modo particolare, le nuove generazioni per poter affrontare il mondo contemporaneo con le sue sfide inedite e complesse, per imparare a discernere e per diventare consapevoli hanno bisogno di essere riconosciuti, ascoltati, dagli accompagnatori, dai pastori e dalle guide spirituali. Essi hanno necessità di figure vicine, pazienti, sensibili, appassionate, empatiche, che commuovano, parlando al cuore e non solo all’intelletto; che risveglino l’anelito per l’altro da sé e per il bene comune; che favoriscano il saper «riconoscere, interpretare e scegliere» (I giovani, la fede e il discernimento vocazionale, Documento Finale). I giovani e gli stessi adulti hanno bisogno di testimoni credibili, di interpreti autentici di quella che Ignazio d’Antiochia ha chiamato la «novità della speranza», che sappiano aiutare ciascuno a domandarsi  non chi sono io, bensì «per chi sono io?» (Christus vivit).

 

Nel nostro momento storico, la pastorale per essere veramente adeguata ai segni dei tempi dovrebbe adottare un nuovo modo di ascoltare e uno nuovo stile relazionale-comunicativo, nel segno della prossimità, dell’amicizia, dell’affettività, del “cuore” (termine ripetuto 58 volte nell’esortazione Christus vivit) e della “rivoluzione della tenerezza”.

 

* consultore della segreteria generale del sinodo dei vescovi

(pubblicato sul settimanale “LA VITA” n. 2 del 19 gennaio 2020)




In arrivo il secondo Confirmed day

Il 26 gennaio in San Bartolomeo il vescovo incontra i cresimati di quest’ultimo anno: sarà un momento di festa, di allegria e di scoperta. Un invito a partecipare, per un appuntamento da non perdere.

Ancora una volta festeggiamo la vita con la “V” maiuscola, quella che irrompe nei ragazzi e nelle ragazze che hanno da poco ricevuto la cresima nella nostra diocesi; nell’allegria di un incontro tra amici porterà a scoprire un tesoro. Anche quest’anno, infatti, torna W la Wita! – Confirmed Day; la seconda giornata di incontro e preghiera per i cresimati.

Ognuno uscirà dalla chiesa di San Bartolomeo con un dono grande, con una perla preziosa che avrà scovato, nascosta e poi acquistata per poterla sempre avere perché ormai parte di se. Ma non vogliamo svelarvi quello che accadrà, vogliamo invitarvi a stare insieme vincendo la pigrizia e la svogliatezza, perché non possiamo stare né fermi né zitti, vogliamo inondarvi di gioia, ma solo se verrete e così vedrete e vivrete nella pienezza l’inizio di un cammino lungo una vita.

Una vita che vogliamo giocarci con tutti voi, sì proprio con tutti, perché un percorso, un incontro, se condivisi arricchiscono, moltiplicano la gioia e condividono l’entusiasmo.

Non mancare, vieni con il tuo gruppo, vieni a fare gruppo, vieni a San Bartolomeo il 26 gennaio ore 15.30: ti aspettiamo!

Emanuela Ciottoli

 

PASTORALE GIOVANILE

Ripartire dalla giornata dei Cresimati

Dopo il Confirmed Day il cammino per i giovanissimi continua! L’ufficio diocesano per la pastorale giovanile invita infatti i responsabili dei gruppi di dopocresima lunedì 10 febbraio alle ore 21 in Seminario. L’incontro sarà un’occasione di conoscenza reciproca e la prima tappa per preparare insieme la giornata dei giovanissimi, in programma per domenica 7 giugno. Ricordiamo che nel mese di Febbraio l’appuntamento di adorazione eucaristica e ascolto della parola di Dio in Santa Chiara è sostituita dalla “messa giovani e luce nella notte” che sarà celebrata presso la chiesa di San Filippo sabato 15 febbraio alle ore 21.00.




Nuove nomine

In data 5 ottobre 2019 ha nominato il rev. don Simone Amidei, correttore spirituale della sezione di Oste della Misericordia di Prato.

In data 7 ottobre 2019 il vescovo ha nominato il rev. don Hyacinte Lumbwe Mulenge amministratore della parrocchia di San Romano e del Santuario della Beata Maria Vergine in Valdibrana.

In data 11 novembre 2019 il vescovo ha nominato il rev. don Hyacinthe Lumbwe Mulenge, parroco della parrocchia di San Lorenzo in Uzzo.

In data 11 novembre 2019 il vescovo ha nominato il rev. don Peter Kuchar, vicario parrocchiale della parocchia di San Romano in Valdibrana.

In data 6 dicembre 2019 mons. Vescovo ha nominato il rev. don Maurizio Andreini, parroco di Sant’Alessio in Bigiano (Pistoia).

In data 6 dicembre 2019 mons. Vescovo ha accolto la rinuncia dal ministero di Parroco di Stazione in Montale del rev. don Enzo Benesperi, presentatagli per sopraggiunti limiti di età. In pari data, Mons. Vescovo ha nominato amministratore parrocchiale della medesima parrocchia, con tutte le facoltà e i compiti propri del parroco, il rev. don Jaroslaw Boguslaw Ziarkiewicz, amministratore parrocchiale della parrocchia di San Jacopo alla stazione a decorrere dal 18 gennaio.

In data 4 gennaio 2020 mons. vescovo ha accolto la richiesta del rev. don Paolo Firindelli, parroco di Montale, di avere u periodo di riposo e conseguentemnte di essere sollevato momentaneamente da tutte le responsabilità proprie del parroco.

La guida della parrocchia è stata pertanto affidata per il tempo necessario a mons. Patrizio Fabbri, Vicario generale, perché con la sua potestà ordinaria, svolga tutte le funzioni di parroco. A lui è stato affiancato come collaboratore pastorale, il rev. don Augustin Rugwiza.

(22/01/2020)




Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani

«Ci trattarono con gentilezza»

Quest’anno il materiale della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani è stato preparato dalle chiese cristiane di Malta e di Gozo. Il 10 Febbraio a Malta molti cristiani celebrano la festa del naufragio dell’apostolo Paolo. Il brano degli atti degli apostoli proclamato in occasione della festa è lo stesso che è stato scelto come tema della settimana stessa «ci trattarono con gentilezza» (Atti 28,2).

L’episodio ripropone il dramma dell’umanità di fronte alla potenza degli elementi della natura. I passeggeri della barca sono alla mercé del mare violento e della tempesta che infuria intorno a loro.

Sulla barca ci sono 276 persone suddivise in gruppi molto diversi fra loro, ma l’apostolo Paolo si erge come faro di pace nel tumulto. Egli sa che la sua vita non è «in balia delle onde» ma nelle mani di Dio. Grazie alla sua fede tutti sono incoraggiati. È questo il principale tema del brano di Atti: la divina provvidenza.

Così persona, molto diverse tra loro e in disaccordo, approdano insieme a terra sani e salvi. La provvidenza di Dio si rende concreta nell’accoglienza degli uomini e donne del posto che «li trattarono con gentilezza» (Atti 28,2). L’ospitalità è una virtù altamente necessaria nella ricerca dell’unità dei cristiani. È una condotta che ci spinge ad una maggiore generosità verso coloro che sono nel bisogno.

La nostra stessa unità dei cristiani sarà svelata non soltanto attraverso l’ospitalità degli uni verso gli altri, ma anche mediante l’incontro amorevole con coloro che non condividono la nostra lingua, la nostra cultura e la nostra fede.

Nei tempestosi viaggi e nei fortuiti incontri della vita, la volontà di Dio per la sua chiesa e per tutta l’umanità raggiunge il suo compimento; come Paolo proclamerà a Roma, la salvezza dio Dio è per tutti (Atti 28,28).

Dall’introduzione teologico-pastorale del sussidio per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani

 

Ecumenismo a Pistoia

Il programma della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani

 

Anche la Diocesi di Pistoia propone alcuni importanti appuntamenti di preghiera, incontro e riflessione in occasione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Questo il programma:

 

Sabato 18 ore 21.00: Veglia sulla Pace

Chiesa di S. Stefano del Monastero delle Clarisse – Piazzetta S. Stefano, 1

 

Domenica 19 ore 12.30: Grande Benedizione delle acque in occasione dell’Epifania ortodossa

Chiesa Ortodossa russa di Santa Maria in Ripalta – Via di Ripalta, 2

 

Mercoledi 22 ore 21.00: Incontro ecumenico

Chiesa della Parrocchia della Vergine – Piazza della Vergine, 2.

Partecipano: Don Roberto Breschi, Igumeno Andrea, Pastora Letizia Tomassone

 

Giovedi 23 ore 21.00: Celebrazione ecumenica

Chiesa Cristiana Battista – Via Porta S. Marco, 11

Pastore Mario Affuso

 

Sabato 25 ore 17.00: Veglia di preghiera

Chiesa Ortodossa rumena – Via S. Bartolomeo, 14

 

 




Famiglia, scuola e… ragazzi

Uno sguardo su una relazione complicata attraverso le fragilità di oggi

Il centro Famiglia Sant’Anna propone una relazione sul tema: “famiglia, scuola e …ragazzi” a cura del prof. Tiziano Lombardi. L’incontro avrà luogo presso la saletta del Centro Famiglia Sant’Anna di Pistoia (Vicolo de’ Pazzi, 16), sabato 11 gennaio alle ore 9.30. L’evento è organizzato in collaborazione con AIMC, associazione italiana maestri cattolici. Tiziano Lombardi è docente di storia e filosofia presso il Liceo Forteguerri di Pistoia,  pedagogista e volontario del servizio psicopedagogico del Centro Sant’Anna.

Sembrerà banale chiederlo, ma perché la collaborazione tra scuola e famiglia è un presupposto fondamentale in un percorso educativo?

Ogni componente del percorso educativo di un ragazzo è fondamentale per la sua crescita e la sua formazione. In media un adolescente trascorre l’ottanta per cento del suo tempo tra la scuola e la famiglia; se queste due componenti educative non collaborano o peggio ancora inviano messaggi contraddittori, l’obiettivo pedagogico viene meno e il risultato non potrà che essere quello di creare disorientamento e mancanza di fiducia nei confronti del mondo adulto.

Secondo lei, come è cambiato nel tempo questo rapporto tra famiglia, scuola e ragazzi?

È cambiato quanto è cambiata la società. A volte si tende a pensare che “la scuola” o “la famiglia” siano due microcosmi a sè stante che possano andare avanti senza subire le influenze del mondo esterno. Non è così: scuola e famiglia sono il riflesso della nostra società. E i rapporti tra di loro sono influenzati dalla sua velocità di funzionamento. Faccio un esempio. Fino a pochi anni fa un ragazzo che veniva interrogato, tornava a casa e comunicava il voto ai genitori. Adesso un ragazzo che viene interrogato invia immediatamente un messaggio ai genitori per comunicare il risultato. Se prima poteva permettersi di nascondere un voto non eccelso anche per giorni, adesso con il registro elettronico costantemente monitorato dalla famiglia, non può più permetterselo. È tutto più veloce come più veloci sono i rapporti interpersonali e spesso quello che manca nel rapporto odierno tra scuola, famiglia e ragazzi sono i tempi di sedimentazione: se si ritiene che ci sia qualcosa che non va, non si perde tempo e si messaggia immediatamente l’insegnante. Il terrore più grande degli insegnanti elementari oggi, sono i gruppi di genitori su Whatsapp!

C’è una fragilità di fondo all’interno della nostra società che è sempre più evidente. Una fragilità che è figlia dei grandi cambiamenti culturali del nostro tempo. Noi europei viviamo in una società con una popolazione sempre più anziana dal punto di vista anagrafico ma che non è mai stata così giovanilistica. Ovvero, la linea di demarcazione tra la vita adulta e quella giovanile non è più marcata come una volta: gli adulti cercano di restare giovani il più a lungo possibile e i giovani si trovano senza più quelle prerogative che li rendevano “un mondo a parte”. Questo, insieme al passaggio dalla famiglia normativa alla famiglia affettiva, ha delle conseguenze sulle fragilità dei nostri ragazzi; basta analizzare i dati dei servizi di assistenza sanitaria che devono correre a sirene spiegate da un istituto scolastico all’altro per soccorrere i nostri ragazzi sofferenti di attacchi d’ansia. Quindi, ritornando alla domanda, il cambiamento che rilevo nel rapporto tra scuola, famiglia e ragazzi è una perdita di quei punti di riferimento che creavano una certa stabilità e che adesso creano elasticità. Gli elastici possono essere utili e divertenti, ma poco stabili.

È proprio vero che ai ragazzi manca la passione per la scuola rispetto al passato?

Sinceramente una grande passione per la scuola non l’ho mai riscontrata nemmeno in passato. Forse c’era quando la scuola non era un obbligo ma una conquista; l’obbligatorietà inibisce qualunque passione. Non sentiremo mai nessuno dire “ho la passione per il violino perché mi obbligano a suonare”. I ragazzi le passioni ce l’hanno eccome e talvolta, fortunatamente, coincidono con un percorso di studi ben preciso; per questo è fondamentale non influenzare più di tanto le loro scelte scolastiche ma lasciare che possano provare ad esprimersi attraverso le loro aspirazioni.

Secondo la sua grande esperienza quali sono le problematiche più frequenti nel rapporto scuola, famiglia e ragazzi?

La scuola ha delle richieste ben precise legate alla performance e agli obiettivi didattici; la famiglia ha delle richieste in termini di aspettative; i ragazzi sono nel mezzo, a cercare di accontentare e di sopravvivere sia alla scuola sia alla famiglia. Dovremmo smetterla di analizzare gli adolescenti come se fossero una specie a parte. Gli adolescenti sono sempre gli stessi: hanno i brufoli, s’innamorano alla stessa velocità con cui si disinnamorano, hanno la testa tra le nuvole e prendono decisioni ormonali. Erano così prima che iniziassi ad insegnare e lo saranno anche dopo che avrò smesso. Secondo me dovremmo parlare meno di loro e chiedergli più spesso cosa ne pensano, come si sentono e di cosa hanno bisogno.

Daniela Raspollini

 

 




Iniziative e proposte per cresimandi e cresimati

Gli appuntamenti e le indicazioni per catechisti e animatori a cura dell’Ufficio Catechistico diocesano.

Nel mese di gennaio la nostra diocesi invita i catechisti a prepararsi ad una serie di iniziative che riguardano sia i ragazzi che riceveranno la cresima nel 2020 che i ragazzi che l’ hanno già ricevuta dal febbraio 2019 al gennaio 2020 (compreso).
I cresimandi cominceranno con i loro catechisti a prepararsi alla festa di incontro con il vescovo prevista in cattedrale il 29 marzo 2020 alle ore 15.30, i cresimati – invece – con i loro gruppi dopo cresima sono invitati dal vescovo al Confirmed Day per fare ancora festa insieme il 26 gennaio 2020 in San Bartolomeo alle ore 15.30.

Per i cresimandi

Il 7 gennaio scorso don Cristiano d’Angelo ha presentato un itinerario a tappe di ascolto, condivisione e gioco intorno ad un preciso brano del vangelo. Ci proponiamo infatti di vivere un tempo forte di comunione nel quale tutti i ragazzi che celebreranno la cresima in questo anno camminano insieme fino al giorno in cui incontreranno il vescovo in duomo. Qui faranno finalmente un’esperienza di chiesa, entrando in cattedrale e abitando questo spazio così significativo della diocesi. Riempiremo la cattedrale festosamente, portando la gioia della vita e accogliendo la parola del vangelo che alla vita dà profondità e speranza. Chiunque non avesse ricevuto questo strumento può scrivere all’ufficio catechistico per chiedere informazioni o scaricarlo qui.

Per i cresimati

In questi giorni l’attenzione dell’ufficio catechistico è rivolta in modo del tutto eccezionale ai cresimati, perché la festa in San Bartolomeo è davvero imminente. Il motto di questa giornata è W LA VITA, perché la vita ci scoppia dentro il cuore e il futuro è davanti a noi.
La chiesa di Pistoia è emozionata al pensiero di tutto il potenziale che portano nel cuore i ragazzi che hanno concluso l’itinerario catechistico e intende proporre un’occasione per non disperdere la gioia, l’entusiasmo, l’energia di questa bellissima stagione di vita. La seconda edizione del Confirmed Day vuole aiutare le parrocchie a lanciare il gruppo giovani, in modo da proseguire il cammino della fede che diviene amicizia e costruisce relazioni belle che tanto servono al mondo di oggi.

Anche per questo incontro consigliamo un piccolo percorso di preparazione che rivolgiamo a catechisti e animatori:

1. Seguiamo le indicazione dell’ultima tappa del sussidio W la Wita; il brano da leggere commentare per preparaci all’incontro è Mt 13,44: quello del tesoro nascosto nel campo. Il sussidio è a disposizione sul sito diocesano;
2. Preparate o portate il vostro cartello, striscione parrocchiale;
3. Venite con la voglia di ballare e cantare. Arriveranno in questi giorni le indicazioni sonore.. ( le troverete sul sito dell’ufficio catechistico). A questo proposito ricordiamo che le prove di canto per l’animazione del Confirmed Day si svolgeranno il 16 gennaio alle ore 21 presso la parrocchia di Vignole.
4. I catechisti -animatori sono invitati inoltre ad inviare entro il 22 Gennaio una mail all’ufficio catechistico (ufficiocatechistico@diocesipistoia.it) nella quale indicare il numero dei partecipanti.

Suor Giovanna Cheli




Ci ha lasciati don Valerio Mazzola

Il sacerdote, per 25 anni parroco di Villa di Baggio, aveva da mesi lasciato il servizio pastorale per una grave malattia.

Don Valerio ci ha lasciati. Era nato il 3 settembre 1942 a Salgareda in provincia di Treviso. La sua vita, segnata da una profonda inquietudine spirituale, lo ho portato giovanissimo nell’ordine dei Carmelitani Scalzi, dove è rimasto fino al diaconato. Uscito dall’ordine volle lavorare come operaio ad Ivrea. Chiese egli stesso la dispensa dallo stato clericale per dedicarsi al mondo del lavoro. Poi, nel 1970 giunse in Toscana per un’esperienza eremitica a Campiglione. Dopo tre anni si trasferì in una casa famiglia per disabili di Firenze, dove ha abitato fino al 1976. In quell’anno, in occasione di un tempo di ritiro in Casentino sentì rifiorire la propria vocazione sacerdotale. Giunto a Pistoia su invito di mons. Scatizzi chiese e ottenne di essere reintegrato nel clero.

A Pistoia è stato ordinato sacerdote nel 1994, anno in cui ha iniziato a svolgere il ministero sacerdotale a Villa di Baggio. Qui, nel cimitero del paese, secondo il desiderio dei suoi parrocchiani, a lui molto affezionati, don Valerio sarà sepolto.

Le esequie, presiedute dal vescovo Tardelli, saranno celebrate venerdì 10 gennaio alle ore 15 presso la chiesa di Villa di Baggio.

Ci piace ricordarlo con il versetto di un salmo a lui molto caro: «Io invece come olivo verdeggiante nella casa di Dio. Mi abbandono alla fedeltà di Dio ora e per sempre» (sal 52,10). «Credo che il valore della della propria vita – scriveva in una recente intervista per i suoi 25 anni di sacerdozio- consista proprio nel sapersi abbandonare a questa fedeltà che non viene mai meno».

In ricordo di don Valerio

Don Valerio o meglio Valerio, come tanti di noi lo hanno sempre chiamato, è stato un parroco molto semplice e umile, ma al tempo stesso colto e sapiente, rispettoso di quelle che sono le regole della Chiesa. Amava molto passeggiare in particolare nelle ore serali o notturne per ammirare o meglio “gustare” i paesaggi, i tramonti, la volta celeste e le montagne; per questo ha tanto apprezzato il nostro piccolo paese fra i monti pistoiesi, la sua amata Villa di Baggio. Don Valerio è sempre stato vicino a tutti con la preghiera; emotivamente sentiva molto le celebrazioni liturgiche e le celebrava nel migliore dei modi. Era una persona per niente venale rispetto alle dicerie che l’hanno ferito. Nel mese dedicato ogni anno alle missioni provvedeva lui stesso con i suoi proventi a inviare tante offerte. Per chi gli è stato vicino e l’ha conosciuto è stato un bravo “prete” di campagna e una persona da cui poter imparare molte sfaccettature della vita. Ciao Valerio.

Alessandra Scartabelli

Don Paul Devreux ricorda l’amico Valerio

Tu e Valerio siete stati ordinati insieme, cosa ti ricordi di quel momento?

Per me è stato bello sentire subito un grande senso di comunione.

Cosa ti piace ricordare di Don Valerio?

Mi è sempre piaciuto la sua semplicità.

Quali aspetti gli stavano particolarmente a cuore nella sua opera pastorale?

Era un sacerdote contento di ciò che faceva, pieno di entusiasmo.

Come ha affrontato la sua malattia?

L’ha affrontata con cosi tanta serenità che non mi sono accorto che stava morendo, come fu Don Casimiro, qualche anno fa. L’ho rivisto alle cappelle dell’ospedale, vestito a festa, e per la prima volta l’ho visto con le scarpe nuove, che i parrocchiani gli hanno comprato per l’occasione, segno di affetto. Certamente sta pregando per noi più di quanto noi preghiamo per lui.  Buon viaggio caro Valerio e goditi il meritato riposo.

D.R.




1 gennaio,un giorno per la pace

Il 1 gennaio, solennità di Maria Madre di Dio, si celebra la giornata mondiale della pace. Il vescovo Tardelli celebrerà la Santa Messa alle ore 18 in Cattedrale, alla presenza dei rappresentanti delle associazioni e movimenti cattolici che fanno parte della Consulta diocesana delle aggregazioni laicali e delle associazioni e gruppi di volontariato che operano nella diocesi.

Il tradizionale incontro del vescovo con le autorità cittadine è previsto per domenica 12 gennaio 2020, alle ore 17, in palazzo vescovile per la presentazione e la consegna del messaggio papale.




Le Benedettine di Pistoia donano il monastero alla Diocesi

Nell’ambito del progetto che ha portato Scholas Occurrentes a Pistoia, le monache Benedettine hanno annunciato la donazione del monastero di Santa Maria degli Angeli alla diocesi di Pistoia: «Perché questo possa essere sempre un luogo dello spirito e possa continuare ad accogliere tutti i giovani e meno giovani».

«Nel Vangelo – scrivono le monache – , Gesù ci invita a seguirlo sulla strada che conduce al dono totale di sé e noi monache abbiamo colto questo invito sul serio.  Ecco allora quel che stiamo vivendo in questo Natale, tempo di grande Grazia. Siamo rimaste in quattro monache, tutte anziane (giovanissime nel cuore!) in un monastero troppo grande per noi. Papa Francesco ci ha chiesto di tramandare ai giovani tutti i nostri tesori (quel che si è e quel che si ha), si è tanto raccomandato di mantenere vivo e aperto il dialogo intergenerazionale. Quello è stato sempre un nostro profondo desiderio e lo abbiamo anche concretizzato aprendo il cuore e le porte del Monastero a Scholas Occurrentes.  In questo Santo Natale (tradizione vuole sia il tempo dei migliori regali!), come madri piene d’amore, che vogliono offrire ai figli tutto quel che hanno ricevuto gratuitamente dall’Amore del Padre,  facciamo dono del nostro Monastero alla Diocesi perché questo possa essere sempre un luogo dello spirito e possa continuare ad accogliere tutti i giovani e meno giovani che vorranno attingere a questa fonte benedetta che zampilla acqua viva al centro della città.

E con cuore sempre aperto, noi monache continueremo a vivere raccolte con Gesù nella nostra “clausurina” (preparata con ogni cura nel primo piano del Monastero), adorando, pregando, ascoltando, contemplando, perseverando, accogliendo, condividendo, tutto e tutti per amore, con amore, nell’Amore di Gesù, nostro unico amore. Con un “sì” eterno, come ci insegna Maria. Questo è il nostro buon Natale, perché con Gesù sempre nasce e rinasce la gioia».

26/12/2019