Assemblea generale CEI: nel comunicato finale una nomina “pistoiese”

Incarico nazionale per un sacerdote della nostra diocesi

Si è appena conclusa la 73a assemblea generale della Conferenza episcopale italiana. L’esito dei lavori è riassunto nel comunicato finale pubblicato oggi 23 maggio.

Nel comunicato della CEI sono elencate anche le nomine ratificate all’interno dell’assemblea. Tra di esse siamo lieti di notare la presenza di un giovane sacerdote della nostra diocesi: Don Elia Matija, parroco di Carmignano, che è stato nominato “Coordinatore nazionale della pastorale dei cattolici albanesi in Italia“.

Don Elia Matija, è nato infatti in Albania, in un piccolo villaggio (Sheldi) vicino a Scutari, il 27 aprile 1980. Dopo un periodo di formazione nel seminario interdiocesano diretto dai Gesuiti Elia ha lasciato il suo paese, per raggiungere fortunosamente l’Italia e qui iniziare un’esperienza lavorativa. Nel 2003 tuttavia, Elia ha riconsiderato la chiamata al Signore e dopo essere entrato nella Fraternità Apostolica di Gerusalemme di Pistoia ha vissuto qui gli anni di formazione al sacerdozio. Adesso Elia è un sacerdote diocesano, incardinato nella Chiesa di Pistoia. Elia ha svolto la sua attività pastorale presso l’ospedale San Jacopo di Pistoia, quindi come vicario parrocchiale di Lamporecchio. Attualmente è anche Direttore dell’Ufficio per la pastorale dei Migranti.

Ci congratuliamo con don Elia, augurandogli un buon lavoro in questo nuovo e importante incarico ecclesiale.

Il comunicato finale CEI

Il comunicato finale si apre con un riferimento al discorso di apertura di Papa Francesco, centrato sui temi della collegialità e sinodalità, dei processi matrimoniali e dei rapporti tra vescovo e sacerdoti. Poiché la sinodalità è dimensione costitutiva della Chiesa il Papa ha invitato a praticare una sinodalità “dal basso all’alto”, aperta dunque al coinvolgimento dei laici, come una sinodalità “dall’alto al basso”, cioè secondo le indicazioni tracciate dal papa stesso in occasione del convegno ecclesiale di Firenze. Circa la riforma dei processi matrimoniali Francesco raccomanda “celerità e gratuità delle procedure”, mentre invita a coltivare con attenzione il rapporto tra vescovo e sacerdoti, “vera e propria spina dorsale su cui si regge la comunità diocesana”.

Il comunicato, quindi affronta tre punti:

  1. Una triplice preoccupazione; in primo luogo per la riforma del terzo settore, che non valorizza, ma mortifica l’associazionismo e l’operoso contributo dei corpi intermedi; in secondo luogo per le prossime elezioni europee, turbate da paure, chiusure e “polarizzazioni ideologiche” cui occorre contrapporre il patrimonio che nasce dell’umanesimo cristiano, attento a promuovere tutti i valori legati alla persona e alla sua dignità; infine, in terzo luogo, per le zone del centro Italia segnate dal terremoto e ancora lontane da un ritorno alla normalità.
  2. Tempo di missione.  La Chiesa in Italia si è interrogata sulle modalità e gli strumenti per una nuova presenza missionaria. Le conclusioni dei lavori suggeriscono un “recupero di una spiritualità missionaria” per, “uscire” e “stare con”; la valorizzazione del rientro di presbiteri e laici fidei donum; la priorità della Parola, anche attraverso la costituzione di piccoli gruppi del Vangelo. Tante le piste e le indicazioni di lavoro, orientate all’intreccio tra vita e fede, alla missione coniugata con le opere nella fraternità, nell’incontro e nell’accoglienza dell’altro, nell’attenzione ai più deboli e poveri.
  3. Il minore al centro. Nel corso dei lavori sono state approvate le Linee guida per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili. Un testo di grande rilievo per la vita pastorale della chiesa italiana che tiene come punto centrale la cura e la protezione dei più piccoli e vulnerabili come valori supremi da tutelare.

Scarica il comunicato finale

 




Progetto Traghetto, ponte per nuove opportunità

Una seconda possibilità per chi ha sbagliato e vuole di nuovo inserirsi nella comunità. Questo il senso del progetto “Traghetto 2017”, coordinato dalla Cooperativa in Cammino e finanziato dalla Caritas diocesana, che ha impiegato 24 detenuti in veri e propri corsi professionali e avviamento al lavoro.

L’idea progettuale si fondava sulla creazione di percorsi di formazione che volevano ricreare una condizione lavorativa come quella aziendale, senza però i vincoli e le pressioni tipiche dei contesti aziendali.

I contesti lavorativi hanno privilegiato aree d’impiego: i corsi formazione lavoro sulla carpenteria in ferro; corsi di orticultura all’interno del terreno denominato “orto di Paolo” e attività di pulizia generica all’interno di giardini pubblici.

«Questa impostazione ha permesso a tutti coloro che sono stati inseriti di ripresentarsi di fronte al lavoro dopo un periodo di pausa forzata – ha affermato Sauro Gori, responsabile del progetto – e di rimisurarsi concretamente con quelle che sono le dinamiche e le necessità che il lavoro impone senza dover sottostare alla selezione e alle esigenze strette che un rapporto lavorativo normale prevede. Il target di persone a cui ci siamo rivolti – ha continuato – è particolarmente fragile, perchè quanti al termine della loro pena hanno un contesto familiare e lavorativo già definito indirizzano i loro sforzi in tale direzione che sono ad un livello superiore della nostra proposta; noi ci siamo presentati come una esperienza “ponte” (appunto Traghetto) attraverso la quale passare in assenza di altre opportunità più favorevoli.

M.C.




L’arte del lavoro: un incontro tra arte, fede e dottrina sociale della Chiesa

Il lavoro “come Dio comanda”, com’era e come la vogliamo.
Una serata tra arte, fede e dottrina sociale della Chiesa a cura dell’Ufficio diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro

Libero, creativo, partecipativo e solidale. È il lavoro che vogliamo, così come lo definisce Papa Francesco al n.192 di Evangelii Gaudium. Una sintesi efficace dalla quale si è generato e sviluppato un percorso che ha coinvolto credenti e parti sociali divenuto il tema dell’ultima Settimana Sociale dei cattolici italiani (la 48°) svoltasi a Cagliari. Un evento che, in generale, ha contribuito ad animare il dibattito nel paese. La Chiesa (e quindi la Pastorale Sociale e Lavoro) è infatti consapevole della distanza che ci separa dal lavoro che vogliamo, cioè dal “lavoro buono”, e ha dunque messo al centro della propria attenzione il tema del lavoro come opportunità imprescindibile per affermare la dignità della persona e la sua capacità di collaborare all’opera creatrice di Dio.

Per questa ragione quest’anno, in occasione del mese di maggio, tradizionalmente dedicato a riflettere sui temi connessi al lavoro e all’occupazione, l’Ufficio di Pastorale Sociale della nostra Diocesi ha deciso di affrontare questo tema in modo particolare: intendiamo cioè ripensare come è stato concepito il lavoro, che ruolo ha avuto nel corso del tempo e come ha condizionato la nostra storia.

Ci aiuteranno magistralmente in tale intento la Prof.ssa Mariella Carlotti, insegnante e storica dell’arte e don Cristiano D’Angelo, vicario diocesano per la Pastorale, nel corso di una conversazione che si terrà lunedì 27 alle ore 20.45 presso la Sala capitolare del Convento di San Francesco.

La prof.ssa Carlotti ci illustrerà i contenuti espressi dalle formelle trecentesche del Campanile di Giotto, sottolineando come le immagini scolpite rappresentino, con grande efficacia figurativa, una concezione autenticamente umana del lavoro, concezione che oggi è veramente necessario riscoprire. Don Cristiano d’Angelo, a partire da alcuni brani tratti dalle Sacre Scritture, ci farà riflettere sul valore del lavoro umano come collaborazione all’opera creativa di Dio.

Selma Ferrali




Un progetto scolastico per superare la globalizzazione dell’indifferenza

L’impegno dell’Ufficio Scuola diocesano e Caritas Pistoia per far riflettere le nuove generazioni sulle nuove povertà, le migrazioni, lo stato sociale

Dal 2015 l’Ufficio Scuola diocesano (Servizio per l’I.R.C.) e Caritas Pistoia collaborano con gli Istituti superiori nella formazione degli studenti all’interno della Diocesi di Pistoia.

Nel corso degli ultimi anni gli sviluppi e le radicali trasformazioni all’interno del nostro contesto sociale hanno portato alla necessità di aprire una riflessione con le nuove generazioni, con la finalità di educarle a leggere con attenzione e spirito critico l’ambiente circostante. Per questa ragione agli insegnanti sono stati proposti alcuni percorsi da presentare ai ragazzi con tematiche estremamente attuali come le nuove povertà, l’intercultura, le nuove migrazioni e infine una riflessione sullo stato sociale, verso una prospettiva di welfare generativo.

Gli incontri in classe, realizzati e condotti da due operatori sociali, hanno sia avuto il metodo della lezione frontale sia quello più interattivo di dialogo con i ragazzi, anche grazie all’uso di proiezioni di filmati, diapositive e testimonianze.

L’oggetto di studio, come detto, ha interessato diversi ambiti; il primo dei quali ha riguardato la presentazione e la sensibilizzazione verso la tematica delle nuove povertà, in particolare attraverso l’illustrazione del metodo Caritas, volto alla promozione umana delle persone in difficoltà, e la presentazione delle opere segno attive sul territorio.

In secondo luogo la riflessione ha riguardato il fenomeno storico, culturale e politico delle migrazioni; da un lato attraverso la conoscenza delle rotte migratorie che vanno dall’Africa al Mar Mediterraneo, dall’altra verso la prospettiva dell’intercultura come scambio e non solo scontro nei confronti di tutto ciò che è diverso da noi.

Infine l’analisi sullo stato sociale, specialmente quello italiano, ha portato alla necessità di una nuova visione di welfare, verso un’ottica generativa in cui la persona prima di tutto è portatrice di risorse che può mettere a disposizione nella propria comunità.

Tutte queste riflessioni sono state stimolate e portate avanti durante l’anno scolastico dai vari insegnanti, che hanno visto in questo progetto il possibile punto di partenza verso un pensiero che stimoli il ragazzo ad essere ancora più consapevole e protagonista dei propri spazi e di conseguenza dell’intera comunità.




Gruppi di ascolto del Vangelo: il respiro delle comunità parrocchiali

Lunedì 13 maggio si è svolto l’incontro degli animatori dei gruppi di ascolto della parola con il vescovo Tardelli

Si è svolto la sera di lunedì 13 maggio in seminario a Pistoia l’ormai tradizionale incontro di fine anno tra gli animatori dei Gruppi di Ascolto della Parola presenti nelle parrocchie della nostra Diocesi e il vescovo Fausto Tardelli. È stata l’occasione per verificare il cammino percorso nell’ultimo anno da queste realtà così importanti per la vita pastorale delle parrocchie, assieme al Vescovo e ai responsabili dell’Ufficio Catechistico della Diocesi Suor Giovanna Cheli e Don Cristiano D’Angelo.

Durante l’anno i vari Gruppi si sono confrontati nelle rispettive realtà parrocchiali con la lettura di brani tratti dagli Atti degli Apostoli contenuti nel Sussidio proposto come guida dalla Diocesi.

L’incontro, aperto dall’introduzione di don Cristiano e dalla lettura dell’ultimo brano proposto dal Sussidio, tratto dal capitolo 20 degli Atti, con la bellissima pagina del saluto di Paolo agli anziani di Efeso, è proseguito con numerosi interventi da parte di rappresentanti di gruppi parrocchiali che hanno portato la loro testimonianza e le loro proposte per il futuro.

Nella traccia proposta per stimolare gli interventi erano presenti alcune domande, cui i presenti hanno cercato di rispondere a nome dei propri gruppi: di tutti i brani letti negli Atti degli Apostoli, quale episodio ti ha fatto più riflettere ? Quale suggerimento ci viene dagli Atti degli Apostoli per la vita delle nostre comunità cristiane? Come è andato il cammino del tuo gruppo in questo anno pastorale? Come giudichi il Sussidio di quest’anno? Quale libro della Bibbia ti piacerebbe leggere l’anno prossimo? Hai osservazioni da fare o suggerimenti per l’anno prossimo?

Senza entrare, per ovvi motivi di lunghezza e di peculiarità di ogni gruppo intervenuto, nei dettagli delle testimonianze che questi quesiti hanno stimolato nei vari interventi, si può certamente sottolineare che le esperienze raccontate sono state tutte sostanzialmente positive e che le realtà dei Gruppi i cui rappresentanti erano presenti sono ormai ampiamente radicate nelle rispettive parrocchie e contribuiscono indubbiamente in modo positivo alla crescita delle comunità. Proprio per quanto riguarda quest’ultimo aspetto è stata apprezzata da molti la scelta della lettura di brani degli Atti per quest’anno pastorale, in quanto, richiamandoci alla conoscenza delle esperienze straordinarie delle prime comunità cristiane, ha suggerito importanti spunti di riflessione su come cercare di vivere l’odierno cammino comunitario e parrocchiale.

Tra le proposte per quanto riguarda la scelta di cosa proporre nei sussidi del prossimo anno, si è passati dall’esigenza espressa da alcuni di tornare ad affrontare brani dell’Antico Testamento, troppo spesso poco conosciuto e quindi da approfondire, a quella di dare continuità al cammino di quest’anno, magari con la lettura delle Lettere di San Paolo.

Dopo gli interventi degli animatori, han preso la parola prima suor Giovanni e poi il Vescovo, che, ringraziando i presenti per l’impegno profuso in questo Cammino, hanno sottolineato l’esigenza di rilanciare fortemente col nuovo anno pastorale la proposta dei Gruppi d’Ascolto nelle varie comunità. Dopo l’entusiasmo dei primi anni quest’esperienza, voluta fortemente dal vescovo Mansueto Bianchi, e gli ottimi risultati raggiunti in molte parrocchie, si avverte infatti la necessità di far conoscere meglio e allargare soprattutto ai più giovani e in genere ai catechisti l’importanza di questa proposta.

Come ha affermato il Vescovo, i Gruppi di Ascolto, rappresentano “Il respiro delle comunità parrocchiali”, ne devono essere l’anima della formazione pastorale, in quanto la conoscenza e il confronto sulla Parola sono fondamentali nei cammini di fede individuali e, di riflesso, comunitari.

Quindi occorre rilanciare tale proposta, fare rete nelle comunità e tra le comunità attraverso queste esperienze. Occorre in sintesi, “essere Chiesa” e comprendere attraverso la conoscenza della Parola che “essere Chiesa” è un dono straordinario.

E in fondo questo è quanto ci hanno “chiesto” gli Atti degli Apostoli in quest’ultimo anno di cammino: diventare Chiesa missionaria e testimone, camminando insieme “sulle ali degllo Spirito”, come ai tempi delle prime comunità cristiane. A questo è indirizzata l’esperienza dei Gruppi di Ascolto parrocchiali; per questo deve essere sottolineata con ancora più forza e gioia la bellezza di tali esperienze.

Cristiano Mazzei




Un diacono per la montagna

Marco Petrini affiancherà don Sergio Agostini nelle parrocchie della Montagna, tra Cutigliano e Abetone andando ad abitare presso la canonica di Pian degli Ontani

Marco Petrini svolge il proprio servizio diaconale in montagna da diversi anni. Sabato scorso, 11 maggio, in occasione della visita pastorale, è stato ufficialmente presentato da Mons. Tardelli alla comunità di Pian degli Ontani, dove andrà a risiedere con la famiglia. Il diacono Petrini affiancherà don Sergio Agostini, parroco di Cutigliano, Pian degli Ontani, il Melo, Rivoreta, Pianosinatico e Abetone. A Marco Petrini abbiamo rivolto alcune domande per conoscere meglio il servizio che svolgerà in parrocchia e nelle altre comunità della Montagna.

Da diversi anni svolgi servizio sulla montagna pistoiese, ma come è nata la decisione di trasferirti in montagna a Pian degli Ontani?

A suo tempo il vescovo Mansueto mi aveva inviato in montagna a fare servizio presso don Napoleone Toccafondi a Spignana e Lizzano, poi però, il mio lavoro si è allargato in tutte le parrocchie del vicariato in accordo con il vicario zonale don Cipriano Farcas. Di conseguenza Mons. Bianchi mi affidò l’incarico di svolgere il servizio da diacono in aiuto ai parroci dell’intero vicariato della montagna. Poiché don Sergio Agostini era, e continua ad essere, parroco di sei parrocchie – senza contare i diversi oratori- il vescovo Tardelli mi ha chiesto di prestare servizio in collaborazione con lui. Questo è quello che faccio oggi, anche se certamente sono sempre disponibile a sostituire altri sacerdoti o ministri in caso di assenza. Con il mio servizio è emersa la possibilità (e il bisogno) di avere una canonica in cui abitare per non dover andare e venire da Pistoia ogni volta. Così con il vescovo abbiamo individuato la canonica di Pian degli Ontani. Una casa che in questi mesi, pur con diversi lavori, ha ripreso vita.

In cosa consisterà il tuo impegno?

Il mio impegno sarà quello di allentare la pressione di don Sergio nelle celebrazioni domenicali, poi mi dedicherò a incontri di Vangelo e di catechesi, che in montagna vengono fatti prevalentemente d’estate, quando c’è più possibilità di uscire. Anche quest’anno ho intenzione di cominciarli con il mese di giugno.
C’è poi il desiderio di animare la comunità di Pian degli Ontani, magari attraverso il coinvolgimento dei giovani, cercando di riavvicinare loro e le famiglie alla vita della chiesa. Pian degli Ontani è già un paese disponibile e partecipe; qui è molto sentita la vita della parrocchia, ma certamente la mia presenza potrebbe riattivare un po’ la disponibilità.

Dopo tanti anni in montagna conosci ormai luci e ombre della vita cristiana in questo territorio…

Luci e ombre ci sono come da tutte le parti. Le luci sono primariamente rappresentate da comunità montane sincere, in cui il contatto umano è molto più presente e vivo; le ombre sono soprattutto le assenze dei giovani che per motivi logistici se ne vanno mentre la popolazione invecchia sempre di più. Certamente c’è molto lavoro da fare con la visita ai malati, ma tante iniziative sono assai difficili. È mancato il ricambio generazionale che fino a qualche anno fa ancora si registrava. Se si riavvicinano i giovani certamente sarà possibile dare futuro alla montagna…

Come pensi di portare avanti il tuo lavoro sulla base delle indicazioni suggerite dal Vescovo nella lettera pastorale per l’anno della Comunità?

Direi che sono necessarie integrazioni fra diverse comunità. Penso che ci sia molto da lavorare in questo senso. Come ricorda il vescovo in occasione della visita pastorale si può sintetizzare così: il campanile sì, se inteso come segno di identità di cultura e tradizione da tutelare, il campanilismo no, se inteso come malattia, atteggiamento da superare. Si potrebbe cogliere, per esempio, la possibilità di fare degli incontri per riunire tutti i ragazzi che fanno catechismo per una giornata insieme, per una gita, per farli sentire uniti tra loro. Altrimenti si rischia la frammentazione e la minimizzazione delle presenze. Credo che questo trovarsi insieme possa essere un segnale importante. Creare collaborazioni tra realtà parrocchiali mi sembra la via che potrebbe dare frutti. Cercherò di portare avanti questa idea.

C’è un messaggio che vuoi rivolgere alle tue nuove comunità?

Il messaggio, che ho avuto modo di pronunciare sabato scorso, in occasione della mia presentazione da parte del vescovo alla comunità di Pian degli Ontani, è quello della sincerità. Sono diacono, ma in primo luogo sono un uomo, con i miei limiti. Se c’è qualcosa che non va, se ci sono sbagli, o errori, gradirei la sincerità di sentirmelo dire in faccia. Cerco e cercherò di essere “diacono” a servizio di tutti, ma ho i miei limiti e condivido la fatica di vivere come tutti. Mi sento di aggiungere che la figura di un diacono con famiglia residente in parrocchia è comunque segno di una chiesa che si rinnova, esce dagli schemi che per secoli l’hanno contraddistinta, ma che adesso chiedono di essere cambiati. Chiaramente ci vorrà tanta umiltà e buona volontà.

E sua moglie come vive questa scelta?

Mia moglie ha accolto in modo positivo. Da principio Pian degli Ontani ci sembrava assai lontano, ed è stato un po’ come un salto nel buio. Ma adesso siamo convinti; andremo avanti giorno per giorno, io e la mia famiglia.

Daniela Raspollini




Pellegrinaggio diocesano a Montenero: le parole del vescovo

Un migliaio di pellegrini ha raggiunto Montenero per il pellegrinaggio diocesano. Nelle parole del vescovo Tardelli il ringraziamento e l’affidamento alla Vergine, ma anche i propositi per il cammino della Chiesa di Pistoia

Larga partecipazione di fedeli per il pellegrinaggio Diocesano a Montenero: sedici i pullman partiti da Pistoia per la festa della Madonna delle Grazie di Montenero, patrona della Toscana. Quest’anno, infatti, la Diocesi era chiamata a portare in omaggio l’olio per la lampada che arde davanti alla venerata e antica immagine del Santuario, consegnato a turno ogni anno dalle singole chiese toscane.

Il vescovo Tardelli, insieme ad alcuni gruppi di pellegrini, è arrivato la mattina per un momento di preghiera e meditazione sulla Vergine Maria curato da P. Antoine Emmanuel della Fraternità Monastica di Gerusalemme di Firenze. Nel primo pomeriggio sono poi arrivati la maggior parte dei fedeli provenienti da numerose parrocchie della Diocesi, accompagnati da alcuni rappresentanti delle amministrazioni locali, da alcune sezioni della Misericordia, dall’Unitalsi ed altre associazioni di volontariato. Tutti i pellegrini si sono dati appuntamento al parcheggio degli autobus per muoversi verso il Santuario pregando il Santo Rosario.

Viste le incerte condizioni meteorologiche il programma si è svolto interamente all’interno del Santuario, dove l’aula della chiesa si è presto rivelata incapace di contenere tutti i fedeli, in parte assiepati nell’atrio e nei corridoi laterali.
Ha così preso il via la liturgia penitenziale battesimale, celebrata in un clima generalmente raccolto e sinceramente partecipe.

Il pellegrinaggio è culminato nella Santa Messa, presieduta dal vescovo e concelebrata da oltre una trentina di presbiteri della Diocesi di Pistoia. Al termine si è svolta una piccola cerimonia per la consegna dell’olio della lampada. Lo stesso vescovo Tardelli ha versato un fiasco d’olio presentato dalla diocesi nella lampada collocata ai piedi dell’altare. Per tutto l’anno sarà rifornita con l’olio offerto dalla nostra chiesa di Pistoia; segno di una devozione popolare vivace e radicata, ma soprattutto gesto di venerazione e affidamento dell’intera diocesi alla Madonna delle grazie.

Proponiamo di seguito l’omelia pronunciata dal vescovo Tardelli durante la santa messa.

 
Credo carissimi amici, fratelli e sorelle, che dobbiamo ringraziare Dio, Maria Santissima che ci ha convocati, in questa bella occasione, che ci fa tutti uniti nella sua memoria, tutti uniti come popolo santo di Dio, come Chiesa di Pistoia che si è mossa per venire qui. Quello che dice la Scrittura nel libro dell’Apocalisse (“Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c’era più. Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo”, Ap 21,1-2) si realizza qui, nonostante l’incertezza dei nostri passi, nonostante i nostri limiti e difetti: possiamo dire che siamo una città santa, adornata come una sposa, siamo veramente un cielo nuovo e una terra nuova. Lo vediamo qui in questa assemblea, per sentirci una cosa sola: il vescovo, i presbiteri, i religiosi e le religiose, il santo popolo di Dio…; sì, siamo davvero una città santa, un cielo nuovo e una città nuova. Intanto qui oggi sentiamo la vicinanza dei santi, sentiamo Maria tra noi, ci sentiamo già popolo di Dio. Vogliamo riconoscere la grande misericordia di Dio che continua ad avere fiducia in noi.
 
Pensate che c’è stata un’avanguardia nel nostro pellegrinaggio: sono stati qua i giovani e, come è giusto che sia, i giovani hanno fatto da apripista. Devono essere così anche nella nostra Chiesa di Pistoia: gli apripista per osare nelle strade del mondo una testimonianza nuova, di amore e speranza.
 
Siamo qui, oltre che per rendere grazie, ai piedi di Maria per presentare tutte le nostre fragilità, tutte le nostre debolezze. Ognuno di noi porta tutte le sue sofferenze, il volto di un parente di un amico che soffre, qualcuno che è nel buio, nella solitudine nella disperazione. Ecco, noi siamo qui ai piedi di Maria a chiedere e supplicare il suo materno aiuto, presentando tutte le nostre ansie, tutte le nostre preoccupazioni, i nostri lutti, le nostre malattie.. Presentiamo a Maria questo mondo, triste tante volte, vogliamo supplicarla perché sia madre, vogliamo supplicarla per i nostri fratelli perseguitati. Con umiltà con semplicità, vogliamo presentare tutte le nostre domande. Ognuno presenti a Maria quello che sente. Maria ama essere interrogata, ama che ci intratteniamo con lei come una madre. Ha a cuore -lo abbiamo sentito nel Vangelo (il Vangelo delle nozze di Cana, ndr)- che non manchi il vino della gioia. Chiediamo che non manchi mai nella nostra vita il vino vero della gioia, dell’allegria.
 
Abbiamo chiesto a Maria che ci aiuti ad avere intenzioni buone e a metterle in pratica. Vogliamo deporre ai piedi di Maria i nostri propositi come Chiesa di Pistoia. Quali sono le nostre intenzioni i nostri propositi?
 
Innanzitutto vogliamo proporci che vogliamo essere una Chiesa che mette in pratica la parola di Dio.
Vogliamo essere una Chiesa che fa la volontà di Dio, che si sforza di compiere e mettere in pratica la parola di Dio. Sappiamo di essere deboli, però noi vogliamo riproporre questo proposito. Vogliamo essere una Chiesa che ascolta la Parola di Dio e non sta a sentire altre voci che non sono quelle del Signore. Fare sempre la volontà di Dio, facendo proprie le parole di Maria: “avvenga in me secondo la tua parola”.
 
Vogliamo mettere ai piedi di Maria anche un altro proposito: quello di voler prendere Gesù.
Lei Gesù l’ha potato in grembo, gli ha dato la sua carne, lo ha generato, lo ha custodito e allevato. Questo amore a Gesù, questa dedizione a Gesù sia anche quella delle nostre parrocchie e della nostra vita. Vogliamo che Gesù nasca nelle nostre case, nelle nostre parrocchie, nasca nelle nostre realtà di vita. Vogliamo generare Gesù. Vogliamo crescere nell’amore di Gesù. Quanto ha amato e quanto ama Maria Gesù. Quel Gesù per cui ha vissuto vogliamo che sia il Gesù della nostra vita. Discepoli amati di quel Gesù Cristo che è il nostro salvatore.
 
Infine, ai piedi di Maria, vogliamo fare il proposito di visitare. Visitare come ha fatto lei Elisabetta.
Vogliamo fare il proposito di visitare anche noi gli altri, Vogliamo muoverci, perché quelli che magari sono lontani li possiamo visitare. Vogliamo essere Chiesa che visita chi è nella sofferenza, chi è nel dolore; che si fa compagna di strada a chi è nel dolore, nella miseria, a chi viene da lontano. Siamo chiamati a visitare nell’amore chiunque. Vogliamo proporci di visitare chi ci sta accanto.
 
Ecco carissimi, davvero una bella giornata. Ringraziamo di cuore il Signore che ci fa sperimentare di essere popolo santo di Dio e ci fa già partecipi della gloria santa del Cielo. Proponiamoci sempre di fare sempre la volontà di Dio, di fare spazio a Gesù per generare Gesù, di visitare e fare spazio al nostro prossimo.



Giovanissimi: una giornata “insieme”!

In arrivo la prima giornata diocesana di condivisione e preghiera per i ragazzi tra i 14 e i 18 anni

Domenica 2 giugno è prevista una giornata di incontro e festa per tutti i giovanissimi della Diocesi.

La giornata, organizzata dall’ufficio di Pastorale Giovanile diocesano, è una bella occasione di incontro e condivisione dedicata a tutti i ragazzi del dopoCresima e agli animatori degli oratori fino ai 18 anni.

La giornata prevede il ritrovo alle ore 15.00 nello spazio sul retro della chiesa di San Bartolomeo a Pistoia (la conclusione è prevista per le 18/18.30). Ci saranno giochi a squadre, la preghiera col vescovo e la merenda insieme. Sarà un’occasione per imparare a conoscersi e a condividere tra gruppi.

L’animazione della giornata seguirà la tematica indicata dal sussidio per gli oratori “Che gusto c’è?” (La fabbrica di cioccolato) che aiuterà i presenti a comprendere l’importanza della parola “insieme”.

Per la buona riuscita della giornata parrocchie e gruppi sono invitati a comunicare entro domenica 26 maggio, il numero approssimativo di partecipanti attraverso una mail all’indirizzo della pg diocesana: pastoralegiovanile@diocesipistoia.it ; oppure contattando padre Simone (cell. 339 2909086).

Non mancate!




Premiato il “coraggio di amare”: una bella storia di aiuto alla vita

È andato a TV Libera il premio nazionale per il concorso annuale FISC “8×1000 senza frontiere”. Il video vincitore, a cura di Paola Bardelli e Andrea Palumbo, racconta una bella e toccante storia di maternità.

Andrea Palumbo, videomaker da anni attivo a TV Libera Pistoia, ci presenta la storia e le sue impressioni su questo lavoro.

Com’è nata l’idea di partecipare a questo concorso nazionale?

L’idea è nata da un invito, ma appena abbiamo deciso di partecipare ci è venuto in mente di fare qualcosa su un tema forse un po’ dimenticato rispetto a questioni più presenti sui mezzi di comunicazione. Il tema della vita ci è sembrato più in secondo piano e così abbiamo seguito questa pista.

Quali sono state le tue impressioni nell’ascoltare e filmare questa storia? Cosa ti ha colpito di più?

La cosa che mi ha toccato di più è stato il fatto che “Maria” avesse superato un momento difficile proprio dopo il parto. Un parto avvenuto ad un’età importante, in un momento familiare complicato che chiedeva di mettere davvero in discussione ogni cosa. Eppure questa nuova nascita è stata una svolta. Ciò che mi ha colpito è stata la forza di questa famiglia, che ha vissuto la sfida, diventando “più famiglia”.

Qual è stata la cosa più difficile nel realizzare il video?

Indubbiamente la cosa più difficile è stata proprio far raccontare questa storia alla mamma. Un conto era parlare con lei a quattrocchi, un conto farle dire quanto detto in privato davanti alla telecamera pur senza inquadrarle il volto per tutelare la sua privacy.

Realizzare filmati è il tuo lavoro quotidiano. Hai sperimentato qualcosa di nuovo nel realizzare questo video?

Per me è stato nuovo l’approccio verso un problema così delicato. Ho compreso come il tema della vita rimanga comunque al centro, sia davvero più che attuale. Ascoltare le storie di persone che si sono trovate nella situazione di dover scegliere -e forse di aver già scelto- ma che hanno poi trovato il coraggio di cambiare, beh, questo mi ha toccato parecchio..

Conoscevi il servizio offerto del movimento per la vita?

No, non conoscevo l’impegno del movimento per la vita. Ho trovato donne coraggiose che con tanto impegno e poveri mezzi sono in grado di fare del bene a tante persone. Da loro ho conosciuto storie di successi, ma anche di fallimenti: non con tutti riescono, però, con tanto impegno continuano ad andare avanti.

L’obiettivo del video, secondo il concorso, era quello di far conoscere le finalità dell’8×1000..

Alla fine quando uno parla di 8×1000 pensa sempre ai fondi destinati ad aggiustare le chiese, a quelli per le missioni e a quelli per la carità; eppure anche quel poco che viene destinato a questi centri diventa fondamentale. Credo che sia importante far vedere questi piccoli frammenti di bene. Francamente non credevo che contribuisse anche a questo. A fronte di problemi più grandi il contributo dell’8×1000 riesce comunque a fare molto anche con piccole cose.

Dove è possibile vedere il tuo lavoro?

Il video è stato mandato in onda su TVL, ma è possibile vederlo anche online sul canale Youtube di TVL.

A chi vorresti farlo vedere?

A me piacerebbe che lo vedessero tutti quelli che hanno deciso di non portare avanti una gravidanza; come se si trovassero a parlare con una donna che ha scelto il sì. E poi forse, sarebbe bello farlo vedere al figlio che nasce, magari quando è più grande.

Che cosa avete vinto?

Dal bando dovremmo aver vinto un contributo economico, ma anche un viaggio …lavorativo. Ci porteranno, me e Paola Bardelli, in una missione sostenuta dall’8×1000 impegnandoci a realizzare un reportage.

Vuoi ringraziare qualcuno?

Ringrazio la Diocesi che mi ha aiutato a individuare le persone giuste. Ma in primo luogo mi sento di ringraziare soprattutto chi ci ha concesso l’intervista. Per lei è stata l’opportunità di dare una mano ad altre donne. Si è sentita aiutata e desiderosa di aiutarne altre.

Daniela Raspollini

Raccontati nel video di TVL i frutti più belli dell’8×1000

La Federazione italiana settimanali cattolici (FISC) ha presentato recentemente i vincitori del concorso annuale 8×1000 senza frontiere. Il concorso intende contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica.

Finora l’8xmille nelle diocesi italiane e nei Paesi in via di sviluppo ha permesso di mettere in campo volontari, risorse e servizi per oltre 25.000 interventi. Ad essere raggiunti sono milioni di persone, alle quali è stato possibile ridonare fiducia e speranza. Per la sezione video il premio è andato a TV Libera di Pistoia con il filmato di Paola Bardelli e Andrea Palumbo dal titolo “Il coraggio di amare”.

«Per Maria il Natale non sarebbe stato più lo stesso – si legge nella presentazione che accompagna il video- se avesse dato ascolto alla disperazione che le aveva portato la scoperta della quarta gravidanza: il momento economico difficile, il marito che non ne voleva sapere, gli altri figli già grandi. L’incontro con le volontarie del Centro di Aiuto alla Vita porterà alla svolta: a quell’appuntamento già preso per l’interruzione volontaria della gravidanza, Maria non si presenta e si fida delle promesse di aiuto delle volontarie e il suo coraggio è stato ripagato. La sua bella famiglia oggi è più unita che mai e adesso l’obiettivo di Maria è poter aiutare altre donne a trovare il coraggio di amare».

Nel video si racconta anche l’impegno del Centro di Aiuto alla vita di Quarrata, presente in diocesi da anni e che,  anche in questo caso, grazie all’aiuto dell’8×1000 ha potuto far fronte a situazioni  difficili. Un servizio svolto «con pudore, senza clamore, ma che le volontarie del Centro di Aiuto alla vita sentono anche il bisogno di raccontare perché possa essere di aiuto a chi vive una maternità difficile».

Centro di Aiuto alla vita di Quarrata
Gravidanza inattesa? Un aiuto gratuito e tanta amicizia…
cell. 329 8031903 – 0573 775959 – Orario di ricevimento il lunedì pomeriggio dalle ore 15 alle 18.




Servizio civile: sei posti per i progetti della Caritas diocesana

Entro il 7 giugno è possibile inviare la propria richiesta di partecipazione. La Caritas diocesana ha disponibilità per sei posti (1 Ufficio Caritas, 3 Mensa Don Siro Butelli, 2 Centro Mimmo)

Servizio civile in Caritas? Ascolta lo Spot!

Con decreto dirigenziale n. 6584 del 29 aprile 2019 (pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Toscana (BURT) n. 19 – parte III supplemento n. 70 dell’ 8/5/2019) è stato emanato l’avviso per la selezione di 3.150 giovani da impiegare nei progetti di servizio civile regionale finanziati con decreto n. 5845 del 16/4/2019, con risorse del POR FSE 2014-2020.

Scadenza per la presentazione della domanda: venerdì 7 giugno 2019 ore 14:00.

Le domande pervenute oltre tale termine non saranno prese in considerazione.

Domanda di partecipazione

La domanda di partecipazione può essere presentata esclusivamente on line, accedendo al sito: https://servizi.toscana.it/sis/DASC e seguendo le apposite istruzioni.

È possibile presentare la domanda:

– tramite carta sanitaria elettronica (CNS- carta nazionale servizi sanitari) rilasciata da Regione Toscana, munita di apposito PIN, tramite un lettore di smart card; la carta sanitaria elettronica (CNS) deve essere stata preventivamente attivata. Per informazioni su come attivare la carta ed ottenere il relativo PIN consultare il sito: http://www.regione.toscana.it/servizi-online/servizi-sicuri/carta-sanitaria-elettronica

In caso di accesso al sito per la domanda on line con CNS non è necessario allegare copia di un documento di identità;

– con accesso senza carta sanitaria elettronica (CNS) accedendo al sito sopra indicato, seguendo le istruzioni fornite sul sito medesimo; in questo caso è necessario allegare alla domanda copia fronte retro di un documento di identità in corso di validità.

Devono essere compilati tutti i campi indicati nel format della domanda. Prima dell’invio della domanda deve essere allegato il curriculum vitae (completo di data e firma autografa per esteso).

Una volta inviata la domanda, il candidato riceverà all’indirizzo di posta elettronica comunicato nella domanda una email di conferma di avvenuto invio della domanda e conseguente ricezione della stessa da parte dell’ente titolare del progetto prescelto.

La mancata ricezione della email indica che la domanda non è stata ricevuta correttamente: in tal caso il candidato deve rientrare nel sistema per verificare che tutti i dati siano stati inseriti correttamente, gli allegati richiesti siano stati caricati secondo le modalità indicate e procedere nuovamente all’invio, avendo cura di verificare la ricezione della email di conferma.

Può essere presentata domanda solo per un progetto.

Requisiti per la domanda

Può fare domanda chi, alla data di presentazione della domanda:

sia regolarmente residente in Toscana o ivi domiciliato per motivi di studio propri o per motivi di studio o di lavoro di almeno uno dei genitori

sia in età compresa fra diciotto e ventinove anni (ovvero fino al giorno antecedente il compimento del trentesimo anno);

sia non occupato, disoccupato, inattivo; sia in possesso di idoneità fisica;

non abbia riportato condanna penale anche non definitiva alla pena della reclusione superiore ad un anno per delitto non colposo.

Tutti i requisiti, ad eccezione del limite di età, devono essere mantenuti sino al termine del servizio.

Possono partecipare coloro che stanno frequentando un qualunque corso di studi.

Non può presentare domanda chi:

già presta o abbia svolto attività di servizio civile nazionale o regionale in Toscana o in altra regione in qualità di volontario, ovvero che abbia interrotto il servizio prima della scadenza prevista, ad eccezione di coloro che hanno cessato il servizio per malattia, secondo quanto previsto dall’articolo 11 comma 3 della legge regionale 35/06;

abbia avuto nell’ultimo anno e per almeno sei mesi con l’ente che realizza il progetto rapporti di lavoro o di collaborazione retribuita a qualunque titolo.

Caritas Diocesana Pistoia
Direzione e Amministrazione
via Puccini 36 – 51100 Pistoia (PT)
tel 0573 359610 fax 0573 359635