A Pistoia la sede di “Scholas Occurrentes”: la ‘scuola’ di Papa Francesco

Presentazione a San Callisto a Roma delle nuovi sedi della “Schola Occurrentes”, l’organizzazione internazionale per la formazione e l’incontro dei giovani supportata dal Santo Padre. Per l’Italia, oltre Roma, Pistoia è stata scelta come sede per la formazione degli educatori della scuola.

Mons. Tardelli, che oggi sarà assieme al Papa per la presentazione ufficiale del progetto, afferma: «una vera benedizione del cielo per la nostra diocesi e per la città di Pistoia». Possibile una visita del Santo Padre.

PISTOIA – Stupisce ancora Papa Francesco. Stupisce, emoziona e regala alla chiesa di Pistoia un dono inaspettato: la sede di “Schola Occurentes”, la fondazione internazionale di diritto pontificio, voluta fortemente da Papa Francesco, che ha come obiettivo la formazione dei giovani attraverso il dialogo, l’incontro, la conoscenza di sé, i linguaggi universali come la musica e l’arte.  La scuola, che lavora su scala internazionale, avrà sede nel monastero delle Benedettine nel centro di Pistoia e ospiterà i percorsi di formazione degli educatori, provenienti da tutto il mondo.

Oggi, giovedì 21 marzo alle 15, il vescovo Tardelli parteciperà alla presentazione – in diretta web in tutto il mondo – delle nuove sedi della Schola Occurrentes,  a fianco di Papa Francesco nella sede principale della fondazione in piazza San Callisto a Roma.

«Credo si tratti di una vera benedizione del cielo per la nostra diocesi e per la città di  Pistoia  – afferma con gioia il vescovo Tardelli – inaspettata, come tutte le sorprese del Signore».

L’idea di “Scholas Occurrentes” risale a un’esperienza lanciata a Buenos Aires nel 2001, sotto l’egida dell’allora arcivescovo Jorge Mario Bergoglio. Il suo progetto di Escuelas hermanas (scuole sorelle) e di Escuelas de vicinos (scuole di quartiere) consisteva in una rete di centri educativi, composta da realtà pubbliche e private, laiche o confessionali, e aveva come scopo di educare all’impegno e al bene comune. Il successo di questa idea ha portato alla creazione di Scholas occurrentesun’organizzazione internazionale senza scopo di lucro, che lavora con le scuole e le comunità educative, con l’intento di coinvolgere tutti gli attori sociali per dar vita a una cultura dell’incontro e conseguire la pace attraverso l’educazione. Come si legge nel sito dell’organizzazione (www.scholasoccurrentes.org), l’obiettivo ideale che si cerca di realizzare è la trasformazione del mondo in un’aula senza pareti, in cui siano integrati tutti i bambini.

Creata nel 2015 con un decreto pontificio da papa Francesco, la realtà delle Scholas occurrentes desidera favorire la condivisione dei progetti promossi dalle scuole in vista di un arricchimento reciproco e sostenere le scuole con meno risorse, promuove l’educazione per tutti. Attualmente le Scholas sono operative in Argentina, Messico, Paraguay, Spagna, Italia, Città del Vaticano, ma l’organizzazione, grazie alle collaborazioni avviate con altre realtà, opera in 190 Paesi e in circa 445mila scuole e reti educative associate.

La cultura dell’incontro, descritta nei paragrafi dedicati alle questioni sociali nell’Evangelii gaudium del 2013, corrisponde per il papa alla figura del poliedro, che ha molti lati e molti volti, ma tutti formano un’unità piena di sfumature. È l’immagine dell’«unità nella diversità» (EG, n. 117) propugnata da papa Francesco, una «diversità riconciliata» (EG, n. 230), che deve cercare punti di contatto reali per raggiungere qualcosa di più di un «consenso a tavolino» (EG, n. 218).

Michael Cantarella




La Toscana da San Francesco

I Comuni della regione offriranno l’olio che arde sulla tomba del Patrono d’Italia. Un programma di iniziative spirituali e culturali per prepararsi al pellegrinaggio di ottobre

Saranno i Comuni della Toscana ad offrire, quest’anno, l’olio per la lampada che arde dinanzi alla tomba di San Francesco, ad Assisi: ogni anno infatti le diverse regioni italiane si alternano in questo gesto di omaggio al Patrono d’Italia. In vista di questo appuntamento, che sarà nei giorni 3 e 4 ottobre prossimi, la macchina organizzativa si è già messa in moto. La Conferenza Episcopale Toscana ha affidato ai vescovi Rodolfo Cetoloni (Grosseto) e Giovanni Roncari (Pitigliano-Sovana-Orbetello), entrambi francescani, il compito di coordinare tutta la fase di preparazione, che porterà la Toscana, nelle sue rappresentanze ecclesiali e civili, a compiere questo gesto di devozione e di affidamento al patrono d’Italia i prossimi 3-4 ottobre. Sono stati loro, insieme al cardinale Giuseppe Betori, Arcivescovo di Firenze e Presidente della Conferenza Episcopale Toscana, a presentare questa mattina nei locali della Curia arcivescovile di Firenze le iniziative in programma e il Messaggio che i Vescovi toscani hanno scritto per l’occasione.

«Con cuore fraterno e paterno – scrivono i Vescovi – invitiamo tutti gli uomini e le donne della Toscana, i fedeli e le popolazioni delle nostre terre con le loro istituzioni, a rispondere generosamente e di persona a questo invito: Quest’anno… la Toscana da san Francesco!»

Nei giorni scorsi, nel convento francescano di San Salvatore al Monte, a Firenze, si è riunito infatti per la prima volta il tavolo dei delegati di ciascuna delle 18 Diocesi toscane e dei rappresentanti della famiglia francescana toscana, per iniziare il cammino. Sono molto gli aspetti di cui tenere conto nell’organizzare il pellegrinaggio della Toscana ad Assisi. Questioni logistiche ed organizzative, ma non solo: rinnovare la tradizione – per la Toscana, l’ultima volta era stata nel 1999 – di offrire l’olio ad Assisi è prima di tutto ritornare alla sorgente del messaggio che san Francesco ha lasciato e che continua ad essere provocazione profetica anche per gli uomini e le donne di questa generazione. L‘offerta dell’olio si concretizzerà con  il gesto attraverso cui nella festa di San Francesco, il 4 ottobre, come vuole la tradizione, il sindaco del Capoluogo di regione riaccende la lampada. Già dal pomeriggio del 3 ottobre ci saranno momenti di preghiera, mentre la giornata del 4 culminerà con la benedizione all’Italia con la reliquia del Santo.

Ci sarà, dunque, un «prima», che servirà a far sì che in tutte le Diocesi ci si incammini con il cuore già da adesso verso Assisi, ma ci sarà anche un «dopo», per fare in modo che questo gesto di devozione non si esaurisca il 4 ottobre, ma sia capace di generare nuovi, copiosi frutti in Toscana. D’altra parte il legame storico e spirituale di questa regione con san Francesco e il francescanesimo in generale è molto forte. Ne sono testimonianza i tanti luoghi nei quali il Poverello ha lasciato traccia del suo passaggio, a partire dal sacro monte de La Verna, dove Francesco ricevette le stimmate, senza dimenticare città e paesi ancora oggi sono custodi di una presenza francescana.

Il tavolo tra i delegati delle Diocesi e delle realtà francescane si riunirà di nuovo a breve, ma già molte idee sono state messe sul tavolo. «Ci saranno – ha spiegato il vescovo Cetoloni – iniziative più prettamente spirituali, a cui si è iniziato a pensare, per ancorare il gesto dell’offerta dell’olio ad una rilettura del messaggio francescano, così come ci saranno iniziative culturali per stimolare in tutti, credenti e non, la consapevolezza di quanto la Toscana abbia assorbito, nei secoli, il carisma del Poverello d’Assisi. E poi iniziative pensate per i giovani e proposte di comunicazione». Padre Roncari ha ricordato quello che le Fonti Francescane dicono del Poverello di Assisi: «Attraverso San Francesco, Gesù è tornato nel cuore di molti che lo avevano dimenticato. Anche oggi, in un’epoca di indifferenza religiosa, i santi sono il tramite per riscoprire Cristo». «L’appello – ha concluso il cardinale Betori – è alla comunità ecclesiale, ma anche alla comunità civile e alle sue istituzioni, perché questa sia l’occasione  per una riflessione su come il volto autentico dell’uomo che Cristo ci ha rivelato, e che Francesco ha saputo così ben interpretare, possa essere ispiratore di una società più giusta e più attenta alla dignità delle persone».

Giacomo D’Onofrio

Leggi il messaggio dei Vescovi Toscani




Vicariati: nuove nomine

Si comunica che in data 6 marzo 2019, Mons. vescovo ha provveduto a nominare i nuovi Vicari foranei per il triennio 2019-2022, con scadenza al 30 giugno 2022.
Nel contempo, Mons. Vescovo ha stabilito l’unione del Vicariato del suburbio con quello della città in un unico vicariato, con nome di Vicariato della Città di Pistoia, che avrà come Vicario foraneo mons. Paolo Palazzi.

Qui di seguito l’elenco dei nuovi vicari foranei per il triennio 2019-2022.

Don Paolo Palazzi: vicario foraneo del Vicariato della Città di Pistoia

Don Roberto Razzoli: vicario foraneo del Vicariato di Quarrata

Padre Oronzo Stella: vicario foraneo del Vicariato del Bottegone

Don Juvenal Mapendano: vicario foraneo del Vincio

Don Hyacinthe Lumbwe: vicario Foraneo dell’Ombrone – Limentra

Don Damian Horlescu: vicario foraneo del Vicariato del Montalbano meridionale (Poggio a Caiano – Carmignano)

Don Ciprian Farcas: vicario Foraneo del Vicariato del Reno e della Montagna

Don Andrea Mati: vicario foraneo del Vicariato del Montalbano occidentale (Lamporecchio – Vinci – Limite)

Don Paolo Tofani: vicario Foraneo della Bure Bassa (Montale – Agliana – Montemurlo)




Ciò che non piace a Dio. Le parole del vescovo per la messa stazionale

Venerdì 15 marzo si è svolta la prima messa stazionale della Quaresima 2019. La liturgia è iniziato in Battistero da dove i fedeli si sono mossi in processione verso la chiesa di San Giovanni Forcivitas. Di seguito pubblichiamo alcuni passaggi significativi dell’omelia del vescovo Fausto Tardelli.

La prima cosa da imparare nel tempo della Quaresima?

«Riconoscere con sincerità la malvagità che è in noi. È l’unico modo per sperimentare la cura premurosa del Signore e il suo amore infinito. Egli infatti, dice ancora in altra parte del vangelo, è venuto per i malati, per i peccatori, per coloro che si sono perduti, non certo per chi si sente a posto, già bravo, “in regola” e quindi autosufficiente e bisognoso di nulla. In realtà questi è già morto, la vita lo ha abbandonato».

La causa di ogni male

«Si fa presto a gridare contro i mali del mondo, magari contro il surriscaldamento del pianeta e i cambiamenti climatici come si è fatto in questa giornata, ma quanto si è avvertiti che la causa di ogni male è il peccato che ognuno di noi commette ogni giorno? Che la causa è la sistematica trasgressione di quelle dieci parole che si raccolgono nel duplice comandamento dell’amore?»

Il perdono di Dio ci cambia?

«Il suo perdono non ci trova già sani. Il suo amore ci raggiunge mentre siamo ancora peccatori. Questo è vero. Ma può produrre frutto soltanto se trova in noi disponibilità a un sincero cambiamento di vita».

Hai mai fatto attenzione a quello che posti?

«In questi tempi di social diffusi, non dovremmo forse fare davvero molta attenzione alle parole che pronunciamo? Alla cattiveria che c’è dentro le nostre parole, pronunciate o scritte? Al veleno che si cela dietro apparenze perbeniste e magari anche educate?»

Le indicazioni concrete di Gesù

«Nell’insegnamento evangelico, Gesù ci indica anche la strada da intraprendere perché il suo amore non sia vano in noi e tutto non si riduca ad un perdono a buon mercato. Sono indicazioni concrete che mostrano atteggiamenti e comportamenti nuovi. Indicazioni di cui far tesoro. Eccole: impegnarsi per la riconciliazione col fratello, impegno per Gesù prioritario. Anche rispetto all’offerta a Dio, alla relazione con Dio».

Leggi l’intera omelia.




Una messa per Chiara Lubich

Nella chiesa della Fondazione Maic di Pistoia una santa messa per l’anniversario della morte di Chiara Lubich. Rosanna Caselli, del Movimento dei Focolari ci presenta l’iniziativa.

 di Daniela Raspollini

 

Quest’anno i Focolari di Pistoia come hanno ricordato la loro fondatrice?

Per ricordare Chiara, immensamente grati per i doni ricevuti, abbiamo sentito l’esigenza di raccoglierci insieme nella Chiesa di S. Maria Assunta presso la Fondazione Maic, per la Celebrazione della S. Messa presieduta da don Diego Pancaldo e don Andrea Mati giovedì 14 marzo alle ore 18. Chiara Lubich ci aiuta sempre a puntare a Gesù per correre ad amare: «tutto è in funzione del servire i fratelli – scriveva Chiara-; è gioioso per me stare con voi, ma il mio fine è amare Gesù in voi. Può darsi che l’incontro con un fratello mi faccia trovare il dolore, ma è importante amare il fratello in quel dolore».

 

Perché pensate che sia importante ricordare questa figura?

Pensiamo che sia importante perché il suo messaggio di 75 anni fa è sempre attuale, perché centrato nel Vangelo: «avevamo intuito, anche se vagamente, che cos’è la Parola di Dio, questo tesoro che abbiamo a disposizione e che non sappiamo renderci conto di quanto valga. Prendevamo una Parola di vita e volevamo assimilarla. Mi ricordo che parlavamo allora della possibilità di fare tre comunioni: la comunione con Gesù Eucaristia, la comunione con la Parola di vita, la comunione col fratello. Da quel momento abbiamo preso Parola per Parola per farla nostra e la si distendeva per tutta la giornata. Per acquistare un altro modo di vedere, un altro modo di sapere, un altro modo di amare (…). Sentivamo di dover essere la Parola, di aver senso solo essendo la Parola. Nient’altro aveva significato (…) perciò in noi non viveva più Chiara, Graziella, Natalia… ma viveva Cristo che è la Parola».

 

Quale messaggio avete inteso consegnare con questo incontro di memoria e preghiera?

In questa celebrazione, pregando per Chiara, abbiamo ravvivato il nostro impegno a seguirla come esempio per la realizzazione del Testamento di Gesù: «Che tutti siano Uno…».

Come diceva papa Francesco lo scorso maggio nella sua visita a Loppiano: «Una famiglia in cui tutti si riconoscono figli e figlie dell’unico Padre, impegnati a vivere tra loro e verso tutti il comandamento dell’amore reciproco. Non per starsene tranquilli fuori dal mondo, ma per uscire, per incontrare, per prendersi cura, per gettare a piene mani il lievito del Vangelo nella pasta della società, soprattutto là dove ce n’è più bisogno, dove la gioia del Vangelo è attesa e invocata: nella povertà, nella sofferenza, nella prova, nella ricerca, nel dubbio. Il carisma dell’unità è uno stimolo provvidenziale e un aiuto potente a vivere questa mistica evangelica del noi, e cioè a camminare insieme nella storia degli uomini e delle donne del nostro tempo come “un cuore solo e un’anima sola” (cfr At 4,32), scoprendosi e amandosi in concreto quali “membra gli uni degli altri” (cfr Rm 12,5)».




La Quaresima missionaria della Diocesi di Pistoia

Alcuni spunti di riflessione per il cammino quaresimale a cura dell’Ufficio Missionario Diocesano

 

PISTOIA – Durante la Quaresima la comunità dei credenti è chiamata a compiere un cammino di purificazione e di conversione sia individuale che comunitaria. Nel messaggio per la quaresima 2019 Papa Francesco, scrive: ogni anno, mediante la Madre Chiesa, Dio «dona ai suoi fedeli di prepararsi con gioia, purificati nello spirito, alla celebrazione della Pasqua, perché […] attingano ai misteri della redenzione la pienezza della vita nuova in Cristo» (Prefazio di Quaresima 1). In questo modo possiamo camminare, di Pasqua in Pasqua, verso il compimento di quella salvezza che già abbiamo ricevuto grazie al mistero pasquale di Cristo: «nella speranza infatti siamo stati salvati» (Rm 8,24)». In tale prospettiva papa Francesco ci offre qualche spunto di riflessione per accompagnare il nostro cammino di conversione quaresimale.

  1. La redenzione del creato

Se l’uomo vive da figlio di Dio, se vive da persona redenta, che si lascia guidare dallo Spirito Santo (cfr Rm 8,14) e sa riconoscere e mettere in pratica la legge di Dio, cominciando da quella inscritta nel suo cuore e nella natura, egli fa del bene anche al creato, cooperando alla sua redenzione.

  1. La forza distruttiva del peccato

La causa di ogni male, lo sappiamo, è il peccato, che fin dal suo apparire in mezzo agli uomini ha interrotto la comunione con Dio, con gli altri e con il creato, al quale siamo legati anzitutto attraverso il nostro corpo. Rompendosi la comunione con Dio, si è venuto ad incrinare anche l’armonioso rapporto degli esseri umani con l’ambiente in cui sono chiamati a vivere, così che il giardino si è trasformato in un deserto (cfr Gen 3,17-18). Si tratta di quel peccato che porta l’uomo a ritenersi dio del creato, a sentirsene il padrone assoluto e a usarlo non per il fine voluto dal Creatore, ma per il proprio interesse, a scapito delle creature e degli altri.

  1. La forza risanatrice del pentimento e del perdono

Se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove» (2 Cor 5,17). Infatti, con la loro manifestazione anche il creato stesso può “fare pasqua”: aprirsi ai cieli nuovi e alla terra nuova (cfr Ap 21,1). E il cammino verso la Pasqua ci chiama proprio a restaurare il nostro volto e il nostro cuore di cristiani, tramite il pentimento, la conversione e il perdono, per poter vivere tutta la ricchezza della grazia del mistero pasquale.

Papa Francesco ci invita a non lasciar «trascorrere invano questo tempo favorevole! Chiediamo a Dio di aiutarci a mettere in atto un cammino di vera conversione. Abbandoniamo l’egoismo, lo sguardo fisso su noi stessi, e rivolgiamoci alla Pasqua di Gesù; facciamoci prossimi dei fratelli e delle sorelle in difficoltà, condividendo con loro i nostri beni spirituali e materiali. Così, accogliendo nel concreto della nostra vita la vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte, attireremo anche sul creato la sua forza trasformatrice».

Nel contesto indicato da Papa Francesco, la nostra Diocesi dedica questo percorso quaresimale al  ricordo e al fattivo sostegno di alcuni progetti missionari e di sostegno economico di comunità cristiane in crisi.

Ricordiamo anche che durante la Quaresima viene celebrata, come ogni anno, la giornata di preghiera e digiuno in ricordo del sacrificio di san Oscar Arnulfo Romero, vescovo di San Salvador e dei missionari e operatori pastorali martiri: sacerdoti, religiosi, religiose e laici, uccisi durante l’anno 2018. Quest’anno la Veglia di Preghiera si svolgerà sabato 23 marzo 2019, alle ore 21, nella Chiesa Cattedrale di Pistoia, presiederà la veglia il nostro vescovo, monsignor Fausto Tardelli.

(Centro Missionario Diocesano)




In preghiera per i missionari martiri

Una veglia in Cattedrale sabato 23 marzo ricorderà i missionari uccisi nel corso del 2018. A Pistoia anche un sacerdote siriano di Aiuto alla Chiesa che Soffre per non dimenticare la tragedia di un sanguinoso e interminabile conflitto. Lucia Fedi, del Centro Missionario Diocesano ci presenta questa iniziativa.

A cura di Daniela Raspollini

Sono molti i sacerdoti Fidei donum e i laici che partendo da Pistoia hanno svolto il loro servizio in terra di missione; tra questi don Umberto Guidotti, a lungo attivo in Brasile e la nostra missionaria laica Nadia Vettori. Chi è rimasto adesso in terra di missione?

A questo elenco vorrei doverosamente aggiungere altri nominativi come: don Enzo Benesperi, don Giovanni Scremin che hanno operato a Manaus, mons. Rino Carlesi, comboniano, per tanti anni vescovo di Manaus in Brasile, mons. Paolo Andreotti, domenicano, missionario per 47 anni in Pakistan, dove è stato ordinato vescovo di Faisalabad, padre Vittorio Agostini, comboniano, padre Romualdo De Poli, deceduto nel gennaio 2018 in Ecuador e tanti altri vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e laici.
Attualmente abbiamo soltanto un sacerdote fidei donum, don Marcello Tronchin, che si trova a Esmeraldas in Ecuador. Vorrei anche ricordare alcune congregazioni religiose strettamente pistoiesi, come le Mantellate, le Suore Minime del sacro cuore di Poggio a Caiano, le Domenicane Ancelle del Signore, che hanno svariate missioni in Asia, Africa, America Latina.

Quest’anno la Veglia in memoria dei missionari martiri vede la collaborazione della pastorale giovanile e delle aggregazioni laicali: come è nata questa idea di condividere e promuovere questo appuntamento?

Quest’anno il responsabile italiano della fondazione di diritto pontificio Aiuto alla Chiesa che soffre ci ha proposto una collaborazione, rendendosi disponibile a far partecipare alla veglia diocesana un testimone diretto delle atrocità perpetrate contro i cristiani, ma anche contro la popolazione civile in genere durante la guerra civile che insanguina “l’amata Siria” (come la chiama Papa Francesco). A questo scopo sarà infatti presente e porterà la sua testimonianza don Ihab Alrachid, sacerdote della Diocesi greco melchita di Damasco. La sua presenza ci ha suggerito di coinvolgere nell’organizzazione e nello svolgimento di questa XXVII Veglia di preghiera in memoria di San Oscar Arnulfo Romero, vescovo di San Salvador e dei numerosi vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e laici uccisi durante l’anno 2018, alcune associazioni che fanno parte della consulta delle aggregazioni laicali diocesane, ma anche la pastorale giovanile ed il coro della Cattedrale.

L’ufficio missionario sensibilizza le comunità e i fedeli sull’importanza e il sostegno della Missione ad gentes. Questa quaresima missionaria si propone dei concreti progetti di carità?

La campagna della quaresima missionaria è un’iniziativa tipicamente pistoiese, nata nei primi anni settanta del secolo scorso su iniziativa di don Dino Lucchesi, allora direttore dell’Ufficio Missionario della nostra Diocesi. Don Dino intendeva far conoscere e amare la Missio ad Gentes e, nello stesso tempo, sostenere concretamente i missionari pistoiesi e non solo senza il contributo di altri soggetti se non le parrocchie. La campagna di quest’anno sarà a sostegno della “Casa della Comunità” costruita da Nadia Vettori nella periferia di Tresidela Nova della Città di Balsas in Brasile con la quale la collaborazione continua anche se Nadia è ormai rientrata in modo definitivo in Diocesi. Il Centro Missionario Diocesano continuerà a sostenere questo progetto, molto caro anche al nostro vescovo monsignor Fausto Tardelli.
Le offerte raccolte saranno destinate anche al nostro sacerdote fidei donum don Marcello Tronchin, che opera in Ecuador nella Diocesi di Esmeraldas, in contesti problematici, dove povertà e sfruttamento sono esperienze drammatiche di vita quotidiana.
Un’altra parte delle offerte raccolte sarà invece destinata alla Fondazione di diritto pontificio Aiuto Alla Chiesa che Soffre, che alla Veglia di preghiera porterà la sua testimonianza attraverso don Ihab Alrachid.
A sostegno di questi progetti facciamo appello alle nostre parrocchie, affinché tutte rispondano alla richiesta che vogliamo rivolgere in favore dei nostri missionari, anzi, i nostri mandati, perché a nessuno di essi manchi l’affetto e la preghiera ed il contributo di tutta la comunità diocesana.

«Per amore del mio popolo non tacerò»; questo è il tema della Veglia proposto a livello nazionale che richiama immediatamente la vicenda di mons. Oscar Romero…

Direi che si tratta di un richiamo doveroso: San Oscar Arnulfo Romero, ucciso mentre stava celebrando la Santa Messa a San Salvador, è diventato l’icona del martire che si è speso fino all’effusione del sangue per il popolo salvadoregno, in particolare per i poveri e gli oppressi vittime dell’ingiustizia umana e della sete di potere.

Dove si svolgerà e chi sarà presente?

Quest’anno la Veglia di Preghiera si svolgerà sabato 23 marzo 2019 alle ore 21 nella Chiesa cattedrale di Pistoia: presiederà la veglia il nostro vescovo mons. Fausto Tardelli.

Qual è l’originalità di questa edizione?

Sicuramente il fatto che siamo riusciti, sia nell’organizzazione e poi nello svolgimento della Veglia stessa, a coinvolgere altre realtà diocesane. È doveroso ringraziare per la disponibilità dimostrata, augurandoci che questa esperienza possa essere replicata in altre circostanze perché sembra proprio un bell’esempio di comunione fraterna.


I missionari uccisi nell’anno 2018

Nel corso dell’anno 2018 sono stati uccisi nel mondo 40 missionari, quasi il doppio rispetto ai 23 dell’anno precedente, e si tratta per la maggior parte di sacerdoti: 35. Dopo otto anni consecutivi in cui il numero più elevato di missionari uccisi era stato registrato in America, nel 2018 è l’Africa ad essere al primo posto di questa tragica classifica. Secondo i dati raccolti dall’Agenzia Fides, nel 2018 sono stati uccisi 40 missionari: 35 sacerdoti, 1 seminarista, 4 laici. In Africa sono stati uccisi 19 sacerdoti, 1 seminarista e 1 laica (21); in America sono stati uccisi 12 sacerdoti e 3 laici (15); in Asia sono stati uccisi 3 sacerdoti (3); in Europa è stato ucciso 1 sacerdote (1).
Usiamo il termine “missionario” per tutti i battezzati, consapevoli che “in virtù del Battesimo ricevuto, ogni membro del Popolo di Dio è diventato discepolo missionario. Ciascun battezzato, qualunque sia la sua funzione nella Chiesa e il grado di istruzione della sua fede, è un soggetto attivo di evangelizzazione” (EG 120). Del resto l’elenco annuale di Fides ormai da tempo non riguarda solo i missionari ad gentes in senso stretto, ma cerca di registrare tutti i battezzati impegnati nella vita della Chiesa morti in modo violento, non espressamente “in odio alla fede”. Per questo si preferisce non utilizzare il termine “martiri”, se non nel suo significato etimologico di “testimoni”, per non entrare in merito al giudizio che la Chiesa potrà eventualmente dare su alcuni di loro.
(Agenzia Fides)




Dalla vocazione al mondo digitale

Sono disponibili presso la Libreria San Jacopo di Pistoia i sussidi  per gli incontri di riflessione e preghiera dedicati a due punti centrali emersi dal sinodo dei giovani. Nei sussidi è possibile trovare infatti una proposta di taglio più vocazionale, dedicata a comprendere la chiamata che il Signore rivolge a ogni credente; una seconda dedicata all’ambiente digitale.

Il primo sussidio dal titolo: “Seconda stella a destra: questo è il cammino…” affronta il tema del discernimento vocazionale.

Il secondo, dal titolo: “Noi, tu, io, Dio …e i Social Network” è dedicato al mondo digitale.

Entrambi presentano due tracce: una per un incontro di preghiera e meditazione, l’altra per un momento di condivisione e riflessione di gruppo. I sussidi sono a cura della Comunità del Seminario di Pistoia. La Comunità del Seminario si rende disponibile per presentarli e realizzarli nelle parrocchie o nei gruppi giovanili. Per contatti: redazione@diocesipistoia.it (don Ugo: 338 65 09 437)

È anche possibile scaricare i due sussidi di seguito in pdf:

Per maggiori info visita la pagina dell’Ufficio diocesano di Pastorale giovanile




Cinque soste con il Vescovo nelle Chiese del Centro Città

Stazioni quaresimali per un cammino penitenziale verso la Pasqua

In Diocesi di Pistoia, in occasione della Quaresima viene proposta, ogni venerdì, la partecipazione alle “Stazioni Quaresimali“: stare davanti al Signore nell’atteggiamento di lode, pronti per testimoniare e annunciare Gesù Cristo e il suo Vangelo.

Viene ripresa e contestualizzata – come ormai da alcuni anni, per volontà del Vescovo Fausto – l’antichissima tradizione romana delle stationes quaresimali, nelle quali i fedeli insieme ai pellegrini presenti nella città eterna, si radunano e fanno sosta – “statio” appunto – presso una delle tante “memorie” dei Martiri, che costituiscono le fondamenta della Chiesa di Roma. Si fa così memoria di quanti con il loro sangue hanno reso testimonianza a Cristo, ed il loro ricordo diventa stimolo per ciascun cristiano a rinnovare la propria adesione al Vangelo.

Abbiamo documentazione antichissima delle statio a Roma. Già con alcuni Padri della Chiesa, nel Pastore di Erma e poi in Cipriano, Tertulliano e in altri Padri abbiamo indicazioni in merito. Che cos’è dunque la statio? Innanzitutto, una veglia, accompagnata dal digiuno, con la quale ci si prepara a vivere un avvenimento importante. Si riprende la terminologia militare, come sottolinea sant’Ambrogio, per cui la statio ci rimanda all’immagine della sentinella che vigila nell’accampamento. Questo atteggiamento si collega ad uno dei motivi essenziali della quaresima: vigilate, state attenti e compite in particolare opere di penitenza, di carità e di digiuno. Queste opere vengono collegate tra loro e proposte per creare un atteggiamento di conversione profonda attraverso, appunto, la vigilanza, le pratiche e gli esercizi di pietà.

Concretamente, la statio diventa poi l’incontro della comunità cristiana che si raduna intorno al suo Vescovo in una chiesa “secondaria” da cui parte, accompagnata dal canto delle litanie dei santi, una processione verso la chiesa “stazionale”, nella quale viene celebrata l’Eucaristia.
Malgrado il passare dei secoli, questi riti conservano il loro valore, perché ricordano quanto importante sia , anche in questi nostri tempi, accogliere senza compromessi le parole di Gesù: “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua” (Lc 9,23).
La Quaresima «è un periodo che ci ricorda il dovere della penitenza e che ci offre un programma di più espressiva preghiera» (San Paolo VI).
Come pellegrina che cammina verso la salvezza, con un impegno di riconciliazione e rinnovamento nella misericordia, la chiesa pistoiese si “mette in marcia” con una processione penitenziale alla settimana che ci invita a camminare insieme, sostenendoci vicendevolmente, guardando alla Croce che ci precede e a Colui che l’ha abbracciata per amore nostro.

Parlare oggi delle “Stazioni quaresimali” può sembrare una cosa d’altri tempi, superata dalla frenetica vita anche della nostra Pistoia. In questa prospettiva, uscire di casa per andare a pregare in una chiesa del centro insieme a fratelli di altri quartieri, uniti dalla preghiera, può sembrare un’idea strana e fuori tempo. Ma a ben vedere è invece un modo forte di manifestare la propria fede nella Chiesa che è unita intorno al Vescovo e alla sua storia spirituale.
Il tempo forte di Quaresima e della Pasqua è un momento privilegiato per compiere un cammino interiore e rinnovare la propria vita spirituale, come Chiesa che cresce alla scuola dei suoi testimoni e nell’esperienza di comunione e di preghiera. Proprio l’idea della preghiera in comunione è una delle caratteristiche peculiari delle Stazioni quaresimali insieme all’altro elemento importantissimo, quello della memoria dei testimoni.
La Comunità Cristiana che è in Pistoia che si raccoglie in preghiera col Vescovo in alcune “chiese memoria” dei suoi testimoni nella fede (non a caso sono state scelte San Paolo, Sant’Andrea, San Bartolomeo, San Giovanni) è una realtà dinamica, che cerca nelle radici della sua storia la forza per scrivere il proprio futuro. È una Chiesa che vuole trovare nei suoi santi la forza del cammino e la direzione certa per poter raggiungere le stesse mete, gli stessi traguardi.
Si cammina nella certezza che Egli è risorto e che la sua Pasqua dà significato e vigore al nostro impegno

Appuntamento quindi alle ore 21,00:
il 15 marzo presso il Battistero di San Giovanni in Corte (Piazza del Duomo) per procedere poi – per la celebrazione della Messa – verso San Giovanni.

il 22 marzo presso la Chiesa di Santa Maria del Soccorso (Borgo Bambini) per procedere poi – per la celebrazione della Messa – verso San Bartolomeo;

il 29 marzo – nell’ambito delle “24 ore per il Signore” Messa e Confessioni a San Paolo (dalle ore 18,00 – Adorazione Eucaristica);

il 5 aprile presso la Chiesa della Misericordia per procedere poi – per la celebrazione della Messa – verso San Paolo;

il 12 aprile presso la Chiesa del Carmine per procedere poi – per la celebrazione della Messa – verso Sant’Andrea.




La “Madonna di Piazza” dalla Cattedrale a Palazzo Strozzi

Tre opere d’arte  in prestito da Pistoia a Firenze per la mostra “Verrocchio, il maestro di Leonardo”. Tra i capolavori pistoiesi anche la Madonna di Piazza della Cattedrale di San Zeno. È qui che si conservano altre opere significative del grande artista del Rinascimento.

Pistoia concede il prestito di tre opere d’arte alla mostra “Verrocchio, il maestro di Leonardo”, che dal 9 marzo al 14 luglio prossimi sarà aperta a Firenze in Palazzo Strozzi, con una sezione speciale al Museo Nazionale del Bargello. Si tratta del busto del Salvatore di Agnolo di Polo, conservato nella seconda sala del Museo Civico d’arte antica in Palazzo Comunale, dell’affresco che raffigura San Girolamo e una santa martire di Andrea del Verrocchio, custodito nel complesso di San Domenico, e della Madonna di Piazza, un dipinto a tempera su tavola di Andrea del Verrocchio e Lorenzo di Credi, conservato nella Cattedrale di San Zeno.

Le tre opere d’arte sono state portate a Firenze nei giorni scorsi, avvalendosi della ditta Arteria, specializzata nel trasporto di opere d’arte, con l’ausilio di automezzi climatizzati, dotati di allarme e sospensioni idrauliche, per garantire la tutela delle opere durante tutte le fasi di movimentazione.

«Il prestito a Palazzo Strozzi rappresenta un grande riconoscimento e una eccellente valorizzazione di alcune delle opere d’arte che Pistoia custodisce, con cura, da secoli – evidenzia il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi –. La mostra “Verrocchio, il maestro di Leonardo” di Palazzo Strozzi è uno degli eventi di punta delle celebrazioni leonardiane del 2019, una retrospettiva straordinaria, con prestiti concessi da una trentina di prestigiose istituzioni straniere e altrettante italiane, oltre che da collezioni private. Siamo orgogliosi di essere tra queste e che tre capolavori presenti nella nostra città siano stati scelti da esperti di fama internazionale per arricchire la mostra di Firenze. La nostra città è ricca di opere d’arte legate al Verrocchio, che invito a venire ad ammirare a Pistoia una volta che saranno rientrate anche le tre attualmente in prestito.»

Nei mesi scorsi, in vista dei prestiti, il busto del Salvatore e l’affresco di San Girolamo sono stati sottoposti a interventi di manutenzione e restauro realizzati, a spese degli organizzatori della mostra, rispettivamente da Filippo Tattini, con la collaborazione di Lucia Maria Bresci, e da Laura Lucioli, sotto l’alta sorveglianza di Maria Cristina Masdea della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e per le province di Pistoia e Prato.

Il busto del Salvatore di Agnolo di Polo (che si formò nella bottega fiorentina di Andrea del Verrocchio) è una scultura in terracotta dipinta di 74 cm di altezza, raffigurante Cristo in atto di benedire. Fu commissionata allo scultore fiorentino nel 1498 dalla Pia Casa della Sapienza di Pistoia per essere collocata nella sala dell’Udienza del Collegio Forteguerri, l’attuale biblioteca Forteguerriana, da dove è pervenuta nelle civiche raccolte d’arte.

Il restauro è consistito principalmente nella rimozione dello strato di deposito dalla superficie e di vecchie stuccature riconducibili a precedenti restauri, e nel consolidamento per mettere in sicurezza le parti pericolanti. Si è reso necessario anche un trattamento antitarlo sulla mano destra, che risulta essere stata ricostruita in legno in epoca imprecisata.

La raffigurazione di San Girolamo e una santa martire, alta circa 4 metri, è un affresco di Andrea del Verrocchio staccato dall’originale collocazione e montato su supporto rigido, oggi posizionato nella sagrestia del complesso di San Domenico.

L’intervento eseguito sull’opera è consistito soprattutto in un riordino poiché il capolavoro non evidenziava grandi problemi conservativi. Iniziato i primi di gennaio e durato due mesi, il restauro ha riportato alla luce un’incisione sul muro, effettuata straordinariamente senza cartone o spolvero, particolarmente preziosa e importante per restituire maggiore matericità e tridimensionalità al volto del santo. Il recupero ha anche evidenziato una spina che trafigge una zampa del leone e un rivoletto di sangue che scende fino a terra.

La Madonna di Piazza è un dipinto a tempera su tavola di Andrea del Verrocchio e Lorenzo di Credi, conservato nella Cattedrale di San Zeno. La tavola fu commissionata al Verrocchio negli anni settanta del Quattrocento, ma rimase a lungo incompiuta nella bottega fiorentina del maestro. Il lavoro fu poi completato da Lorenzo di Credi.

Il dipinto è collocato nell’attuale cappella del Santissimo Sacramento che ha inglobato, all’inizio del XVII secolo, l’antica chiesina della Madonna di Piazza, edificio un tempo con accesso autonomo dal corpo della cattedrale. L’ambiente è coperto da una cupoletta che nei prossimi mesi sarà oggetto di un restauro e di una ripulitura finanziati dagli organizzatori della mostra fiorentina.

Il dipinto della Madonna di Piazza non ha invece richiesto alcun intervento di restauro, ma è stato sottoposto a indagini di studio non invasive.

Il Verrocchio a Pistoia. La presenza del Verrocchio e dei suoi principali allievi è documentata, a Pistoia, anche da altri capolavori come, ad esempio, il monumento funebre in marmo avviato nel 1474 dal Verrocchio in onore del cardinale Niccolò Forteguerri nella Cattedrale di San Zeno (da cui proviene anche la figura intera del cardinale, eseguita successivamente dal Lorenzetto, che si conserva tra le sculture del Museo Civico collocate nell’atrio del Palazzo Comunale), e la pala d’altare con una Sacra Conversazione del pittore Lorenzo di Credi, custodita nel Museo Civico d’arte antica del Palazzo comunale e proveniente dallo Spedale del Ceppo.

(comunicato Comune di Pistoia-Diocesi di Pistoia)