Verso la prima Giornata Diocesana dei cresimati

Un primo incontro di formazione in Seminario per catechisti e animatori

Venerdì 14 settembre alle 21, presso il Seminario di Pistoia (via Puccini 36) avrà luogo un incontro per catechisti e animatori di gruppi giovanili in vista della prima giornata diocesana dei Cresimati. In questa occasione sarà presentato il sussidio per il cammino dei gruppi da ottobre a gennaio.

Il sussidio è intitolato “W la Wita!”: uno slogan che intende far comprendere la ricchezza racchiusa (e da sprigionare) nel sacramento della cresima, come il tema della testimonianza cristiana o della scelta personale. Il sussidio propone un percorso di incontri con un linguaggio esperienziale, in modo che i contenuti del sacramento divengano esperienza di vita. La prima parte del cammino è dedicata al tema pasquale della resurrezione, per imparare a scoprire nella vita di ogni giorno la presenza di Gesù risorto. La seconda parte del cammino è dedicata alla preparazione dell’incontro con il vescovo, in sintonia con i temi dell’Avvento e del Natale. Per ogni tappa il punto di partenza è sempre la Parola di Dio, da cui far scaturire “attività giocose”, sempre seguite da un tempo di preghiera e da un momento di servizio.

«Dopo l’ultima giornata dei cresimandi – ci spiega Suor Giovanna Cheli, responsabile dell’Ufficio Catechistico – il vescovo Tardelli ha invitato l’Ufficio a non disperdere la ricchezza e la gioia di quell’incontro. È così uscita l’idea di usare un metodo simile per provare a radunare i cresimati, non solo dello scorso anno, ma almeno degli ultimi tre anni». La Giornata diocesana dei Cresimati, si svolgerà, alla presenza del vescovo Fausto Tardelli, domenica 27 gennaio nella Cattedrale di San Zeno a Pistoia.

«L’incontro e la sua preparazione – prosegue suor Giovanna – esprimono  il desiderio della nostra Chiesa di curare il delicato passaggio dalla cresima al dopocresima o al gruppo giovanile».

Ricordiamo che un secondo incontro di preparazione è previsto alle soglie dell’avvento Lunedì 26 Novembre alle ore 21 presso il Seminario vescovile.

(redazione)

 




Linguaggi del divino 2018: “Rinascere dall’alto”

Ai nastri di partenza la rassegna teologica della diocesi di Pistoia arrivata alla 31ª edizione. Una riflessione profonda sul tema della spiritualità e delle sue tante sfaccettature, in rapporto con la società contemporanea. A fine ottobre una tavola rotonda sul tema del lavoro e impegno dei cattolici. Tra i relatori anche l’ex premier Letta e il Vescovo di Taranto, mons. Santoro.

PISTOIA – Ripiegati sul proprio smartphone o incastrati nel mondo dei consumi abbiamo ancora interesse per le cose del cielo? C’è ancora spazio per la spiritualità oggi? Saranno le grandi domande dell’uomo di fronte ai drammi della modernità e l’antico – e mai come ora attuale – rapporto con l’assoluto i protagonisti dell’edizione dei Linguaggi del Divino 2018, intitolato “Rinascere dall’alto”.

Otto incontri, più tre eventi straordinari si dipaneranno in tutto il mese di ottobre (5 -22) in alcuni dei luoghi più significativi della nostra città, come il convento di San Francesco, il convento di San Domenico e il Battistero di San Giovanni in corte, offrendo uno spazio libero, aperto e in dialogo con tutti.

Padre Bernardo Gianni, abate di San Miniato a Firenze, aprirà la rassegna teologica riflettendo sul tema della spiritualità in una prospettiva dialogica con le “cose della terra”, cioè la complessità del reale, accompagnati dalla suggestione in bianco e nero delle fotografie di Mariangela Montanari. Con padre Guidalberto Bormolini, riascolteremo le grandi domande dell’uomo di fronte alla morte e le proposte delle diverse tradizioni spirituali e religiose.

Il noto biblista Ermes Ronchi ci ricorderà le nude domande del Vangelo che continuano a provocare la nostra esistenza, mentre con Gaetano Piccolo, gesuita e metafisico, intraprenderemo un viaggio sorprendente attraverso noi stessi alla luce del discernimento cristiano. Il professor Andrea Monda, docente di religione, scrittore e autore assieme a un gruppo di studenti dei testi dell’ultima via Crucis col Papa al Colosseo, protagonista del format “Buongiorno professore” (TV2000), ci aiuterà a scoprire quale spiritualità è diffusa oggi tra i giovani.

Proveremo a a riflettere sul tema del “silenzio” e dell’ascolto nell’esperienza radicale degli eremiti con Antonella Lumini, affiancata nel racconto dal vaticanista di “Repubblica” Paolo Rodari, ma anche grazie al documentario “Voci del silenzio” diretto da Joshua Wahlen e Alessandro Seidita. Il loro racconto proporrà un percorso a ritroso verso le radici dell’esistenza, lo stimolo concreto a riequilibrare il nostro modo di stare al mondo.

Goffredo Boselli, monaco di Bose, ci aiuterà a scoprire come la liturgia ci introduce nello spazio in cui opera l’assoluto e l’umano si apre al divino. Basilio Petrà, teologo e preside della Facoltà Teologica dell’Italia centrale indicherà gli orizzonti della vita nello Spirito donata a chi “rinasce dall’alto”.

La conclusione di questa nuova edizione è affidata ad una tavola rotonda di grande livello sull’impegno dei cristiani sul tema economia e del lavoro, curata dell’Ufficio per la Pastorale sociale, con la presenza di Enrico Letta, economista ed ex premier, Enrico Giovannini, economista ex presidente dell’Istat, mons. Filippo Santoro, vescovo di Taranto.

Un appuntamento da non perdere per pensare, interrogarsi e lasciarsi stimolare sulle domande decisive dell’esistenza.

Per informazioni

Pagina fb:  @ilinguaggideldivino – @diocesipistoia

Twitter: diocesi di Pistoia

ilinguaggideldivino@diocesipistoia.it

 

Programma completo + biografie

 




Don Bonaventura saluta la Montagna e la Diocesi di Pistoia

Le comunità di Gavinana, Limestre, San Marcello e Mammiano, hanno salutato il loro vice parroco Don Bonaventura: «È sempre stato disponibile e vicino a tutti»

Dopo sei anni di servizio come vice parroco don Bonaventura (il nome corretto è don Bonaventure Sambou) lascia la Montagna e torna in Senegal e al suo posto si insedierà don Cirillo (Cyrille Atitung Kalom). Il giorno esatto sarà il prossimo 14 settembre, ma don Bonaventura non si trova più nella frazione cara a Francesco Ferrucci, avendo esaurito i 9 anni di attività pastorale in Italia concessi dalla sua diocesi di provenienza, Ziguinchor in Senegal. «Sono arrivato a Gavinana da Quarrata, e qui in montagna mi sono trovato molto bene – spiega don Bonaventura, – e saluto con affetto i miei parrocchiani. Tornera l’8 settembre per essere presente quando don Cirillo prenderà il mio posto».

In questi giorni il parroco senegalese ha salutato i suoi parrocchiani: molti sono dispiaciti che se ne vada. «È vero – spiega don Cipriano Farcas, vicario della montagna pistoiese – che a settembre ci sarà un avvicendamento a Gavinana tra don Bonaventura e il nuovo parroco, originario del Congo e fratello di don Gordiano, parroco da tempo a Maresca . Comunque la chiesa non è del prete ma della comunità dei fedeli. Invito quindi i parrocchiani a essere attivi e a collaborare col parroco nella gestione».

Un ricordo di don Bonaventura arriva da una delle catechiste di Gavinana, Tiziana Vignozzi. «È stato un parroco che si è fatto ben volere in paese e parlando del fatto che non sarà più a Gavinana, in molti sono dispiaciuti – spiega la catechista – è sempre stato disponibile e presente con tutti».

La comunità di Gavinana aspetta quindi don Cirillo nella speranza che anche con il nuovo parroco possa proseguire un significativo cammino di fede.




Questi tempi difficili: lettera del vescovo alla Diocesi

Il vescovo si rivolge al popolo di Dio in una lettera scritta a margine delle indicazioni per il prossimo anno pastorale, parlando delle tante tensioni che si leggono nella società odierna. E anche nella Chiesa.

Scarica qui il testo integrale, oppure continua a leggere.

 

Tempi difficili

di Mons. Fausto Tardelli

PISTOIA 7/9/2018 – «Quanta amarezza provo di questi tempi! Ormai son vecchio, eppure tempi così non mi ricordo di averne mai vissuti. Sarà pure che oggi veniamo rapidamente a conoscenza di molte cose come in passato non succedeva; sta di fatto che il quadro generale mi pare davvero preoccupante. Mi sembra di vedere un po’ dovunque la dignità umana calpestata senza ritegno; vedo corruzione, malaffare e falsità. Faccio fatica a scorgere un futuro bello e radioso. Anche a livello nazionale e locale, il clima a volte è pesante, sicuramente complice lo squinternato modo di comunicare e di reagire che è di oggi e che degenera in un battibecco infinito e in una ormai mal celata chiamata alle armi per bande contrapposte –… e ci si divide, ci si disprezza, ci si denigra… Che pena!

Ciò che però mi fa più male è la condizione della chiesa dei nostri tempi. Sia chiaro: io ritengo che la Chiesa di oggi sia di gran lunga migliore di quello che sembra o di come la si dipinge – basti pensare al numero di coraggiosi testimoni del vangelo che hanno perso tutto, persino la vita per Cristo, proprio in questi decenni. Ciononostante, mi rendo conto che c’è bisogno di una profonda conversione e di una rinnovata formazione cristiana, a partire da noi vescovi e preti, perché c’è sporcizia nella chiesa, c’è lassismo, mondanità, immoralità, adattamento alle convinzioni e agli usi del mondo, travisamento della fede trasmessa dagli apostoli e della morale cristiana, superficialità, indisciplina; c’è la nefandezza criminale della pedofilia e, cosa assai grave, mancanza di amore che veste i panni della calunnia, della maldicenza, del giudizio sommario e dell’invidia. Più che altro però, la crisi che viviamo è crisi di fede più che di morale; crisi di fede in Dio e in Gesù Cristo morto e risorto. Sento che la mia vita e la vita della chiesa deve convertirsi al Signore. La Chiesa si deve concentrare su Gesù Cristo che è il suo sposo e il suo Signore, accettando l’umiliazione di riconoscersi debole e peccatrice in tante sue membra ma anche annunciandolo senza vergogna come la Via, la Verità e la Vita. Solo così sarà luce e sale. Il problema principale della chiesa è la fedeltà al suo Signore, alla Verità fatta amore e all’amore reso autentico dalla Verità, non altro.

In mezzo a questa temperie, è necessario che il nostro cuore non sia turbato e che non cadiamo in tentazione. Gesù ci ha detto che per portare frutto, la vite deve essere potata. Credo che il nostro sia tempo di potatura. Che fa male, perché taglia, ma permette alla vite di fruttificare. Da questo punto di vista, i nostri giorni sono un momento di grazia che ci permette di dare testimonianza di fede autentica. “Non abbiate timore”, ripete il Signore risorto ai suoi tremanti apostoli, segnati anch’essi dal tradimento di quasi tutti. “Non abbiate paura, io ho vinto il mondo!” Su queste parole fondiamo dunque la nostra speranza e quindi la nostra gioia, anche di questi tempi.

Proprio quando il momento della prova si fa più stringente, diventa importante andare all’essenziale e ancorarsi fortemente ad alcune semplici ma fondamentali certezze. Indicarle, ritengo sia un mio compito di Vescovo perché il Popolo che il Signore mi ha affidato non abbia a smarrirsi.

La prima di queste certezze è che la chiesa non soccomberà agli assalti del mondo e del maligno. Sono sicuro che il maligno sia all’opera, pur se non è certo una novità perchè da sempre il diavolo odia la chiesa e i discepoli di Cristo. L’azione del maligno si muove sempre in due direzioni: seminare zizzania e spingere i discepoli di Cristo al tradimento. E noi, facilmente cadiamo nella trappola. Le conseguenze sono drammatiche, perchè la zizzania mette l’uno contro l’altro, crea sfiducia e sospetto reciproco, quindi blocca ogni cosa, mentre il tradimento di Cristo produce scoraggiamento, porta alla rabbia e alla violenza e infine alla distruzione della casa di Dio. La chiesa però è “indefettibile” per esplicita promessa del Signore. Se scompare da un luogo – e questo purtroppo può accadere – rinasce però in un altro. Lo Spirito santo non l’abbandona: le porte degli inferi non prevarranno contro di essa e sempre rifiorirà dalle sue ceneri, come l’araba fenice, perché Dio ha la capacità di trarre il bene addirittura dall’azione del maligno. Anche oggi, di questi tempi, nonostante le nefandezze di una parte del clero e i peccati di molti cristiani, la chiesa resta santa per la santità della Vergine Maria e di tutti coloro che hanno dato e continuano a dare la vita per Cristo e per i fratelli. Non dobbiamo dunque impressionarci, spaventarci, andare in confusione. Non bisogna farci saltare i nervi. E’ ciò a cui punta il maligno. Piuttosto dobbiamo mantenerci il più possibile saldi nella fede, impegnati nella carità e fiduciosi nella speranza, mentre infuria la tempesta, soffiano i venti e le onde paiono sommergere la barca di Pietro. A volte il Signore “dorme” sulla barca…. Sembra assente e che ci lasci in preda alle onde. “Non ti importa che siamo perduti?” Gridano gli apostoli… Ma Gesù, calmando le acque, amabilmente li rimproverò: “Perché avete paura? Non avete ancora fede?”

Una seconda fondamentale certezza su cui ancorarci è il Credo che professiamo, cioè la fede espressa e condensata nel credo. In tempi difficili, non c’è da inseguire le opinioni dell’uno o dell’altro. In tempi difficili si deve restare saldi sull’essenziale, in quella che è la “fede cattolica trasmessa dagli apostoli”, come si dice nel canone romano. Il Credo dunque, con tutti i suoi articoli. Il quale non è astrazione, non è teoria. La “Dottrina” della fede non è un’elucubrazione cervellotica; è invece vita; è Gesù Cristo stesso, espresso in parole umane. Ciò che si professa con la bocca e con la mente è la vita vissuta da Cristo e la vita della Trinità comunicata a noi. Il Credo esprime la fede cattolica alla quale dobbiamo restare fedeli. Come si dice nel rito del battesimo e della Cresima a conclusione delle promesse battesimali: “Questa è la nostra fede, questa è la fede della chiesa e noi ci gloriamo di professarla in Cristo Gesù.” Il Credo esprime la parola di Dio nella sua sostanza ed è la chiave interpretativa delle stesse Sacre Scritture che non bastano da sole a esprimere la Rivelazione di Dio: occorre infatti anche la tradizione vivente della chiesa che si è condensata, così possiamo dire, proprio nel simbolo apostolico o niceno-costantinopolitano. Strettamente unita alla professione di fede c’è poi la morale cristiana, basata sui comandamenti di Dio e sull’insegnamento degli apostoli, anch’esso trasmesso nella chiesa lungo i secoli; esplicitazione dell’unico e duplice comandamento dell’amore di Dio e del prossimo, in specie del più povero e derelitto.

C’è cambiamento nella fede e nella morale lungo i secoli? Cambiamento no; non può esserci. Progresso, maggiore comprensione, precisazioni, esplicitazioni e correzione del tiro, si. Nel campo morale, ancor più che in quello della dottrina, com’è ovvio trattandosi di questioni legate strettamente ai mutevoli usi e costumi degli uomini. Sempre però in un processo di sviluppo e mai di cambiamento. Così come ciascuno di noi muta nel tempo, pur rimanendo sempre la stessa persona.

Teniamoci dunque stretti al Credo; ripetiamolo, impariamolo a memoria, approfondiamolo, preghiamolo; insieme ai comandamenti e agli insegnamenti morali degli apostoli, trasmessi nella tradizione della chiesa. Il magistero della chiesa dei nostri tempi, facendo tesoro del Concilio Vaticano II, ha spiegato il Credo e il contenuto della morale cristiana nel “Catechismo della chiesa cattolica”, unendovi anche una riflessione sui Sacramenti per la vita cristiana e sulla preghiera del Padre nostro; un grande dono dunque, questo libro, e uno strumento molto utile da tenere in grande considerazione.

Una terza fondamentale certezza che ci deve guidare in questi tempi è che il Papa è il successore di Pietro ed è anche, come diceva Santa Caterina, “il dolce Cristo in terra”. Nei suoi confronti ci vuole rispetto, amore e docilità. E’ sempre “infallibile”? No di certo. Solo in pochi casi si può parlare di infallibilità, quando cioè si pronuncia “ex cathedra”; in ogni caso però occorre ascoltare con molta attenzione il suo magistero e confrontarsi seriamente con esso. Lo si doveva fare ieri con S. Giovanni Paolo II e con Benedetto XVI; lo si deve fare oggi con Papa Francesco. Possiamo non condividere pienamente qualcosa; ci può piacere di più o di meno questo o quel Papa. Anche lui è prima di tutto un discepolo di Cristo e deve rispondere alla chiamata alla santità. Può essere persino manchevole in qualcosa – la storia ce lo insegna – eppure non perde mai le sue caratteristiche di Vicario di Cristo e a lui si devono comunque devozione, affetto e ascolto sincero. Siamo inoltre certi che egli non potrà mai insegnarci autorevolmente qualcosa che ci faccia deviare dagli insegnamenti di Cristo: lo Spirito Santo infatti l’assiste, aldilà dei suoi meriti personali. Nei suoi confronti non ci vuole certo servilismo nè adulazione, che sono atteggiamenti da cortigiani, non da fratelli e figli che gli vogliono veramente bene. Chi vuol essere cattolico però non può fare a meno del Papa e non può non pregare per lui: “Dominus conservet eum et vivificet eum et beatum faciat eum in terra e non tradat eum in animam inimicorum eius.” “Il Signore lo conservi, Gli doni vita e salute, lo renda felice sulla terra e Lo preservi da ogni male. Amen.”

Ultima fondamentale certezza da custodire gelosamente in tempi di crisi è la presenza accanto a noi della Vergine Maria. La nostra madre celeste ci è stata affidata da Gesù ai piedi della croce, nel momento supremo del suo totale dono di sé. E’ stata affidata a noi e noi siamo stati affidati a lei e lei, lungo tutti i secoli è sempre venuta in soccorso a noi nelle nostre necessità. In ogni luogo della terra possiamo dire, in ogni chiesa e angolo di strada, si trova una sua immagine, un suo ricordo. “Prega per noi peccatori”: è il grido che si leva dai cuori in tempesta e angosciati per il male. Lei è l’esempio fulgido della fede. L’immagine candida di un mondo senza peccato. Lei ha vinto la corruzione e la morte, prima creatura ad essere totalmente redenta dall’amore di Cristo. Lei è la chiesa; l’immagine della chiesa; essa stessa chiesa nel vero senso della parola e insieme a tutti i beati e i santi, corona di gloria alla Trinità, abitando già il mondo che verrà e verso il quale siamo in cammino. Rimanere attaccati a Maria è salvaguardia della fede, custodia della vita cristiana, consolazione nella burrasca, guida nel cammino. E’ la stella che guida il nocchiero, cantava un antico inno popolare. Stare attaccati a lei non ci porterà mai fuori strada. Preghiamola dunque con fiducia, con la dolce preghiera del rosario e come ci insegna a fare un’antichissima e bellissima invocazione: “Sub tuum praesidium confugimus, Sancta Dei Genetrix. Nostras deprecationes ne despicias in necessitatibus, sed a periculis cunctis libera nos semper, Virgo gloriosa et benedicta.” “Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, ma liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta.”

Indefettibilità della Chiesa, perennità del Credo degli apostoli, carisma petrino del Papa e presenza materna della Madonna, sono dunque le quattro certezze che ancorano in sicurezza la nostra vita, anche in questi tempi difficili. Rinsaldati in esse e affidandoci con fiducia al Signore, possiamo allora affrontare la realtà del mondo nel quale viviamo, senza scoraggiarci. Potremo allora essere per chi lo vorrà, lievito e fermento, sale e luce, pur consapevoli di tutti i nostri limiti e peccati. Potremo essere davvero una “chiesa in uscita”; non solo un ospedale da campo ma persino una forza di pace che edifica il Regno di Dio nella mischia del mondo. Sperimentando nella propria debolezza la serena e beatificante “gioia del vangelo”».

+Fausto Tardelli




Una soluzione per l’emergenza a Vicofaro

PISTOIA – La Diocesi di Pistoia, attraverso la Caritas, si è attivata per cercare di affrontare al meglio l’emergenza che si è venuta a creare a Vicofaro, individuando strutture adeguate per quanti, fuori dai programmi ufficiali di accoglienza, trovano alloggio nella parrocchia di S. Maria Maggiore. L’impegno della Caritas diocesana, che si affianca all’attività ordinaria, si rende necessario perché, come già segnalato, la situazione resta seria e da non sottovalutare. Gli ospiti che nel tempo si sono avvicinati ai progetti di accoglienza di Vicofaro presentano diverse provenienze e storie di marginalità.
La Caritas e la parrocchia avranno dunque bisogno del tempo necessario per affrontare al meglio le situazioni, valutarle caso per caso, nel tentativo di offrire la migliore risposta possibile.




Pregare insieme per la Custodia del Creato

La 13ª Giornata Nazionale per la Custodia del Creato si celebra a livello nazionale il 1° settembre 2018.
La Conferenza Episcopale Italiana ha dedicato alla Giornata un messaggio dal titolo “Coltivare l’alleanza con la terra“. Il testo, come riporta una nota della CEI,”mette in rilievo come oggi ci si senta talvolta «come se tale alleanza fosse intaccata»: dalle devastazioni dei fenomeni atmosferici a causa del cambiamento climatico all’inquinamento diffuso. Per questo «talvolta si fa strada un senso di impotenza e di disperazione, come fossimo di fronte ad un degrado inevitabile della nostra terra».

Ricordando l’incoraggiamento che arriva dall’Enciclica “Laudato si’”, i Vescovi richiamano a «un’attiva opera di prevenzione», attenti a ritrovare la «prospettiva pastorale»”.

«Una prospettiva -si legge nel documento da ritrovare- nella presa in carico solidale delle fragilità ambientali di fronte agli impatti del mutamento, in una prospettiva di cura integrale. Occorre ritrovare il legame tra la cura dei territori e quella del popolo, anche per orientare a nuovi stili di vita e di consumo responsabile, così come a scelte lungimiranti da parte delle comunità».

Il messaggio integrale della CEI può essere scaricato qui.

La Diocesi di Pistoia dedicherà alla Custodia del Creato la giornata di domenica 30 settembre. In quel giorno l’Ufficio per la Pastorale Sociale e il Lavoro, Giustizia e Pace, Custodia del Creato, proporrà una iniziativa di sensibilizzazione al tema dell’anno: “Coltivare l’alleanza con la terra“.

Il 1° settembre ricorre anche la IV Giornata mondiale di Preghiera per il creato. Papa Francesco seguendo una tradizione avviata delle chiese ortodosse fin dal 1989, in accordo con il patriarca Bartolomeo I,  nel 2015, due mesi dopo l’uscita dell’enciclica “Laudato Si'” ha istituito la Giornata Mondiale di Preghiera per il Creato da celebrarsi ogni anno il 1 settembre. Quest’anno Papa Francesco  ha desiderato «richiamare l’attenzione sulla questione dell’acqua, bene primario da tutelare e da mettere a disposizione di tutti».

Accogliendo l’invito di Papa Francesco invitiamo le parrocchie a «unirsi in preghiera, sabato, per la nostra casa comune, per la cura della nostra casa comune». Una o più preghiere dei fedeli delle messe festive possono essere dedicate a questa intenzione.

 

 

 

 




L’estate dell’Azione Cattolica

Come crescere insieme e accompagnare i giovani alla scelta cristiana

Con domenica 25 Agosto ha preso il via l’ultimo campo estivo diocesano dell’Azione Cattolica di Pistoia. L’Associazione da sempre dedica una particolare attenzione alle esperienze di convivenza fraterna estiva; per tutti i bambini, le bambine e i ragazzi, aderenti e non, l’Estate è veramente un “tempo eccezionale”.

Nella settimana dal 30 Luglio al 5 agosto sia i ragazzi dell’ACR medie che i Giovanissimi delle scuole superiori hanno condiviso una settimana di vita insieme; i primi presso il Villaggio Cimone a Pian degli Ontani, gli altri presso la casa diocesana dell’AC di Firenze presso Sant’Ilario di Colombaia. Entrambe le esperienze sono state animate da un forte impegno di approfondimento spirituale e esperienziale; i Giovanissimi hanno svolto un percorso di maggiore discernimento personale, ma anche i ragazzi e le ragazze delle medie sono stati impegnati in una riflessione che li ha davvero messi in discussione: sulle tracce di Mosè hanno provato a comprendere il confine esistente tra libertà e responsabilità.
È stato proprio Mons. Fausto Tardelli che incontrandoli nella domenica di fine campo ha domandato loro: «Può esistere libertà senza responsabilità?», innescando così una importante riflessione su quali siano le fondamenta della loro e della nostra scelta cristiana e che noi riconosciamo nella consapevolezza, libertà di scelta e assunzione di responsabilità.

I più piccoli che stanno adesso vivendo il loro campo estivo si cimenteranno invece nell’incontro con un altro personaggio delle Sacre Scritture: Maria Maddalena, una donna alla quale non sono dedicate molte pagine, ma che appare vicino a Gesù in momenti di grande rilevanza.

Grazie al contributo e alla guida degli assistenti diocesani, Don Cesare Tognelli e Don Gianni Gasperini, le equipe sono riuscite a garantire un percorso di catechesi a misura di ciascuno, e sicuramente anche quest’estate AC sarà un momento importante di passaggio e cambiamento per tutti, ragazzi, educatori, bambini e genitori.

Laura Simonetti




Il Vangelo della famiglia gioia per il mondo

Il viaggio di Papa Francesco a Dublino per l’Incontro mondiale delle famiglie

Un programma intenso i due giorni della visita di Papa Francesco in Irlanda, il 25 e 26 agosto a Dublino, in occasione della nona edizione dell’Incontro mondiale delle famiglie; incontri che hanno avuto il loro esordio nel 1994 a Roma, per volontà di Giovanni Paolo II. Quest’anno il titolo è stato “Il Vangelo della famiglia: gioia per il mondo”, affrontato alla luce dell’esortazione apostolica post-sinodale Amoris Laetitia.

I maggiori temi che hanno caratterizzato la visita del Papa sono stati l’importanza della famiglia per la Chiesa e per la società e la richiesta di perdono per le vittime degli “abusi su minori da parte di membri della Chiesa incaricati di proteggerli ed educarli”.

Il primo evento a cui il Papa ha partecipato è stato il Festival delle Famiglie che si è svolto il sabato sera nello stadio di Croke Park a Dublino; nell’atmosfera gioiosa di spettacoli musicali e danzanti si sono susseguite alcune testimonianze di sposi provenienti da tutto il mondo, che hanno condiviso la propria esperienza di fede vissuta, raccontando come la fede li abbia aiutati a ritrovare l’unità coniugale, a superare crisi di vario genere e ad aprirsi all’accoglienza.

Nel suo discorso Papa Francesco ha ringraziato Dio perché la Chiesa è «una sola famiglia in Cristo» nel Battesimo e ha incoraggiato i genitori a far battezzare i figli il prima possibile, perché un bambino battezzato «ha la forza di Dio dentro!». Il messaggio principale è stato l’invito alla santità rivolto alle famiglie, per essere un “faro” che irradia la gioia dell’amore di Dio nel mondo, manifestandolo nella vita quotidiana e ordinaria, facendosi «santi della porta accanto». Ha ricordato che la bellezza e la forza attrattiva del matrimonio cristiano e della vita familiare si possono comprendere soltanto «se sono ancorati all’amore di Dio». Non esiste infatti una famiglia perfetta, ma la sua unità e stabilità dipendono dall’abitudine al perdono, che è un dono speciale di Dio, capace di guarire le ferite e di riavvicinare agli altri e a Dio: «piccoli e semplici gesti di perdono, rinnovati ogni giorno, sono il fondamento sul quale si costruisce una solida vita familiare cristiana». Ha terminato il suo intervento dicendo che le famiglie sono «la speranza della Chiesa e del mondo», perché «generano pace, insegnano l’amore, l’accoglienza, il perdono, i migliori antidoti contro l’odio, il pregiudizio e la vendetta che avvelenano la vita di persone e di comunità».

Domenica mattina, sulla spianata del Santuario di Knock, dopo la visita alla Cappella dell’Apparizione, il Santo Padre ha invitato gli irlandesi a continuare la tradizione di pregare il Rosario in famiglia, come il mezzo più sicuro per tenere la famiglia unita. Davanti alla statua della Madonna ha poi affidato tutte le famiglie a Maria e ha pregato per le «vittime di abusi da parte di membri della Chiesa in Irlanda», invocando la «ricerca della verità e della giustizia» e implorando il perdono del Signore per questa «piaga aperta», affinché non accadano mai più crimini del genere.

Una ulteriore richiesta di perdono è stata pronunciata da Papa Francesco nell’atto penitenziale che ha introdotto la Messa al Phoenix Park di Dublino, facendosi portatore delle sofferenze e delle aspettative delle persone vittime di abusi «da parte di membri qualificati della Chiesa», otto delle quali aveva precedentemente incontrato.

Nell’omelia della Messa ha incoraggiato le famiglie cristiane a diventare testimoni della Buona Notizia, anche se non è facile perché le parole di Gesù sono ‘dure’, tuttavia, come ci hanno insegnato i santi, in particolare San Colombano e i suoi compagni, occorre non lasciarci scoraggiare «dallo sguardo gelido dell’indifferenza o dai venti burrascosi dell’ostilità». Le sfide dell’attualità ci devono interrogare se anche noi troviamo duri gli insegnamenti di Gesù: «Quanto è sempre difficile perdonare quelli che ci feriscono! Che sfida è sempre quella di accogliere il migrante e lo straniero! Com’è doloroso sopportare la delusione, il rifiuto o il tradimento! Quanto è scomodo proteggere i diritti dei più fragili, dei non ancora nati o dei più anziani, che sembrano disturbare il nostro senso di libertà».

Il Papa ha concluso l’omelia esprimendo l’esigenza di una Chiesa in uscita «per portare le parole di vita eterna alle periferie del mondo», per «condividere la gioia del Vangelo”, auspicando di “condividere il Vangelo della famiglia come gioia per il mondo!».

Al termine della celebrazione è stato annunciato che fra tre anni l’Incontro Mondiale si terrà a Roma.

Laura Corrieri (Ufficio per la Pastorale con la Famiglia)




Lettera del vescovo alla diocesi di Pistoia

Venerdì 21 settembre l’apertura dell’anno pastorale con il pellegrinaggio diocesano al Santuario della Madonna di Valdibrana

Carissimi fedeli della Diocesi,

la Madonna detta “di Valdibrana” ci aspetta!

Come già preannunciato, venerdì 21 settembre prossimo, da tutte le parrocchie della diocesi ci muoveremo in pellegrinaggio verso il nostro Santuario diocesano, dove si venera l’antica immagine della Madonna di Valdibrana. Spero davvero che ci sia una larga e sentita partecipazione. Ho voluto questo pellegrinaggio per esprimere l’attaccamento della nostra chiesa locale a Maria Santissima. Ci teniamo a Lei; per noi è madre e sorella; fulgido esempio di ciò che è chiamata ad essere la chiesa; consolazione nel cammino della vita e sostegno nella sequela amorosa ed esigente di Cristo.

Ho desiderato questo pellegrinaggio diocesano per affidare in modo del tutto particolare alla Madonna di Valdibrana, tutta la nostra chiesa: i laici tutti, le religiose e i religiosi, i presbiteri, i diaconi, i nostri seminaristi. Tutti coloro che soffrono e son in mezzo alle difficoltà, i nostri fratelli immigrati che sono tra noi in cerca di un futuro migliore, i nostri anziani e i nostri giovani e in modo tutto speciale le nostre famiglie.
Alla Madonna affidiamo anche il nostro anno pastorale, dedicato alla “comunità fraterna e missionaria”. Per questo, il 21 settembre daremo anche inizio ufficiale all’anno pastorale, con il mandato ai catechisti e ai vari responsabili parrocchiali.

Che ci si muova da ogni angolo della diocesi per convenire nel santuario di Valdibrana è un bel segno di comunione e di quel “camminare insieme” che è ciò che ci prefiggiamo di fare, in quello stile e pratica sinodale che è caratteristica tipica della chiesa. Il pellegrinaggio sarà l’occasione per benedire la nuova, grande aula liturgica che è stata costruita accanto al Santuario e per inaugurare anche i locali annessi. Ambienti che sono a servizio della diocesi e offrono belle opportunità di incontro e di formazione.

A tal proposito chiedo anche ad ogni parrocchia un gesto di generosità: un contributo economico perché si possano ripianare al più presto i debiti fatti per realizzare quest’opera di utilità comune. Chiedo quindi a tutte le parrocchie un impegno straordinario il cui frutto deporremo proprio il 21 prossimo ai piedi della Madonna di Valdibrana.

Ogni parrocchia può organizzarsi come meglio credere, scegliendo la modalità di pellegrinaggio che ritiene più opportuna.

La celebrazione eucaristica inizierà alle 21.30 nella nuova aula liturgica.
Alle 20.00, per tutti coloro che vi si vorranno unire, partirà dal nuovo parcheggio un breve pellegrinaggio che girando dietro la chiesa di San Romano raggiungerà il Santuario per la S.Messa.

Prima della celebrazione, a partire dalle ore 20.00, ci sarà la possibilità di confessarsi presso lo stesso Santuario.

Cercate di non mancare e anche coloro che non potranno venire si uniscano quella sera in preghiera, per i bisognosi, per la conversione dei peccatori, per la nostra chiesa, per un mondo di giustizia e di Pace.

Pistoia, 1 settembre 2018
+ Fausto Tardelli


La lettera pastorale del Vescovo Tardelli “L’anno della comunità fraterna e missionaria” è disponibile presso la Libreria San Jacopo in via Puccini 32, oppure presso la segreteria degli Uffici Pastorali (Sig.ra Daniela, Seminario Vescovile, Via Puccini, 36). Il testo può essere scaricato anche in pdf dal sito web diocesano.




Vicofaro: la nota della diocesi

PISTOIA – Come è stato ampiamente riportato dai mezzi di informazione, in questi giorni effettivamente è stata recapita anche alla Curia Diocesana una lettera della Prefettura di Pistoia con la quale si invita l’Associazione Virgilio – Città futura, Ente gestore del CAS ospitato nei locali della parrocchia di Vicofaro a trovare con urgenza strutture idonee ove ricollocare immediatamente i richiedenti asilo, in quanto, da relazione dei VV.FF allegata, l’attuale struttura al momento  è da ritenersi “non idonea”. La stessa relazione dei VV.FF elenca una serie considerevole di criticità, anche gravi, persino pericolose. Si sa che sono in corso inoltre accertamenti edilizi e sanitari di cui non si conoscono ancora gli esiti. La dichiarazione di “non idoneità” rende problematica anche l’ospitalità offerta a tutti coloro che non rientrano nel progetto CAS.

La situazione si presenta seria e non può essere sottovalutata e neppure passata sotto silenzio, dal momento che la nascita della suddetta Associazione, rappresentata dal sig. Alessandro Vivarelli, fu a suo tempo approvata da Mons. Vescovo, avendo avuto però assicurazione che tutto si sarebbe svolto nel migliore dei modi, e inoltre per il fatto non trascurabile che i locali della parrocchia di Vicofaro, ricadono “in primis” nella diretta responsabilità del parroco, che è legale rappresentante ed è chiamato a risponderne anche penalmente, ma in ultima istanza chiamano in causa il Vescovo che è tenuto a vigilare sull’insieme della vita diocesana e delle parrocchie.

Dispiace dover constatare quanto ci è stato comunicato e ci sorprende, dal momento che Mons. Vescovo, invitando all’accoglienza e sostenendola sempre, ha affermato anche che la doverosa accoglienza di chi è nel bisogno va fatta bene, al meglio, in ambienti sicuri e idonei, con l’assistenza di personale sufficiente, qualificato e capace e che questa deve essere una preoccupazione costante.

In ogni caso, è certo che la Diocesi offrirà la massima collaborazione sull’attuazione di quanto la Prefettura, i Vigili del fuoco o altre istituzioni preposte indicano come necessario per una idonea accoglienza in strutture adeguate. Si assicura, anche attraverso la Caritas diocesana (che da tempo ha offerto, per quanto possibile, il sostegno materiale alle iniziative di accoglienza di don Massimo) tutto il supporto necessario a don Massimo Biancalani, perché la situazione possa evolversi nel migliore dei modi e dia più tranquillità anche a lui. Mons. Vescovo ha già dato disposizioni perché d’ora innanzi da parte della Curia diocesana, si metta in atto una più attenta vigilanza su ciò che avviene negli ambienti appartenenti alla chiesa e tutto si svolga nella correttezza e trasparenza da tutti i punti di vista.

28/08/2018