Un’opera segno in memoria del Vescovo Mansueto

Lunedì 23 luglio sarà celebrata l’inaugurazione della cittadella della carità “Hospitium Mansueto Bianchi”. Un progetto che prevede la realizzazione, a fianco della Mensa Caritas “don Siro Butelli” e dei locali del CEIS, di una nuova sede per il Centro di ascolto diocesano e di un dormitorio per senza fissa dimora o situazioni di grave emergenza abitativa con 12 posti. L’Hospitium sarà anche aperto ad accogliere pellegrini che sul tracciato della Romea Strata o dei cammini legati al culto jacopeo faranno sosta a Pistoia. Il progetto, sostenuto dalla Caritas nazionale e della Fondazione CARIPT, completa il restauro e la trasformazione dei locali del Tempio, consegnando alla città di Pistoia un nuovo significativo polo della solidarietà e dell’accoglienza. La nuova cittadella della carità del Tempio sarà anche il segno “permanente” dell’anno pastorale appena concluso e interamente dedicato ai poveri. A partire dal settembre scorso, infatti, la Chiesa di Pistoia ha accolto e meditato la lettera pastorale di Mons. Tardelli dal titolo “nei poveri il volto di Dio”. Un testo pastorale e insieme di meditazione, che ricordava la necessità di ascoltare, incontrare e condividere la vita con i poveri sviluppando forme di aiuto e assistenza. Una lettera in linea con le indicazioni di Papa Francesco, che proprio alla fine del 2017 ha istituito la “giornata mondiale dei poveri”, da celebrarsi ogni anno la domenica precedente la Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo.

La titolazione dell’hospitium a Mons. Mansueto Bianchi, compianto vescovo della nostra diocesi, intende mantenerne viva la memoria a ormai due anni dalla scomparsa e di legarla stabilmente alla vita diocesana, in particolare al servizio dei più poveri.

Il rimando al termine hospitium, infine, intende riallacciarsi alla secolare tradizione di accoglienza del nostro territorio, da sempre crocevia di uomini e popoli tra nord e sud della penisola e dell’Europa, legato, in particolare, al pellegrinaggio jacopeo. Il termine latino hospitium infatti, rimanda a hospes, cioè all’ospite, a colui che chiede e riceve accoglienza e riparo e indica, quindi, strutture dedicate all’alloggio e all’accoglienza di pellegrini e viandanti.

Alle ore 17.30 è prevista la benedizione dei locali, quindi alle ore 18.00 la Santa Messa nella chiesa di San Giovanni Decollato o del Tempio. Seguirà un’agape fraterna nel chiostro del Tempio.




Il Santuario di Santa Maria del Giglio a Sambuca

Un luogo di spiritualità e devozione mariana immerso nel verde dell’Appennino.

Il Santuario e il Convento delle Suore Francescane dell’Immacolata si trovano in mezzo ai boschi della Sambuca; una realtà importante anche se forse poco conosciuta della nostra diocesi. Ci siamo rivolti alle sorelle della Sambuca, e in particolare a Suor Lucia – per conoscere e far conoscere meglio le loro attività e il santuario della Madonna del Giglio.

 

Sorella, quali sono le vostre principali attività?

Oggi il nostro impegno maggiore è quello della casa di riposo dove accogliamo alcune signore anziane, ma qui al Giglio offriamo anche ospitalità durante tutto l’anno a chi desidera sostare in preghiera e fermarsi qualche giorno per una pausa di riposo e riflessione nel proprio cammino umano e spirituale. Abbiamo disponibilità per gruppi giovanili e ragazzi, famiglie e nuclei familiari, sacerdoti, suore, singole persone, per giornate di ritiro e spiritualità, week-end vocazionali e per pellegrinaggi mariani.

Qual è la storia del santuario?

C’è una storia molto toccante che racconta di una bambina che veniva mandata dalla matrigna a far pascolare le pecore su un poggio chiamato “Collefiorito”. Ogni giorno la matrigna le dava una quantità di lana da filare mentre restava a guardia del gregge e se a sera il compito non era eseguito erano botte. La giovinetta, sopratutto con l’afa estiva, non riusciva a vincere il sonno e spesso si assopiva all’ombra di un albero, tralasciando così il compito affidatole. Un giorno si accorse che mentre dormiva qualcuno aveva filato per lei tutta la lana e contenta raccontò il fatto alla matrigna, la quale credendo di essere presa in giro la picchiò e le ordinò di non narrare ad altri questa fandonia. La cosa però, si ripetè per diversi giorni e la voce si sparse per tutta la montagna. Un giorno poi, la pastorella si accorse che a filare la lana era una donna bellissima che finito il lavoro spariva. Giunta a casa disse alla matrigna di aver scoperto chi l’aiutava e questo fu per lei un guaio, perchè fu trattata da pazza. Dopo qualche tempo anche il parroco scorse la bella signora e si stupì; lo stupore però aumentò la mattina successiva, perchè trovò dipinta sulla nuda pietra l’immagine della Vergine col Figlio. Si gridò subito al miracolo e il luogo divenne mèta di pellegrinaggi.

A quale epoca risale la storia? Come si è sviluppato il santuario?

Non sappiamo a quale secolo si riferisca la storia, ma sembrebbe che già nel 1581 a Collefiorito si venerasse un immagine della Madonna del Giglio. Fonti successive riconducono l’origine del santuario al 1722 collegandola alla figura di Rosalia Ottari, la quale era una giovane donna bolognese che, cieca dalla nascita, volle essere accompagnata a visitare l’immagine della Madonna di Collefiorito. Si diceva infatti, che spesso risanasse dal ‘male degli occhi’. Rosalia arrivò a piedi a Sambuca e quando si trovò a percorrere l’ultimo tratto di mulattiera, la vista cominciò a rischiararsi fino a che la riebbe perfetta. Il miracolo fu scientificamente provato e ottenuta la grazia la giovane donna decise di costruire in quel luogo una piccola chiesa, quindi diede vita ad una comunità religiosa poi associata al Terz’ordine francescano. La chiesa nel tempo è stata resturata e nel 1930 avvenne la fusione tra queste religiose e noi Francescane dell’Immacolata che attualmente custodiamo il Santuario.

Quali indicazioni volete dare per chi intendesse visitare il Santuario?

Il Santuario di Santa Maria del Giglio è aperto tutti i giorni dell’anno. Per informazioni o richieste vi invitiamo a contattarci allo 0573 893726.

Daniela Raspollini




S.o.S. alla Madonna dell’Umiltà

Una serata di musica e fede alla vigilia della Festa nella Basilica dell’umiltà

S.o.S è un nome un po’ originale per un gruppo musicale, chiaramente non è il grido disperato di chi cerca aiuto, ma il desiderio di rimandare a Colui che è nel nostro cuore, affinché sia proprio Gesù a salvarci la vita. «Scendi o Spirito!» Ecco svelato l’arcano: S.o.S, che a sua volta è il titolo della prima traccia musicale presente nel cd “Dal deserto all’Amore” ispirato al Libro di Vita di Gerusalemme, tracciato spirituale delle Fraternità Monastiche ed Apostoliche di Gerusalemme. Le Fraternità di Gerusalemme sono presenti a Pistoia nelle parrocchie di San Paolo, San Bartolomeo e nella Basilica della Madonna dell’Umiltà. Questo cd è il risultato della collaborazione tra Alessandra Setaro, don Mario Costanzi e l’associazione Suonami di te di Empoli, avvenuta nel 2012.

Questo gruppo musicale è nato da qualche mese all’interno della diocesi di Firenze ed è composto da: Adelisa e Alessandra voci, Anna Graziella al flauto traverso, Francesco al pianoforte, Lorenzo alle percussioni, Luca al basso e Stella alla chitarra. Tre sono le cose che ci accomunano tutti: l’amore per la musica, il desiderio di mettersi in gioco e di cantare la Signore, riprendendo proprio le canzoni del cd. L a bellezza di questo gruppo sta nel fatto che ci siamo incontrati grazie alla Provvidenza, infatti non ci conoscevamo tutti, ma il Signore proprio così ha voluto farci incontrare e collaborare. In seguito all’amicizia che ci lega alle Fraternità Apostoliche di Gerusalemme, siamo stati invitati per animare la veglia in occasione della celebrazione della festa della Madonna dell’Umiltà che si terrà lunedì 16 luglio prossimo alle ore 21. Questo invito non ha fatto altro che stimolare il nostro impegno e il desiderio di pregare e aiutare a pregare Maria.

Non ci resta che invitare tutti coloro che volessero sentirci cantare il 16 luglio e magari invitarci a cantare nelle proprie realtà. Per ricevere maggiori informazioni sul gruppo e sulle canzoni è possibile scrivere all’indirizzo mail: iki1@hotmail.it

Alessandra Setaro

Di seguito indichiamo il programma della Festa della Madonna dell’Umiltà:

Lunedì 16 luglio

ore 21.00: Rosario e brani musicali con il gruppo SOS (Scendi O Spirito)

Martedì 17 luglio

ore 8.00: Lodi

ore 10.00: Rosario

ore 10.30: Santa Messa

ore 12.30: Ora Media

ore 18.00: Rosario

ore 18.30: Santa Messa celebrata da Mons. Fausto Tardelli. Conferimento del ministero dell’accolitato a Fratel Antonio Benedetto della Fraternità Apostolica di Gerusalemme.




Il luglio della Chiesa pistoiese

Il programma degli appuntamenti diocesani per un mese che apre già al nuovo anno pastorale

Il Luglio della Chiesa pistoiese non è solo tradizione. Il calendario, all’insegna del culto jacopeo, è arricchito da ulteriori appuntamenti che segnano il cammino ordinario della Diocesi e sono espressione della vitalità ecclesiale.

Festa della Madonna dell’Umiltà

Martedì 17 Luglio la Chiesa di Pistoia celebra la festa della Madonna dell’Umiltà, compatrona, con San Giacomo Apostolo dalla nostra diocesi. Il 17 luglio 1490, infatti, l’effigie con la Madonna dell’Umiltà affrescata nell’antica cheisa di Santa Maria Forisportam emise una prodigiosa lacrimazione. Ancora oggi i segni di questa lacrimazione sono visibili sull’affresco. Il miracolo, avvenuto mentre in città infuriavano lotte fratricide e in una stagione di profonda crisi civile ed economica, accrebbe in tutta la diocesi il culto della Vergine. Attorno all’affresco miracoloso fu presto edificata la grandiosa basilica rinascimentale con la cupola progettata da Giorgio Vasari. La Santa Messa presso la Basilica della Madonna dell’Umiltà sarà presieduta dal vescovo Tardelli alle ore 18.30.

In occasione della celebrazione il vescovo conferirà il ministero dell’accolitato a Fratel Antonio Benedetto, priore della Fraternità Apostolica di Gerusalemme di Pistoia. Il ministero dell’accolitato lo chiamerà ad aiutare il presbitero e il diacono nelle azioni liturgiche, distribuendo o esponendo l’eucaristia, ma lo inviterà anche a vivere una particolare attenzione nei confronti dei poveri e dei sofferenti. L’accolitato prepara Fratel Antonio all’ordinazione diaconale e, successivamente, a quella presbiterale.

Festeggiamenti Jacopei

I festeggiamenti del santo patrono, San Giacomo Apostolo, si apriranno mercoledì 18 luglio con la tradizionale vestizione di San Jacopo. La statua del santo patrono sulla facciata della Cattedrale sarà – come di consueto – raggiunta e vestita con il caratteristico mantello rosso dai Vigili del Fuoco di Pistoia. Il rosso è il colore del martirio, perché San Giacomo fu il primo tra gli apostoli a cadere martire per la fede. Il mantello, invece, si lega alla leggenda popolare di un San Giacomo solidale e generoso con i più poveri, pronto a negare l’evidenza e coprirsi col mantello d’estate, piuttosto che pagare i creditori. Alle ore 18 sarà celebrata la messa cui seguirà, sul sagrato della Cattedrale, la Vestizione di San Jacopo a cura del Comando dei Vigili del Fuoco di Pistoia.

A conclusione della giornata, alle ore 21.15, è previsto un Concerto di musica per organo in onore del Santo Patrono. All’organo Costamagna (1969) della Cattedrale di San Zeno, Francesco Unguendoli eseguirà la Gran Sinfonia in do di Padre Davide da Bergamo (1791-1863) e la Sinfonia n° 5 in fa minore, op. 42 n° 1 di Charles-Marie Widor (1844-1937).

Un’opera ‘segno’ in memoria del vescovo Mansueto

Lunedì 23 luglio sarà celebrata l’inaugurazione della cittadella della carità “Hospitium Mansueto Bianchi”. Un progetto che prevede la realizzazione, a fianco della Mensa Caritas “don Siro Butelli” e dei locali del CEIS, di una nuova sede per il Centro di ascolto diocesano e di un dormitorio per senza fissa dimora o situazioni di grave emergenza abitativa con 12 posti. L’Hospitium sarà anche aperto ad accogliere pellegrini che sul tracciato della Romea Strata o dei cammini legati al culto jacopeo faranno sosta a Pistoia. Il progetto, sostenuto dalla Caritas nazionale e della Fondazione CARIPT, completa il restauro e la trasformazione dei locali del Tempio, consegnando alla città di Pistoia un nuovo significativo polo della solidarietà e dell’accoglienza. La nuova cittadella della carità del Tempio sarà anche il segno “permanente” dell’anno pastorale appena concluso e interamente dedicato ai poveri. A partire dal settembre scorso, infatti, la Chiesa di Pistoia ha accolto e meditato la lettera pastorale di Mons. Tardelli dal titolo “nei poveri il volto di Dio”. Un testo pastorale e insieme di meditazione, che ricordava la necessità di ascoltare, incontrare e condividere la vita con i poveri sviluppando forme di aiuto e assistenza. Una lettera in linea con le indicazioni di Papa Francesco, che proprio alla fine del 2017 ha istituito la “giornata mondiale dei poveri”, da celebrarsi ogni anno la domenica precedente la Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo.

La titolazione dell’hospitium a Mons. Mansueto Bianchi, compianto vescovo della nostra diocesi, intende mantenerne viva la memoria a ormai due anni dalla scomparsa e di legarla stabilmente alla vita diocesana, in particolare al servizio dei più poveri.

Il rimando al termine hospitium, infine, intende riallacciarsi alla secolare tradizione di accoglienza del nostro territorio, da sempre crocevia di uomini e popoli tra nord e sud della penisola e dell’Europa, legato, in particolare, al pellegrinaggio jacopeo. Il termine latino hospitium infatti, rimanda a hospes, cioè all’ospite, a colui che chiede e riceve accoglienza e riparo e indica, quindi, strutture dedicate all’alloggio e all’accoglienza di pellegrini e viandanti.

Alle ore 17.30 è prevista la benedizione dei locali, quindi alle ore 18.00 la Santa Messa nella chiesa di San Giovanni Decollato o del Tempio. Seguirà un’agape fraterna nel chiostro del Tempio.

Celebrazioni jacopee

Martedì 24 luglio alle ore 17.30 è prevista la celebrazione dei primi vespri della Solennità di San Jacopo; seguirà la santa messa capitolare presieduta dal proposto del capitolo Mons. Umberto Pineschi.

In serata si svolgerà per le vie del centro storico la processione di San Jacopo: un importante e suggestivo momento ecclesiale che è radicato nella storia religiosa della città. La “Processione – Pellegrinaggio” partirà dalla Chiesa di San Francesco alle ore 21 per dirigersi alla Basilica Cattedrale di S. Zeno. Alle Parrocchie e alle Aggregazioni Laicali si consiglia, se possibile, di intervenire con i propri stendardi o labari.

Mercoledì 25 luglio, giorno della memoria liturgica di San Jacopo, è il grande giorno della solennità. In Cattedrale alle ore 10.00 è prevista la preghiera delle lodi mattutine, alle 10,30 l’accoglienza alle porte del Duomo delle autorità cittadine e del corteo storico; alle 11.00 sarà quindi celebrata la messa pontificale presieduta da S. E. Mons. Fausto Tardelli, durante la quale il sindaco della città accenderà la lampada votiva di San Jacopo e i rappresentanti dei rioni offriranno ceri votivi.

Quest’anno la solennità del Santo Patrono sarà accompagnata dalla consegna delle indicazioni pastorali per il nuovo anno. La Chiesa di Pistoia, infatti, ha organizzato il proprio percorso pastorale secondo le linee guida indicate dagli orientamenti pastorali per il triennio 2016-2019. Gli orientamenti raccolgono il frutto di un lavoro sinodale dell’intera diocesi e sono stati organizzati dal vescovo Tardelli in un programma triennale. Il primo anno è stato dedicato alla figura di Dio Padre, l’anno pastorale ormai concluso – come ricordato – ha invece indirizzato la riflessione e l’azione della Diocesi sui poveri; il prossimo anno sarà invece dedicato a far scoprire e vivere la Chiesa di Pistoia come “una comunità fraterna e missionaria”. Al termine del pontificale di San Jacopo il vescovo consegnerà, quindi, le sue indicazioni pastorali per il 2018/2019 ad alcune rappresentanze dell’intera diocesi.

PROGRAMMA

Martedì 17 Luglio, Festa della Madonna dell’Umiltà

ore 18.30: Basilica della Madonna dell’Umiltà. Santa Messa presieduta dal vescovo Tardelli. Conferimento dell’accolitato a Fratel Antonio Benedetto, priore della Fraternità Apostolica di Gerusalemme di Pistoia.

Mercoledì 18 luglio

ore 18.00: Cattedrale di San Zeno. Santa Messa e, a seguire, vestizione della statua di San Jacopo

ore 21.15: Cattedrale di San Zeno. Concerto di musica per organo in onore del Santo Patrono.

Lunedì 23 luglio

ore 17.30: Inaugurazione della cittadella della carità “Hospitium Mansueto Bianchi” presso i locali del Tempio

ore 18.00: Chiesa di San Giovanni Decollato (il Tempio). Santa Messa presieduta dal vescovo Mons. Fausto Tardelli

Martedì 24 luglio

ore 17.30: Cattedrale di San Zeno. Preghiera dei primi vespri della Solennità di San Jacopo

ore 18.00: Cattedrale di San Zeno. Santa Messa Capitolare presieduta da Mons. Umberto Pineschi

ore 21: Solenne processione di San Jacopo. Partenza dalla Chiesa di San Francesco.

Mercoledì 25 luglio. Solennità di San Jacopo.

ore 10.00: Cattedrale di San Zeno. Preghiera della Lodi mattutine presieduta dal vescovo.

alle 10,30: Accoglienza alle porte del Duomo delle autorità cittadine e del corteo storico dei rioni

ore 11.00: Cattedrale di San Zeno. Pontificale della solennità presieduto dal vescovo Mons. Fausto Tardelli, con accensione della lampada votiva. Al termine della messa consegna delle indicazioni pastorali per l’anno 2018/2019.




Conoscere e superare le dipendenze oggi

Come affrontare il crescente consumo di droghe? Intervista a Franco Burchietti, presidente del CEIS di Pistoia

di Daniela Raspollini

 Indagini recenti affermano la crescita preoccupante del consumo di droghe nel nostro paese. Una piaga che attraversa anche il nostro territorio e che non può essere sottovalutata. Franco Burchietti, presidente del CEIS, il Centro di Solidarietà di Pistoia, ci illustra il fenomeno indicando criticità e possibili vie duscita.

Dalla nascita del Centro ad oggi come è cambiato l’approccio dei giovani alla droga?

Mentre negli anni ‘70 e ‘80 il rapporto con la droga era una piaga sociale con un forte impatto nella vita quotidiana delle città, legato soprattutto al consumo endovena di eroina (le siringhe in ogni luogo!), oggi il fenomeno droga si è profondamente trasformato, tanto da non essere spesso più avvertito come problema rilevante. Tuttavia la tossicodipendenza, o per meglio dire le dipendenze, sono ormai quotidianamente in evoluzione e, negli ultimi 10 anni, il fenomeno ha visto un mutamento enorme, nelle forme (di dipendenza), nelle sostanze abusate e persino nelle modalità di assunzione. Oggi, ad esempio, soprattutto in Italia, si registra una crescita esponenziale dell’uso di psicofarmaci anche fra i giovani e di nuove sostanze acquistate online. La maggior parte dei giovani “sperimentatori” di sostanze si rivolge alle cosiddette nuove droghe o droghe di sintesi, progettate e costruite in laboratorio, caratterizzate da rischi e danni specifici. Questa fluidità del fenomeno chiede ai servizi di ripensare continuamente l’adeguatezza dei propri interventi. Di contro, invece, operiamo con un sistema di intervento che fa riferimento ad una normativa di quasi 30 anni fa e che ci costringe ad inseguire questa problematica senza mai raggiungerla. La complessità del “fenomeno” delle dipendenze necessita di interventi altamente qualificati e fortemente connessi ai bisogni mutevoli e variegati del territorio.

I giovani percepiscono i rischi legati alle droghe leggere?

Fondamentalmente no. Già la differenzazione tra droghe leggere e droghe pesanti, pur importante in rapporto ai percorsi pedagogico-terapeutici e riabilitativi, sembra portare verso una diffusione culturale che distingue tra ciò che fa male e ciò che non lo fa. Tutte le sostanze stupefacenti hanno effetti dannosi a livello psico-fisico, anche la cannabis con il suo principio attivo (THC). Tuttavia il persistere di un dibattito sulla legalizzazione e sul concetto di “leggere” ha come conseguenza una importante sottovalutazione del fenomeno e delle sue conseguenze. A volte anche nelle stesse famiglie: «nostro figlio si fa ogni tanto una canna…».

Come possono i genitori rendersi conto che i propri figli hanno problemi di dipendenza? Quali sono i “campanelli di allarme”? Quali i consigli vi sentite di dare loro?

Non è facile per una famiglia accorgersi in tempo che il proprio figlio, il proprio fratello o marito o moglie .. ha iniziato a fare uso di droghe. Ed è ancora più difficile accettare l’idea che questo sia avvenuto. Spesso la notizia è un fulmine a ciel sereno. Purtroppo le famiglie che decidono subito di consultare qualcuno che sappia indicare il giusto comportamento sono relativamente poche. Per disinformazione, per vergogna o per sbagliato senso di protezione, per sopravvalutazione delle proprie forze o sottovalutazione del problema, passa purtroppo un lungo periodo prima che qualcuno della famiglia decida di chiedere aiuto e consigli fuori dalle mura domestiche. La famiglia deve prestare particolare attenzione al comportamento del figlio, specialmente se osserva dei cambiamenti netti (rendimento scolastico, rapporto con i familiari, relazioni con gli altri, interessi). Se ci troviamo di fronte ad un progressivo ed indubbio mutamento del comportamento, con buona probabilità si sta osservando la presenza di un disagio importante che richiede l’intervento di uno specialista. Per aiutare l’adolescente ad accettare l’aiuto di uno specialista è opportuno non focalizzarsi tanto e solo sulla dannosità del “farsi le canne”, cosa che produrrebbe incomprensione e conseguente chiusura, bensì focalizzarsi sul malessere evidente (tristezza, chiusura verso gli altri, senso di inadeguatezza). Il nostro “sportello famiglia” è sempre aperto: basta rivolgersi alla sede di P.zza dei Servi (0573/368701), anche scrivendo a primicolloqui@ceispt.org, o ad una delle tre comunità terapeutiche, i cui riferimenti sono facilmenti reperibili sul sito: www.ceispt.org .

Quali sono, in base alla vostra esperienza, le problematiche più urgenti da affrontare?

Credo che abbiamo oggi di fronte tre ambiti principali di impegno:

  1. sviluppare maggiormente l’azione di prevenzione e contrasto alle dipendenze, tenendo anche conto delle sue nuove forme quali, ad esempio, il gioco d’azzardo.
  2. rafforzare il lavoro sulla fascia di età “minori – giovani adulti”, fortemente in fase di crescita nell’uso di sostanze psico attive, compreso lo stesso alcool.
  3. trovare nuove forme di alleanza con tutte le “agenzie” formativo-educative, a partire dalla famiglia.

È urgente la necessità di organizzare campagne di informazione e prevenzione; a questo proposito il Ceis come opera sul territorio?

In ambito territoriale della Provincia di Pistoia non esiste al momento un sistema pubblico e strutturato di sensibilizzazione e formazione di giovani adolescenti e delle famiglie. Il Ceis da anni, tuttavia, svolge interventi significativi di informazione – sensibilizzazione nelle scuole secondarie superiori; interventi che necessitano, ovviamente, di una loro sistematizzazione e generalizzazione a tutti gli Istituti scolastici superiori presenti sul territorio, nonché un pieno coinvolgimento delle famiglie, che costituiscono a nostro avviso -voglio ripetere- una delle “agenzie” primarie di formazione, prevenzione e contrasto a stili di vita scorretti.

In tal senso il Ceis si sta attivando per mettere a punto un nuovo progetto più generale di prevenzione, da attivare già dal prossimo anno scolastico.

A tal proposito vorrei tuttavia sottolineare come la problematica “prevenzione” continui ad essere scarsamente considerata a livello istituzionale: da anni non esiste più in Italia un “Fondo antidroga” e che ogni Regione ha un approccio diverso sul tema e, purtroppo, senza un progetto sistematico ed uniforme per la prevenzione. Senza di essa e senza un investimento serio, semplicemente non c’è futuro, né speranza in una progressiva evoluzione a favore del benessere dei nostri ragazzi.




Clima velenoso e minacce dentro e fuori dal web

In merito al clima di violenza verbale e alle ulteriori minacce ricevute anche tramite social network da don Massimo Biancalani si rende noto che il Vescovo stigmatizza e giudica come indegni e inaccettabili ogni insulto, offesa e soprattutto minacce nei confronti, specialmente, di un sacerdote. Questa posizione, già sottolineata in molte uscite pubbliche e in comunicati stampa emessi in precedenza, vuole essere un dato chiaro e permanente e che vale per ogni vicenda che metta in pericolo, anche solo ipotetico, la vita o la libertà d’espressione di un presbitero o laico. Vista la situazione – che appare di assoluta gravità – mons. Tardelli invita inoltre il sacerdote in questione, e chiunque si senta minacciato o oggetto di attenzioni dei cosiddetti “odiatori” del web, a denunciare l’accaduto alle forze di Polizia. Questa è infatti la procedura affinché si possa far avviare indagini approfondite a tutela della sicurezza e della libertà di tutti.

05/07/2018




Aggiornamento sui lavori alla chiesa di Carmignano

CARMIGNANO  – «I lavori di messa in sicurezza sul porticato della chiesa di Carmignano, che come noto a tutti è di proprietà ecclesiastica, si sono conclusi nei tempi rapidi che erano stati stabiliti: di questo non avevo dubbi e pertanto sono particolarmente lieto». Così don Cristiano D’Angelo, amministratore parrocchiale della chiesa di San Michele in Carmignano.

Don Cristiano, ringraziato «le maestranze per il bel lavoro svolto nel rispetto dei tempi», conferma che questo è «solo un primo passo in un cammino ancora lungo e nel quale tutti i diversi soggetti, su un bene così importante di proprietà ecclesiastica, potranno, in base alle loro specifiche competenze, procedere uniti per raggiungere insieme l’obiettivo finale che sta a cuore a tutti, in particolare a una proprietà che continuerà, in accordo con la Soprintendenza e con gli altri soggetti del territorio, a svolgere il ruolo primario che le compete».

 




Restare umani di fronte alla globalizzazione dell’indifferenza

Ancora naufragi e morte a largo della Libia. Soltanto nell’ultimo week end sono oltre cento i morti nelle acque libiche, oltre 2.500 i rimpatri forzati nei sedicenti “campi di detenzione” del Paese che si sommano agli altri 10.000 che già popolano le strutture gestite dalle autorità locali in condizione definite dagli operatori internazionali come “disumane”.

L’indifferenza di Bruxelles e le soluzioni che vengono proposte dal governo italiano in seno all’UE appaiono – per usare le parole del Cardinal Bassetti – volte perlopiù a “distrarre” la popolazione dal dramma epocale che stiamo vivendo e dai tanti problemi reali che pendono sul nostro paese.

Le morti che si susseguono, la chiusura dei porti, l’innalzamento di muri ai confini settentrionali e una permanente strategia della paura stanno minando in profondità il nostro stesso senso di convivenza comune e pacifica.

Di fronte a queste vicende avvertiamo  la necessità di  contribuire a una riflessione profonda per costruire una società più aperta e attenta all’altro, più disponibile al dialogo con il diverso che si fonda su una consapevolezza antropologica fondamentale: l’altro è una sorgente insopprimibile del progresso umano e pertanto una società non può sottrarsi alla responsabilità di spalancargli le porte, preoccupandosi di salvaguardare le reciproche identità. Tutto questo si rinnova nell’incontro  tra le diversità e dà luogo a significative convergenze con tutti gli uomini e le donne che credono nel valore della vita, nella dignità di ogni persona, nella solidarietà tra esseri umani senza ignorare che possano sorgere problemi o incomprensioni, ma certi che non esista altra strada che quella dell’incontro, del dialogo, della consapevolezza dei diritti e doveri di ciascuno.

Come ha affermato il Vescovo Fausto nel discorso per la Giornata mondiale per la pace (1 gennaio 2018): «sembra evidente che a chi bussa alla nostra porta in condizioni di grave disagio, di qualsiasi natura esso sia, non gli si può sbattere l’uscio in faccia. Sarebbe un atto disumano, sbagliato e sciocco. Proprio per questo, come chiesa di Pistoia siamo assolutamente a favore dell’accoglienza di persone che fuggono da situazioni di difficoltà di ogni genere e che ci chiedono aiuto». L’accoglienza, prosegue il Vescovo, va certamente organizzata «non alla meglio ma nel migliore dei modi possibile, da tutti i punti di vista. Di fronte al dramma delle morti nel mediterraneo o dei maltrattamenti delle persone, come pure di fronte a ogni forma di tratta o di schiavitù di esseri umani, non ci può essere alcuna indifferenza o passività».

La Caritas di Pistoia quindi non può non affermare il principio di apertura e accoglienza  verso tutti coloro che sfidano la morte, in fuga da guerre , carestie, genocidi. D’altra parte non si può ignorare il profondo disagio che attraversa il paese ormai da tempo. Oltre alla paura del diverso, infatti, si fa largo l’incertezza legata al domani, sulle precarietà economiche e di lavoro, sulle possibilità di creare un futuro solido e positivo, in altre parole migliore, per i propri figli. Per favorire un ragionamento di uscita da questa rappresentazione del presente è necessario evidenziare che il complesso tema dell’accoglienza, della gestione dei flusso di migranti non può essere scisso da una visione inclusiva e solidale della società, che non scarti o lasci indietro nessuno.

Il  Santo Padre, nell’Evangeli Gaudium, ha rilevato in modo chiaro che è proprio l’egoismo e un certo stile di vita che concorre ad alzare i muri dell’indifferenza: «In questo contesto, alcuni ancora difendono le teorie della “ricaduta favorevole”, che presuppongono che ogni crescita economica, favorita dal libero mercato, riesce a produrre di per sé una maggiore equità e inclusione sociale nel mondo. Questa opinione, che non è mai stata confermata dai fatti, esprime una fiducia grossolana e ingenua nella bontà di coloro che detengono il potere economico e nei meccanismi sacralizzati del sistema economico imperante. Nel frattempo, gli esclusi continuano ad aspettare. Per poter sostenere uno stile di vita che esclude gli altri, o per potersi entusiasmare con questo ideale egoistico, si è sviluppata una globalizzazione dell’indifferenza. Quasi senza accorgercene, diventiamo incapaci di provare compassione dinanzi al grido di dolore degli altri, non piangiamo più davanti al dramma degli altri né ci interessa curarci di loro, come se tutto fosse una responsabilità a noi estranea che non ci compete. La cultura del benessere ci anestetizza e perdiamo la calma se il mercato offre qualcosa che non abbiamo ancora comprato, mentre tutte queste vite stroncate per mancanza di possibilità ci sembrano un mero spettacolo che non ci turba in alcun modo».

Anche il Card. Bassetti, parlando in particolare della situazione italiana, ha affermato: «Auspichiamo un governo che pensi veramente al bene comune partendo dalle famiglie, dai giovani e dai poveri. In particolare, spero con tutto il cuore che il governo sappia unire e pacificare, cercando di dare una risposta concreta a quel clima di rancore sociale che serpeggia nel Paese».

Partendo da questi autorevoli spunti vogliamo fare quindi appello a tutte gli uomini e donne di buona volontà affinché si possa mettere sempre e comunque al primo posto ogni vita umana, perché come scrisse Simone Weil  «In ciascun uomo vi è qualcosa di sacro. Ma non è la sua persona. Non è neanche la persona umana. È lui, quest’uomo, molto semplicemente».

Caritas Diocesana di Pistoia

foto di Francesco Malavolta




Un ricordo di Don Valerio Menichetti

A 30 anni dalla morte la Parrocchia di Spazzavento ricorda il suo storico parroco Don Valerio Menichetti (Vitolini 1923 – Spazzavento 1988). In sua memoria sarà celebrata una santa messa domenica 8 Luglio alle ore 10.00.

La comunità parrocchiale lo ricorda con una breve ricordo.

Fu un mese tiepido quell’ottobre del 1949 e i bambini potevano ancora giocare all’aperto nel giardino dell’asilo, retto ancora dalle Suore Mantellate. Non circolavano molti veicoli in quegli anni e l’arrivo di una macchina che si fermò davanti al cancello suscitò una certa curiosità. Ne scese un giovane prete chiamato in aiuto a Don Bartolini, il vecchio parroco ormai impossibilitato a muoversi.

Durante la seconda guerra mondiale la chiesa Parrocchiale di Spazzavento in poche ore fu minata e distrutta. Lo shock, insieme alla fatica fatta per salvare il salvabile, aggravarono le condizioni del Priore Bartolini. Così Don Valerio si affacciò nella nostra piccola comunità e non la lasciò più.

Si prospettavano anni belli, ricchi e formativi per noi ragazzi che abbiamo avuto la fortuna di crescere nelle stanze di un oratorio. Fu una guida spirituale insostituibile e il compagno di giochi perfetto. La sua mitezza d’animo ne fece presto una persona amata da tutti e lui ci ricambiò con affetto e una dedizione infiniti.

Don Valerio non trascurò neppure la bellezza del nostro territorio; fu interessato alla sua conoscenza e attento alla sua valorizzazione. Ci ha infatti lasciato accurate ricerche e pubblicazioni di grande interesse storico culturale.

Don Valerio non accumulò beni sulla terra e non dette mai importanza all’esteriorità: lo si poteva capire da subito per quel suo fare semplice e dimesso e un pò anche per la sua talare che sembrava avere qualche asola di troppo.

In eredità ci ha lasciato il ricordo del suo sorriso buono e l’esempio di una vita vissuta in serenità e grazia.

Luana Bartolozzi




Pistoia Blues: Evangelizzazione di strada e preghiera in città

Anche quest’anno torna la Missione Blues! La missione, organizzata dalla Fraternità Apostolica di Gerusalemme, si terrà tra il 13 e il 14 luglio nel centro storico di Pistoia, in occasione dei principali concerti del Festival Blues.

Il programma seguirà lo schema ormai tradizionale: venerdì 13 sarà celebrata la messa di apertura; sarà il momento di lancio, che aprirà con la preghiera l’esperienza di tanti giovani “missionari”. Le attività dei volontari sono quelle ormai consuete: durante le serate di evangelizzazione, a partire dalle ore 21, ci sarà chi rimane in preghiera davanti al Santissimo, chi animerà l’adorazione e chi, invece, si dedicherà all’accoglienza, consegnando i lumini e una preghiera da leggere davanti all’eucarestia; poi ci saranno i volontari che andranno in giro per le vie del centro e che daranno anche vita a un inedito flash mob. Per i volontari è prevista un’occasione di un confronto sull’esperienza vissuta e alcuni momenti di formazione.

Durante le serate di Missione, il venerdì 13 e il sabato 14 luglio dalle 22.00 alle 24.00 , 4 chiese saranno aperte con l’adorazione eucaristica: san Filippo, san Vitale, Madonna del Carmine e san Paolo.

Domenica 15 la chiusura della missione sarà affidata a una messa di conclusione alle ore 10 a San Paolo e a una preghiera di ringraziamento animata da Rinnovamento nello Spirito alle ore 21.30.

Domenica 8 luglio alle ore 21.30, sempre a San Paolo, è prevista una preghiera di adorazione in preparazione della missione animata da Rinnovamento dello Spirito.

Chi invece fosse interessato ad animare le serate con il canto è invitato alle prove del coro martedì 10 alle ore 21.15 presso la sacrestia di San Paolo.

La missione, che quest’anno avrà per tema «“disconnect your phone”: connetti la tua vita al Signore», è aperta a tutta la diocesi e oltre.
L’intento, ancora una volta, è quello di realizzare quanto ripete papa Francesco: essere una Chiesa in uscita. Lo scopo della missione è principalmente quello di incontrare le persone, parlare con loro, far sentire che i cristiani sono attenti alle attese del nostro tempo. È un’occasione per farsi vicini alla gente, senza fare proselitismo o voler convincere qualcuno, ma per testimoniare la bellezza dell’incontro con Cristo. Il Signore invita tutti, non solo consacrati o preti, ma anche laici a testimoniare la bellezza della vita con Lui. Per iscrizione e informazioni: Suor Daniela 380 377 7154.

Daniela Raspollini