In Italia crescono dipendenze e consumo di droga

Il 26 giugno è la giornata mondiale contro la droga. Il CEIS di Pistoia, da decenni impegnato nel contrasto alle dipendenze e in percorsi di accompagnamento e recupero, rilancia il comunicato redatto dalla FICT (Federazione Italiana Comunità di Recupero) per questa giornata di sensibilizzazione.

«Secondo la relazione europea sulla droga 2018, l’Italia è il terzo paese europeo per uso della cannabis e ottiene il quarto posto per l’uso di cocaina. I dati dell’Osservatorio europeo corrispondono purtroppo alle stime rilevate dall’Osservatorio dati dei Centri federati alla FICT nell’anno 2017: su oltre 9.858 persone accolte, circa il 50% degli ospiti risulta aver iniziato con la cannabis, circa il 24% con la cocaina, a seguire  l’eroina e altre sostanze…».

«Tutti gli esperti del settore – afferma Luciano Squillaci, Presidente FICT – manifestano una crescente preoccupazione verso il mondo digitale ed il mercato online perché difficilmente controllabile: sono 270 mila ragazzi a rischio dipendenza da internet. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, ultimamente, ha riconosciuto ufficialmente la dipendenza da videogame come una patologia:  il “gaming disorder”,  il quale  è stato inserito nel capitolo sulle patologie mentali. I più coinvolti sono gli adolescenti dai 12 ai 15, 16 anni.

 Corriamo il pericolo di non saper leggere e monitorare il disagio dei nostri ragazzi con una politica che sembra abbia abdicato al proprio ruolo, normalizzando l’abuso di sostanze e le dipendenze come un male necessario del nostro tempo, magari costruendoci sopra business interessanti, come nel caso del gioco d’azzardo.

Strategie politiche inesistenti, problemi di budget che rendono difficoltoso il diritto alla cura (solo l’11% dei tossicodipendenti hanno la possibilità di accedere ad una comunità terapeutica), investimenti nella prevenzione ridotti zero.

Ci vuole una scelta coraggiosa, – afferma Squillaci – che rimetta al centro del dibattito la persona con i suoi bisogni. È necessario che il Governo nazionale e quello regionale si prendano realmente carico del problema, con investimenti adeguati al reale fabbisogno, a cominciare dai percorsi di prevenzione strutturati all’interno delle scuole e nei luoghi di aggregazione giovanili. Occorre fermarsi e ridisegnare il modello, innovare, ricostruire il sistema di cura, fondando gli interventi sulle evidenze scientifiche che in questi anni sono state validate, uscendo dalle logiche auto-riproduttive e salvifiche ormai appartenenti ad un passato remoto. Ed occorre farlo subito».

 «Fino a 30 anni fa -dice Squillaci- ancora si parlava di eroinomani, persone che volevano stare “fuori dal gruppo”. Poi, dagli anni ‘90, abbiamo avuto la diffusione della cocaina e delle droghe “ricreative”, quelle che servivano per uno scopo opposto, che miglioravano la perfomance, e consentivano di “stare nel gruppo”.

Negli ultimi 15 anni abbiamo: da una parte, il boom delle NPS (nuove sostanze psicoattive), delle droghe sintetiche, degli psicofarmaci; e dall’altra l’aumento esponenziale delle dipendenze “comportamentali”, quelle senza sostanza, come il gioco d’azzardo o le psicosi da internet dipendenza. Eppure, nonostante questa costante evoluzione, il sistema italiano di contrasto e cura è rimasto fermo al modello classico, pensato e costruito per l’eroina, disegnato da una normativa, il DPR 309/90, di quasi 30 anni fa. Non è un caso che sui 140mila tossicodipendenti in trattamento, 120mila abusano di eroina quale sostanza primaria. Il nostro modello di cura, ormai vetusto e ancora fondato sulla sostanza, invece che sulla persona, non è più capace di rispondere con efficacia ad un’epidemia in preoccupante e costante aumento. È come se si volesse curare ancora oggi la tubercolosi con i sanatori, o la peste con i salassi».

Info: comunicazione@fict.it

(comunicato)




Carmignano: partono i lavori di messa in sicurezza del loggiato

CARMIGNANO – «Dopo il fermo decretato dalla Magistratura per consentire le sue indagini in merito alla responsabilità dell’evento, i lavori di messa in sicurezza definitiva del loggiato e della chiesa di San Michele sono partiti oggi, su iniziativa della Soprintendenza competente e dopo la messa in sicurezza provvisoria inizialmente realizzata dal Comune. In tempi davvero veloci sarà presto riaperto l’accesso nella chiesa dal portone principale: questo è solo il primo passo per il recupero dell’intero loggiato». Così don Cristiano D’Angelo, amministratore parrocchiale della chiesa di San Michele di Carmignano il cui portico venne distrutto la mattina dello scorso 4 giugno da un grosso automezzo di ALIA in fase di manovra. Il sacerdote tiene anche a «ringraziare la società assicuratrice per la disponibilità dimostrata in tutta questa vicenda».

Don Cristiano, parroco a Bonistallo di Poggio a Caiano e vicario foraneo di zona, è stato da poco nominato dal vescovo di Pistoia “amministratore parrocchiale” di San Michele a Carmignano. «Sono davvero lieto per questo inizio di lavori – commenta don D’Angelo– che vedo anche come un significativo segno di speranza per l’intera comunità e per un edificio sacro così prezioso e sempre più destinato, nell’immediato futuro, a testimoniare valori evangelici e francescani in un contesto che ne ha bisogno estremo».




Un nuovo gioiello di arte e fede nel cuore della città

Sabato 30 giugno sarà inaugurata la nuova chiesa Maria Madre Nostra del Centro MAiC di Pistoia. All’interno i mosaici e le pitture di Padre Marko Ivan Rupnik.

Una nuova chiesa interamente decorata con mosaici, pitture e vetrate è il cuore del Centro di Riabilitazione della Fondazione MAiC di Pistoia recentemente ampliato e rinnovato per intero.

La nuova chiesa, che sostituisce un più piccolo oratorio annesso al vecchio Centro, è un’aula unica orientata secondo la direttrice di via don Bosco, ed è in grado di ospitare più fedeli, con la possibilità di ampliare lo spazio grazie a grandi porte a vetri sul lato sinistro. L’aula è un ambiente privo di barriere architettoniche, impreziosito da una decorazione di grande bellezza e suggestione. La nuova chiesa diventa il punto di riferimento per l’intera attività della Fondazione, perché la sua presenza sottolinea il valore della dimensione spirituale in un cammino di riabilitazione integrale.

Nella chiesa, inoltre, si svolgerà l’attività liturgica dell’Associazione Maria Madre Nostra, sorta nel 2004 per volontà di don Renato Gargini, fondatore, animatore e assistente spirituale dell’odierna Fondazione MAiC. L’associazione Maria Madre Nostra ha interamente finanziato la decorazione e gli arredi liturgici, nell’intento di offrire a ragazzi disabili, a familiari, volontari e fedeli un ambiente bello e raccolto, capace di guidare alla preghiera e alla contemplazione.  L’associazione, infatti, è sorta all’interno del Centro MAiC come organizzazione di volontariato ed è riconosciuta dal vescovo di Pistoia quale organizzazione privata di fedeli che ha lo scopo di sostenere, in ogni forma, i percorsi di vita delle persone con disabilità, attraverso attività di tipo catechistico, liturgico, assistenziale, formativo di giovani volontari.

La decorazione è stata affidata a padre Marko Ivan Rupnik, gesuita sloveno, teologo docente alla Pontificia Università Gregoriana, nonché artista di fama internazionale. Sono suoi, ad esempio, i mosaici con i misteri della Luce realizzati per l’esterno della Basilica del Santuario di Lourdes, ancora suoi quelli che decorano la grande aula liturgica del Santuario di Fatima e, più vicino a noi,  il ciclo realizzato per la Basilica di San Pio da Pietrelcina a San Giovanni Rotondo.

L’arte di Rupnik è ormai una cifra universalmente apprezzata, capace di coniugare riferimenti alla tradizione orientale e medievale, con la modernità di un linguaggio decorativo che richiama l’astrazione. Una teologia per immagini capace di parlare a tutti, nonostante la ricchezza di riferimenti e la profondità di senso delle immagini. A Pistoia Rupnik ha realizzato in mosaico tre scene che accompagnano lo spazio presbiterale: Gesù Crocifisso, raffigurato in veste di sacerdote accompagnato dalla Vergine Maria/Chiesa che raccoglie  e offre il calice con il sangue del Figlio e l’Assunzione della Vergine Maria, nella versione iconografica orientale e medievale che prevede la dormizione della Vergine. L’anima di Maria, giunta al termine della sua vicenda terrena, è infatti accolta in aspetto di bambina dal Figlio. Infine, l’artista e la sua equipe, hanno realizzato una discesa agli inferi, in cui Cristo risorto sottrae dalle fauci della morte i progenitori.

Lungo la parete destra è raffigurata in pittura a monocromo una Madonna della tenerezza in piedi, e sulla parete di fondo, che sarà presto arricchita da una grande organo donato da Mons. Umberto Pineschi, è raffigurata, sempre a monocromo, la Parusia, cioè il ritorno glorioso di Cristo, alla presenza di santi significativi per la realtà dell’Associazione Maria Madre Nostra, tra cui Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein), San Giovanni Paolo II, i Santi pastorelli di Fatima Giacinta e Francesco e il servo di Dio Giorgio la Pira.

Tutti i lavori, parzialmente realizzati nell’atelier del Centro Aletti di Roma, sono stati diretti da Marko Ivan Rupnik e dalla sua equipe di collaboratori e portati a termine in breve tempo attraverso un sapiente lavoro di squadra. Gli artisti, che all’opera ricordano una bottega medievale, condividono con Padre Rupnik un vero e proprio cammino di fede, conducendo vita in comune e sperimentando un originale sodalizio artistico e spirituale.

Rupnik e i suoi collaboratori hanno anche realizzato l’altare, l’ambone, le panche e gli altri arredi liturgici, completando un ambiente unitario e coerente, liturgicamente fondato e funzionale.

La mattina di Sabato 30 giugno sarà interamente dedicata all’inaugurazione della chiesa. Alle ore 9.30 è previsto il taglio del nastro alla presenza delle autorità, alle 10.30 la messa presieduta dal vescovo di Pistoia Fausto Tardelli, durante la quale sarà benedetta la chiesa e consacrato l’altare. Concelebrerà la santa Messa anche il vescovo di Pescia Mons. Roberto Filippini. Dopo la celebrazione seguirà un aperitivo. Nel pomeriggio, a partire dalle ore 15.30, la chiesa sarà aperta all’intera cittadinanza per visite guidate gratuite offerte dai giovani volontari dell’associazione Maria Madre Nostra.

Con l’inaugurazione della nuova chiesa è ormai definitivamente chiuso il cantiere del nuovo Centro “fratelli Carrara” della Fondazione Maria Assunta in Cielo. I lavori, avviati nel 2009 con la posa della prima pietra alla presenza di don Renato Gargini e del compianto vescovo Mons. Mansueto Bianchi, consegnano alla città una realtà unica e vivace, che attraverso la bellezza delle forme e degli ambienti vuole aiutare a scoprire e apprezzare la bellezza preziosa di tanti fratelli e sorelle più deboli e fragili.

(comunicato)




Giovani in cerca di annunciatori credibili

Daniele Masciotra è animatore dell’oratorio parrocchiale di Oste (Montemurlo). Da anni è impegnato in parrocchia nella Caritas e nella catechesi. A lui abbiamo rivolto alcune domande sulla realtà giovanile.

Quali sono, a tuo avviso, le problematiche più diffuse legate al mondo dei giovani?

Il mondo giovanile è una realtà molto importante sulla quale le comunità civili e religiose, a mio avviso, devono investire sempre di più cercando di collaborare insieme per garantire una crescita ed una formazione adeguate alle nuove generazioni.

Spesso, purtroppo, i giovani di oggi sono sfiduciati nei confronti del loro avvenire, oppure vivono alla giornata senza nutrire sogni e progetti per il futuro.

È proprio vero, in riferimento ad un recente libro dedicato ai giovani, che..”piccoli atei crescono”?

Dal punto di vista spirituale, la sempre più scarsa frequenza al catechismo e ai gruppi giovanili, e la scelta di non seguire più l’ora di religione a scuola, è indice di come la componente religiosa nei giovani sia sempre meno diffusa. In questo ritengo che un ruolo fondamentale lo ricopra la famiglia che dovrebbe incoraggiare i ragazzi a fare esperienza di fede nei gruppi parrocchiali; invece spesso ci troviamo davanti ragazzi che vivono disagi, fragilità, rabbia perché spesso sono le prime vittime di situazioni familiari difficili, di emarginazione fra gli amici e a scuola…

Che cosa hai imparato dopo tanti anni di attività oratoriale in parrocchia?

Nella mia ventennale esperienza con i giovani in parrocchia, sia nei gruppi giovanili, che nell’attività oratoriale durante l’estate, ho imparato quanto siano importanti la presenza di figure che stiano con loro; i giovani hanno bisogno di modelli concreti e non virtuali, hanno bisogno di scoprire che al giorno d’oggi il reale è più bello del virtuale, hanno bisogno di qualcuno che si occupi di loro anche al di fuori della famiglia e della scuola; e questo spesso nelle parrocchie è possibile grazie alla presenza di educatori, animatori, catechisti che dedicano con generosità ed amore il proprio tempo al servizio dei ragazzi, mettendosi in gioco per loro, talvolta anche arrabbiandosi o correndo il rischi di essere defusi, ma senza smettere mai di amarli. I giovani hanno bisogno di esempi sani, di punti di riferimento. È importante saperli ascoltare, senza banalizzare i loro problemi, ma aiutarli a vedere la vita da più punti di vista. I giovani hanno bisogno di incontrare Gesù, di conoscerlo, di farne esperienza, di saperlo riconoscere nella vita quotidiana.

Ci sono delle figure alle quali oggi i giovani possano far riferimento?

La società di oggi spesso presenta ai ragazzi figure di riferimento non sempre positive; io negli ultimi tempi ne ho conosciuta una, ed è il servo di Dio Carlo Acutis, un giovane morto nel 2007 a 15 anni che nella sua breve vita ha saputo essere un testimone di Gesù per tutti coloro che lo hanno conosciuto, pur vivendo la vita di un normale ragazzo del suo tempo. L’eredita spirituale che il giovane Carlo ha lasciato, ne fa tutt’oggi un modello da seguire per giovani ed adulti. Per Carlo Acutis è già iniziato il processo di beatificazione. Inoltre voglio suggerire anche la figura di don Bosco che è sicuramente una di quelle da cui gli animatori di oggi possono attingere per vivere il loro servizio nei confronti dei giovani.

Che cosa ti sentiresti di consigliare a chi si trova a lavorare con i giovani?

Stare con i giovani è una scuola che non finisce mai; non si smette mai di imparare e di ricevere; richiedono tanta energia, la capacità di aggiornarti sempre per parlare con i loro linguaggi, ma sanno anche darti tanto.

Secondo me, l’importante è seminare; non è detto che saremo noi a raccogliere i frutti, ma l’importante è continuare a seminare.

Preghiamo affinchè il prossimo sinodo dei giovani sia una buona occasione guidarci come Chiesa nel dialogo con le nuove generazioni, e ci renda credibili annunciatori e testimoni della Buona Novella.

Daniela Raspollini




Vinci, nuova vita per la pieve di Sant’Ansano

VINCI – Sabato 23 giugno riaprirà finalmente ai fedeli e al pubblico la storica pieve di San Giovanni Battista a Sant’Ansano in Greti, antica chiesa romanica situata nel Comune di Vinci, chiusa dal marzo del 2012 perché a rischio crollo. La chiesa è stata oggetto negli ultimi anni di un lungo e articolato intervento di restauro, reso possibile grazie alle risorse messe a disposizione dalla Conferenza Episcopale Italiana dai contributi dell’8×1000, per tramite dell’allora vescovo di Pistoia Mons. Mansueto Bianchi con 145mila euro; dal Comune di Vinci, con 50mila euro, e dal Mibact che, attraverso il più importante piano antisismico finora finanziato sul patrimonio culturale statale, ha stanziato solo per la Pieve vinciana 266.737 euro. Il progetto di riqualificazione è stato messo a punto dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio della città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato, in particolare dall’architetto Gabriele Nannetti, funzionario della Soprintendenza, a cui è stata affidata anche la direzione dei lavori. C’è stato anche il prezioso contributo delle famiglie della parrocchia, in particolare le famiglie Desideri, Conti, Lombardi Romana che hanno donato un nuovo organo a tre tastiere, e poi dell’associazione Sant’Ansano e delle ditte Computer Gross, Inpa e Alex&Co, che hanno dato un contributo per il restauro degli arredi. Il primo intervento portato a termine ha riguardato il consolidamento statico della chiesa, attraverso elementi di rinforzo, palificazioni e un muro di contenimento in cemento armato, che hanno consentito di arginare il dissesto del versante franoso adiacente all’abside e rendere stabile la chiesa. Successivamente, si è passati al consolidamento definitivo delle strutture fondali e dell’apparato murario. Le strutture murarie sono state riqualificate attraverso opere di legatura e ritessitura e con l’applicazione di bande in fibra di carbonio. Infine, è stato consolidata e restaurata la copertura absidale, ripristinate le superfici interne a intonaco e restaurate le pavimentazioni.

«Sabato 23 giugno – afferma il vescovo di Pistoia, Mons. Fausto Tardelli – sarà un giorno particolarmente lieto per la vitale comunità di Sant’Ansano e per tutta la diocesi. Questo restauro è un caso particolarmente felice, perché mostra chiaramente che instaurando rapporti di stima e collaborazione, e unendo le forze, si possono raggiungere ottimi risultati. Ancora non tutto è perfetto: alcuni interventi sono in divenire, ma ora la chiesa può essere di nuovo officiata e tornare alla sua funzione. La pieve torna a essere punto di riferimento per la comunità di Sant’Ansano che può nuovamente viverla, così come hanno fatto i suoi predecessori che per secoli in questo edificio antichissimo hanno pregato nelle occasioni liete e in quelle tristi, riconoscendosi come comunità nella fede, in un edificio che davvero non è fatto solo di pietre. Insieme alle antiche e stupende chiese romaniche della città di Pistoia, la Pieve di S. Ansano con qualche altra sparsa nel territorio diocesano, testimonia la secolare fecondità della fede cristiana e la sua capacità di suscitare una singolare bellezza, che parla anche all’uomo di oggi. Vorrei rivolgere anche un ringraziamento prima di tutto a tutti coloro che hanno scelto di devolvere il loro 8 x mille alla Chiesa Cattolica, e poi alla Conferenza Episcopale Italiana, che ha assegnato per questo intervento una cifra davvero ingente senza la quale non si sarebbe potuto completare il restauro».

«È una grande gioia aver ritrovato l’antica pieve dopo 5 anni di lavori per il restauro – commenta Monsignor Renato Bellini, parroco di Vinci – Una chiesa affascinante, per gli occhi e per il cuore, da guardare e da respirare per quanto è bella. Ha sempre rappresentato un punto di riferimento per le parrocchie dei dintorni perché fa da collante per la comunità. Una comunità che è ancora oggi solida, accresciuta e che si sta rinnovando, grazie all’arrivo dei giovani che hanno rivitalizzato il paese. Le celebrazioni che si faranno nella nuova pieve aiuteranno a crescere in armonia e integrazione tra le tante famiglie presenti. Ringrazio il Comune di Vinci, la Soprintendenza di Firenze, la CEI, le ditte, gli operai e tutte le persone che sono affezionate alla pieve e che si sono sempre messe a disposizione per collaborare».

«La riapertura al culto e più in generale al pubblico dei visitatori della più che millenaria pieve di San Giovanni Battista a Sant’Ansano in Greti – ha affermato soddisfatto l’assessore alla cultura del comune di Vinci Paolo Santini – ci riempie di autentica gioia. I lavori di consolidamento strutturale e di restauro hanno avuto una lunga durata, tuttavia interventi epocali come questo – sicuramente l’intervento più significativo dopo i grandi restauri effettuati dal 1942 al 1970 – richiedono studio preliminare approfondito, progettazione accurata, supervisione competente e soprattutto tempo e maestranze qualificate. Tutti questi fattori combinati insieme possono dare grandi risultati, come è accaduto a Sant’Ansano. E la collaborazione, anche economica – ha proseguito Santini – fra enti coinvolti e proprietà, fra il Comune di Vinci, la Diocesi di Pistoia, il Ministero per i beni e le attività culturali e del turismo con la soprintendenza competente, la conferenza episcopale italiana, stavolta ha davvero prodotto un ottimo risultato finale, riconsegnando ai fedeli e alla comunità intera, non solo vinciana, un gioiello architettonico romanico dalle caratteristiche uniche anche in Toscana e uno scrigno di tesori d’arte assolutamente straordinario. Adesso l’auspicio – ha concluso l’assessore vinciano – è che possiamo trovare tutti insieme le modalità più adeguate per inserire la pieve di Sant’Ansano nel circuito museale dei beni culturali vinciani, assicurando, a chi lo vorrà, di poter visitare un complesso architettonico dall’enorme valore storico».




Due giorni del clero

Un momento di fraternità per raccontarsi e condividere fatiche, attese e prospettive future della Diocesi di Pistoia

Martedì 19 e Mercoledì 20 Giugno prossimi presbiteri e diaconi della Chiesa di Pistoia saranno  impegnati nella due giorni del clero che quest’anno si svolgerà presso la struttura diocesana “La Palazzeta – Casa per Ferie” in località La Mazzanta a Cecina (Li).

La due giorni è un momento importante per fare fraternità e per riflettere sulle prospettive del cammino pastorale diocesano. Questi due giorni offriranno l’occasione di mettersi  in ascolto della vita diocesana nell’anno passato, a tutti i suoi livelli: quello personale dei ministri ordinati, quello delle parrocchie e delle comunità ecclesiali, quello della diocesi, dei vicariati e degli uffici pastorali.

Le relazioni previste nella due giorni, che affronteranno temi chiave della vita diocesana, vogliono invitare a riconoscere nelle esperienze vissute i segni dello Spirito che manda avanti la storia della Chiesa e del mondo. Mossi dalla fede siamo infatti convinti che è Lui, lo Spirito, il protagonista della vita ecclesiale e che solo imparando a riconoscere la sua voce, possiamo davvero camminare nella via del Vangelo.

I due giorni alla Mazzanta, che vedranno la guida e la compagnia del vescovo e dei confratelli, nel conforto della preghiera comune e del dialogo fraterno, permetterano al clero pistoiese di confrontarsi non solo sull’anno passato ma anche su quello prossimo, dove in modo particolare la Chiesa di Pistoia è chiamata a costruire una chiesa sempre più fraterna e missionaria, secondo le indicazioni del programma pastorale diocesano per l’anno prossimo.

(Redazione)

 




Azione Cattolica: tempo di campi estivi

Mercoledì 20 giugno un incontro in seminario aperto alle famiglie e a chi volesse saperne di più

È finalmente arrivata l’estate e per tutte le bambine, i bambini, i ragazzi e le ragazze dai 6 ai 18 anni che hanno preso parte ai cammini di Azione Cattolica, ma anche per tutti quelli che ancora non la conoscono, sta per iniziare un momento molto importante: il tempo dei campi estivi!

Non a caso l’Azione Cattolica ha deciso di chiamare il periodo delle vacanze “tempo dell’Estate Eccezionale!” perché, a contrario di quello che si può pensare, vista la pausa dalle attività di catechesi, sia parrocchiali che diocesane, per tutti gli aderenti all’associazione è proprio in estate che è possibile vivere l’esperienza di incontro, condivisione, riflessione e preghiera più profonda di tutto l’anno.

I campi estivi sono infatti delle settimane di convivenza scandite da momenti di preghiera, catechesi di gruppo, scoperta dell’altro attraverso il pensiero e il gioco; sono esperienze di conoscenza profonda del Vangelo proprio attraverso la modalità educativa evangelica per eccellenza… il vivere insieme quotidianamente.

Per permettere a tutte le famiglie una consapevolezza maggiore su quello che l’Azione Cattolica di Pistoia propone per i campi estivi 2018 è stata organizzata una serata di incontro e introduzione, nella quale sarà possibile chiedere informazioni dettagliate, conoscere tutti gli educatori e comprendere ancora meglio quali siano le attività che i partecipanti avranno modo di vivere.

Tutti coloro che sono interessati a conoscere la proposta estiva dell’Azione Cattolica di Pistoia possono venire mercoledì 20 Giugno alle 21 in Seminario (entrata Via Bindi, cancello del Giardino della casa dell’Anziano, poi procedere fino al parcheggio sul retro del giardino).

L’incontro è aperto naturalmente a tutti i genitori che vogliono iscrivere i figli ai campi, ma anche a tutte le famiglie che non hanno ancora avuto un’esperienza diretta con l’Azione Cattolica e che desiderano scoprirla. Sarà un modo per iniziare insieme questo tempo estivo e renderlo veramente eccezionale!

Calendario dei campi estivi dell’Azione cattolica di Pistoia 2018

26 Agosto – 1 Settembre Azione Cattolica Ragazzi (6-11 anni)
Località Torsoli, Greve in Chianti (FI)

30 Luglio -5 Agosto Azione Cattolica Ragazzi (12-14 anni)
Loc. Pian Degli Ontani, Cutigliano (PT)

30 Luglio -5 Agosto Azione Cattolica Giovanissimi (15-18 anni)
Loc. Pelago (FI)

Per informazioni: ac.pistoia@gmail.com




Novità nel vicariato di Quarrata

In data 9 giugno 2018, memoria del Cuore Immacolato di Maria, Mons. Vescovo ha nominato parroco «ad novem annos» della parrocchia di San Giuseppe artigiano in Violina di Quarrata, il Rev. don Roberto Razzoli, trasferendolo in pari tempo dalla parrocchia di San Germano in Santonuovo. Il predetto sacerdote mantiene invece la titolarità della parrocchia di S.Maria e Clemente in Valenzatico.

Nella stessa data Mons. Vescovo ha nominato il rev. p. Luigi Procopio C.P. parroco «ad novem annos» della parrocchia di San Germano in Santonuovo. Detto padre manterrà anche la titolarità della parrocchia di S. Giovanni Evangelista in Montemagno.

Sempre in pari data, Mons. Vescovo ha nominato parroco «ad novem annos» delle parrocchie di S.Stefano in Lucciano e di S. Michele Arcangelo in Buriano, il rev. P. Stefano Soresina C.P. che manterrà comunque anche la titolarità della parrocchia dei SS. Simone e Taddeo in Santallemura.

Le predette nomine entreranno in vigore dal 1° settembre 2018.




Don Siro Butelli: il prete dei giovani e degli ultimi

24 anni fa moriva don Siro Butelli. Pistoia lo ricorda con una santa messa celebrata nella sua chiesa del Tempio, da poco meno di un anno riaperta ai fedeli.

L’iniziativa è scaturita da alcuni amici di don Siro, legati a lui per l’attività in Azione Cattolica. «È stato il mio responsabile ACR – precisa, a nome degli organizzatori, Don Pierluigi Biagioni -. Per me resta una grande figura di prete, aperta all’evangelizzazione e ai poveri. Giovedì 7 alle ore 21 abbiamo pensato di coinvolgere il vescovo Tardelli nel ricordo di don Siro, per raccogliere le diverse realtà collegate alla sua figura: l’Azione Cattolica, gli Scout, il Coro della Genzianella…». «Presto, – precisa don Pierluigi- è sorta l’idea di vivere questo momento secondo le indicazioni pastorali diocesane che invitano a ricordare, nell’anno dedicato ai poveri, figure di carità significative per il nostro territorio».

A più di vent’anni dalla sua morte vogliamo ricordarlo con la testimonianza di Carmine Fiorillo che ha vissuto molti anni al suo fianco.

La sua missione, che è rimasta poi nel cuore di tutti, è legata al suo impegno al Tempio..

Il suo ingresso al Tempio avvenne nell’ottobre 1954, quando il Vescovo mons. Mario Longo Dorni lo nominò alla Cappellania Curata il “Tempio”. Iniziò cosi la sua opera, complessa e multiforme come direttore del Ricreatorio del Tempio che divenne un luogo di formazione e di attività pastorali per i ragazzi e i giovani.

Con quale metodo educativo riusciva a interessare i ragazzi che frequentavano il Ricreatorio?

L’attività sportiva innestata nel percorso educativo è stata una delle principali attività svolte nel Ricreatorio. All’inizio don Siro aveva organizzato sei squadre di ragazzi, ma l’Unione sportiva Tempio sarebbe presto arrivata a contare 120 ragazzi all’anno. La nonna e la madre di Don Siro, l’infaticabile signora Amabile, lo aiutarono nell’accoglienza di questi giovani calciatori, lavandone a mano tute, calzettoni, pantaloncini e magliette. Il 70-80% dei ragazzi delle parrocchie cittadine frequentava il Tempio. Da questa esperienza sarebbe nata l’Unione sportiva Tempio Chiazzano di cui don Siro è stato presidente onorario; il campo sportivo di Chiazzano, non a caso, porta il suo nome.

Come ha svolto Don Siro il suo impegno per la formazione e attività pastorale tra i giovani?

Don Siro dal 1979 al 1982 ospitò nei locali del Tempio tutto il settore giovanile di Azione Cattolica ragazzi (ACR) e l’Azione Cattolica giovanile in qualità di assistente spirituale. Don Siro accolse anche il Clan Orizzonti, cioè gli scout della fascia liceale universitaria. Nei locali del Tempio trovarono sede centrale il Centro Italiano di Solidarietà (Ceis) presieduto da Suor Gertrude, nonché il gruppo alcolisti anonimi. Vorrei anche ricordare l’apertura del Cinema Roma d’Essai di cui don Siro è stato gestore. Non possiamo dimenticare, infine, il suo impegno per il Centro Turistico Giovanile.

Quando ha iniziato concretamente il suo impegno verso gli ultimi?

Dedicarsi agli ultimi è stato il suo più grande messaggio di speranza. Quando infatti, tra il 1970 e il 1980 cominciarono a sorgere i centri parrocchiali, l’afflusso dei giovani verso il Tempio diminuì progressivamente e Don Siro iniziò una profonda riflessione per ridefinire le finalità del Tempio. Nacque così nel 1986 la Casa di Reinserimento il Tempio, con la precisa finalità di fornire ospitalità a persone giovani e adulti che vivevano in particolari situazioni di disagio (alcolisti, disadattati, detenuti o ex detenuti, persone che avevano realizzato significative tappe del percorso di uscita dalla tossicodipendenza, disoccupati, ecc). A queste persone la Casa ha offerto ospitalità, una proposta di quotidiano impegno lavorativo e un progetto di reinserimento nella società. Questa proposta della “Casa” nacque dal profondo convincimento che la solidarietà, per e con gli ultimi, non può essere ‘delegata’, perché è in primo luogo responsabilità di ogni singola persona.

È questa esperienza che Don Siro ha sempre considerato la più importante della sua vita di uomo e di sacerdote: considerava infatti una ‘grazia’ averla attivata ed esserne coinvolto.

Cosa ti preme ricordare della sua persona, tu che lo hai conosciuto molto bene?

Mi ricordo che la stanchezza non aveva spazio nella sua vita. Quando era ricoverato all’Ospedale del Ceppo nel lontano 24 febbraio 1994 scrisse una lettera con queste parole: «la vita al Tempio non è certo una villeggiatura (…). Sono felice di una gioia profonda, che si radica nella vicinanza quotidiana con gli ultimi, nel mondo degli ultimi, coi bisognosi, nel luogo – il Tempio – in cui si tenta di dare risposte ai loro bisogni. Cosa dovrei desiderare di più? (…) Mi chiedi se sono stanco. No, non lo sono (…). La stanchezza, che fa marcia indietro, che si arrende, che spegne la speranza, non è mai stata, nè voglio che sia mai, un’esperienza per me».

Don Siro morì il 7 giugno 1994. Il giorno precedente, mentre lo accompagnavo all’Ospedale mi disse: «Carmine, coraggio: c’è bisogno di uomini che sappiano spendere la propria vita con forza d’animo e serenità di intenti».

Lo diceva con quel respiro tenue, prossimo al viaggio, mentre soffriva, oltre il velo che inteneriva il suo sorriso.

Daniela Raspollini




Aurora Wake up 2018! A Pistoia il festival di musica cristiana

Sul palco del centro Giovanni Paolo II alla Vergine tante band di Christian music

Torna Aurora Wake Up! Presso la parrocchia della Vergine di Pistoia venerdì 15 Giugno 2018 alle ore 21.00 prenderà il via la IX rassegna musicale “Aurora Wake up” Christian multifestival, I° Memorial Roberto Bignoli, compianto storico cantautore cattolico scomparso recentemente. Già molte le adesioni ancora in via di definizione da parte di numerosi artisti cristiani provenienti dalla Toscana e anche da più lontano, fra cui il Sicomoro, Mario Costanzi, Remy Varone, Voci del Cielo e tanti altri.

Fabio Logli, storico organizzatore della rassegna assieme ai suoi collaboratori, per quest’anno ha deciso di spostare la location del Multifestival a Pistoia e si è dichiarato soddisfatto delle adesioni e dell’accoglienza ottenuta fino ad oggi. La manifestazione sarà inoltre trasmessa in diretta web su Radio Golpe!

Un’occasione per trascorrere insieme una serata spensierata, ma non banale, fra musica e parole. L’ingresso è gratuito, pertanto tutti siamo invitati a partecipare. L’appuntamento è alle ore 21 nel Centro Giovanni Paolo, presso la Chiesa della Vergine di Pistoia

Per info: Fabio 347 8033756.

David Ducceschi