CREARE LAVORO: UN’OPERA DI MISERICORDIA

BONISTALLO – «Uno degli aspetti più crudi della crisi è l’aver messo le persone, i lavoratori di fronte a una scelta drammatica: penso a me e me ne frego di ciò che accade agli altri o al contrario continuo a sopportare di non venir pagato e di lavorare, anche con mezzi sempre più scadenti, scegliendo di non mettere in difficoltà i miei colleghi e amici?». Cosi Francesco – dipendente  di una piccola azienda artigianale di Prato – in una lettera letta da Don Cristiano d’Angelo, ha definito in poche parole uno dei drammi del nostro tempo: la crisi del lavoro. E lo ha fatto ieri sera (8 maggio) nel corso di una serata di preghiera e di ascolto di testimonianze organizzata dall’ufficio diocesano della pastorale sociale e del lavoro in collaborazione con la parrocchia di Bonistallo, intitolata «Il lavoro che c’è e il lavoro che non c’è».

«Come Chiesa – ha esordito Selma Ferrali, direttrice dell’ufficio pastorale – vogliamo essere vicini alle persone nei loro luoghi di lavoro, senza presunzione di risolvere i problemi, ma per stimolare chi lo deve fare e per alimentare la speranza. La Chiesa è vicina all’uomo : dove c’è l’uomo c’è la Chiesa, dove c’è la Chiesa c’è il Vangelo».

«Il lavoro oggi si presenta completamente destrutturato, frammentato, polverizzato, spezzato ha annotato  Luca Gori – costituzionalista e docente della Scuola Sant’Anna di Pisa – risulta quindi inutile vagheggiare a un ritorno a un’epoca che non c’è più. Semmai è utile chiedersi se e come si possa ripensare al “diritto al lavoro” e se necessario pensare a forme di diritto a un reddito minimo vitale».

Nel corso della serata sono emerse molte le storie di lavoro, alcune delle quali di successo: quella di Piero Mazzei, dirigente di una ditta di smaltimento rifiuti, Federico Albini della Albini e Pitigliani trasporti, Daniela Daniele, piccola imprenditrice agricola, che hanno raccontato il lavoro che c’è, che garantisce futuro e genera dignità.

Presente anche mons. Tardelli, che ha ricordato: Il lavoro è un diritto non è una concessione, un’elemosina, il lavoro spetta alla persona : dove non c’è viene un diritto ed allora si compie un’ingiustizia – ha sottolineato il vescovo –, occorre creare le condizioni perché questo diritto ci sia. In pratica – ha affermato Tardelli – creare lavoro è l’ottava opera di misericordia. Essere imprenditore è un carisma che va messo a frutto, è un dono speciale, una capacità complessa che viene da Dio. Ognuno è chiamato a fare la sua parte, anche la Chiesa dovrebbe di più».

Michael Cantarella




I TESORI DELLA DIOCESI SU TV2000

L’ itinerario di ‘Borghi d’Italia (Capoluoghi)’, format televisivo condotto da Mario Placidini su TV2000 sarà dedicato domenica prossima, 13 maggio, alla città di Pistoia.

«Il capoluogo dell’omonima Provincia – si legge nella presentazione della puntata – è un vero museo di arte e storia. L’itinerario religioso è senz’altro uno dei punti di forza di Pistoia. Non a caso la maestosa cattedrale di San Zeno conserva una preziosa reliquia di San Giacomo Apostolo giunta anticamente da Santiago di Compostela (…) Inoltre la cupola della Basilica della Madonna dell’Umiltà è la terza in Italia per grandezza».

Il programma contiene numerose interviste; accanto ai rappresentanti del Comune cittadino sarà possibile ascoltare il contributo del vescovo Fausto Tardelli, le parole dell’arciprete della cattedrale don Luca Carlesi, ma anche, tra le altre voci significative del territorio, il presidente della fondazione MAIC Luigi Bardelli.

Nella puntata di domenica sarà proposta una vera e propria «visita del centro storico, delle pregevoli chiese, della torre campanaria, del museo diocesano, dell’antico Spedale del Ceppo, in una gioiosa passeggiata alla scoperta delle opere dei tanti artisti del passato».

Questo e molto altro su TV2000 in Borghi d’Italia (Capoluoghi) Domenica 13 maggio alle 12.20 e in replica sabato 19 maggio alle 12.20 e domenica 20 maggio alle 06.20.

 

(redazione)




NUOVO PARROCO A QUARRATA

Domenica 6 maggio il vescovo ha indirizzato una lettera ai fedeli della parrocchia di Santa Maria Assunta a Quarrata per comunicare il nome del nuovo parroco che prenderà servizio dopo l’estate.

Ecco il testo:

“Carissimi parrocchiani di Quarrata, finalmente sono in grado di potervi annunciare chi sarà il vostro nuovo parroco.

Dopo i tempi della sofferenza e dello smarrimento, giungono ora i giorni del rinnovamento e della ripresa. Con molta gratitudine mi rivolgo innanzitutto a p. Stefano Soresina che con grande generosità, con vero amore di pastore e dedizione di mente, cuore e tempo, ha assicurato in questi mesi una significativa presenza sacerdotale ed è stato veramente una buona guida per il gregge del Signore che rischiava di disperdersi. Devo ringraziare anche don Ugo Feraci che è stato un primo e prezioso “traghettatore” in momenti per voi difficili. Il mio grazie va pure al diacono Pierattini che si è reso disponibile per il servizio pastorale in questa zona. Un grazie anche a tutti gli altri sacerdoti che in questo periodo hanno dato una mano, a partire dal Vicario Foraneo, don Roberto Razzoli. Una grazie sentito però va anche a tutti voi, collaboratori parrocchiali a vario titolo e semplici fedeli di Quarrata che avete affrontato con fede, pazienza e amore un periodo certamente non facile.

Ora dunque, ringraziando lo Spirito Santo, siamo arrivati a una soluzione che ritengo stabile e duratura. Ha accettato di venire in mezzo a voi a servirvi nel nome del Signore – e ne sono davvero molto contento – don Fulvio Baldi, un ancor giovane sacerdote, pieno di energia e di amore, che ha sempre dato buona prova di sé nel ministero esercitato fino ad oggi.

Verrà a voi ufficialmente in settembre, ma da ora inizierà a prendere contatto con le varie realtà parrocchiali.

Padre Stefano continuerà il suo servizio tra voi fino all’ingresso del nuovo parroco.

Don Fulvio assumerà l’ufficio di parroco di S. Maria Assunta in Quarrata ma non quello di Violina, Lucciano e Buriano; manterrà invece la responsabilità di Masiano e Piuvica. Per questo sarà coadiuvato nel suo servizio da un Cappellano.

Per quanto riguarda la parrocchia di Violina e le comunità di Buriano e Lucciano, vi comunicherò a breve come intendo provvedervi.

Vi chiedo sin da ora di pregare per il vostro nuovo parroco e di predisporvi ad accoglierlo con gioia, offrendogli la vostra sincera e fattiva collaborazione. Come ho già avuto modo di dirvi, S. Maria Assunta di Quarrata è una bella e ricca comunità parrocchiale. Attorno al sacerdote, insieme potete fare grandi cose per il Regno di Dio nei vostri cuori e in quelli delle persone che vivono nelle vostre terre. Siate partecipi e non passivi spettatori, perché nella chiesa ognuno ha un suo dono dal Signore da mettere a frutto per il bene di tutti.

Affido a Maria SS. don Fulvio e ognuno di voi con le vostre famiglie, perché possiate camminare con gioia ed essere nel vostro territorio luce e sale di Vangelo.

Dio vi benedica”.

+ Il vescovo di Pistoia, Fausto Tardelli




VIVERE LA FEDE IN FAMIGLIA

Domenica 13 maggio si celebra la Festa della famiglia

Seguendo le indicazioni pastorali del vescovo Fausto Tardelli anche quest’anno la diocesi di Pistoia celebrerà la Festa della famiglia domenica 13 maggio. “Una giornata speciale” dedicata alla famiglia e “l’occasione di una adeguata contemplazione della famiglia di Nazaret e dei suoi esempi, a beneficio delle nostre famiglie” (Direttorio di pastorale familiare, CEI) affinché venga celebrata “la gioia dell’amore che si vive nelle famiglie” (Papa Francesco).

Il tema scelto dalla conferenza episcopale della Toscana per questo anno è “La fede, preziosa eredità di famiglia“.

Chiediamo ad ogni parrocchia e associazione di celebrare, nelle modalità che ritiene opportune, questa festa (ad esempio con il rinnovo delle promesse matrimoniali, omelia dedicata al tema, benedizione e preghiera al termine della liturgia, incontri, giochi etc. ). L’ufficio ha anche preparato un segnalibro dedicato a questa giornata che potete ritirare alla libreria San Jacopo.

L’equipe di Pastorale con la Famiglia




IL MAGGIO A VALDIBRANA

Tante iniziative per il mese di maggio a Valdibrana. Come ogni anno tanti i fedeli che personalmente, con le comunità parrocchiali, gruppi o associazioni, si recheranno in pellegrinaggio al Santuario della Madonna delle Grazie di Valdibrana.

Per tutto il mese di maggio, il mese mariano per eccellenza, l’orario delle messe subirà le seguenti variazioni:

Nei giorni feriali la messa è alle ore: 18.00

Domenica e Festivi: ore 7.00 – 8.30 – 11.00 – 16.30 – 18.00

Tutti i giovedì sera alle ore 21.00 il rosario animato dai cori parrocchiali.

Segnaliamo anche alcuni prossimi appuntamenti:

Domenica 6 maggio ore 16.30: messa dei migranti

Domenica 6 maggio ore 18.00: messa per il pellegrinaggio dell’Azione Cattolica di Pistoia. La santa messa sarà preceduta alle 17.00, nei locali della nuova aula liturgica, da un incontro di presentazione delle attività dell’associazione.

Martedì 8 maggio alle ore 11.00 santa messa presieduta dal vescovo Fausto Tardelli nel giorno della festa della Madonna di Valdibrana.




CORDOGLIO PER LA MORTE DI BARBARA LUCCHESI

Il progetto Policoro e l’ufficio di pastorale sociale della Diocesi di Pistoia si uniscono al cordoglio della famiglia per la scomparsa di Barbara Lucchesi. La nostra comunità cittadina perde una persona intelligente, sensibile ed accorta che nella passione politica e nell’impegno lavorativo ha saputo operare per il bene comune. Mancheranno a tutti la sua amabilità e la sua capacità di lettura serena, profonda e mai banale delle situazioni e delle vicende. Il Progetto Policoro, con cui Barbara Lucchesi ha collaborato fino dai suoi primi passi, perde una preziosa collaborazione.

Il Signore sappia consolare i familiari, gli amici e quanti hanno conosciuto e stimato Barbara Lucchesi per la grave perdita.




IL “DRAMMA” DI SCOPRIRSI FRATELLI

Al Museo Diocesano Palazzo Rospigliosi la presentazione del racconto “Lo Sconosciuto” di Irène Némirovsky. Seguirà visita guidata al Museo

PISTOIA – «Io, dalla morte di quel tedesco, tutte le notti faccio lo tesso sogno: rivedo quella cantina nera, con la botola semiaperta, e so che il tedesco la solleverà per sgozzarmi. Mi dibatto, sono il più forte, uccido il tedesco; poi, quando è morto, lo prendo fra le mie braccia, lo spoglio e lo corico sul letto di mamma, il grande letto rosa dove ti avevo messo dopo la scarlattina, quando eri piccolo; poi mi chino, guardo e non so più chi sto vedendo: se te o lui..».

L’orrore della guerra manifesta il dramma più antico: quando si uccide qualcuno al fronte, senza saperlo si uccide un fratello. Irène Némirovsky lo descrive limpidamente in un breve racconto pubblicato da EDB dal titolo “Lo Sconociuto” (Lo sconosciuto, collana ‘Lampi d’autore’, EDB, Bologna 2018).

Il racconto sarà presentato martedì 24 aprile, alle ore 21 presso la saletta conferenze del Museo Diocesano Palazzo Rospigliosi, in Ripa del Sale.

Saranno presenti Roberto Alessandrini, direttore editoriale Marietti1820 e Caporedattore EDB e Giovanni Ibba che ha curato la traduzione italiana. Gli interventi saranno accompagnati dalla lettura di alcuni brani del racconto. Al termine della presentazione sarà possibile effettuare una visita guidata gratuita presso le sale del Museo Diocesano – Palazzo Rospigliosi. L’appuntamento del 24 aprile è anche l’occasione per apprezzare e far conoscere le opere esposte nelle sale del museo diocesano.

Roberto Alessandrini, docente di Antropologia all’Istituto superiore universitario di scienze psicopedagogiche e sociali affiliato all’Università pontificia salesiana di Roma ha al suo attivo numerosi titoli di storia e cultura delle religioni.

Giovanni Ibba è docente di religione presso le scuole superiori di Pistoia, insegnante di ebraico presso la Facoltà Teologica di Firenze e di discipline bibliche presso l’istituto superiore di Scienze Religiose della Toscana.

“Lo Sconosciuto” è parte di un più ampio romanzo dal titolo “Suite Francese” dedicato all’invasione tedesca in Francia del 1940 che era rimasto dimenticato in una valigia per oltre cinquant’anni. Il manoscritto, riscoperto fortuitamente dalle figlie della scrittrice e pubblicato postumo ha consegnato nuova e giustificata fama all’autrice. Irène Némirovsky (1903-1942), nata in Ucraina, di religione ebraica, convertita al cristianesimo nel 1939, è morta ad Auschwitz nel 1942.

Il racconto di Irène Némirovsky è seguito, nell’edizione EDB, da una nota di lettura di Jean-Louis Ska, gesuita belga, professore del Pontificio Istituto Biblico di Roma e considerato tra i maggiori esegeti contemporanei. Lo studioso conduce il lettore dentro la struttura letteraria del racconto ma si apre anche a considerazioni più ampie sul dramma della guerra: «in ogni battaglia, in ogni combattimento, un Caino uccide suo fratello Abele. Gli uomini sono fratelli e sono le circostanze o i discorsi ideologici che li trasformano in nemici».

Un’occasione per riflettere e ricordare alla vigilia del 25 aprile.




ASCOLTARE, DISCERNERE, VIVERE LA CHIAMATA DEL SIGNORE

Domenica 22 aprile la Chiesa celebra la 55a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni

Ogni vita è una chiamata. Per tutti il Signore sogna la santità e ad essa chiama ogni uomo e ogni donna secondo una via del tutto personale che può passare per il matrimonio cristiano, la vita religiosa o il sacerdozio, così come attraverso un’attività di servizio, un lavoro svolto secondo la volontà di Dio o perfino un’esistenza segnata dalla fragilità.

Anche nella Diocesi di Pistoia, tuttavia, il Signore non si stanca di chiamare a una vita di speciale consacrazione come al ministero sacerdotale. Attualmente, infatti, la Chiesa di Pistoia conta sei seminaristi: Eusebiu Farcas, Alessio Bartolini, Maximilien Baldi, Alessio Biagioni, Andrea Torrigiani e Sandro Pacini. I seminaristi frequentano il Seminario arcivescovile di Firenze, si ritrovano ogni fine settimana a Quarrata con il rettore e svolgono un servizio pastorale in alcune parrocchie della Diocesi o in cattedrale per le celebrazioni con il vescovo.

Insieme hanno provato a riflettere sulle parole chiave indicate da Papa Francesco nel suo messaggio in occasione della Giornata di preghiera per le vocazioni 2018: «Ascoltare, discernere, vivere la chiamata del Signore».

Ascoltare Dio

Ascolto significa mettersi in silenzio, dedicare tempo al silenzio per sentire la voce di Dio e capire la chiamata che il Signore ci fa. Indaffarati e distratti come siamo se non ci fermiamo un momento in silenzio non riusciamo ad ascoltare. Mettersi in ascolto è l’occasione per accogliere Dio.

Ascoltare i fratelli

L’Ascolto di Dio e della sua Parola è fondamentale nella vita del cristiano, ma è importantissimo anche l’ascolto dei fratelli, perché l’apertura verso gli altri va di pari passo con la nostra apertura al Signore. Un ascolto discreto, attento, rispettoso della libertà dell’Altro, disponibile e non frettoloso di dare risposte.

Discernere

Il discernimento ci permette di acquisire una più profonda conoscenza di noi stessi. È un anello di congiunzione tra l’ascolto e la vocazione. Un percorso nel quale ci mettiamo alla luce dalla Parola per comprendere il disegno di Dio su di noi.

Vivere la chiamata del Signore

La vocazione nasce dalla dimensione di ascolto e dalla domanda «chi sono io?»; «a chi appartengo?». Le risposte le troviamo solo all’interno della realtà e perciò è necessario smettere di fuggire da essa e calarci nella realtà più profonda di noi stessi.

Scoprire la propria vocazione significa iniziare a leggere i segni che sono quotidianamente presenti nella nostra vita e decidere di interpretarli con Gesù. Conoscerlo e seguirlo significa accettare che Egli ha un sogno per noi, implica fidarsi della bontà di Dio e confidare nella Sua parola che dà vita. Significa assumere i suoi stessi sentimenti per scoprire che la Sua bellezza abita in noi e ci rende capaci di cose straordinarie.

Per me la vocazione è innamorarsi giorno dopo giorno di Gesù sempre di più. È anche annunciare e testimoniare agli altri l’amore di Dio per noi con l’esempio. Ma è anche un percorso di conversione, dove scopriamo di essere amati per quello che siamo.

La preghiera per le vocazioni può rivolgersi a volti e storie concreti.
Ecco quelle dei seminaristi diocesani.

Eusebiu Farcas ha 24 anni ed è nato in Romania. La sua vocazione ha origine in parrocchia, vicino all’altare dove per tanti anni ha prestato il suo servizio come chierichetto. All’età di 14 anni è entrato nel seminario minore, dove ha iniziato la formazione e la verifica della sua vocazione. Eusebio si è poi trasferito a Pistoia presso il seminario vescovile, per continuare la formazione verso il sacerdozio ministeriale. Attualmente frequenta il quinto anno di Teologia e svolge il suo servizio pastorale presso la parrocchia dell’Immacolata a Pistoia.

Alessio Bartolini ha 38 anni ed è originario della Parrocchia del Sacro Cuore di Montemurlo. Già militare nell’esercito italiano è poi passato nella Croce Rossa italiana, dove ha lavorato fino al suo ingresso in seminario. È seminarista al quinto anno di studi teologici e all’inizio di quest’anno ha ricevuto il ministero di accolito. Presta il suo servizio pastorale presso la Parrocchia di Quarrata, come cerimoniere vescovile e membro dell’Ufficio Liturgico Diocesano.

Maximilien Baldi ha 33 anni, è nato in Francia e cresciuto in Toscana. Ha lavorato per 15 anni come imbianchino finché nel settembre del 2015 è entrato a far parte della comunità del seminario di Pistoia. Nel suo primo anno di seminario ha conseguito il diploma di Liceo Scientifico e adesso è al secondo anno del quinquennio filosofico-teologico. Svolge servizio pastorale a Poggio a Caiano.

Alessio Biagioni ha 38 anni ed è nato a Pistoia. Da sempre coltiva passione per il cinema. È stato autore e regista di numerosi cortometraggi. Dal 2004 ha esercitato la professione di avvocato. Il 26 settembre 2016 è entrato nel Seminario di Pistoia e frequenta il secondo anno della Facoltà Teologica a Firenze. Svolge attività pastorale presso le parrocchie di Vignole e Casini.

Andrea Torrigiani è nato a Pistoia 26 anni fa. Dopo la maturità ha svolto diversi lavori, anche all’estero, tra cui quello di cuoco. Svolge attività pastorale presso l’unità pastorale del Centro storico. Questo è il suo secondo anno di seminario.

Sandro Pacini è nato a Pistoia e ha 34 anni. Diplomato in chimica industriale si è poi laureato, svolgendo la professione, come tecnico radiologo. Ha una grande passione per la musica lirica. Lo scorso ottobre ha fatto ingresso nel Seminario di Pistoia. Attualmente frequenta il secondo anno del quinquennio filosofico-teologico a Firenze e svolge attività pastorale presso la parrocchia di Gello.

Vuoi saperne di più? 




ANTONIO PAOLUCCI PER IL RITORNO DELLA VISITAZIONE IN SAN GIOVANNI

Venerdì 27 aprile lectio magistralis del noto storico dell’arte sul patrimonio artistico diocesano

PISTOIA – La Visitazione è tornata a casa. Dopo il grande successo dell’esposizione nella chiesa di San Leone, il capolavoro di Luca della Robbia ritrova posto nella chiesa di San Giovanni Fuorcivitas a Pistoia. Un rientro accompagnato da una novità significativa: la Visitazione sarà infatti collocata in una diversa posizione, più rispettosa della documentazione antica, in linea con quella attestata prima dello smontaggio dovuto al secondo conflitto mondiale.

Il ritorno del gruppo di Della Robbia sarà accompagnato dalla presenza e dalle parole dello storico dell’arte Antonio Paolucci. Volto notissimo, anche ai meno esperti, Paolucci ha ricoperto numerosi e prestigiosi incarichi: studioso del Rinascimento, soprintendente, ministro dei Beni Culturali, direttore dei Musei Vaticani, senza mai perdere le qualità del fine conoscitore e del grande divulgatore. I suoi contributi appaiono sulle principali riviste d’arte e su importanti quotidiani, tra cui il mensile di Avvenire “Luoghi dell’Infinito” di cui è collaboratore da tanti anni.

Venerdì 27 aprile, alle ore 17, in San Giovanni Fuorcivitas Antonio Paolucci offrirà una relazione sul patrimonio artistico della Diocesi di Pistoia. Un intervento che guiderà i presenti alla scoperta di tesori, forse ancora sconosciuti ai più, presenti nel territorio diocesano. Il suo intervento sarà preceduto da un’introduzione della Dott.ssa Maria Cristina Masdea, funzionario della Soprintendenza, già curatrice dell’esposizione in San Leone. Porterà i suoi saluti il vescovo di Pistoia Mons. Fausto Tardelli. La partecipazione è aperta all’intera cittadinanza.

LA VISITAZIONE

Il gruppo della Visitazione fu realizzato da Luca della Robbia intorno al 1445 per l’altare della Compagnia della Visitazione nella chiesa di San Giovanni Fuorcivitas di Pistoia ed è una delle prime opere in terracotta invetriata, tecnica di cui Luca è considerato l’inventore. L’artista per primo applicò alla scultura in terracotta una copertura in smalto stannifero che rendeva la superficie lucida e resistente, iniziando una produzione di grande successo. Il gruppo raffigura l’incontro tra Maria e Elisabetta, come è narrato nel Vangelo di Luca (Lc 1, 39-45). Maria, dopo aver ricevuto dall’angelo l’annuncio del concepimento di Gesù, va a trovare la cugina Elisabetta che, nonostante l’infertilità e l’età avanzata, è al sesto mese di gravidanza. Appena Elisabetta sente il saluto di Maria, il bambino che ha in grembo (Giovanni il Battista), sussulta di gioia. Maria risponde innalzando a Dio un canto di lode, il Magnificat.




DIACONI: CUSTODI NEL SERVIZIO DELLA CHIESA

Riapre in diocesi il cammino per il diaconato permanente

La conferenza episcopale toscana ha redatto un nuovo documento sul diaconato permanente: «Custodi nel servizio della Chiesa. Orientamenti e norme per il diaconato permanente nelle chiese toscane» (novembre 2017).

Il testo è stato presentato giovedì 12 aprile dal vescovo Fausto Tardelli in occasione dell’incontro mensile con il clero diocesano.

Non si tratta di un documento dottrinale, ma di un testo che vuole essere concreto e attento alle mutate esigenze della realtà e che nella diocesi di Pistoia accompagna anche la riapertura del cammino al diaconato permanente dopo diversi anni di stop.

Nel documento, dopo una premessa sul carisma diaconale, vengono offerti alcuni orientamenti pastorali sul discernimento vocazione e la formazione; seguono alcune indicazioni relative all’esercizio del ministero diaconale.

Il testo evidenzia il carisma proprio dei diaconato che esprime la rappresentanza di Cristo in quanto servo. L’animazione della diaconia è un carisma. Proprio perché tutto il popolo cristiano viva la diaconia i candidati andranno individuati tra coloro che già la svolgono e mostrano una disponibilità al servizio. Per questo ogni candidatura dovrà fiorire all’interno di una comunità cristiana. Una valutazione speciale sarà poi riservata alla famiglia qualora il candidato sia coniugato. L’età minima per accedere alla formazione è per i coniugati 31 anni; 21 per i celibi.

Un capitolo importante riguarda la formazione, che pure -cosi come per il clero- non si esaurisce con l’ordinazione, ma è inserita in un cammino di formazione permanente. In merito si richiede un percorso di tre anni escluso l’anno propedeutico. La formazione al diaconato prevede infatti, un anno propedeutico dedicato al discernimento e alla formazione di base, così come richiesto anche a chi acceda al seminario in vista dell’ordinazione sacerdotale.

La formazione si articola in: umana, spirituale, teologica e pastorale.
Una particolare attenzione deve essere riservata anche alla famiglia qualora il diacono sia sposato.

Si richiede anche una solida preparazione intellettuale. Prioritariamente il piano degli studi dovrà avvalersi dove è possibile, degli Istituti di Scienze Religiose attraverso un triennio dilazionabile nel tempo in base alle esigenze personali del candidato. Occorre, comunque, essere in possesso di un diploma di scuola secondaria superiore.

La formazione del diacono si apre anche alla missionarietà, secondo quanto indicato in Evangelii Gaudium. I diaconi, infatti, si caratterizzano come avanguardie.di una Chiesa in uscita. La loro formazione deve puntare anche alla «capillarità», perché il ministero sia diffuso nel territorio, particolarmente dove, in genere, la pastorale ordinaria non arriva. Il delegato episcopale, dovrà seguire il discernimento del candidato al diaconato.

La terza parte del documento precisa il ruolo del tutto speciale del diaconato nella conversione missionaria della Chiesa. Anche la chiesa di Pistoia è orientata ad aprirsi sempre più alla missione. Su questo impegno si concentrerà a partire dal triennio 2020-2023.

Il diacono è chiamato ad operare nelle diverse pastorali di ambiente: lavoro, scuola, carcere, sanità…, secondo la triplice forma in cui si esprime la diaconia: liturgia, predicazione e carità (LG 29).

L’ultimo capitolo del documento è dedicato a obblighi e diritti del diacono richiamandone alcune peculiarità: incardinazione, missione canonica.
Laddove ci sia l’esigenza il diacono potrà svolgere una funzione di supplenza nelle parrocchie. Il sacerdote potrà quindi rivestire la funzione di moderatore pastorale, mentre il diacono ricevere l’incarico di cura pastorale. Nel loro servizio, inoltre, i diaconi possono anche essere destinati alla cura delle comunità cristiane disperse.

Chi volesse saperne di più è invitato a contattare il proprio parroco.

(ucs)