Le ultime novità sul cammino sinodale diocesano

Mons. Vescovo, in data 10 luglio 2022 ha costituito la Commissione preparatoria per il Sinodo diocesano con il compito principale di predisporre, sulla base della consultazione diocesana avviata il 4 giugno e che si protrarrà fino al mese di dicembre, l’Instrumentum laboris e cioè le proposizioni da sottoporre alla discussione e alle deliberazioni sinodali. Col compito inoltre di approvare il Regolamento del Sinodo.

Qui di seguito i nomi di coloro che sono stati chiamati a far parte di detta commissione preparatoria:

Atitung Don Cyrille
Bardelli Luigi
Beacci Patrizia
Bianchi Davide
Bindi Paola
Bini Mezzanotte Luca
Bonaiuti Don Carlo
Boscolo Paolo
Breschi Can. Roberto
Carlesi Can. Luca
Cecchini Francesco
Corretti Anna Maria
D’Angelo Mons Cristiano
Fabbri Can. Patrizio
Feraci Don Ugo
Frosini Giovanni
Gaiffi Francesco
Giacomelli Giovanni
Guerrieri Massimo
Innocenti Leonardo
Lio Sr. Teresa
Maraviglia Mariangela
Mati Don Andrea
Michelozzi Elisabetta
Montedoro Pierluigi
Morandi Grazia
Natali Edi
Pacini Franco
Palazzi Mons Paolo
Palchetti Don Michele
Pancaldo Can Diego
Pierattini Diacono Piero
Pocchiola Sr. Delfina
Pucciani Francesca
Romagnani Chiara
Sangou D’Aquin Don Gildas
Simonetti Cristina
Suppressa Marcello
Tofani Don Paolo
Tognelli Mons. Cesare
Torrigiani Pola
Trinci Andrea
Ulivagnoli Antonella
Vaccaro Andrea
Vienni Luca
Villa P. Pietro

Nella stessa data, Mons. Vescovo ha costituito la Segreteria che coordinerà tutta la preparazione alla celebrazione del Sinodo, chiamando a dirigerla Mons. Cristiano D’Angelo, Vicario generale.

Qui di seguito i nomi di coloro che sono stati chiamati a far parte della Segreteria:

Baroncelli Edoardo
Beacci Patrizia
Cantarella Michael
Carlesi Can. Luca
Cheli Suor Giovanna
Feraci Don Ugo
Ferrali Selma
Marconi Claudia
Palchetti Don Michele
Panzeri P. Simone
Suppressa Marcello




San Jacopo 2022: il Cardinale Zuppi presiede la Messa della Solennità

Conclusione del Giubileo iacobeo e chiusura della Porta Santa. La Messa pontificale presieduta dal neo-presidente Cei, cardinale Zuppi

PISTOIA 24/06/2022 – Dal 16 al 25 luglio tanti gli appuntamenti che porteranno alla Solennità di San Jacopo e alla Chiusura della Porta Santa presso la Cattedrale di San Zeno a Pistoia.

La Santa Messa alla Madonna dell’Umiltà, con inizio alle ore 17.00, aprirà i festeggiamenti iacobei – come sempre nella giornata di sabato 16 luglio – a cui seguirà il rito della tradizionale vestizione della statua di San Jacopo, con i figuranti in vesti storiche che dalla Madonna dell’Umiltà partiranno in processione solenne. Arrivati al Duomo – attorno alle ore 18.30 -, i Vigili del fuoco si spingeranno con l’autoscala fino alla sommità della facciata per rivestire la statua del santo patrono con il mantello rosso, simbolo che nella curiosa tradizione pistoiese vede San Giacomo debitore insolvente a favore dei poveri.

La prima domenica della novena iacobea, il 17 luglio, è il giorno della Santa Messa per la Solennità della Madonna dell’Umiltà (ore 17.00), compatrona della Diocesi di Pistoia, che sarà presieduta da Mons. Tardelli. In serata, alle ore 21.30 nella Cattedrale di San Zeno, primo appuntamento musicale con il concerto a ingresso libero per la “Vestizione di San Jacopo” a cura dell’Accademia d’Organo e Musica Antica G. Gherardeschi. L’ensemble “il Rossignolo” (Antonio Giovannini contralto, Martino Noferi flauto dolce e oboe, Marica Testi traversiere, Marco Bianchi violino, Ottaviano Tenerani clavicembalo) proporrà musiche di G. P. Telemann, J. S. Bach, S. Bodinus.

I giorni feriali della novena saranno caratterizzati dalla presenza di tanti vescovi toscani che celebreranno le messe delle ore 18.00 alla Cattedrale di San Zeno.

Lunedì 18 luglio sarà Mons. Mario Vaccari, vescovo di Massa Carrara – Pontremoli ad officiare la messa a cui farà seguito, alle ore 21.00 sempre in Cattedrale, una serata di preghiera con i giovani in partenza per Santiago a cura del Servizio Diocesano di Pastorale Giovanile. Mons. Simone Giusti, vescovo di Livorno, presiederà la messa di martedì 19 luglio, mentre alle ore 21.00 la comunità pistoiese è invitata alla Veglia di preghiera per la Pace, sempre alla Cattedrale di San Zeno. Mercoledì 20 luglio Santa Messa con l’abate vallombrosano Giuseppe Casetta, che presiederà anche l’appuntamento serale dal titolo “Con Atto in ascolto della Parola”.

Saranno Mons. Carlo Ciattini – vescovo di Massa Marittima/Piombino – e Mons. Mario Meini – vescovo emerito di Fiesole, a presiedere le messe di giovedì 21 e venerdì 22 luglio. Per quanto riguarda gli eventi serali, invece, giovedì 21 luglio alle 21 appuntamento alla Chiesa del Carmine con il monologo di Giuseppe Fochi “Lo chiamavano Giacomo, Figlio del Tuono”, mentre venerdì 22 luglio l’arciprete don Luca Carlesi farà da guida in una visita alla Cattedrale (ingresso libero).

Il secondo fine settimana della novena iacobea si apre sabato 23 luglio con la messa presieduta da Mons. Alberto Silvani, vescovo emerito di Volterra, a cui seguirà la Veglia di preghiera per la II Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani.

La giornata di domenica 24 luglio prevede alle 17.30 in Cattedrale i primi Vespri della Solennità di San Jacopo, a cui seguirà la Santa Messa Capitolare (ore 18.00) e alle ore 21.00 il solenne Pellegrinaggio diocesano da Piazza San Francesco alla Cattedrale, con – al termine – la benedizione con la reliquia del Santo Apostolo.

Il giorno della solennità di San Jacopo Apostolo, lunedì 25 luglio, inizierà come sempre alle 9.30 con la processione dei Ceri e il Corteggio storico, quindi con la Santa Messa Pontificale che si terrà a partire dalle ore 11.00 in Cattedrale e che sarà officiata dal Card. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e, dallo scorso mese di maggio, presidente della Conferenza Episcopale Italiana.

Pomeriggio con la Santa Messa (ore 16.00) dove è prevista la benedizione dei giovani pellegrini toscani in partenza per Santiago de Compostela, mentre il solenne momento conclusivo – con la Santa Messa di Chiusura della Porta Santa per la fine dell’Anno Santo Iacobeo alle 18 – sarà presieduto da Mons. Fausto Tardelli.

 




Convocati dallo Spirito

Sabato 4 giugno la celebrazione della Veglia di Pentecoste ha aperto il cammino sinodale diocesano

 

Un’indimenticabile celebrazione corale per la Veglia di Pentecoste ha inaugurato l’apertura del primo Sinodo della Chiesa pistoiese dopo il Concilio Vaticano II; un evento storico che il vescovo Tardelli ha presentato alla diocesi nell’omelia della Messa. «Papa Francesco — ha spiegato il vescovo — ce lo ha ricordato più volte, parlando di Sinodo e di sinodalità: in questo nostro mondo lacerato da contese e discordie, frantumato nelle ingiustizie, in preda a un grande individualismo e ora anche in una guerra che ci coinvolge tutti, la testimonianza fondamentale dei discepoli del Signore, quella cioè della sua Chiesa, è l’unità nella comunione. Un’unità fraterna, variegata e molteplice, segno nel mondo di quel progetto di comunione e di amore che Dio ha sull’umanità».

«Gli uomini e le donne del nostro tempo — ha aggiunto — hanno infatti bisogno di fiducia, di speranza, di amore vero e solo un’umile ma gioiosa fraternità di uomini e donne che hanno sperimentato la misericordia di Dio, può essere un’oasi di pace e di resurrezione della vita». L’avvio del Sinodo diocesano è il momento culminante di un percorso di ascolto e di un cammino condiviso che inizia da lontano, fin dai primi passi dell’episcopato di monsignor Tardelli, quando nel 2015 fu convocata in San Francesco l’Assemblea sinodale diocesana. «Da essa nacque — spiega Tardelli — il programma pastorale con il quale abbiamo cercato di camminare insieme in questi anni. Lo ricordo: Sulle ali dello Spirito: il Padre, i poveri, una comunità fraterna e missionaria.

A questo programma, fece poi seguito, sempre nel tentativo di camminare insieme, l’altro: Alla scuola dell’apostolo Giacomo: pregare, ripensare e continuare ad amare.

Credo che qualche frutto ci sia stato. A me pare che la nostra Chiesa in questi anni, raccogliendo una seminagione che veniva da ancor prima che io giungessi a Pistoia, abbia cercato sinceramente di camminare sulle vie del Signore e lo abbia fatto, seppur a volte con fatica, insieme».

Un tentativo che oggi diventa assolutamente necessario, per superare «divisioni e frammentarietà », «per essere Chiesa viva, capace di dare testimonianza dell’amore di Dio». «In forza del Battesimo e della Cresima — ha aggiunto —, siamo tutti discepoli del Signore e condividiamo la stessa chiamata e la stessa missione. Mi è sembrato giunto perciò il momento di convocare in vero e proprio Sinodo tutte le varie componenti della Chiesa diocesana, perché ci si sentisse quello che in realtà siamo, per la potenza dello Spirito: cioè un corpo organico e vitale, proteso all’annuncio del Vangelo. Un organismo vivente, fatto cioè di membra diverse, di doni e carismi molteplici dati per il bene comune; un popolo dove ministri sacri, laici, religiosi, camminano insieme per rispondere all’amore del Signore e al compito missionario da Lui affidatoci, nel rispetto della diversità dei compiti ma unificati dallo stesso amore».

La convocazione del Sinodo chiede il coinvolgimento di tutti, nessuno escluso.

«Non è facile, me ne rendo conto – commenta Tardelli -. La stessa variegata configurazione geografica e culturale della diocesi, lo rende problematico. Non è sempre agevole la comunicazione interna. Dobbiamo poi vincere resistenze ed abitudini isolazionistiche che si sono consolidate in decenni. La tendenza a rinchiudersi nel proprio orticello pensando così di essere più bravi o di poter fare le cose al meglio, ci frena. Oltre che ad essere antistorica e sciocca, perché oggi come oggi, da soli non si va davvero da nessuna parte, questa tendenza contraddice la stessa natura della chiesa che è appunto sinodale, unitaria e comunionale. La missione della Chiesa nel mondo richiede l’apporto di ciascuno, perché ognuno è depositario di un dono dello Spirito per la testimonianza del Vangelo».

L’apertura del percorso sinodale nella Veglia di Pentecoste offre l’orizzonte su cui portare avanti i lavori: «Tutta intera la Chiesa diocesana, a partire dalle parrocchie, fino ad arrivare a ogni altra articolazione, è chiamata, come gli apostoli nel cenacolo, ad invocare lo Spirito Santo, perché «Sine tuo numine nihil est in homine, nihil est innoxium» (Senza la tua forza, nulla è nell’uomo, nulla senza colpa). Il processo sinodale non si identifica infatti con un qualsiasi procedimento di tipo assembleare dove si conteggiano le varie opinioni. È invece ascolto dello Spirito, per capire, insieme, dove Egli vuole condurci. È evento dello Spirito e quindi ha bisogno di preghiera, di invocazione, di disponibilità alla sua azione. Guai a pensare di essere noi a guidare la Chiesa!».

«Seppure lo si sia detto tante volte in passato — conclude Tardelli —, è ora davvero il momento in cui i laici, donne e uomini, assumano con gioia il dono e la responsabilità di essere parte viva della Chiesa».

Un momento che ha il sapore di una grande sfida e che esprime l’esigenza di riscoprire con più chiarezza e radicalità l’impegno per un rinnovato annuncio del Vangelo.




Sinodo diocesano: la lettera pastorale del vescovo

Convocati dallo Spirito: le indicazioni del Vescovo

È disponibile la lettera pastorale “Convocati dallo Spirito“. La Chiesa di Pistoia in Sinodo (2022/2023), consegnata ai fedeli presenti in occasione della Veglia e Messa di Pentecoste in Piazza del Duomo a Pistoia sabato 4 giugno.

Il libretto, scaricabile online, presenta la lettera pastorale del Vescovo “Convocati dallo Spirito“, alcune indicazioni pratiche per la creazione dei gruppi sinodali e la formazione di moderatori e segretari e, in più, due schede di ascolto per il lavoro dei gruppi sinodali.




Sette giorni in cammino verso la Pentecoste

Disponibile il Sussidio di preghiera per prepararsi all’apertura del Sinodo diocesano di Sabato 4 giugno

Per “sintonizzare” le realtà diocesane all’evento di apertura del Sinodo, ma anche per aprire comunità e cuori all’azione dello Spirito, l’Ufficio liturgico della Diocesi di Pistoia ha preparato un sussidio per vivere in preghiera l’ultima Settimana del tempo di Pasqua e prepararsi alla Solennità della Pentecoste.

Il sussidio può essere utilizzato nelle parrocchie, ma anche in famiglia o personalmente.

Per la preghiera parrocchiale, spiega l’Ufficio Liturgico, «ogni giorno (dal lunedì al sabato) vengono proposte una “introduzione”, una intenzione per la Preghiera Universale, il Canto (o la recita) dell’Inno o della Sequenza di Pentecoste, alcune invocazioni allo Spirito e una preghiera finale, il tutto da potersi utilizzare all’inizio, durante e al termine della Messa quotidiana o di una Liturgia della Parola o anche di incontri pastorali e di catechesi».

«Ogni giorno viene suggerito anche un breve schema di Adorazione Eucaristica che può essere utilizzato comunitariamente oppure lasciato in Chiesa a disposizione dei Fedeli che si raccolgono personalmente in preghiera di fronte al Tabernacolo».

«Ogni momento di preghiera e ogni incontro — ha raccomandato infatti il vescovo Tardelli — sia comunque sempre accompagnato dall’Inno, recitato o cantato, del Veni Creator o dalla Sequenza di Pentecoste».

Per chi prega individualmente o intende farlo in famiglia, sono proposti due schemi per la preghiera e la riflessione per le Domeniche dell’Ascensione e di Pentecoste: «vengono riportati anche alcuni brani della Liturgia della Parola ascoltata in chiesa con una breve spiegazione. Per gli altri giorni delle settimana (dal lunedì al sabato) la traccia quotidiana proposta può essere utilizzata all’inizio, durante e al termine della preghiera personale di ognuno e/o della Famiglia riunita».

Il sussidio è il modo migliore per prepararsi alla Veglia e alla messa di apertura del Sinodo diocesano in piazza del Duomo sabato 4 giugno alle 21.

 

 




Veglia del 4 giugno 2021 – notifica alla Diocesi

Fausto Tardelli
Per grazia di Dio e designazione della sede apostolica
Vescovo di Pistoia

Notifica alla diocesi

che sabato 4 giugno prossimo, alle ore 21, nella piazza del Duomo di Pistoia tutta la Chiesa diocesana è convocata in Assemblea Eucaristica. Come gli apostoli e i discepoli insieme a Maria, attendevano in preghiera il dono dello Spirito che li avrebbe fortificati per la missione loro affidata da Gesù, così noi, Chiesa di Pistoia, ci riuniamo per invocare insieme lo Spirito Santo che ci illumini, ci guidi e ci sostenga per diventare sempre di più una chiesa unita, attenta alle attese di vangelo presenti negli uomini e nelle donne dei nostri territori e protesa alla testimonianza e alla missione apostolica. Nello stesso tempo, con questa convocazione diamo ufficialmente inizio al Sinodo diocesano, il primo dopo il concilio Vaticano II e dopo l’ultimo Sinodo diocesano celebrano nel 1937 dal mio predecessore Mons. Giuseppe Debernardi.

Ricordo qui che il Sinodo diocesano è «l’assemblea di sacerdoti e di altri fedeli della Chiesa particolare, scelti per prestare aiuto al Vescovo diocesano in ordine al bene di tutta la comunità diocesana» (Can 460 del CIC). Per la celebrazione di questo Sinodo diocesano che ha come tema il versetto del libro dell’Apocalisse che dice «Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese» (Ap 2,7), nei mesi prossimi ci dovremo preparare nella preghiera, nell’ascolto della Parola di Dio e con un’ampia consultazione che coinvolga al massimo l’intero Popolo di Dio ma possibilmente anche il mondo non ecclesiale.

Intanto, nel settenario che precede questa Pentecoste, ogni parrocchia e Vicariato è chiamato a vivere l’evento del 4 giugno prossimo, offrendo occasioni di preghiera e di riflessione, con la celebrazione eucaristica feriale dove possibile e chiedendo con insistenza il dono dello Spirito Santo.

Invoco su tutti noi la potente intercessione di Maria SS.ma, ricordata particolarmente da noi come Madonna dell’umiltà e Madonna delle grazie di Valdibrana; invoco inoltre l’intercessione del grande apostolo San Giacomo il maggiore, nostro speciale patrono.

Insieme con loro, chiedo il sostegno di tutti i santi della Chiesa pistoiese che sono già nella gloria del cielo, in particolare i santi vescovi miei predecessori, S. Atto e il Beato Franchi. Chiesa della terra e chiesa del cielo, siamo uniti in un grande cenacolo e insieme, con fiducia, imploriamo il dono dello Spirito Santo.

Pistoia, 15 maggio 2022, V Domenica di Pasqua




Amministrative 2022: una lettera aperta ai candidati

In un documento della Pastorale sociale e del lavoro e Caritas, scritto in collaborazione con l’Ufficio comunicazioni sociali e cultura, la diocesi intavola un dialogo con i candidati sindaco. Sul piatto le emergenze del territorio una prospettiva diversa all’approccio politico: quella del Vangelo.

PISTOIA – 19 maggio 2022. Una lettera aperta a tutti i candidati per rappresentare il pensiero e il contributo della comunità diocesana nella contesa elettorale. È questa l’iniziativa dell’ufficio della pastorale sociale e del lavoro, pensata per portare ai candidati una lettura della realtà del territorio da un punto di vista alternativo.

Economia in crisi

«Questa tornata elettorale amministrativa coinvolgerà circa 140.000 residenti, oltre la metà di coloro che abitano nella Diocesi di Pistoia – si legge nel testo – e rappresenta un momento alto di democrazia interessando l’istituzione più prossima ai cittadini. Stiamo attraversando un periodo complesso, che stenta a trovare una via significativa di rigenerazione e nutriamo aspettative per il ruolo che le amministrazioni svolgono, quale collante per una ricomposizione nello smarrimento e nella frammentazione che la comunità intera sta attraversando. L’economia – si afferma – è in cronica stagnazione, se non addirittura in decrescita e registra un tasso disoccupazione fra i più bassi della Toscana (10%): un dato che è raddoppiato in 15 anni. La disoccupazione giovanile è arrivata a toccare il 44%, ben al di sopra delle medie regionali (22,9%) e nazionali (32,9%); il tasso di inattività rasenta il 30%. Abbiamo un esercito di pensionati (circa 85.000); sono 2.000 le imprese in meno rispetto a 15 anni fa e il tasso di crescita imprenditoriale è sceso a 0 (zero). In altre parole i cittadini che non lavorano stanno superando il numero dei cittadini che lavorano.

Le marginalità e l’emergenza demografica

Una disamina di dati che lascia dietro di sé le difficoltà delle famiglie e le nuove marginalità: «Le situazioni si sono ampliate e approfondite: a vecchie criticità se ne aggiungono nuove che colpiscono e in taluni casi affondano gli anziani, i giovani e le famiglie. I dati dei Dossier Caritas ce lo dicono con chiarezza. Esiste poi un’emergenza demografica imponente – si legge ancora nel documento – che riguarda in particolare la montagna ma estende i suoi effetti anche in città. L’indice di vecchiaia (quello che si calcola moltiplicando per 100 il numero dei residenti over 65 per poi dividere il risultato per il numero dei giovani under 14) raggiunge una cifra stratosferica: 432,6. Più del doppio rispetto all’indice di vecchiaia dell’intera Provincia di Pistoia che, con 47 anni di media, è già uno fra i più alti in una Regione, che a sua volta è una fra le più vecchie in Italia».

I migranti

«Nell’elenco delle problematiche di questo territorio c’è da annoverare anche il problema dei migranti. Le crisi internazionali hanno spostato l’attenzione sui flussi migratori dall’Ucraina, ma la pressione migratoria sulle rotte marittime è ancora altissima. Chi amministrerà i comuni si troverà nuovamente ad affrontare questa emergenza cronica, con strumenti amministrativi ed economici certamente limitati e che senz’altro costringeranno a fare appello anche all’umanità e alla coscienza di ciascuno.

Nuovi scenari

A fianco dell’analisi dei dossier più problematici, il documento pone anche le basi per suggerire un metodo nuovo perché «non è più il tempo di consolarsi con rendite di posizione che imprigionano opportunità. Se vogliamo uscire da questa situazione è impellente fare i conti con la realtà, mettendo in discussione, e anche mutare quei paradigmi di sviluppo che fino ad ora ci hanno accompagnato e ai quali siamo affezionati. Vorremmo quindi pensare che le prossime amministrazioni comunali possano trarre ispirazione da quel documento, ovvero considerino importante attivare politiche significative all’insegna della solidarietà, della sussidiarietà e della cura del creato, in grado di rimettere in moto quella essenziale generatività che è vera ricchezza e motore di crescita per le comunità amministrate».

Le priorità

Il lavoro: «stabile, dignitoso, creativo deve impegnare gli amministratori come priorità. Il dramma delle morti bianche, inoltre, è una ferita anche nei nostri comuni».

La sostenibilità: «un altro tema centrale che si ramifica in molti degli snodi del nostro ragionamento e che prende le mosse dal presupposto che “tutto è connesso”. Agire sulla sostenibilità significa ripensare gli stili di vita e le abitudini, soprattutto lavorare per una politica che rimetta al centro l’uomo, i suoi bisogni.

La cura: «che non si riferisce soltanto ai significati sanitari o ambientali, che pure sono primari, ma fa riferimento anche al tema della relazioni nelle comunità: tra istituzioni, ambienti, famiglie, generazioni, culture».

Impegno contro lo scarto, ovvero: «la lotta alla cultura dello scarto. Questo impegno significa un cambio radicale di prospettiva, una svolta educativa, che parla in modo diverso delle persone, del creato, delle fasi e degli accadimenti della vita».

Una serie di propositi e scelte «faticose, a volte impopolari e non prive di rischi per chi amministra. Ma lo scatto che vi è richiesto è proprio questo: che siate donne e uomini di un futuro che rimetta al centro le persone, meno arido e divisivo, sicuramente più fraterno».

Scarica la lettera integrale




Sabato 4 giugno l’apertura del cammino sinodale diocesano

Con una celebrazione all’aperto in Piazza del Duomo il vescovo Tardelli inaugurerà il primo sinodo diocesano dopo il Concilio Vaticano II. Un evento storico che coinvolgerà tutte le componenti della Chiesa diocesana.

 

PISTOIA (13 maggio 2022). La Chiesa di Pistoia si dà appuntamento per un momento storico. Sabato 4 giugno alle 21, in Piazza del Duomo a Pistoia il vescovo Fausto Tardelli aprirà solennemente il cammino sinodale della Chiesa diocesana. In occasione della Veglia e della Messa di Pentecoste tutta la Chiesa locale, a partire dalle parrocchie, fino ad arrivare ad ogni altra realtà, si metterà come gli apostoli nel cenacolo, ad invocare lo Spirito Santo per avviare il prossimo Sinodo diocesano della Chiesa di Pistoia.

 

L’apertura del Cammino sinodale

La volontà di convocare un Sinodo diocesano era già stata espressa dal vescovo Tardelli nel 2019, ma la pandemia ha interrotto i lavori e costretto a rimandare e ripensare la celebrazione del Sinodo. In questi anni molto è cambiato, nella vita pastorale come nell’orizzonte sociale e culturale, al punto che è necessario acquisire nuovi codici di lettura di una realtà in trasformazione. «Riprendere il cammino verso il Sinodo — spiega don Cristiano D’Angelo, vicario generale della Diocesi di Pistoia – significa mettersi insieme per cercare di capire cosa il Signore sta dicendo alla Chiesa e al mondo in questo tempo, per diventare la Chiesa che Lui ha pensato».

Sabato 4 giugno sarà l’occasione di vivere nella preghiera una indimenticabile esperienza di Chiesa. «Invocheremo tutti insieme lo Spirito Santo — spiega il vescovo Tardelli — perchè ci illumini e ci guidi nel cammino sinodale, per essere Chiesa unita, attenta alle attese di Vangelo presenti negli uomini e nelle donne dei nostri territori e protesa alla testimonianza e alla missione apostolica».

Tutti sono invitati a partecipare: dai parroci e dai fedeli delle 152 parrocchie, distribuite sulle province di Pistoia, Prato e Firenze, alle associazione e aggregazioni ecclesiali presenti sul territorio (Azione Cattolica, Agesci, Cammino Neocatecumenale, Rinnovamento nello Spirito Santo, Unitalsi, etc..). Per favorire la partecipazione la Messa si svolgerà all’aperto in piazza del Duomo con il coordinamento e l’aiuto di numerosi volontari.

La settimana precedente la Veglia ogni Vicariato si preparerà all’evento con incontri e momenti di preghiera, poi ad ogni parrocchia sarà consegnata un lampada ad olio che resterà accesa durante tutto il tempo dello svolgimento del Sinodo, per invitare alla preghiera e significare la comunione tra tutte le realtà diocesane.

 

Cos’è un sinodo diocesano?

Il Sinodo diocesano, in generale e in poche parole, è la riunione del vescovo con i sacerdoti, i consacrati e i laici della Diocesi per prendere in esame la pastorale locale, nel suo insieme o in alcuni aspetti rilevanti, e stabilire orientamenti e norme comuni.

«Parlare di Sinodo e di sinodalità — ha affermato il Vescovo — può risultare incomprensibile ai più. È bene dunque chiarire subito che Sinodo è una parola antica per dire ” cammino fatto insieme” ed è, fin dal tempo degli apostoli, il modo di procedere della comunità cristiana nella storia, perché è il modo dell’amore».

 

La via maestra del sinodo è l’ascolto. Un ascolto reciproco e onesto, che coinvolge tutte le realtà ecclesiali attraverso la costituzioni di gruppi sinodali nelle parrocchie e nelle associazioni. Un ascolto attento e importante perché servirà a individuare le linee guida del lavoro a cui si dedicheranno, nei primi mesi del 2023, i padri e le madri sinodali riuniti in assemblea.

Il Sinodo però non è una sorta di parlamento, bensì l’occasione per condividere, confrontarsi, discernere e di farlo alla luce della preghiera e della conoscenza della rivelazione.

 

Di cosa si occuperà il prossimo sinodo diocesano?

Il tema proposto dal vescovo per il Sinodo, dopo essersi confrontato con il consiglio presbiterale, con l’assemblea del clero e con i vari organismi di partecipazione diocesani, è quello delle “attese di Vangelo”. I lavori si concentreranno cioè, su come essere sempre più una Chiesa missionaria, capace di testimoniare e annunciare il Vangelo, interpretando le inquietudini e le attese della gente, impegnandosi in una sempre più autentica comunione.

 

Il Sinodo nella storia della Chiesa locale

Il prossimo Sinodo è il primo dopo il Concilio Vaticano II (1962-1965). L’ultimo fu convocato infatti nel 1937 dal vescovo Giuseppe Debernardi (vescovo di Pistoia del 1933 al 1953), secondo un’impostazione e un criterio molto diversi. Si può affermare che la storia moderna di Pistoia è segnata dalla celebrazione dei Sinodi: quello convocato dal vescovo Scipione de’ Ricci nel 1786 è entrato a pieno titolo nella storia della Chiesa, non solo per alcune proposizioni poi ritenute eretiche, ma anche per aver profondamente cambiato il volto della Diocesi e del territorio, promuovendo anche intuizioni estremamente anticipatrici, come l’insistenza sulla pastorale parrocchiale e l’uso della lingua italiana nella liturgia.

Oggi la convocazione del Sinodo è l’occasione di vivere più pienamente la stessa identità ecclesiale. Non si tratta di “inventare” qualche soluzione pratica o di cambiare la “dottrina” e la disciplina della vita della Chiesa, quanto di “capire” il cammino che Dio continua a rivelare ai credenti nella storia tramite il suo Spirito.

Resta il fatto però, che il Concilio Vaticano II e recentemente il magistero di Papa Francesco, insistono molto, anche a riguardo della celebrazione del Sinodo, sulla necessità di valorizzare la partecipazione dei laici, di sottolineare la comune identità di figli di Dio illuminati  e sorretti dalla grazia del Battesimo. In questo senso, afferma il vescovo Tardelli, «è venuto il tempo ormai, dopo tante tergiversazioni, che la grazia del Battesimo si esprima nella partecipazione plurale e gioiosa di tutto il popolo di Dio alla vita e alla missione della Chiesa».




Preghiamo per la Pace

Sua Ecc.za Mons. Fausto Tardelli invita a pregare per la pace

Parrocchie, associazioni, comunità religiose sono invitati a pregare per la fine del conflitto in Ucraina. Di seguito sono infatti disponibili alcune intenzioni di preghiera “per la pace nel mondo e in Ucraina” da poter recitare nelle messe domenicali.

INTENZIONI PER LA PREGHIERA DEI FEDELI (file pdf)

INTENZIONI PER LA PREGHIERA DEI FEDELI (file.doc)

 

 




Una sintesi della sinodalità da cui vogliamo ripartire

Nei punti emersi nei lavori per il Sinodo dei vescovi le difficoltà di comunicazione, l’importanza dell’ascolto e la valorizzazione dei laici

 

Una prima, positiva, occasione di incontro in cui vivere «la gioia del ritrovarsi, la “grazia” di condividere momenti di dialogo, di maturare percorsi di riflessione comune ». L’elaborazione del documento di sintesi redatto dalla Diocesi di Pistoia in vista del cammino sinodale della chiesa italiana e del prossimo sinodo dei vescovi (il documento è il risultato della -“fase diocesana”) si è concentrato su due interrogativi di ampio respiro:

1) Come si realizza oggi nella propria realtà ecclesiale di appartenenza quel “camminare insieme” che permette alla Chiesa di annunciare il Vangelo, conformemente alla missione che le è stata affidata?

2) Quali passi lo Spirito ci invita a compiere per crescere come Chiesa sinodale?

Dalla prima domanda sono emerse luci e ombre, sia di orizzonte più generale che diocesano. La complessità del contesto socio culturale odierno appare segnata, infatti, da «un avanzato processo di secolarizzazione » che indebolisce le principali realtà formative (scuola, chiesa, famiglia) e vede crescere «una generazione di adolescenti e di giovani adulti in gran parte indifferente alla dimensione di fede». Tra le ombre più propriamente locali emerge «una mancata conoscenza e armonia tra le varie realtà ecclesiali, e una carente attenzione ai “segni” e ai bisogni espressi dal contesto sociale, economico, culturale», punti che, significativamente, «sono percepiti come una mancanza di fedeltà alla natura della Chiesa».

C’è poi «la fatica del camminare insieme all’interno delle realtà parrocchiali». «Sul piano concreto si è segnalato come non in ogni realtà siano stati costituiti consigli pastorali, consigli economici, organi di partecipazione e che, laddove siano presenti, non sempre risultino luogo effettivo di dibattito, di confronto, di proposta».

Un dato che è spia del «disagio», registrato da più voci, «nel rapporto tra parroci e fedeli». Qui emergono le differenze tra le diverse anime consultate: i laici, da un lato, lamentano le «difficoltà di occasioni di vero ascolto» da parte dei parroci, spesso deboli «nella capacità di suscitare e coinvolgere l’impegno dei laici»; i presbiteri, dall’altro lato, evidenziano il problema «della mancanza di laici formati e responsabili ». A questo quadro va infine aggiunta «la marcata autoreferenzialità di gruppi religiosi e di preghiera diversi» che spesso non comunicano nemmeno tra loro. In definitiva «appare chiaro che la sinodalità è percepita come un valore, ma non è adeguatamente realizzata nello stile, nel metodo e nei contenuti della pastorale e della vita ecclesiale di oggi».

Accanto alla lettura della realtà la seconda domanda invitata a pensare anche passi concreti per crescere nella sinodalità. Le risposte si sono indirizzate sull’esigenza di ascolto, a partire dalla Parola di Dio, ma anche «tra le diverse realtà operanti nella comunità; ascolto tra parrocchie diverse, tra gruppi interparrocchiali, e anche tra uffici pastorali di diverse diocesi», come ascolto dei lontani e di quanti si sentono emarginati.

E ancora, le proposte si indirizzano verso la «necessità di una maggiore formazione spirituale, culturale, teologica, pastorale», «la necessità di rilanciare il valore della cultura e l’attitudine al pensiero», magari incentivando la frequenza alla Scuola diocesana di teologia». «Sempre più urgente appare la necessità di una revisione dell’iniziazione cristiana, da ripensare con coraggio coinvolgendo le famiglie. «la necessità di riconoscere maggiormente il ruolo dei laici» e in particolare «il carisma e il ruolo della donna nella Chiesa». Un ultimo aspetto, avvertito con maggior forza dopo gli anni della pandemia è l’attenzione «alla centralità della liturgia, perché si riscopra «il gusto e la gioia della partecipazione », «perché si ritraducano parole, segni, azioni in linguaggi accessibili all’umanità contemporanea».

Leggi il documento completo: Contributo Sinodo Diocesi Pistoia 30 4 2022

d. Ugo Feraci