Tardelli: Nella Pasqua la novità che cambia la storia

Nell’omelia del giorno di Pasqua il vescovo ricorda che «La Resurrezione di Gesù è il fatto che cambia le previsioni e chiede di costruire un altro mondo»

«Con la crocifissione di Gesù e la sua sepoltura, tutto sembrava davvero finito. E finito miseramente». Così il vescovo Tardelli ha iniziato la sua omelia della Santa Messa di Pasqua, tutta incentrata sui venti di guerra che soffiano sul mondo intero. «La voce del Messia che aveva predicato il Regno di Dio, un mondo nuovo di amore, era stata messa definitivamente a tacere ha affermato il vescovo -. Il gruppo dei seguaci che avevano seguito il maestro, appariva diviso e disperso. Alcuni avevano tradito e rinnegato il maestro. Tutti erano fuggiti via, terrorizzati. Tutto sembrava davvero finito. Solo gente avversa a gridare “crocifiggilo, crocifiggilo!” Il sogno di quel regno di Dio di giustizia e di pace, svanito nel nulla; sepolto insieme al corpo senza vita di Gesù, un progetto fallito. Carissimi, questo sangue sconfitto viene versato molte volte nella storia degli uomini, purtroppo. Lo vediamo terribilmente anche in questo mese e mezzo, angosciante, terribile, assurdo, orribile. Insieme al sangue vediamo le distruzioni, gli stupri, la barbarie e l’aberrazione dell’intelligenza applicata a creare strumenti di morte sempre più sofisticati».

«Di fronte a tutto questo – ha annotato ancora Tardelli – verrebbe sicuramente da scoraggiarsi, come davanti al crocifisso. Verrebbe da confermarci nell’amara constatazione che è tutto inutile, che non c’è speranza, non c’è e non ci sarà mai giustizia, che sempre e comunque prevarranno l’ingiustizia del potere, la malvagità degli uomini, il diritto del più forte. E questa amara constatazione – diciamolo subito – avrebbe dalla sua mille e mille ragioni, se non ci fosse un “ma”. Se non ci fosse un “ma” nella storia che si pone come una zeppa che blocca l’ingranaggio delle cose del mondo, che butta all’aria le previsioni troppo umane, che rompe con l’inevitabile e pone, nella storia, una reale novità, un reale mutamento di direzione, una reale inversione di tendenza. Questo “ma” è la resurrezione di Gesù di Nazaret. Questa novità è la vittoria sulla morte del Signore Gesù. La zeppa posta da Dio a bloccare l’ingranaggio mortale innescato dal maligno per rovinare l’uomo è la resurrezione di colui che è stato trafitto, del crocifisso. Da quel mattino di Pasqua, per quelle donne e per quegli uomini i problemi non vennero meno, ma nacque nei loro cuori la speranza. Da quel sabato si è immessa nella storia un’energia così potente che ha permesso a una moltitudine di uomini e di donne lungo i secoli di sperimentare il coraggio nella lotta per il bene, la gioia che conquista le profondità dell’anima, l’amore incondizionato alla vita, la libertà che vince ogni catena.

Ma come per quelle donne e quegli uomini, la resurrezione di Gesù mutò le cose, così sia anche per noi, quest’oggi, per camminare ogni giorno nella vita come uomini rinati a vita nuova, affrontando con fortezza tutte le prove della vita e provando a cambiare la società. La Pasqua del Signore è la nostra forza e la nostra speranza! Di più: è la nostra certezza. Il mio augurio allora oggi è che non disperiamo ma, rinnovando la nostra fede nel Cristo morto e risorto, ci impegniamo a costruire un mondo migliore secondo il pensiero di Dio, a partire dal nostro piccolo mondo.

I miei auguri sono anche un invito a pregare perché si disarmino le menti, i cuori e le mani. E a non dimenticarci di tutti coloro che soffrono e piangono in particolare tutte le vittime innocenti di questa maledetta guerra. La luce folgorante della resurrezione del Signore ci dà forza per camminare cercando giustizia e vera libertà, testimoniando l’amore che vince su ogni cosa».




Messa Crismale: «Siamo depositari di pace per il mondo intero»

Una sintesi dell’omelia del vescovo Tardelli per la Messa crismale, celebrata in Cattedrale mercoledì 13 aprile

«Ci sentiamo questa sera depositari di un messaggio di pace per il mondo intero».
Nell’omelia per la messa crismale, celebrata mercoledì 13 aprile in Cattedrale, il vescovo Tardelli si concentra sul tema della pace. «È necessario — spiega — che sentiamo questa responsabilità in modo forte… Oggi più che mai dobbiamo sentirci chiamati senza poterci sottrarre, ad essere operatori di pace; oggi, quando purtroppo proprio tra cristiani ci si uccide e da parte di membri autorevoli delle chiese, si sostengono guerra e ideologie nefaste».
«Siamo ben consapevoli della complessità della storia, delle sue contraddizioni e delle dure necessità. Ma siamo chiamati ad essere dentro la storia allo stesso modo in cui c’è stato Nostro Signore, del quale siamo seguaci, discepoli ed amici: e cioè col suo amore, la sua pazienza e la sua fortezza».
Il vescovo chiama tutti all’impegno: presbiteri, diaconi, laici, tutti investiti, in virtù del battesimo, di dignità e funzione regale, profetica e sacerdotale. La messa crismale, ricorda la missione santificatrice della Chiesa; «Gli oli santi che stasera si consacrano – ha spiegato il vescovo – servono per i sacramenti che donano la pace».
«In questa ora tristissima del mondo, – ha aggiunto – lo Spirito Santo ci spinge con forza a camminare insieme, ad essere una chiesa unita nell’amore, ad essere un’oasi di pace dentro la società; ci spinge ad essere profezia di fraternità, di servizio, di amore disinteressato; spazio umano accogliente e premuroso. A partire dalle nostre parrocchie, che devono arrivare ad essere esemplari nella testimonianza della carità fraterna che si apre alle necessità degli ultimi».



La Settimana Santa con il Vescovo

Gli appuntamenti in Cattedrale con S.E. Mons. Tardelli

Dopo la fine dello stato d’emergenza e in accordo alle nuove disposizioni anti-Covid tornano finalmente in presenza le celebrazioni della Settimana Santa.

Sabato 9 aprile alle 17.30 il vescovo presiederà la liturgia della benedizione delle Palme e il ricordo dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme nella Chiesa di Sant’Ignazio. Da lì muoverà in processione fino alla Cattedrale di San Zeno dove alle 18 celebrerà la liturgia eucaristica.
Alle 21 in Cattedrale il vescovo Tardelli presiede una Veglia di Preghiera per la pace in Ucraina.

Mercoledì 13 aprile alle ore 21 avrà luogo la celebrazione della Messa crismale, nella quale il vescovo benedirà gli olii e tutti i sacerdoti rinnoveranno le loro promesse. La messa crismale vede generalmente una larga partecipazione di fedeli: è infatti l’occasione in cui la Diocesi trova la sua manifestazione visibile in tutte le sue componenti, segno dell’unità e della varietà della Chiesa raccolta attorno al suo vescovo.

Giovedì 14 alle 18.00 con la Messa in coena domini e la lavanda dei piedi inizia il Triduo pasquale.

Venerdì 15 alle 10 celebrazione comunitaria della liturgia delle ore, comprensiva di Ufficio delle letture e lodi mattutine.
Alle 21 è il momento della liturgia della Passione del Signore: una celebrazione molto suggestiva: nella chiesa, con gli altari spogli di tovaglie e di ogni croce si ricorda la morte di Nostro Signore Gesù Cristo. Quest’anno nella preghiera universale, per richiesta delle Conferenza episcopale italiana sarà inserita una intenzione di preghiera per la pace.

Sabato 16 alle 10 si celebra comunitariamente la liturgia delle ore, comprensiva di Ufficio delle letture e lodi mattutine. Il Sabato santo è giorno di silenzio e preghiera che rievoca la permanenza di Cristo nel sepolcro.
Alle 22.00 inizierà la solenne Veglia pasquale scandita da quattro momenti: il fuoco, la parola, l’acqua, il convito eucaristico. Il rito si apre all’aperto, nelle tenebre, alla luce del fuoco e del cero pasquale, per poi spostarsi all’interno della Cattedrale, nell’oscurità delle grandi navate, mano a mano rischiarate dalle candele dei fedeli e dal lento riaccendersi delle luci. Le letture della veglia – il tempo della Parola – guidano attraverso la storia della salvezza, dalla creazione fino alla redenzione. Accanto al fuoco si aggiunge il segno dell’acqua, in riferimento al Battesimo e infine tutto culmina nell’eucarestia, il punto di arrivo di tutto il cammino quaresimale e della celebrazione della vigilia.

Domenica 17, giorno di Pasqua, alle ore 11.00 il vescovo celebrerà la santa Messa pontificale conclusa della benedizione Papale accompagnata dall’Indulgenza plenaria.

 




Etica, economia e transizione ecologica

La Diocesi di Pistoia, tramite l’Ufficio della Pastorale Sociale e Lavoro, da anni opera in rapporto con le realtà sociali, economiche e produttive del territorio promuovendo e condividendo momenti di confronto, di riflessione e realizzando anche iniziative concrete rivolte a tutta la comunità.

Oggi la Chiesa, attenta a tutto ciò che riguarda la persona umana «con le sue gioie, le sue speranze, le sue tristezze e le sue angosce» (GS), ci invita con l’Enciclica “Laudato sì” ad affrontare, cercando di dare risposte, le emergenze ambientali indicandoci un percorso di ”ecologia integrale”: un approccio alla complessità che chiede di tenere connessi ambiente, lavoro e futuro.

Questi temi sono stati oggetto di analisi, riflessione e confronto alla Settimana Sociale dei cattolici italiani a Taranto lo scorso ottobre. Al termine dei lavori sono uscite delle piste di impegno da proporre alla comunità per avviarsi, concretamente, sulla via della transizione ecologica.

Per continuare questo percorso, che gli ultimi tragici avvenimenti rendono ancora più stringente ed inevitabile, la Diocesi di Pistoia ha invitato Sergio Gatti, direttore generale di Federcasse nonché vice-presidente del Comitato organizzatore delle Settimane Sociali ad un incontro venerdì 8 aprile p.v. ore 17,00 – presso l’auditorium “C. Fabbri” della BCC Alta Toscana – Via IV Novembre 208 Vignole/Quarrata, sul tema

Etica, economia e transizione ecologica

È previsto un intervento di Alessio Colomeiciuc, consigliere della CCIAA di Pistoia e Prato e, a seguire, uno spazio per gli intervenuti.

L’iniziativa sarà coordinata da Luca Gori, ricercatore presso la Scuola Sant’Anna di Pisa.

 




Cresimandi e Cresimati in Cattedrale col vescovo

Domenica 3 aprile una giornata insieme per i ragazzi di tutta la Diocesi. Oltre 700 gli iscritti all’incontro con Mons. Tardelli

«Noi ci siamo!»

È il grido che cresimandi e cresimati hanno rivolto al vescovo Tardelli domenica 3 aprile. I giovanissimi di tutta la Diocesi si sono dati appuntamento a Pistoia in Cattedrale per un pomeriggio finalmente insieme in presenza. Sebbene smistati in due turni per evitare assembramenti, i ragazzi delle diverse parrocchie della Diocesi hanno comunque riempito la Cattedrale con la loro festosa e colorata presenza. Tanti infatti, i cartelloni, le magliette, gli stendardi delle diverse comunità: da Montemurlo a Vignole, da Poggio a Caiano a Spazzavento, tante le voci unite nel canto e nella preghiera.

I giovanissimi prossimi alla Cresima o appena cresimati, preparati e guidati dai loro catechisti e da Suor Giovanna Cheli e la sua equipe dell’Ufficio Catechistico, hanno ridetto al vescovo il loro impegno: «Siamo pronti per camminare!».

A loro Mons. Tardelli ha ricordato tre parole chiave. Tre punti che ha sintetizzato nell’immagine della mascherina anti-Covid, ormai diventata accessorio fondamentale per grandi e piccini. «La mascherina è un segno di difficoltà, ci racconta la pandemia — ha affermato il vescovo — ci potrebbe anche scoraggiare. Voglio invece trasformarla stasera in segno di speranza. Perché quando potremo farne a meno, guardandola appesa da qualche parte in camera, ci possiamo ricordare questo giorno».

«FFP2: è la nostra mascherina, ma sono anche le tre iniziali delle parole che voglio consegnarvi: Fiducia, Forza, Pesca, 2 perchè ripetute due volte».

«Fiducia: perché il Signore non ci abbandona, ci vuole bene»;

Forza: «perché – rifacendosi al brano biblico che ricorda la pesca miracolosa e la vocazione di Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni, gli apostoli avevano faticato tutta la notte –; ci vuole forza per pescare tutta la notte e seguire le parole del Maestro».

Pesca: per ricordarsi «di quella abbondante che ci stupisce quando ci mettiamo in gioco».

«Così anche la mascherina diventa segno di speranza», di cui oggi abbiamo particolarmente bisogno. Per questo il vescovo, puntando all’attualità, ha chiesto ai ragazzi di «portare la pace, perché la cresima, dono dello Spirito, è l’occasione buona per farlo. Vorrei chiedervi — ha affermato il vescovo — di essere testimoni e costruttori di pace!».

Infine c’è stato un dono per tutti: una conchiglia da tenere al collo. «Una piccola conchiglia che ricorda quella del pellegrino, che se ne serviva per bere alle fonti che trovava lungo la via». Una conchiglia per dissetarsi — ha concluso Tardelli — «alle sorgenti dell’amore e della vita».

 




Le catechesi online del vescovo

Una sintesi delle riflessioni quaresimali di monsignor Tardelli sul tema della sinodalità

Chiesa popolo di Dio in comunione e missione

Nella sua prima catechesi quaresimale intitolata Chiesa popolo di Dio in comunione e missione il vescovo ha sottolineato alcuni punti chiave per comprendere la sinodalità. «Il primo punto che vogliamo sottolineare – ha spiegato Tardelli – è la comunione». Il vescovo cita Gv 15, 12-17, quando Gesù dice: «Questo è il mio comandamento, che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi». Un brano – spiega – «che ci rivela chiaramente la volontà del Signore. Dio è amore, è comunità di amore e l’amore che unisce il Padre e il Figlio è l’amore che si diffonde tra i discepoli e diventa vita dei discepoli» (“Come il Padre ha amato me, – dice Gesù – così io ho amato voi”). «Sinodo – ricorda il vescovo – è comunione della Chiesa in Cristo. Una comunione che ha anche una valenza missionaria, è proposta, annuncio». Tardelli cita l’attacco della prima lettera di Giovanni, dove l’esperienza di vicinanza col Signore diventa annuncio («Quello che era da principio, quello che noi abbiamo udito… noi lo annunciamo anche a voi»). «Giovanni racconta un’esperienza forte del Signore che è pienezza di vita», che possiamo fare tutti noi e spinge all’annuncio. «L’annuncio è il traboccare della vita nel cuore del discepolo, è il dono ricevuto che diventa dono anche per gli altri».

Sinodalità

Nella sua seconda catechesi il vescovo ha proposto una riflessione sul tema “sinodalità”. Il suo intervento ha preso spunto dal ricordo del primo sinodo della Chiesa, il cosiddetto Concilio di Gerusalemme (Atti 15), in cui i discepoli si distaccano dalle tradizioni ebraiche come la circoncisione. Nella “lettera circolare” che chiude quel sinodo si usa una formula importante: «lo Spirito Santo e noi»: gli apostoli cioè, hanno scoperto che lo Spirito accompagna i discepoli di Cristo; «Questo è il modo di agire di Dio nella storia». Parlare di Sinodo è possibile a partire da questa esperienza fondativa che, in nuce, evidenzia e consegna già uno stile. Sono tre, in questo senso, gli atteggiamenti fondamentali da custodire. «Il primo è la consapevolezza che non esiste un cristiano “fai da te”; non esiste un cristiano individualista. Strutturalmente il cristiano è legato agli altri: è membro di un corpo». «Il secondo atteggiamento – ha continuato il vescovo – è la disposizione dell’animo a scoprire insieme quello che suggerisce lo Spirito Santo. Così è possibile sentirsi alla ricerca di quello che lo Spirito Santo vuole da noi». «Il terzo atteggiamento – ha concluso — è quello della pazienza. Bisogna attendersi, darsi una mano. “Tutto e subito” non è una risposta alle esigenze della Chiesa. È la pazienza che dà coraggio anche di affrontare le soluzioni difficili».

La corresponsabilità dei laici e la ministerialità

«Nella Chiesa tutti hanno un dono da mettere in comune». Nella sua terza catechesi online il vescovo ha parlato di carismi e ministeri. «Ministeri: doni stabili per il servizio alla comunità per il mondo; Carismi: doni speciali, particolari, ma sempre per il bene comune ». Per illustrare questa caratteristica il vescovo ha preso spunto da alcuni brani in cui San Paolo (1Cor 12 e 13) presenta l’immagine della Chiesa come un corpo composto da diverse membra. «Questa diversità non è solo sociologica, ma assume il carattere di un dono, di un carisma» e chiede di saper riconoscere, accogliere, valorizzare le diversità come doni. Questa riflessione sulla Chiesa tutta ministeriale può essere sviluppata in tre aspetti. «Il primo — spiega il vescovo — è che il corpo ha una …testa. La testa, il capo del corpo è Gesù Cristo. Su di lui si costruisce l’unità». Le seconda è che ognuno deve sentirsi importante per gli altri. «Nessuno si può sentire inutile o scartato». «Tutti abbiamo bisogno di fare in modo che nessuno si senta escluso». Il terzo aspetto è che ognuno non può non sentirsi bisognoso degli altri. «Non possiamo fare tutto da soli, (…) in questo senso siamo un po’ tutti dei mendicanti».

Il discernimento dei tempi

Nel quarto appuntamento il vescovo ha parlato del “discernimento dei segni dei tempi”, «un’espressione che, sintetizzando, vuol dire: cercare di capire quello che il Signore vuole da noi nel tempo che stiamo vivendo». «Anche nelle vicende più buie della storia — ha affermato Tardelli— si possono discernere i segni di Dio». «Gli eventi personali, ciò che accade nel mondo… tutto contiene un messaggio da parte di Dio» e rientra «misteriosamente in un disegno da capire, interpretare»; un aspetto che «è anche una sfida al nostro credere». «Alcuni eventi speciali che hanno particolare rilevanza per noi e il mondo sono i segni dei tempi; che spesso sono inviti alla conversione». «Anche la terribile realtà della guerra diventa per noi invito alla conversione. Altre volte i segni dei tempi ci invitano a considerare fatti ed eventi che ci riportano in evidenza qualcosa che avevamo dimenticato». Altre volte si tratta di «cose belle da cogliere e valorizzare». «Il discernimento dei segni dei tempi — ha concluso Tardelli — non è mai e non può essere mai l’opera di un singolo individuo, è qualcosa che è affidato alla Chiesa, alla comunità, all’insieme dei doni e dei carismi». «Cogliere insieme quello che lo Spirito dice alla Chiesa oggi è fondamentale per il cammino sinodale della chiesa, anche della nostra chiesa locale».




CEI: Preghiamo per la Pace

Indicazioni di preghiera per la Domenica delle Palme e il venerdì santo. Sabato 9 aprile alle 21 Veglia con il Vescovo in Cattedrale

La Domenica delle Palme parrocchie e comunità sono invitate a organizzare un momento di preghiera per la pace.
L’invito arriva dalla Conferenza episcopale italiana che suggerisce anche una proposta di celebrazione. La preghiera potrebbe essere vissuta nella sera del sabato o della domenica delle Palme, con i giovani e tutta la comunità, comunque fuori della Celebrazione eucaristica e della Commemorazione dell’ingresso del Signore in Gerusalemme.

Preghiera per la Pace Domenica delle Palme

La Cei chiede anche di aggiungere alla Preghiera Universale del Venerdì Santo una particolare intenzione di preghiera per la Pace. Il testo è lo stesso che reciterà Papa Francesco nella celebrazione della Passione del Signore.

Venerdì Santo Preghiera Universale

Il Vescovo Tardelli presiederà una veglia di preghiera per la Pace sabato 9 aprile alle ore 21 nella Cattedrale di San Zeno.




CET: Tardelli coordinatore del cammino sinodale toscano

Dai vescovi della Toscana l’invito a pregare per la pace, l’impegno per la sinodalità e una Commissione per il diaconato permanente

I vescovi della Conferenza episcopale Toscana si sono riuniti lunedì 28 marzo 2022 all’Eremo di Lecceto, in provincia di Firenze, per la loro assemblea. Hanno dato il loro benvenuto al Vescovo eletto di Massa Carrara – Pontremoli, mons. Mario Vaccari, che per la prima volta partecipava alla riunione, mentre il giorno prima avevano preso parte all’inizio del ministero episcopale di mons. Roberto Campiotti nella diocesi di Volterra, ribadendo lo spirito di fraterna collaborazione che unisce le Chiese della Toscana e rallegrandosi per il modo caloroso in cui il nuovo pastore è stato accolto dalle autorità e dal popolo.

Nell’approssimarsi della Settimana Santa, i Vescovi hanno espresso l’auspicio che quella che si avvicina possa essere una Pasqua di pace per il mondo. Le Chiese toscane aderiranno alla Giornata di preghiera per la pace che la Cei promuove sabato 9 aprile, alla vigilia della Domenica delle Palme. I Vescovi si rallegrano inoltre per la generosità con cui le comunità ecclesiali della Toscana, nelle loro varie articolazioni (parrocchie, Caritas, istituti religiosi, Misericordie, associazioni…), così come anche la comunità civile, si sono impegnate nell’accoglienza dei profughi in arrivo dall’Ucraina e nell’invio di aiuti umanitari.

In apertura di riunione, sono stati analizzati i temi al centro dell’ultimo incontro del Consiglio Episcopale Permanente della CEI. Tra questi, i vescovi si sono soffermati in particolare sul prosieguo del Cammino Sinodale, che vede impegnate attivamente tutte le Diocesi toscane e che vedrà il coordinamento, a livello regionale, di un Vescovo referente nella persona di mons. Fausto Tardelli, Vescovo di Pistoia e Segretario della Conferenza Episcopale Toscana. Ogni Diocesi sta adesso raccogliendo gli esiti di questa fase di ascolto, che ha coinvolto in maniera soddisfacente le varie componenti ecclesiali.

La cessazione dello stato di emergenza riguardo alla diffusione dei contagi da Coronavirus, offre la possibilità di una prudente ripresa della vita comunitaria. Nell’auspicare una piena partecipazione dei fedeli alla liturgia nelle nostre chiese e alle attività pastorali delle comunità, i Vescovi toscani rimandano alle indicazioni contenute nella Lettera della Presidenza della CEI diffusa nei giorni scorsi.

Viene istituita una Commissione regionale per il Diaconato Permanente: ne è stato approvato lo Statuto, e a partire dal prossimo 14 maggio inizierà il suo cammino con la partecipazione dei rappresentanti dei Diaconi e dei Delegati diocesani per il Diaconato, sotto la guida del Vescovo Delegato mons. Stefano Manetti, Vescovo di Montepulciano – Chiusi – Pienza.

I Vescovi hanno notato come si sia ben avviata in questi mesi l’attività di formazione promossa dal Servizio Regionale per la Tutela dei Minori e delle Persone Vulnerabili, fondamentale in un’ottica di contrasto e prevenzione. Si ribadisce che nelle singole Diocesi sono a disposizione i Centri d’Ascolto per accogliere eventuali segnalazioni.

I Vescovi toscani incontreranno a breve la Commssione Pontificia di verifica e sostegno per l’applicazione nelle Chiese italiane del Motu Proprio Mitis Iudex Dominus Iesus per la riforma del processo canonico per le cause di dichiarazione di nullità del matrimonio. In vista di questo incontro, è stata fatta una disamina di quanto compiuto in Toscana e di come la riforma è stata attuata, nei suoi principi, dal Tribunale Ecclesiastico Regionale Etrusco e dai singoli Tribunali Diocesani.

È stata fissata la riunione estiva residenziale dei Vescovi toscani, che si svolgerà nei locali del Seminario di Massa Marittima dal 13 al 15 giugno.

Mentre sono in fase di revisione le deleghe dei vescovi e il rinnovo degli incaricati regionali per i vari ambiti pastorali, la Conferenza Episcopale Toscana ha nominato don Salvatore Glorioso, dell’Arcidiocesi di Pisa, Direttore del Centro Regionale Vocazioni e incaricato regionale per la Pastorale vocazionale.

I Vescovi hanno confermato la nomina di Giampiero Bagnati (della Diocesi di Grosseto) eletto Presidente della Sezione Toscana dell’Unitalsi.

Riccardo Bigi (comunicato)




Domenica 3 aprile la giornata dei cresimandi e dei cresimati

Un incontro di rilancio dopo le difficoltà della pandemia

Domenica 3 aprile si celebra la Giornata dei cresimandi e cresimati. Un appuntamento che torna finalmente in presenza dopo l’interruzione per l’emergenza Covid. L’incontro – spiega Suor Giovanna Cheli, direttrice dell’Ufficio Catechistico – si svolge «domenica prossima, quando i ragazzi sono convocati a conoscere il Vescovo in Cattedrale, la chiesa madre della Diocesi, nel luogo in cui si conservano le reliquie di San Jacopo. Abbiamo pensato questo incontro come l’occasione per riprendere contatti e coinvolgere i cresimati di questi anni, che hanno vissuto la confermazione in un contesto difficile, precario. Vorremmo che facessero festa con noi».

Non mancano le attenzioni necessarie per vivere con serenità la giornata: «per avere un numero contenuto di presenze in cattedrale – spiega Suor Cheli – faremo due incontri scaglionati in fasce orarie diverse. Per questo è necessario iscrivere il proprio gruppo all’incontro entro martedì 29 Marzo alle ore 14.30».

L’incontro si preannuncia festoso e “colorato” come sempre. «I ragazzi arriveranno in Duomo con i loro stendardi e cartelloni, dove avranno rappresentato quello che caratterizza la loro parrocchia. Saranno organizzati per vicariati e suddivisi per numero. La celebrazione sarà presieduta dal Vescovo. Insieme ci racconteremo qualcosa in maniera animata, ascolteremo ancora il brano evangelico che ci ha guidato. Ci saranno  anche – conclude suor Cheli – alcuni interventi rappresentativi, per dare la voce ai cresimandi. A tutti saranno consegnate delle parole chiave per il cammino futuro. Seguirà la benedizione del Vescovo che avrà anche il tono di un mandato. Sarà infine consegnata una piccola conchiglia, simbolo del pellegrinaggio della vita, segno di una mèta che è alta e anche un po’ altra».




Covid: cambiano le regole in chiesa

Nuove misure anti Covid per la partecipazione alla messa. Via il distanziamento, si torna a ricevere la comunione in processione

 

«Un nuovo inizio per rinnovare la nostra fede, l’impegno pastorale a favore del nostro popolo». Il Vescovo Tardelli invita ad accogliere l’allentamento delle misure anti-Covid come l’occasione di una ripartenza nel cammino di parrocchie e comunità diocesane. Sabato 26 marzo 2022, infatti, la Conferenza Episcopale italiana ha reso note le nuove indicazioni per l’emergenza Covid. Questa volta il protocollo proposto dalla Cei propone un allentamento delle misure che vede importanti novità. Il Vescovo Tardelli le ha presentate al clero, con l’invito di renderle note a tutti i fedeli con una lettera circolare.

Il primo e più rilevante punto riguarda il venir meno dell’obbligo della distanza, quindi finisce la contingentazione dei posti in chiesa. Si chiede solo di:

a. Mantenere la mascherina fino alla fine aprile
b. Igienizzarsi le mani all’ingresso
c. Evitare assembramenti in particolare all’ingresso, all’uscita e quando ci siano persone in piedi

Accanto a queste norme più generali la Cei ricorda anche ripresa di alcune pratiche ordinarie nella celebrazione della messa:

  1. Le processioni, di ogni tipo, si possono riprendere. Sempre con le dovute cautele. In conseguenza di questo si riprenda a tutte le SS. Messe la processione per andare a ricevere la Santa Comunione. Naturalmente evitando calche. È opportuno che riprendendo questo rito, se ne spieghi la ragione e si valorizzi il segno. I ministri che distribuiscono la Comunione devono assolutamente indossare la mascherina e igienizzarsi prima le mani. La S. Comunione sarà distribuita “preferibilmente” in mano. Lo precisa la lettera della Presidenza. Quindi i fedeli possono ricevere la S. Comunione anche in bocca. Non si imponga ciò che non è imposto.
  2. Si può riprendere anche la processione offertoriale
  3. Il cosiddetto “accatto”, non si faccia più dopo la Comunione ma all’offertorio.

Restano vive però alcune cautele:

  1. Acquasantiere: si continui a tenerle vuote;
  2. Scambio di pace: è opportuno continuare a volgere i propri occhi per intercettare quelli del vicino e accennare un inchino, evitando la stretta di mano o l’abbraccio;
  3. Igiene ambienti: si abbia cura di favorire il ricambio dell’aria sempre, specie prima e dopo le celebrazioni. Durante le stesse è necessario lasciare aperta o almeno socchiusa qualche porta e/o finestra. I luoghi sacri, comprese le sagrestie, siano igienizzati periodicamente mediante pulizia delle superfici con idonei detergenti;
  4. Sintomi influenzali: non partecipi alle celebrazioni chi ha sintomi influenzali e chi è sottoposto a isolamento perché positivo al COVID-19;

Mons. Tardelli invita i presbiteri a ricordare il valore della messa in presenza, specialmente nel giorno del Signore. Per questo sconsiglia ulteriori celebrazioni in streaming sottolineando che il servizio Rai in ogni domenica e quello del Vaticano sono sufficienti per far partecipare alla meessa,

(Comunicato – Pistoia 28 marz0, 2022)