Pastorale giovanile: insieme verso Santiago

Parrocchie ed équipe di pastorale giovanile lavorano insieme per ricostruire un dialogo. Gli incontri accompagneranno i ragazzi verso gli appuntamenti di Santiago e Lisbona

«Alzati e testimonia la tua esperienza di cieco che ha incontrato la luce, ha visto il bene e la bellezza di Dio in sé stesso, negli altri e nella comunione della Chiesa che vince ogni solitudine». È l’esortazione che Papa Francesco ha rivolto a tutti i giovani in occasione della XXXVI Giornata Mondiale della Gioventù, celebrata a livello diocesano nella solennità di Cristo Re, il 21 novembre.

«Per l’occasione il Servizio di Pastorale Giovanile ha inviato a tutte le parrocchie una preghiera da leggere durante la Messa. Questa idea — spiega Camilla Neri dell’équipe diocesana di pg —, è stata accolta in particolar modo dalla parrocchia di S. Angelo a Bottegone, dove è stata organizzata una veglia di preghiera per adolescenti e giovani, proprio nella giornata di Cristo Re. Allegato alla proposta di preghiera c’era anche l’invito a preparare la Gmg di Lisbona 2023: la corsa verso il Portogallo doveva partire con la Wyd Global Race, una camminata dalla Pieve di Valdibure alla Cattedrale di Pistoia che purtroppo — spiega Camilla — non abbiamo potuto fare per le cattive condizioni meteo».

«Questa — aggiunge — è solo una delle numerose iniziative dell’équipe di Pastorale Giovanile, la quale crede fortemente che, dopo un lungo periodo di chiusura e di privazione di contatto umano, sia tempo di tornare a vivere a pieno la bellezza della comunità e delle relazioni con gli altri. Con questo scopo, è stato messo in atto un programma per ricostruire la rete di amicizia e confronto che è mancata per molto tempo. Tutto — prosegue Camilla — è iniziato sabato 20 novembre con una cena al Centro Giovanni Paolo a La Vergine, durante la quale non sono mancati buon cibo e tante attività per passare una serata in allegria e per conoscere nuove persone. In questo modo si sono recuperati i contatti con i vari gruppi giovani, prima di iniziare una serie di incontri nelle parrocchie ». «Il primo — racconta Camilla — si è svolto nella parrocchia di S. Bartolomeo a Tizzana e Catena il 24 novembre. Il gruppo diocesano è stato accolto dai ragazzi e con loro è iniziato un dialogo di conoscenza e condivisione delle proprie vite ed esperienze, per poi concludere la serata con un momento di preghiera e di festa. Così i ragazzi hanno scoperto una realtà che permetterà loro di vivere esperienze con altri gruppi che fanno lo stesso percorso».

«Da lunedì 6 dicembre – spiega il responsabile diocesano di pg padre Simone Panzeri —, prendono avvio gli incontri di formazione proposti dall’équipe diocesana. Saranno un momento di riflessione, preghiera e confronto aperti a tutti i giovani che vorranno “mettersi in rete” per condividere la propria fede e approfondirla in un cammino comune». «“Come stai con la tua fede?” sarà la domanda che ci guiderà in questo percorso che aiuterà anche i giovani ad allargare i propri orizzonti, a “prendere il largo” verso nuove esperienze di condivisione a livello diocesano. Gli incontri si terranno ogni primo lunedì del mese alle 21 presso il nuovo salone della Pastorale Giovanile, al Tempio, in via San Pietro n. 32 a Pistoia».

 

Sono aperte le iscrizioni al pellegrinaggio diocesano dei giovani a Santiago

Non c’è tempo da perdere, infine, per le iscrizioni per il pellegrinaggio diocesano a Santiago. La Pg propone dal 26 luglio al 2 agosto 2022 il Cammino Portoghese della Costa. L’iniziativa è aperta ai giovani dai 18 ai 35 anni fino ad esaurimento posti. La quota per il pellegrinaggio è di 515 euro e include, oltre al volo aereo da Bologna a Santiago, mezza pensione nel primo e ultimo giorno, ostelli, colazioni, assicurazione, trasporto da e per aeroporto di Santiago. È poi disponibile un servizio di trasporto zaino durante le tappe per il costo di 35 euro.

Per info e iscrizioni: WhatsApp 3317543787 o mail a:restiamoinsiemepg@gmail.com




Gmg 2021: un invito per tutti i giovani

Domenica 21 novembre si celebra la Giornata mondiale della Gioventù a livello diocesano. Le indicazioni della Pastorale Giovanile diocesana. Domenica 28 una “camminata” globale che inaugura il cammino verso Lisbona

 

«Alzati!»: è l’invito che papa Francesco rilancia a tutti i giovani nel suo messaggio per la Giornata mondiale della Gioventù del 2021. Un invito ad alzarsi che riprende il racconto della conversione di Paolo raccontata nel libro degli atti degli apostoli (cfr. At 26,16) e che, nel tempo della pandemia, punta sulle risorse creative e rinnovatrici dei giovani: «Quando un giovane cade, — scrive il Papa nel suo messaggio — in un certo senso cade l’umanità. Ma è anche vero che quando un giovane si rialza, è come se si risollevasse il mondo intero. Cari giovani, quale grande potenzialità c’è nelle vostre mani! Quale forza portate nei vostri cuori!».

Il Papa rivolge a tutti il suo messaggio: «Dio dice a ciascuno di voi: “Alzati!”. Spero con tutto il cuore che questo messaggio ci aiuti a prepararci a tempi nuovi, a una nuova pagina nella storia dell’umanità. Ma non c’è possibilità di ricominciare senza di voi, cari giovani. Per rialzarsi, il mondo ha bisogno della vostra forza, del vostro entusiasmo, della vostra passione».

Il tema della Giornata, che da quest’anno è celebrata nella solennità di Cristo Re (domenica 21 novembre), anziché nella Domenica delle Palme, si aggancia a quello della Giornata Mondiale della Gioventù che si svolgerà dall’1 al 6 agosto 2023 a Lisbona, che avrà per tema “Maria si alzò e andò in fretta” (Lc 1,39). La GMG diocesana, come affermano gli Orientamenti pastorali preparati dal Dicastero dei Laici, della Famiglia e dei Giovani può diventare occasione «per far emergere il potenziale di bene, la generosità, la sete di valori autentici e di ideali grandi che ogni giovane porta in sé».

Per celebrare a livello diocesano la Giornata Mondiale della Gioventù il servizio diocesano di Pastorale giovanile ha preparato un sussidio con alcuni suggerimenti da mettere in pratica nelle parrocchie.

 

SCARICA IL SUSSIDIO DIOCESANO

(Nel sussidio una introduzione per la celebrazione eucaristica, alcuni suggerimenti per le preghiere dei fedeli, una preghiera finale per i giovani).

 

Proprio in sintonia con questo tema e per rilanciare la GMG di Lisbona è stato lanciato dal comitato organizzatore una iniziativa dal titolo: Wyd Global Race. Prendendo spunto dalle parole di papa Francesco che più volte invita i giovani ad alzarsi e mettersi in movimento, l’iniziativa invita i giovani a partecipare ad un cammino mondiale che inizierà domenica 21 novembre per concludersi il 30 novembre. Questo cammino registrato su una apposita APP che i giovani sono invitati a scaricare sui propri cellulari (l’applicazione è scaricabile dal sito internet: wyd.virace.app).

 

Anche la Diocesi di Pistoia si inserisce in questa iniziativa invitando tutti i giovani che lo desiderano a vivere insieme la Global Race domenica 28 novembre. «Ci ritroveremo — spiega padre Simone Panzeri, responsabile del Servizio di Pastorale Giovanile — alle 15 alla Pieve di S. Giovanni Evangelista a Valdibure (via Caloria e Valdibure 36, Pistoia) e insieme cammineremo fino alla Cattedrale di Pistoia (il cammino finirà con il passaggio della Porta Santa del giubileo di San Jacopo).

È questa la prima tappa di un cammino che punta lontano: «Rinnovo a tutti voi, giovani del mondo, — ricorda papa Francesco — l’invito a prendere parte a questo pellegrinaggio spirituale che ci porterà a celebrare la Giornata Mondiale della Gioventù a Lisbona nel 2023».

Per saperne di più:
Servizio Diocesano di Pastorale Giovanile
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E-mail: restiamonisiemepg@gmail.com
WhatsApp: 3317543787 – Padre Simone: 339 2909086




«Il nostro programma di lavoro»

Le parole del vescovo per l’apertura dell’anno pastorale 2021/2022

Domenica 24 ottobre la Chiesa di Pistoia, in comunione con la Chiesa universale, ha avviato il proprio percorso sinodale.
Un cammino che il vescovo illustra con chiarezza alla Chiesa di Pistoia: «Si tratta – ha spiegato nella sua omelia- di convertirci per essere la Chiesa che il Signore vuole».
«Dobbiamo camminare insieme, ascoltarci con attenzioni l’un altro, condividendo doni e carismi, sostenendoci a vicenda. E pregando insieme lo Spirito Santo. Dobbiamo ascoltarlo, ascoltando la voce dello Spirito che parla nelle Scritture, nella voce dei poveri, per annunciare la buona notizia di Gesù morto e risorto per noi.
«Il nostro programma di lavoro quest’anno è dunque presto detto – ha aggiunto-. Camminiamo insieme, alla scuola dell’apostolo Jacopo, pregando, ripensando e continuando ad amare. Per rispondere alla chiamata del Signore che ci vuole chiesa unita nell’amore e in uscita, protesa alla missione. Camminando insieme, cioè in modo sinodale e, soprattutto, con occhi, cuore e mente illuminati dalla speranza».
Il vescovo ha poi conferito il mandato a catechisti, operatori pastorali per le attività del nuovo anno.
La celebrazione si è conclusa con la preghiera per il Sinodo che le comunità cristiane sono invitate a pregare in questo tempo di cammino sinodale.

 

Leggi l’omelia del vescovo Tardelli

 

Preghiera per il Sinodo
Siamo qui dinanzi a te, Spirito Santo:
siamo tutti riuniti nel tuo nome.
Vieni a noi,
assistici,
scendi nei nostri cuori.
Insegnaci tu ciò che dobbiamo fare,
mostraci tu il cammino da seguire tutti insieme.
Non permettere che da noi peccatori sia lesa la giustizia,
non ci faccia sviare l’ignoranza,
non ci renda parziali l’umana simpatia,
perché siamo una sola cosa in te
e in nulla ci discostiamo dalla verità.
Lo chiediamo a Te,
che agisci in tutti i tempi e in tutti i luoghi,
in comunione con il Padre e con il Figlio,
per tutti i secoli dei secoli. Amen



Si apre l’anno pastorale, in cammino con san Jacopo

La nuova lettera pastorale del vescovo Tardelli per l’anno 2021/2022

 

Le indicazioni per la prosecuzione dell’anno santo iacobeo, ma anche novità per la riforma dei vicariati e una maggiore attenzione all’ascolto e alla collaborazione tra clero, laici e parrocchie. Questi in sintesi i capisaldi per l’avvio dell’Anno Pastorale, che prende il via proprio oggi in Cattedrale con la solenne celebrazione eucaristica presieduta da monsignor Tardelli.

La liturgia include anche il mandato a catechisti e operatori pastorali, cioè una preghiera di benedizione che segnala il valore ecclesiale del servizio svolto dai laici in parrocchia. Un momento tradizionale particolarmente significativo e festoso, in cui si raccolgono in Cattedrale le diverse realtà diocesane: parroci, fedeli laici, realtà associative e religiose. In questa occasione il vescovo consegna alla Diocesi anche la lettera pastorale per il prossimo anno: «Camminiamo insieme con l’apostolo Jacopo, pregando, ripensando, continuando ad amare». Un testo nel quale monsignor Tardelli parte dalle criticità del tempo presente, esterne e interne alla Chiesa, per provare a leggerle come una «bella opportunità» per «rinnovare la nostra vita cristiana ed annunciare, ancora oggi la buona notizia del Regno di Dio che è Gesù». Un invito che si colloca all’interno di un cammino più ampio: quello dell’Anno santo iacobeo, che a motivo della pandemia, e in comunione con Santiago de Compostela, prosegue fino al 25 luglio 2022, ma anche quello della carità e della testimonianza in un tempo e in un contesto abitato da diverse “attese di Vangelo” nonché, infine, quello del cammino sinodale che coinvolge tutta la Chiesa, su più livelli: universale, italiano, diocesano.

Il testo è articolato su tre punti: continuiamo l’anno giubilare; camminiamo insieme, celebriamo il Sinodo diocesano.

Nel primo punto si rilanciano i pellegrinaggi alla reliquia di San Jacopo in Cattedrale, riprogrammati per vicariato a partire dal 2022, ma si propone anche l’organizzazione di un pellegrinaggio diocesano a Santiago de Compostela nella prossima estate. L’Anno santo, con la sua proposta di misericordia e conversione, suggerisce anche una maggiore attenzione alle marginalità, come la costituzione di un’opera segno dedicata alle donne in difficoltà.

Nel secondo punto, rivolto alla crescita e formazione di una nuova sensibilità e prassi sinodale, il vescovo invita in primo luogo alla “fatica” dell’ascolto, tra realtà sociali, comunitarie e con il territorio; riforma i vicariati — le unità che articolano il territorio diocesano in raggruppamenti omogenei di parrocchie vicine — per favorire una maggiore collaborazione di clero e di popolo; chiede, entro la Pasqua 2022, la costituzione di consigli pastorali di vicariato «che raccolgano, insieme ai presbiteri e diaconi, i laici delle varie parrocchie del vicariato ». 

Nell’ultimo punto della sua lettera pastorale il vescovo ricorda la preparazione di un Sinodo diocesano, da celebrarsi probabilmente nel 2023, «il cui scopo e quello di individuare le “attese di Vangelo” presenti nelle persone del nostro territorio e nella nostra società, per essere appunto Chiesa in comunione e in uscita, in missione testimoniale ed evangelizzatrice ». Un evento storico (l’ultimo sinodo diocesano risale al 1937) che parte dalla consapevolezza — per riprendere le parole di Papa Francesco — che «non bisogna fare un’altra Chiesa, bisogna fare una Chiesa diversa».




Un nuovo anno pastorale

Domenica 24 ottobre alle 18 la celebrazione presieduta dal vescovo Tardelli

Domenica 24 ottobre il vescovo Tardelli celebrerà in Cattedrale a Pistoia l’inizio dell’Anno pastorale 2021/2022. L’appuntamento è alle 18 con la Messa nella quale catechisti e operatori pastorali riceveranno il mandato per l’anno catechistico.

Il vescovo consegnerà ai presenti anche la nuova lettera pastoraleCamminiamo insieme, con l’apostolo Jacopo, pregando, ripensando e continuando ad amare”. Un testo che riporta un significativo sottotitolo: “Alla scuola dell’apostolo Jacopo: pregare, ripensare, continuare ad amare. In cammino, per rispondere alla chiamata del Signore che ci vuole Chiesa unita nell’amore e in uscita, protesa alla missione. Camminando insieme e cioè in modo sinodale”.

Le parrocchie sono invitate a partecipare con una piccola delegazione.

 

(foto di Mariangela Montanari)




Ragione e dialogo: teologia dell’incontro

Martedì 19 ottobre la prolusione di inizio anno accademico con il prof. Giuseppe Lorizio. Appuntamento nell’Aula Magna del Seminario alle 21; saranno presenti Mimmo Muolo (Avvenire) e il prof. Francesco Gaiffi. Nel corso della serata la consegna dei diplomi da parte del vescovo Tardelli.

 

Il nuovo anno accademico della Scuola teologica diocesana si apre martedì 19 ottobre, con la prolusione dedicata al libro di Giuseppe Lorizio Semi di Logos – segni dei tempi (San Paolo, 2021). Lorizio, della Pontificia Università Lateranense, è uno dei massimi teologi italiani. Saranno presenti, oltre all’autore, anche il giornalista Mimmo Muolo di Avvenire e il prof. Francesco Gaiffi.

Nel corso della serata, il Vescovo consegnerà i diplomi agli studenti che, nell’anno accademico 2020-21, hanno terminato il triennio e redatto la tesina finale.

Il libro Semi di Logos – segni dei tempi funge anche da introduzione al corso di approfondimento incentrato proprio sul tema dei ‘semina Verbi’. L’idea dei semi del Logos (Logos spermatikos, semina Verbi) è stata ispirata ai Padri della Chiesa quando il cristianesimo è venuto ad incontrare le diverse religioni e le varie culture. Anziché riproporre l’antico scontro con gli altri dèi, i primi cristiani furono guidati sulla via dell’incontro.

A parlare di “semi del Logos” in ambito cristiano, per la prima volta, è stato san Giustino, filosofo e martire, a rappresentare l’azione diffusa di Dio nel mondo anche prima e anche aldilà della Rivelazione cristiana. Il simbolo dei “semi” rifrange l’idea di frammenti di verità in nuce, di barlumi di Dio, di spiragli del Bene, gettati “a spaglio” sull’umanità di ogni dove e di ogni quando e raccolti dagli esseri umani al prezzo di ricerche raziona- li faticose e difficili. Il termine “Logos” è preso direttamente dal prologo del Vangelo di Giovanni: «In principio era il Logos», poi tradotto in italiano con il “Verbo” o, ancora, la “Parola”. Alle orecchie degli ellenici e degli ellenizzati, tuttavia, questo termine non poteva suonare che come “Ragione”. San Giustino, intento a presentare ai romani il Cristianesimo come la vera filosofia procede su questa via dell’incontro. Il Logos, infatti, prosegue Giustino, era presente nel mondo ancor prima della sua Incarnazione avvenuta in Galilea e, ancor prima della sua Incarnazione, gli esseri umani ne parteciparono.

Il fatto che ne partecipassero non implica che vi aderissero, ovvero che agissero tutti secondo la guida della ragione. Coloro che, tuttavia, si lasciarono guidare dalla ragione, ovvero dal Logos, che poi si incarnerà in Cristo Gesù, possono anche denominarsi ‘cristiani’ ante litteram.

Con l’Incarnazione, poi, i puntiformi semi di Logos vengono assorbiti nella Rivelazione, come fiammelle alla luce del Sole di mezzogiorno. A partire dal IV secolo, alla visione universale delle varie forme di sapienza come semi di Logos, si viene a sostituire il principio extra ecclesiam nulla salus, che sembrò restringere la Grazia di Dio al solo perimetro della Chiesa e, come tale, fu assunto nella dottrina ufficiale con il Concilio Lateranense IV (1215) e la Bolla Unam sanctam di Bonifacio VIII del 1302. L’impostazione già si elasticizzò con il Concilio di Trento e si andrà via via allentando fino al Concilio Vaticano II, in un periodo in cui le cosiddette “teologie delle religioni” avevano già dato segno della loro presenza.

Oggi, il dialogo interreligioso, sempre in virtù del Logos, scorre a pieno regime e tale tendenza trova uno delle sue vette nell’affermazione contenuta nel Documento sulla Fratellanza umana per la pace e la convivenza comune, redatto da papa Francesco nel corso del viaggio apostolico negli Emirati arabi uniti nel febbraio 2019 e co-firmato anche dal Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb.

Andrea Vaccaro




Addio a don Umberto Guidotti

Prete missionario accanto agli ultimi in Brasile. Martedì le esequie in Cattedrale

Nelle prime ore di lunedì 11 ottobre è morto don Umberto Guidotti (80 anni).

Presbitero molto noto per la sua lunga e feconda attività missionaria, già malato da tempo, si è aggravato negli ultimi giorni. Dal Brasile, dove ha vissuto e operato a lungo, era tornato a causa delle sue condizioni di salute. Ha vissuto in Seminario a Pistoia i suoi ultimi anni.

Per ventisette anni è stato in Brasile: otto anni insieme ai lebbrosi, altri otto a fianco dei contadini brasiliani che lottavano per una riforma agraria, gli ultimi a lavorare in difesa dei diritti umani.
In Amazzonia è stato responsabile della pastorale per i diritti umani, minacciato nel 1996 e nel 1998 dalla polizia locale per la sua difesa dei bambini di strada.
Oltre al Brasile, Don Umberto ha operato per la pace anche in Africa, nel Mozambico.

La Diocesi esprime il suo cordoglio a parenti, amici, conoscenti e ringrazia il Signore di un’esistenza sacerdotale così luminosa.
Il Signore lo accolga nel suo Regno.

Sarà possibile salutare don Umberto presso la Chiesa di Santa Chiara in Seminario a Pistoia dal pomeriggio di lunedì 11 ottobre.
Le esequie saranno celebrate dal vescovo Tardelli martedì 12 ottobre alle 15.30 nella Cattedrale di San Zeno a Pistoia.

 

In ricordo di don Umberto ci piace condividere questo suo pensiero, scritto in occasione dei suoi 50 anni di sacerdozio.

A coloro che amano la Bibbia e difendono la centralità della Parola di Dio, dico: Ricordatevi la formula di K. Barth: sì Bibbia, ma anche
giornale. La Bibbia mi dà il grido di Dio; il giornale il grido degli uomini.
A coloro che amano la liturgia e la preghiera come centro della vita cristiana, dico con Madre Teresa di Calcutta: “Le mani che aiutano
sono più preziose delle mani che pregano.”
Oggi, ricordando 40 anni di missione in Brasile, di cui dieci in Marañhao, mi chiedo: che cosa ho fatto: ho piantato? Altri raccoglieranno. Ho contribuito a radicare la Chiesa di Gesù in Brasile?
Il compito continua … passo il “testimone” ai più giovani e più sani, ma dichiaro: venni per evangelizzare e fui evangelizzato.
Ora torno in Italia, ma, anche indebolito, sono ancora un sognatore che pensa e un pensatore che sogna: un altro mondo è possibile.
Un’altra Chiesa è possibile. Il sogno di Gesù: Il Regno di Dio. È possibile una Chiesa più simile al Regno di Dio.

Grazie Chiesa del Brasile.
Grazie Chiesa dell’Amazzonia
Grazie Conferenza dei Vescovi del Brasile.
Pregate per me.

San Luis de Maranhão, 19 marzo 2015




Secondo fine settimana di appuntamenti ai Linguaggi del divino

Tra gli appuntamenti l’intervento del prof. Andrea Di Maio, uno dei massimi esperti del pensiero di San Bonaventura da Bagnoregio. A Pistoia anche i sociologi Mauro Magatti e Chiara Giaccardi. Domenica 10 conclude il festival la relazione del filosofo Silvano Petrosino e lo spettacolo di Giovanni Scifoni

 

Il nuovo fine settimana del festival di teologia “i linguaggi del divino” si apre venerdì mattina con una relazione a metà tra filosofia e teologia dal suggestivo titolo: “Avanti sì, ma verso dove?”. Cammino, pellegrinaggio, itinerario.

«Il “Cammino di Santiago”, — spiega il relatore, ANDREA DI MAIO, professore di filosofia alla Pontificia Università Gregoriana, uno dei massimi esperti del pensiero di San Bonaventura da Bagnoregio — è metafora del cammino della vita, è quindi un costante invito ad andare Oltre (“Ultreya” e “Suseya”, ossia più in là e più in alto), ma anche ad addentrarsi sempre più alla ricerca del centro unificante della vita e del punto di contatto con Dio. Anche senza muoverci fisicamente, possiamo tutti sempre effettuare questo viaggio interiore muovendoci con la riflessione e il desiderio, secondo un semplicissimo itinerario ben descritto da San Bonaventura: raccogliersi dall’esteriorità all’interiorità per slanciarsi verso l’ulteriorità». Introdurrà la relazione, programmata alla Chiesa del Carmine alle ore 10, il prof. Francesco Gaiffi.

Riparte dal viaggio interiore, che chiede l’uscita da sé e procede incontro all’altro (e all’oltre) la relazione del prof. MARCO STRONA (Chiesa del Carmine, ore 17), dal titolo: “La mistica del pellegrinaggio da Ignazio di Loyola a papa Francesco”. Un incontro che proverà a leggere il discernimento di Papa Francesco, sul fenomeno della migrazione, a partire da una doppia matrice: la mistica ignaziana e la recezione latino-americana dell’ecclesiologia del “popolo di Dio”. Modererà l’incontro la prof.ssa Mariangela Maraviglia.

Sabato pomeriggio un altro appuntamento con due personalità di primo piano del mondo cattolico: MAURO MAGATTI e CHIARA GIACCARDI, entrambi docenti di sociologia all’Università Cattolica di Milano. «Il grande sistema tecno/economico, con la sua neutralità etica e le sue pretese di controllo — spiegano i due sociologi — vorrebbe rendere superflua la questione religiosa, ingabbiando la vita e il suo rischio in gabbie e schemi, ma dobbiamo scommettere che vale la pena metterci in cammino senza già sapere dove arriviamo: è il modo per rendere la vita un’avventura e non semplicemente un ripetere degli schemi già consolidati». Che cosa significa, per un cattolico, stare davvero nel proprio tempo, accettandone le sfide? Ci aiuteranno a pensarci Mauro Magatti e Chiara Giaccardi nell’incontro di sabato 9 ottobre alle 17 alla chiesa del Carmine a Pistoia. Introdurrà la prof.ssa Edi Natali.

Sabato sera alle 21, sempre nella Chiesa del Carmine, spazio per la presentazione evento del volume “Ritrovata Umanità” (Gli Ori, Pistoia 2021). Un testo nato dall’ispirazione di alcuni giovani, a partire dall’esperienza di una via Crucis, raccontata dalle fotografie in bianco e nero di MARIANGELA MONTANARI. La serata proporrà letture, suoni, visioni che scaturiscono dalle limpide profondità d’animo dei giovani.

La conclusione del Festival, domenica 10 ottobre prevede altri due appuntamenti di assoluto rilievo: alle 17, ancora nella Chiesa del Carmine, il filosofo SILVANO PETROSINO che proporrà una relazione dedicata a uno dei suoi ultimi lavori: “Il vivente e l’al di là dell’uomo: la logica del desiderio” (Vita e Pensiero, Milano 2019). Petrosino è filosofo internazionalmente noto per i suoi studi sul pensiero di Lévinas e Derrida, è professore ordinario presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove insegna Antropologia filosofica. Introdurrà la relazione la prof.ssa Edi Natali.

Conclude il cartellone degli eventi lo spettacolo di GIOVANNI SCIFONI “Anche i santi hanno i brufoli”. Lo spettacolo, contrariamente a quanto indicato in precedenza, avrà luogo presso il Piccolo Teatro Bolognini di Pistoia Domenica 10 ottobre alle ore 21. Restano ancora pochi posti disponibili.

Per le prenotazioni a questo e agli altri eventi, inviare un messaggio whatsapp o sms al numero 351 73 91 480 | ilinguaggideldivino@diocesipistoia.it. È necessario il Green Pass.

Segui gli eventi del festival attraverso i nostri approfondimenti su: www.settimanalelavita.it e il programma su www.diocesipistoia.it, ma anche attraverso le nostre pagine Facebook e Instagram (Diocesi di Pistoia).
Alcuni degli eventi in cartellone saranno disponibili sul canale You Tube diocesano nella playlist: Linguaggi del divino – Edizione 2021. (https://www.youtube.com/c/DiocesidiPistoiavideo )

PISTOIA 6 ottobre 2021




A Pistoia “Camminare sul mare”. Un dialogo sul Mediterraneo

Il Cardinale Gualtiero Bassetti, l’arcivescovo di Santiago e il patriarca latino di Gerusalemme a colloquio per “i linguaggi del divino 2021”

PISTOIA – Un incontro storico per Pistoia. Domenica 4 ottobre, all’interno del programma del festival teologico “I linguaggi del divino” si sono confrontati sul tema Mediterraneo come spazio di pace il presidente CEI Card. Bassetti, mons. Barrio Barrio, vescovo di Santiago di Compostella e mons. Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme. Ha coordinato il dibattito Marco Tarquinio, direttore di Avvenire.

Ecco alcuni stralci del dialogo di domenica:

 

Card. Gualtiero Bassetti

«Non è più accettabile concepire il Mediterraneo come un cimitero di “migranti ignoti” che muoiono a migliaia imbarcati sulle carrette del mare. Non più accettabile neanche considerare questo bacino soltanto come un luogo della disparità economica tra Nord e Sud. E non è più accettabile continuare i vecchi scontri di civiltà tra culture, eserciti e religioni diverse.

Ero studente di teologia quando La Pira avviò i colloqui sul Mediterraneo. La Pira aveva intuito la vocazione del Mediterraneo. Quella di essere una profezia di pace.

Il Mediterraneo ha una vocazione unica. È un piccolo mare, ma che bacia tre continenti: Europa, Asia, Africa. Una culla provvidenziale per lo sviluppo delle civiltà. Ci sarà uno scopo della Provvidenza su questo mare. Il Mediterraneo è anche il mare di Abramo: ha una vocazione, voluta da Dio, ha una missione, quella di essere profezia di pace. Chiamare tutti i vescovi del Mediterraneo a Bari è stata un’idea importante. E tra qualche mese ci saranno i sindaci del Mediterraneo a Firenze. Sono piccoli segni di fraternità di pace e di comunione tra noi».

 

Mons. Pierbattista Pizzaballa

«Molti dicono che ci sarà pace nel mondo finché non ci sarà a Gerusalemme, ma il mondo non può aspettare. A Gerusalemme ogni tradizione ha una sua narrativa su Gerusalemme, ognuna ritenuta parziale dagli altri. Il primo impatto con Gerusalemme crea disorientamento: la città che non è generosa con chi ha fretta. Però chi occasione di trascorrere qui più tempo, di abitarci, si rende conto che è una città inclusiva, veramente “casa di preghiera per tutti i popoli”».

Mons. Pizzaballa prende spunto da questa immagine per fare riferimento al libro dell’Apocalisse, «dove si parla della Gerusalemme celeste che scende sulla terra. L’Apocalisse la presenta come città dove non c’è tempo né sole, che vive nella luce pasquale, le cui dodici porte sono sempre aperte per ricevere i popoli che arrivano da tutta la terra. Una visione di quella che dovrebbe essere la nostra vocazione».

Le tensioni e i contrasti che si registrano a Gerusalemme non possono essere risolti, d’altra parte, prescindendo delle identità di ogni comunità religiosa. «Le identità forti — spiega Pizzaballa — sono un problema ma fino a un certo punto. Nel dialogo, qui in Terra Santa, è bene custodire le identità, i confini identitari – ha aggiunto – non dobbiamo avere paura, finiscono linguaggi, certe abitudini, ma le esperienze crescono, forse col tempo si potrà vedere come si sviluppa un nuovo mondo. Forse — conclude — non andrà tutto bene, ma i capisaldi della nostra fede resteranno sempre».

 

Mons. Juliàn Barrio Barrio

«La grande maggioranza dei pellegrini che arrivano a Santiago accoglie il messaggio che gli offre la nostra Chiesa. Abbiamo bisogno di offrirglielo. Non dobbiamo avere paura. A chi non ha trovato diciamo: continua a cercare». Mons. Barrio Barrio parla della sua lunga esperienza di vescovo a Santiago (ben 29 anni) affermando che «il pellegrinaggio oggi è un segno dei nostri tempi a cui dobbiamo fare attenzione. Ma i pellegrini vengono a noi e noi abbiamo bisogno di offrirgli la nostra esperienza di fede. Tutti dobbiamo aiutarci, pur con il senso di povertà che avvertiamo».

«Papa Francesco — ha aggiunto —, in suo discorso ha ricordato come in Santiago si incontrino il centro e la periferia. Questa realtà è piena di ricchezza, perché l’Europa si è fatta pellegrinando, per le strade. Oggi, più che mai, mi sembra che noi europei ci stiamo affidando soltanto ai nostri sforzi e volontarismi. Il cammino di Santiago è una provvidenza che ci aiuterà a riscoprire la nostra identità. Purtroppo oggi, in Europa, abbiamo un’antropologia che non è nemmeno umana. Il cammino di Santiago è un aiuto per tutti. Anche per quanti non sono cristiani».

Monsignor Pizzaballa, rispondendo alla domanda: “Nella bisaccia del pellegrino cosa metterebbe?” ha risposto: «Una signora molto povera arrivata dal Messico qui in Terrasanta aveva portato questo con sé soltanto due cose: una coperta e una Bibbia. Ecco mi sentirei di dire che aveva preso tutto».

 




Le iniziative per l’ottobre missionario

Il mese di ottobre è dedicato alle Missioni. La Veglia di quest’anno si svolgerà nella chiesa di San Benedetto giovedì 14 alle 21 e sarà presieduta dal vescovo Fausto Tardelli

di Daniela Raspollini

Ogni anno la Chiesa di Pistoia dedica alle Missioni una Veglia di preghiera organizzata a cura del Centro missionario. L’edizione 2021 si svolgerà giovedì 14 ottobre alle 21 presso la parrocchia di San Benedetto. La Veglia, presieduta dal vescovo Fausto Tardelli, rappresenta il momento culminante del mese che, da 95 anni, è interamente dedicato alla missio ad gentes.

Come afferma papa Francesco nel suo messaggio per la Veglia di quest’anno: «Come gli Apostoli e i primi cristiani, anche noi diciamo con tutte le nostre forze: “Non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato” (At 4,20). Tutto ciò che abbiamo ricevuto, tutto ciò che il Signore ci ha via via elargito, ce lo ha donato perché lo mettiamo in gioco e lo doniamo gratuitamente agli altri. Come gli apostoli che hanno visto, ascoltato e toccato la salvezza di Gesù (cfr 1Gv 1,1-4), così noi oggi possiamo toccare la carne sofferente e gloriosa di Cristo nella storia di ogni giorno e trovare il coraggio di condividere con tutti un destino di speranza, quella nota indubitabile che nasce dal saperci accompagnati dal Signore. Come cristiani — prosegue il Papa — non possiamo tenere il Signore per noi stessi: la missione evangelizzatrice della Chiesa esprime la sua valenza integrale e pubblica nella trasformazione del mondo e nella custodia del creato». Le parole di papa Francesco, sulla scia delle sue encicliche Laudato si’ e Fratelli tutti sono, come sempre, impegnative. «Non abbiamo scuse — spiega Lucia Fedi, del Centro missionario diocesano —, tanto più se facciamo memoria dei missio- nari, annunciatori del Vangelo ma anche promotori di una vita nuova che valorizza la dignità e le potenzialità che il Signore ha donato a ciascun essere umano, doni che necessariamente devono essere messi al servizio di tutti».

La Giornata mondiale missionaria sarà invece celebrata domenica 24 ottobre attorno al tema: “Non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato (At 4,20). Testimoni e profeti”. «Il Centro missionario diocesano — prosegue Lucia Fedi —, invita i fedeli ad essere generosi in questo giorno speciale perché se è vero la pandemia del Covid- 19 ha colpito duramente la nostra nazione, dobbiamo però avere coscienza che si sta aprendo uno scenario di speranza, sia dal punto di vista economico che sanitario e sociale.

Non è dunque possibile dimenticare che la pandemia ha colpito in modo ancora più drammatico i paesi più poveri dove la popolazione manca di tutto: di lavoro, di cibo, di acqua, ma anche di istruzione, assistenza sanitaria e vaccini. Non possiamo fare a meno di registrare le tragiche conseguenze delle devastazioni causate dai cambiamenti climatici, dallo sfruttamento insensato del suolo e dei beni minerari, ma soprattutto dalle guerre e dal terrorismo che vengono portati avanti, anzi alimentati, dagli interessi economici e dal traffico delle armi prodotte nei paesi occidentali, Italia compresa. Non è lecito quindi lamentarsi se da noi arrivano tanti migranti, nei confronti dei quali, come cristiani, abbiamo il dovere di essere accoglienti ed aiutarli ad integrarsi. “Dio è amore” ci ricorda San Giovanni apostolo».

(ottobre 2021)