Il Dio che nasce nel silenzio. L’omelia di Natale del Vescovo

L’omelia del vescovo Tardelli per il Santo Natale 2021

In una grotta o in una capanna o in una semplice stalla, perché non c’era posto per loro nella casa: così è nato nel tempo il re dei re, il Verbo unigenito del Padre, il Salvatore del mondo. Deposto in una mangiatoia, tra paglia e animali. Un parto di emergenza direi; alla meglio. Con Giuseppe e Maria, lontani da casa. Avevano dovuto lasciare Nazareth al nord della Palestina e scendere a sud, a causa del censimento ordinato dall’imperatore di Roma – quello si, grande e potente, che governava da ricchi e lussuosi palazzi. Giuseppe e Maria non ebbero nemmeno un posto dove alloggiare a Betlemme, dopo aver affrontato un viaggio sicuramente disagevole.

Nasce così, il Signore Dio, nel silenzio nascosto di una notte. Non ci sono inservienti, camerieri; non c’è gente, men che meno folla a sottolineare la grandezza dell’evento. Nessuno: quello di Dio che si fa uomo è il fatto assolutamente più straordinario della storia, eppure accade nel silenzio più totale, nel nascondimento più grande. Non ci sono giornalisti né troupe televisive. Per eventi di minore importanza, si riempiono stadi e piazze. Qui no. L’evento più incredibile della storia accade e nessuno se ne accorge. E’ Dio stesso che ha scelto questo modo umile e nascosto per entrare nella nostra storia, per entrarvi potremmo dire, in punta di piedi.

Dice San Paolo che il Verbo di Dio annientò se stesso, assumendo la forma del servo. Mistero davvero insondabile quello dell’annichilamento di Dio per amore nostro.

Per la verità, all’evento, qualche spettatore in qualche modo ci fu: i pastori, quei miseri pastori che custodivano le greggi poco distanti dal luogo del parto. Gli angeli del cielo, proprio a loro annunciarono la nascita del Salvatore. Non andarono a suonare la tromba in mezzo alle strade di Gerusalemme o per le contrade d’Israele. No. Annunciarono a quei semplici pastori: “Oggi è nato per voi un Salvatore che è Cristo Signore”. E così i pastori, accorsi dal bambino, furono gli spettatori unici di quell’evento mirabile e straordinario.

Mi sono dilungato nel narrare le modalità della nascita del Salvatore, del Figlio unigenito del Padre, perché in questa modalità è racchiuso il messaggio stesso del Natale e anche una radicale contestazione dei modi sbagliati di sentire e viverlo. Non solo: la modalità scelta da Dio per venire tra noi, ci indica con chiarezza quella che è la strada da percorrere, la strada giusta, quella vera che porta alla pienezza della vita e della gioia.

Credo che non ci sia bisogno di molte parole. La modalità scelta da Dio per incarnarsi è per se stessa molto eloquente e ognuno di noi può facilmente trarne le dovute conclusioni. Accenno quindi ora soltanto ad un paio di cose che a mio parere meritano di essere raccolte perché da esse scaturiscono tante altre considerazioni e propositi di vita.

La prima cosa che sottolineo è la stupefacente e sorprendete rivelazione di un Dio che si fa piccolo, quasi insignificante, debole e fragile; un Dio che per agire, sceglie il silenzio e il nascondimento. Un Dio che possiamo ben dire si annienta per amore della sua creatura. Una creatura, quella umana, che si era perduta nel male e che Egli viene a cercare, facendosi compagno di strada e spesso di sventura. Un Dio così stupisce all’inverosimile, incanta, commuove ma pone anche un sacco di interrogativi alla nostra mente e al nostro modo di vivere. Ci provoca, ci scuote, non ci lascia in pace, anche perché si ripresenta a noi nel volto di tutti gli scartati e i poveri della terra….

Questo è il nostro Dio: questo è il Dio di Gesù Cristo; è il Dio in cui noi cristiani crediamo; l’unico Dio, comunque lo si voglia chiamare. Questo è il suo volto, il suo vero volto. Ogni altra immagine di Lui è falsa e fuorviante. E un Dio così o lo si rifiuta per rabbia, come è accaduto e purtroppo accade anche oggi, oppure lo si ama incondizionatamente, imparando da Lui ad amare e come si amano gli altri. Noi così spesso affannosamente dediti al nostro benessere psicofisico; alla ricerca di mille comodità; noi così speso chiusi nel castello fortificato del nostro io; così protesi alla ricerca del nostro esclusivo e individuale interesse; noi così pronti ad odiarci e ad usarci violenza, di fronte a questo Dio che si fa bambino, dobbiamo scegliere da che parte stare, se continuare a stare dalla parte di Erode che fa strage di innocenti oppure da quella di Giuseppe, di Maria e dei pastori che accolgono e amano. Non si può restare nel mezzo.

Ed ecco allora la seconda cosa che vorrei sottolineare. Il modo di fare di Dio nel Natale, ci mostra anche la strada che siamo invitati a scegliere; ci dice chiaramente come dobbiamo impiegare la nostra libertà: prendendoci cioè cura dei nostri fratelli, avendoli a cuore, senza paura di abbassare il nostro io egocentrico e presuntuoso. E’ semplice, ma quanto difficile capirlo e metterlo in pratica! Paradossalmente, pure la pandemia che sembra non volerci abbandonare, ci sta insegnando la stessa cosa: la situazione si migliora e se ne può uscire, soltanto prendendoci a cuore gli uni degli altri. Soltanto acquisendo, ognuno, un sempre più forte senso di responsabilità per il bene comune.

Il silenzio nascosto del Natale, ci dice anche che per percorre questa strada di giustizia e di pace, di verità e di amore, non occorrono sceneggiate e spettacolarità. Non occorre la grancassa. Non si tratta di apparire ma di essere. Ci vuole invece quell’impegno quotidiano e generoso che non viene meno se anche nessuno lo nota. Occorre la consapevolezza che le scelte di ciascuno di noi, quelle stesse che consideriamo private, tanto private poi non sono, perché sono tutte importanti per il bene comune, noi cristiani diciamo per l’edificazione del Regno di Dio. Pure questo lo stiamo apprendendo, seppur con fatica, nell’attuale frangente della storia: dalle scelte individuali dipende il bene della collettività e una libertà senza responsabilità è solo rovina di sé e della società.

Davanti al Natale del Signore dunque, davanti al presepe, abbiamo innanzitutto da ringraziare il buon Dio per questo suo modo davvero sorprendente di fare che ci mostra tutta la sua tenerezza e permette a noi di avvicinarci a Lui senza timore. Nello stesso tempo davanti al presepe impariamo anche quella che è la strada da percorrere, quella stessa percorsa da Dio, quella dell’autentica umanità: l’unica che ci apre già in terra le porte del Paradiso.

+ Fausto Tardelli, vescovo




Gli auguri di Natale del vescovo Tardelli alla Diocesi

“Ho sentito in fondo all’anima che la vita di ciascuno di voi mi sta a cuore e vorrei con tutto me stesso la felicità per ognuno di voi”

Ecco allora il perché di questi auguri: per dire, a me e a voi, che dobbiamo imparare, nella semplicità e nella pochezza di quello che siamo in grado di fare, a prenderci a cuore la sorte dei nostri fratelli“. Così si concludono gli auguri che il vescovo di Pistoia, monsignor Fausto Tardelli, rivolge a tutti i fedeli nel suo messaggio.
Di seguito il testo completo del messaggio del vescovo Tardelli:

Ci ho pensato un po’ prima di scrivere questi auguri di Natale. Troppo scontati, mi son detto. Troppo banali, alla fine solo formali e vuoti. Poi però ho deciso di inviarli lo stesso, alla città e agli uomini e alle donne che vivono qui. Mi sono deciso perché ho sentito in fondo all’anima che la vita di ciascuno di voi mi sta a cuore e vorrei con tutto me stesso la felicità per ognuno di voi. Allora, perché non dirvelo? E ho anche pensato che, alla fine, il messaggio del Natale è proprio questo: Dio ha a cuore la vita di ogni uomo e donna. Per questo è venuto in mezzo a noi; per darci la possibilità di una vita piena e felice. Non è venuto però come un ricco magnate in vena di beneficenza ma come un fratello umile che condivide la nostra fatica e anche i nostri dolori. Ecco allora il perché di questi auguri: per dire, a me e a voi, che dobbiamo imparare, nella semplicità e nella pochezza di quello che siamo in grado di fare, a prenderci a cuore la sorte dei nostri fratelli.

A Natale, come in tutti i giorni dell’anno.

+ Fausto Tardelli, vescovo



Santo Natale: le celebrazioni del vescovo

Si avvicina il Natale e anche il tempo delle celebrazioni liturgiche più sentite dell’Anno. Ecco gli orari delle Sante Messe solenni, presiedute da monsignor Tardelli nella cattedrale di Pistoia:

Venerdì 24 dicembre – ore 23,15: In Cattedrale, Santa Messa della Notte Natale

Sabato 25 dicembre – ore 11,00: Pontificale in Cattedrale con benedizione Papale e indulgenza plenaria;

Lunedì 27 dicembre – ore 17,00: In San Giovanni Fuorcivitas, Statio Giubilare, pellegrinaggio in Cattedrale e Santa solenne presieduta dal vescovo;

Venerdì 31 dicembre – ore 18,00: In Cattedrale, Te Deum di ringraziamento di fine anno.

Giovedì 6 gennaio – ore 11: Pontificale in Cattedrale per la Solennità dell’Epifania.

 

 

(foto di Mariangela Montanari)

 




Dossier Caritas: i numeri della crisi

Presentato il Dossier Caritas 2021 e l’opera segno dell’anno iacobeo “Unica: dalla parte delle donne”

“Non ho più nulla. Mangiamo da una settimana pasta in bianco. A mio figlio, per non dare l’idea della miseria, preparo una torta al cioccolato, ma tra pochi giorni non avremo più niente da mangiare”. Una telefonata, tra le tante – raccontata da Francesca Meoni, vice direttrice Caritas – che descrive la storia di chi ha dovuto chiudere un’attività per la pandemia e si è trovato improvvisamente in difficoltà. Le risposte, per fortuna, sono arrivate con l’attivazione dei servizi Caritas. La pandemia ha fatto concentrare l’impegno sui beni primari, operando, in uno scenario drammatico, scelte emergenziali, modalità di ascolto inedite, spesso realizzate da volontari anche avanti con l’età.
Realtà illustrate sabato 11 dicembre, in occasione della presentazione del Dossier Caritas 2021, il rapporto annuale sulle risorse e le povertà del territorio. Un appuntamento che ha visto una larga partecipazione per fare il punto sulle povertà a Pistoia e nel territorio. L’incontro è stato aperto dal “grazie” di Marcello Suppressa, direttore della Caritas diocesana in un tempo difficile. Tanti i segni di generosità: da quella di volontari e operatori a quella della fondazione Caript, dai contributi delle parrocchie alla generosità di chi si è autotassato con l’iniziativa “Nessuno si salva da solo” (oltre 70mila euro raccolti).
“Un netto balzo in avanti delle persone che si affacciano ai centri di ascolto”. È il primo dato che emerge dal dossier, puntualmente illustrato da Giovanni Cerri, e che fa sintesi del lavoro dei 28 centri operativi Caritas sparsi in tutto il territorio diocesano. “Con la pandemia – afferma- è stato registrato un forte aumento”. E tra gli utenti si presentano sempre più “famiglie piuttosto giovani e persone che vivono una grave marginalità (emigrati senza permesso di soggiorno, senza fissa dimora..)”.
La pandemia ha chiaramente alterato ritmi e numeri delle presenze, ma ha anche inciso nella rilevazione dei dati a causa di chiusure e limitazioni per la sicurezza sanitaria. I numeri rilevati tuttavia, ampiamente illustrati nelle pagine del Dossier, offrono uno scenario molto chiaro sulle criticità emergenti. Tre le presenze, ad esempio, aumentano anche gli italiani, che sono almeno il 40% degli utenti, il resto è prevalentemente originario del nord Africa. Pur registrando aumento di persone provenienti da Gambia, Pakistan, Filippine, Nigeria. Nel territorio è soprattutto il Comune di Pistoia quello con maggiori criticità, segue Montemurlo, che comprende anche il centro di Oste. La maggior parte degli interventi è relativa a beni materiali (alimenti, generi di prima necessità). Tra tutto il 2020 e il 2021 sono stati erogati beni per il valore di circa 1milione di euro. Sono oltre 700 poi, le persone che ogni mese hanno usufruito dell’Emporio della Solidarietà. Aumentano dunque gli utenti, ma anche lo sforzo di erogazione dell’Emporio che ha accresciuto notevolmente la propria offerta grazie a importanti contributi (su tutti i fondi dell’8×1000).
Durante la pandemia alla mensa non sono state poste limitazioni e sono stati erogati pasti senza registrazioni a chiunque si fosse presentato. L’offerta è dunque aumentata e resa possibile grazie ai fondi 8×1000 e del Comune di Pistoia. Ma il Dossier  – spiega Cerri – rileva anche l’aumento delle spese per le utenze e per gli anticipi ai servizi sociali attivati dai centri di ascolto del territorio. Cerri ha poi concluso il suo intervento illustrando i vari servizi attivi in Diocesi e ringraziando i volontari per la loro disponibilità.
“Il Dossier – ha affermato il vescovo Tardelli – è sempre un pugno nello stomaco, perché evidenzia che il problema della povertà si è aggravato. Il nostro sistema economico produce povertà. Cos’è che non va nel nostro territorio? E chi non si rivolge ai centri di ascolto, quali criticità sta vivendo?”
“Il Dossier – ha aggiunto – è anche un atto di denuncia, di critica. Del sistema economico, bancario, amministrativo. La Caritas è un’opera importante, ma non è la soluzione di ogni problema. Spesso fa un’opera di supplenza. I volontari sono una forza grandiosa., ma non possono sostituirsi alle istituzioni. Li ringrazio di cuore; sono tanti, permettono anche questa rilevazione, che non è asettica, ma frutto di un dialogo ‘umano’. Tanti danno cuore, tempo, energie per i fratelli”.
Francesca Meoni, vice direttrice Caritas ha infine illustrato l’opera segno proposta dalla Diocesi per l’Anno Santo Iacobeo.
“Oggi i tempi – ha affermato Francesca Meoni, vice direttrice Caritas – ci chiedono di essere ‘sviluppatori di benessere’, pensando ai bisogni specifici della gente. Soluzioni generaliste non reggono. Abbiamo bisogno di entrare nella verità delle persone”. La svolta digitale anche nei servizi alla persone, per fare un esempio, ha di fatto marginalizzato ancora di più i marginali. Avere un cellulare in mano infatti, non significa avere competenze digitali per fruire di tanti servizi.
Va in questo senso ‘Unica. Dalla parte delle donne‘: l’opera segno realizzata dalla Diocesi.
Un risposta al disagio che vivono le donne in questo tempo. “Tante e in aumento – segnala Meoni – sono infatti le famiglie monoparentali, composte da donne sole con figli, divise tra lavoro, maternità, disagi. Situazioni di vita complesse che chiedono risposte per sostenere l’autonomia. Da domenica 12 dicembre prenderà il via una raccolta fondi, con l’Avvento di Fraternità nelle parrocchie. A gennaio arriverà invece un tavolo di concertazione per sviluppare al meglio i servizi di Unica.
Una iniziativa segno che sta molto a cuore del vescovo. “È un segno importante dell’Anno Santo iacobeo” ha sottolineato il vescovo, che va incontro al problema del femminicidio”.
In conclusione don Paolo Tofani, vice direttore Caritas che ha preso spunto dal tema della sinodalità. “Il punto principale è l’ascolto. Le nostre parrocchie sono molto autoreferenziali, hanno bisogno di aprirsi, di ascoltare chi è lontano, povero. Le comunità parrocchiali hanno bisogno di convertirsi sempre più in ascolto dei poveri”.
“Dobbiamo vincere l’indifferenza” – ha concluso il vescovo Tardelli. “Sempre più la nostra società produce scartati. Vincere l’indifferenza, prendersi cura, superare lo scarto è oggi sempre più necessario”. La diocesi ogni anno riceve 639mila euro derivati dall’8×1000 destinati esclusivamente alla Carità. “Non dimentichiamo – ha affermato – questo sforzo importante della Chiesa italiana. E’ una cifra pari a quella erogata per le attività pastorali. La metà di quanto arriva dall’8×1000 va incontro alle necessità della gente”.



Pastorale giovanile: insieme verso Santiago

Parrocchie ed équipe di pastorale giovanile lavorano insieme per ricostruire un dialogo. Gli incontri accompagneranno i ragazzi verso gli appuntamenti di Santiago e Lisbona

«Alzati e testimonia la tua esperienza di cieco che ha incontrato la luce, ha visto il bene e la bellezza di Dio in sé stesso, negli altri e nella comunione della Chiesa che vince ogni solitudine». È l’esortazione che Papa Francesco ha rivolto a tutti i giovani in occasione della XXXVI Giornata Mondiale della Gioventù, celebrata a livello diocesano nella solennità di Cristo Re, il 21 novembre.

«Per l’occasione il Servizio di Pastorale Giovanile ha inviato a tutte le parrocchie una preghiera da leggere durante la Messa. Questa idea — spiega Camilla Neri dell’équipe diocesana di pg —, è stata accolta in particolar modo dalla parrocchia di S. Angelo a Bottegone, dove è stata organizzata una veglia di preghiera per adolescenti e giovani, proprio nella giornata di Cristo Re. Allegato alla proposta di preghiera c’era anche l’invito a preparare la Gmg di Lisbona 2023: la corsa verso il Portogallo doveva partire con la Wyd Global Race, una camminata dalla Pieve di Valdibure alla Cattedrale di Pistoia che purtroppo — spiega Camilla — non abbiamo potuto fare per le cattive condizioni meteo».

«Questa — aggiunge — è solo una delle numerose iniziative dell’équipe di Pastorale Giovanile, la quale crede fortemente che, dopo un lungo periodo di chiusura e di privazione di contatto umano, sia tempo di tornare a vivere a pieno la bellezza della comunità e delle relazioni con gli altri. Con questo scopo, è stato messo in atto un programma per ricostruire la rete di amicizia e confronto che è mancata per molto tempo. Tutto — prosegue Camilla — è iniziato sabato 20 novembre con una cena al Centro Giovanni Paolo a La Vergine, durante la quale non sono mancati buon cibo e tante attività per passare una serata in allegria e per conoscere nuove persone. In questo modo si sono recuperati i contatti con i vari gruppi giovani, prima di iniziare una serie di incontri nelle parrocchie ». «Il primo — racconta Camilla — si è svolto nella parrocchia di S. Bartolomeo a Tizzana e Catena il 24 novembre. Il gruppo diocesano è stato accolto dai ragazzi e con loro è iniziato un dialogo di conoscenza e condivisione delle proprie vite ed esperienze, per poi concludere la serata con un momento di preghiera e di festa. Così i ragazzi hanno scoperto una realtà che permetterà loro di vivere esperienze con altri gruppi che fanno lo stesso percorso».

«Da lunedì 6 dicembre – spiega il responsabile diocesano di pg padre Simone Panzeri —, prendono avvio gli incontri di formazione proposti dall’équipe diocesana. Saranno un momento di riflessione, preghiera e confronto aperti a tutti i giovani che vorranno “mettersi in rete” per condividere la propria fede e approfondirla in un cammino comune». «“Come stai con la tua fede?” sarà la domanda che ci guiderà in questo percorso che aiuterà anche i giovani ad allargare i propri orizzonti, a “prendere il largo” verso nuove esperienze di condivisione a livello diocesano. Gli incontri si terranno ogni primo lunedì del mese alle 21 presso il nuovo salone della Pastorale Giovanile, al Tempio, in via San Pietro n. 32 a Pistoia».

 

Sono aperte le iscrizioni al pellegrinaggio diocesano dei giovani a Santiago

Non c’è tempo da perdere, infine, per le iscrizioni per il pellegrinaggio diocesano a Santiago. La Pg propone dal 26 luglio al 2 agosto 2022 il Cammino Portoghese della Costa. L’iniziativa è aperta ai giovani dai 18 ai 35 anni fino ad esaurimento posti. La quota per il pellegrinaggio è di 515 euro e include, oltre al volo aereo da Bologna a Santiago, mezza pensione nel primo e ultimo giorno, ostelli, colazioni, assicurazione, trasporto da e per aeroporto di Santiago. È poi disponibile un servizio di trasporto zaino durante le tappe per il costo di 35 euro.

Per info e iscrizioni: WhatsApp 3317543787 o mail a:restiamoinsiemepg@gmail.com




Gmg 2021: un invito per tutti i giovani

Domenica 21 novembre si celebra la Giornata mondiale della Gioventù a livello diocesano. Le indicazioni della Pastorale Giovanile diocesana. Domenica 28 una “camminata” globale che inaugura il cammino verso Lisbona

 

«Alzati!»: è l’invito che papa Francesco rilancia a tutti i giovani nel suo messaggio per la Giornata mondiale della Gioventù del 2021. Un invito ad alzarsi che riprende il racconto della conversione di Paolo raccontata nel libro degli atti degli apostoli (cfr. At 26,16) e che, nel tempo della pandemia, punta sulle risorse creative e rinnovatrici dei giovani: «Quando un giovane cade, — scrive il Papa nel suo messaggio — in un certo senso cade l’umanità. Ma è anche vero che quando un giovane si rialza, è come se si risollevasse il mondo intero. Cari giovani, quale grande potenzialità c’è nelle vostre mani! Quale forza portate nei vostri cuori!».

Il Papa rivolge a tutti il suo messaggio: «Dio dice a ciascuno di voi: “Alzati!”. Spero con tutto il cuore che questo messaggio ci aiuti a prepararci a tempi nuovi, a una nuova pagina nella storia dell’umanità. Ma non c’è possibilità di ricominciare senza di voi, cari giovani. Per rialzarsi, il mondo ha bisogno della vostra forza, del vostro entusiasmo, della vostra passione».

Il tema della Giornata, che da quest’anno è celebrata nella solennità di Cristo Re (domenica 21 novembre), anziché nella Domenica delle Palme, si aggancia a quello della Giornata Mondiale della Gioventù che si svolgerà dall’1 al 6 agosto 2023 a Lisbona, che avrà per tema “Maria si alzò e andò in fretta” (Lc 1,39). La GMG diocesana, come affermano gli Orientamenti pastorali preparati dal Dicastero dei Laici, della Famiglia e dei Giovani può diventare occasione «per far emergere il potenziale di bene, la generosità, la sete di valori autentici e di ideali grandi che ogni giovane porta in sé».

Per celebrare a livello diocesano la Giornata Mondiale della Gioventù il servizio diocesano di Pastorale giovanile ha preparato un sussidio con alcuni suggerimenti da mettere in pratica nelle parrocchie.

 

SCARICA IL SUSSIDIO DIOCESANO

(Nel sussidio una introduzione per la celebrazione eucaristica, alcuni suggerimenti per le preghiere dei fedeli, una preghiera finale per i giovani).

 

Proprio in sintonia con questo tema e per rilanciare la GMG di Lisbona è stato lanciato dal comitato organizzatore una iniziativa dal titolo: Wyd Global Race. Prendendo spunto dalle parole di papa Francesco che più volte invita i giovani ad alzarsi e mettersi in movimento, l’iniziativa invita i giovani a partecipare ad un cammino mondiale che inizierà domenica 21 novembre per concludersi il 30 novembre. Questo cammino registrato su una apposita APP che i giovani sono invitati a scaricare sui propri cellulari (l’applicazione è scaricabile dal sito internet: wyd.virace.app).

 

Anche la Diocesi di Pistoia si inserisce in questa iniziativa invitando tutti i giovani che lo desiderano a vivere insieme la Global Race domenica 28 novembre. «Ci ritroveremo — spiega padre Simone Panzeri, responsabile del Servizio di Pastorale Giovanile — alle 15 alla Pieve di S. Giovanni Evangelista a Valdibure (via Caloria e Valdibure 36, Pistoia) e insieme cammineremo fino alla Cattedrale di Pistoia (il cammino finirà con il passaggio della Porta Santa del giubileo di San Jacopo).

È questa la prima tappa di un cammino che punta lontano: «Rinnovo a tutti voi, giovani del mondo, — ricorda papa Francesco — l’invito a prendere parte a questo pellegrinaggio spirituale che ci porterà a celebrare la Giornata Mondiale della Gioventù a Lisbona nel 2023».

Per saperne di più:
Servizio Diocesano di Pastorale Giovanile
CONTATTI
Facebook e Instagram: restiamoinsiemepg
E-mail: restiamonisiemepg@gmail.com
WhatsApp: 3317543787 – Padre Simone: 339 2909086




«Il nostro programma di lavoro»

Le parole del vescovo per l’apertura dell’anno pastorale 2021/2022

Domenica 24 ottobre la Chiesa di Pistoia, in comunione con la Chiesa universale, ha avviato il proprio percorso sinodale.
Un cammino che il vescovo illustra con chiarezza alla Chiesa di Pistoia: «Si tratta – ha spiegato nella sua omelia- di convertirci per essere la Chiesa che il Signore vuole».
«Dobbiamo camminare insieme, ascoltarci con attenzioni l’un altro, condividendo doni e carismi, sostenendoci a vicenda. E pregando insieme lo Spirito Santo. Dobbiamo ascoltarlo, ascoltando la voce dello Spirito che parla nelle Scritture, nella voce dei poveri, per annunciare la buona notizia di Gesù morto e risorto per noi.
«Il nostro programma di lavoro quest’anno è dunque presto detto – ha aggiunto-. Camminiamo insieme, alla scuola dell’apostolo Jacopo, pregando, ripensando e continuando ad amare. Per rispondere alla chiamata del Signore che ci vuole chiesa unita nell’amore e in uscita, protesa alla missione. Camminando insieme, cioè in modo sinodale e, soprattutto, con occhi, cuore e mente illuminati dalla speranza».
Il vescovo ha poi conferito il mandato a catechisti, operatori pastorali per le attività del nuovo anno.
La celebrazione si è conclusa con la preghiera per il Sinodo che le comunità cristiane sono invitate a pregare in questo tempo di cammino sinodale.

 

Leggi l’omelia del vescovo Tardelli

 

Preghiera per il Sinodo
Siamo qui dinanzi a te, Spirito Santo:
siamo tutti riuniti nel tuo nome.
Vieni a noi,
assistici,
scendi nei nostri cuori.
Insegnaci tu ciò che dobbiamo fare,
mostraci tu il cammino da seguire tutti insieme.
Non permettere che da noi peccatori sia lesa la giustizia,
non ci faccia sviare l’ignoranza,
non ci renda parziali l’umana simpatia,
perché siamo una sola cosa in te
e in nulla ci discostiamo dalla verità.
Lo chiediamo a Te,
che agisci in tutti i tempi e in tutti i luoghi,
in comunione con il Padre e con il Figlio,
per tutti i secoli dei secoli. Amen



Si apre l’anno pastorale, in cammino con san Jacopo

La nuova lettera pastorale del vescovo Tardelli per l’anno 2021/2022

 

Le indicazioni per la prosecuzione dell’anno santo iacobeo, ma anche novità per la riforma dei vicariati e una maggiore attenzione all’ascolto e alla collaborazione tra clero, laici e parrocchie. Questi in sintesi i capisaldi per l’avvio dell’Anno Pastorale, che prende il via proprio oggi in Cattedrale con la solenne celebrazione eucaristica presieduta da monsignor Tardelli.

La liturgia include anche il mandato a catechisti e operatori pastorali, cioè una preghiera di benedizione che segnala il valore ecclesiale del servizio svolto dai laici in parrocchia. Un momento tradizionale particolarmente significativo e festoso, in cui si raccolgono in Cattedrale le diverse realtà diocesane: parroci, fedeli laici, realtà associative e religiose. In questa occasione il vescovo consegna alla Diocesi anche la lettera pastorale per il prossimo anno: «Camminiamo insieme con l’apostolo Jacopo, pregando, ripensando, continuando ad amare». Un testo nel quale monsignor Tardelli parte dalle criticità del tempo presente, esterne e interne alla Chiesa, per provare a leggerle come una «bella opportunità» per «rinnovare la nostra vita cristiana ed annunciare, ancora oggi la buona notizia del Regno di Dio che è Gesù». Un invito che si colloca all’interno di un cammino più ampio: quello dell’Anno santo iacobeo, che a motivo della pandemia, e in comunione con Santiago de Compostela, prosegue fino al 25 luglio 2022, ma anche quello della carità e della testimonianza in un tempo e in un contesto abitato da diverse “attese di Vangelo” nonché, infine, quello del cammino sinodale che coinvolge tutta la Chiesa, su più livelli: universale, italiano, diocesano.

Il testo è articolato su tre punti: continuiamo l’anno giubilare; camminiamo insieme, celebriamo il Sinodo diocesano.

Nel primo punto si rilanciano i pellegrinaggi alla reliquia di San Jacopo in Cattedrale, riprogrammati per vicariato a partire dal 2022, ma si propone anche l’organizzazione di un pellegrinaggio diocesano a Santiago de Compostela nella prossima estate. L’Anno santo, con la sua proposta di misericordia e conversione, suggerisce anche una maggiore attenzione alle marginalità, come la costituzione di un’opera segno dedicata alle donne in difficoltà.

Nel secondo punto, rivolto alla crescita e formazione di una nuova sensibilità e prassi sinodale, il vescovo invita in primo luogo alla “fatica” dell’ascolto, tra realtà sociali, comunitarie e con il territorio; riforma i vicariati — le unità che articolano il territorio diocesano in raggruppamenti omogenei di parrocchie vicine — per favorire una maggiore collaborazione di clero e di popolo; chiede, entro la Pasqua 2022, la costituzione di consigli pastorali di vicariato «che raccolgano, insieme ai presbiteri e diaconi, i laici delle varie parrocchie del vicariato ». 

Nell’ultimo punto della sua lettera pastorale il vescovo ricorda la preparazione di un Sinodo diocesano, da celebrarsi probabilmente nel 2023, «il cui scopo e quello di individuare le “attese di Vangelo” presenti nelle persone del nostro territorio e nella nostra società, per essere appunto Chiesa in comunione e in uscita, in missione testimoniale ed evangelizzatrice ». Un evento storico (l’ultimo sinodo diocesano risale al 1937) che parte dalla consapevolezza — per riprendere le parole di Papa Francesco — che «non bisogna fare un’altra Chiesa, bisogna fare una Chiesa diversa».




Un nuovo anno pastorale

Domenica 24 ottobre alle 18 la celebrazione presieduta dal vescovo Tardelli

Domenica 24 ottobre il vescovo Tardelli celebrerà in Cattedrale a Pistoia l’inizio dell’Anno pastorale 2021/2022. L’appuntamento è alle 18 con la Messa nella quale catechisti e operatori pastorali riceveranno il mandato per l’anno catechistico.

Il vescovo consegnerà ai presenti anche la nuova lettera pastoraleCamminiamo insieme, con l’apostolo Jacopo, pregando, ripensando e continuando ad amare”. Un testo che riporta un significativo sottotitolo: “Alla scuola dell’apostolo Jacopo: pregare, ripensare, continuare ad amare. In cammino, per rispondere alla chiamata del Signore che ci vuole Chiesa unita nell’amore e in uscita, protesa alla missione. Camminando insieme e cioè in modo sinodale”.

Le parrocchie sono invitate a partecipare con una piccola delegazione.

 

(foto di Mariangela Montanari)




Ragione e dialogo: teologia dell’incontro

Martedì 19 ottobre la prolusione di inizio anno accademico con il prof. Giuseppe Lorizio. Appuntamento nell’Aula Magna del Seminario alle 21; saranno presenti Mimmo Muolo (Avvenire) e il prof. Francesco Gaiffi. Nel corso della serata la consegna dei diplomi da parte del vescovo Tardelli.

 

Il nuovo anno accademico della Scuola teologica diocesana si apre martedì 19 ottobre, con la prolusione dedicata al libro di Giuseppe Lorizio Semi di Logos – segni dei tempi (San Paolo, 2021). Lorizio, della Pontificia Università Lateranense, è uno dei massimi teologi italiani. Saranno presenti, oltre all’autore, anche il giornalista Mimmo Muolo di Avvenire e il prof. Francesco Gaiffi.

Nel corso della serata, il Vescovo consegnerà i diplomi agli studenti che, nell’anno accademico 2020-21, hanno terminato il triennio e redatto la tesina finale.

Il libro Semi di Logos – segni dei tempi funge anche da introduzione al corso di approfondimento incentrato proprio sul tema dei ‘semina Verbi’. L’idea dei semi del Logos (Logos spermatikos, semina Verbi) è stata ispirata ai Padri della Chiesa quando il cristianesimo è venuto ad incontrare le diverse religioni e le varie culture. Anziché riproporre l’antico scontro con gli altri dèi, i primi cristiani furono guidati sulla via dell’incontro.

A parlare di “semi del Logos” in ambito cristiano, per la prima volta, è stato san Giustino, filosofo e martire, a rappresentare l’azione diffusa di Dio nel mondo anche prima e anche aldilà della Rivelazione cristiana. Il simbolo dei “semi” rifrange l’idea di frammenti di verità in nuce, di barlumi di Dio, di spiragli del Bene, gettati “a spaglio” sull’umanità di ogni dove e di ogni quando e raccolti dagli esseri umani al prezzo di ricerche raziona- li faticose e difficili. Il termine “Logos” è preso direttamente dal prologo del Vangelo di Giovanni: «In principio era il Logos», poi tradotto in italiano con il “Verbo” o, ancora, la “Parola”. Alle orecchie degli ellenici e degli ellenizzati, tuttavia, questo termine non poteva suonare che come “Ragione”. San Giustino, intento a presentare ai romani il Cristianesimo come la vera filosofia procede su questa via dell’incontro. Il Logos, infatti, prosegue Giustino, era presente nel mondo ancor prima della sua Incarnazione avvenuta in Galilea e, ancor prima della sua Incarnazione, gli esseri umani ne parteciparono.

Il fatto che ne partecipassero non implica che vi aderissero, ovvero che agissero tutti secondo la guida della ragione. Coloro che, tuttavia, si lasciarono guidare dalla ragione, ovvero dal Logos, che poi si incarnerà in Cristo Gesù, possono anche denominarsi ‘cristiani’ ante litteram.

Con l’Incarnazione, poi, i puntiformi semi di Logos vengono assorbiti nella Rivelazione, come fiammelle alla luce del Sole di mezzogiorno. A partire dal IV secolo, alla visione universale delle varie forme di sapienza come semi di Logos, si viene a sostituire il principio extra ecclesiam nulla salus, che sembrò restringere la Grazia di Dio al solo perimetro della Chiesa e, come tale, fu assunto nella dottrina ufficiale con il Concilio Lateranense IV (1215) e la Bolla Unam sanctam di Bonifacio VIII del 1302. L’impostazione già si elasticizzò con il Concilio di Trento e si andrà via via allentando fino al Concilio Vaticano II, in un periodo in cui le cosiddette “teologie delle religioni” avevano già dato segno della loro presenza.

Oggi, il dialogo interreligioso, sempre in virtù del Logos, scorre a pieno regime e tale tendenza trova uno delle sue vette nell’affermazione contenuta nel Documento sulla Fratellanza umana per la pace e la convivenza comune, redatto da papa Francesco nel corso del viaggio apostolico negli Emirati arabi uniti nel febbraio 2019 e co-firmato anche dal Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb.

Andrea Vaccaro