Servizio Civile in Caritas: domande fino al 28 maggio

C’è tempo fino al 28 maggio per iscriversi al bando per il servizio civile della Regione Toscana. Tra i  progetti segnalati c’è anche quello della Caritas diocesana di Pistoia che prevede un servizio presso i centri Caritas diocesani, tra cui la mensa, il centro Mimmo, il centro di ascolto. Un’opportunità per sostenere chi ha più bisogno e crescere in competenze e in umanità.

La durata del servizio civile regionale è di dodici mesi e prevede un impegno settimanale di 25 ore distribuite in 5 giorni di servizio. Le iscrizioni si presentano online al seguente link dove occorre selezionare la “diocesi di Pistoia” ( https://servizi.toscana.it/sis/DASC ). Per ricevere maggiori informazioni sulla compilazione delle domande è possibile scaricare l’allegato in coda all’articolo, oppure contattare l’Help Desk della Regione Toscana (helpsis@regione.toscana.it- 800558080 dal lunedì al sabato 8-18).

A chi svolge il servizio civile regionale spetta un assegno di natura non retributiva analogo a quello previsto per il servizio civile nazionale (attualmente 433,80 euro netti al mese), diminuito o aumentato fino ad un massimo del 20% in ragione del diverso impegno settimanale richiesto. La Regione garantisce ai soggetti impiegati nei progetti la copertura.

Chi può presentare la domanda?

Per iscriversi è necessario essere regolarmente residente, domiciliato o soggiornante in Toscana; avere un’età compresa fra diciotto e ventinove anni; risultare disoccupato o inattivo ed essere in possesso di idoneità fisica. Non possono accedere quanti hanno riportato condanna penale anche non definitiva alla pena della reclusione superiore ad un anno per delitto non colposo. Tutti i requisiti, ad eccezione del limite di età, devono essere mantenuti sino al termine del servizio. Possono partecipare coloro che stanno frequentando un qualunque corso di studi.

Per info sul progetto: caritas@diocesipistoia.it

 

ISTRUZIONI PER LA COMPILAZIONE DELLA DOMANDA ON LINE




Tragedia di Montemurlo. Le parole del vescovo

Mons. Fausto Tardelli è intervenuto lunedì 4 sulla tragedia sul lavoro accaduta ad Oste di Montemurlo nella quale ha perso la vita una giovane mamma.
Il vescovo si trovava a Montemurlo per la festa patronale della Santa Croce. A questa ha fatto riferimento nella sua omelia: «Nel 2021 non si può morire così sul posto di lavoro. È un dramma che ci deve inquietare. La festa di oggi è della croce e nel mistero della croce si riassumono le sofferenze degli uomini di ogni tempo, ma quello della croce è anche un messaggio di speranza. Viviamo la festa con dolore ma con la speranza nel cuore e con la volontà ferma di migliorare le cose – ha detto Monsignor Tardelli – Non voglio fare processi a nessuno ma qualcuno dovrà prendersi la responsabilità di questa tragedia».
(Pistoia, 04/05/2021)



Giubileo del lavoro tra speranze e preoccupazioni

Il 1 maggio si celebra il Giubileo del Lavoro, il primo dopo le limitazioni dei mesi scorsi. Al centro il dialogo con le parti sociali e con i lavoratori

PISTOIA – Con i timidi segnali di miglioramento della situazione pandemica, tornano gli appuntamenti dell’Anno Santo Iacobeo. Il 1 maggio, festa del lavoro, si svolgerà il giubileo del mondo del lavoro con la celebrazione in Cattedrale presieduta dal Vescovo.

Una giornata importante, soprattutto in questo tempo di marcata incertezza relativa proprio agli scenari di crisi che sembrano essere sempre più cupi: «Il lavoro è stata una delle prime vittime del Covid – ricorda mons. Tardelli – e ancora per molto tempo dovremo fare i conti con questo cambiamento davvero epocale. Inutile cullare l’illusione che tutto possa tornare come prima della pandemia. La celebrazione del giubileo del lavoro vuole essere un primo segnale di ripartenza, speranza e fiducia, pur consapevoli che dovremo cambiare profondamente il nostro modo di pensare, talvolta egoista e superficiale. Dovremo fare posto agli altri, ai più fragili, a coloro che sono stati o saranno licenziati, oppure che hanno dovuto sospendere o chiudere la propria attività. Occorrono sicuramente strumenti nuovi e visione politica, ma la sfida si giocherà soprattutto nelle comunità: è lì che come Cristiani e come Chiesa dovremo fare la nostra parte».

«Comincia a divenire sempre più evidente che le risposte approntate per essere più efficaci o preoccuparsi di rispondere ai bisogni reali dei lavoratori, devono essere coordinate e devono rispondere alle esigenze delle persone più vulnerabili, ai più bisognosi – afferma Selma Ferrali, direttore dell’ufficio pastorale sociale e lavoro della diocesi-. Per fare questo occorre impostare un dialogo continuo fra tutti gli “attori” in prima linea dagli imprenditori ai lavoratori, ai sindacati e alle istituzioni. La pandemia inoltre, ha messo in evidenza anche i limiti del nostro sistema socio-economico, si sono aggravate le diseguaglianze esistenti e create nuove bisogno povertà. Occorre perciò, affermano i vescovi, un vero e proprio “vaccino sociale” fatto di una rete di legami di solidarietà, dalla forza delle iniziative della società civile e degli enti intermedi».

«Il Magistero della Chiesa – aggiunge Ferrali – da tempo in tema di lavoro ci sta invitando a cercare di coniugare occupazione e sostenibilità: oggi la sfida da raccogliere è quella di operare da credenti per rendere il mondo una casa comune diventando segno di speranza, proprio in questa drammatica situazione determinata dalla pandemia».

«Siamo invitati a mantenere un atteggiamento di non rassegnazione –conclude la direttrice della Pastorale Sociale – ma di forte impegno nelle nostre realtà parrocchiali con le sue potenzialità di innovazione ma anche nelle ferite che emergono e che si rendono visibili nei volti di molte famiglie e persone.

Il giubileo si svolgerà come da programma nella Cattedrale di Pistoia alle 11 di sabato 1 maggio, con l’attraversamento della Porta Santa e la Celebrazione Eucaristica presieduta da monsignor Tardelli. È attesa la presenza dei sindacati e delle associazioni di categoria e rappresentanza del mondo del lavoro pistoiese. L’accesso alla Cattedrale sarà possibile fino al raggiungimento dei numeri previsti dai protocolli di sicurezza anti Covid.




In preghiera per la fine della pandemia

La Basilica della Madonna dell’Umiltà raccoglie l’invito di papa Francesco. Il vescovo Tardelli inaugurerà il mese mariano con una messa al Santuario alle ore 17.

A lanciare l’appello è stato il Papa stesso: un mese di preghiera incessante per chiedere la fine della pandemia.

Il mese di maggio, tradizionalmente legato alla devozione mariana, tutti i santuari del mondi sono stati invitati a organizzare momenti di preghiera del Rosario per invocare la fine della pandemia, che affligge il mondo da ormai più di un anno e per la ripresa delle attività sociali e lavorative.

«L’iniziativa — spiega un comunicato del Pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione — si realizza alla luce dell’espressione biblica: “Da tutta la Chiesa saliva incessantemente la preghiera a Dio” (At 12,5)»; i santuari , precisa il comunicato «sono chiamati a promuovere e sollecitare quanto più possibile la partecipazione del popolo, perché tutti possano dedicare un momento alla preghiera quotidiana, in macchina, per la strada, con lo smartphone e grazie alle tecnologie della comunicazione».

A tale proposito è stato realizzato anche un sussidio che aiuterà a sentirsi uniti con quanti pregheranno nei diversi santuari del mondo.

Anche la Diocesi di Pistoia è coinvolta nell’iniziativa, grazie alla pronte risposta della Fraternità Apostolica di Gerusalemme che custodisce il Santuario della Madonna dell’Umiltà.

«Ogni giorno di questo mese alle ore 15 — rende noto la Fraternità — si pregherà il Rosario e si reciterà una preghiera per ottenere la fine di questa triste epidemia».

La Fraternità ricorda che quanti fossero intenzionati a partecipare all’iniziativa sono invitati «a scegliere un giorno del mese di maggio in cui garantire la loro presenza nel Santuario per la preghiera». Sarà possibile prenotare il giorno presso la Basilica dalle Suore.

Il 1 maggio il Papa inaugurerà questa maratona mondiale di Preghiera  alle ore 18 con la preghiera del Rosario davanti all’icona della Madonna del Soccorso nella Basilica di San Pietro. A Pistoia il giorno 1 maggio alle 17 il Vescovo Tardelli avvierà l’iniziativa con la celebrazione della Messa nella Basilica della Madonna dell’Umiltà.

«Uniamoci  alla Vergine Maria — invita don Giordano Favillini della Fraternità di Pistoia —per chiedere questa grande grazia di cui la nostra umanità ha veramente bisogno. La storia ci insegna che nel passato molte epidemie sono cessate grazie alle suppliche dell’intero popolo».

 

Ha senso pregare per chiedere la fine della pandemia?

Se Dio è buono e conosce la nostra preghiera prima ancora che gliela rivolgiamo, che senso ha chiedergli qualcosa? Si tratta di “mercanteggiare” con Dio?

In primo luogo è bene ricordare che la preghiera è relazione con Dio. Quindi sostare con Lui è già un modo per aprire la propria vita al Signore, inserirla in un orizzonte diverso, riconoscersi creatura. Anche nella preghiera di richiesta è presente l’umile apertura di chi si accorge del proprio limite e si rivolge a Dio.

Forse la nostra preghiera ha bisogno di essere purificata, di essere liberata dalla paura, se non da una concezione più magica che sacra. «La domanda cristiana — ci insegna poi il Catechismo — è imperniata sul desiderio e sulla ricerca del Regno che viene» come ci chiarisce Gesù stesso con il Padre Nostro.  «Quando si condivide in questo modo l’amore salvifico di Dio, si comprende come ogni necessità possa diventare oggetto di domanda».

Rivolgere la nostra preghiera a Dio nel nome di Gesù, è già il primo passo per imparare a entrare nella volontà di Dio a leggere con compassione e misericordia la realtà che ci circonda. Il Padre Nostro stesso, l’unica preghiera che il Signore ci ha insegnato, è fatto di domande. «Cristo —  continua il Catechismo — è glorificato dalle domande che noi rivolgiamo al Padre nel suo nome».

Pregare insieme poi, ci aiuta a rafforzare i vincoli di fraternità, a sentirci parte di un unico corpo che è la Chiesa. Pregare cambia la realtà. Papa Francesco lo ha ricordato in una sua udienza: «La preghiera cambia la realtà, non dimentichiamolo. O cambia le cose o cambia il nostro cuore, ma sempre cambia. Pregare è fin da ora la vittoria sulla solitudine e sulla disperazione».




Riprende il Catechismo in presenza. Le indicazioni del vescovo

In una nota ai parroci e ai catechisti della Diocesi le indicazioni su come ripartire in sicurezza

Il 15 maggio riprenderà il catechismo in presenza. Per ripartire occorre però tenere ben presenti alcuni punti fermi, che il vescovo Tardelli segnala in una nota inviata a parroci e catechisti della Diocesi.

«Occorrerà intanto — precisa il vescovo — darci da fare per riavvicinare i ragazzi e le loro famiglie, in modo tale che riprendano una consuetudine di partecipazione sia al catechismo in presenza che alla S. Messa. Nello stesso tempo, non dobbiamo buttare al macero l’esperienza fatta in questo tempo di un contatto on line e di un coinvolgimento attivo dei nuclei familiari. Credo si dovrà d’ora innanzi procedere in un modo e nell’altro, su vie certamente nuove ma anche molto interessanti».

Un punto fermo è senz’altro il rispetto delle norme di sicurezza. Su questo Monsignor Tardelli è categorico: «Perchè ogni parrocchia si muova in modo corretto, vi consegno queste disposizioni che dovranno essere rigorosamente attuate. Solo l’adempimento scrupoloso di esse consentirà la riapertura del catechismo in presenza. Vorrei che fosse molto chiaro». E il vescovo aggiunge: «non sono accettabili pressappochismi, leggerezze o sottovalutazioni. Molte cose vi potranno sembrare eccessive ma non lo sono, quando è in gioco la salute propria e degli altri. Non è ancora il momento di allentare l’attenzione e di accettare comportamenti a rischio».

Le disposizioni indicate dal vescovo sono molto puntuali e regolano ogni aspetto delle attività con i ragazzi in parrocchia. Sono infine corredate da alcuni allegati utilizzabili dalle parrocchie.

Le disposizioni del vescovo per il contenimento/prevenzione della diffusione dell’infezione da sarscov-2 nelle attività di catechismo in parrocchia il 15 maggio prossimo, si basano sul Decreto Legge 1.4.2021, che richiama il DPCM 2 Marzo 2021, nonché sulle indicazioni della CEI date nello scorso settembre e che avete avuto tra le mani in quel momento. A rigore, il DL citato è valido fino al 30.4.2021. «Presumibilmente — prosegue il vescovo — le norme che ci riguardano resteranno in vigore anche dopo, vista la estrema cautela con la quale ci si sta orientando verso la riapertura di diverse attività».

«Le indicazioni che qui vi do — precisa Monsignor Tardelli — sono comunque sottoposte ad aggiornamenti con eventuali sviluppi normativi, se il territorio sarà classificato in “zona gialla” o in “zona arancione”. Se il territorio dovesse essere di nuovo classificato in “zona rossa” il catechismo si dovrà continuare a svolgere a distanza».

Catechismo in presenza 15 maggio (pdf)




La rete e le risposte alle sue insidie

Una sintesi dell’incontro per catechisti e genitori. Come conoscere ed evitare i rischi di Internet

L’incontro online promosso dalla pastorale giovanile diocesana giovedì 15 aprile ha provato ad approfondire i rischi della rete con l’aiuto di due esperti: il dottor Stefano Lassi, psichiatra a referente per il servizio tutela minori e persone vulnerabili della Cei e lo psicoterapeuta Daniele Mugnaini. L’incontro, che è disponibile online sul canale YouTube della diocesi, offre numerosi spunti di riflessione utili per genitori e educatori.

Lassi si è soffermato sulle derive più pericolose del Web, ricordando, in primo luogo che usare i social non significa conoscerli. L’ignoranza digitale si trasforma assai facilmente in un’insidia pericolosa, anche perché il confine tra utente e vittima, più o meno consapevole, specialmente su siti o sociale a sfondo sessuale è sempre dietro l’angolo.

Cattive abitudini crescono nelle nostre famiglie, nel mondo della scuola o del lavoro: dall’ansia provata da chi si sente tagliato fuori delle relazioni online, alle manie social di padri e madri che costruiscono profili ai propri figli. Alzi la mano poi, chi non soffre o ha visto soffrire qualcuno di “phubbing” che è proprio di chi non resiste alla tentazione di controllare messaggi, notifiche, notizie, post mentre sta a tavola o “dialoga” in famiglia o con gli amici.

Sintomi, rischi e patologie legati al mondo digitale sono stati presentati dal dott. Mugnaini che ne ha proposto una lista lunga e preoccupante: sedentarietà, asocialità o uso passivo social, sintomi ansiosi depressivi, dipendenze, problemi relazionali e sessuali e così via. Tutte conseguenze di un massiccio e subdolo condizionamento che incide anche sulle strutture profondo della persona. Ci sono poi i fattori di rischio, come una forte insicurezza, una predisposizione all’ansia, la mancanza di valori familiari, timidezza eccessiva, ritiro sociale. Tutte realtà che chiedono attenzione, pazienza, ascolto. In tutto questo il genitore che cosa può fare? In primo luogo dare il buon esempio, usando le tecnologie in modo responsabile. Poi attraverso un dialogo e uno sguardo attento a sentimenti e atteggiamenti, ma anche promuovendo interessi o attività offline: insomma, là fuori c’è un mondo che non è poi così male.

Le slides del dott. Lassi e del dott. Mugnaini sono disponibili di seguito:

Bambini e mondo digitale (Dott. Daniele Mugnaini 15 aprile 2021)

I rischi del web (Dott. Stefano Lassi)

 




Cresimati e cresimandi, vicini anche se distanti

L’11 aprile un incontro da non perdere tra i ragazzi della diocesi e il vescovo Tardelli

di Suor Giovanna Cheli

L’11 aprile alle ore 18.30 i cresimati dell’anno e i cresimandi prossimi al sacramento s’incontreranno a distanza con il vescovo Fausto per non perdere il filo degli ormai tradizionali incontri annuali (rispettivamente quello per i cresimati a gennaio e quello dei cresimandi nel tempo di Pasqua).

Da quando è scoppiata la pandemia non è stato più possibile realizzare questi appuntamenti di festa proprio perché occorre evitare gli assembramenti. È un vero peccato non poterci vedere, perché non c’è niente che possa sostituire un incontro fatto di persona, la gioia di potersi esprimere in modo reale, di poter comunicare vedendo e toccando, sentendo e reagendo con tutta la nostra persona. Eppure la distanza che ci viene chiesta non è un nascondiglio: noi siamo protagonisti di questo tempo difficile e non dobbiamo mai perderci d’animo nel viverlo in modo creativo e soprattutto con la fiducia di uscirne vivi, pieni di desideri, di fantasia. Ecco il motivo di questa prossima iniziativa.

L’incontro con il Vescovo che avviene su piattaforma, con invio del link ai catechisti che diffonderanno a loro volta ai ragazzi per collegarsi, vuole essere uno stimolo a pensarsi insieme, un piccolo impegno per non perdere il filo del proprio cammino di fede che, in questa fase della catechesi, è chiamato a diventare sempre più adulto; scegliere di collegarsi è effettivamente un esercizio semplice di responsabilità personale a cui invitiamo i ragazzi.

A chiamare in causa la fantasia e la voglia di camminare, nonostante la fatica di questo tempo, è anche la bella opportunità dell’anno Iacobeo a cui è dedicato l’incontro, per poi procedere – in tempi migliori – a un giubileo fatto di persona, con le proprie famiglie, o organizzandosi a piccoli gruppi, recandosi in cattedrale a Pistoia. In questo periodo i ragazzi stanno lavorando a distanza sulla figura dell’apostolo Giacomo, patrono della città e della Diocesi di Pistoia: la sua storia è ripercorsa attraverso le formelle dell’altare argenteo che nella nostra Cattedrale conserva la reliquia dell’apostolo; formelle che traducono visivamente la sua storia raccontata dai Vangeli e dagli Atti degli Apostoli, e da qualche aneddoto popolare. Per prepararsi all’incontro con il Vescovo i ragazzi si ispireranno al lungo cammino missionario percorso da Giacomo, per chiedersi, insieme a loro e adeguatamente all’età, di concepire la vita come un cammino missionario; confrontandosi con il mandato di Gesù a primi missionari, di decidere cosa mettere dentro lo “zaino” per affrontare la strada della vita.

Alla fine del percorso di iniziazione cristiana si trova l’impegno personale e, proprio come avvenne a Giacomo, verrà anche per i ragazzi il momento in cui sarà indispensabile la testimonianza del vangelo perché nel mondo che incontreranno possano percorrere le vie del bene e della pace. Per questo l’ultima fase di preparazione all’incontro con il Vescovo sosterà proprio su questo coraggio di testimoniare senza vergogna e senza dividere il mondo in buoni e cattivi, la gioia di credere in Gesù che è risorto e cammina con noi.

L’incontro a distanza permetterà di rivedersi brevemente, per ridire che siamo distanti ma vicini, che camminiamo insieme e che la vita di Giacomo ispira la nostra vita. Ci sarà modo di rivedere il nostro Vescovo, anche per lui – mi raccomanda di farlo sapere – sarà una bella occasione per incoraggiare i ragazzi a continuare con gioia e vitalità il cammino della Chiesa di Pistoia.

Catechisti e giovani animatori possono ricordare questo breve incontro attraverso un video invito caricato sul canale YouTube diocesano e salutarsi con il saluto del pellegrino diretto a Compostela: «ultreya, suseya, Santiago.. Deus adjuvanos! Forza, più avanti, più su c’è Santiago! Dio ci aiuta!».

(dal settimanale “La Vita” del 28/03/2021)




Il messaggio del vescovo per la Santa Pasqua

Ancora dentro la pandemia è il momento di stringere i denti e guardare ai piccoli segni di speranza che cogliamo nelle piccole cose. Un ricordo commosso di chi non ce l’ha fatta e attenzione alle famiglie, le più colpite dalla pandemia.

PISTOIA – Quest’anno vorrei rivolgere il mio saluto pasquale innanzitutto a chi in un modo o nell’altro è stato colpito da questo virus dal quale cerchiamo di difenderci ormai da molto tempo. A chi è negli ospedali o a casa, in isolamento. Come a tutti quelli che sentono il peso davvero grande di una crisi economica che mette a dura prova la vita familiare. Voglio mettere nel conto anche i familiari, gli operatori sanitari, le forze dell’ordine, della protezione civile e del volontariato; tutti quelli cioè che in un modo o nell’altro sono impegnati nel prendersi cura degli altri; non ultimi coloro che hanno la responsabilità diretta della cosa pubblica e sono chiamati a scelte difficili per il bene comune. Ho nel cuore particolarmente chi è più fragile o solo, confuso e incerto, smarrito dentro questa estenuante pandemia. Non so se a costoro arriverà il mio saluto. Penso però che seppur per vie misteriose, il mio saluto arriverà, perchè è un saluto fatto preghiera e invocazione al Dio di ogni misericordia. Una preghiera nella quale metto dentro pure tutte le vittime del Covid perché abbiano pace nel Regno eterno dei cieli.

Davvero sembra che non riusciamo ad uscirne da questa pandemia. È una dura lotta che ci ha visto altalenare tra speranza e delusione. Nei nostri territori poi, viviamo costrizioni che finiscono per demoralizzarci mentre la crisi avanza. Economica, sociale, psicologica, morale. E penso anche a quanto e come peserà tutto questo sulle nuove generazioni.

Ciononostante, non riesco ad esser pessimista. Io vedo comunque sorgere qua e là risorse impensabili, slanci di generosità, tanta voglia di vivere, capacità di adattamento e di superare le difficoltà, desiderio di cambiare in meglio il mondo. Sono segnali che un uomo di speranza come me coglie, anche perché sa bene che Dio non ha abbandonato le sue creature.

allora mi viene da dire: non lasciamoci cadere le braccia! Stringiamo ancora i denti. Non arrendiamoci! Dobbiamo affrontare molte limitazioni e ristrettezze e certamente la via è ancora lunga e può anche scoraggiarci. Non è però il momento di fermarsi. Anzi, tutto il contrario, è il momento di lottare con più decisione. La luce che viene da Colui che è risorto dai morti illumina anche le tenebre più fitte. Nonostante il freddo pungente dei giorni passati, le rondini sono tornate a volteggiare nei nostri cieli e la forza della primavera niente la può fermare, con i raggi di un sole fattosi caldo e luminoso. Allora avanti, prendendo con decisione la strada della solidarietà, della fraternità; la strada del prendersi cura con amore l’uno dell’altro, del cambiare in meglio la società. Chi ha responsabilità di governo faccia il massimo e di più. Tutti però diamoci da fare per sostenerci a vicenda. Questa è la via della luce e della speranza anche per il futuro. È la via che Gesù, morto e risorto ci indica: possiamo davvero risorgere con Lui a vita nuova.




Settimana Santa: le Celebrazioni in Cattedrale

Gli appuntamenti con il vescovo e le dirette TV

Rendiamo noti gli orari delle celebrazioni in Cattedrale per la Settimana Santa.  Segnaliamo che La Messa delle Palme, la celebrazione della Passione del venerdì Santo e la Veglia pasquale saranno trasmesse in diretta su TVL TV Libera (canale 11 del dgt).

 

27 Sabato

18.00 – Benedizione delle Palme e dell’Olivo – Messa presieduta dal Vescovo (Diretta TVL)

1 Giovedì Santo  

18.00 – Messa “in cœna domini” presieduta dal Vescovo

2 Venerdì Santo

10.00 –  Ufficio delle Letture e Lodi

18.00 –  Celebrazione della Passione del Signore presieduta dal Vescovo (Diretta TVL)

3 Sabato Santo

10.00 – Ufficio delle Letture e Lodi

19.00 – Veglia Pasquale presieduta dal Vescovo (Diretta TVL)

4 Domenica. Pasqua di Resurrezione

11.00 –  Messa Pontificale presieduta dal Vescovo e Benedizione Papale con Indulgenza Plenaria

17.00 – Vespri Battesimali solenni

18.00 – Messa (di orario)




Indicazioni per i riti della Settimana Santa

Le indicazioni del Vescovo Tardelli per vivere la Settimana Santa in tempo di Pandemia con senso di responsabilità e gioia pasquale

 

Ci apprestiamo a celebrare i riti della Settimana Santa, fulcro di tutto l’anno liturgico e della vita cristiana. Il tempo della pandemia è pesante e faticoso e ci invita a un grande senso di responsabilità ma non ci può far sminuire la gioia che nasce nel cuore di chi crede nella resurrezione di Cristo. Anzi, questa fede ci deve spingere proprio in questo tempo, secondo le parole di San Pietro, ad essere pronti sempre a rispondere a chiunque ci domandi ragione della speranza che è in noi (1Pt 3,15).

Quest’anno, a differenza dell’altr’anno quando celebrammo a porte chiuse, ci è dato di poter celebrare insieme ai nostri fedeli. Pur con un numero contingentato di presenze e con tutte le cautele del caso, abbiamo questa bella opportunità di cui dobbiamo esser grati al Signore. Da vivere però con grande senso di responsabilità.

Mi preme innanzitutto ricordare quanto sia importante attenerci scrupolosamente alle indicazioni igienico sanitarie emesse dalle autorità. Facciamolo di buon grado, per quella carità che ci obbliga a porre attenzione alla salute degli altri oltre che alla nostra e anche per dare buon esempio ai fedeli che potrebbero essere tentati di abbassare la guardia, quando invece occorre tenerla molto alta. Nello stesso tempo, cerchiamo di celebrare e vivere i riti della Settima Santa con gioia, con letizia di cuore, partecipi della morte in Croce del Signore ma anche della sua gloriosa Risurrezione, in modo che tutti coloro che parteciperanno ai sacri riti, nonostante tutte le attenzioni e ristrettezze, ne siano edificati e arricchiti spiritualmente.

Non occorre che mi dilunghi sulle attenzioni da porre, perché le regole generali sono poche ed essenziali e da voi ben conosciute:

  1. Evitare assolutamente ogni tipo di assembramento;
  2. Mantenere la distanza tra le persone, anche più di un metro possibilmente;
  3. Rispettare in modo rigoroso il numero di presenze consentito per la chiesa;
  4. Indossare sempre le mascherine;
  5. Igienizzarsi spesso le mani evitando di portarle alla bocca, al nasco e agli occhi;
  6. Igienizzare più volte le chiese e gli oggetti per la celebrazione;
  7. Richiamare sovente al fatto che chi ha sintomi Covid eviti di venire in chiesa.

A seguito di quanto indicato dalla Conferenza Episcopale Toscana e dalla stessa Conferenza Episcopale Italiana in ordine alla Settimana Santa, nonché dalla Santa Sede, vi comunico ora quanto ho stabilito per la nostra Diocesi in merito e che tutti sono tenuti ad osservare.

Domenica delle Palme

La “Commemorazione dell’Ingresso del Signore in Gerusalemme” dovrà essere celebrata all’interno della chiesa (o dello spazio esterno adibito solitamente alla celebrazione Eucaristica). Pur con le dovute cautele, la benedizione dei rami d’ulivo o di palma può essere ripetuta ad ogni celebrazione eucaristica.

Ci si avvalga della “seconda forma: ingresso solenne” prevista dal Messale Romano (pag. 123) tenendo presenti i seguenti adattamenti:

I Fedeli siano già ordinati ai loro posti (nel numero e con gli accorgimenti attuati negli ultimi mesi) e NON si muovano dal loro posto.

All’ora stabilita, SOLO Celebrante/i e Ministri si recano all’ingresso della chiesa (o dello spazio adibito alla celebrazione). Qui si fa la benedizione dei rami e la proclamazione del Vangelo dell’ingresso di Gesù in Gerusalemme come indicato nel Messale.

Dopo la proclamazione del Vangelo la Processione sia limitata, dall’ingresso al presbiterio, ai soli celebranti e ministranti.

Qualora ciò non sia possibile per la conformazione del luogo sacro o altre ragioni oggettive, si utilizzi la “terza forma: ingresso semplice” (pag. 123 MR).

Non è permesso in nessun caso l’uso della “prima forma: processione”, che comporta un tragitto a partire dall’esterno dell’edificio sacro.

Un problema particolare è dato dai rami di olivo o di palma che si usano nella celebrazione. Le soluzioni possibili sono 3. Tutte però richiedono particolare attenzione:

1. Ognuno porta con sé da casa il proprio personale rametto di ulivo o di palma;

2. Il rametto è fatto trovare già disposto dagli inservienti in ciascuna seduta, facendo attenzione a sanificarli preventivamente;

3. I rametti sono distribuiti singolarmente – sempre preventivamente sanificati – all’ingresso da volontari (debitamente formati a questo servizio) che indossino mascherina e che abbiamo preventivamente e manifestatamente sanificato le proprie mani e che le sanifichino frequentemente, evitando accuratamente di entrare in contatto con le mani dei fedeli; IN QUESTA TERZA MODALITA’ OCCORRE FARE MOLTA ATTENZIONE A CHE NON SI CREINO ASSEMBRAMENTI ALL’INGRESSO DELLA CHIESA.

E’ DA ESCLUDERE in modo categorico che si lascino a disposizione in chiesa, o fuori di essa, rametti che possano essere poi presi personalmente dai fedeli.

Messa Crismale

La partecipazione dei sacerdoti e dei diaconi sarebbe garantita, mediante autocertificazione, in quanto attività inerente alla loro funzione; la partecipazione dei fedeli invece sarebbe limitata in base alla facoltà o meno di spostamento tra comuni a seconda della “zona” sanitaria e in base alla capienza di posti nella Cattedrale.

Considerati questi impedimenti a una significativa rappresentanza di pastori, ministri e fedeli, e anche la malaugurata possibilità che anche solo un Presbitero, un Diacono o un Ministro che abbia partecipato possa, successivamente, risultare positivo costringendo tutti gli altri confratelli alla quarantena fiduciaria, con i relativi problemi di cura pastorale nelle Parrocchie proprio in concomitanza con le solennità pasquali, e vista la facoltà concessa ai vescovi di spostare ad altra data detta Messa crismale, ho deciso che nella nostra Diocesi la Messa Crismale sia celebrata giovedì 13 maggio alle ore 18 in cattedrale. Fino ad allora sarà necessario conservare e utilizzare gli Olii confezionati nel 2020. Ricordo però l’obbligo di sostituirli appena possibile con quelli nuovi.

Data la situazione, la distribuzione degli Oli santi non avverrà al termine della Celebrazione bensì successivamente, il sabato 16 e 22 maggio mattina NEL PARCHEGGIO DEL SEMINARIO.

Sarà premura dell’Ufficio liturgico diocesano farvi giungere per tempo le indicazioni dettagliate sia per la celebrazione della Messa Crismale che per la distribuzione degli oli santi.

Giovedì Santo

Sappiamo che in questo giorno si celebra di norma una sola S.Messa in Coena Domini. Date però le attuali circostanze, laddove si prevedesse una notevole presenza di fedeli eccedente il numero stabilito per quella chiesa parrocchiale, dopo aver valutato la cosa con me e quindi con mia licenza, si potrà prevedere una seconda Celebrazione Eucaristica in Coena Domini.

La lavanda dei piedi si omette.

Al termine della Celebrazione, l’Eucaristia potrà essere portata all’Altare della Reposizione per l’Adorazione. Si avrà comunque cura, con fraterna sollecitudine, di mettervi termine e di chiudere la chiesa in tempo affinché i fedeli possano rientrare nelle proprie case prima delle 22.

I fedeli che intendessero, sempre entro la fascia oraria di protezione, pregare in adorazione davanti all’Altare della Reposizione, lo facciano sostando in una sola chiesa, evitando di passare, secondo diffusa tradizione, da una chiesa all’altra. Non è consentito, né per singoli fedeli né per Associazioni o Movimenti, il tradizionale giro “delle sette chiese”.

Venerdì Santo

Riprendendo quanto scritto nel Messale Romano e su indicazione della Santa Sede, nella Preghiera Universale si aggiunga un’ultima intenzione “Per chi si trova in situazione di smarrimento, i malati, i defunti” così formulata:

XI. PER CHI SI TROVA IN SITUAZIONE DI SMARRIMENTO, I MALATI, I DEFUNTI

Preghiamo, fratelli e sorelle,
Dio padre onnipotente
per coloro che, particolarmente in questo tempo,
si trovano in situazione di smarrimento,
per i malati e i defunti.

Preghiera in silenzio; poi il sacerdote dice

Signore allontana la pandemia,
scaccia la fame,
dona la pace,
estingui l’odio e la violenza,
concedi salute agli ammalati,
forza e sostegno agli operatori sanitari,
speranza e conforto alle famiglie,
salvezza eterna a coloro che sono morti.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen

Al momento dell’Adorazione della Croce solo chi presiede può baciarla, “gli altri invece faranno solo una genuflessione o un inchino profondo, restando al proprio posto senza muoversi”.

Sabato Santo. Veglia Pasquale

Per quanto riguarda il Sabato Santo, è bene ricordare che la situazione è assai diversa rispetto al Natale, quando potemmo celebrare diverse SS. Messe a partire dal primo pomeriggio. La Pasqua invece non prevede SS. Messe vigilari e non si danno SS. Messe prefestive. L’unica celebrazione possibile è la Veglia pasquale che, per sua natura deve avere attinenza con la notte. Quindi si faccia molta attenzione a quanto vi scrivo:

La Veglia pasquale è unica e se ne può celebrare una sola nella stessa chiesa.

Per rispettarne il carattere notturno, essa deve per lo meno terminare nella notte ad un’ora che comunque permetta ai partecipanti di rientrare nelle proprie case prima dell’inizio della fascia oraria di protezione. L’orario di inizio della Veglia si scelga dunque con cura, in modo che, considerato l’insieme della celebrazione, essa termini nella notte, prima delle ore 22.

I parroci con più chiese parrocchiali celebreranno un’unica Veglia pasquale, scegliendo la chiesa che può contenere più persone, tenuto conto del distanziamento richiesto.

La Veglia può essere celebrata in tutte le sue parti, ma si valuti l’opportunità di omettere il rito del fuoco, qualora esso non possa svolgersi con sicurezza all’interno della chiesa nei pressi dell’ingresso. Si valuti pure l’opportunità, considerata la lunghezza della celebrazione, di omettere la liturgia battesimale, limitandosi alla benedizione dell’acqua lustrale e al rinnovo delle promesse battesimali, a cui far seguire l’aspersione dei fedeli da parte del celebrante.

Sia che si compia il rito del fuoco nuovo, sia che si faccia solo il “lucernario” con l’accensione del cero pasquale, la processione verso l’altare sarà solo del celebrante coi ministri. Non ci sia alcun movimento di fedeli, i quali si collocheranno fin dall’inizio della celebrazione al proprio posto.

Le candeline da utilizzare per il “Lucernario” e poi nella “Liturgia battesimale” potranno essere già disposte dagli inservienti in ciascuna seduta o consegnate a ciascun fedele all’ingresso, avendo cura che siano preventivamente sanificate e consegnate con mani igienizzate e senza contatto fisico.

SI EVITI comunque anche in questo caso DI CREARE, fuori e dentro la Chiesa o dello spazio adibito alla celebrazione, occasioni di ASSEMBRAMENTO DI PERSONE o di scambio di oggetti da mano a mano.

Per le Letture della Veglia, si faccia riferimento alle norme liturgiche (vedi MR pag. 177 n. 20). Non si tralasci mai la lettura dell’Esodo sul passaggio del Mar Rosso col relativo cantico. L’Ufficio Liturgico Diocesano suggerisce una scelta di almeno tre letture:

PRIMA LETTURA: Dal libro della Gènesi 1, 1 – 2, 2
(o forma breve 1, 1.26-31) con relativo Salmo 103(104)
SECONDA LETTURA: Dal libro dell’Èsodo 14, 15 – 15, 1
(forma unica) con relativo Salmo (Es 15, 1-18)
TERZA LETTURA: Dal libro del profeta Ezechièle 36, 16-17a.18-28 1, 1 – 2, 2
con relativo Salmo (41-42)
(poi, naturalmente, EPISTOLA, SALMO e VANGELO)

Pasqua di Resurrezione

Per dare la possibilità al massimo numero di persone di partecipare all’Eucaristia del giorno di Pasqua, i Parroci sono invitati a programmare diverse celebrazioni incrementandone, per l’occasione, anche il numero, sia al mattino che alla sera, come pure eventualmente in tarda serata, sempre da concludersi in tempo per il rientro a casa dei fedeli alle 22.

Si valuti l’opportunità, considerate le restrizioni circa la Veglia, di iniziare le celebrazioni pasquali con una S. Messa “valde mane”, al mattino presto e cioè dal momento della cessazione della fascia oraria di protezione, alle ore 5.

La celebrazione del sacramento della Riconciliazione

La Pasqua è tempo doverosamente dedicato alla Riconciliazione dei penitenti. Vi invito pertanto a disporre tempi adeguati in cui essere disponibili per le confessioni individuali dandone tempestiva comunicazione ai fedeli. Per favorire l’incontro sacramentale con il perdono divino da parte del maggior numero possibile di fedeli.

A quanti dovessero incontrare difficoltà ad accedere alla confessione individuale si ricordi che, in caso di necessità, l’atto di dolore perfetto, accompagnato dall’intenzione di accostarsi non appena possibile al sacramento della Penitenza nella forma della confessione individuale, comporta per sé stesso la riconciliazione con Dio dai peccati, anche gravi.

Per venire incontro alle necessità spirituali dei fedeli, concedo la facoltà della Assoluzione generale, sempre però con l’obbligo della confessione individuale dei peccati appena possibile, impegno da richiamare con insistenza ai fedeli, in quelle celebrazioni comunitarie della Riconciliazione che si era soliti fare nell’approssimarsi della Pasqua con la partecipazione di più confessori o anche che si intendano predisporre quest’anno in occasione della Pasqua. I parroci che adotteranno questa facoltà sono pregati di comunicarlo alla mia segreteria.

Indicazioni varie

I fedeli che non possono essere presenti fisicamente alle celebrazioni, siano invitati a seguire i riti della Settimana Santa presiedute dal Santo Padre ed eventualmente dal Vescovo diocesano, trasmesse in diretta dai mezzi di comunicazione sociale.

Le celebrazioni della Via Crucis o di altri atti di pietà che si svolgono all’interno della chiesa, o nello spazio adibito a luogo sacro anche all’aperto, vanno organizzate in modo che i fedeli non si muovano dal posto loro assegnato, riservando eventuali movimenti al celebrante e ai ministri. Vanno evitate processioni all’esterno.

La tradizionale benedizione pasquale delle uova avvenga al termine delle celebrazioni, rimanendo però ciascuno al proprio posto e tenendo con sé le uova.

Dato a Pistoia, il 19 marzo 2021.

 

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