Un aiuto per i migranti sulla rotta balcanica

Domenica 21 marzo una raccolta straordinaria nelle parrocchie per i fratelli e le sorelle dei campi profughi in Bosnia

Una terra già martoriata negli anni 90 da guerre, massacri e sfollamenti, oggi è la nuova frontiera dell’immigrazione, ad est del nostro continente. Una vicenda che la diocesi sta seguendo con attenzione assieme alle altre chiese Toscane. In questo quadro nasce l’iniziativa di Caritas, Migrantes e Ufficio Missionario che insieme propongono un’iniziativa di sostegno alle zone colpite dall’emergenza umanitaria.

«Quello che sta succedendo in Bosnia è una questione drammatica e dolorosa – si legge in una nota Caritas – che si trascina da anni. Molti migranti restano intrappolati dalla neve, dal gelo, dalle frontiere chiuse, dalle violenze delle diverse polizie di frontiera, dai respingimenti, dal silenzio e dall’ambiguità politica dell’Unione Europea che hanno di fatto annientato i diritti di queste persone. Questa situazione necessita, oltre che di una sana indignazione e denuncia, anche di una forte risposta di generosità. Per questo motivo i tre uffici pastorali a livello diocesano (Migrantes, Caritas e Missionario) in accordo con il nostro Vescovo Fausto, si fanno promotori di una iniziativa di raccolta fondi per domenica 21 marzo da svolgere presso le parrocchie nella liturgia domenicale».

Famiglie in fuga, tra guerre e violenze

La rotta balcanica è ufficialmente chiusa dal marzo 2016 da quando l’accordo tra Ue e Turchia è entrato in vigore; in realtà nel corso del 2018, più di 60mila migranti sono stati registrati dalle autorità dei paesi dei Balcani occidentali. Si tratta di famiglie in fuga da guerre e violenze nei loro paesi d’origine: Siria, Afghanistan e Pakistan; che si dirigono verso la frontiera con la Croazia per cercare di attraversare i confini con l’Unione Europea. La sorveglianza dei confini e la brutalità della polizia ungherese contro i migranti hanno spalancato le porte a una nuova rotta attraverso i Balcani, che attraversa Albania, Montenegro e Bosnia. E così il commercio clandestino di essere umani ha raggiunto anche la Bosnia. Qui i rifugiati pagano i contrabbandieri per il passaggio in Croazia o in Slovenia, altri tentano di attraversare il confine su camion o treni. La maggior parte ancora cerca di entrare in territorio croato a piedi.

In Bosnia stiamo assistendo oggi a una gravissima violazione dei diritti umani nei confronti dei migranti

La gestione dei migranti in Bosnia è infatti precipitata negli ultimi giorni. La chiusura del campo profughi “Bira” a Bihac e il trasferimento forzato di circa 600 persone nella tendopoli di Lipa ha saturato la struttura. Il campo Lipa era inizialmente pensato come una sistemazione provvisoria e si trovava già in condizioni largamente inadeguate per affrontare l’inverno: situato in una zona impervia di montagna è senza acqua potabile, elettricità, riscaldamento. Il campo, non più utilizzabile e interamente distrutto da un recente incendio, è l’unico riparo per le oltre 900 persone rimaste al Lipa.

I fondi raccolti dovranno pervenire alla nostra Caritas diocesana che li girerà a Caritas Italiana, che è presente da anni ed è impegnata con i propri operatori e volontari nella distribuzione di cibo e di abbigliamento invernale (scarpe, giacche a vento, sciarpe, cappelli) e soprattutto di legna da ardere, per consentire ai migranti di scaldarsi.

I versamenti sul conto della Caritas, specificando la causale “Emergenza umanitaria migranti in Bosnia”:

Banco BPM: IT19E0503413801000000001343

Poste: IT43T0760113800000010900512.

Grazie per la vostra generosità.




La storia e il culto di San Giuseppe

Accanto a Maria Vergine è umile e silenziosa figura che accompagna e protegge Gesù e la Chiesa Anche in diocesi non mancano tracce del suo premuroso patrocinio

Venerdì 19 marzo, per la solennità di San Giuseppe il vescovo Tardelli celebrerà alle ore 18 la santa Messa in Cattedrale. La messa sarà offerta in suffragio di don Italo Taddei, a un mese di distanza dalla sua morte.

di Maria Valbonesi

L’8 dicembre 1870 – circa tre mesi dopo la breccia di Porta Pia – Pio IX proclamò san Giuseppe patrono della Chiesa cattolica, fissandone al 19 di marzo la solenne ricorrenza festiva. In uno dei momenti più critici della sua storia, la custodia della Chiesa veniva così affidata a colui che era stato il paterno custode di Gesù – per quanto tempo è impossibile dire, certo fin dopo il dodicesimo anno di età. Infatti i Vangeli sinottici ricordano per l’ultima volta Giuseppe nelle parole che Maria rivolge a Gesù dopo averlo finalmente ritrovato a Gerusalemme fra i dottori del Tempio: «Ecco, tuo padre ed io ti cercavamo, stando in gran pena».

«Tuo padre ed io»: sembrano una cosa sola, mentre invece sono separati dall’abisso del più profondo mistero – l’Incarnazione del Verbo – e tuttavia legati insieme alla custodia del Verbo Incarnato. Ma è possibile per Giuseppe vivere in una simile contraddizione? È possibile, perché Giuseppe «era un uomo giusto», che quando seppe che la sua promessa sposa aspettava un bambino, non volendo «esporla a infamia, decise di licenziarla segretamente»; e, proprio perché giusto, era anche un uomo capace di sognare i sogni di Dio, in seguito ai quali prima «prese con sé la sua sposa», poi «prese di notte il bambino e sua madre e fuggì in Egitto», infine, dopo la morte di Erode, li ricondusse in Israele – sempre senza far parte del loro mistero eppure essendo ad esso indispensabile. Così procedette sul filo impercettibile dove esclusione e presenza coincidevano senza toccarsi; e così, santo nella sua “giustizia”, lo troviamo raffigurato infinite volte insieme a Maria e Gesù: perché la Madre può stare sola col Figlio – ma senza Giuseppe non ci sarebbe la Famiglia, che è simbolo e modello di tutte le famiglie cristiane.

Ora poi, davanti alla minaccia di tante forze – e debolezze – disgregatrici, esterne e interne, si carica di significato il fatto che alla festa di San Giuseppe sia stata associata quella non del Padre – che è un Altro – ma del Babbo. E in questo senso familiarmente paterno san Giuseppe è stato anche proclamato patrono, dal granduca Cosimo III, della Toscana; da Leone XIII e da Pio XII, dei lavoratori; e da Francesco di questo 2021, perché «il mondo ha bisogno di padri».

Quanto si è detto finora a proposito della iconografia di san Giuseppe non toglie che se ne trovino immagini singole e che ci siano chiese e oratori, Ordini e Opere (come le suore giuseppine o la Pia Unione del Transito di san Giuseppe) a lui intitolati e miracoli a lui attribuiti. Per esempio, agli inizi dell’ 800, mentre tutti i monasteri di clausura della montagna pistoiese venivano – per la seconda volta, dopo Scipione de’ Ricci – arbitrariamente soppressi dal governo napoleonico, di fronte a questa sacrilega violenza le monache di Lizzano presentarono una formale richiesta di soccorso, firmata da ciascuna di loro, alla miracolosa immagine di san Giuseppe che tenevano in chiesa. Ed è comunque un fatto che, senza alcun motivo apparente, fra tutte le monache della montagna soltanto a quelle di Lizzano il governo napoleonico permise di restare nella clausura del loro monastero.

(dal settimanale diocesano La Vita, del 14/03/2021)

 

Per vivere l’anno santo dedicato a San Giuseppe

Fino all’8 dicembre 2021, grazie allo speciale Anno di San Giuseppe indetto da Papa Francesco, i fedeli di ogni parte del mondo potranno ricevere l’indulgenza plenaria.
Confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre sono le consuete condizioni richieste per lucrare l’indulgenza, in vista della quale la Penitenzieria apostolica – nel decreto che accompagna la lettera apostolica “Patris Corde” – ha disposto modalità precise.

Si concede l’indulgenza plenaria, nel dettaglio:

  • a quanti mediteranno per almeno 30 minuti la preghiera del Padre Nostro, oppure prenderanno parte a un ritiro spirituale di almeno una giornata che preveda una meditazione su San Giuseppe;
  • a coloro i quali, sull’esempio di San Giuseppe, compiranno un’opera di misericordia corporale o spirituale;
  • a quanti reciteranno il Rosario, nelle famiglie e tra fidanzati;
  • a “chiunque affiderà quotidianamente la propria attività alla protezione di San Giuseppe e ogni fedele che invocherà con preghiere l’intercessione dell’Artigiano di Nazareth, affinché chi è in cerca di lavoro possa trovare un’occupazione e il lavoro di tutti sia più dignitoso”;
  • ai fedeli che reciteranno le Litanie a San Giuseppe (per la tradizione latina), oppure l’Akathistos a San Giuseppe, per intero o almeno qualche sua parte (per la tradizione bizantina), oppure qualche altra preghiera a San Giuseppe, propria alle altre tradizioni liturgiche, “a favore della Chiesa perseguitata ad intra e ad extra e per il sollievo di tutti i cristiani che patiscono ogni forma di persecuzione”. (fonte Sir)



La parola del Vescovo in onda su Tvl

Da martedì 16 marzo il vescovo Fausto Tardelli è in televisione su Tvl tv libera (canale 11 dgt), per una piccola serie di incontri con cui aiutarci a vivere in profondità la Quaresima.

Spunti di meditazione per vivere in pienezza il tempo che ci porta alla Pasqua nell’Anno Santo Iacobeo.

La trasmissione, intitolata “A un passo dalla Pasqua. In cammino con San Jacopo”, andrà in onda per tre martedì consecutivi, il 16, il 23 e il 30 marzo alle 19.20 e sarà replicata anche durante tutta la settimana nei seguenti orari: mercoledì ore 13.30, Giovedì alle 17.55, venerdì alle 8.45, Sabato alle 13.00.

Non perdertela!

 




Due strumenti per l’Anno Santo Iacobeo

La Guida del Pellegrino e una storia di San Jacopo per i più piccoli

PISTOIA – Due supporti per i pellegrini, uno come vera Guida – spirituale e non solo – che si ricollega alla tradizione di Santiago, l’altra invece, un modo per conoscere fin dall’infanzia la storia di San Giacomo apostolo.
Queste le iniziative editoriali della diocesi di Pistoia – Edizioni San Jacopo – che saranno disponibili nei prossimi giorni per tutti i fedeli e gli appassionati di storia e cultura.

La Guida del Pellegrino (Pistoia 2020, pp. 104) è stata curata dall’Ufficio Liturgico diocesano, in particolare dal diacono Federico Coppini. «All’interno della nostra equipe e in collaborazione con l’Ufficio Pellegrinaggi – afferma il diacono Coppini – abbiamo inteso dare vita a questa guida per aiutare pellegrini e fedeli a fare un cammino un po’ particolare. Un lavoro piuttosto articolato, che ha dato anche l’opportunità a chi l’ha curata di riscoprire il valore trascendente di alcuni punti della città, ma anche di conoscere meglio la loro origine e il loro significato, persino il perché di certe scelte architettoniche legate alla vita spirituale dei nostri antenati. Il semplice mettersi a camminare ti fa accorgere di molte cose perché vai lentamente, rifletti su tutto ciò che ti capita, ma anche sul cammino passato e presente».

La Guida del pellegrino segue un cammino “a tappe” tra le chiese del centro storico di Pistoia e all’interno della Cattedrale che conduce il lettore tra le bellezze della città e la parola del Vangelo. Un itinerario che può aiutare a meditare le opere di Misericordia e le caratteristiche proprie dell’anno giubilare, ma anche suggerire momenti di preghiera da vivere da soli o in compagnia. Il testo, pensato in primo luogo come sussidio di preghiera e meditazione per i pellegrini che varcheranno la soglia della Porta Santa, è poi accompagnato da una più breve proposta di “cammino” da poter svolgere anche da casa e che riprende gli spunti meditazione proposti dal vescovo Tardelli nella sua ultima lettera pastorale.

 

Sui passi di San Jacopo (Pistoia 2020, pp. 40) invece, è un progetto editoriale autonomo. La pubblicazione contiene una breve storia illustrata di San Jacopo Apostolo. Da una parte il libretto propone una narrazione che prende spunto dalle formelle d’argento dell’Altare di San Jacopo dedicate alla storia dell’apostolo e realizzate dall’orefice fiorentino Leonardo di Ser Giovanni tra il 1364 e il 1371. Nove formelle che compongono il paliotto sinistro dell’altare d’argento e che le illustrazioni riproducono quasi nella misura reale (la pubblicazione ha un formato quadrato 20x20cm).

“Sui passi di San Jacopo” è anche arricchito da nove disegni ispirati alle formelle realizzati dalla giovane illustratrice Luisa Scopigno. Le illustrazioni possono essere colorate, ma sono anche accompagnate con delle citazioni evangeliche collegate alla storia di San Jacopo.

Luisa (27 anni) è illustratrice e catechista che ha all’attivo – nonostante la giovane età – già diversi volumi di fiabe illustrate e la realizzazione del Palio della “Giostra dell’Orso” di Pistoia del 2009.
«Ho cercato di rendere la storia il più possibile fruibile anche per i più piccoli – afferma Luisa – . La partecipazione e il coinvolgimento dei bambini avviene anche incentivandoli a colorare le varie pagine, così come facciamo con diverse attività anche nei campi estivi della mia parrocchia di Gello, permettendogli così di ricreare e partecipare attivamente al racconto, avvicinandoli ancora di più ai personaggi».
Per questo – continua Scopigno – auspico la diffusione e il mantenimento della lettura anche dopo l’Anno Santo Iacobeo. San Jacopo, che rappresenta la nostra città, può e deve essere recuperato fin dalla catechesi anche per poter ricollegare i tanti simboli che fanno riferimento al santo nella nostra città, alla nostra storia».

L’idea è nata da un video, oggi disponibile sul canale YouTube diocesano, in cui Luisa accompagna con i suoi disegni la lettura della storia di San Jacopo. La voce narrante è di Matteo Magazzini. La parte grafica del video e delle due pubblicazioni, è a cura dello Studio Design e Comunicazione Metilene di Pistoia.

Entrambi i testi saranno in vendita a 5 euro, per il momento alla libreria San Jacopo, in via Puccini 32.

 




Famiglia: apre il «ponte giuridico pastorale»

Un nuovo servizio di consulenza giuridica e pastorale per una verifica quando il matrimonio entra in crisi

Con decreto dello scorso 3 Febbraio 2021, è stato istituito formalmente anche nella Diocesi di Pistoia da parte di sua Eccellenza Mons. Fausto Tardelli, un servizio di consulenza giuridico-pastorale diocesana, che si pone come area di confine tra pastorale e diritto.

Volendo dar seguito alla Riforma del processo canonico di nullità matrimoniale avviata da Papa Francesco con il Motu Proprio Mitis Iudex Dominus Iesus, l’istituzione di questo servizio evidenzia la sollecitudine pastorale del Vescovo e dei parroci verso i fedeli, provati dal dubbio e dal fallimento del loro matrimonio e che per la loro condizione di vita abbiano abbandonato la pratica religiosa.

«Un mezzo a disposizione di coloro che desiderano verificare la validità del loro matrimonio ormai ferito da separazioni, divorzi, abbandoni» affermano Don Roberto Breschi e la Dott.ssa Michela Cinquilli, canonista, gli operatori incaricati dal Vescovo per questo servizio, che «avvera il ponte giuridico-pastorale auspicato da Papa Francesco». L’esortazione apostolica Amoris Laetitia e il Motu Proprio Mitis Iudex Dominus Iesus, aprono a queste nuove prospettive per una Chiesa in uscita, nei confronti di chi vive le situazioni di fragilità, di rottura relazionale coniugale e di ricostruzione di legami affettivi.

L’orizzonte, spiegano, è quello «di un’alleanza non solo tra teologia e pastorale ma anche tra diritto e pastorale».

Questo servizio si pone nel solco di quel processo di accompagnamento, discernimento ed integrazione, che non si conclude mai nel corso della vita del fedele per poter operare sempre nella logica della misericordia.

 

Il servizio di consulenza prestato sarà gratuito e verrà svolto presso i locali della Curia Vescovile di Pistoia, in Via Puccini, 29, previo appuntamento al numero 0573/359625 (Cancelleria Vescovile) o al 331 4484327 ogni mercoledì e sabato.

Esso sarà rivolto a tutti quei fedeli che possano avere sia momenti di crisi, per proporre loro un percorso o spirituale o psicologico, oppure problematiche legate persone o famiglie che vivono la sofferenza di una storia matrimoniale ormai ferita e finita, anche in vista dell’indagine preliminare al processo matrimoniale.

 




Comunicato CET per la Settimana Santa

I vescovi toscani invitano clero e fedeli ad accogliere gli orientamenti per la Settimana Santa 2021 della Cei

 

La Conferenza Episcopale Italiana martedì 23 febbraio scorso ha pubblicato gli “Orientamenti per la Settimana Santa 2021”, in cui ha offerto precise indicazioni per le celebrazioni di questo momento centrale dell’anno liturgico, dando concreti indirizzi per l’attuazione delle linee guida offerte dalla “Nota ai Vescovi e alle Conferenze Episcopali circa le celebrazioni della Settimana Santa 2021” emanata in data 17 febbraio 2021 dalla Congregazione del Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.

I Vescovi della Toscana invitano i sacerdoti e le loro comunità ad accogliere con disponibilità le indicazioni contenute nei suddetti “Orientamenti” della C.E.I. e ad attuarli con fedeltà, segno di comunione ecclesiale.

I Vescovi, in spirito di servizio verso il popolo loro affidato, partecipi delle fatiche e sofferenze che segnano l’ora presente, seguono con attenzione l’evoluzione della situazione sanitaria e le disposizioni delle autorità civili competenti e, a riguardo delle modalità con cui svolgere le suddette celebrazioni, ritengono di poter intervenire con ulteriori indicazioni nelle prossime settimane, anche al fine di chiarire alcuni aspetti di maggiore dettaglio, la cui determinazione potrà essere meglio verificata alla luce degli sviluppi del contesto generale.

 

Card. Giuseppe Betori

Arcivescovo di Firenze

Presidente della Conferenza Episcopale Toscana

 

Orientamenti per la Settimana Santa

( Scarica il PDF )

Mercoledì 17 febbraio è stata pubblicata una Nota della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti (Prot. N. 96/21), al fine “di offrire alcune semplici linee guida per aiutare i Vescovi nel loro compito di valutare le situazioni concrete e di provvedere al bene spirituale di pastori e fedeli nel vivere questa grande Settimana dell’anno liturgico”.

Il testo della Nota rimanda al decreto, della stessa Congregazione, del 25 marzo 2020 (Prot. N. 154/20) e invita “a rileggerlo in vista delle decisioni che i Vescovi dovranno prendere circa le prossime celebrazioni pasquali nella particolare situazione del loro paese”.

Alla luce di tale invito, considerata la ripresa delle celebrazioni con la presenza dell’assemblea, tenendo conto delle indicazioni contenute nel Protocollo stipulato con il Presidente del Consiglio dei ministri ed il Ministro dell’Interno del 7 maggio 2020, integrato con le successive indicazioni del Comitato tecnico-scientifico, la Conferenza Episcopale Italiana offre alcune indicazioni per le celebrazioni della Settimana Santa.

Innanzitutto si esortino i fedeli alla partecipazione di presenza alle celebrazioni liturgiche nel rispetto dei decreti governativi riguardanti gli spostamenti sul territorio e delle misure precauzionali contenute del richiamato Protocollo; solo dove strettamente necessario o realmente utile, si favorisca l’uso dei social media per la partecipazione alle stesse. Si raccomanda che l’eventuale ripresa in streaming delle celebrazioni sia in diretta e mai in differita e venga particolarmente curata nel rispetto della dignità del rito liturgico.

La Nota chiede “di facilitare e privilegiare la diffusione mediatica delle celebrazioni presiedute dal Vescovo, incoraggiando i fedeli impossibilitati a frequentare la propria chiesa a seguire le celebrazioni diocesane come segno di unità”. I media della CEI – a partire da Tv2000 e dal Circuito radiofonico InBlu2000 – copriranno tutte le celebrazioni presiedute dal Santo Padre.

 

Nello specifico, si suggerisce:

 

Per la Domenica delle Palme, la Commemorazione dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme sia celebrata con la seconda forma prevista dal Messale Romano. Si evitino assembramenti dei fedeli; i ministri e i fedeli tengano nelle mani il ramo d’ulivo o di palma portato con sé; in nessun modo ci sia consegna o scambio di rami (da mano a mano, ndr). Dove si ritiene opportuno si utilizzi la terza forma del Messale Romano, che commemora in forma semplice l’ingresso del Signore in Gerusalemme.

La Messa crismale sia celebrata la mattina del Giovedì Santo o, secondo la consuetudine in alcune Diocesi, il mercoledì pomeriggio. Qualora fosse impedita “una significativa rappresentanza di pastori, ministri e fedeli”, il Vescovo diocesano valuti la possibilità di spostarla in un altro giorno, entro il tempo di Pasqua.

Il Giovedì Santo, nella Messa vespertina della “Cena del Signore” sia omessa la lavanda dei piedi. Al termine della celebrazione, il Santissimo Sacramento potrà essere portato, come previsto dal rito, nel luogo della reposizione in una cappella della chiesa dove ci si potrà fermare in adorazione, nel rispetto delle norme per la pandemia, dell’eventuale coprifuoco ed evitando lo spostamento tra chiese al di là della propria parrocchia.

Il Venerdì Santo, riprendendo l’indicazione del Messale Romano (“In caso di grave necessità pubblica, l’Ordinario del luogo può permettere o stabilire che si aggiunga una speciale intenzione”, n. 12), il Vescovo introduca nella preghiera universale un’intenzione “per chi si trova in situazione di smarrimento, i malati, i defunti”. L’atto di adorazione della Croce mediante il bacio sia limitato al solo presidente della celebrazione.

La Veglia pasquale potrà essere celebrata in tutte le sue parti come previsto dal rito, in orario compatibile con l’eventuale coprifuoco.

Le presenti indicazioni sono estese a seminari, collegi sacerdotali, monasteri e comunità religiose.

Per quanto riguarda le espressioni della pietà popolare e le processioni, sia il Vescovo diocesano ad offrire le indicazioni convenienti.

Il sito www.unitinellasperanza.it rimane un possibile riferimento anche per la sussidiazione, offerta dall’Ufficio Liturgico Nazionale e con contributi provenienti dal territorio.

 

La Presidenza della CEI

24 Febbraio 2021

 




Con l’apostolo Jacopo in cammino verso la Pasqua

Tutti i venerdì alle 18 in Cattedrale i Quaresimali del vescovo Tardelli

PISTOIA 24/02/2021 – Per accompagnare i fedeli della diocesi nel cammino verso la Pasqua e in occasione dell’anno santo iacobeo, il Vescovo propone un itinerario dal titolo «Con l’Apostolo Jacopo in cammino verso la Pasqua» e presiederà la Santa Messa tutti i venerdì di Quaresima alle 18 in Cattedrale.

I suoi quaresimali si svolgeranno quindi, nelle seguenti date: 26 febbraio, 5 marzo, 12 marzo, 19 marzo, 26 marzo.

«La pandemia ci ha fatto capire quanto siamo ostili nei confronti degli altri o che la guarigione rischia di essere solo per qualcuno – ricorda Tardelli – la Parola del Vangelo, che invita custodire “nel segreto” la preghiera, l’elemosina e il digiuno, ci richiama a un cammino di conversione che non sia fatto di esteriorità e apparenza», un invito «a camminare al profondo di noi stessi per arrivare alla Pasqua davvero rinnovati, ricreati dall’amore di Dio».




Addio a don Italo Taddei

Fondatore della “casa del ragazzo”, fu “padre” di tanti orfani e bambini in difficoltà. Già segretario del Cardinale Benelli viveva a Roma da molti anni

«È stato un padre», commenta il vescovo Tardelli, «sono grato a Dio per questo prete della chiesa pistoiese»

All’età di 101 anni è tornato alla casa del Padre Mons. Italo Taddei, presbitero della Diocesi di Pistoia e canonico lateranense.
Già segretario del Cardinale Benelli, don Italo viveva ormai da tanti anni a Roma.
A Pistoia lo si ricorda soprattutto per aver fondato nel dopoguerra la “Casa del ragazzo”, attiva fino al 1975 per bambini orfani o indigenti.
«Appresa la morte di Mons. Italo Taddei, – commenta il vescovo Tardelli in un suo messaggio – mi sento dal cuore di esprimere pubblicamente il cordoglio mio e dell’intera Diocesi per questo sacerdote figlio della chiesa pistoiese, anche se da tanto tempo tra le braccia della chiesa di Roma. In questi anni ho avuto modo incontrarlo proprio a Roma e ne ho ricavato l’impressione di essere di fronte a un grande uomo di Dio, ricco di umanità e di intelligenza.
Con una mente rimasta lucida e sveglia fino in fondo, ha superato la soglia dei 100 anni con lo spirito ancora giovane e pieno di amore per la chiesa e per le persone che aveva incontrato nella sua vita, per i “suoi” ragazzi in particolare.
La diocesi di Pistoia purtroppo – conclude Tardelli – non ha potuto godere della sua presenza in questi ultimi decenni. Sicuramente per questo è risultata più povera e me ne dispiaccio davvero. Sono però molti i pistoiesi che ricordano con affetto questo prete vero e molti sono ancora coloro che hanno ricevuto da don Italo cose importanti per la loro vita.

È stato un padre, di quelli che ce ne vorrebbero tanti anche tra i sacerdoti. Mentre raccomando al Signore la sua anima, sono grato a Dio per questo prete della chiesa pistoiese cha l’ha onorata e che ancora la onora con la memoria della sua testimonianza».

La Diocesi si stringe attorno ai suoi “ragazzi”, agli amici e ai familiari, ringraziando il Signore per il dono del suo ministero e la sua lunga e luminosa testimonianza di vita.
Le esequie di Don Taddei saranno celebrate sabato 20 febbraio alle 9.30 nella Basilica di San Giovanni in Laterano. Poi la salma sarà trasferita a Limite sull’Arno, suo paese natale, dove intorno alle 15 avverrà un momento di preghiera e il suo corpo sarà tumulato al cimitero locale.
Sabato 20 marzo, nel trigesimo della morte, mons. Tardelli celebrerà una messa in suo suffragio in Cattedrale. L’orario sarà reso noto prossimamente.



Quaresima: un cammino al profondo di noi stessi

Le parole del vescovo per il Mercoledì delle Ceneri. Alcuni passaggi dall’omelia pronunciata in Cattedrale

 

«Siamo fragili, siamo deboli, il risultato di qualcosa che si è consumato». Questo ci ricorda il segno delle Ceneri all’inizio della Quaresima. «C’è una debolezza intrinseca alla nostra umanità» ha ricordato mons. Tardelli nell’omelia per il Mercoledì della Ceneri, che la pandemia ci ha fatto comprendere bene.

«Però — ha aggiunto il vescovo — «Il riconoscimento della nostra fragilità, debolezza e impotenza non basta. Bisogna riconoscere qualcosa di più profondo: il nostro peccato. Il peccato personale e quello della nostra società. Che ci prende, distrugge e rovina».

«Ci sono peccati evidenti in questa società», realtà di male, ha spiegato il vescovo, che diventano “strutture di peccato”: «laddove c’è ingiustizia, laddove si scartano le persone o si fanno differenze, laddove si vive nella violenza, dove si sperimenta ancora la guerra e l’offesa di popolazioni inermi. È la nostra società ad essere malata di fragilità e di peccato».

«Non ci sono fragilità e debolezza, non ci sono solo reati. Ma ci sono peccati». E realtà di male — ha aggiunto Tardelli – che la pandemia ha evidenziato, perché, ad esempio, «la pandemia ci ha fatto capire quanto siamo ostili nei confronti degli altri o che la guarigione rischia di essere solo per qualcuno».

«La Quaresima — ha proseguito il vescovo — ci invita a fare anche la confessione delle nostre colpe individuali. Abbiamo peccato per le nostre colpe, in pensieri, parole, opere e omissioni. Per questo diventa importante il richiamo arrivato dalle letture : «“ritornate a me con tutto il cuore!”: un appello pressante a tornare al Signore si legge nella prima lettura del profeta Gioele. E anche nella seconda lettura l’invito di San Paolo è: «fratelli, vi supplichiamo: lasciatevi riconciliare con Dio. È questo il giorno favorevole. È questo il giorno della salvezza». Nella raccomandazione di Paolo, ha poi spiegato Tardelli, emerge il fatto che è Dio che vuole riconciliarsi con noi, perché l’iniziativa è sempre di Dio.

«Il Vangelo — ha concluso — ci richiama a un cammino di conversione che non sia fatto di esteriorità e apparenza. Un cammino di conversione profondo che riguardi la nostra anima, il nostro io profondo», un invito «a camminare al profondo di noi stessi per arrivare alla Pasqua davvero rinnovati, ricreati dall’amore di Dio».

 

Scarica il sussidio della CEI per vivere la Quaresima in famiglia.




Mercoledì delle Ceneri con il vescovo e in città

Mercoledì 17 febbraio inizia la Quaresima, il periodo di quaranta giorni che precede la Pasqua, in cui si è invitati particolarmente alla conversione. Il mercoledì delle Ceneri è rimasto come giorno principale di digiuno e astinenza dalle carni assieme al Venerdì Santo; un giorno di penitenza per ricentrare l’anima e il corpo sull’essenziale e avviare un percorso di approfondimento della propria vita cristiana.

 

Papa Francesco invita a vivere questo tempo come un’occasione «per rinnovare fede, speranza e carità». Nel suo messaggio per la Quaresima ha infatti ricordato che «il digiuno, la preghiera e l’elemosina, come vengono presentati da Gesù nella sua predicazione (cfr Mt 6,1-18), sono le condizioni e l’espressione della nostra conversione. La via della povertà e della privazione (il digiuno), lo sguardo e i gesti d’amore per l’uomo ferito (l’elemosina) e il dialogo filiale con il Padre (la preghiera) ci permettono di incarnare una fede sincera, una speranza viva e una carità operosa».

«Ogni tappa della vita — conclude il Papa — è un tempo per credere, sperare e amare. Questo appello a vivere la Quaresima come percorso di conversione, preghiera e condivisione dei nostri beni, ci aiuti a rivisitare, nella nostra memoria comunitaria e personale, la fede che viene da Cristo vivo, la speranza animata dal soffio dello Spirito e l’amore la cui fonte inesauribile è il cuore misericordioso del Padre».

 

Il vescovo Tardelli presiederà la santa messa con il rito dell’imposizione delle Ceneri in Cattedrale alle 9.30. Sempre in Cattedrale sarà possibile ricevere le ceneri anche alla messa delle ore 18.

Orari delle messe delle Ceneri nelle chiese del Centro Storico

Cattedrale di San Zeno
9.30 (Presieduta dal vescovo Tardelli)
18.00

Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola 
9.00

Chiesa di San Paolo
8.00 – 19.00

Basilica della Madonna dell’Umiltà
10.30

Chiesa di San Bartolomeo
18.30

Chiesa di San Francesco
8.30 – 18.00

Chiesa di San Benedetto
7.30 – 17.30