Tutela dei minori: due incontri di formazione

La prima giornata, lunedì 23 settembre, sarà tenuta da Suor Tosca Ferrante in passato alla Polizia di Stato, oggi madre Generale delle Suore Apostoline Paoline. Seconda giornata il 18 novembre con il sottosegretario CEI, don Gianluca Marchetti

 

Una giornata di formazione in diocesi sul tema “Rispetto e responsabilità nell’azione educativa”. La proposta, promossa dal Servizio Tutela Minori e Adulti fragili attivo nella Diocesi di Pistoia, si svolgerà lunedì 23 settembre e verterà sugli abusi in generale e le loro conseguenze, toccando il tema della prevenzione e le buone pratiche.

La giornata del 23 prevede due sessioni: la prima – dalle ore 9.30 alle 12.30 – è rivolta al clero diocesano sul tema della “cultura della cura” e “approfondimento sul tema degli abusi”; la seconda, dalle – 14.30 alle 16.30 – si concentrerà anche sul tema dell’adultità ed è rivolta a tutti coloro che operano a qualsiasi titolo, individuale o associato, all’interno delle comunità ecclesiali a Pistoia.

Le lezioni saranno proposte da Suor Tosca Ferrante, coordinatrice del Servizio regionale per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili. Suor Tosca, 55 anni, che ha alle spalle una laurea in psicologia e un passato nella Polizia di Stato, è anche madre Generale delle Suore Apostoline Paoline. Attualmente vive e opera a Pisa nella parrocchia universitaria di San Frediano.

In programma anche un secondo appuntamento previsto per il prossimo 18 novembre con don Gianluca Marchetti, sottosegretario della Conferenza Episcopale Italiana che toccherà il tema delle implicanze e delle procedure canoniche conseguenti agli abusi.

«Due appuntamenti di assoluta importanza per la Diocesi, voluti fortemente dal vescovo Fausto Tardelli – commenta Chiara Romagnani, coordinatrice del Servizio diocesano per la Tutela dei Minori – e in linea con gli indirizzi del pontificato di Papa Francesco. Il titolo della giornata “Assumere il passato per liberare il futuro”, riprende un’espressione di papa Francesco presente nell’enciclica Fratelli Tutti. Oggi più che mai, afferma infatti il Papa, è necessario confrontarsi con la verità e per avviare “percorsi di pace che conducano a rimarginare le ferite”, “avviare processi di guarigione e di rinnovato incontro con ingegno e audacia”».

Il Servizio tutela minori e persone vulnerabili della Diocesi di Pistoia è nato per tutelare le persone più fragili, per età o per le proprie condizioni psico-fisiche e per prevenire qualsiasi forma di abuso. Il Servizio svolge essenzialmente funzioni di: formazione e informazione degli operatori pastorali sul tema della tutela; accoglienza, ascolto e accompagnamento alle persone che riferiscono abusi subiti o dei quali siano venuti a conoscenza.

 




Due Diaconi per due Diocesi

Festa per le chiese di Pistoia e Pescia. Il 15 settembre il Vescovo Tardelli ordinerà diacono Daniele Masciotra, seminarista della Diocesi di Pistoia; il giorno precedente, sabato 14 riceverà l’ordine del diaconato un seminarista di Pescia: Matteo Nincheri.

Con grandissima gioia vi annuncio che, prossimamente, ad ognuna delle due Diocesi unite “in persona episcopi”, il Signore farà un dono straordinario: due giovani uomini, alunni uno del seminario fiorentino e l’altro del seminario interdiocesano di Pisa, riceveranno il sacramento dell’Ordine nel grado del Diaconato. Ben presto quindi, a Dio piacendo, le due chiese sorelle riceveranno in dono ciascuna un nuovo presbitero, vera manna per le necessità del popolo di Dio e dell’umanità.

Si tratta, per la diocesi di Pistoia, di Daniele Masciotra della parrocchia di Oste di Montemurlo e per la Diocesi di Pescia, di Matteo Nincheri della parrocchia di San Jacopo di Altopascio.

Mentre invito tutti i fedeli delle due diocesi a pregare per questi prossimi diaconi e per le vocazioni al ministero presbiterale, propongo anche, nella misura del possibile, che specialmente i presbiteri e i diaconi delle due diocesi partecipino alle Ordinazioni.
L’Ordinazione di Matteo avverrà sabato 14 settembre prossimo, alle ore 21, nella Cattedrale di Pescia, mentre l’Ordinazione di Daniele sarà domenica 15 settembre alle ore 18 nella Cattedrale di Pistoia.

Condividere i doni del Signore, rendere grazie insieme a Lui per questo, pregare Dio che mandi operai nella sua messe perchè sono sempre pochi, come ci ricorda il vangelo, è una bellissima cosa. Fa sentire davvero sorelle due Chiese che per storia, tradizione e vita, sicuramente sono diverse una dall’altra ma ambedue chiese del Signore, suo
unico e cattolico popolo. Questa Notificazione sia resa pubblica nelle celebrazioni eucaristiche di sabato 24 e
domenica 25 agosto prossimo.

Dato in contemporanea a Pistoia e a Pescia,
il 20 agosto 2024, memoria di San Bernardo

+ Fausto Tardelli, vescovo




La testimonianza dell’apostolo Jacopo

L’omelia del Vescovo Tardelli nella Messa Pontificale del 25 luglio 2024, giorno di San Jacopo

Il ricordo del santo patrono e la conclusione del Sinodo diocesano

 

Fratelli nel sacerdozio, rev. Capitolo di questa nostra Cattedrale, rappresentanti del Capitolo della Cattedrale di Pescia, diaconi, seminaristi, religiose e religiosi, autorità tutte della città e della Provincia, civili e militari, rappresentanti dei rioni e della giostra, fedeli, uomini e donne qui presenti per festeggiare il nostro Santo Patrono, San Jacopo: un saluto affettuoso e sentito a tutti voi.

Ci ha detto Gesù nel vangelo rivolto proprio a Jacopo, al nostro Jacopo e agli altri apostoli: “Voi sapete che i governanti delle nazioni dominano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così: ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”.

Il riferimento a ciò che accade nel mondo è, purtroppo, azzeccato, dobbiamo riconoscerlo. Chi ha il potere, lo usa spesso per schiacciare gli altri, per sottometterli, per affermare se stesso o per fare i propri interessi. Le democrazie dovrebbero essere abbastanza immuni da tutto questo, perché il loro criterio fondamentale è il servizio del popolo. Stiamo però constatando una grave crisi delle democrazie nel mondo, la disaffezione alla partecipazione, la presenza comunque della corruzione. 

Non è esente da tutto questo purtroppo la stessa Chiesa, lo stesso popolo di Dio nei suoi membri. Non per niente Gesù si rivolge proprio al Collegio apostolico ed erano stati proprio Jacopo, il nostro San Jacopo insieme al fratello Giovanni, a cercare tramite la madre, posti di onore e di potere. 

Ecco perché San Paolo nella seconda lettera ai Corinti dice che l’apostolo porta un tesoro inestimabile, che è la parola di Dio e la sua Grazia, però in vasi di argilla, immagine che dice la debolezza e la fragilità della nostra umanità, segnata dal peccato. 

Tutti dunque siamo invitati a cambiare i nostri pensieri e comportamenti, sottoponendoli al vaglio di un solo criterio: il bene comune. Il bene dell’umanità. Non cercando prima di tuto il nostro interesse, ma quello di tutti. 

La testimonianza dell’apostolo Jacopo, che ha dato la vita per Cristo, primo fra gli apostoli, ci richiama alla consapevolezza di dover affrontare anche noi con coraggio, per essere anche soltanto uomini degni di questo nome ma ancor più come cristiani, i rischi e pericoli che si incontrano se si vuol perseguire giustizia e pace.  

Oggi più che mai. Attraversati da terribili correnti di morte, potremmo essere sopraffatti dal terrore o dal desiderio di rinchiuderci in noi, cercando disperatamente di metterci al sicuro. Non vogliamo fare gli eroi, questo no. Ma certo dovremmo cercare di essere uomini e donne con una coscienza sincera e retta, che hanno a cuore il bene dell’umanità, aldilà di ogni distinzione e appartenenza; che sanno fare il proprio dovere quotidiano dovunque si trovino; che si sforzano di operare ogni giorno secondo verità e giustizia e per la pace.

Ecco, dunque, il nostro sinodo diocesano. Quello che abbiamo celebrato a 88 anni dall’ultimo e primo dopo il Concilio Vaticano II, è stato esattamente il tentativo collettivo che ha mobilitato gran parte della chiesa di Pistoia e anche realtà non ecclesiali, di rinnovare la nostra fede in questi nostri tempi, riformando anche la nostra chiesa; di rinnovare la testimonianza della carità e la presenza nei territori tra la gente, come seminatori della speranza che non delude.

È doveroso e bello rendere grazie a Dio per quello che è avvenuto: l’aver cioè cominciato, sotto l’impulso dello Spirito Santo, ad assumere uno stile sinodale che vuol dire camminare insieme come popolo di Dio, corresponsabili della missione del Vangelo; l’aver inoltre ascoltato e individuato attraverso un discernimento comunitario, guidato sempre dallo Spirito Santo, quelle che sono le principali attese di Vangelo presenti in noi e nelle persone dei nostri territori; quelle sfide che lo Spirito Santo ci mette davanti e alle quali abbiamo cercato di rispondere, individuando strade e percorsi. 

Vorrei sottolineare questo fatto che chiamerei una vera e propria profezia per il nostro mondo e per il tempo che stiamo vivendo. Mentre oggi l’umanità sembra frantumarsi, dividersi, contrapporsi, in un mondo dove tutto sembra portare quasi inesorabilmente allo scontro e alla guerra; dove la violenza pare prendere sempre più il sopravvento e anche ideologie imperiali di forza e potenza sembrano rinascere, la chiesa, con semplicità e senza far rumore, va invece contro corrente: si riunisce insieme, si mobilita, si mette in ascolto di Dio e della coscienza di ognuno, si confronta nelle sue membra, cerca di camminare insieme, pur essendo composta da persone diversissime le une dalle altre. Davvero con il sinodo, la chiesa sta manifestando chiaramente quella sua identità che il Concilio Vaticano II ha ben descritto: “Segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano”.

Il nostro sinodo ha individuato alcune sfide importanti, alcune grandi priorità con cui misurarsi: nove per la precisione, per ciascuna delle quali sono state indicate, attraverso un’ampia consultazione e il lavoro delle assemblee sinodali, percorsi di impegno e di cambiamento per un rinnovamento della nostra chiesa e della sua presenza sul territorio. 

La prima e fondamentale sfida individuata dalle assemblee sinodali è così sintetizzata: “L’attesa di Vangelo e di nuovi cammini educativi”. In effetti c’è oggi una grande attesa di una Notizia bella che sia veramente buona; c’è bisogno di speranza che dia consolazione ma anche coraggio e forza alla vita. La situazione che stiamo vivendo non è facile. Dal fondo della nostra società sembra emergere un malessere diffuso, una scontentezza generalizzata, una rabbia latente ma neanche troppo, un’infelicità nascosta dietro risa sbandierate ma sforzate e apparenti. Si respira un vuoto di prospettive, di futuro. E in un contesto del genere, l’impegno educativo e formativo nei confronti in specie delle nuove generazioni, ne fa le spese, viene inesorabilmente meno. Tutto questo ci convince sempre di più che quello di cui oggi c’è più bisogno è proprio la buona notizia del Vangelo, la buona notizia dell’amore gratuito e disinteressato di Dio per noi in Gesù Cristo, che diventa poi proposta di vita nuova nell’amore. Impegnarci per educarci ed educare ad una vita buona, umanamente e cristianamente, ci è parso perciò qualcosa di assolutamente prioritario per l’oggi. 

L’assemblea sinodale però non si è fermata lì: l’altra sfida importante con cui misurarsi è stata colta proprio nel tempo che stiamo vivendo. Confuso e incerto, attraversato da ombre nere di morte, però sempre tempo di Grazia e di opportunità per la testimonianza evangelica. Esso non va subìto ma va saputo affrontare a nervi saldi, in modo positivo, nonostante tutto. Il discernimento comunitario ha chiaramente ribadito che la fede non ci estranea dalla storia ma ci inserisce dentro di essa, però con lo sguardo consapevole di chi vede il piccolo seme del Regno comunque crescere.

Un’altra attesa davvero grande rilevata è quella di relazioni umane significative, di una fraternità reale, fatta di incontri autentici tra persone, di relazioni vere da persona a persona, perché la solitudine sembra un rischio concretissimo in un mondo in cui paradossalmente sono cresciute a dismisura le comunicazioni

Abbiamo anche capito che la famiglia resta un caposaldo dell’umana convivenza e del progetto di Dio sull’umanità. Essa però ha più che mai bisogno di attenzione e cura. Essa stessa richiede di risentire la buona notizia del Vangelo.

E poi l’attenzione alla donna, nella Chiesa e nella società: quest’altra metà del cielo spesso non accolta in tutto il suo valore e in tutte le sue potenzialità di umanizzazione del mondo. Dono e responsabilità appunto.

E ancora abbiamo colto altre sfide ineludibili quali i giovani e insieme gli anziani; nel loro incontro tutto ancora da realizzare, si è intravista una via necessaria da percorre per il bene della nostra società. Come pure ci siamo misurati con la complessa sfida dei migranti, perché le migrazioni non sono un fatto emergenziale e destinato a sparire nel giro di poco tempo: sono invece una realtà ordinaria del nostro mondo globalizzato che ci interpella profondamente e che chiede risposte concrete ed umanamente ricche. 

Infine, è emerso il bisogno di una Chiesa “nuova”, rinnovata profondamente dallo Spirito, più evangelica e testimoniale. Più casa accogliente radicata nel Vangelo, gioiosa di vita nuova in Cristo. Una trasformazione in questo senso di tutte le nostre parrocchie è apparsa necessaria, perché siano realmente comunità fraterne, vere famiglie.

Come si può ben capire, a conclusione di queste mie parole, la chiusura ufficiale del XX sinodo della chiesa pistoiese, non chiude in realtà il cammino. Anzi, esso ora si fa più stringente perché le Dichiarazioni e i Decreti sinodali da me promulgati divengano operativi. 

Mettiamo allora tutti i nostri propositi con tanta fiducia nelle mani di Dio e della Vergine Maria. Una specialissima intercessione la chiediamo inoltre al nostro patrono San Jacopo che ormai è cittadino pistoiese a tutti gli effetti. Ci guidi lui e ci protegga; ci sostenga nel cammino, perché possiamo essere nel nostro tempo, testimoni della bellezza del Vangelo di Gesù come lo è stato lui.

+ Monsignor Fausto Tardelli, Vescovo di Pistoia e Pescia




Alluvione, da Caritas Pistoia oltre 40mila euro da destinare alle famiglie

La Diocesi di Pistoia, a seguito dell’alluvione del novembre 2023, è intervenuta sin da subito a sostegno della popolazione colpita, gestendo l’emergenza, insieme alle realtà del territorio. Nello specifico, Caritas Pistoia ha raccolto complessivamente 65640,38 euro attraverso la giornata dedicata nelle parrocchie – tenutasi domenica 19 novembre 2023 – e le donazioni di privati. Di questa cifra, circa 26mila euro sono stati già spesi per realizzare 17 interventi.
Passata la fase emergenziale permangono delle forti criticità, per questo motivo la Diocesi intende proseguire nella vicinanza alla popolazione e istituisce un avviso pubblico per gestire al meglio gli aiuti. Questo avviso vede attualmente una copertura di circa 40mila euro, cifra a cui si aggiungeranno altri fondi come quelli raccolti dalle Diocesi Toscane e da altre realtà del nostro territorio.

“Riteniamo di dover sottolineare – evidenzia il direttore di Caritas Pistoia, Marcello Suppressa – l’impegno dei parroci di zona, che sono stati e sono vicini alla popolazione. Attraverso di loro siamo intervenuti  a sostegno delle persone più fragili con fondi messi a disposizione dalla stessa Diocesi e attraverso una raccolta straordinaria in tutte le parrocchie del nostro territorio diocesano”.

L’avviso e le modalità di partecipazione. Per questo motivo, in accordo con il Vescovo di Pistoia e Pescia, monsignor Fausto Tardelli, e con i parroci delle zone alluvionate, è stato predisposto un avviso pubblico con la relativa domanda per ricevere direttamente dai cittadini le richieste e valutare le risposte da dare.
Due le linee di intervento: la prima possibilità è quella del contributo a fondo perduto fino a 1500€; la seconda è quella di un prestito sociale fino a 3000€ senza garanzie né interessi.

La documentazione:

AVVISOAvviso in formato .doc

DOMANDA Domanda in formato .doc

La domanda dovrà essere inviata per posta elettronica  all’indirizzo caritas@diocesipistoia.it, indicando come oggetto del messaggio: “Domanda Contributo Alluvione”; oppure consegnata a mano presso la sede della Caritas Diocesana di Pistoia, in via Puccini 36, dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 12.
L’avviso rimarrà in vigore fino ad esaurimento dei fondi.




Un’esperienza di grazia

Il messaggio conclusivo del Vicario generale della diocesi di Pistoia sul XX Sinodo

Al termine della Messa di sabato 29 giugno, in occasione della chiusura solenne del Sinodo diocesano, il vicario generale ha rivolto al vescovo e ai fedeli presenti l’allocuzione finale del Sinodo che qui pubblichiamo per intero.

Con la celebrazione di stasera diamo compimento al cammino sinodale iniziato due anni fa grazie all’intuizione di monsignor Fausto Tardelli. In questa felice circostanza consegniamo al Vescovo il libro delle proposizioni sinodali, frutto del lavoro della seconda sessione del Sinodo, quella in cui ci siamo interrogati sulle scelte che il Signore ci chiede di fare per rispondere alle “attese di Vangelo” dell’umanità e della Chiesa di oggi.

Il XX Sinodo diocesano giunge a compimento dopo un lungo cammino che ha visto protagonisti oltre trecento madri e padri sinodali, uomini e donne, diaconi e presbiteri, religiosi e religiose di tutta la diocesi. A conclusione del Sinodo possiamo dire di aver vissuto un’esperienza di grazia che ci ha permesso di sperimentare la gioia del condividere insieme la fede per il bene degli uomini. Un’esperienza di grazia perché ci ha insegnato l’arte dell’ascolto.

Non so cosa rimarrà del Sinodo tra 50 anni, ma certo non andrà perso l’esercizio di ascolto tra noi.

Il nostro è un tempo dove tutti parlano e pochi ascoltano, dove si cerca più il consenso che la partecipazione, il potere e non il servizio. “Ascolto” è uno dei sinonimi di Sinodo, perché quando si ascolta si apre il cuore all’altro, se ne riconoscono il valore e le ragioni e si comincia a pensarci insieme all’altro e non senza o contro l’altro. Da questo punto di vista quanto abbiamo vissuto non andrà perso e certamente porterà frutti a suo tempo (Sal 1,3).

Un’esperienza di grazia, perché nonostante le diversità tra noi, di formazione, di pastorale, di età e provenienze, ci siamo riconosciuti nella fede comune che ci ha permesso di ascoltarci e interrogarci insieme. Quando si guarda al mondo e alla Chiesa con gli occhi di Dio, avendo nel cuore il Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo, quando ci facciamo guidare dallo Spirito che ci spinge a cercare la verità, la giustizia, la misericordia, la pace (Mt 6,33; Rm 14,17), è più importante cercare la volontà di Dio e il bene comune che non affermare o difendere le nostre posizioni e convinzioni.

Perché un Sinodo, è importante ricordarcelo, non è un sondaggio sulle opinioni dei cristiani, ma un tentativo umile di ricerca della volontà di Dio.

Il Sinodo è stato un’esperienza di Grazia che ci ha permesso di renderci conto del dono di esserci come Chiesa, come comunità fatta di relazioni umane e di amicizia fondate sul Vangelo e sostenute dallo Spirito.

In un mondo come il nostro, dove siamo sempre più connessi ma isolati, vicini ma indifferenti, l’esperienza delle nostre comunità cristiane è come quella della lampada nella notte che tiene accesa la speranza, indica la via, prepara un porto per gli uomini e le donne del nostro tempo (Mt 5,13-16). Il Sinodo ci ha fatto riscoprire la grande responsabilità che ci è affidata come Chiesa e come credenti, quella di essere il seme buono del Vangelo, la voce che annuncia la Vita eterna e la resurrezione, il seno e la culla dove accogliere e far germogliare il bene che c’è in ogni uomo, l’oasi dove si possono trovare l’acqua fresca di relazioni umane autentiche, la casa dove tutti possano sentirsi riconosciuti e amati.

Lo sappiamo: non è facile! Ma sappiamo che questo dobbiamo essere; e non è un caso che la prima e l’ultima attesa che abbiamo individuato nei nostri lavori è stata quella di Vangelo e quella di una Chiesa “nuova”. L’esperienza sinodale ci ha aiutato a maturare la consapevolezza che custodendo il dono della fede in noi possiamo essere persone capaci di fiducia, speranza e carità; che vivendo tra noi rapporti nuovi per il mondo.
Questa consapevolezza ci ha permesso di riconoscere nel mondo i segni di una nuova stagione, perché è vero che il nostro è un tempo segnato da conflitti, radicalizzazioni, indifferenze, ingiustizie e diseguaglianze profonde, ma proprio questo contesto è per noi l’appello principale che Dio ci fa ad essere portatori di speranza.

Da questo Sinodo ci portiamo dietro il primato della Parola di Dio, perché ogni forma di catechesi, di annuncio ed evangelizzazione formi cuori capaci di amare, anime ardenti capaci di donarsi, intelligenze generose a servizio del bene, donne e uomini che sanno condividere, nella Chiesa e nel mondo.
Molte altre sono le strade indicate dal Sinodo che non starò ad elencare tutte, ma certo la famiglia come luogo dove si impara a vivere, amare e credere; la donna, come un dono che deve ancora vedere completamente riconosciuto la sua dignità e originalità; i giovani e i migranti, i poveri e gli esclusi; queste sono urgenze che chiedono tutta la nostra attenzione e impegno. Come tradurre nella pratica queste attese sarà la prossima sfida che ci attende, ma sono certo che lo stile sinodale che abbiamo cominciato a sperimentare, ci aiuterà a trovare insieme il modo di viverle.

È con gioia pertanto, che a nome di tutti i Sinodali e della Diocesi, le consegno Eccellenza, il libro delle proposizioni sinodali, perché il suo discernimento di vescovo e successore degli apostoli ci aiuti a riconoscere quanto in esso viene da Dio ed è utile per il bene a cui Egli ci chiama.

Don Cristiano D’Angelo, vicario generale




Festeggiamenti San Jacopo 2024

Dalla vestizione della statua del Santo nel pomeriggio del 16 luglio alla consegna del Libro Sinodale da parte del Vescovo Tardelli in occasione della Messa pontificale nella mattina di giovedì 25 luglio

 

Un programma ricco quello dei festeggiamenti iacobei che vedranno, nel giorno di giovedì 25 luglio, anche la consegna del testo definitivo del XX Sinodo della Diocesi di Pistoia da parte del Vescovo di Pistoia e Pescia, mons. Fausto Tardelli.

La Vestizione di San Jacopo, le Messe e le visite alla Cattedrale. I festeggiamenti si apriranno martedì 16 luglio alla Basilica della Madonna dell’Umiltà, compatrona della Chiesa e della Diocesi di Pistoia, con la santa Messa in programma alle 17.30. Al termine della Messa, indicativamente per le ore 19.00, prenderà il via la processione in costume storico verso la Cattedrale per la cerimonia di vestizione di San Jacopo.

A partire da mercoledì 17 luglio e fino a lunedì 22, le Messe della Cattedrale di San Zeno si terranno alle ore 9.30 ed alle ore 18.00. Nella giornata di martedì 23 luglio, alle ore 18.00, una Celebrazione straordinaria nella ex chiesa, da poco restaurata, di San Jacopo in Castellare.

Nel fine settimana del 20 e 21 luglio, previste due aperture serali con visite alla Cattedrale di San Zeno: per sabato 20 luglio, alle ore 21.00, “Dio nei dettagli” con approfondimento sull’Altare d’argento, mentre domenica 21 luglio, sempre ore 21.00, la visita “Coro ligneo e Chiostro dei canonici”.

I giorni di Vigilia e di San Jacopo

Le celebrazioni della giornata di Vigilia di mercoledì 24 luglio inizieranno nella Cattedrale di San Zeno alle ore 17.30 con i Primi Vespri della Solennità di San Jacopo, a cui seguirà – alle ore 18.00 – la Santa Messa capitolare. Prevista alle ore 21.30 invece la Solenne Processione della Vigilia – con la presenza delle bande musicali di Montemurlo e di Fognano – con un itinerario che partirà dalla Chiesa di San Francesco e dopo il percorso nelle vie del centro storico (via Buozzi, via Curtatone e Montanara, via Cavour e via Roma), arriverà in piazza Duomo con la Benedizione con la Sacra Reliquia.

Giovedì 25 luglio, giorno di San Jacopo, alle ore 9.30 la Processione dei ceri e Benedizione del Palio a cui seguirà, alle ore 11.00, la Messa Pontificale presieduta dal Vescovo di Pistoia e Pescia, mons. Fausto Tardelli che – al termine – consegnerà alla Diocesi il Libro Sinodale. Nel pomeriggio, alle 17.30, i Secondi Vespri di San Jacopo e termine alle ore 18.00 con la celebrazione della Santa Messa solenne.

 




Consegnati al Vescovo i lavori del Sinodo

Nel giorno del Cinquantesimo di ordinazione sacerdotale del Vescovo Tardelli un’affollata Cattedrale di San Zeno per la conclusione del Sinodo

Arriva a conclusione il cammino del Sinodo Diocesano. Sabato 29 giugno la celebrazione dei Santi Apostoli Pietro e Paolo ha accompagnato, accanto al ricordo degli anniversari di ordinazione sacerdotale, la consegna del testo preparato dai sinodali. La Messa è stata aperta dalla processione dei sinodali e dei concelebranti dalla chiesa di San Leone alla Cattedrale, accompagnata dal canto delle litanie dei santi. Nella celebrazione è stata fatta memoria dei 50 anni di Sacerdozio del Vescovo Tardelli, ordinato a Lucca il 29 giugno 1974. Alla conclusione don Cristiano D’Angelo, vicario generale e segretario del Sinodo, ha consegnato al vescovo il testo elaborato dai sinodali da cui Monsignor Tardelli produrrà il Libro sinodale.

«Le domande dirette e incalzanti di Gesù a Pietro mi hanno sempre colpito molto, anche cinquant’anni fa, quando, giovanissimo, ricevetti l’Ordinazione sacerdotale nella Cattedrale di Lucca. Mi sono sempre risuonate nella mente e nel cuore e ho sempre visto davanti a me il volto del salvatore che coi suoi occhi penetranti, mentre mi domandava se lo amassi per davvero, mi scrutava con infinito amore fino nei più reconditi recessi dell’anima mia».

Con queste parole il Vescovo di Pistoia e Pescia, monsignor Fausto Tardelli, ha iniziato l’omelia della Celebrazione di chiusura del XX Sinodo della Chiesa di Pistoia che cade esattamente 50 anni dopo l’ordinazione presbiterale del Vescovo pistoiese.

«Quello che mi ha sempre colpito – ha sottolineato mons. Tardelli – è stato anche la conclusione ogni volta del Signore: “Pasci i miei agnelli”; “Pascola le mie pecore”; “Pasci le mie pecore”. In questa ripetuta conclusione di Gesù c’è la mia vocazione, tutta la mia vita, il senso di questa mia vita, spesa, pur con tutte le mie deficienze, a servire gli agnelli e le pecorelle del Signore».

Ma la parte più ampia delle riflessioni del Vescovo si è soffermata sul percorso sinodale che la Chiesa di Pistoia ha attraversato in questi ultimi due anni.

«Stasera però siamo qui anche e soprattutto perché si è concluso davvero felicemente il nostro sinodo diocesano – ha proseguito mons. Tardelli – che ci ha visti impegnati nell’ascolto attento dello Spirito Santo, in modalità diverse, per ben due anni. I gruppi sinodali, i circoli minori, le assemblee sinodali, sono stati momenti intensi di ascolto e di confronto. Lo Spirito Santo ci ha guidato con mano paziente in questi stentati passi di sinodalità; ci ha preso per mano come bambini che imparano piano piano a camminare. E noi ci siamo lasciati guidare e ora possiamo dire davvero che quello che abbiamo detto e scritto è opera nostra e dello Spirito Santo in sinergia».

«Io scorgo nel cammino sinodale voluto da Papa Francesco – riflette il Vescovo di Pistoia e Pescia – per tutta la chiesa universale e per le chiese che sono in Italia e in modo particolare proprio nel nostro sinodo, una grande profezia, un grande segno di speranza per il mondo. Mentre nel mondo si fanno le guerre e nelle società ci si contrappone sempre di più in modo violento, la chiesa invece si raduna insieme, i suoi membri pur diversissimi e di orientamenti personali diversissimi, si confrontano mettendosi in ascolto umile della voce dello Spirito. La chiesa cerca cammini di comunione e di fraternità In questo senso va nettamente contro corrente, mostrandosi qual essa è: “Segno cioè e strumento dell’unità di tutto il genere umano. Non vogliamo però stasera fermarci quasi a farci i complimenti. Lungi da noi questo pensiero e questo comportamento. Ciò che è avvenuto è opera miracolosa dello Spirito Santo. A noi tutti, non solo a me, questa sera, sono rivolte invece le domande che il Signore pose a Pietro. Alla fine poi, quello che conta è rispondere a Lui: “Mi ami tu, chiesa di Pistoia?” “Mi vuoi bene per davvero?” Mi ami sul serio, chiesa di Pistoia, con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, in tutte le tue componenti?”. Ecco le domande a cui non possiamo sottrarci».




Conclusione solenne del Sinodo diocesano

Sabato 29 giugno un doppio momento di festa per la Chiesa di Pistoia: la chiusura del Sinodo con la consegna del testo elaborato al Vescovo che nel giorno dei SS. Pietro e Paolo festeggia il 50° anniversario di ordinazione

Un momento di grande festa per la Chiesa di Pistoia quello in programma il prossimo sabato, 29 giugno 2024, giorno dei Santi Pietro e Paolo. Nella celebrazione eucaristica in programma nella Cattedrale di San Zeno alle ore 18.00 la Diocesi di Pistoia vedrà la conclusione del Sinodo, a distanza di due anni dal suo inizio, con la consegna al Vescovo Fausto Tardelli del testo finale, frutto dell’ascolto nelle parrocchie e nelle altre realtà ecclesiali, rielaborato nei circoli minori e votato nelle assemblee generali da circa 400 padri e madri sinodali.
Proprio nella giornata del 29 giugno monsignor Tardelli festeggerà il suo Giubileo d’oro di ordinazione presbiteriale.

Per l’anniversario è giunta dal Vaticano anche una lettera di auguri del Papa.

«Al Venerabile Fratello Fausto Tardelli, Vescovo di Pistoia e di Pescia – esordisce nella sua missiva Papa Francesco – che nella solennità degli Apostoli Pietro e Paolo, celebra il giubileo d’oro dell’ordinazione presbiterale, ricordando il suo impegno, fruttuosamente esercitato per il bene dei fedeli delle comunità di San Miniato, poi di Pistoia e di Pescia, unite in persona Episcopi, memori anche del suo servizio nella Conferenza Episcopale Italiana e in quella Toscana, lo ringraziamo vivissimamente, tenendo anche in considerazione la sollecitudine apostolica, rivolta con impegno instancabile nei confronti del gregge dei fedeli, e la sollecitudine pastorale con la quale ha svolto il suo incarico ed ha guidato i fedeli, nutrendoli con la parola di Dio e con l’esempio della carità di Gesù Cristo, dando prova di fedeltà ed amore verso tutta la comunità e i suoi singoli membri».

Per quanto riguarda il Sinodo, nel giorno di San Jacopo, patrono della città di Pistoia, giovedì 25 luglio al termine della Messa pontificale delle ore 11 in Cattedrale, avverrà poi la consegna del testo definitivo da parte del Vescovo Tardelli alla Diocesi di Pistoia.




Un volume dedicato a Sant’Atto

Venerdì 21 giugno in Cattedrale la presentazione di un testo fondamentale per la comprensione di un protagonista della storia ecclesiale di Pistoia e non solo

Un libro fondamentale per comprendere la storia di Pistoia e di uno dei suoi protagonisti.
Venerdì 21 giugno alle 16 nella Cattedrale di San Zeno di Pistoia sarà presentato il volume dedicato a Sant’Atto (1137-1153), monaco vallombrosano e vescovo di Pistoia che ha profondamente segnato la storia cittadina. Fu grazie a lui, infatti, che giunse a Pistoia da Santiago de Compostela la preziosa reliquia di San Giacomo il maggiore.

Il volume, Atto abate vallombrosano e vescovo di Pistoia. Bilancio storiografico e prospettive di ricerca sulla vita e l’opera di un protagonista del XII secolo, a cura di Francesco Salvestrini, Firenze, University Press 2024 («Fragmentaria. Studi di storia culturale e antropologia religiosa», dir. I. Gagliardi, F. Salvestrini, 8) è il frutto di un importante convegno organizzato nel 2021 (l’Anno Santo Iacobeo) e promosso dal Comitato di San Jacopo.

Il volume, con un approccio multidisciplinare, raccoglie testimonianze storiche, storico-artistiche e antropologiche relative alla vita di questo prelato mostrando, come non era mai stato fatto prima, «l’orizzonte italico e mediterraneo, nonché la vasta rete di contatti che, in quanto uomo di Chiesa e di governo, agiografo e committente, egli seppe efficacemente intessere». Tra i contributi presenti anche gli esiti della ricognizione canonica curata dall’Università di Pisa sul corpo di sant’Atto (oggi custodito in Cattedrale ed esposto alla venerazione dei fedeli).

Il volume, consultabile online nella sua versione digitale sul sito della Florence University Press, è stato pubblicato con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia.

Interverranno:
S.E. Mons. Fausto Tardelli, vescovo di Pistoia
Can. Luca Carlesi, arciprete della Cattedrale e presidente Comitato di san Jacopo.
Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoia
Lorenzo Zogheri, presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia

Enrico Faini, Università di Firenze
Pierluigi Licciardello, Università di Bologna
Francesco Salvestrini, Università di Firenze

L’evento sarà seguito dalla santa Messa, ore 18 presieduta dal vescovo Fausto Tardelli nella festa di san Atto. Nell’occasione sarà aperta la cappella dove è custodito il corpo del santo.

INFO:
21 giugno 2024, ore 16
Cattedrale di san Zeno
Piazza Duomo, Pistoia
Ingresso Libero




Ultimi atti del Sinodo: chiude la fase assembleare

Con l’assemblea di lunedì 3 giugno si è concluso il cammino sinodale. Completate le votazioni il prossimo  appuntamento sarà la chiusura solenne sabato 29 giugno in Duomo

Il lungo cammino del Sinodo diocesano è giunto al termine. Lo scorso lunedì 3 giugno, l’assemblea generale del Sinodo, convocata nell’Aula liturgica del Santuario di Valdibrana, ha ultimato la votazione delle proposizioni indicate nello Strumento di lavoro e degli emendamenti proposti. L’assise si è aperta con un momento di preghiera, il vescovo ha poi riepilogato le tappe del Sinodo diocesano ricordando la celebrazione di chiusura il prossimo 29 giugno alle 18 in Cattedrale e la promulgazione del Libro sinodale nella solennità di San Jacopo.

Dopo la pausa della cena è arrivato il momento delle votazioni. In primo luogo il vicario generale don Cristiano D’Angelo ha chiesto all’assemblea di valutare se accogliere o meno alcuni emendamenti giunti alla segreteria dopo il termine ultimo di presentazione. Con 188 voti i padri e le madri sinodali non hanno accolto tali emendamenti (27 i favorevoli all’ammissione) che saranno comunque inseriti negli atti del Sinodo senza confluire nel testo definitivo del Sinodo. In secondo luogo i sinodali sono stati chiamati a valutare altre due proposte – entrambe accolte dall’assemblea -: la prima sottoposta a una nuova votazione dopo un fraintendimento dell’assise precedente, la seconda, non confluita per errore nel testo dello Strumento di lavoro.

La votazione è poi ripresa laddove si era interrotta lo scorso 24 maggio, cioè dal capitolo 5, dedicato al ruolo della donna, riservando anche alcuni momenti più tesi e vivaci, quando in due occasioni, per un voto soltanto al di sotto del quorum, due proposizioni hanno rischiato di non essere accolte. In entrambi i casi il vescovo è intervenuto personalmente per sostenere le proposizioni consentendone l’inserimento nel testo definitivo.

Il testo dello strumento di lavoro è stato accolto quasi per intero, con qualche aggiustamento (diverse le proposte in tal senso, presentate da Alessandro Galardini e la comunità di Santomato) e aggiunte più rilevanti, specialmente nel capitolo dedicato ai giovani, in cui si è dato spazio a una maggiore attenzione e protagonismo delle realtà giovanili (proposta Agesci) e si è inteso ribadire il valore di alcune parole e atteggiamenti chiave: “ascolto, discernimento, accompagnamento”, ma anche “vocazione” e “santità” (Seminario diocesano). Altre novità sono stata le reintroduzione, nel capitolo 8, di due paragrafi centrati sull’importanza di far comprendere e promuovere il valore dell’Eucarestia e diffondere l’Adorazione eucaristica perpetua (Laura Pozzi). Un’ulteriore aggiunta, proposta da Marco Petri, ha suggerito la possibilità di affidare, per alcuni anni, a famiglie o laici la gestione di una comunità parrocchiale. Un’idea che nasce dal desiderio di trasformare un problema in un’opportunità, quella di far vedere il volto di Dio in modo diverso, attraverso la presenza di una famiglia che renda accoglienti spazi di socialità, incontro e preghiera. L’Ultimo “modo”, proposto da Andrea Mattonelli, ha inteso valorizzare il contributo di movimenti e aggregazioni laicali, perché il riconoscimento dei diversi carismi li renda sempre più parte integrante delle comunità diocesane.

Dopo la votazione delle proposizioni l’assemblea, quale ultimo atto, ha approvato per intero le proposizioni del testo di lavoro. Ratificato il testo nella sua interezza l’assemblea sarà nuovamente convocata per sabato 29 giugno, giorno in cui è prevista la chiusura ufficiale del Sinodo diocesano nella Cattedrale di San Zeno. Un giorno speciale per i sinodali, che suggelleranno con una firma la propria approvazione al documento finale, ma una data importante anche per il Vescovo Tardelli, che celebra, proprio in quel giorno, i suoi 50 anni di sacerdozio.

Ugo Feraci

(tratto da La Vita – Pistoia sette, inserto di “Avvenire”)