Natale 2020: gli orari in Cattedrale e nel centro

Le celebrazioni con il vescovo e in città. Anticipate le messe della Vigilia

Le restrizioni dovute alla pandemia chiedono di celebrare le sante Messe di Natale in modo tale da garantire il rientro entro le 22. Per questa ragione, come nel resto del paese, il vescovo Tardelli celebrerà in Cattedrale la santa messa della Notte giovedì 24 dicembre alle 20.

Il giorno di Natale alle 9, sarà alla casa circondariale di Santa Caterina in Brana per celebrare l’eucarestia con i detenuti. Nel pomeriggio è invece prevista alle 18 la messa pontificale in Cattedrale che si concluderà con la benedizione papale con l’indulgenza plenaria.

La fine dell’anno sarà invece accompagnata dalla tradizionale messa pontificale con il canto del Te Deum alle 18 giovedì 31 dicembre. Il 1 gennaio, solennità di Maria Santissima Madre di Dio, nella 54ª giornata mondiale della Pace, la messa solenne è alle 18. Lo stesso orario anche per l’Epifania. Ricordiamo che in Cattedrale sono disponibili circa 150 posti. Non è prevista la prenotazione, ma i volontari saranno sempre a disposizione per accogliere e accompagnare i fedeli.

Nel centro storico le messe della Vigilia di Natale sono tutte anticipate. La prima, secondo il formulario della messa vigiliare, è alle 16 alla chiesa di San Giovanni Decollato al Tempio e in Cattedrale. Dalle 17 scatta la messa della notte alla Madonna dell’Umiltà, alle 18 altre messe dalle Clarisse, ancora in Cattedrale dove sarà presieduta dall’arciprete e a Sant’Ignazio, alle 18.30 a San Bartolomeo. Alle 19 a San Paolo, alle 20 a Sant’Andrea e di nuovo a Sant’Ignazio.

Per prepararsi al Natale sono previste anche due liturgie penitenziali: domani lunedì 21 a San Bartolomeo alle 12 e giovedì 24 all’Umiltà alle 16. In Cattedrale, invece, le confessioni si svolgono tutti i giorni dalle 9.30 alle 12 e dalle 16.30 alle 17.30.




Attraverso la Porta Santa

L’Anno Iacobeo si aprirà il 9 gennaio. Il tempo della grande paura lasci spazio alla speranza

Posto il sigillo sul portone del Duomo, prende il via il percorso di riflessione, presentazione e attesa per l’avvio del giubileo straordinario

di Michael Cantarella

Manca poco più di un mese all’apertura della Porta Santa della Cattedrale di Pistoia, e con essa, all’inaugurazione dell’Anno Santo Iacobeo 2021. Dopo molta attesa si stanno delineando le attività che accompagneranno la diocesi in questa avventura del tutto straordinaria. Un’avventura che è partita oltre un anno e mezzo fa con l’annuncio solenne in Cattedrale da parte del vescovo e che si snoda proprio nei giorni dell’attesa per eccellenza, quella della nascita di Gesù, che hanno consegnato, nella vigilia dell’8 dicembre, il primo tassello concreto di questo viaggio.

Proprio lunedì 7 infatti, è stato posto il sigillo della Porta Santa, in attesa della sua apertura per mano di monsignor Tardelli il prossimo 9 gennaio. Un evento che riveste una straordinaria attualità e importanza, per tanti motivi: in primo luogo è un’assoluta rarità storica la celebrazione di un anno santo in onore di San Giacomo nella terra di Pistoia.

Un’usanza, quella dei festeggiamenti giubilari propria di Santiago di Compostela, che per tradizione apre la Porta Santa della sua Cattedrale ogni volta che la festività del 25 luglio cade di domenica. Nel 2021 questo accadrà anche nella Santiago Minor toscana. In secondo luogo l’anno santo viene celebrato in uno dei momenti storici più critici degli ultimi decenni. La pandemia sta sconvolgendo la vita di ciascuno sotto tutti gli aspetti. Il fatto religioso e il “bisogno di benedizione” per usare le parole del Santo Padre, assumono così oggi una nuova centralità.

«La pandemia è stata la sorpresa di questo tempo – afferma il vescovo Tardelli – ci ha costretto e ci costringe a ridimensionare i progetti, anzi direi quasi ad azzerarli, dovendo “navigare” a vista. Siamo stati messi di fonte al dolore, alla morte, alla nostra umana impotenza e insieme grandezza; siamo spinti a guardare alle sorti del mondo e al futuro che vorremmo.

Può essere davvero un tempo di ripensamento interiore; un tempo cioè di conversione;

per riporsi le domande di fondo sulla vita; un tempo anche di potatura sicuramente, per buttar via il superfluo e tutte quelle incrostazioni che le nostre debolezze e i nostri peccati ci lasciano addosso; un tempo anche per riscoprire il valore del prossimo e quanto sia importante prendersi cura l’uno dell’altro e insieme, della casa comune; un tempo infine anche per imparare a condividere le tante sofferenze che questa pandemia ha portato e sta portando alla luce».

Il 2021 rappresenta anche un’opportunità unica per Pistoia per tentare di reinventare, o meglio ritrovare, sé stessa: «L’Anno Santo sarà un’occasione di rilancio turistico per la nostra città, colpita, come il resto d’Italia, dalla pandemia – afferma Alessandro Sabella, assessore al Turismo -. Stiamo lavorando da oltre un anno per la stesura di un calendario di attività culturali, in collaborazione con le realtà del territorio, che si affiancherà alla proposta religiosa della diocesi di Pistoia. Sono soddisfatto del lavoro svolto – aggiunge – e ci auguriamo di accogliere, insieme a pellegrini e fedeli, anche visitatori e turisti».

Alcune anticipazioni del calendario di appuntamenti religiosi – al quale si affiancherà quello messo a punto dal lavoro congiunto della città – che accompagnerà il 2021. L’apertura della Porta Santa è in programma il 9 gennaio alle 17 nella Cattedrale di San Zeno. Il 21 giugno avrà luogo il pellegrinaggio delle diocesi toscane, mentre dal 16 al 25 luglio si entrerà nel cuore dell’Anno Santo con i festeggiamenti in onore di San Iacopo. La Porta Santa verrà chiusa il 27 dicembre 2021.

All’interno del perimetro di queste date ci saranno i giubilei dedicati a singole attività e categorie: quello dei ragazzi (11 aprile), del la- voro (1° maggio), delle famiglie (30 maggio), dei giovani (3, 4, 5 settembre); delle aggregazioni laicali (9 ottobre), quello dei poveri (14 novembre). Il primo in ordine di tempo sarà il giubileo dei malati e degli operatori sanitari – particolarmente significativo in questo tempo – che è in programma il 14 febbraio 2021.

 




Se ne va il Napoleone della nostra montagna

Il ricordo dello storico parroco di Lizzano e Spignana

Se n’è andato don Napoleone Toccafondi. Aveva 94 anni. Storico parroco di Lizzano e Spignana sulla montagna pistoiese era nato il 13 febbraio 1926 a Quarrata. Dopo la formazione in Seminario a Pistoia fu ordinato sacerdote il 29 giugno 1949.

Durante la guerra, raccontava, aveva quasi pensato di lasciare il Seminario, poi di ritorno a Pistoia durante il passaggio del fronte si salvò per miracolo dall’esplosione di una bomba. Un episodio che aveva interpretato come un segno e che lo aveva fatto ricredere e proseguire nel cammino verso il sacerdozio. Per un breve periodo fu cappellano a Carmignano, quindi a Limite sull’Arno fino al 1951. Da qui, per fraintendimenti legati più alla politica che alle esigenze pastorali, era stato trasferito a Lizzano (1952) e Spignana (di cui divenne parroco nel 1967).

Dalla montagna non si è più mosso, ormai pienamente inserito in queste due realtà che aveva imparato ad amare e far conoscere. Lo stesso Napoleone infatti ha dedicato alle sue parrocchie uno studio storico, poi pubblicato online sul suo pionieristico sito web (www.massalizanum.it). «La coscienza e la memoria del proprio passato, — scriveva — anche da parte delle piccole comunità, facilitano il compito del cammino comune da percorrere per procedere verso il futuro». Nelle ricerche di don Toccafondi confluivano vicende antiche legate agli albori del primo millennio e alla nascita di quei borghi, ma anche altre assai recenti, come le tragiche pagine della seconda guerra mondiale.

Don Napoleone aveva anche una grande passione per la musica, sostenuto da una voce forte e possente, che ancora amici e parrocchiani ricordano con affetto. Personalità forte e dinamica, amante dei viaggi, ricordava spesso un suo avventuroso passaggio in nord Africa con il Maggiolino Volkswagen. Grazie a lui Lizzano si è arricchita di murales e opere d’arte realizzate da artisti contemporanei, mentre Spignana, grazie al suo generoso intervento, ha visto restaurata la chiesa e la canoni ca di San Lorenzo.

Nel 2014 Mansueto Bianchi lo aveva nominato Monsignore, mentre tre anni più tardi il vescovo Tardelli lo aveva insignito del titolo di canonico onorario della Basilica Cattedrale. In seguito a una brutta caduta, una decina di giorni fa, era stato ricoverato a Pistoia al San Jacopo. Fino all’ultimo aveva mantenuto l’incarico di parroco di Spignana pur ricevendo aiuto pastorale da don Adamo Tabiszewski, parroco di Popiglio.

I funerali, presieduti dal vescovo Tardelli, si sono svolti lunedì 14 dicembre alle 10.30 nella chiesa di Spignana. Adesso Napoleone riposa nel cimitero del suo amato paese.

Portò Lizzano a Washington

Un evento in particolare ha segnato la vita di don Toccafondi. «A Lizzano Pistoiese — scriveva — nel gennaio del 1945, il sergente dell’esercito statunitense John Murphy aveva trovato la sua vocazione sacerdotale. Vi ritornò nell’agosto del 1985 per ringraziare colui che aveva favorito questa vocazione, il parroco del tempo, Don Mario Frati ormai scomparso». L’occasione suggerì a don Napoleone una serie di memorabili iniziative, culminate il 4 giugno 1988, quando a Lizzano fu organizzata una giornata della memoria dedicata ai caduti della X divisione americana, con una significativa presenza di autorità militari e istituzionali. L’anno successivo mons. Murphy ricambiò l’accoglienza ricevuta ospitando don Napoleone e una delegazione di parrocchiani a Washington con la partecipazione e collaborazione di alte autorità del Congresso e della Casa Bianca




In Cattedrale per la Solennità dell’Immacolata

Pontificale con il vescovo martedì 8 dicembre ore 18

Martedì 8 dicembre è la solennità dell’Immacolata Concezione. Il vescovo Fausto Tardelli celebrerà la Messa pontificale in Cattedrale alle 18. Una Messa speciale per il nostro vescovo che in questa ricorrenza festeggia il 6° anniversario del suo ingresso in diocesi.

La celebrazione avrà un tono più sobrio a causa della pandemia, ma sarà comunque possibile partecipare secondo il numero di presenti consentito per la Cattedrale.

In questo giorno tutta la diocesi è chiamata a pregare per il vescovo Tardelli. La sera dell’Immacolata alle 21, la Cei invita tutti i fedeli a pregare il Santo Rosario in un’unità di intenti per la cessazione della pandemia. «La comunità italiana – si legge in un comunicato – chiederà l’intercessione della Vergine Maria, Colei che ha custodito nel suo cuore ogni cosa e ha saputo abbandonarsi con fiducia all’abbraccio del Padre. A Lei verranno affidate, in particolare, le donne e le mamme, pilastri nelle famiglie e grembo di futuro».




Una Parola che unisce una famiglia di famiglie

Genitori e catechisti ripartono insieme dalle letture proprie del tempo liturgico

Si chiude un anno liturgico, se ne apre uno nuovo. Il tempo della liturgia accompagna la ripresa del catechismo, pur attraverso modalità un po’ diverse dal solito. Con la prima domenica di Avvento, infatti, la diocesi avvia un percorso di conoscenza e approfondimento della fede attraverso i misteri di Gesù Cristo proposti dall’anno liturgico.

Lo fa attraverso un sussidio messo a punto dall’Ufficio catechistico diocesano guidato da suor Giovanna Cheli e presentato lunedì 15 novembre in un incontro online decisamente affollato, saturato di ospiti – genitori e catechisti – e per questo rilanciato anche sulla pagina Facebook dei catechisti della diocesi.

«Una serata molto bella e interessante — commenta Anna Maria Abbatantuoni della parrocchia di Ponte di Serravalle. Abbiamo preso in Considerazione il brano del vangelo di Marco che apre l’Avvento (Mc 13,33-37), e che ci invita ad entrare con questa affermazione: “fate attenzione” – “vegliate”. Gesù ci vuole vigili, attenti, ci vuole in ascolto della sua Parola. Il mondo infatti ha bisogno sempre più di testimoni e non di maestri». Catechisti e genitori sono i testimoni di riferimento per le generazioni più giovani. Da loro e con loro i ragazzi della Comunione e della Cresima si affacciano al mondo della fede. Coinvolgere e valorizzare il ruolo dei genitori era anche l’obiettivo dell’incontro online di lunedì scorso.

«Un incontro — scrive Paolo, genitore e catechista della parrocchia di Tizzana —  per entrare ancor di più nella Catechesi, nella conoscenza della Parola di vita, per camminare insieme ai ragazzi verso la conoscenza degli insegnamenti di Gesù attraverso la lettura e il commento dei brani evangelici e poi provare a metter in pratica la sua Parola, con tenacia».

La proposta di quest’anno punta particolarmente a valorizzare i testi suggeriti dalla liturgia domenicale dell’anno A, per coglierne «un nettare prezioso» e ricordarsi che il Signore, «è sempre presente fra noi, è vivo». Quest’anno la Chiesa segue la pista tracciata dal Vangelo di Marco che il sussidio accompagna con un commento e alcune proposte di attività e domande per i ragazzi che si preparano alla Comunione e alla Cresima. Dalla Scrittura nasce anche un impegno concreto per catechisti e genitori: «Ci siamo fatti anche una promessa, tutti insieme, — spiega Anna Maria — da sperimentare su di noi in primis, e poi da fare con i ragazzi del  catechismo.

Ogni sera, prima di andare a dormire, dedicarci un po’ di tempo per noi, o anche per i nostri figli. Riflettere sul nostro oggi, sulla nostra vita… oggi. Lasciar andar via con la leggerezza di un soffio, tutto quello che non è stato da noi gradito e tenere soltanto quello che più è rimasto dentro di noi e ci ha reso felici, seppur per un istante».

(da “La Vita” del 22/11/2020)

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In famiglia verso il Natale

Un sussidio per vivere insieme l’Avvento

L’ufficio pastorale con la famiglia della Diocesi di Pistoia ha realizzato un sussidio per l’Avvento dedicato alle famiglie. All’interno si trovano i vangeli delle domeniche di Avvento, della Festa dell’Immacolata e del Natale corredati da commenti di don Roberto Breschi. Per ogni Domenica è poi presente un racconto per bambini, un disegno da colorare  e il racconto  delle apparizioni  mariane  ai bambini più conosciute.

Il libretto «In famiglia verso il Natale» presenta una bella copertina di Grazia Sgrilli.

Il sussidio vuole accompagnare giorno dopo giorno le famiglie, con la speranza di aiutarle a confrontarsi con le cose di Dio, ma
anche su quelle davvero importanti per la vita in un tempo così complicato. Il libretto è disponibile gratuitamente presso la libreria San Jacopo (via Puccini, 34) e scaricabile dal sito della Diocesi.




Cei: Parole di speranza nella pandemia

In un messaggio alle comunità cristiane il Consiglio Permanente CEI invita a cogliere i segni di speranza spesso dimenticati dalla comunicazione. Nel testo un appello all’impegno per una rinascita sociale che passa per «piccoli ma significativi gesti di amore»

Il Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana indirizza alle comunità cristiane parole di speranza nel tempo della pandemia. Il messaggio arriva nell’imminenza dell’Avvento, nell’attesa di un Natale diverso, mentre il paese è ancora immerso nella fatica e nel dramma della pandemia. Viviamo – afferma la Cei – «un tempo di tribolazione» in cui «la situazione che si protrae da mesi crea smarrimento, ansia, dubbi e, in alcuni casi, disperazione».

«Questo tempo difficile che porta i segni profondi delle ferite ma anche delle guarigioni — proseguono i vescovi del Consiglio permanente —, vorremmo che fosse soprattutto un tempo di preghiera». Una preghiera che trova le più diverse espressioni: sfogo, invocazione di misericordia, richiesta, professione di fede, abbandono confidente e che può diventare esercizio di carità per chi fa fatica, in particolare «per le difficoltà e le fragilità delle famiglie». I mesi della pandemia sono stati segnati dalla sospensione della liturgia nel tempo del lockdown. Oggi sperimentiamo come la preghiera continua, resiste, specialmente quella comunitaria della messa: è sempre più chiaro infatti – riporta il messaggio — «come sia possibile celebrare nelle comunità in condizioni di sicurezza, nella piena osservanza delle norme».

Ad oggi, pur con timidi segni di frenata dei contagi e il prossimo arrivo del vaccino, lo scenario mondiale resta desolante «Se i segni di morte balzano agli occhi e s’impongono attraverso i mezzi d’informazione — aggiunge il messaggio —, i segni di risurrezione sono spesso nascosti, ma reali ancor più di prima. Chi ha occhi per vedere può raccontare, infatti, d’innumerevoli gesti di dedizione e generosità, di solidarietà e amore, da parte di credenti e non credenti: essi sono, comunque, “frutto dello Spirito” (cfr. Gal 5,22). Vi riconosciamo i segni della risurrezione di Cristo, sui quali si fonda la nostra fiducia nel futuro (…) Ecco perché riteniamo che questo sia un tempo di speranza». Una speranza che diventa carità operosa, sostegno concreto a chi è più in difficoltà nello spirito e nelle esigenze materiali. «Le comunità, le diocesi, le parrocchie, gli istituti di vita consacrata, le associazioni e i movimenti, i singoli fedeli stanno dando prova di un eccezionale risveglio di creatività». «Ci sembra di intravedere, nonostante le immani difficoltà che ci troviamo ad affrontare, la dimostrazione che stiamo vivendo un tempo di possibile rinascita sociale».

Il messaggio diventa quindi appello, dai toni ecumenici, rivolto a quanti cioè, si riconoscono nella fede in Gesù Cristo: «A ogni cristiano chiediamo un rinnovato impegno a favore della società lì dove è chiamato a operare, attraverso il proprio lavoro e le proprie responsabilità, e di non trascurare piccoli ma significativi gesti di amore, perché dalla carità passa la prima e vera testimonianza del Vangelo».

 

Messaggio alle comunità cristiane (pdf)




Zona Rossa: le indicazioni dei vescovi toscani

La zona rossa non ferma la vita delle comunità cristiane

Dopo la riunione di lunedì 16 novembre, all’indomani dell’inasprimento delle norme di sicurezza, i vescovi toscani si sono confrontati in videoconferenza per offrire indicazioni comuni alle chiese oggi presentate in un comunicato.

Nel messaggio in primo luogo un pensiero a quanti soffrono a causa della pandemia o ne patiscono le conseguenze (nel corpo, nello spirito e per le conseguenze economiche della crisi), a partire dal card. Gualtiero Bassetti, presidente Cei, ma anche per quanti si preoccupano della salute pubblica.

Il passaggio alla zona rossa — precisa il comunicato — lascia sostanzialmente invariato il quadro di provvedimenti già in atto nelle comunità della regione, di cui segnala, peraltro, l’attenta e responsabile applicazione. Le messe non si fermano e in chiesa è possibile recarsi pur muniti di autocertificazione.

Particolare attenzione è comunque chiesta per la celebrazione delle esequie come per le prime comunioni e cresime che possono essere comunque celebrate. I padrini che risiedessero in comuni diversi da quello in cui saranno amministrate le cresime potranno spostarsi muniti di autocertificazione. Altrimenti si dà dispensa dalla loro presenza. Incontri o momenti comunitari vanno evitati in ottemperanza ai divieti di assembramento promulgati dal Governo. Laddove possibile tutto si svolga in remoto, altrimenti si valorizzino le «Celebrazioni eucaristiche, anche infrasettimanali, destinate specificamente ai ragazzi e alle loro famiglie». Il catechismo non chiude, dunque, ma si trasforma in modalità in modalità che consentano di evitare la diffusione del virus.

Un ultimo invito è rivolto ai giovani, perché si impegnino nelle opere di volontariato che fronteggiano l’emergenza, e agli anziani, perché usino prudenza, nelle uscite e nei contatti. Con prudenza si porti loro la comunione eucaristica.
Poi due varie: i ringraziamenti al Papa e le felicitazioni per l’elezione al cardinalato di Mons. Augusto Paolo Lojudice, Arcivescovo di Siena; il riferimento al nuovo messale che entrerà in uso nella prima domenica di Avvento.

 

Assemblea del 16 novembre 2020

Comunicato finale dei lavori

A seguito del passaggio della Toscana da “zona arancione” a “zona rossa”, nel contesto delle disposizioni governative per far fronte all’epidemia di Covid-19, come Pastori delle Chiese toscane ci siamo confrontati, in videoconferenza, per condividere alcuni orientamenti a riguardo della vita pastorale delle nostre comunità.

Il nostro pensiero si è rivolto anzitutto a quanti soffrono a causa della pandemia e a quanti ne subiscono le conseguenze nella vita sociale: i malati anzitutto – e fra loro un sentimento di fraterna vicinanza lo abbiamo rinnovato al card. Gualtiero Bassetti, come pure ai confratelli Vescovi e ai tanti sacerdoti colpiti dal virus –; i nuovi poveri generati dalla pandemia e coloro che da essa sono stati gettati in ulteriore miseria; i lavoratori, gli imprenditori e gli operatori del commercio per i quali la pandemia ha aperto preoccupanti scenari futuri sul piano economico e sociale. Esprimiamo poi viva gratitudine a quanti nella sanità e nei servizi sociali si prendono cura con capacità e premura di chi soffre, ai tanti volontari che con la loro generosità rafforzano la tenuta del tessuto sociale, a quanti nelle istituzioni hanno la responsabilità delle scelte per il bene comune, agli uomini e alle donne dei nostri territori che in larga maggioranza condividono con diligenza e partecipazione le misure prese per contrastare la diffusione del morbo.

Un ruolo prezioso in questa emergenza viene svolto anche dalle comunità cristiane, che noi Vescovi ringraziamo per l’attenzione e l’impegno con cui applicano le misure che sono state richieste per tenere aperti i luoghi di culto e svolgervi i riti liturgici comunitari, continuano ad animare le attività formative, di incontro e di condivisione della vita comunitaria, promuovono una solerte ed efficace azione caritativa.

Le disposizioni connesse con l’introduzione della “zona rossa” (DPCM del 3 novembre 2020) lasciano invariato quanto già disposto circa l’accesso alle chiese e le celebrazioni liturgiche comunitarie, a cominciare dalle Sante Messe, secondo quanto previsto dal Protocollo CEI-Governo del 7 maggio 2020, integrato dalle successive indicazioni del Comitato tecnico-scientifico. Vogliamo cogliere in questa decisione un riconoscimento per come le misure di contenimento della pandemia sono state applicate fedelmente dalle nostre comunità. Al tempo stesso la sentiamo come un invito a una rafforzata responsabilità. Accesso alle chiese e celebrazioni liturgiche, come è noto, sono connesse all’applicazione di alcune precise disposizioni (autocertificazione, distanziamento, uso della mascherina, igienizzazione delle mani, sanificazione degli ambienti, ecc.) e, al tempo stesso, a un atteggiamento generale di prudenza. Raccomandiamo fortemente un’attenta vigilanza sul rispetto di tali disposizioni, invitando ad accoglierle come espressione di vera carità verso i fratelli.

Particolare attenzione va riservata ad alcune celebrazioni. Anzitutto le Esequie, i cui riti vanno vissuti in modo ordinato, rispettando il distanziamento ed evitando i contatti personali, in specie prima e dopo la celebrazione. È bene che non manchi la consolazione della preghiera al momento del distacco da un defunto, ma tutto deve avvenire in modo da salvaguardare la salute dei presenti e la dignità del rito.

Raccomandiamo attenzione a Prime Comunioni e Cresime, la cui celebrazione in questa situazione di particolare emergenza va mantenuta solo con il consenso dei genitori dei ragazzi, per piccoli gruppi ed evitando forme di festa che comportino assembramenti. Un particolare problema si pone per quanto concerne la presenza di padrini, qualora residenti o domiciliati in altro Comune. Il padrino potrà predisporre l’autocertificazione per motivi di necessità in considerazione del ruolo che deve svolgere. Qualora ciò non sia possibile o ritenuto opportuno, la Cresima potrà svolgersi senza la presenza del padrino (CIC, can. 892), ovvero il cresimando potrà essere accompagnato alla crismazione da un testimone in rappresentanza del padrino.

L’attività formativa e le modalità di condivisione del cammino comunitario, in specie quelle degli organismi di partecipazione, sono espressioni importanti della vita delle comunità. In questi ambiti occorre esercitare la massima prudenza, evitando per quanto possibile occasioni di assembramento che potrebbero risultare pericolose. L’Istituto Superiore di Sanità ha recentemente sollecitato a evitare le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie. In tal senso si esortano le comunità ad avvalersi per quanto possibile di modalità on-line con cui assicurare il cammino formativo di giovani e adulti, le varie forme di vita associativa, le modalità con cui partecipare a definire il cammino delle comunità.

A riguardo della catechesi dell’iniziazione cristiana di fanciulli e ragazzi, ricordiamo che essa costituisce un itinerario in cui confluiscono la trasmissione di conoscenze circa la fede, l’educazione alla preghiera, esperienze di vita e di comunione. Appare difficile comporre tutto questo nella situazione attuale e, soprattutto dove le strutture non lo consentono, si dovrà accettare di trasferire molto nelle modalità di contatto a distanza permesse dalle nuove tecnologie. Non si chiude quindi il cammino catechistico ma lo si faccia in modalità che consentano di evitare la diffusione del virus. Si suggerisce inoltre di valorizzare Celebrazioni eucaristiche, anche infrasettimanali, destinate specificamente ai ragazzi e alle loro famiglie.

Il Vangelo in questi mesi ha potuto mostrare il suo splendore nei gesti di carità con cui nelle nostre comunità si è venuti incontro al crescente disagio. A questo hanno contribuito anche non pochi giovani che si sono aggiunti ai volontari di vecchia data. Rinnoviamo l’appello ai giovani perché continuino e allarghino questo impegno nel volontariato. A tutti chiediamo di trovare le forme più adatte perché la fraternità dei cristiani continui a generare umana condivisione, intercettando le forme nuove che il disagio va assumendo.

Da ultimo, ma non ultimo, il nostro pensiero va agli anziani, particolarmente colpiti dal Covid-19, ai quali tanto debbono le nostre comunità e l’intera società. Nessuno di loro deve sentirsi solo e lasciato da parte. Possono seguire la vita liturgica con i mezzi di comunicazione sociale; accettino, come segno di attenzione nei loro confronti, la prudenza dei parroci nel visitarli e nel portare loro la Comunione sacramentale. Tutti comprendano la delicatezza del momento e quanto sia importante per loro essere protetti. Vogliamo farlo con l’affetto e la preghiera che meritano le loro vite a cui vogliamo bene.

Chiudiamo questa comunicazione condividendo con le nostre comunità la gioia per la decisione di Papa Francesco di nominare tra i prossimi Cardinali Mons. Augusto Paolo Lojudice, Arcivescovo di Siena. Ci rallegriamo con lui e lo accompagniamo con l’augurio e la preghiera.

Si avvicina il tempo dell’Avvento. Sia per tutti un cammino che prepari all’incontro con il Signore Gesù. Egli è sempre presente nella storia, sicuro riferimento in ogni avversità. Con la prima domenica di Avvento in tutte le chiese della Toscana si inizierà a usare la terza edizione del Messale Romano, occasione preziosa per rimotivare le nostre assemblee a curare la fedeltà alle norme, la forma comunitaria, la dignità e bellezza delle Celebrazioni eucaristiche, in cui il Signore si fa vicino. Vieni, Signore Gesù!

Firenze, 16 novembre 2020

I Vescovi delle Chiese della Toscana

 




«Sei pronto? Vagli incontro…». Verso il Natale con i giovani

L’ufficio di pastorale giovanile diocesano ha realizzato un sussidio per il tempo di Avvento e il Natale per vivere in profondità il senso delle feste

Per l’Avvento e il Natale che si avvicinano la Pg diocesana ha pensato di dare forma ad un sussidio per giovani e giovanissimi al fine di restare insieme, anche se distanti, in questo periodo di pandemia. Il sussidio può essere utilizzato per costruire incontri per i gruppi, come anche strumento di preghiera personale.

Il sussidio, diviso nelle 4 domeniche di Avvento, più il giorno di Natale, offre vari spunti di riflessione legati al Vangelo, i quali potranno essere approfonditi attraverso 5 aree diverse: la meditazione sulla Parola di Dio, la preghiera, una testimonianza, un film o un brano musicale e, infine, un’attività. Inoltre, dal 22 novembre, sui canali social della Pastorale Giovanile, offriremo momenti di condivisione (challenge e video) sulle varie tematiche presenti nel sussidio.

Il tema che abbiamo scelto per questo sussidio riguarda l’andare incontro a Dio: un cammino, quindi, che parte dal nostro cuore ed arriva al Suo cuore; un cammino, però, colorato dalle gioie e dalle difficoltà dei giovani, dalle ansietà e dai desideri nascenti. Questo è, quindi, un sussidio scritto da giovani per i giovani, in cammino sulla stessa, affascinante strada della vita.

Il sussidio è scaricabile qui, oppure sulle pagine facebook ed instagram: restiamoinsiemepg, oppure richiedendolo su whatsapp al numero 331 7543787.




In ascolto dei Giovani: il nuovo volto della PG diocesana

Presentata la nuova squadra diocesana di Pastorale giovanile Alla guida Padre Simone Panzeri, parroco di San Francesco

Il cammino della pastorale giovanile prosegue anche con la pandemia, che in realtà ha portato una serie di eventi: Possiamo dire di aver vissuto un tempo fecondo per la nostra equipe – afferma padre Simone Panzeri, direttore dell’ufficio -. Abbiamo davvero fatto esperienza che Dio può scrivere dritto sulle linee storte di un virus che mina la nostra salute. È stato, infatti, proprio nel tempo del lockdown, che è germinato e cresciuto questo progetto di formare una nuova equipe di Pastorale Giovanile composta, per la maggior parte da giovani provenienti da diverse realtà della Diocesi.

L’occasione – continua – è nata dal comune desiderio di vivere dei momenti di incontro e di condivisione anche durante il periodo della chiusura totale della scorsa primavera. Così è nata l’iniziativa restiamoinsieme che ha coinvolto alcuni giovani della Diocesi nella preparazione di video collettivi di riflessione su una parola chiave dei Vangeli domenicali». «L’Equipe ha come figura di riferimento Padre Simone Panzeri – prosegue Clarissa Rizzuto, una giovane volontaria – insieme a lui collaboriamo in dodici, provenienti da varie parrocchie della Diocesi». «Da subito ci siamo resi conto dell’impossibilità di fare piani a lungo termine – continua Padre Panzeri –.

Per ora ci siamo dati due punti che ci servono da binari su cui montare e smontare le iniziative. Il primo binario è quello relativo alle relazioni da stabilire e mantenere con i vari gruppi giovani e anche con i singoli giovani. Questo primo obiettivo ci pare molto importante e fondamentale per combattere soprattutto una situazione che il coronavirus ci sta facendo vivere: quella dell’impoverimento e della paura delle relazioni.

Un secondo binario che ci guida è quello di fornire dei contenuti a supporto dei gruppi e dei singoli giovani. Questo ci porterà a metà novembre a mettere a disposizione dei giovani un sussidio di riflessione e preghiera per l’Avvento e a creare eventi (in presenza o in video) con dei testimoni, per il prossimo anno.

Un’operazione che nasce in un tempo che inasprisce e rende più evidente la distanza dei giovani dalla Chiesa, che domanda un cambiamento di approccio. «Credo che il cambiamento più importante sia delineato dal Sinodo sui giovani, nel passaggio in cui si chiede in “cosa possiamo fare come Chiesa per i giovani” al “cosa possono dire i giovani alla Chiesa” – sottolinea ancora Panzeri –. Già nell’Instrumentum Laboris del Sinodo era chiara questa impostazione segnata da tre verbi: riconoscere – interpretare – scegliere. Il primo verbo, riconoscere, in particolare, ci chiede di metterci in ascolto dei giovani in modo serio e approfondito per poi poter interpretare i loro bisogni e desideri alla luce del Vangelo e fornire loro risposte adeguate. Occorre lasciarsi interpellare e sollecitare da un mondo e da dei linguaggi, quelli giovanili, che mutano molto rapidamente e che spesso dobbiamo inseguire. Se da un lato questo momento può farci sembrare di non avere più punti di riferimento, al contrario, esso ci indica che questo è il tempo giusto per offrire e cercare punti di riferimento solidi e validi. Come ci insegna San Francesco di Sales: quando sei nel mare in tempesta, è allora che, per salvarti, ti aggrappi alla cosa più salda che trovi sulla barca della tua vita, Gesù».

Restiamo insieme grazie ai social

Nonostante le difficoltà del periodo, la nuova èquipe di pastorale giovanile ha ideato un progetto di animazione, tutto digitale, attivo già nelle prossime settimane. «Abbiamo pensato di utilizzare i vari social – afferma Clarissa Rizzuto – in particolare la nostra pagina Facebook e il nostro profilo Instagram, ovvero restiamoinsiemepg, per proporre challenge e creare video, come è avvenuto durante il lockdown in primavera.

Per il prossimo anno ci stiamo mettendo in contatto con dei testimoni famosi che incontreremo, se possibile, in presenza o altrimenti tramite social. Per l’estate, sperando in un miglioramento della situazione attuale, organizzeremo alcuni cammini, come quello fatto lo scorso 24 agosto in occasione della festa di San Bartolomeo. Abbiamo inoltre intenzione, quando sarà possibile, di incontrare i vari gruppi giovani e post cresima nelle loro realtà parrocchiali o associative per condividere insieme idee e progetti e per conoscerci meglio. Infine, per il tempo di Avvento e per il Natale abbiamo ideato un Sussidio: in questo modo saremo tutti uniti nella preghiera e nella condivisione».

La nuova squadra di pastorale giovanile è composta da: Clarissa Rizzuto, Agnese De Marco, Jacopo Porru, Gloria Mazzi e Vanni Bechelli, Camilla Neri, Alessandra Corti, Veronica Brigandì, Ilaria Giusti, Eleonora Pacini, Francesco Greco.

Info: 3317543787

Facebook: https://www.facebook.com/pastoralegiovanilediocesipistoia