Lutto in Diocesi: è morto don Carlo Goffredi

Giovedì 29 ottobre, è morto don Carlo Goffredi, già parroco di Sant’Alessio e Germinaia. Da qualche giorno si trovava in Ospedale per le conseguenze di un infarto e per un quadro clinico già compromesso da altre patologie.

Un nuovo lutto che addolora la Diocesi ma che invitiamo a vivere alla luce della fede in Cristo risorto. Esprimiamo il più sincero cordoglio alla famiglia, ai fedeli che ha accompagnato in questi anni, come ad amici e conoscenti che hanno potuto apprezzare le sue qualità, il suo impegno e la sua fedeltà al Vangelo.

Dal primo pomeriggio di venerdì 30 sarà esposto nella chiesa di Sant’Alessio, dove saranno anche celebrate le esequie, presiedute dal vescovo Tardelli, sabato 31 alle ore 10.

Don Carlo Goffredi era nato il 9 dicembre 1942 a Villa d’Adige, presso Rovigo. Formatosi nel Seminario Diocesano era stato ordinato sacerdote il 29 giugno 1967. Prete novello fu vicario alla Ferruccia, poi cappellano a Montemurlo tra il 1968 il 1970. Successivamente è stato parroco di Saturnana fino al 1977, anno in cui ricevette l’incarico di parroco per la parrocchia di Sant’Alessio, dove ha svolto il suo ministero sacerdotale per oltre quarant’anni. In questo ultimo anno, per l’aggravarsi delle sue condizioni, era stato ospitato in Seminario a Pistoia.

Recentemente era tornato nella Casa di Accoglienza il Granello di Senape, da lui fondata a Collegigliato per l’accoglienza per minori con disagio. Don Carlo aveva anche desiderato spendere il proprio ministero in missione in Brasile, ma a causa delle sue condizioni di salute dovette rinunciare a questo progetto.




L’anno pastorale parte tra i timori e le speranze

Le nuove indicazioni per la Diocesi nell’incertezza per la ripresa dei contagi

La recrudescenza della pandemia di Covid–19 sta mostrando il suo volto più duro. Con l’esplosione del numero di contagiati anche la Chiesa di Pistoia, in via precauzionale, ha indicato ai sacerdoti e ai fedeli una serie di chiarimenti e limitazioni delle attività pastorali in presenza.

In particolare il vescovo ha condiviso con tutta la Diocesi una serie di sottolineature.

Riguardo la catechesi dei fanciulli e dei ragazzi (6–17 anni) al momento si svolgerà in modalità a distanza, attraverso i mezzi web e le piattaforme online. L’ufficio catechistico diocesano predisporrà materiali e indicazioni. La catechesi in presenza riprenderà nei mesi estivi, a partire dalla settimana dell’Ascensione (sabato 15 maggio 2021).

La preparazione e la celebrazione delle cresime e delle prime comunioni previste per questo ottobre e novembre 2020 è consentita, anche se la Diocesi sottolinea che viene lasciata ai genitori la possibilità di scegliere se fare ora il sacramento o rimandarlo successivamente.

Riguardo la catechesi degli adulti, è preferibile e consigliato spostare online le attività. Nel caso in cui si decidesse di continuare a fare in presenza gli incontri degli adulti, si abbia cura di applicare scrupolosamente le raccomandazioni e le norme dei protocolli governo – Cei, le indicazioni dell’ufficio giuridico della Cei e quelle del vescovo come indicato in una sua ultima comunicazione ai parroci del 18 ottobre scorso.

La celebrazione dell’eucarestia e delle altre forme liturgiche continua regolarmente nelle modalità attualmente in essere e previste dal protocollo governo–Cei e secondo le indicazioni diocesane.

«Purtroppo stanno tornando giorni difficili – afferma Tardelli – Se da una parte non possiamo perdere la speranza e anzi dobbiamo cercare di incoraggiare e sostenere nella prova la nostra gente, come deve fare un buon pastore, dall’altra occorre renderci conto che bisogna fare molta attenzione.

Per molti versi – aggiunge – oggi la situazione è peggiore che a marzo e aprile. A settembre, avevamo pensato di poter riavviare le nostre attività, ripartendo proprio dalla celebrazione di prime comunioni e cresime. Rimaniamo per ora con queste indicazioni».

L’invito, per la celebrazione delle messe, è quello di agire con la massima attenzione e seguire le norme di sicurezza: evitare la partecipazione ai riti se si manifestano sintomi influenzali, anche senza febbre, rispettare il limite di presenze segnalato per ogni chiesa, igienizzarsi le mani, indossare sempre la mascherina, mantenere le distanze in entrata e uscita dalla chiesa, ricevere la comunione solo sulla mano, procedere alla sanificazione dopo l’uso degli ambienti.

Il mandato del Vescovo a Catechisti e operatori pastorali

 




Apertura dell’anno pastorale. Novità per il Covid

La messa vedrà una partecipazione limitata ma andrà in onda in diretta su TVL

A seguito della nuova ondata di Covid–19 il vescovo Tardelli ha disposto che la Messa per l’apertura dell’Anno Pastorale con il mandato ai catechisti e agli operatori, prevista per domenica 25 ottobre alle 18 in Cattedrale, sarà celebrata dal Vescovo stesso con solo una rappresentanza limitata di preti e di laici del centro storico.

La Messa sarà trasmessa in diretta tv su Tvl dalle 18, così che tutti possano partecipare e ricevere il messaggio e la benedizione del vescovo.

Monsignor vescovo ha anche raccomandato ai parroci di celebrare domenica 25 il mandato agli operatori pastorali nelle loro comunità.

A tal proposito l’Ufficio liturgico diocesano ha predisposto il seguente sussidio con il rito del mandato.

Rito del Mandato agli Operatori Pastorali (PDF)

 

 

 




Don Vannelli muore in un tragico incidente

Grave lutto in Diocesi

Nella notte di Domenica 18 ottobre, alle ore 21 circa, in un tragico incidente automobilistico è morto don Piero Vannelli (83 anni), parroco di San Biagio in Cascheri a Pistoia.
Nell’incidente è stata coinvolta un’altra automobile, il cui conducente è morto sul colpo. Altri due i feriti.

La Diocesi accompagna con la preghiera entrambe le vittime e i due feriti coinvolti in questa terribile circostanza ed esprime un sincero messaggio di condoglianze a familiari, amici e conoscenti.

Le esequie di Don Piero Vannelli saranno celebrate lunedì 26 alle 10 nella chiesa di San Biagio in Cascheri.
Sarà possibile dare un estremo saluto a don Vannelli a partire da sabato in tarda mattinata nella vecchia chiesa di San Biagio.
Causa Covid, la partecipazione sia dei sacerdoti che dei fedeli dovrà essere molto limitata e sottoposta alle regole sanitarie di questo momento. Si consiglia pertanto di valutare la possibilità di restare a casa e di unirsi spiritualmente alle esequie.

«Sono profondamente addolorato – riferisce il Vescovo di Pistoia Mons. Fausto Tardelli — per la scomparsa di don Piero, un uomo buono e mite, di cui ho potuto apprezzare le qualità umane e sacerdotali. Ai parrocchiani rivolgo il mio più sentito cordoglio e la mia paterna vicinanza. Una preghiera particolare, poi, per l’altra vittima dell’incidente e quanti vi sono rimasti coinvolti».

La Chiesa di Pistoia è in lutto per la perdita di questo sacerdote, molto conosciuto e apprezzato.
Nato il 28 maggio 1937 a Pistoia don Piero si era formato presso il Seminario vescovile di Pistoia ed era stato ordinato sacerdote il 29 giugno 1962. Il suo primo incarico fu quello di cappellano presso la parrocchia di San Bartolomeo, dove prestò servizio per due anni, dal 1962 al 1964; successivamente è stato parroco a Pianosinatico dal 1964 al 1967, quindi a Sarripoli dal 1967 al 1974, poi a Canapale dal 1974 al 1982. In quell’anno fu spostato presso la parrocchia di San Biagio in Cascheri dove svolgeva tuttora servizio. Accanto all’ufficio di Parroco don Piero ha svolto anche l’insegnamento della religione cattolica nella scuola media. Dal 2011 era assistente ecclesiastico dei Coltivatori diretti. Tra gli altri incarichi è stato anche amministratore del Seminario Vescovile e direttore dell’Ufficio Pellegrinaggi diocesano.

(comunicato UCS)




In Cattedrale per la Giornata del migrante e del rifugiato

Alle ore 16 la messa presieduta dal vescovo Tardelli

È dedicata agli sfollati interni la riflessione di Papa Francesco per la 106ª giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Il Messaggio, vista la situazione di emergenza mondiale, è rivolto anche «a tutti coloro che si sono trovati a vivere e tuttora vivono esperienze di precarietà, di abbandono, di emarginazione e di rifiuto a causa del Covid–19».

Il titolo della giornata, «Come Gesù Cristo, costretti a fuggire», invita a riconoscere il Signore in chi è costretto a abbandonare la propria casa, perché profugo o sfollato, così come fu costretto a fuggire, secondo il Vangelo di Matteo, lo stesso Gesù bambino dagli intenti omicidi di Erode.

«Troppo spesso — scrive Francesco — ci si ferma ai numeri. Ma non si tratta di numeri, si tratta di persone! Se le incontriamo arriveremo a conoscerle. E conoscendo le loro storie riusciremo a comprendere. Potremo comprendere, per esempio, che quella precarietà che abbiamo sperimentato con sofferenza a causa della pandemia è un elemento costante della vita degli sfollati». C’è bisogno infatti, scrive il Papa in una serie di verbi legati da una relazione di causa–effetto, «di conoscere per comprendere», di «farsi prossimo per servire», di riconoscere che «per riconciliarsi bisogna ascoltare», che «per crescere è necessario condividere» di «coinvolgere per promuovere» e, infine, di «collaborare per costruire».

In diocesi la giornata sarà celebrata domenica 18 ottobre alle 16 con una messa in Cattedrale celebrata dal vescovo Tardelli. Sono invitate tutte le comunità etniche presenti a Pistoia e anche alcuni rappresentanti della Chiesa ortodossa. La celebrazione sarà accompagnata dal coro internazionale del dottor Augustin Iroatulam. I fedeli, tenuti a seguire le norme anti–Covid, saranno accolti all’ingresso dai volontari del Cisom.




Veglia missionaria a Poggio a Caiano

Il vescovo Tardelli presiede la preghiera per la Giornata Missionaria Mondiale

«Eccomi, manda me. Tessitori di fraternità». Questo è il tema della 94ª Giornata Missionaria Mondiale che in diocesi sarà celebrata con una veglia di preghiera, organizzata come ogni anno a cura del Centro Missionario. L’appuntamento per la veglia, presieduta da Mons. Fausto Tardelli, è venerdì 16 ottobre alle 21 presso la parrocchia di Poggio a Caiano. Invitiamo a partecipare, soprattutto i giovani, per rendere più bella e partecipata questa veglia di preghiera che rappresenta, per la nostra Diocesi, il momento culminante del mese di ottobre dedicato alla Missio ad Gentes.

In questa occasione, nell’ambito delle celebrazioni dell’anno giubilare per il centenario della nascita (8 agosto 2021), sarà ricordata la Beata Madre Maria Margherita Caiani, Fondatrice della Congregazione delle Suore Francescane Minime Suore del Sacro Cuore. Domenica 18 il ricordo della Giornata Missionaria Mondiale è accompagnato da una raccolta di offerte.

Il Centro Missionario Diocesano, invita ad essere generosi in questo giorno speciale perché se è vero la pandemia del Covid–19 ha colpito duramente la nostra nazione, sia da punto di vista sanitario che da quello economico e sociale, non possiamo dimenticare che in modo ancora più drammatico ha colpito i paesi più poveri dove la popolazione manca di tutto dal cibo, alla scuola, al lavoro alla sanità a causa delle devastazioni causate dai cambiamenti climatici, ma soprattutto dalle guerre e dal terrorismo che vengono portate avanti, anzi alimentate, dal traffico delle armi prodotte nei paesi occidentali, Italia compresa. Questo complesso di situazioni viene messo in evidenza dai migranti, nei confronti dei quali, come cristiani, abbiamo il dovere di essere accoglienti, così come ci esorta a fare continuamente Papa Francesco, anche con l’ultima enciclica intitolata Fratelli tutti. Non possiamo che rifiutare quelle ideologie fondate sull’odio che vedono in questi “poveri cristi” un pericolo per la nostra civiltà.

CMD




Betharramiti in festa per la professione perpetua di Serge Appaouh

Dopo 14 anni una nuova professione perpetua per i padri di Betharram della provincia italiana

Domenica 11 ottobre alle ore 11.15 nella Chiesa di San Francesco a Pistoia sarà celebrata la professione perpetua di Serge Appaouh, giovane della Costa d’Avorio della congregazione Betharramita che da un anno svolge il suo cammino di formazione e di attività pastorale presso la parrocchia di San Francesco.

Fratel Serge emetterà i voti perpetui nelle mani del superiore generale, padre Gustavo Agin.
La celebrazione solenne avverrà alle ore 11.15 e sarà trasmessa sulla Pagina Facebook “Betharramici” e sul sito www.betharram.it .




Il cammino dell’anno è alla luce dell’Esodo

Il vescovo suggerisce alla Diocesi la lettura dell’Esodo. Il libro biblico sarà il testo di riferimento per i gruppi di ascolto del Vangelo, una lettura che aiuta a «fondare sulla roccia» la vita di fede personale e comunitaria

 

Il nuovo anno pastorale, che avrà il suo centro nella celebrazione dell’anno santo iacobeo, chiama a riflettere sul tema del cammino, non solo quello dei pellegrini iacobei, dei viandanti dello Spirito e degli appassionati di turismo religioso, ma anche – e soprattutto – sul cammino fondante della fede, di Israele prima e della fede cristiana poi, narrato nel libro dell’Esodo. Nella sua lettera pastorale «Alla scuola dell’apostolo San Jacopo», il vescovo invita tutti a leggere e meditare i primi 15 capitoli di questo libro biblico.

Anche quest’anno l’Ufficio catechistico ha realizzato un nuovo sussidio che accompagna la lettura e suggerisce spunti di riflessione. Nel libretto però, alle pagine dell’Esodo è premessa un’altra icona biblica, il brano evangelico dedicato alla “casa costruita sulla roccia” che monsignor Tardelli ha inserito e proposto come spunto di riflessione nella sua lettera pastorale. «Il brano di Vangelo (Mt 7,21–29) — scrive don Cristiano D’Angelo in apertura del sussidio — fa ben da introduzione alla lettura del libro dell’Esodo che narra come Dio ha «costruito» la casa della sua relazione con il popolo, per renderla solida. Si può infatti leggere la storia dell’Esodo, senza eccessive forzature, come la storia dell’impegno di Dio a fare della casa del suo popolo, una casa stabile e sicura».

«La parola “esodo” — scrive don Cristiano — significa “uscita”, e il libro narra l’uscita di Israele dall’Egitto, la liberazione da una situazione di schiavitù. L’evento fondante della fede di Israele non è un’idea di Dio o una formula teologica, ma un fatto, un’azione di Dio nella storia». «Dio — continua don D’Angelo – non è un principio astratto, Dio è una persona, un nome, quello che Egli rivela a Mosè nel rovento ardente “Io sono colui che sono”. Così Dio si serve di Mosè per parlare, sostenere, lottare con il suo popolo e accompagnarlo nel faticoso e mai scontato cammino di liberazione». «Nella prima parte del libro dell’Esodo Dio opera per liberare Israele dal potere dell’Egitto (Es 1,1– 1,21), nella seconda (Es 15,22–18,27) per liberare Israele dalle sue catene interiori, quelle che lo porterebbero a desiderare di tornare indietro, di nuovo schiavo, pur di avere un po’ di sicurezza e di tranquillità. Il cammino verso la terra promessa rivela la fragilità del cuore dell’uomo mettendolo in condizione di purificarlo tramite la parola di Dio che Egli ora dona sul Sinai come luce e sapienza per il cammino, per imparare a rimanere liberi (Es 19–40). Infine l’Esodo narra la costruzione del santuario mobile, una tenda che si sposta con Israele nel deserto (Es 25– 31; Es 35–40), dove sono custodite le tavole della legge e dove Dio scende per incontrare Mosè. Dio accompagna sempre il suo popolo; il suo nome è anche il suo programma di vita, “essere con”. È questo il senso complessivo del libro dell’Esodo e che aiuta a comprendere la trama del libro di cui quest’anno leggeremo i primi quindici capitoli».

 

Scarica il sussidio!

(u.f.)




Il vescovo parla al mondo della scuola

L’intervento di monsignor Tardelli in occasione della partenza di un anno scolastico pieno di incognite: «Le scuole che ripartono è un grande segno di speranza per i nostri ragazzi e per l’intera società». Preoccupazione per la situazione per il caos precari emerso negli ultimi giorni.

«Sta per iniziare un nuovo anno scolastico. Arriva a noi dopo un tempo complesso, pieno di incertezze, a tratti drammatico che però contiene una grande sfida, quella di riscoprire la speranza, “la più piccola delle virtù, ma la più forte”, come dice Papa Francesco.

L’avvio di un anno scolastico e accademico, la riapertura di scuole e università – che invece sarebbe bello potessero restare sempre aperte, come polmoni vivi e sempre in funzione della nostra società – è sempre un momento di grande significato. Forse in passato abbiamo rischiato di darlo per scontato, di pensarlo come ordinaria amministrazione e perdere così, però, tutto il senso che esso porta con sé. Questa volta, per cause che non avremmo voluto, paradossalmente non è un riavvio scontato. Questo tempo difficile ci ha costretto a porci delle domande sulla scuola per cui, riprendere la vita scolastica quest’anno non è un fatto scontato; porta con sé emozioni forti, sentimenti contrastanti, grossi interrogativi, sia a livello di studenti che di insegnati o di genitori. Ci accorgiamo sempre di più che l’istruzione, la formazione, la scuola sono un appuntamento fondamentale col futuro e che investire sulla scuola, in denaro, intelligenza e risorse di ogni genere, è assolutamente una priorità del bene comune.

Le scuole dell’infanzia, le università, le scuole elementari medie e superiori, i centri di formazione professionale che aprono, che ripartono, che riavviano la loro operatività, lo dobbiamo vedere come un grande segno di speranza per i nostri ragazzi e per l’intera società.

Un pensiero va in questo momento a tutti coloro che operano nel sistema dell’istruzione, della formazione e dell’educazione: operatori, docenti, personale amministrativo e operativo, dirigenti. Per tutti voi, voglio dire una parola di incoraggiamento e di gratitudine. Grazie per ciò che fate a nome di tutta la comunità. Mi permetto di esortarvi a non rassegnarvi mai, anche quando qualcosa vi farebbe ritenere che lavorare bene o male sia del tutto indifferente o che tutto sia inutile e nessuno si accorga dell’impegno, della dedizione, dei sacrifici che fate. Oppure anche quando una certa farragine burocratica sembra prendere il sopravvento. In quei momenti Guardate ai ragazzi e ai giovani che vi sono affidati e che servite. Sono loro la ragione del vostro lavoro. Siate certi che il bene che fate è più forte di tutto ed entra dentro la giovane vita dei vostri alunni e porterà sicuramente frutto.

Le statistiche e gli indicatori internazionali segnalano ripetutamente le fragilità del nostro sistema di istruzione e di formazione. Le cronache anche recenti ci dicono che la sfida educativa è ancora urgentissima. Abbiamo bisogno di persone responsabili, preparate e competenti, in tutte le professioni.Abbiamo bisogno di percorsi di istruzione e formazione accoglienti ed esigenti che sappiano fornire qualità umana, preparazione e competenza. Abbiamo bisogno di percorsi educativi e di tracciati forti di riflessione che sappiano far crescere nei bimbi, nei ragazzi, negli studenti le loro migliori potenzialità. Si tratta di un grande impegno che dovrebbe vedere coinvolto in modo concorde tutto il paese, con tutte le sue forze politiche e sociali. Una buona scuola è davvero un bene di tutti che deve stare a cuore a tutti.

Un pensiero lo rivolgo poi a tutti i bimbi e gli studenti inseriti nei percorsi di formazione universitaria, scolastica, professionale. Anche a voi è chiesto impegno e partecipazione attiva. Credo che possiate dare e fare molto. Questo tempo prolungato di chiusura delle scuole, credo abbia fatto riscoprire in voi anche la bellezza, l’importanza e la necessità della scuola, forse vi ha fatto nascere dentro anche un po’ di nostalgia. Ora è il momento di affrontare l’anno scolastico con una voglia nuova, una nuova curiosità e un nuovo impegno, certi che state costruendo il vostro futuro, rendendo migliore il presente.

Infine, mi sia consentito un pensiero particolare ai docenti precari che in questi ultimi anni, anche in tempo di emergenza Covid, hanno mostrato grande spirito di servizio al pari degli altri colleghi. Ad essi, mai così numerosi, un caloroso ringraziamento e un grande augurio perché la dignità del loro lavoro sia riconosciuta e rispettata. Sono certo che l’amministrazione pubblica abbia presente che tutti loro hanno diritto a procedure organizzative e burocratiche chiare e rispettose che garantiscano la dignità della persona e del lavoro con cui vengono sostenute molte famiglie.

A tutti dunque vada il mio augurio e quello della chiesa, unito alla raccomandazione di svolgere al meglio il proprio compito in questo straordinaria avventura che è la scuola».

+ Vescovo Fausto




La catechesi riprende con la famiglia accanto

Per la diocesi parte un cammino unitario che accompagnerà verso l’Anno Santo Iacobeo

di Daniela Raspollini

Riprende il cammino pastorale per questo anno 2020–2021, dopo un anno del tutto straordinario: «Nessuno ha vissuto il lockdown in modo positivo – afferma suor Giovanna Cheli, direttrice dell’ufficio catechistico – tuttavia questa sosta forzata per le famiglie, i catechisti e le nostre realtà ecclesiali in genere, ha suscitato una spinta creativa e una caterva di domande sul nostro modo di trasmettere la fede. Come non mai siamo consapevoli che l’annuncio della fede ha certamente bisogno della presenza, ma che comunque questa può essere potenziata da quella virtuale. Così i catechisti – continua – hanno scoperto che l’incontro a distanza somiglia tantissimo al primo tentativo dell’apostolo Paolo di scrivere alle sue comunità, così da affidare la sua “presenza spirituale” alle varie lettere che scriveva».

Una situazione nuova, che però ha fatto scoprire nuove strade di evangelizzazione: «In primo luogo – continua suor Giovanna – è stato chiaro a tutti che l’annuncio ha bisogno sempre di più del rapporto reale con gli altri. Molte famiglie e catechisti hanno vissuto questa esperienza con buoni risultati, promettendosi una frequentazione diversa in tempi di ripresa. Su questo dovremo richiamare l’attenzione delle famiglie, che se da una parte non possono essere sovraccaricate di iniziative a cui rispondere, dall’altro devono sapere che possiamo camminare insieme ai loro figli aiutandoci e facendo un’esperienza di vita davvero bella. Per questo, nell’anno che viene l’ufficio catechistico vorrebbe valorizzare lo slancio dei genitori che vorranno sostenere la catechesi dei loro figli. È importante ripensare ad una trasmissione di fede generazionale». «In questo tempo – afferma ancora la religiosa – siamo spinti da una parte ad assumere ad un atteggiamento più missionario e dall’altra siamo invitati ad eliminare completamente l’atteggiamento di chi va in parrocchia a “prendere” un sacramento. Il Signore viene nelle nostre case, possiamo incontrarlo nel nostro quotidiano. Quanto è vero che una fede trasmessa come una dottrina non riempie il cuore e invece quella raccontata come un’esperienza di vita, un parlarsi tra amici, corrisponde alla presenza attuale del Signore risorto.

Così, anche la celebrazione eucaristica non è l’assolvimento di un dovere, ma un punto di partenza e di arrivo di tutta la vita di fede ed ecclesiale: è Gesù che nutre con la sua parola e il suo corpo. Per questo vogliamo offrire, nell’anno che inizia, per tutti i gruppi di catechismo, un cammino unitario sulla liturgia della parola delle domeniche. Sarà il segno del legame di tutta la catechesi con l’Eucarestia. Un itinerario di ascolto della parola intitolato “Chiesa e casa, cammino e pellegrinaggio”: parole care alla diocesi che, nel pieno della celebrazione del giubileo di san Giacomo, rifletterà sull’Esodo con i gruppi di ascolto e terrà stretta l’icona della casa costruita sulla roccia, perché dopo il cammino c’è sempre una soglia da varcare, un luogo dove abitare».

La sfida riparte da educatori e animatori e indicazioni per la ripresa e del progetto unitario diocesano per quest’anno saranno oggetto di alcuni incontri diocesani pensati per i catechisti: «Rammento solo i primi due di una serie – afferma suor Giovanna Cheli, direttrice dell’Ufficio catechistico – il primo rivolto a tutti i catechisti, in programma lunedì 14 settembre 2020 alle 21.15 nell’aula liturgica di Valdibrana, durante il quale sarà presentato l’anno catechistico 2020–2021 (dalle norme ai contenuti, al metodo di lavoro).

Il secondo incontro, lunedì 21 settembre alle 21.15  sempre a Valdibrana, sarà invece per i catechisti e gli animatori dei gruppi di ascolto e avrà come tema “La casa sulla roccia e il cammino dell’Esodo: rifondare la nostra fede condividendola”. «C’è molto da fare – conclude la direttrice – ma sarà possibile solo se in noi matura la voglia e la gioia di essere un po’ più e meglio discepoli del Signore che ci fa strada».

(da “La Vita” del 6 settembre 2020)