Coronavirus: la lettera del vescovo, il comunicato CET

Ai fedeli della diocesi di Pistoia

Carissimi, i tempi burrascosi che stiamo vivendo ci costringono ad adottare misure drastiche per cercare quanto meno di rallentare il contagio di un male che ci ha colti impreparati e che ci fa toccare con mano la nostra fragilità di uomini.

Tra queste misure, la più dolorosa è quella di non poter celebrare in pubblico la Santa Messa e gli altri sacramenti e sacramentali.

Dobbiamo però reagire a questa situazione con un di più di fede e di speranza insieme ad un aumento della carità, in attesa di poter di nuovo celebrare tutti insieme nella gioia la morte e la Risurrezione di Cristo alla mensa eucaristica.

Il Signore Gesù è compagno del nostro cammino e continua a ripeterci: “venite a me voi tutti che siete stanchi e oppressi ed io vi darò ristoro” . Non venga mai meno dunque l’abbandono fiducioso nelle braccia del Signore. Intanto voglio dire a tutti che la Santa Messa, pur in forma privata senza la partecipazione del popolo, continuerà ad essere celebrata dai sacerdoti nei giorni festivi come in quelli feriali.

I sacerdoti offriranno il divino sacrificio per tutti voi e voi saprete che a quelle ore, il sacerdote sarà in chiesa per voi e con voi e vi potrete così unire spiritualmente a loro nell’offerta di tutti voi stessi al Padre. I parroci continueranno a segnalare con il suono delle campane le SS. Messe che saranno celebrate a porte chiuse.

Gli stessi sacerdoti, con la celebrazione quotidiana dell’Eucaristia e l’ufficio divino, saranno impegnati durante tutta la settimana a pregare per tutto il popolo, implorando da Dio la vittoria sul male che sta imperversando.

Vorrei dire ancora che ci attiveremo perché non manchi attraverso anche i moderni mezzi di comunicazione i contatti con la comunità parrocchiale.

Io stesso ogni giorno celebrerò per tutti voi, facendo in modo che questa celebrazione possa essere seguita da casa, attraverso la TV o altri mezzi.

Invito comunque ciascun fedele a procurarsi foglietti o messalini con la liturgia della domenica, per dedicare alla lettura, alla meditazione e alla preghiera un congruo di tempo nel giorno del Signore. Questo tempo di forzata lontananza dai sacramenti può anche farvi riscoprire la bellezza di trovarvi insieme a pregare in famiglia.

Vi chiedo inoltre di ricordare nella preghiera i vostri fratelli della comunità parrocchiale, i vostri sacerdoti, i vostri bambini i giovani e particolarmente gli anziani, che sono ad oggi i più esposti al rischio. La forzata sospensione di contatti fraterni e amicali, può essere sostituita con una vicinanza realizzata attraverso i mezzi che la tecnologia ci mette a disposizione.

Infine, propongo a tutti di innalzare speciali suppliche alla Madonna che a Pistoia onoriamo con il titolo di Madonna dell’umiltà o Madonna di Valdibrana. Possiamo pregare con fiducia il rosario perché questo morbo pestifero sia sconfitto, i malati siano guariti e la società possa essere migliore. Accompagniamo la preghiera anche con atti di penitenza, perché sicuramente quanto sta accadendo è anche un invito forte a rivedere la nostra vita, a convertirci dal peccato ad un amore più sincero e generoso verso Dio e verso il prossimo. Non venga meno la speranza nella misericordia di Dio, perché in esto abbandono fiducioso sta tutta la nostra forza. Che Dio vi benedica.

+ Fausto Tardelli, vescovo

(Da martedì 10 marzo, il Vescovo di Pistoia Fausto Tardelli celebrerà la messa a partire dalle 18,30, tutti i giorni fino alla liturgia prefestiva del Sabato, e sarà diffusa su TVL in diretta sul canale 11, oppure streaming sul sito o sul canale youtube di TVL).

 

Comunicato CET del 9 marzo 2020

La Conferenza episcopale toscana si è riunita questa mattina all’eremo di Lecceto: tra i temi all’ordine del giorno, quello delle misure adottate dal Governo Italiano per contrastare la diffusione del “coronavirus”, e di come queste incidono sulla vita delle comunità cristiane e dei singoli fedeli. I Vescovi toscani hanno manifestato la loro piena sintonia con la posizione espressa dalla Cei, condividendo con tutti i vescovi italiani “la comune preoccupazione di fronte all’emergenza sanitaria che sta interessando il Paese”.

Sempre in sintonia con la Cei, esprimono anche il loro disagio di fronte alla prescrizione, fortemente restrittiva, di sospendere la celebrazione pubblica delle Sante Messe, che viene comunque accolta nell’ottica della reciproca collaborazione per il bene del Paese, in vista della tutela della salute pubblica.

I Vescovi fanno richiamo, da questo punto di vista, al senso di responsabilità che in questi giorni si attende che venga praticata da tutti e in modo particolare da un soggetto pubblico come la Chiesa.

Evitare tutto ciò che può favorire gli assembramenti di persone, sottolineano i Vescovi, limita molto la dimensione comunitaria della vita cristiana, ma è un limite che va accettato per evitare il diffondersi del contagio. Questa misura implica la sospensione della Messa con il popolo e di ogni altra funzione liturgica pubblica, sia in luoghi chiusi che aperti.

Per quanto riguarda le esequie, la cui sospensione è esplicitamente richiesta dal Decreto governativo, i Vescovi esortano a sostenere i familiari nel loro dolore con la benedizione del feretro che, non potendo essere fatta in chiesa, può comunque svolgersi in forma privata, come previsto dai libri liturgici, assicurando anche i fedeli che si potrà celebrare la Santa Messa in suffragio del defunto una volta superata questa emergenza.

I Vescovi invitano anche sacerdoti, catechisti e quanti hanno compiti pastorali ad aiutare i fedeli a interpretare nel modo corretto queste limitazioni.

Ci viene chiesto un grande sacrificio, quello di rinunciare alla celebrazione dell’Eucaristia con il popolo: vogliamo vivere questo “digiuno eucaristico”, affermano i Vescovi toscani, come stimolo a pensare ancora di più all’Eucaristia come «fonte e culmine di tutta la vita cristiana». Il fatto che in questo momento non possiamo celebrare pubblicamente la Messa, non deve farci dimenticare la centralità della celebrazione eucaristica, e non ci impedisce di viverne i frutti, in particolare la carità e la comunione. La stessa privazione della celebrazione comunitaria può essere vissuta come gesto di carità verso la comunità civile e come segno di comunione nella Chiesa e con il popolo. Questa privazione può essere inserita tra le penitenze quaresimali, ricordando che anche il Venerdì santo è un giorno senza celebrazione eucaristica.

I Vescovi ricordano che i sacerdoti sono invitati a continuare la celebrazione dell’Eucaristia, anche senza la partecipazione fisica del popolo, e che tutti i fedeli in questa situazione di emergenza si possono unire a questa celebrazione spiritualmente.

Per questo, i Vescovi invitano a mantenere nelle parrocchie il suono delle campane, per ricordare che l’Eucaristia non viene meno, anche in questo periodo in cui ne è sospesa la celebrazione pubblica. La nostalgia della Messa può divenire occasione di conversione e tappa del cammino che ci conduce alla Pasqua.

Questa situazione richiede anche alle comunità cristiane il ricorso ad altre varie iniziative pastorali, anche incentivando l’uso dei nuovi mezzi di comunicazione come canali di evangelizzazione e di partecipazione alla vita secondo lo Spirito. Questi strumenti possono essere utilizzati per assistere, nella preghiera, alle celebrazioni liturgiche, ma anche per promuovere iniziative di catechesi, formazione e meditazione.

La Domenica si invitano tutti i fedeli a collegarsi tramite televisione, radio o social network alle celebrazioni rese abitualmente accessibili per chi è malato o nell’impossibilità di recarsi in chiesa.

Nel guardare alla situazione dei nostri territori, i Vescovi manifestano la loro vicinanza alle persone malate e ai loro familiari, agli anziani e alle persone fragili che corrono i rischi più alti dalla diffusione del contagio, ed esprimono gratitudine verso medici, infermieri, personale sanitario, associazioni di volontariato e tutti coloro che in questi giorni, in Toscana come nel resto d’Italia, sono faticosamente impegnati a fronteggiare questa emergenza.

Questo, concludono i Vescovi, sia un tempo più intenso di preghiera e di riscoperta del grande dono della Parola di Dio, che già all’inizio di questo tempo di Quaresima ci è stato raccomandato: “Non di solo pane vive l’uomo…”. L’ascolto attento della Parola aiuterà anche a prendere coscienza che quanto sta accadendo non deve essere considerato un castigo di Dio. A Dio dobbiamo, piuttosto, fare riferimento nella preghiera, per invocarne la presenza accanto agli uomini come fonte di conforto, fiducia, speranza, fraternità. Come cristiani siamo chiamati a dare testimonianza di tutto questo, impegnandoci responsabilmente per il bene comune.

Questo sia anche un tempo di consapevolezza della nostra condizione di creature e di carità: l’emergenza che viviamo deve essere occasione per riflettere sulla precarietà e sulla fragilità della vita umana, e sul destino comune che abbraccia l’umanità. La diffusione della malattia ci dimostra che siamo interdipendenti gli uni dagli altri, e la via di uscita da questa epidemia può essere trovata solo attraverso la collaborazione e la solidarietà di tutti.

Maria, salute dei malati, sia sostegno e conforto in questo difficile frangente; il Signore, fonte di ogni bene, benedica la famiglia umana e allontani da noi ogni male.

9 marzo 2020 I Vescovi delle Chiese della Toscana




Coronavirus: il messaggio del vescovo alla Diocesi

Il vescovo Fausto Tardelli rivolge un messaggio ai fedeli della Chiesa pistoiese per vivere nella fede, con “fortezza nella speranza”, il tempo dell’allerta sanitaria. Un invito a leggere da “cristiani” i disagi, le precauzioni necessarie e le domande suscitate della situazione presente.

Mons. Vescovo ha rilasciato una lunga intervista alla trasmissione “Ora Insieme”, a cura di don Diego Pancaldo. il programma andrà in onda su TVL in replica sabato 7 marzo alle 21.15 e sarà poi disponibile online.

Riprese ed editing video: Daniel Giusti.




Coronavirus, le nuove disposizioni dei vescovi Toscani

A seguito del comunicato stampa della CEI di questa mattina, i vescovi della Toscana hanno indicano alla chiesa locale le misure precauzionali da adottare a seguito del nuovo decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, emanato in data 04/03/2020.

«I Vescovi delle Diocesi della Toscana invitano a ottemperare a quanto la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana ha indicato in data odierna circa la vita liturgica e pastorale delle comunità, a seguito delle misure contenute nel nuovo decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri per arginare il rischio del contagio del coronavirus, le cui norme vanno accolte come contributo al bene comune e alla serena convivenza sociale. Alle luce delle norme governative e delle indicazioni della CEI, mentre prendono atto della “possibilità di celebrare la Santa Messa, come di promuovere gli appuntamenti di preghiera che caratterizzano il tempo della Quaresima”, i Vescovi della Toscana – in una prospettiva prudenziale, in quanto nella regione al momento la situazione sanitaria non sembra presentare quei caratteri di gravità che si riscontrano in altri territori – dispongono, fino a quando rimarrà in vigore il decreto governativo, le seguenti specifiche misure precauzionali, che si aggiungono a quelle indicate nei giorni scorsi, che parroci, operatori pastorali e fedeli sono invitati a rispettare scrupolosamente:

– i riti liturgici siano celebrati attenendosi a quanto specificano le disposizioni governative circa la distanza tra le persone presenti, al fine di evitare l’affollamento, prendendo gli opportuni provvedimenti perché questo sia possibile;

– si ricorda anche che dal precetto di partecipare alla Messa festiva sono dispensati quanti ne siano impediti per grave causa, quale è la malattia e, nella presente circostanza, la condizione degli anziani che possono più facilmente subire la diffusione del virus;

– si sospendano gli incontri di catechesi fin quando rimanga in vigore quanto disposto dal decreto governativo circa la sospensione dell’attività scolastica;

– nelle attività formative, pastorali, caritative o di natura sociale, che si svolgono nelle parrocchie, negli oratori, negli istituti e nelle aggregazioni, si seguano fedelmente le disposizioni del decreto governativo circa le situazioni in cui si verifica il convenire di più persone, evitando gli affollamenti che annullano le dovute distanze tra le persone

– si invita a sospendere la benedizione delle famiglie fino alla cessazione dell’emergenza sanitaria;

– si raccomanda la massima attenzione al rispetto della distanza tra le persone e in genere delle misure igienico-sanitarie descritte nell’allegato al decreto governativo, in particolare in occasione delle Confessioni e della Comunione ai malati;

– anche negli ambienti delle attività pastorali è bene mettere a disposizione le soluzioni idroalcoliche per la pulizia delle mani;

– si invitano le parrocchie, gli istituiti religiosi e le aggregazioni laicali a limitarsi alle attività liturgiche e pastorali ordinarie, rinviando ad altri tempi quelle straordinarie; in ogni caso si ribadisce che dovranno essere attentamente osservate le disposizioni circa le distanze da mantenere fra le persone; in questo contesto si reputa doveroso sospendere anche i pellegrinaggi.

Queste disposizioni si aggiungono a quelle date giorni fa ai parroci delle chiese toscane:

– tenere vuote le acquasantiere;

– omettere il gesto dello scambio della pace nelle celebrazioni liturgiche;

– distribuire la Santa Comunione esclusivamente sulla mano;

– prendere precauzioni durante le Confessioni auricolari e in contesti di contatti personali.

I Vescovi rinnovano la vicinanza a quanti, malati e persone loro prossime, soffrono a causa dell’epidemia, come pure a quanti sono impegnati a contrastarla a livello sanitario o a prendere decisioni per affrontare la situazione nella vita sociale. Smarrimento e paura non devono spingere a una sterile chiusura; questo è il tempo in cui ritrovare motivi di realismo, di fiducia e di speranza, che consentano di affrontare insieme la difficile situazione. I Vescovi rinnovano l’invito alla preghiera, per invocare dalla Misericordia divina il conforto del cuore e la liberazione dal male: «Dio onnipotente e misericordioso, guarda la nostra dolorosa condizione: conforta i tuoi figli e apri i nostri cuori alla speranza, perché sentiamo in mezzo a noi la tua presenza di Padre» (Messale Romano)».

I VESCOVI DELLA TOSCANA




Ceneri: un richiamo alla fragilità che invita alla conversione

La Quaresima è il tempo per accogliere l’offerta d’amore di Dio

«La cenere sul capo significa accogliere la nostra debolezza e la misericordia di Dio». Una fragilità che tutti, in questi giorni di allerta sanitaria associano immediatamente al rischio coronavirus. Un’epidemia che interpella la fede e suscita tante domande: flagello di Dio? Segno dell’ira divina? Certamente no, chiarisce il vescovo nell’omelia per il mercoledì delle Ceneri: «però quello che accade è un appello alla conversione, ci fa capire quanto siamo fragili»; insomma, un dramma globale che ricorda «quanto siamo ancora impotenti di fronte al male. Non possiamo presumere, noi uomini, di poter far tutto».

La Quaresima al tempo del coronavirus suggerisce anche un altro pensiero: «quanto cioè, – prosegue monsignor Tardelli- sia importante nel mondo stringersi insieme, accogliersi, perché la soluzione del problema è globale. Quanto sia importante unirsi per affrontare insieme i mali della vita, stringersi aldilà dei confini e delle divisioni». Forse sentirsi popolo è più facile nei momenti di crisi. Non a caso il libro dell’Esodo consegna l’esperienza di un’etnia che diventa popolo nella fuga e nella prova come paradigma tradizionale della nostra Quaresima.

Eppure i quaranta giorni che preparano alla Pasqua non sono principalmente tempo di afflizione e musi lunghi, ma di riscoperta dell’amore di Dio. In questo tempo – ricorda il vescovo – «c’è un appello forte, ma un appello pieno di amore, con cui il Signore chiama a conversione offrendoci il suo amore. Ci prende per mano, invita a rinnovare i nostri pensieri e comportamenti». «Ogni cammino di conversione – prosegue – non può che nascere dal lasciarsi coinvolgere da questo amore».

red.

Il cammino verso Pasqua insieme al vescovo prosegue con i seguenti appuntamenti

 




“Coronavirus”, le indicazioni dei Vescovi Toscani e le note di mons. Tardelli

Riportiamo integralmente la nota dei vescovi Toscani relativa all’attuale situazione sanitaria dovuta alla diffusione del virus Covid – 19 e le note aggiuntive del nostro vescovo Fausto.

«Preso atto degli orientamenti della Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana, sentite anche le Autorità civili, i Vescovi delle Diocesi della Toscana dispongono che, in considerazione dell’attuale situazione sanitaria nella regione, nelle chiese ci si attenga ai seguenti comportamenti:

– tenere vuote le acquasantiere;

– omettere il gesto dello scambio della pace nelle celebrazioni liturgiche;

– distribuire la Santa Comunione esclusivamente sulla mano;

– prendere precauzioni durante le Confessioni auricolari e in contesti di contatti personali.

I sacerdoti spieghino ai fedeli che si tratta di doverose misure precauzionali, da attuare per il bene della società. Non si ritiene al momento di dover prendere altri provvedimenti che possano limitare la vita pastorale, raccomandando di seguire al riguardo quanto disposto dalle Autorità civili per la vita sociale in genere. Queste disposizioni valgono fino a nuova comunicazione.

I Vescovi esprimono la loro vicinanza a quanti, malati e persone loro prossime, soffrono a causa dell’epidemia, come pure a quanti sono impegnati a contrastarla sul piano sanitario o a prendere decisioni per affrontare la situazione nella vita sociale. Invitano tutti alla preghiera per invocare dalla misericordia divina il conforto del cuore e la liberazione dal male».

Alle disposizioni comuni dei vescovi toscani mons. Tardelli, vescovo di Pistoia, ha aggiunto ulteriori indicazioni alla quali  attenersi:

  1. Al momento attuale non si prevede la celebrazione della Eucaristia a porte chiuse, né la sospensione del catechismo. Gli assembramenti di persone però possono essere rischiosi e quindi occorre limitarli. La situazione è comunque in evoluzione e nel caso il contagio si diffondesse, dovremmo passare a misure più drastiche.
  2. Invito i parroci, durante la settimana, autorizzandola per le ferie di Quaresima, a celebrare la S. Messa “PER QUALUNQUE NECESSITA” che si trova nel Messale Romano nella sezione “Messe per diverse necessità”
  3. Si preghi e si inviti a pregare per la cessazione del male e per i malati, i loro familiari e le autorità preposte alla salute pubblica

Di seguito alcune intenzioni  da aggiungersi alla preghiera dei fedeli:

  1. Dio onnipotente e misericordioso, allontana da noi il pericolo che ci sovrasta; sostienici nella lotta contro il male che minaccia la nostra salute e opera tu, laddove la nostra impotenza di uomini non riesce ad arrivare; aiutaci infine a far si che anche questa emergenza, divenga motivo di conversione e rinnovamento interiore, di accresciuta carità e di nuova speranza per tutta l’umanità. Noi ti preghiamo.
  2. Guarda Signore anche tutti i malati e i sofferenti: fa che sentano il tuo conforto e sostieni i familiari col tuo amore. Chiunque è toccato dal male esperimenti il conforto della fraternità e la consolazione della speranza. Noi ti preghiamo
  3. Ti preghiamo infine per tutto il personale sanitario, esposto al pericolo e dedito generosamente al bene comune. Tutta la società li sostenga perché non venga meno il coraggio e la voglia di combattere il male. Sii vicino anche a tutte le autorità civili preposte alla salute pubblica perché operino con coscienza e autentico senso di responsabilità.



La strada verso la Pasqua. Gli appuntamenti per la Quaresima

Come ogni anno torna il tempo liturgico della Quaresima, tempo di conversione e di grazia.
Daremo inizio a questo nostro cammino Mercoledì 26 febbraio con il segno semplice ed austero dell’imposizione delle ceneri: questo rito non è una pura formalità né un gesto statico che con la sua inequivocabile eloquenza ci tiene fermi a riflettere sul nostro essere vani, come la polvere o la cenere, appunto. È un atto che esprime la dinamicità del cammino che la chiesa ogni anno ci propone per andare incontro, per ritus et preces (attraverso i riti e le preghiere), al Signore che si rivela a noi uomini del nostro tempo, ancora una volta come l’Amore senza limiti e che ci fa entrare ancora una volta nel mistero della fede, nella storia salvezza.

La strada verso la Pasqua, non è un cammino facile: bisogna prendere bene le curve, e proprio la Parola di Dio che la liturgia offre alla nostra meditazione, ci dà le coordinate per cambiare direzione rispetto alle abitudini in cui siamo spesso invischiati, le nostre amate e coccolate schiavitù.

Per percorrere bene questo cammino è allora necessario liberarsi dei bagagli ingombranti che ci impediscono di tenere un buon passo “evangelico”: il peso del peccato, il peso delle passioni, il denaro, l’attaccamento ai beni che ci rende sordi agli appelli del vangelo. Ma la strada che si apre davanti a noi, la strada del Vangelo ha tre corsie: elemosina, preghiera e digiuno, come ci ricorda l’evangelista Matteo nel brano che la liturgia ci presenta nella celebrazione delle Ceneri (Mt 6,1-18). In una parola: «svuotare», vale a dire: liberarsi, eliminare tutto ciò che appesantisce la vita nello Spirito!
Alessio Bartolini, ufficio liturgico diocesano

CELEBRAZIONI QUARESIMALI CON IL VESCOVO

Cattedrale di San Zeno
Mercoledì 26 febbraio ore 9.30
Santa messa con rito dell’imposizione delle Ceneri

Chiesa di San Paolo
Venerdì 6/13/27 marzo – 3 aprile ore 21.00
Messe Stazionali nei venerdì di Quaresima

dalla Chiesa di Sant’Andrea alla Chiesa di San Paolo
24 ore per il Signore – venerdì 20 marzo ore 21.00
Via Crucis cittadina. A seguire adorazione eucaristica e confessioni




Giovani, economia e spiritualità

Un laboratorio di sogni per un mondo migliore

Mobilitazione anche nella Chiesa toscana in vista dell’appuntamento mondiale, convocato da papa Francesco ad Assisi dal 26 al 28 marzo, per scrivere il patto di un nuovo sviluppo con il contributo dei giovani economisti. Un cantiere di sogni per un mondo migliore è il titolo di cinque incontri promossi dai Ricostruttori in collaborazione con le diocesi di Pistoia, Firenze, Prato e Lucca per sviluppare il confronto a livello locale con i giovani dell’associazionismo, con imprenditori e cittadini.

Il tavolo di confronto pistoiese prevede l’intervento di monsignor Fausto Tardelli, di Selma Ferrali, responsabile dell’ufficio pastorale sociale della diocesi, di Guidalberto Bormolini, monaco e coordinatore del Festival economia e spiritualità, e di Giulio Vannucci, giovane religioso. All’incontro interviene anche Giandonato Salvia, giovane economista e componente della Commissione che organizza l’appuntamento di Assisi, protagonista di una nuova frontiera della carità, quella elettronica. Ha infatti inventato Tucum, una app per dispositivi mobili che permette di redistribuire microdonazioni – da un minimo di 20 centesimi fino a 10 euro – per l’acquisto di prodotti di prima necessità in favore di chi ne ha bisogno. L’appuntamento è per sabato 29 febbraio, dalle 9.30 alle 13, nel seminario vescovile di Pistoia (via Puccini, 36) .

«Papa Francesco ha così tanta fiducia nei giovani che nel 2018 ha indetto un Sinodo su di loro definendoli l’adesso di Dio – afferma Giandonato Salvia – Oggi ha scelto nuovamente i giovani per dare un’anima all’economia di domani e fare con loro un patto. Il valore di “Economy of Francesco” è indicibile: apertura all’altro, cura del creato, attenzione agli ultimi, servizio e senso di responsabilità intergenerazionale. Tutti saremo coinvolti in questo – prosegue l’economista – soprattutto le comunità locali che avranno il delicato compito di sostenere e accompagnare i giovani impegnati in prima persona durante e dopo l’evento. Alimentare e custodire la luce di Assisi: questo il patto che i giovani firmeranno con la società ad Economy of Francesco».

Per informazioni www.iricostruttori.org | Per iscrizioni: economiaespiritualita@iricostruttori.org

 




Vescovo Tardelli: una nuova “Vita” per il cammino della Diocesi

La nota del vescovo che illustra alla chiesa di Pistoia il prossimo rilancio del settimanale

Col primo di Marzo prossimo, il nostro Settimanale diocesano “La Vita”, avrà un rilancio per essere sempre di più, strumento efficace di informazione e di formazione, di comunione e di testimonianza cristiana nei nostri territori. Un servizio che il settimanale ha portato avanti con determinazione lungo questi anni e che ora vede una nuova fase che chiede l’impegno di tutti e una responsabile accoglienza da parte dei singoli, come delle comunità parrocchiali, delle case religiose e delle aggregazioni ecclesiali.

Il nostro settimanale può tentare questa nuova avventura perchè viene sostenuto e incoraggiato dal quotidiano cattolico “Avvenire”, giornale credo conosciuto da tutti per la sua qualità e la sua autorevolezza nel panorama della comunicazione a mezzo stampa in Italia. Dal primo di Marzo infatti, “La Vita”, voce della chiesa pistoiese, sarà distribuito insieme ad “Avvenire”, voce della Chiesa in Italia. Ciò sarà senz’altro motivo di grande arricchimento e di qualificazione sia della informazione in genere che dello stesso nostro settimanale.

Ci apprestiamo tra l’altro come chiesa diocesana a celebrare il primo Sinodo dopo il Concilio Vaticano II. Già siamo in cammino per prepararlo e fare in modo che sia veramente espressione di una chiesa in ascolto della Parola, al servizio degli uomini per la testimonianza del Vangelo. Nello stesso tempo ci predisponiamo a vivere l’anno santo Iacobeo, il 2021, che ci permetterà di confrontarci con l’esempio dell’apostolo Giacomo. Tutto questo necessita anche di una buona comunicazione e il settimanale diocesano unito ad “Avvenire”, ci permetterà di camminare tutti insieme sulla stessa strada.

Vorrei dunque che si comprendesse l’importanza di questo mezzo di comunicazione e si sentisse il bisogno di utilizzarlo, da una parte all’altra della diocesi, perché cresca la comunione nella condivisione delle esperienze e della vita delle varie comunità; si qualifichi la formazione in particolare dei laici attraverso i suggerimenti che vengono dalle pagine del settimanale; si offra infine una voce nuova e cattolica all’interno dei vari territori che compongono la diocesi di Pistoia.

Il mio pressante invito dunque è che “La Vita” con “Avvenire”, si diffonda capillarmente in tutto il territorio diocesano; mi auguro che siamo molti gli abbonati e moltissimi coloro che lo acquistano nelle chiese parrocchiali o anche nelle edicole. Facciamo uno sforzo in questo senso, senza lasciarsi prendere dal pessimismo o da quello scetticismo che è perdita di speranza.

Chiedo inoltre che ci si renda disponibili anche a collaborare fattivamente per la redazione del settimanale, la raccolta delle notizie dai vari territori e la diffusione nelle parrocchie.

Affido questo nuova impresa con molta fiducia alla materna intercessione di Maria Santissima, a Colei che ha diffuso nel mondo la più bella notizia di tutti tempi: Cristo Signore.

Pistoia 11 febbraio 2020, memoria della B. Vergine di Lourdes

+ Fausto Tardelli, vescovo




La “locanda” del buon samaritano

Il tema e il programma diocesano per la prossima giornata mondiale del malato

Nella XXVIII Giornata Mondiale del malato, che celebreremo come chiesa diocesana il 9 febbraio p.v., il Papa ci esorta a riflettere, a meditare e a pregare sull’invito di Gesù: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro» (Mt 11,28).

In una lettera alla sorella Maria, in data 28 aprile 1873, Bernadette Soubirous scriveva: «Nostro Signore è molto buono; ho avuto la gioia di riceverlo per tutto il tempo della mia malattia tre volte a settimana nel mio povero e indegno cuore. La croce diventava più leggera e le sofferenze dolci quando pensavo che avrei ricevuto la visita di Gesù e l’ immenso favore di possederlo nel mio cuore. Lui, che viene a soffrire con quelli che soffrono, a piangere con quelli che piangono. Dove trovare un amico che sappia compatire e allo stesso tempo addolcire i nostri dolori come Gesù?».

Lo sottolinea anche il Papa nel suo messaggio: «Perché Gesù Cristo nutre questi sentimenti di tenerezza e di misericordia verso i sofferenti? Perché egli stesso si è fatto debole, sperimentando l’umana sofferenza e ricevendo a sua volta ristoro dal Padre. Infatti, solo chi fa in prima persona questa esperienza saprà essere di conforto per l’altro».

La Giornata Mondiale del Malato vuole risvegliare ogni anno la nostra sensibilità verso il Vangelo della sofferenza. Come Chiesa siamo chiamati a diventare sempre più e sempre meglio la “locanda” del Buon Samaritano che è Cristo, cioè «la casa dove i “feriti” della vita possano trovare la sua grazia che si esprime nella familiarità, nell’accoglienza, nel sollievo».

Domenica 9 febbraio alle ore 15.30 ci ritroveremo nella Chiesa madre, la Cattedrale di San Zeno, convocati da Cristo, “Il Buon Samaritano” per accogliere il suo insegnamento: «Imparate da me che sono mite e umile di cuore e troverete ristoro per la vostra vita» (Mt 11,29).

Alla celebrazione eucaristica, presieduta dal  vescovo Tardelli e partecipata dalle diverse associazioni di volontariato, seguirà come di consueto la processione mariana che si concluderà alla Chiesa della Madonna del Letto.

L’11 febbraio alle ore 12, il vescovo Fausto sarà presente all’ospedale San Iacopo per incontrare operatori sanitari, medici, infermieri, personale sanitario e amministrativo, ausiliari. A ognuno di loro consegnerà il messaggio del Papa per la XXVIII Giornata del malato. Nel pomeriggio, alle ore 15.30, sua eccellenza presiederà la celebrazione eucaristica, affidando alla Vergine Maria, Salute dei malati, tutte le persone che stanno portando il peso della malattia, insieme ai loro familiari, come pure tutti gli operatori sanitari.

Invitiamo a celebrare la Giornata Mondiale del Malato guardando a Cristo che «si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori» (Is 52,4) ma che ci ripete: «Venite a me!».

 Padre Natale Re, cappellania ospedaliera di Pistoia




Appuntamento in cattedrale per la Candelora

Domenica 2 febbraio si celebrano in cattedrale gli anniversari di professione religiosa e il rito dell’ammissione agli ordini sacri per due seminaristi della Diocesi.

Domenica 2 febbraio ricorre la festa della Presentazione al tempio di Gesù, detta Candelora. In questo giorno la liturgia propone le parole di Simeone che indicano Gesù «luce per illuminare le genti» (Lc 2,32) e vive la suggestione della benedizione delle candele.

Mons. vescovo celebrerà la santa messa della festa alle ore 18 in Cattedrale. Il 2 febbraio la Chiesa Cattolica festeggia anche la Giornata mondiale per la vita consacrata; durante la messa, infatti, saranno celebrati gli anniversari di professione religiosa dei consacrati e delle consacrate della nostra diocesi, mentre i seminaristi Andrea Torrigiani e Alessio Biagioni saranno ammessi agli ordini sacri. Un’occasione in più per partecipare alla solenne liturgia in Cattedrale. Con il rito dell’ammissione la chiesa riconosce una sufficiente maturazione nel cammino vocazionale di un seminarista. La Chiesa, infatti, ne accoglie l’offerta di sé, lo sceglie e lo chiama, perché si prepari a ricevere in futuro l’Ordine Sacro.

Parteciperanno alla messa anche circa 80 pellegrini della Confraternita di San Giacomo Apostolo di Perugia che percorreranno a piedi il “cammino di San Jacopo” che porta da Lucca a Pistoia. Il loro pellegrinaggio inizia il 1 febbraio da Lucca con la benedizione del vescovo Giulietti, dal 1996 assistente spirituale della Confraternita, prevede quindi una sosta a Pescia dove li attenderà per un saluto mons. Roberto Filippini. I pellegrini arriveranno  a Pistoia nel pomeriggio del 2 febbraio, in tempo per la santa messa in cattedrale presieduta dal vescovo Tardelli. Qui, secondo un’antica tradizione, al termine della celebrazione eucaristica, riceveranno la benedizione del vescovo e la “jacopea”: l’attestato che certifica l’avvenuto pellegrinaggio a Pistoia per la venerazione della reliquia del santo apostolo Giacomo.