Quaresima, tempo di conversione. Il messaggio del vescovo Tardelli

«Convertitevi e credete al Vangelo!».

Con questo invito pressante del Signore inizia la Quaresima. L’austero rito dell’imposizione delle ceneri accompagnato dalle parole del Vangelo, ci fa capire che il tempo speciale della Quaresima chiede impegno, ascolto attento della parola di Dio perchè risuoni feconda nella nostra vita, disponibilità a lasciarsi cambiare il cuore e occhi vigili per accorgersi delle persone che ci stanno accanto.

“Convertirsi” infatti dice innanzitutto apertura all’azione di Dio in noi; significa lasciarsi interrogare in profondità su ciò che stiamo facendo ma ancor più su ciò che siamo per davvero e su quanto l’amore impasti realmente la nostra vita; è non aver paura che la luce penetri nelle nostre interiori zone d’ombra dove il compromesso col male si fa abitudine.

Non vuol dire però tormentarsi l’anima e guastarsi la gioia del vivere, tutt’altro:

convertirsi è soprattutto scoprire di essere amati per come siamo e sentirsi spronati a vivere come uomini nuovi da Colui che ci rimprovera solo con il troppo amore con cui ci ama. La conversione non nega la vita: la fa piuttosto fiorire, perché la libera dalle catene dei nostri vizi.

Così la Quaresima diventa per tutti noi e per la famiglia riunita in preghiera, tempo speciale dove s’impara ad aiutarci nella conversione, riconoscendoci tutti in cammino, bisognosi di perdono reciproco, ma tutti accolti dalle braccia aperte di Cristo sulla croce.

La Quaresima prepara in questo modo la Pasqua quando potremo cantare a squarciagola l’alleluia del Risorto.

+ Fausto Tardelli,vescovo


Anche quest’anno il tempo di preparazione alla Pasqua sarà scandito dalle stazioni quaresimali guidate dal vescovo Fausto Tardelli. Le liturgie stazionali percorreranno le strade del centro storico cittadino di Pistoia muovendosi processionalmente da una chiesa all’altra, manifestando anche pubblicamente, il percorso penitenziale di preghiera e ascolto della chiesa pistoiese.

Pubblichiamo di seguito il programma delle Stazioni, arricchito, anche quest’anno, dalle 24 ore per il Signore, una giornata di adorazione eucaristica e disponibilità per le confessioni che sta diventando tradizione.

Mercoledì 6 marzo ore 9,30
Le Ceneri – In Cattedrale: Messa presieduta dal Vescovo

Venerdì 15 marzo ore 21
Processione dal Battistero
Messa nella Chiesa di San Giovanni Fuorcivitas

Venerdì 22 marzo ore 21
Processione dalla Madonna del Soccorso
Messa nella Chiesa di San Bartolomeo

Venerdì 29 marzo
Chiesa di San Paolo
24 Ore per il Signore
ore 18: Adorazione Eucaristica
ore 21: Messa e Confessioni

Venerdì 5 aprile ore 21
Processione dalla Chiesa della Misericodia
Messa nella Chiesa di San Paolo

Venerdì 12 aprile ore 21
Processione dalla Chiesa del Carmine
Messa nella Chiesa di Sant’Andrea

Sabato 13 aprile ore 17,30
Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola
Benedizione dell’ulivo e processione verso la Cattedrale
ore 18,00: Messa




Orientarsi nel mondo digitale e nel discernimento vocazionale

Mercoledì 13 marzo un incontro a cura dell’Ufficio di Pastorale Giovanile e della comunità del seminario diocesano

Prosegue il cammino proposto dall’ufficio diocesano di pastorale giovanile dal titolo “Camminava con loro”. Dopo due serate dedicate al tema del lavoro e dell’affettività in collaborazione con Policoro e ufficio per la pastorale con la famiglia, il tempo della Quaresima è lasciato all’iniziativa e alla creatività delle singole parrocchie o gruppi giovanili. La pastorale giovanile diocesana renderà disponibile, infatti, un sussidio per accompagnare e/o suggerire il lavoro con i giovani.

Cosa sarà possibile trovare nel sussidio?

Il recente Sinodo dei vescovi dedicato ai giovani ha posto all’attenzione della chiesa l’importanza di coltivare un discernimento “vocazionale”, di pensare cioè l’esperienza di fede dentro un cammino di attenta e progressiva consapevolezza della propria identità e della propria missione nella chiesa e nel mondo. Chi sono? Cosa sono chiamato a fare della mia vita?
Tra le tante “frequenze” che ronzano negli orecchi dei giovani queste domande chiedono di essere prese in seria considerazione. Ascolto e accompagnamento dovrebbero entrare sempre più dentro l’azione di laici e parroci impegnati nella pastorale, facendo attenzione a consolidare percorsi condivisi tra pastorale giovanile e vocazionale, per non disperdere le forze e integrare i diversi aspetti dell’esistenza di un giovane. «In un mondo frammentato che produce dispersione e moltiplica le appartenenze – ricorda il documento finale del sinodo – i giovani hanno bisogno di essere aiutati a unificare la vita, leggendo in profondità le esperienze quotidiane e facendo discernimento».

Discernimento vocazionale e ambiente digitale

L’equipe di pastorale giovanile diocesana ha dunque pensato di offrire all’attenzione di tutti i gruppi giovani della diocesi un piccolo sussidio per due o più incontri di riflessione e preghiera dedicati a due punti centrali emersi dal sinodo: una proposta di taglio più vocazionale, dedicata a comprendere la chiamata che il Signore rivolge a ogni credente; una seconda dedicata ad una delle sfide più urgenti indicate dallo stesso sinodo, cioè la missione nell’ambiente digitale. «Giovani cristiani, nativi digitali come i loro coetanei, – afferma il documento finale – trovano qui una autentica missione, in cui alcuni sono già impegnati. Sono peraltro gli stessi giovani a chiedere di essere accompagnati in un discernimento sulle modalità mature di vita in un ambiente oggi fortemente digitalizzato che permetta di cogliere le opportunità scongiurando i rischi».

Entrambe le proposte sono state elaborate dalla comunità del Seminario diocesano. La comunità del Seminario si rende disponibile a realizzarle in parrocchia o in un incontro di vicariato. Il sussidio, tuttavia, permetterà alle diverse realtà diocesane di organizzare in autonomia e con una certa possibilità di adattamento le diverse proposte.

Come saperne di più?

Il sussidio sarà illustrato dalla comunità del Seminario mercoledì 13 marzo presso il Seminario diocesano di via Puccini (aula polivalente) alle ore 21.00. Un appuntamento da non perdere!




Alzheimer: a Montecatini Terme il decimo congresso nazionale sui centri diurni

Un importante evento promosso dalla Fondazione CARIPT. Il Congresso nasce dall’impegno all’avanguardia del Centro Diurno di Monteoliveto gestito dalla Fondazione Sant’Atto

Nel segno della prevenzione, il Teatro Verdi di Montecatini Terme ospiterà l’1 e 2 marzo il decimo congresso nazionale sui Centri Diurni Alzheimer, promosso come sempre dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia con la collaborazione scientifica dell’Unità di ricerca in Medicina dell’Invecchiamento dell’Università di Firenze.

È un appuntamento ormai tradizionale per gli specialisti italiani chiamati a presentare le ultime novità in tema di ricerca, terapie e assistenza, mentre continua ad aggravarsi il peso della malattia che in Italia colpisce ormai 2,5 milioni di persone, circa 70 mila in Toscana e poco meno di 7 mila nella provincia di Pistoia. Considerate le famiglie e i caregiver questi numeri vanno moltiplicati almeno per 5.

«L’Alzheimer -ricorda il presidente del congresso, l’eminente geriatra professor Giulio Masotti- è un flagello assai peggiore di Tbc e Aids. Condanna a lunghi anni di sofferenza sia il malato che i familiari, comportando spesso troppi sacrifici economici che non possono neppure permettersi. Per di più in Italia è già la terza causa di morte. Non essendoci ancora cure efficaci, ecco perché insistiamo sulla prevenzione».
Prevenzione, ossia stile di vita sano fatto di appropriata alimentazione, attività fisica e intellettuale, nonché quel tanto di rapporti sociali che mantengano vivo il mondo relazionale. In trent’anni l’incidenza della demenza è ridotta di circa il 50%. La medicina riesce comunque a frenare il decorso della malattia, ma la degenerazione delle cellule cerebrali finisce per cancellare memoria e identità.
«Rimane comunque importante la qualità dell’assistenza e in questo la rete dei Centri Diurni, per quanto insufficiente, è un sollievo essenziale per i malati e le loro famiglie. Questi Centri offrono il supporto di validi operatori, ma per sottrarre i pazienti alle loro vuote giornate ci vorrebbe anche il concorso volontario di persone che li facciano parlare, cantare, disegnare, ballare. Persone che portino una ventata di vitalità dentro le strutture assistenziali: la visita di una scolaresca, di un artista, di un musicista o anche un prete a dir messa. Tutto può essere utile per aiutare questi malati a gustare ancora la vita».

«Congresso e Centro Diurno di Monteoliveto sono due dei fiori all’occhiello della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia» dice il presidente dottor Luca Iozzelli. «Sono entrambi tra i progetti di cui siamo più orgogliosi -aggiunge-. Il congresso è una delle principali iniziative scientifiche del settore e la partecipazione dei massimi specialisti italiani e internazionali dà a Pistoia lustro particolare. Come noto la nostra Fondazione investe molto nel sociale che, in media, assorbe oltre un terzo delle nostre erogazioni. Rispondiamo così a esigenze molto sentite. Con la consulenza scientifica dell’Università di Firenze abbiamo inoltre finanziato varie attività sperimentali. Un rapporto proficuo che intendiamo continuare».
L’iscrizione al Convegno è gratuita e aperta a tutti.

(comunicato fondazione CARIPT)




Un incontro di approfondimento sul “decreto sicurezza”

La diocesi, con la Caritas diocesana, propone un tavolo di confronto dove istituzioni, chiesa e mondo della cooperazione e del volontariato si interrogheranno sui problemi e proporranno delle soluzioni operative sul futuro del sistema di accoglienza.

PISTOIA – Quali sono gli elementi innovativi del “decreto sicurezza”? Come cambia il sistema dell’accoglienza? Quali conseguenze e quali risposte potranno essere date dal mondo dell’associazionismo e del volontariato? Quali conseguenze avrà sul territorio e quale potrà essere il ruolo della Chiesa?

A queste e altre domande verrà data risposta all’incontro “Dopo il Decreto Sicurezza”, come cambia il sistema di accoglienza con la Legge 132/2018, che avrà luogo sabato 2 marzo alle ore 10 presso sala conferenza del convento San Domenico, Piazza San Domenico 1, a Pistoia.

L’incontro, promosso dalla diocesi di Pistoia, da Caritas e dall’ufficio Migrantes, è un’occasione di riflessione importante per le realtà impegnate nel complesso sistema di accoglienza, per fare luce sulle dinamiche e sugli effetti scaturiti dall’approvazione della legge 132/2018 – il cd “Decreto Sicurezza” – che modifica in maniera sostanziale le attuali procedure legate all’accoglienza dei migranti.

Aprirà la mattinata di lavori Francesca Biondi Dal Monte, ricercatrice della Scuola Superiore Sant’Anna, che spiegherà le principali novità e conseguenze introdotte dalla decreto. A seguire avrà luogo un tavolo di confronto operativo a cui prenderanno parte il vescovo Tardelli; Vittorio Bugli, assessore regionale con delega all’immigrazione, rappresentanti della Caritas diocesana, del mondo associativo e del volontariato che si occupa di accoglienza e di supporto ai servizi di integrazione dei migranti.

L’incontro sarà moderato da Luigi Vicinanza, direttore del quotidiano “il Tirreno” che sarà anche media partner dell’evento.

(comunicato ucs)

Locandina (pdf)

Comunicato Stampa (.doc)




La Fondazione Caript a sostegno della Caritas

Anche per quest’anno confermato il contributo per sostenere gli interventi di lotta alla marginalità

PISTOIA – Si rinnova l’impegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia per la lotta alla marginalità e per il sostegno alle opere di carità. Anche per l’annualità 2018/2019, come già nelle annualità 2016/17 e 2017/18, è stato confermato il contributo di 200.000 euro in favore della Caritas di Pistoia per il sostegno delle situazioni di difficoltà che emergono dai centri di ascolto del territorio.

Con il contributo 2018 sono stati possibili 1782 interventi, con un bacino d’utenza di oltre 3.000 persone, che hanno riguardato il sostegno al pagamento delle utenze e di interventi sanitari (pagamento ticket visite mediche e farmaci).

«Il generoso contributo della Fondazione Crpt alla Caritas è un segno molto importante nella lotta alla marginalità e alla povertà – dichiara mons. TardelliVoglio ringraziare di cuore la Fondazione Crpt per la costante vicinanza alle opere diocesane volte ad alleviare il disagio, oggi più che mai avvertito, di molte famiglie e di tante persone che ogni giorno si avvicinano alla rete dei centri di ascolto caritas».

Marcello Suppressa, direttore Caritas, afferma: «I dati sugli interventi effettuati ci dicono che siamo ancora all’interno di una grande crisi che attanaglia i nostri territori e che sembra non trovare vie di uscita, almeno a breve termine. Siamo consapevoli che i nostri interventi, anche grazie al prezioso contributo della Fondazione Caript, sono importanti, necessari ma spesso non risolutivi a superare le condizione di indigenza in cui versano interi nuclei familiari perchè è solo attraverso una sana ripresa del lavoro che possiamo rendere dignità e autonomia. Questo scenario sociale tende ad invalidare molte persone, condannate ad una forte precarietà che può diventare permanente ed a una vulnerabilità continua in assenza di un mercato del lavoro organizzato, funzionale e orientato anche alle politiche attive».

(comunicato ucs)




Incontro a Cristo nel sofferente

Le celebrazioni in Cattedrale e all’ospedale san Jacopo di Pistoia per giornata mondiale del malato

L’11 febbraio abbiamo celebrato la XXVII Giornata Mondiale del malato: «un momento forte di preghiera, di condivisione, di offerta della sofferenza per il bene della Chiesa e di richiamo per tutti a riconoscere nel volto del fratello infermo il Santo Volto di Cristo che, soffrendo, morendo e risorgendo ha operato la salvezza dell’umanità» (Lettera istitutiva della Giornata Mondiale del Malato, 13 maggio 1992, n. 3).

Domenica 10 ci siamo ritrovati in Cattedrale per la solenne celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Tardelli, cui hanno partecipato in modo particolare i malati e i volontari delle diverse associazioni presenti in diocesi; è stato un momento di comunione ecclesiale, di condivisione e di sensibilizzazione al mondo della sofferenza. La consueta processione alla chiesa di S. Maria delle Grazie o del Letto ha concluso la celebrazione.

Lunedì 11 febbraio, memoria liturgica delle apparizioni della Vergine a Lourdes, si è tenuta una speciale celebrazione all’Ospedale San Jacopo, con una significativa e commovente breve Processione Eucaristica presso un reparto dell’Ospedale.

La partecipazione dei fedeli è stata considerevole: presenti in particolare i volontari della Cappellania dell’Ospedale i quali nel silenzio svolgono assiduamente il loro servizio di vicinanza accanto ai malati. Scrive a questo proposito il Papa nel suo messaggio per la giornata mondiale del malato 2019: «i volontari vivono in modo eloquente la spiritualità del Buon Samaritano (…) vi esorto a continuare ad essere segno della presenza della chiesa nel mondo secolarizzato». Il volontario ospedaliero è una presenza importante che, anche da una semplice prospettiva umana, si presenta come un amico disinteressato a cui si possono confidare pensieri ed emozioni.

La Giornata mondiale del malato di quest’anno è stata vissuta alla luce della parola evangelica: «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10, 8). Siamo dunque esortati da Papa Francesco a «promuovere la cultura della gratuità e del dono, indispensabile per superare la cultura del profitto e dello scarto». I volontari della Cappellania di San Jacopo sono grati alla Direzione dell’Ospedale per la stima e l’apprezzamento nei loro confronti. «La salute – afferma infatti il papa nel suo messaggio – è relazionale, dipende dall’interazione con gli altri e ha bisogno di fiducia, amicizia e solidarietà, è un bene che può essere goduto in pieno solo se condiviso». L’Ospedale di Pistoia può ritenersi fortunato per l’attenzione che la comunità diocesana ha per chi vi lavora o è accolto come paziente.
Ci auguriamo che la cura dei malati sia sempre effettuata con professionalità e tenerezza, sostenuta da gesti gratuiti, immediati e semplici come la carezza.

Padre Natale Re




A dieci anni dalla morte di Eluana

di Samuel Pisani

Eluana Englaro era una giovane donna di Lecco che aveva da poco compiuto ventuno anni, e che a seguito di un incidente stradale avvenuto il 18 gennaio 1992 ha vissuto per diciassette anni in stato vegetativo.

Respirava spontaneamente e regolarmente, la funzione cardiaca, quella digestiva e le altre attività organiche erano intatte, gli occhi potevano rimanere aperti, le pupille reagivano, persistevano i riflessi del tronco e spinali, ma non vi era alcun segno di attività psichica e di partecipazione all’ambiente e le uniche risposte motorie riflesse consistevano in una ridistribuzione del tono muscolare. Eluana, contrariamente a quanto talora si è letto sui giornali, non aveva affatto l’ “elettroencefalogramma piatto”, non era attaccata a nessuna “spina” e non necessitava di macchinari. Eluana giaceva nel letto di un istituto religioso di Lecco, detto delle “Misericordine”, e poteva stare per qualche tempo seduta in poltrona. Eluana non era una malata in coma, né si trovava in fase “terminale”. Non avendo la possibilità di deglutire, era nutrita mediante un sondino naso-gastrico.

La situazione giudiziaria ha inizio quando nel 1999, il padre e tutore Beppino Englaro, decise di ricorrere alla magistratura per chiedere la sospensione dell’idratazione e dell’alimentazione artificiale attuata nei confronti della figlia Eluana, accompagnando a sostegno della richiesta molteplici deposizioni di amiche della figlia volte a dimostrare l’incompatibilità dello stato in cui versava e del “trattamento di sostegno forzato” che le consentiva “artificialmente” di sopravvivere con le sue precedenti idee e principi sulla vita e sulla dignità individuale.

A partire da qui infatti, il numero delle decisioni divenne proficuo. Ne sono derivate tre diverse vicende giudiziarie, che hanno investito, in primo grado il Tribunale di Lecco, in secondo grado la Corte di Appello di Milano, in terzo grado la Corte di Cassazione, per un totale di ben nove decisioni (primo procedimento: Lecco 2 Marzo 1999, Milano 31 dicembre 1999; secondo procedimento: Lecco, 20 luglio 2002, Milano 17 ottobre 2003, Cassazione 20 aprile 2005; poi ancora un terzo processo: Lecco 2 febbraio 2006, Milano 16 dicembre 2006, Cassazione 16 ottobre 2007 e infine, in sede di rinvio: Corte d’Appello di Milano 9 luglio 2008 che autorizza il padre Beppino Englaro, in qualità di tutore, ad interrompere il “trattamento di idratazione ed alimentazione forzata” che manteneva in vita la figlia Eluana per «mancanza della benché minima possibilità di un qualche, sia pure flebile, recupero della coscienza e di ritorno ad una percezione del mondo esterno».

Così i giornali del 10 luglio: sentenza su Eluana: “stop all’alimentazione”. Il Vaticano: “è eutanasia”, è il titolo del Corriere della Sera; I giudici: “Ora Eluana può morire”. La Chiesa: “E’ eutanasia”, la Repubblica, in prima pagina; e poi, “Sia fatta la volontà di Eluana”, il titolo con la foto della ragazza lecchese, in apertura sull’ormai estinto quotidiano L’Unità.

Il 31 Luglio 2008 la Procura Generale di Milano decide di ricorrere in cassazione contro il decreto della Corte d’Appello di Milano.

Lo stesso giorno la Camera dei Deputati, seguita, l’indomani, dal Senato, decide di sollevare davanti alla Corte Costituzionale il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato contro la sentenza della Corte di Cassazione del 16 ottobre 2007, lamentando una sostanziale invasione del campo, uno sconfinamento, da parte della Suprema Corte e dei giudici di Milano, nel potere legislativo che spetta al Parlamento.

L’8 ottobre la Corte Costituzionale, con l’ordinanza 334 del 2008, dichiara inammissibili i ricorsi presentati da Camera e Senato.

Passa poco più di un mese e, l’11 novembre 2008, il sostituto procuratore generale della Cassazione, Domenico Iannelli, sostiene la non ammissibilità del ricorso della Procura Generale di Milano, perché: «non è intervenuto a tutela di un interesse pubblico, ma a proposito di “una situazione oggettiva individuale”, non di pertinenza della procura generale». Secondo Iannelli, insomma, la procura non era legittimata ad intervenire con un ricorso in Cassazione.

Beppino Englaro, come aveva già fatto nell’attesa di altre sentenze, parlando della figlia dice: «Non rispondo al Vaticano, non rispondo a nessuno, ognuno dica quello che vuole, ormai io la mia strada so qual’è e la percorro con la coscienza pulita, con la voce più limpida che posso, con il totale rispetto di quello che voleva mia figlia Eluana».

Tutto questo fino a quando il 13 novembre 2008, la Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza numero 27145, respinge il ricorso della Procura generale di Milano, con le seguenti motivazioni: «E’ inammissibile, per difetto di legittimazione, l’impugnazione presentata dal P.M. presso la Corte d’Appello avverso il decreto con il quale la stessa Corte d’Appello – applicando il principio di diritto enunciato dalla Corte di cassazione (sentenza n. 21748 del 2007) – accoglieva l’istanza congiunta del tutore (padre) e del curatore speciale di persona in stato vegetativo permanente dal 1992 e autorizzava l’interruzione del trattamento di sostegno vitale artificiale realizzato mediante alimentazione di sondino nasogastrico».

Intanto, Beppino Englaro è sempre più determinato a dare esecuzione a questa sentenza. Il problema che si presenta è quello di trovare una struttura sanitaria idonea ad accogliere Eluana, per poter applicare il protocollo di fine vita.

Dopo il rifiuto della Regione Lombardia a concedere una delle sue strutture, pubblica o privata, da altre regioni viene dichiarata la disponibilità ad accogliere le richieste della famiglia Englaro.

Ma la lunga vicenda giudiziaria non finisce qui. Il 26 gennaio 2009, il TAR della Lombardia accoglie il ricorso della famiglia Englaro contro la Regione, che si era rifiutata di indicare una struttura dove poter sospendere l’alimentazione e l’idratazione alla giovane lecchese.

La discussione sulle sentenze, però, si interrompe del 2 febbraio 2009, quando Eluana Englaro viene prelevata da un equipe medica nella casa di cura “Beato Luigi Talamoni” di Lecco e, a bordo di un’ambulanza, condotta in Friuli, a Udine, presso la casa di cura “La Quiete”. La mattina del 5 febbraio, si inizia a diminuire l’alimentazione ad Eluana.

Lunedì 9 febbraio 2009, è il giorno dell’epilogo. Eluana Englaro muore nella casa di cura “La Quiete” di Udine, per arresto cardio-circolatorio. Sono le 20:10. In Senato è incorso il dibattito sul Ddl che deve portare il Parlamento a legiferare in materia di alimentazione e idratazione negli stati vegetativi persistenti.

All’indomani, i giornali italiani escono con questi titoli: “Niente moratoria per Englaro”, Il Foglio; “Loro si svegliano e lei muore subito”, Libero; “L’hanno uccisa”, il Giornale; “Eluana muore, scontro in Senato”, Corriere della Sera; “In pace”, l’Unità; “Eluana, il calvario è finito”, la Repubblica; “Il tempo del raccoglimento e della preghiera”, L’Osservatore Romano. Avvenire, prima titola: “Eluana è morta, giustizia è fatta”; poi sceglie per l’edizione in edicola: “Dio ora stringe la sua mano”.

L’11 febbraio successivo, dall’esame autoptico effettuato su ordine della procura della Repubblica di Trieste, si è evinto che la causa dell’arresto cardio-circolatorio di Eluana Englaro è derivata dalla disidratazione.

I riflettori si spengono. Cala il sipario. E il paese, dinanzi al primo caso di “Eutanasia all’Italiana”.




Giovani e affettività

Venerdì 22 febbraio una nuova tappa del percorso proposto dalla Pastorale giovanile diocesana “Camminava con loro”. Un incontro dedicato ai giovani della diocesi seguendo le piste di riflessione del Sinodo dei Giovani.

“Gli itinerari catechistici mostrino l’intima connessione della fede con l’esperienza concreta di ogni giorno, con il mondo dei sentimenti e dei legami, con le gioie e le delusioni che si sperimentano nello studio e nel lavoro; sappiano integrare la dottrina sociale della Chiesa; siano aperti ai linguaggi della bellezza, della musica e delle diverse espressioni artistiche, e alle forme della comunicazione digitale.

Le dimensioni della corporeità, dell’affettività e della sessualità vanno tenute bene in conto, giacché c’è un intreccio profondo tra educazione alla fede e educazione all’amore.

La fede, insomma, va compresa come una pratica, ossia come una forma di abitare il mondo” (Documento finale del Sinodo sui Giovani, n. 133)

Raccogliendo questi stimoli che ci vengono dal Sinodo sui Giovani appena concluso, continuiamo il nostro cammino di riflessione con un incontro sul tema dell’affettività.

Come i giovani possono vivere la fede nel Dio-Amore nelle relazioni concrete di amore?

L’incontro si svolgerà nella sala del capitolo della chiesa di San Francesco a Pistoia, venerdì 22 febbraio alle ore 21.00. Per preparare i gruppi giovani a questa serata, l’ufficio famiglia della Diocesi ha messo a disposizione una traccia di riflessione da proporre ai singoli gruppi parrocchiali.

Spunti di riflessione tratti dal Piccolo Principe (pdf)

 




Giornata del malato: celebrazione diocesana il 10 febbraio

Il programma della giornata

Domenica 10 si celebra la XXVII giornata mondiale del malato che quest’anno ha per tema: «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10,8).

«Tutti sappiamo che Dio è l’unico che può donare il conforto al corpo e allo spirito, pertanto – afferma don Sebastien Nawej Mpoy, direttore dell’ufficio per la pastorale sanitaria e cappellano dell’ospedale di Pistoia –  vorrei sottolineare l’importanza di partecipare a questa celebrazione così significativa, segno della Chiesa unita che crede e testimonia la presenza salvifica del nostro Signore. Il Santo Padre – prosegue don Sebastien – ci esorta ad essere operosi nella carità e nella misericordia, perché “gratuitamente abbiamo ricevuto, gratuitamente diamo”».

L’appuntamento, come da tradizione, è a Pistoia, dove mons. Vescovo celebrerà la santa messa in Cattedrale alle ore 15.30. Al termine seguirà una processione fino alla chiesa di Santa Maria delle Grazie o del Letto.

Il messaggio di Papa Francesco per la XXVII Giornata Mondiale del Malato.

 




Inaugurati a Vignole nuovi locali parrocchiali

Domenica 3 febbraio alle ore 15.30, alla presenza del Vescovo Mons. Fausto Tardelli e del parroco don Alessandro Marini, sono stati inaugurati a Vignole i nuovi locali parrocchiali.

Complessivamente i nuovi locali hanno una superficie di oltre 470 mq e sono costituiti: al piano terra da un salone parrocchiale adibito ad attività pastorali e di socializzazione, una sala per attività di catechesi e formative, un’altra sala polivalente, tre servizi igienici utilizzabili anche dalla Chiesa Nuova, un ripostiglio e un vano per impianti. Al piano primo, accessibile dalla scala esistente della Chiesa Nuova, troviamo un’altra sala per attività pastorali e di catechesi. I lavori sono avviati nel luglio 2017 e sono terminati nel dicembre 2018.

Dopo il taglio del nastro da parte di mons. vescovo, ci sono stati i saluti e i ringraziamenti di don Alessandro Marini a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione dell’opera: il vescovo e gli uffici della Curia coinvolti, la Conferenza Episcopale Italiana che ha finanziato una buona parte dell’opera, la Fondazione Caript che ha messo a disposizione un significativo ed essenziale contributo, il Comune di Quarrata che ha garantito uno specifico aiuto di natura economica, la Banca Alta Toscana che ha promesso di impegnarsi, negli anni avvenire, a sostenere lo sforzo economico della parrocchia.

Tra gli altri è intervenuto il direttore dei lavori, Stefano Fiaschi che con la sua collega Barbara Lombardi ha progettato e seguito la realizzazione dell’opera, ringraziando tutti i professionisti coinvolti. Un ringraziamento particolare è stato rivolto alla ditta che ha realizzato l’opera, la Costruzioni Generali di Bruno Carella di Pistoia.
Mons. Tardelli, che al mattino ha concluso la visita pastorale a Vignole con la Santa Messa, nel suo intervento di saluto ha ricordato l’importanza di essere comunità e di operare, tutti insieme, in uno spirito di comunione e fraternità, trovando la sintesi dell’esperienza cristiana nella partecipazione all’Eucaristia domenicale, centro dell’esperienza cristiana.

In conclusione è intervenuto anche Alessandro Grassi, artista che ha realizzato un’icona in una delle nuove sale, che ha spiegato le caratteristiche e la simbologia dell’opera.

Questi nuovi spazi parrocchiali accrescono e qualificano gli ambienti pastorali di una comunità dove, da sempre, sono presenti varie realtà, nate e cresciute negli anni, che sono diventate una testimonianza tangibile dell’opera dello Spirito Santo. Esperienze pastorali, cammini di formazione all’iniziazione cristiana, percorsi e progetti per adolescenti e giovani e di catechesi per i bambini, esperienze di solidarietà, di impegno sociale e di attenzione a chi fa più fatica, che hanno portato la parrocchia a riscoprire il piacere e l’importanza di sentirsi comunità, di avere qualcosa in comune da condividere.

All’inaugurazione – alla quale hanno preso parte oltre 200 parrocchiani – sono intervenuti ed hanno portato un saluto, tra gli altri, anche il sindaco di Quarrata Marco Mazzanti, il Presidente della Fondazione Caript Luca Iozzelli, i rappresentanti della già BCC di Vignole, oggi Banca Alta Toscana, Riccardo Andreini e Alberto Banci, il vicario Generale della Diocesi, già parroco a Vignole per quasi 20 anni, Mons. Patrizio Fabbri. Erano presenti i componenti il Consiglio Pastorale ed i rappresentanti del Comitato nato per seguire i lavori, composto da don Alessandro Marini, Stefano Marini (che ha portato un saluto), Claudio Daly, Carlo Niccolai, Stefano Lomi, Lorenzo Cesare e Franco Pacini.

Stefano Lomi