L’apertura solenne del Sinodo Diocesano

Sabato 25 marzo la Celebrazione in Cattedrale con il Vescovo Tardelli e i Sinodali.

La cronaca di una serata memorabile con alcuni passaggi dell’omelia e della relazione del Vicario Generale don Cristiano D’Angelo

 

È l’ora di alzarsi: per la Chiesa di Pistoia si apre ufficialmente un nuovo capitolo, una tappa che chiede di fare i conti con la propria identità di Chiesa locale, radicata in una storia e in un territorio, ma dentro un “cambiamento d’epoca” che invita alla missione. «Con il Sinodo diocesano – ha infatti affermato il vescovo Tardelli nell’omelia – Dio ci dice di alzarci, di risorgere a vita nuova, di intraprendere con coraggio la vita nella testimonianza del suo amore».

In tanti si sono “alzati” e ritrovati insieme in occasione della Messa di Apertura di sabato 25 marzo: i quasi 400 sinodali, il Presbiterio quasi al completo, numerosi fedeli dalle parrocchie e dal mondo delle aggregazioni laicali, insieme alla presenza dei sindaci del territorio e di altre autorità civili e militari. Una celebrazione del respiro corale, con momenti di grande intensità.

La liturgia è avviata in Battistero, da dove – al canto delle litanie – si è snodato processionalmente il corteo formato dai sinodali e seguito dai presbiteri, i canonici e il Vescovo Tardelli. La Messa ha seguito la liturgia della V domenica di Quaresima con la proclamazione del Vangelo di Giovanni e l’episodio della Resurrezione di Lazzaro. A partire da quel brano e concentrandosi sul grido con cui Gesù richiama alla vita l’amico dal sepolcro, Monsignor Tardelli ha commentato: «Il grido di Gesù, carissimi amici e fratelli, questa sera è rivolto a ciascuno di noi e alla nostra Chiesa. Gesù ci vede bisognosi di salvezza. Bisognosi di uscire fuori dalle nostre paure e chiusure».

Il Sinodo – ha poi aggiunto – «è un dono d’amore innanzitutto perché ci riunisce insieme, noi così tante volte dispersi e frantumati; perchè ci fa essere un corpo solo che voi sinodali ben rappresentate, investiti stasera dal soffio dello Spirito, per vivere giorni indimenticabili di unità e di speranza»; «un dono d’amore» perché insegna ad essere una Chiesa «che cammina insieme e insieme testimonia l’amore del Signore»,  perché «invita a guardare avanti, verso gli altri, verso tutti gli uomini e le donne del nostro tempo e dei nostri territori, ai quali siamo inviati come debitori di amore e come testimoni che rispondono alle attese di Vangelo presenti nel cuore di tutti e della società».

Al centro del presbiterio un grande leggio su cui era aperto l’Evangeliario ha manifestato a tutti la centralità del Vangelo e il riferimento imprescindibile alla Parola di Dio. Al termine dell’Omelia del Vescovo i padri e le madri sinodali hanno pronunciato insieme la professione di fede che accompagna l’impegno di assumersi responsabilmente il proprio «ufficio di Sinodale» nell’adesione alle verità della Fede e al Magistero della Chiesa. Ognuno dei sinodali ha quindi firmato personalmente, toccando con una mano il libro dei Vangeli in segno di giuramento solenne, un grande foglio steso sull’altare. Uno dopo l’altro, in una lunga ma intensa processione, i sinodali hanno posto il proprio nome nella storia del XX Sinodo diocesano della Chiesa di Pistoia; per ultimo ha firmato il Vescovo Tardelli.

La Messa è quindi proseguita con la liturgia eucaristica. Al termine è intervenuto il Vicario Generale don Cristiano D’Angelo che ha rivolto al vescovo e ai presenti la sua Relazione in apertura del Sinodo.

«Perché facciamo un Sinodo?. Senza dubbio – ha affermato il Vicario Generale — perché il magistero di Papa Francesco ha rimesso al centro della Chiesa la questione della sinodalità». «Rimettere al centro della Chiesa la sinodalità – ha spiegato – è riaffermare il sacerdozio battesimale dei credenti, la realtà del popolo di Dio che, animato dallo Spirito, è tutto insieme chiamato a cercare di capire cosa ci chiede oggi Dio, a discernere quali sono “i segni dei tempi”, cioè le esperienze umane, gli eventi, fuori e dentro la Chiesa, attraverso i quali Egli ci parla e ci invita a conversione».

«Invitandoci a domandarci quali sono “le attese di Vangelo” di oggi, — ha spiegato don D’Angelo – il nostro vescovo Fausto ha voluto porci in uno stato di ascolto, invitarci all’attenzione, per riconoscere tra i bisogni e le attese del nostro tempo quelle che hanno bisogno della buona notizia dell’amore, della speranza della risurrezione, della giustizia, della pace, della fraternità, cioè di quelli che sono i valori evangelici e che noi crediamo essere un balsamo per l’animo, un lievito di bene per la società, un farmaco di giustizia per il mondo. Non è scontato questo invito. Si ricordino le parole del Signore: “Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto?” (Lc 12,56)».

Don Cristiano D’Angelo ha anche brevemente illustrato i prossimi passaggi del Sinodo e le principali tematiche contenute nell’Instrumentum laboris «emerse nel lavoro dei gruppi sinodali che saranno oggetto del Sinodo a partire dalla prima Assemblea generale di venerdì 14 Aprile a Valdibrana». «Nella seconda sessione del Sinodo, quella dell’anno prossimo, — ha spiegato — avremo modo di tradurre la fecondità dell’ascolto nel coraggio di nuove scelte pastorali»; «il frutto del Sinodo sarà offerto alla fine delle due sessioni sinodali al Vescovo per un ulteriore e decisivo discernimento evangelico che il Vescovo è chiamato ad operare in forza del carisma apostolico che gli è affidato, garanzia della evangelicità e cattolicità della Chiesa».

Prima della Benedizione finale tutti i sinodali hanno recitato insieme la preghiera “Adsumus”, la preghiera che i padri conciliari proclamavano ad ogni sessione del Concilio Vaticano II, che tradotta suona “siamo qui davanti”: un “eccoci” rivolto a Dio ma anche a tutta la Chiesa di Pistoia per invocare il dono dello Spirito all’aprirsi del cammino sinodale.

Ugo Feraci





«Pistoia, è tempo di alzarsi»

Un evento storico. Nella Cattedrale di San Zeno celebrata la solenne Messa di apertura.

«Con il Sinodo diocesano – afferma il vescovo Tardelli nell’omelia – Dio ci dice di alzarci, di risorgere a vita nuova, di intraprendere con coraggio la vita nella testimonianza del suo amore»

 

«“Lazzaro, vieni fuori!” Il grido a gran voce di Gesù squarcia le tenebre della morte e preannuncia la Pasqua».

Nell’omelia per l’apertura del Sinodo Diocesano il vescovo Tardelli ha richiamato a tutti il grido di Gesù all’amico Lazzaro. Un grido che idealmente, in quest’ora storica, possiamo sentire rivolto all’intera Chiesa diocesana.

«Il grido di Gesù, carissimi amici e fratelli, – ha affermato il vescovo – questa sera è rivolto a ciascuno di noi e alla nostra chiesa.

Gesù ci vede bisognosi di salvezza. Bisognosi di uscire fuori dalle nostre paure e chiusure. Con il sinodo Diocesano, ci dice di alzarci, di risorgere a vita nuova, di intraprendere con coraggio la vita nella testimonianza del suo amore».

Il Sinodo diocesano è un atto d’amore del Padre per la nostra Chiesa. Un atto d’amore di Dio Padre per mezzo del Figlio unigenito, mediante una speciale effusione dello Spirito Santo. E’ un dono d’amore innanzitutto perché ci riunisce insieme, noi così tante volte dispersi e frantumati; perchè ci fa essere un corpo solo che voi sinodali ben rappresentate, investiti stasera dal soffio dello Spirito, per vivere giorni indimenticabili di unità e di speranza; è un dono d’amore perché ci insegna ad essere una chiesa sinodale che cammina insieme e insieme testimonia l’amore del Signore. E’ un dono d’amore, inoltre, perché ci invita a guardare avanti, verso gli altri, verso tutti gli uomini e le donne del nostro tempo e dei nostri territori, ai quali siamo inviati come debitori di amore e come testimoni che rispondono alle attese di Vangelo presenti nel cuore di tutti e della società. Ma questo Sinodo è un dono d’amore di Dio anche per la nostra terra e per i suoi abitanti che possono incontrare una Chiesa rinnovata, amica e più disponibile al servizio del Vangelo e quindi risorsa importante per il bene stesso di tutti».

Monsignor Tardelli ha poi evidenziato il passaggio del Vangelo di Giovanni in cui Gesù piange sull’amico Lazzaro e sul dolore dei presenti. Un pianto di compassione, ma anche un pianto sul nostro peccato.

«Questa sera, allora, carissimi amici dobbiamo sapere che il Signore Gesù piange anche sulla nostra Chiesa, su di noi, perché ci vede spesso morti o feriti mortalmente. A lui sono noti tutti i nostri peccati; Egli conosce le nostre divisioni, le nostre faziosità, le gelosie, le invidie; conosce i nostri tradimenti, le inadempienze della nostra Chiesa; vede e conosce tutte le fragilità delle nostre parrocchie, la povertà della nostra fede, il nostro poco entusiasmo nell’annunciare il vangelo, la chiusura del cuore e della mente nei confronti dei fratelli e sorelle del mondo. Vede tutte le rughe della nostra Chiesa e piange. Il pianto sull’amico Lazzaro è stasera il pianto di Cristo anche su di noi, morti a causa delle nostre infedeltà. Ma è proprio per questo che Egli ci convoca in Sinodo: perchè riconosciamo i nostri mali, li confessiamo e per essere da Lui perdonati e riprendere il cammino in novità di vita. E celebrando il nostro sinodo, noi sentiamo le lacrime di Cristo scorrere su di noi, per farci pentire dei nostri peccati e purificarci, lavandoci dalle nostre sozzure».

Un’ultima considerazione ha toccato il tema dell’amicizia, che rimanda alle risorse, ai doni presenti nelle comunità e nelle diverse realtà diocesane.

«Sì, spesso siamo stati ingrati e peccatori. Ma ciò non toglie che dobbiamo riconoscere anche tutte le cose buone che ci sono in mezzo a noi, nelle nostre parrocchie, nelle nostre varie realtà, dono premuroso dello Spirito Santo. E un Sinodo si fa anche per rendere grazie a Dio di quanto Egli ha fatto per noi, perché Egli ci ha condotto e continua a soffiare nelle ali della nostra vita e della nostra Chiesa perchè siamo testimoni coraggiosi e fedeli del suo amore».

«E’ proprio in questa scia di bene e di doni – ha concluso il vescovo – che si inserisce il nostro Sinodo, tenerezza dello Spirito, consolazione del suo soffio vitale. Siamone riconoscenti e viviamo questo sinodo che iniziamo oggi e che chiuderemo, a Dio piacendo l’anno prossimo, con impegno ma soprattutto con gratitudine. Ne usciremo una Chiesa più sinodale, che cammina insieme e che, insieme, si fa attenta alle attese, alle gioie e alle angosce, alle sofferenze e alle speranze delle persone in mezzo alle quali vive».

In occasione della celebrazione di apertura il vescovo ha consegnato ai padri e alle madri sinodali presenti l’instrumentum laboris, lo strumento di lavoro che servirà da testo base per i dibattimenti. Il frutto dei tanti momenti di incontro e ascolto svolti nelle parrocchie e nelle diverse realtà diocesane.

«Nell’ampia consultazione che ha preceduto questa prima sessione del Sinodo diocesano e che in parte ha trovato sintesi nello Strumento di Lavoro che oggi vi viene messo tra le mani come base del lavoro sinodale, sono emersi alcuni bisogni, alcune attese, alcune importanti aspettative dentro il cuore delle persone. Riconosciamo in tutto questo la voce dello Spirito. Attraverso i lavori sinodali questa voce si farà più chiara e capiremo ciò che lo Spirito dice alla nostra Chiesa, quelle che sono le sfide principali da affrontare per essere Chiesa fra la gente, ospedale da campo, tenda della fraternità che fa respirare già fin d’ora pezzi di cielo».

(foto di Ilaria Giusti)




A San Bartolomeo la 24ore per il Signore

Un tempo di adorazione e riconciliazione aperto dalla celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo Tardelli

La Chiesa di Pistoia celebra la 24ore per il Signore, “maratona” di preghiera e misericordia che accompagna da anni il tempo di Quaresima, venerdì 24 e sabato 25 marzo. 

L’evento sarà aperto venerdì 24 marzo alle 18.30 nella chiesa di San Bartolomeo a Pistoia, con la Messa presieduta dal Vescovo Tardelli. 

Seguirà l’adorazione eucaristica e alle 21 una meditazione per il ciclo dedicato alle “Sette parole di Gesù sulla croce” a cura di don Giordano Favillini. Sarà quindi lasciato spazio all’adorazione e al sacramento della Riconciliazione.

La 24 ore si chiuderà sabato 25 prima delle ore 18, per la Messa di apertura del Sinodo diocesano.




Sinodo Pistoia, l’apertura liturgica il 25 marzo

Dopo oltre 85 anni nuovamente un Sinodo per il territorio della Diocesi di Pistoia
Tre mesi per completare questa prima fase di ascolto, tanti gli incontri in calendario nei prossimi mesi. Sabato 25 marzo la messa di apertura in diretta su Tvl

 

Sabato 25 marzo, ad oltre 85 anni di distanza dalla chiusura dell’ultimo Sinodo, prenderà ufficialmente il via il XX Sinodo della Chiesa di Pistoia, con la Santa Messa presso la Cattedrale di San Zeno alle ore 18.

«Parlare di Sinodo e di sinodalità — ha affermato il Vescovo, monsignor Fausto Tardelli — può risultare incomprensibile ai più. È bene dunque chiarire subito che Sinodo è una parola antica per dire “cammino fatto insieme” ed è, fin dal tempo degli apostoli, il modo di procedere della comunità cristiana nella storia, perché è il modo dell’amore».
Il tema proposto dal Vescovo Tardelli per il Sinodo, dopo essersi confrontato con il consiglio presbiterale, con l’assemblea del clero e con i vari organismi di partecipazione diocesani, è quello delle “attese di Vangelo”. I lavori si concentreranno cioè, su come essere sempre più una Chiesa missionaria, capace di testimoniare e annunciare il Vangelo, interpretando le inquietudini e le attese della gente, impegnandosi in una sempre più autentica comunione.

Operativamente questo si è tradotto – nei mesi passati – in centinaia e centinaia di incontri degli oltre 150 gruppi sinodali che si sono attivati fin dall’estate scorsa. Lo scorso 14 marzo, presso l’Aula liturgica di Valdibrana, si sono incontrati per la prima volta tutti insieme i quasi 400 sinodali che parteciperanno alla seconda fase dei lavori del Sinodo. I sinodali infatti saranno chiamati a confrontarsi sul testo dell’Instrumentum Laboris, sintesi del lavoro svolto nelle parrocchie e nelle altre comunità diocesane, vero e proprio strumento di supporto operativo per finalizzare al meglio i tantissimi elaborati prodotti dai gruppi sinodali.
Nei prossimi mesi, entro l’estate, si terranno altre assemblee – sia generali sia quelle cosiddette ‘minori’, per cercare di raggruppare territorialmente i padri sinodali – che porteranno alla conclusione di questa prima fase dedicata all’ascolto e, quindi, alla raccolta delle voci, anche dei “lontani”.

«Il Sinodo diocesano chiede il coinvolgimento di tutti. Non è facile – afferma il Vescovo Tardelli -, me ne rendo conto. La stessa variegata configurazione geografica e culturale della Diocesi lo rende problematico. Dobbiamo vincere resistenze ed abitudini isolazionistiche che si sono consolidate in decenni. La tendenza a rinchiudersi nel proprio orticello pensando così di essere più bravi o di poter fare le cose al meglio, ci frena. Oltre che ad essere antistorica e sciocca, perché oggi come oggi, da soli non si va davvero da nessuna parte, questa tendenza contraddice la stessa natura della chiesa che è appunto sinodale, unitaria e comunionale».

«La missione della Chiesa – conclude Tardelli – nel mondo richiede l’apporto di ciascuno, perché ognuno è depositario di un dono dello Spirito per la testimonianza del Vangelo».

La messa di apertura del Sinodo sarà trasmessa in diretta su Tv Libera l canale 14 del digitale terrestre sabato 25 marzo alle ore 18.

Il Sinodo in diretta

Ulteriore momento di confronto sinodale, in questo caso però non in presenza ma mediato e fruibile da cellulari e computer, sarà quello in programma venerdì 24 marzo alle ore 18.45 con “Il Sinodo in diretta”, breve diretta streaming – visibile sulla pagina Youtube della Diocesi di Pistoia e sulla pagina Facebook del settimanale diocesano La Vita – dove vengono condivise le storie legate ai lavori del Sinodo. Dopo la testimonianza di don Cristiano D’Angelo, venerdì 24 marzo sarà la volta di Elena Bonaiuti e Fabrizio Cella della parrocchia cittadina di San Benedetto e San Vitale.




Terremoto Siria e Turchia: Domenica 26 la Colletta nazionale

Si terrà domenica 26 marzo la colletta nazionale promossa dalla Cei a sostegno delle popolazioni turche e siriane colpite dal sisma dello scorso 6 febbraio. Le offerte raccolte saranno destinate a Caritas Italiana che le impiegherà per sostenere progetti in favore delle popolazioni.

Nell’immediato i progetti riguardano principalmente l’assistenza umanitaria per fornire cibo, alloggio, beni di prima necessità con una particolare attenzione ai più vulnerabili come gli anziani, i minori, i malati, i disabili.

L’accoglienza richiede anche la messa a disposizione di mense per la fornitura di pasti, strutture per una assistenza sanitaria, spazi per l’accoglienza e l’animazione dei bambini. In prospettiva l’impegno sarà di restare accanto alle comunità colpite per un periodo medio-lungo anche dopo questa prima fase di emergenza.

Gli ambiti di impegno più importanti vanno dal supporto psicologico per far fronte ai traumi vissuti da tante persone, alla riparazione e la ricostruzione di abitazioni e di strutture socioeducative e comunitarie; importante, per l’immediato futuro, anche la riabilitazione e l’avvio di attività economiche a gestione familiare, di promozione dell’occupazione e dell’autoimpiego per dare una prospettiva economica alle popolazioni.

Il terremoto infatti ha colpito comunità e territori che erano già caratterizzate da gravi situazioni di povertà e vulnerabilità, sia in Turchia sia in Siria. Quindi, oltre a prendersi cura dei bisogni materiali, Caritas si organizza e promuoverà anche iniziative di inclusione sociale dei più vulnerabili e azioni di ricostruzione dei legami comunitari. 

Per maggiori info www.caritas.it

È possibile sostenere gli interventi di Caritas Italiana per questa emergenza, utilizzando il conto corrente postale n. 347013, o donazione on-line, o bonifico bancario specificando nella causale “Terremoto Turchia-Siria 2023” tramite:

  • Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT24 C050 1803 2000 0001 3331 111
  • Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma – Iban: IT66 W030 6909 6061 0000 0012 474
  • Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013
  • UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U020 0805 2060 0001 1063 119

(D.C.)

La Documentazione Caritas sul Terremoto




Sinodo Diocesano: materiali e appuntamenti

Incontro di preparazione e sussidio di preghiera per le parrocchie

Il Sinodo diocesano è ormai alle porte. Per viverlo al meglio la Diocesi propone alcuni momenti di preparazione.

Il primo riguarda la formazione dei padri e delle madri sinodali che parteciperanno ai momenti assembleari. Per conoscere il Regolamento, le modalità di voto, avere più chiaro l’intento e il modo di procedere del Sinodo diocesano sono tutti convocati nell’Aula liturgica di Valdibrana martedì 14 marzo alle 18 per un incontro di formazione con il Vescovo Fausto Tardelli. Si raccomanda la presenza.

Il secondo momento riguarda tutte le comunità parrocchiali e ecclesiali perchè vedrà la preghiera di benedizione sui sinodali eletti dalle diverse comunità della Diocesi. Domenica 19 marzo, è infatti prevista la benedizione e il mandato ai convocati al Sinodo nella parrocchie. Il momento di preghiera è suggerito per la Messa con maggior frequenza di fedeli.

Lunedì 20 marzo il vescovo invita tutta la diocesi a organizzare veglie e momenti di preghiera per il Sinodo Diocesano.

Indicazioni e preghiere per il Sinodo (preghiere dei fedeli, preghiere per la liturgia delle ore, preghiera del Sinodo, etc..) sono raccolte nel sussidio preparato dall’Ufficio liturgico diocesano e qui scaricabile online (pdf).

Nel sussidio è segnalato anche l’inno del Sinodo diocesano “Chiesa del risorto” di Marco Frisina che tutte le comunità sono chiamate a imparare.

 




Preparare i ragazzi alla Pasqua attraverso la Passione

Pubblichiamo l’introduzione del Sussidio per la Quaresima a cura dell’ufficio Catechistico

Il cammino che ci proponiamo di fare con i nostri gruppi di catechismo nel tempo di Quaresima è quello di rileggere insieme la passione secondo Matteo. Vogliamo perseguire due obiettivi fondamentali che ogni gruppo di catechismo è invitato a realizzare.

Il primo è impostare il nostro cammino quaresimale in vista del Triduo

il secondo è curare la nostra vita spirituale (quella dei catechisti dei ragazzi e le loro famiglie) e farlo in modo particolarmente significativo in questo tempo forte. Lo possiamo fare educandoci ed educando alla relazione con Gesù Risorto; non si può scegliere cosa amare di lui e questi tre giorni liturgici, unico grande giorno di Pasqua, ce lo consegnano in tutta la sua pienezza perché lo possiamo amare, seguire e servire nelle persone che ci sono affidate e in quelle che incontriamo.

La Quaresima è un tempo in cui siamo invitati a portare frutti spirituali, l’occasione per imparare a scoprire, grazie all’ascolto del Vangelo, quali sono i sentimenti che nascono nel nostro cuore davanti alle scelte che fanno gli amici di Gesù nel momento cruciale della sua vita, o davanti agli oppositori che arrivano a condannarlo a morte, o davanti a Gesù stesso con il suo amore incrollabile per tutti gli uomini.

Guidare i nostri ragazzi nella lettura di queste pagine conclusive del racconto evangelico, dalla passione alla morte e resurrezione di Gesù, ha un duplice significato spirituale: conoscere la nostra umanità (nostra e altrui) e conoscere l’amore gratuito di Gesù; abbiamo bisogno di prendere posizione davanti a noi stessi e agli altri guardando come in uno specchio queste pagine del Vangelo.

Non si tratta di leggere soltanto ma di ascoltarci profondamente per accorgerci che il Vangelo parla di noi, con la nuova possibilità di vita che Gesù ci offre quando ci scopriamo traditori e poco coerenti, e parla anche degli altri che possiamo accogliere sempre nonostante tutto, anche quando sono antipatici o ancora di più antagonisti e nostri “nemici”. Parla anche della nostra capacità di camminare insieme, scoprendoci alla pari, amici che si aiutano a riprendere il cammino. Infine, ed è la prima cosa, parla di Gesù del suo amore incondizionato che resta il nostro punto di riferimento cascasse il mondo.

È un nuovo modo di ascoltare che dovremo proporci in sintonia con il cammino sinodale: dentro di noi si muovono tanti sentimenti, stati d’animo, potenzialità che sono liberi di emergere oppure si rattrappiscono sotto le prove della vita. Guardiamo a Gesù e alla sua passione per la vita e ci chiediamo e gli chiediamo come possiamo vivere anche noi con passione. Cioè disposti a donare, a vivere, morire, soffrire e gioire, esultare, correre di gioia per annunciare.

Come uscire da una fede anonima, rattrappita che ha così poco da donare agli altri e da testimoniare? Perché siamo chiusi in noi stessi e viviamo la nostra fede come un fatto privato? Come condividere il cammino dell’altro e lasciare che l’altro condivida il nostro, sperimentando che è proprio la condivisione il primo frutto dell’ascolto vero; ascolto che comporta sempre il dialogo e la reciprocità? Come vivere con passione?

Questa è la nostra bella domanda su cui vogliamo lavorare con i nostri ragazzi e le nostre famiglie, consapevoli che – sulla scia del Sinodo – siamo chiamati a gesti nuovi di vita cristiana, per una ripresa piena di gioia del cammino di tutta la chiesa di Pistoia.

Suor Giovanna Cheli, ufficio catechistico diocesano

Sussidio di quaresima 2023




Indicazioni del vescovo per vivere la Quaresima

I suggerimenti per camminare insieme verso la solennità di Pasqua

Con l’inizio del tempo di Quaresima il vescovo Tardelli ha segnalato alla Diocesi alcune indicazioni per vivere con intensità questo tempo forte dell’anno liturgico e prepararsi in modo adeguato alle feste pasquali. Un tempo di grazia che sarà reso ancora più speciale dall’apertura del Sinodo diocesano il prossimo 25 marzo.

Il Sinodo ci invita a ricordare che siamo “Sospinti dallo Spirito per testimoniare a tutti la gioia del Vangelo”: un impegno che richiede una partecipazione corale da parte di tutta quanta la Chiesa locale in tutte le sue articolazioni. Per questa ragione il vescovo Tardelli invita tutti, in primo luogo, ad «ascoltare, meditare e pregare attentamente le letture della parola di Dio che ogni domenica ci vengono proposte», ma anche a «leggere e riflettere sul messaggio di Papa Francesco per la Quaresima dal titolo “Ascesi quaresimale, itinerario sinodale”».

Uno sguardo particolare è rivolto alla guerra in Ucraina ad un anno dall’inizio dei combattimenti. Il vescovo pertanto, invita a «pregare personalmente e organizzare in parrocchia veglie comunitarie per la pace in Ucraina e nel mondo».

Il cammino Quaresimale ricorda a tutti, accanto alla priorità della preghiera, il precetto del digiuno e dell’astinenza. In tal senso il vescovo raccomanda di «adottare qualche forma di penitenza personale ogni venerdì di Quaresima, non solo alimentare. Per le persone in salute, non anziane o non troppo giovani, nel giorno di venerdì si è invitati a non mangiare carne e cibi costosi, accontentandosi di pasti di magro, frugali e semplici. Sempre le stesse persone sono invitate il venerdì santo a digiunare, cioè a consumare un solo pasto frugale nella giornata».

Preghiera e digiuno si accompagnano alla carità. Per questo il vescovo richiama tutti a «compiere gesti di carità verso il prossimo, seguendo le indicazioni classiche delle sette opere di misericordia corporali e delle sette opere di misericordia spirituali», ma anche a «contribuire economicamente alle opere missionarie, in particolare ad una borsa di studio per un sacerdote brasiliano, della Diocesi di Balsas, dove è stato vescovo il nostro concittadino Mons. Rino Carlesi e dove ha svolto il suo servizio missionario per molti anni la nostra Nadia Vettori».

Mons. Tardelli chiede inoltre di «aggiungere a tutte le preghiere dei fedeli delle Messe dei sabati sera e domeniche della Quaresima due intenzioni: una per la fine della guerra, l’altra per il Sinodo. Al termine di ogni celebrazione eucaristica, dei sabati e delle domeniche di Quaresima, dopo il postcommunio — conclude il vescovo — si reciti tutti insieme la preghiera per il Sinodo Diocesano».




Mercoledì 22 sono le Ceneri

Si apre il tempo forte della Quaresima. La celebrazione con il Vescovo

Mercoledì delle Ceneri, il 22 febbraio, inizia il tempo forte della Quaresima. Mons. Tardelli presiederà la Messa con l’imposizione delle Ceneri in Cattedrale a Pistoia alle ore 9.30.

«Il Mercoledì delle Ceneri – spiega il Sussidio della Cei per la Quaresima 2023 – segna l’inizio della Quaresima, “momento favorevole” che il Signore offre alla sua Chiesa come tempo di grazia e di riconciliazione. La liturgia inserisce l’austero segno delle ceneri nel contesto esistenziale del digiuno e in quello rituale della celebrazione, dove l’ascolto della Parola e il nutrimento dell’Eucaristia suggellano l’inizio del cammino comunitario e personale di conversione pasquale.

Tale conversione inizia con l’accorata invocazione di misericordia da parte di tutto il popolo, che si riunisce per ritornare al Signore con tutto il cuore; si fonda sulla certezza nuziale che, in Cristo, Dio continua ad offrire momenti favorevoli per riconciliare a sé l’umanità si realizza attraverso l’elemosina, la preghiera e il digiuno, compiuti nel segreto dinanzi al Padre che scruta e purifica il cuore».

19/02/2023




Domenica 12 è la Giornata del Malato

Il programma della celebrazione in Diocesi

Domenica 12 febbraio la Chiesa cattolica celebra la Giornata Mondiale del Malato. L’appuntamento è alle 15.30 presso il Santuario della Madonna del Letto (piazza San Lorenzo a Pistoia) per raccogliersi in preghiera davanti a Maria “salute degli infermi”; da qui prenderà il via la processione verso la Cattedrale dove alle 16.00, sarà celebrata l’Eucarestia presieduta dal vescovo Tardelli.

In occasione di questa Giornata papa Francesco indirizza tradizionalmente un messaggio per orientare la preghiera e sottolineare un aspetto. Quest’anno il Santo Padre invita a riflettere sul fatto che proprio attraverso l’esperienza della fragilità e della malattia possiamo imparare a camminare insieme secondo lo stile di Dio, che è vicinanza, compassione e tenerezza». Uno stile che è anche sinodalità, che significa appunto “camminare insieme”.

Con l’apertura del Sinodo diocesano il Vescovo Fausto Tardelli chiede alla Chiesa di Pistoia di cogliere l’importanza e la necessità di uno stile di vita che deve sempre accompagnare la Chiesa, quello cioè, di essere una comunità che cammina insieme, soprattutto accanto e con i sofferenti, gli ammalati nel corpo e nello Spirito.

La Giornata del Malato non suggerisce soltanto di pregare e sensibilizzarsi verso il mondo della sofferenza, ma di pregare insieme come comunità cristiana, istituzioni sanitarie, società civile. Non possiamo vivere indifferenti davanti al dolore di fratelli e sorelle. «Le persone malate — scrive il Papa — sono al centro del popolo di Dio che avanza insieme a loro come profezia dell’umanità in cui ciascuno è prezioso e necessario è da scartare».

 

Preghiera
per la XXXI Giornata Mondiale del Malato

Ufficio Nazionale per la pastorale della salute della CEI
11 febbraio 2023

Padre santo,
nella nostra fragilità
ci fai dono della tua misericordia:
perdona i nostri peccati
e aumenta la nostra fede.
Signore Gesù,
che conosci il dolore e la sofferenza:
accompagna la nostra esperienza di malattia
e aiutaci a servirti
in coloro che sono nella prova.
Spirito consolatore,
che bagni ciò che è arido
e sani ciò che sanguina:
converti il nostro cuore
perché sappiamo riconoscere i tuoi prodigi.
Maria, donna del silenzio e della presenza:
sostieni le nostre fatiche
e donaci di essere
testimoni credibili di Cristo Risorto.