Sinodo diocesano: pubblicato il Libro sinodale

Il testo uscito dall’assemblea dei padri e delle madri sinodali sarà al centro del Cammino pastorale diocesano

Giovedì 26 settembre il Vescovo Tardelli ha consegnato alle madri e ai padri sinodali convocati nella chiesa di San Francesco in Pistoia il testo frutto di due anni di Sinodo diocesano.

Il contenuto, articolato in dichiarazioni e decreti, riunisce in nove capitoli le proposizioni elaborate e votate dall’assemblea sinodale nelle due sessioni del Sinodo.

«Il discernimento comunitario – afferma il Vescovo nel Decreto di promulgazione – ha portato nella prima sessione ad alcune dichiarazioni sinodali: nove per la precisione, precedute da una introduzione comunque gradita all’assemblea. Si è operata una lettura attenta dei segni dei tempi e quindi delle sfide che lo Spirito Santo pone alla nostra Chiesa».
Dalla prima sessione è emersa in primo luogo: «l’attesa di Vangelo e di nuovi cammini educativi», cioè l’esigenza di un rinnovato annuncio della buona notizia del Vangelo, «l’altra sfida importante è stata colta proprio nel tempo che stiamo vivendo. Confuso ed incerto, attraversato da ombre nere di morte, però sempre tempo di Grazia e di opportunità per la testimonianza evangelica. Esso va saputo cogliere come un’occasione importante per ritrovare l’essenziale che da vera speranza alla vita». La prima sessione ha poi evidenziato l’attesa di «relazioni umane significative, di una fraternità reale, fatta di incontro autentico tra persone, relazioni da persona a persona», l’importanza dell’attenzione alla famiglia, «e poi la questione della donna, nella Chiesa e nella società». «Il discernimento comunitario ha poi indicato altre sfide ineludibili quali i giovani e gli anziani, indicando nel loro incontro una via necessaria da percorre per il bene della nostra società. Come pure quella dei migranti, perché le migrazioni non sono un fatto emergenziale e destinato a sparire nel giro di poco tempo: sono invece una realtà ordinaria del nostro mondo globalizzato che ci interpella profondamente. Infine, è emerso il bisogno di una Chiesa “nuova”, rinnovata profondamente dallo Spirito, più evangelica e testimoniale; più casa accogliente radicata nel Vangelo, gioiosa di vita nuova in Cristo».

Per ogni Dichiarazione sinodale la seconda sessione, conclusa nel giugno 2024, ha individuato altrettante piste concrete per il cammino della Chiesa locale indicate come “Decreti” nel Libro sinodale.

«Le Dichiarazioni e i Decreti sinodali, che ora offro a tutta la Diocesi – scrive ancora il Vescovo -, dovranno pertanto essere ben conosciuti e assimilati da tutte le componenti del popolo di Dio che vivono nel territorio diocesano, in modo particolare dai presbiteri e diaconi operanti in diocesi, nonché dei membri degli Istituti di vita consacrata e dei laici che, a vario titolo e con vari ministeri, collaborano nelle principali attività pastorali della nostra Chiesa particolare».

Il Libro sinodale sarà al centro del lavoro da svolgere in quest’anno pastorale, un testo da leggere e studiare, da far conoscere a tutte le componenti della Chiesa locale e da cui trarre indicazioni per le norme applicative di ogni Dichiarazione e Decreto.

Il Libro sinodale è disponibile presso la Libreria San Jacopo (Via Puccini, 32 – Pistoia).

 

 




Il Testo finale della Seconda Sessione del Sinodo

Pubblichiamo il Testo finale della Seconda Sessione del Sinodo diocesano.

Il testo è stato consegnato al Vescovo Tardelli in occasione della celebrazione eucaristica per la Chiusura del XX Sinodo Diocesano il 29 giugno scorso. Il documento contiene le proposizioni discusse e approvate dall’assemblea generale nella Seconda Sessione del Sinodo diocesano.

Le proposizione votate dall’assemblea, insieme alla prima parte del Libro Sinodale, sono consegnate al Vescovo perchè da esse elabori decreti e dichiarazioni sinodali.




Un’esperienza di grazia

Il messaggio conclusivo del Vicario generale della diocesi di Pistoia sul XX Sinodo

Al termine della Messa di sabato 29 giugno, in occasione della chiusura solenne del Sinodo diocesano, il vicario generale ha rivolto al vescovo e ai fedeli presenti l’allocuzione finale del Sinodo che qui pubblichiamo per intero.

Con la celebrazione di stasera diamo compimento al cammino sinodale iniziato due anni fa grazie all’intuizione di monsignor Fausto Tardelli. In questa felice circostanza consegniamo al Vescovo il libro delle proposizioni sinodali, frutto del lavoro della seconda sessione del Sinodo, quella in cui ci siamo interrogati sulle scelte che il Signore ci chiede di fare per rispondere alle “attese di Vangelo” dell’umanità e della Chiesa di oggi.

Il XX Sinodo diocesano giunge a compimento dopo un lungo cammino che ha visto protagonisti oltre trecento madri e padri sinodali, uomini e donne, diaconi e presbiteri, religiosi e religiose di tutta la diocesi. A conclusione del Sinodo possiamo dire di aver vissuto un’esperienza di grazia che ci ha permesso di sperimentare la gioia del condividere insieme la fede per il bene degli uomini. Un’esperienza di grazia perché ci ha insegnato l’arte dell’ascolto.

Non so cosa rimarrà del Sinodo tra 50 anni, ma certo non andrà perso l’esercizio di ascolto tra noi.

Il nostro è un tempo dove tutti parlano e pochi ascoltano, dove si cerca più il consenso che la partecipazione, il potere e non il servizio. “Ascolto” è uno dei sinonimi di Sinodo, perché quando si ascolta si apre il cuore all’altro, se ne riconoscono il valore e le ragioni e si comincia a pensarci insieme all’altro e non senza o contro l’altro. Da questo punto di vista quanto abbiamo vissuto non andrà perso e certamente porterà frutti a suo tempo (Sal 1,3).

Un’esperienza di grazia, perché nonostante le diversità tra noi, di formazione, di pastorale, di età e provenienze, ci siamo riconosciuti nella fede comune che ci ha permesso di ascoltarci e interrogarci insieme. Quando si guarda al mondo e alla Chiesa con gli occhi di Dio, avendo nel cuore il Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo, quando ci facciamo guidare dallo Spirito che ci spinge a cercare la verità, la giustizia, la misericordia, la pace (Mt 6,33; Rm 14,17), è più importante cercare la volontà di Dio e il bene comune che non affermare o difendere le nostre posizioni e convinzioni.

Perché un Sinodo, è importante ricordarcelo, non è un sondaggio sulle opinioni dei cristiani, ma un tentativo umile di ricerca della volontà di Dio.

Il Sinodo è stato un’esperienza di Grazia che ci ha permesso di renderci conto del dono di esserci come Chiesa, come comunità fatta di relazioni umane e di amicizia fondate sul Vangelo e sostenute dallo Spirito.

In un mondo come il nostro, dove siamo sempre più connessi ma isolati, vicini ma indifferenti, l’esperienza delle nostre comunità cristiane è come quella della lampada nella notte che tiene accesa la speranza, indica la via, prepara un porto per gli uomini e le donne del nostro tempo (Mt 5,13-16). Il Sinodo ci ha fatto riscoprire la grande responsabilità che ci è affidata come Chiesa e come credenti, quella di essere il seme buono del Vangelo, la voce che annuncia la Vita eterna e la resurrezione, il seno e la culla dove accogliere e far germogliare il bene che c’è in ogni uomo, l’oasi dove si possono trovare l’acqua fresca di relazioni umane autentiche, la casa dove tutti possano sentirsi riconosciuti e amati.

Lo sappiamo: non è facile! Ma sappiamo che questo dobbiamo essere; e non è un caso che la prima e l’ultima attesa che abbiamo individuato nei nostri lavori è stata quella di Vangelo e quella di una Chiesa “nuova”. L’esperienza sinodale ci ha aiutato a maturare la consapevolezza che custodendo il dono della fede in noi possiamo essere persone capaci di fiducia, speranza e carità; che vivendo tra noi rapporti nuovi per il mondo.
Questa consapevolezza ci ha permesso di riconoscere nel mondo i segni di una nuova stagione, perché è vero che il nostro è un tempo segnato da conflitti, radicalizzazioni, indifferenze, ingiustizie e diseguaglianze profonde, ma proprio questo contesto è per noi l’appello principale che Dio ci fa ad essere portatori di speranza.

Da questo Sinodo ci portiamo dietro il primato della Parola di Dio, perché ogni forma di catechesi, di annuncio ed evangelizzazione formi cuori capaci di amare, anime ardenti capaci di donarsi, intelligenze generose a servizio del bene, donne e uomini che sanno condividere, nella Chiesa e nel mondo.
Molte altre sono le strade indicate dal Sinodo che non starò ad elencare tutte, ma certo la famiglia come luogo dove si impara a vivere, amare e credere; la donna, come un dono che deve ancora vedere completamente riconosciuto la sua dignità e originalità; i giovani e i migranti, i poveri e gli esclusi; queste sono urgenze che chiedono tutta la nostra attenzione e impegno. Come tradurre nella pratica queste attese sarà la prossima sfida che ci attende, ma sono certo che lo stile sinodale che abbiamo cominciato a sperimentare, ci aiuterà a trovare insieme il modo di viverle.

È con gioia pertanto, che a nome di tutti i Sinodali e della Diocesi, le consegno Eccellenza, il libro delle proposizioni sinodali, perché il suo discernimento di vescovo e successore degli apostoli ci aiuti a riconoscere quanto in esso viene da Dio ed è utile per il bene a cui Egli ci chiama.

Don Cristiano D’Angelo, vicario generale




Consegnati al Vescovo i lavori del Sinodo

Nel giorno del Cinquantesimo di ordinazione sacerdotale del Vescovo Tardelli un’affollata Cattedrale di San Zeno per la conclusione del Sinodo

Arriva a conclusione il cammino del Sinodo Diocesano. Sabato 29 giugno la celebrazione dei Santi Apostoli Pietro e Paolo ha accompagnato, accanto al ricordo degli anniversari di ordinazione sacerdotale, la consegna del testo preparato dai sinodali. La Messa è stata aperta dalla processione dei sinodali e dei concelebranti dalla chiesa di San Leone alla Cattedrale, accompagnata dal canto delle litanie dei santi. Nella celebrazione è stata fatta memoria dei 50 anni di Sacerdozio del Vescovo Tardelli, ordinato a Lucca il 29 giugno 1974. Alla conclusione don Cristiano D’Angelo, vicario generale e segretario del Sinodo, ha consegnato al vescovo il testo elaborato dai sinodali da cui Monsignor Tardelli produrrà il Libro sinodale.

«Le domande dirette e incalzanti di Gesù a Pietro mi hanno sempre colpito molto, anche cinquant’anni fa, quando, giovanissimo, ricevetti l’Ordinazione sacerdotale nella Cattedrale di Lucca. Mi sono sempre risuonate nella mente e nel cuore e ho sempre visto davanti a me il volto del salvatore che coi suoi occhi penetranti, mentre mi domandava se lo amassi per davvero, mi scrutava con infinito amore fino nei più reconditi recessi dell’anima mia».

Con queste parole il Vescovo di Pistoia e Pescia, monsignor Fausto Tardelli, ha iniziato l’omelia della Celebrazione di chiusura del XX Sinodo della Chiesa di Pistoia che cade esattamente 50 anni dopo l’ordinazione presbiterale del Vescovo pistoiese.

«Quello che mi ha sempre colpito – ha sottolineato mons. Tardelli – è stato anche la conclusione ogni volta del Signore: “Pasci i miei agnelli”; “Pascola le mie pecore”; “Pasci le mie pecore”. In questa ripetuta conclusione di Gesù c’è la mia vocazione, tutta la mia vita, il senso di questa mia vita, spesa, pur con tutte le mie deficienze, a servire gli agnelli e le pecorelle del Signore».

Ma la parte più ampia delle riflessioni del Vescovo si è soffermata sul percorso sinodale che la Chiesa di Pistoia ha attraversato in questi ultimi due anni.

«Stasera però siamo qui anche e soprattutto perché si è concluso davvero felicemente il nostro sinodo diocesano – ha proseguito mons. Tardelli – che ci ha visti impegnati nell’ascolto attento dello Spirito Santo, in modalità diverse, per ben due anni. I gruppi sinodali, i circoli minori, le assemblee sinodali, sono stati momenti intensi di ascolto e di confronto. Lo Spirito Santo ci ha guidato con mano paziente in questi stentati passi di sinodalità; ci ha preso per mano come bambini che imparano piano piano a camminare. E noi ci siamo lasciati guidare e ora possiamo dire davvero che quello che abbiamo detto e scritto è opera nostra e dello Spirito Santo in sinergia».

«Io scorgo nel cammino sinodale voluto da Papa Francesco – riflette il Vescovo di Pistoia e Pescia – per tutta la chiesa universale e per le chiese che sono in Italia e in modo particolare proprio nel nostro sinodo, una grande profezia, un grande segno di speranza per il mondo. Mentre nel mondo si fanno le guerre e nelle società ci si contrappone sempre di più in modo violento, la chiesa invece si raduna insieme, i suoi membri pur diversissimi e di orientamenti personali diversissimi, si confrontano mettendosi in ascolto umile della voce dello Spirito. La chiesa cerca cammini di comunione e di fraternità In questo senso va nettamente contro corrente, mostrandosi qual essa è: “Segno cioè e strumento dell’unità di tutto il genere umano. Non vogliamo però stasera fermarci quasi a farci i complimenti. Lungi da noi questo pensiero e questo comportamento. Ciò che è avvenuto è opera miracolosa dello Spirito Santo. A noi tutti, non solo a me, questa sera, sono rivolte invece le domande che il Signore pose a Pietro. Alla fine poi, quello che conta è rispondere a Lui: “Mi ami tu, chiesa di Pistoia?” “Mi vuoi bene per davvero?” Mi ami sul serio, chiesa di Pistoia, con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, in tutte le tue componenti?”. Ecco le domande a cui non possiamo sottrarci».




Conclusione solenne del Sinodo diocesano

Sabato 29 giugno un doppio momento di festa per la Chiesa di Pistoia: la chiusura del Sinodo con la consegna del testo elaborato al Vescovo che nel giorno dei SS. Pietro e Paolo festeggia il 50° anniversario di ordinazione

Un momento di grande festa per la Chiesa di Pistoia quello in programma il prossimo sabato, 29 giugno 2024, giorno dei Santi Pietro e Paolo. Nella celebrazione eucaristica in programma nella Cattedrale di San Zeno alle ore 18.00 la Diocesi di Pistoia vedrà la conclusione del Sinodo, a distanza di due anni dal suo inizio, con la consegna al Vescovo Fausto Tardelli del testo finale, frutto dell’ascolto nelle parrocchie e nelle altre realtà ecclesiali, rielaborato nei circoli minori e votato nelle assemblee generali da circa 400 padri e madri sinodali.
Proprio nella giornata del 29 giugno monsignor Tardelli festeggerà il suo Giubileo d’oro di ordinazione presbiteriale.

Per l’anniversario è giunta dal Vaticano anche una lettera di auguri del Papa.

«Al Venerabile Fratello Fausto Tardelli, Vescovo di Pistoia e di Pescia – esordisce nella sua missiva Papa Francesco – che nella solennità degli Apostoli Pietro e Paolo, celebra il giubileo d’oro dell’ordinazione presbiterale, ricordando il suo impegno, fruttuosamente esercitato per il bene dei fedeli delle comunità di San Miniato, poi di Pistoia e di Pescia, unite in persona Episcopi, memori anche del suo servizio nella Conferenza Episcopale Italiana e in quella Toscana, lo ringraziamo vivissimamente, tenendo anche in considerazione la sollecitudine apostolica, rivolta con impegno instancabile nei confronti del gregge dei fedeli, e la sollecitudine pastorale con la quale ha svolto il suo incarico ed ha guidato i fedeli, nutrendoli con la parola di Dio e con l’esempio della carità di Gesù Cristo, dando prova di fedeltà ed amore verso tutta la comunità e i suoi singoli membri».

Per quanto riguarda il Sinodo, nel giorno di San Jacopo, patrono della città di Pistoia, giovedì 25 luglio al termine della Messa pontificale delle ore 11 in Cattedrale, avverrà poi la consegna del testo definitivo da parte del Vescovo Tardelli alla Diocesi di Pistoia.




Ultimi atti del Sinodo: chiude la fase assembleare

Con l’assemblea di lunedì 3 giugno si è concluso il cammino sinodale. Completate le votazioni il prossimo  appuntamento sarà la chiusura solenne sabato 29 giugno in Duomo

Il lungo cammino del Sinodo diocesano è giunto al termine. Lo scorso lunedì 3 giugno, l’assemblea generale del Sinodo, convocata nell’Aula liturgica del Santuario di Valdibrana, ha ultimato la votazione delle proposizioni indicate nello Strumento di lavoro e degli emendamenti proposti. L’assise si è aperta con un momento di preghiera, il vescovo ha poi riepilogato le tappe del Sinodo diocesano ricordando la celebrazione di chiusura il prossimo 29 giugno alle 18 in Cattedrale e la promulgazione del Libro sinodale nella solennità di San Jacopo.

Dopo la pausa della cena è arrivato il momento delle votazioni. In primo luogo il vicario generale don Cristiano D’Angelo ha chiesto all’assemblea di valutare se accogliere o meno alcuni emendamenti giunti alla segreteria dopo il termine ultimo di presentazione. Con 188 voti i padri e le madri sinodali non hanno accolto tali emendamenti (27 i favorevoli all’ammissione) che saranno comunque inseriti negli atti del Sinodo senza confluire nel testo definitivo del Sinodo. In secondo luogo i sinodali sono stati chiamati a valutare altre due proposte – entrambe accolte dall’assemblea -: la prima sottoposta a una nuova votazione dopo un fraintendimento dell’assise precedente, la seconda, non confluita per errore nel testo dello Strumento di lavoro.

La votazione è poi ripresa laddove si era interrotta lo scorso 24 maggio, cioè dal capitolo 5, dedicato al ruolo della donna, riservando anche alcuni momenti più tesi e vivaci, quando in due occasioni, per un voto soltanto al di sotto del quorum, due proposizioni hanno rischiato di non essere accolte. In entrambi i casi il vescovo è intervenuto personalmente per sostenere le proposizioni consentendone l’inserimento nel testo definitivo.

Il testo dello strumento di lavoro è stato accolto quasi per intero, con qualche aggiustamento (diverse le proposte in tal senso, presentate da Alessandro Galardini e la comunità di Santomato) e aggiunte più rilevanti, specialmente nel capitolo dedicato ai giovani, in cui si è dato spazio a una maggiore attenzione e protagonismo delle realtà giovanili (proposta Agesci) e si è inteso ribadire il valore di alcune parole e atteggiamenti chiave: “ascolto, discernimento, accompagnamento”, ma anche “vocazione” e “santità” (Seminario diocesano). Altre novità sono stata le reintroduzione, nel capitolo 8, di due paragrafi centrati sull’importanza di far comprendere e promuovere il valore dell’Eucarestia e diffondere l’Adorazione eucaristica perpetua (Laura Pozzi). Un’ulteriore aggiunta, proposta da Marco Petri, ha suggerito la possibilità di affidare, per alcuni anni, a famiglie o laici la gestione di una comunità parrocchiale. Un’idea che nasce dal desiderio di trasformare un problema in un’opportunità, quella di far vedere il volto di Dio in modo diverso, attraverso la presenza di una famiglia che renda accoglienti spazi di socialità, incontro e preghiera. L’Ultimo “modo”, proposto da Andrea Mattonelli, ha inteso valorizzare il contributo di movimenti e aggregazioni laicali, perché il riconoscimento dei diversi carismi li renda sempre più parte integrante delle comunità diocesane.

Dopo la votazione delle proposizioni l’assemblea, quale ultimo atto, ha approvato per intero le proposizioni del testo di lavoro. Ratificato il testo nella sua interezza l’assemblea sarà nuovamente convocata per sabato 29 giugno, giorno in cui è prevista la chiusura ufficiale del Sinodo diocesano nella Cattedrale di San Zeno. Un giorno speciale per i sinodali, che suggelleranno con una firma la propria approvazione al documento finale, ma una data importante anche per il Vescovo Tardelli, che celebra, proprio in quel giorno, i suoi 50 anni di sacerdozio.

Ugo Feraci

(tratto da La Vita – Pistoia sette, inserto di “Avvenire”)




Dai Circoli Minori il nuovo “Strumento di lavoro”

Il testo uscito dalle riflessioni dei sinodali nei Circoli Minori sarà ora sottoposto alla revisione e alle votazione delle Assemblee generali

Pubblichiamo di seguito il nuovo “Strumento di lavoro“, rivisto dopo gli incontri realizzati nei Circoli Minori.

La prima versione, consegnata ai primi di marzo di questo anno ai sinodali e frutto del lavoro realizzato nelle parrocchie, nei gruppi e nelle associazioni diocesane, è stata il punto di partenza del confronto portato avanti nei Circoli Minori distribuiti nel territorio diocesano. Dopo tre sedute di ascolto e confronto, le sintesi di ogni gruppo sono state inviate alla segreteria del Sinodo che nelle settimane precedenti ha rielaborato tutti i punti e redatto la nuova versione dello Strumento di lavoro.

Il testo riveduto dai Circoli Minori sarà sottoposto alla lettura e allo studio dei sinodali e oggetto di confronto nelle Assemblee generali del Sinodo in programma a Valdibrana. Qui i sinodali proporranno modifiche, emendamenti, aggiunte e poi saranno chiamati a votare le singole proposte.

Ora il Sinodo continua con i seguenti appuntamenti.

MAGGIO 2024
Lunedì 13 maggio, ore 19-22.30
a Valdibrana, Assemblea Generale e Presentazione del nuovo strumento di lavoro

Venerdì 24 maggio, ore 19.30-22.30
a Valdibrana, Assemblea generale – votazioni

GIUGNO 2024
Lunedì 3 giugno, ore 19 – 22.30
a Valdibrana, Assemblea generale – votazioni

Giovedì 13 giugno, ore 21
a Valdibrana, Assemblea generale – votazioni

Sabato 29 giugno, ore 18
Celebrazione di chiusura del Sinodo e consegna dei lavori sinodali al vescovo.




Proposte e riflessioni per una Pastorale corale

Una sintesi degli interventi dell’assemblea di giovedì 14 marzo

L’Assemblea di giovedì 14 marzo ha offerto una prima occasione per riflettere insieme sul testo dell’Instrumentum laboris. Dopo la presentazione da parte del Vicario generale don Cristiano D’Angelo è arrivato il tempo degli interventi dei sinodali. In avvicinamento alla serata era possibile prenotarsi per avere a disposizione i tre minuti concessi a ogni sinodale. Uno spazio breve ma comunque sufficiente per articolare una proposta o una riflessione. Complessivamente gli interventi sono stati tredici. L’esperienza dello scorso anno ha facilitato i lavori dei sinodali, già consapevoli dello stile e della necessaria asciuttezza per restare nel limite temporale di tre minuti.

Negli interventi ha attirato la riflessione dei sinodali il tema del ruolo della donna, sia nella possibilità di far pronunciare alle donne l’omelia (proposta 5.1.2.: «consentire in tempi brevi alle donne di curare e tenere le omelie), sia nella tema ancora aperto del diaconato femminile (proposta 5.2.1.: «diffondere l’approfondimento della comprensione della dottrina e della prassi ecclesiale, domandandosi se sia ipotizzabile il riconoscimento della possibilità anche per le donne di accedere al diaconato permanente, pur consapevoli che questo tema non è di competenza del Sinodo diocesano» ).

Da una parte si è invocata una più profonda riflessione sul ministero del diaconato in genere e del diaconato femminile (Pierattini, Livi, Pratesi) e sull’esigenza di leggere la rilevanza di questo tema nell’ascolto dell’opinione dei fedeli (Pieri), dall’altra sono stati segnalati i documenti magisteriali che affidano al solo ministro ordinato il servizio dell’omelia (Benesperi, Palchetti), infine c’è stata anche la posizione di chi ha inteso aprire la possibilità dell’omelia non solo alle donne, ma a uomini e donne, cioè a tutti i laici ben preparati a svolgere questo compito (Galardini). Un altro intervento (Banchini) si è concentrato sul tema dell’attenzione ad un uso consapevole dei social media (proposta 3 .2.1: «Educare all’uso consapevole dei mezzi di comunicazione »), attraverso tre punti: critica (per non subirne eventuali intenti manipolatori e seguire una corretta informazione), alternativa (per conoscere canali informativi diversi e di qualità, anche in ambito cattolico), media (per conoscere e produrre contenuti nel mondo dei social). Una madre sinodale (Petiti) ha toccato diversi punti dell’Instrumentum laboris dalla necessità di ripensare i percorsi catechistici, evitando soluzioni troppo rigide e poco duttili, all’esigenza di individuare carismi adeguati per avvicinare e riavvicinare tante famiglie al Vangelo, al bisogno di relazioni umane più significative anche in ambito intraecclesiale per «non dare per scontato che ci si senta fratelli e sorelle nelle nostre comunità».

Qualcuno (Maranelli) ha sottolineato l’assenza di interesse da parte della diocesi nel proporre incontri con i migranti accolti a Vicofaro, per conoscerne le storie e superare i pregiudizi. Altri ancora (Bardelli, Palazzi) hanno proposto di rileggere il Sinodo come un’occasione per un rinnovato annuncio ad extra e un invito a coinvolgere quanti, anche fuori dalla Chiesa, operano per il bene comune. Infine (Breschi) è stato proposto di tenere presenti alcune domande di fondo: «vogliamo continuare a insistere su una Chiesa monocentrica incentrata sul presbitero o su una Chiesa di ministeri? Stiamo lavorando per una pastorale corale, e non di solisti?». Siamo convinti che sia finita una stagione della Chiesa iniziata con il Concilio di Trento e che sia necessario – sulla scia del Concilio – attingere a fonti anche più antiche per ritrovare nuove piste per il tempo che stiamo vivendo?

Insomma, il quadro generale evidenzia la tensione tra posizioni diverse, talvolta un po’ distanti caratteristiche della Chiesa contemporanea, ma anche il bisogno di fondare proposte e riflessioni da un lato su una maggiore conoscenza della tradizione e della dottrina della Chiesa, dall’altra sull’ascolto autentico del popolo di Dio. Infine il bisogno di confrontarsi e saper portare l’annuncio del Vangelo a una realtà complessa e in cambiamento, in cui codici linguistici e sistemi valoriali sono profondamente mutati.

ugo feraci




Il Sinodo riparte dal nuovo “Strumento di lavoro”

Il testo raccoglie venticinque proposte corrispondenti alle attese di Vangelo individuate nella prima parte del Libro Sinodale

Dopo mesi di ascolto, condivisioni e riflessione svolti nelle parrocchie e nelle realtà ecclesiali della Diocesi di Pistoia è finalmente pronta la sintesi elaborata dalla Segreteria del Sinodo. Quanto è emerso dal lavoro sul territorio è stato consegnato ai sinodali nello Strumento di lavoro (Instrumentum laboris) della seconda sessione del Sinodo Diocesano. Il testo, infatti, è il frutto del lavoro svolto sul Libro sinodale prodotto dalla prima sessione del Sinodo dedicata all’individuazione delle «attese di Vangelo, cioè ai bisogni e alle attese presenti nel mondo e nella Chiesa».

Se la prima sessione era orientata soprattutto all’analisi e alla lettura della realtà, l’obiettivo della seconda sessione del Sinodo è rispondere a quanto è stato fissato nel Libro sinodale con delle concrete risposte pastorali.

Di fatto si tratta di confrontarsi con le proposizione emerse nel Libro sinodale con i seguenti interrogativi? «Quale conversione ci chiede il Signore perché ai bisogni individuati si possa dare una risposta? Quale cambio di mentalità, quali atteggiamenti, quali scelte pastorali concrete siamo chiamati a compiere?».

«Domande – si legge nell’introduzione dello Strumento di lavoro – che sono rivolte non solo all’ambito ecclesiale, ma anche al nostro essere nel mondo come cristiani e come comunità, membri attivi e partecipi della vita del nostro tempo». Nell’introduzione il Vescovo mette in luce il compito che accompagna il lavoro del Sinodo: «Come cristiani siamo convinti che il Vangelo è un dono per noi e per il mondo; una forza vivificante di bene. Il nostro impegno a rinnovarci come Chiesa non è un modo per sopravvivere al cambiamento dei tempi, né un tentativo di piacere al mondo, ma l’impegno a essere fedeli al Vangelo che ci ha fatto sperimentare la grazia della salvezza, la bellezza di sentirsi amati che ci apre al dono e alla condivisione per il bene di tutti e di tutto».

Come è organizzato il testo dello strumento di lavoro? Lo strumento di lavoro raccoglie venticinque proposte corrispondenti alle attese di Vangelo individuate nella prima parte del Libro Sinodale: 1) L’attesa di Vangelo e di nuovi cammini educativi; 2) Il tempo che stiamo vivendo; 3) L’attesa di fraternità e di relazioni umane significative; 4) Le attese della famiglia; 5) La donna. Dono e corresponsabilità; 6) Le attese dei giovani; 7) Le attese dei migranti; 8) L’attesa di una Chiesa “nuova”.

Le proposte enunciano in forma sintetica una serie di risposte possibili alle “attese di Vangelo” individuate nella prima sessione del Sinodo. Questo spiega la forma asciutta dello strumento di lavoro che non riporta di nuovo la lettura della realtà, dei bisogni e delle attese, perché queste sono già state individuate nella prima parte del Libro Sinodale. Le proposte sono quelle emerse dai contributi giunti che si è cercato di rispettare cercando di ridurre all’essenziale, al fine di favorire i lavori dell’Assemblea sinodale della seconda sessione del Sinodo.

Ora il lavoro passa ai padri e alle madri sinodali che cominceranno a confrontarsi con proposte e interventi sul testo fin da giovedì 14 marzo, in una prima Assemblea generale a Valdibrana, cercando di capire «quali scelte, tra quelle raccolte nel presente testo o tra quelle nuove individuate attraverso i lavori assembleari, siano prioritarie per una conversione missionaria della nostra vita personale ed ecclesiale».

 

 




In preghiera e al lavoro per il Sinodo. La Lettera del Vescovo

La ripresa del Sinodo Diocesano al centro della lettera inviata dal Vescovo Tardelli a tutta la Chiesa di Pistoia

È giunto il momento di concentrare l’attenzione con rinnovato impegno sul Sinodo Diocesano. Il cammino del Sinodo, giunto quest’anno alla sua seconda sessione, è ormai a un punto di svolta. Terminata la seconda fase di ascolto e confronto nelle parrocchie e nei gruppi ecclesiali è arrivato il momento di convocare nuovamente le madri e i padri sinodali per le assemblee generali e i circoli minori, in cui sarà discusso il frutto del secondo giro di consultazioni. In attesa della pubblicazione dell’Instrumentum laboris, il testo base per il lavoro dei sinodali che raccoglie e riassume il lavoro fatto sulle Proposizioni emerse dalla prima Sessione del Sinodo, il Vescovo Tardelli invita la Chiesa di Pistoia alla preghiera per la buona riuscita del Sinodo con una lettera da leggere durante le Messe di domenica 3 marzo.

«È giunto il momento – scrive monsignor Tardelli – di metter mano in modo decisivo alla seconda sessione del Sinodo Diocesano. Dopo aver ascoltato quello che lo Spirito Santo ci ha detto attraverso il confronto sinodale e aver quindi individuato 9 sfide da affrontare tutti insieme, quelle cioè indicate nel libro sinodale promulgato da me nel luglio 2023, è ora il momento di vedere ciò che dobbiamo fare, ciò che il Signore ci chiede di fare, cioè le scelte personali e comunitarie da compiere per rispondere alle sfide individuate. Si tratta di capire quali percorsi avviare per collaborare con lo Spirito Santo e rendere la nostra Chiesa in tutte le sue articolazioni come il Signore Gesù la vuole: più fraterna, accogliente e insieme missionaria; aperta al mondo, pronta al servizio e alla testimonianza coraggiosa della misericordia di Dio, protesa all’annunzio di Gesù, morto e risorto per noi, unica speranza dell’umanità».

«Con questa lettera – ha aggiunto il vescovo – chiedo a tutti una piena partecipazione al cammino sinodale della nostra Chiesa: con la preghiera, innanzitutto; poi con l’attenzione a ciò che si sta facendo, poi ancora con la comunicazione e lo scambio di informazioni. Fondamentale per tutti è la sintonia del cuore e della mente. Tutti ci dobbiamo sentire coinvolti nel cercare di rispondere a ciò che lo Spirito Santo ci va dicendo».

Insieme all’invito alla partecipazione e collaborazione dei presbiteri e dei diaconi, come di tutti i sinodali, il vescovo chiede poi «un accompagnamento spirituale da parte di ogni comunità parrocchiale e all’interno di esse, anche dei ragazzi come degli anziani e dei malati perché tutti si preghi per la buona riuscita del Sinodo».

Monsignor Vescovo ha poi fornito ai parroci alcune indicazioni liturgiche per favorire la diffusione della preghiera per il Sinodo nelle messe festive e nella liturgia delle ore.

Lettera per il sinodo febbraio 2024