L’apertura solenne del Sinodo Diocesano

Sabato 25 marzo la Celebrazione in Cattedrale con il Vescovo Tardelli e i Sinodali.

La cronaca di una serata memorabile con alcuni passaggi dell’omelia e della relazione del Vicario Generale don Cristiano D’Angelo

 

È l’ora di alzarsi: per la Chiesa di Pistoia si apre ufficialmente un nuovo capitolo, una tappa che chiede di fare i conti con la propria identità di Chiesa locale, radicata in una storia e in un territorio, ma dentro un “cambiamento d’epoca” che invita alla missione. «Con il Sinodo diocesano – ha infatti affermato il vescovo Tardelli nell’omelia – Dio ci dice di alzarci, di risorgere a vita nuova, di intraprendere con coraggio la vita nella testimonianza del suo amore».

In tanti si sono “alzati” e ritrovati insieme in occasione della Messa di Apertura di sabato 25 marzo: i quasi 400 sinodali, il Presbiterio quasi al completo, numerosi fedeli dalle parrocchie e dal mondo delle aggregazioni laicali, insieme alla presenza dei sindaci del territorio e di altre autorità civili e militari. Una celebrazione del respiro corale, con momenti di grande intensità.

La liturgia è avviata in Battistero, da dove – al canto delle litanie – si è snodato processionalmente il corteo formato dai sinodali e seguito dai presbiteri, i canonici e il Vescovo Tardelli. La Messa ha seguito la liturgia della V domenica di Quaresima con la proclamazione del Vangelo di Giovanni e l’episodio della Resurrezione di Lazzaro. A partire da quel brano e concentrandosi sul grido con cui Gesù richiama alla vita l’amico dal sepolcro, Monsignor Tardelli ha commentato: «Il grido di Gesù, carissimi amici e fratelli, questa sera è rivolto a ciascuno di noi e alla nostra Chiesa. Gesù ci vede bisognosi di salvezza. Bisognosi di uscire fuori dalle nostre paure e chiusure».

Il Sinodo – ha poi aggiunto – «è un dono d’amore innanzitutto perché ci riunisce insieme, noi così tante volte dispersi e frantumati; perchè ci fa essere un corpo solo che voi sinodali ben rappresentate, investiti stasera dal soffio dello Spirito, per vivere giorni indimenticabili di unità e di speranza»; «un dono d’amore» perché insegna ad essere una Chiesa «che cammina insieme e insieme testimonia l’amore del Signore»,  perché «invita a guardare avanti, verso gli altri, verso tutti gli uomini e le donne del nostro tempo e dei nostri territori, ai quali siamo inviati come debitori di amore e come testimoni che rispondono alle attese di Vangelo presenti nel cuore di tutti e della società».

Al centro del presbiterio un grande leggio su cui era aperto l’Evangeliario ha manifestato a tutti la centralità del Vangelo e il riferimento imprescindibile alla Parola di Dio. Al termine dell’Omelia del Vescovo i padri e le madri sinodali hanno pronunciato insieme la professione di fede che accompagna l’impegno di assumersi responsabilmente il proprio «ufficio di Sinodale» nell’adesione alle verità della Fede e al Magistero della Chiesa. Ognuno dei sinodali ha quindi firmato personalmente, toccando con una mano il libro dei Vangeli in segno di giuramento solenne, un grande foglio steso sull’altare. Uno dopo l’altro, in una lunga ma intensa processione, i sinodali hanno posto il proprio nome nella storia del XX Sinodo diocesano della Chiesa di Pistoia; per ultimo ha firmato il Vescovo Tardelli.

La Messa è quindi proseguita con la liturgia eucaristica. Al termine è intervenuto il Vicario Generale don Cristiano D’Angelo che ha rivolto al vescovo e ai presenti la sua Relazione in apertura del Sinodo.

«Perché facciamo un Sinodo?. Senza dubbio – ha affermato il Vicario Generale — perché il magistero di Papa Francesco ha rimesso al centro della Chiesa la questione della sinodalità». «Rimettere al centro della Chiesa la sinodalità – ha spiegato – è riaffermare il sacerdozio battesimale dei credenti, la realtà del popolo di Dio che, animato dallo Spirito, è tutto insieme chiamato a cercare di capire cosa ci chiede oggi Dio, a discernere quali sono “i segni dei tempi”, cioè le esperienze umane, gli eventi, fuori e dentro la Chiesa, attraverso i quali Egli ci parla e ci invita a conversione».

«Invitandoci a domandarci quali sono “le attese di Vangelo” di oggi, — ha spiegato don D’Angelo – il nostro vescovo Fausto ha voluto porci in uno stato di ascolto, invitarci all’attenzione, per riconoscere tra i bisogni e le attese del nostro tempo quelle che hanno bisogno della buona notizia dell’amore, della speranza della risurrezione, della giustizia, della pace, della fraternità, cioè di quelli che sono i valori evangelici e che noi crediamo essere un balsamo per l’animo, un lievito di bene per la società, un farmaco di giustizia per il mondo. Non è scontato questo invito. Si ricordino le parole del Signore: “Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto?” (Lc 12,56)».

Don Cristiano D’Angelo ha anche brevemente illustrato i prossimi passaggi del Sinodo e le principali tematiche contenute nell’Instrumentum laboris «emerse nel lavoro dei gruppi sinodali che saranno oggetto del Sinodo a partire dalla prima Assemblea generale di venerdì 14 Aprile a Valdibrana». «Nella seconda sessione del Sinodo, quella dell’anno prossimo, — ha spiegato — avremo modo di tradurre la fecondità dell’ascolto nel coraggio di nuove scelte pastorali»; «il frutto del Sinodo sarà offerto alla fine delle due sessioni sinodali al Vescovo per un ulteriore e decisivo discernimento evangelico che il Vescovo è chiamato ad operare in forza del carisma apostolico che gli è affidato, garanzia della evangelicità e cattolicità della Chiesa».

Prima della Benedizione finale tutti i sinodali hanno recitato insieme la preghiera “Adsumus”, la preghiera che i padri conciliari proclamavano ad ogni sessione del Concilio Vaticano II, che tradotta suona “siamo qui davanti”: un “eccoci” rivolto a Dio ma anche a tutta la Chiesa di Pistoia per invocare il dono dello Spirito all’aprirsi del cammino sinodale.

Ugo Feraci





«Pistoia, è tempo di alzarsi»

Un evento storico. Nella Cattedrale di San Zeno celebrata la solenne Messa di apertura.

«Con il Sinodo diocesano – afferma il vescovo Tardelli nell’omelia – Dio ci dice di alzarci, di risorgere a vita nuova, di intraprendere con coraggio la vita nella testimonianza del suo amore»

 

«“Lazzaro, vieni fuori!” Il grido a gran voce di Gesù squarcia le tenebre della morte e preannuncia la Pasqua».

Nell’omelia per l’apertura del Sinodo Diocesano il vescovo Tardelli ha richiamato a tutti il grido di Gesù all’amico Lazzaro. Un grido che idealmente, in quest’ora storica, possiamo sentire rivolto all’intera Chiesa diocesana.

«Il grido di Gesù, carissimi amici e fratelli, – ha affermato il vescovo – questa sera è rivolto a ciascuno di noi e alla nostra chiesa.

Gesù ci vede bisognosi di salvezza. Bisognosi di uscire fuori dalle nostre paure e chiusure. Con il sinodo Diocesano, ci dice di alzarci, di risorgere a vita nuova, di intraprendere con coraggio la vita nella testimonianza del suo amore».

Il Sinodo diocesano è un atto d’amore del Padre per la nostra Chiesa. Un atto d’amore di Dio Padre per mezzo del Figlio unigenito, mediante una speciale effusione dello Spirito Santo. E’ un dono d’amore innanzitutto perché ci riunisce insieme, noi così tante volte dispersi e frantumati; perchè ci fa essere un corpo solo che voi sinodali ben rappresentate, investiti stasera dal soffio dello Spirito, per vivere giorni indimenticabili di unità e di speranza; è un dono d’amore perché ci insegna ad essere una chiesa sinodale che cammina insieme e insieme testimonia l’amore del Signore. E’ un dono d’amore, inoltre, perché ci invita a guardare avanti, verso gli altri, verso tutti gli uomini e le donne del nostro tempo e dei nostri territori, ai quali siamo inviati come debitori di amore e come testimoni che rispondono alle attese di Vangelo presenti nel cuore di tutti e della società. Ma questo Sinodo è un dono d’amore di Dio anche per la nostra terra e per i suoi abitanti che possono incontrare una Chiesa rinnovata, amica e più disponibile al servizio del Vangelo e quindi risorsa importante per il bene stesso di tutti».

Monsignor Tardelli ha poi evidenziato il passaggio del Vangelo di Giovanni in cui Gesù piange sull’amico Lazzaro e sul dolore dei presenti. Un pianto di compassione, ma anche un pianto sul nostro peccato.

«Questa sera, allora, carissimi amici dobbiamo sapere che il Signore Gesù piange anche sulla nostra Chiesa, su di noi, perché ci vede spesso morti o feriti mortalmente. A lui sono noti tutti i nostri peccati; Egli conosce le nostre divisioni, le nostre faziosità, le gelosie, le invidie; conosce i nostri tradimenti, le inadempienze della nostra Chiesa; vede e conosce tutte le fragilità delle nostre parrocchie, la povertà della nostra fede, il nostro poco entusiasmo nell’annunciare il vangelo, la chiusura del cuore e della mente nei confronti dei fratelli e sorelle del mondo. Vede tutte le rughe della nostra Chiesa e piange. Il pianto sull’amico Lazzaro è stasera il pianto di Cristo anche su di noi, morti a causa delle nostre infedeltà. Ma è proprio per questo che Egli ci convoca in Sinodo: perchè riconosciamo i nostri mali, li confessiamo e per essere da Lui perdonati e riprendere il cammino in novità di vita. E celebrando il nostro sinodo, noi sentiamo le lacrime di Cristo scorrere su di noi, per farci pentire dei nostri peccati e purificarci, lavandoci dalle nostre sozzure».

Un’ultima considerazione ha toccato il tema dell’amicizia, che rimanda alle risorse, ai doni presenti nelle comunità e nelle diverse realtà diocesane.

«Sì, spesso siamo stati ingrati e peccatori. Ma ciò non toglie che dobbiamo riconoscere anche tutte le cose buone che ci sono in mezzo a noi, nelle nostre parrocchie, nelle nostre varie realtà, dono premuroso dello Spirito Santo. E un Sinodo si fa anche per rendere grazie a Dio di quanto Egli ha fatto per noi, perché Egli ci ha condotto e continua a soffiare nelle ali della nostra vita e della nostra Chiesa perchè siamo testimoni coraggiosi e fedeli del suo amore».

«E’ proprio in questa scia di bene e di doni – ha concluso il vescovo – che si inserisce il nostro Sinodo, tenerezza dello Spirito, consolazione del suo soffio vitale. Siamone riconoscenti e viviamo questo sinodo che iniziamo oggi e che chiuderemo, a Dio piacendo l’anno prossimo, con impegno ma soprattutto con gratitudine. Ne usciremo una Chiesa più sinodale, che cammina insieme e che, insieme, si fa attenta alle attese, alle gioie e alle angosce, alle sofferenze e alle speranze delle persone in mezzo alle quali vive».

In occasione della celebrazione di apertura il vescovo ha consegnato ai padri e alle madri sinodali presenti l’instrumentum laboris, lo strumento di lavoro che servirà da testo base per i dibattimenti. Il frutto dei tanti momenti di incontro e ascolto svolti nelle parrocchie e nelle diverse realtà diocesane.

«Nell’ampia consultazione che ha preceduto questa prima sessione del Sinodo diocesano e che in parte ha trovato sintesi nello Strumento di Lavoro che oggi vi viene messo tra le mani come base del lavoro sinodale, sono emersi alcuni bisogni, alcune attese, alcune importanti aspettative dentro il cuore delle persone. Riconosciamo in tutto questo la voce dello Spirito. Attraverso i lavori sinodali questa voce si farà più chiara e capiremo ciò che lo Spirito dice alla nostra Chiesa, quelle che sono le sfide principali da affrontare per essere Chiesa fra la gente, ospedale da campo, tenda della fraternità che fa respirare già fin d’ora pezzi di cielo».

(foto di Ilaria Giusti)




Sinodo Diocesano: materiali e appuntamenti

Incontro di preparazione e sussidio di preghiera per le parrocchie

Il Sinodo diocesano è ormai alle porte. Per viverlo al meglio la Diocesi propone alcuni momenti di preparazione.

Il primo riguarda la formazione dei padri e delle madri sinodali che parteciperanno ai momenti assembleari. Per conoscere il Regolamento, le modalità di voto, avere più chiaro l’intento e il modo di procedere del Sinodo diocesano sono tutti convocati nell’Aula liturgica di Valdibrana martedì 14 marzo alle 18 per un incontro di formazione con il Vescovo Fausto Tardelli. Si raccomanda la presenza.

Il secondo momento riguarda tutte le comunità parrocchiali e ecclesiali perchè vedrà la preghiera di benedizione sui sinodali eletti dalle diverse comunità della Diocesi. Domenica 19 marzo, è infatti prevista la benedizione e il mandato ai convocati al Sinodo nella parrocchie. Il momento di preghiera è suggerito per la Messa con maggior frequenza di fedeli.

Lunedì 20 marzo il vescovo invita tutta la diocesi a organizzare veglie e momenti di preghiera per il Sinodo Diocesano.

Indicazioni e preghiere per il Sinodo (preghiere dei fedeli, preghiere per la liturgia delle ore, preghiera del Sinodo, etc..) sono raccolte nel sussidio preparato dall’Ufficio liturgico diocesano e qui scaricabile online (pdf).

Nel sussidio è segnalato anche l’inno del Sinodo diocesano “Chiesa del risorto” di Marco Frisina che tutte le comunità sono chiamate a imparare.

 




Al via il Sinodo Diocesano. I documenti ufficiali

Giovedì 2 febbraio è stata resa nota alla Diocesi la Bolla di indizione. Pubblicato anche il Regolamento del Sinodo

Giovedì 2 febbraio, in occasione della Messa per la Festa della Presentazione al Tempio e della Celebrazione della Giornata della Vita Consacrata, Mons. Fausto Tardelli ha ufficialmente proclamato l’indizione del XX Sinodo diocesano, il primo dopo il Concilio Vaticano II.

Il Sinodo diocesano si svolgerà in due sessioni, una prima nel 2023, l’altra nel 2024. La prima sessione sarà dedicata a discernere le attese di Vangelo presenti nel cuore delle persone e nella società, quindi dedicato all’ascolto; la seconda fase avrà l’obiettivo di individuare le risposte e i cambiamenti che lo Spirito Santo ci sollecita a dare alle attese individuate.

«Vogliamo metterci in ascolto — si legge nella Bolla di indizione — di quello che lo Spirito Santo dice alla nostra chiesa in questo contesto sociale locale e del mondo. Vogliamo cogliere – come ci ha insegnato il Concilio nella Gaudium et spes – “le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce” che sono prima di tutto dentro di noi come uomini e donne del mondo e insieme nel cuore dei fratelli e delle sorelle – dei poveri soprattutto – che ci stanno accanto. Sospinti dallo Spirito, si tratta di assumere lo sguardo di Gesù sull’umanità, come ci viene riferito nel Vangelo, quando guardando la folla che lo seguiva, ne ebbe compassione perché erano come pecore che non hanno pastore (Mc 6,30-34).
Così facendo comprenderemo ciò che il Signore ci va dicendo; comprenderemo ancora meglio il suo amore per noi, restandone stupiti e sorpresi; vedremo che cosa dobbiamo cambiare nella nostra vita personale e nella nostra chiesa, nelle nostre comunità; troveremo il modo di rispondere alle attese di Vangelo che sono in noi, negli altri e nella società».

L’apertura del Sinodo è prevista per la Festa dell’Annunciazione della Vergine Maria sabato 25 marzo con una celebrazione liturgica, mentre la fase assembleare, che prevede la partecipazione di centinaia di padri e madri sinodali, avrà luogo nel tempo pasquale.

Di seguito pubblichiamo la Bolla di indizione del Sinodo Diocesano e il Regolamento del Sinodo.

 

Bolla di indizione del Sinodo

Regolamento del Sinodo Diocesano

Decreto con la promulgazione del Regolamento del Sinodo Diocesano

Pistoia, 03 febbraio 2023




Il 2 febbraio l’indizione del Sinodo Diocesano

Un importante passaggio di avvicinamento al Sinodo della Diocesi di Pistoia per il 2023

 

Con una comunicazione inviata a tutte le realtà diocesane, il Vescovo di Pistoia Mons. Fausto Tardelli, ha annunciato due momenti cruciali nell’avvicinamento al primo Sinodo diocesano pistoiese dopo oltre 85 anni. Un evento storico per la Chiesa locale che intende promuovere una nuova sensibilità di ascolto e coinvolgimento delle comunità e del territorio.

«Con grande gioia comunico alla Chiesa pistoiese la prossima indizione del 20° Sinodo diocesano. Dopo aver iniziato la sua preparazione, e mentre ancora la stiamo completando, è giunto il momento della sua celebrazione. Il prossimo 2 febbraio, festa della Presentazione al tempio del Signore Gesù, procederò all’indizione del Sinodo della Chiesa pistoiese, il primo dopo il Concilio Vaticano II e il primo dopo l’ultimo indetto dal mio predecessore Mons. Giuseppe Debernardi nel 1936».

Il Vescovo aveva reso noto l’avvio del cammino sinodale diocesano lo scorso anno, quando, nella Veglia di Pentecoste del 4 giugno celebrata in Piazza del Duomo, fu ufficialmente aperto dalla preghiera comune l’inizio di un tempo di ascolto e consultazione nelle parrocchie. Oggi, al termine di questa prima fase, grazie alla quale verrà preparato lo strumento di lavoro (Instrumentum laboris) per i “padri e le madri” sinodali, il Vescovo è chiamato a convocare formalmente il Sinodo con un decreto ufficiale di indizione.

L’indizione avverrà solennemente alle ore 12 nella chiesa di Santa Chiara del Seminario vescovile per tutto il clero, e nel pomeriggio alle 18 nella Cattedrale di San Zeno, per la cittadinanza tutta, in occasione della celebrazione liturgica della Presentazione al tempio del Signore e della Giornata della vita consacrata.

Sabato 4 pomeriggio e domenica 5 febbraio in tutte le parrocchie verrà letto il decreto di indizione del Sinodo diocesano. Il Sinodo vedrà il suo solenne ed ufficiale inizio liturgico il 25 marzo prossimo, solennità dell’Annunciazione del Signore, e si svolgerà poi con le assemblee sinodali nel tempo dopo Pasqua.




La Chiesa di Pistoia in uscita per incontrare i lontani

Dalla Segreteria del Sinodo diocesano idee e suggerimenti per aprirsi a quanti non frequentano

Il cammino del Sinodo è aperto a tutti. La Diocesi, su indicazione del vescovo Tardelli intende promuovere occasioni di ascolto anche per quanti non frequentano abitualmente parrocchie e realtà associative. In questi giorni una nota a cura della Segreteria del Sinodo diocesano ha tracciato un piccolo “Vademecum” per l’ascolto dei “lontani. «Per un vero percorso di ascolto del “popolo di Dio”, quale deve essere quello sinodale, è significativo — si legge nel testo — l’ascolto di coloro che definiamo i “lontani”, ma che, proprio in virtù del Battesimo, sono anch’essi parte della comunità ecclesiale».

Nella sua ultima lettera pastorale (Alla ricerca della gioia del Vangelo) il vescovo Tardelli aveva invitato la Diocesi a percorrere con decisione e creatività questa pista di ascolto: «Vogliamo ascoltare i bisogni e le attese delle persone che sono fuori dal tessuto ecclesiale; le loro paure, le loro angosce, le loro speranze e delusioni. Questo è l’ascolto che dobbiamo cercare di fare. Sapendo che oggi raramente si trova chi si mette con attenzione ad ascoltare gli altri». 

«Riuscire ad “ascoltare” i lontani – precisa la nota della Segreteria del Sinodo -, dovrà essere un obiettivo da privilegiare nell’insieme del “lavoro” sinodale: per raggiungerlo si potrà partire costituendo in ogni vicariato un gruppo operativo vicariale fra i Parroci, gli animatori e i segretari dei gruppi sinodali dei gruppi sinodali». 

La nota segnala anche alcune “premesse fondamentali”, come la consapevolezza di dover mettersi «in uscita» e aprire al «contatto persona», «costituire piccoli gruppi, diffusi sul territorio». «Presupposto fondamentale dovrebbe essere quello di attivare la “dinamica del noi”, cioè usare le diversità non come limiti ma come risorse nell’obiettivo del bene comune nel quale da prospettive e posizioni diverse (scuola, politica, volontariato, cittadinanza) ci riconosciamo». 

Per partire sarà indispensabile guardarsi intorno, individuando, ad esempio, «le attività di volontariato, quelle sportive, politiche, culturali, ricreative, scolastiche presenti sul territorio parrocchiale». Forse non sarà necessario guardare neppure troppo lontano, ma partire da quanti stanno «sulla soglia della parrocchia», spesso i genitori che arrivano in parrocchia per la celebrazione di un sacramento ma non vivono, di fatto, la vita ordinaria della comunità di fede. Sarà poi necessario individuare i tempi e i luoghi più opportuni per l’incontro e l’ascolto, nel desiderio di far «capire che la storia di ognuno ci preme, ci interessa che vogliamo riaprire un confronto, che vogliamo cercare un dialogo con quanti si sentono esclusi dalla comunità credente». 

Infine l’ascolto dei lontani chiede una profonda motivazione personale: «Gli operatori parrocchiali che si attiveranno per svolgere questa che è una vera e propria missione, dovranno essere ben motivati e dovranno fare un vero e proprio “lavoro” su sé stessi, dovranno infatti riapprofondire le proprie motivazioni, muoversi con atteggiamenti appropriati e avere ben chiaro perché si va in strada». 

Occorre però evitare un rischio: trasformare cioè l’oggetto degli incontri in una sorta di “sondaggio” o “indice di gradimento” sulla Chiesa. «Il tema dei primi incontri non dovrà essere “cosa ne pensi della Chiesa o che cosa la Chiesa dovrebbe fare” ma l’attenzione alla persona, al gruppo in cui è inserita, perché le differenze che ci racconteranno non saranno limiti, ma spazi di incontro da coltivare.

Tutto questo potrebbe suscitare la curiosità o l’interesse da parte delle persone a partecipare attivamente in un gruppo sinodale, oppure lasciare la traccia di una Chiesa in uscita che va ed interroga con gentilezza perché è interessata alla comunità, oppure semplicemente un tentativo che meritava di essere fatto nella speranza che non tutti i semi producono frutti nelle stessa stagione».

Ugo Feraci




Notizie per il Sinodo

Le scadenza per la formazione dei gruppi sinodali e novità per l’incontri di moderatori e segretari

La Diocesi di Pistoia è in cammino verso il suo primo Sinodo dopo il Concilio Vaticano II che si celebrerà nei primi mesi del 2023. A partire da giugno scorso nelle parrocchie e nelle varie realtà ecclesiali diocesane è iniziata la consultazione del popolo di Dio tramite la costituzione dei gruppi sinodali che in alcune realtà hanno già iniziato a lavorare.

Le parrocchie e le realtà ecclesiali sono invitate a costituire i gruppi sinodali entro il mese di settembre 2022, così da poter dedicare sufficiente spazio al confronto. Entro e non oltre il 25 Settembre 2022 occorrerà inviare alla mail sinodo@diocesipistoia.it i dati dei moderatori e segretari (nome e cognome, cellulare, mail; parrocchia o realtà ecclesiale dove fanno il gruppo sinodale) che ancora non fossero stati comunicati.

Per la formazione dei moderatori e segretari è previsto un incontro mercoledì 28 settembre 2022 alle 21 in Seminario vescovile a Pistoia (che sostituisce l’incontro già previsto per martedì 6 settembre).

La lettera del vescovo per il Sinodo e le domande per l’ascolto sono disponibili alla libreria San Jacopo e presso la Segreteria degli uffici pastorali in Seminario la mattina dal martedì al sabato. Ricordiamo che è anche possibile scaricare tutti i documenti dal sito della Diocesi.

Cristiano D’Angelo




Convocati dallo Spirito

Sabato 4 giugno la celebrazione della Veglia di Pentecoste ha aperto il cammino sinodale diocesano

 

Un’indimenticabile celebrazione corale per la Veglia di Pentecoste ha inaugurato l’apertura del primo Sinodo della Chiesa pistoiese dopo il Concilio Vaticano II; un evento storico che il vescovo Tardelli ha presentato alla diocesi nell’omelia della Messa. «Papa Francesco — ha spiegato il vescovo — ce lo ha ricordato più volte, parlando di Sinodo e di sinodalità: in questo nostro mondo lacerato da contese e discordie, frantumato nelle ingiustizie, in preda a un grande individualismo e ora anche in una guerra che ci coinvolge tutti, la testimonianza fondamentale dei discepoli del Signore, quella cioè della sua Chiesa, è l’unità nella comunione. Un’unità fraterna, variegata e molteplice, segno nel mondo di quel progetto di comunione e di amore che Dio ha sull’umanità».

«Gli uomini e le donne del nostro tempo — ha aggiunto — hanno infatti bisogno di fiducia, di speranza, di amore vero e solo un’umile ma gioiosa fraternità di uomini e donne che hanno sperimentato la misericordia di Dio, può essere un’oasi di pace e di resurrezione della vita». L’avvio del Sinodo diocesano è il momento culminante di un percorso di ascolto e di un cammino condiviso che inizia da lontano, fin dai primi passi dell’episcopato di monsignor Tardelli, quando nel 2015 fu convocata in San Francesco l’Assemblea sinodale diocesana. «Da essa nacque — spiega Tardelli — il programma pastorale con il quale abbiamo cercato di camminare insieme in questi anni. Lo ricordo: Sulle ali dello Spirito: il Padre, i poveri, una comunità fraterna e missionaria.

A questo programma, fece poi seguito, sempre nel tentativo di camminare insieme, l’altro: Alla scuola dell’apostolo Giacomo: pregare, ripensare e continuare ad amare.

Credo che qualche frutto ci sia stato. A me pare che la nostra Chiesa in questi anni, raccogliendo una seminagione che veniva da ancor prima che io giungessi a Pistoia, abbia cercato sinceramente di camminare sulle vie del Signore e lo abbia fatto, seppur a volte con fatica, insieme».

Un tentativo che oggi diventa assolutamente necessario, per superare «divisioni e frammentarietà », «per essere Chiesa viva, capace di dare testimonianza dell’amore di Dio». «In forza del Battesimo e della Cresima — ha aggiunto —, siamo tutti discepoli del Signore e condividiamo la stessa chiamata e la stessa missione. Mi è sembrato giunto perciò il momento di convocare in vero e proprio Sinodo tutte le varie componenti della Chiesa diocesana, perché ci si sentisse quello che in realtà siamo, per la potenza dello Spirito: cioè un corpo organico e vitale, proteso all’annuncio del Vangelo. Un organismo vivente, fatto cioè di membra diverse, di doni e carismi molteplici dati per il bene comune; un popolo dove ministri sacri, laici, religiosi, camminano insieme per rispondere all’amore del Signore e al compito missionario da Lui affidatoci, nel rispetto della diversità dei compiti ma unificati dallo stesso amore».

La convocazione del Sinodo chiede il coinvolgimento di tutti, nessuno escluso.

«Non è facile, me ne rendo conto – commenta Tardelli -. La stessa variegata configurazione geografica e culturale della diocesi, lo rende problematico. Non è sempre agevole la comunicazione interna. Dobbiamo poi vincere resistenze ed abitudini isolazionistiche che si sono consolidate in decenni. La tendenza a rinchiudersi nel proprio orticello pensando così di essere più bravi o di poter fare le cose al meglio, ci frena. Oltre che ad essere antistorica e sciocca, perché oggi come oggi, da soli non si va davvero da nessuna parte, questa tendenza contraddice la stessa natura della chiesa che è appunto sinodale, unitaria e comunionale. La missione della Chiesa nel mondo richiede l’apporto di ciascuno, perché ognuno è depositario di un dono dello Spirito per la testimonianza del Vangelo».

L’apertura del percorso sinodale nella Veglia di Pentecoste offre l’orizzonte su cui portare avanti i lavori: «Tutta intera la Chiesa diocesana, a partire dalle parrocchie, fino ad arrivare a ogni altra articolazione, è chiamata, come gli apostoli nel cenacolo, ad invocare lo Spirito Santo, perché «Sine tuo numine nihil est in homine, nihil est innoxium» (Senza la tua forza, nulla è nell’uomo, nulla senza colpa). Il processo sinodale non si identifica infatti con un qualsiasi procedimento di tipo assembleare dove si conteggiano le varie opinioni. È invece ascolto dello Spirito, per capire, insieme, dove Egli vuole condurci. È evento dello Spirito e quindi ha bisogno di preghiera, di invocazione, di disponibilità alla sua azione. Guai a pensare di essere noi a guidare la Chiesa!».

«Seppure lo si sia detto tante volte in passato — conclude Tardelli —, è ora davvero il momento in cui i laici, donne e uomini, assumano con gioia il dono e la responsabilità di essere parte viva della Chiesa».

Un momento che ha il sapore di una grande sfida e che esprime l’esigenza di riscoprire con più chiarezza e radicalità l’impegno per un rinnovato annuncio del Vangelo.




Sinodo diocesano: la lettera pastorale del vescovo

Convocati dallo Spirito: le indicazioni del Vescovo

È disponibile la lettera pastorale “Convocati dallo Spirito“. La Chiesa di Pistoia in Sinodo (2022/2023), consegnata ai fedeli presenti in occasione della Veglia e Messa di Pentecoste in Piazza del Duomo a Pistoia sabato 4 giugno.

Il libretto, scaricabile online, presenta la lettera pastorale del Vescovo “Convocati dallo Spirito“, alcune indicazioni pratiche per la creazione dei gruppi sinodali e la formazione di moderatori e segretari e, in più, due schede di ascolto per il lavoro dei gruppi sinodali.




I Quaresimali del vescovo in streaming

Online ogni venerdì sera alle ore 21 sulle pagine social della diocesi

Quest’anno il Quaresimale è in streaming. Il vescovo Tardelli ha infatti pensato di offrire a tutti la possibilità di seguire le sue catechesi in preparazione della Pasqua. Il ciclo di incontri è intitolato Il primato dell’ascolto ed è interamente dedicato al tema della sinodalità, dimensione costitutiva della Chiesa che oggi è sempre più riscoperta.

Sarà possibile seguire tutti gli incontri ogni venerdì sera alle 21 in diretta sulla pagine Facebook e sul canale YouTube diocesano. Questo il programma:

11 marzo: Chiesa popolo di Dio in comunione e missione;

18 marzo: Sinodalità;

25 marzo: La corresponsabilità dei laici e la ministerialità;

1 aprile: Il discernimento dei segni dei tempi.

Concluderà il ciclo di incontri una celebrazione penitenziale in Cattedrale venerdì 8 aprile sempre alle 21.

Il tema suggerito dal vescovo è di particolare attualità: costantemente riproposta dal magistero di papa Francesco la sinodalità sarà al centro del prossimo sinodo dei vescovi. Una scelta che si inserisce nella prospettiva inaugurata dal vescovo Tardelli fin dal suo arrivo a Pistoia con la convocazione dell’Assemblea sinodale (2015) e oggi rilanciata per la celebrazione di un Sinodo diocesano che vedrà un primo momento di apertura nella veglia di Pentecoste.